Apertura Stati Generali



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Città di ABBIATEGRASSO Stati Generali Sabato 23 febbraio 2008 Apertura Stati Generali Moderatore: Frabrizio Provera

MODERATORE (Fabrizio Provera) Signore e Signori buongiorno, gli Abbiatensi tendono sempre a muoversi con una certa lentezza il sabato mattina, ma è comprensibile. Benvenuti a tutti all'avvio ufficiale degli Stati Generali di Abbiategrasso, la prima edizione degli Stati Generali, un via che segue ad una prima settimana di incontri preparatori e preliminari che si è conclusa ieri sera ed è cominciata lunedì e che ha riscosso un successo superiore alle attese dell'amministrazione. Sono state cinquecento le persone che nell'arco di cinque sere, con una media di cento persone a sera, hanno discusso, si sono confrontate, hanno dialogato e si sono assunte reciprocamente degli impegni. Credo che la cosa più interessante e a tratti inaspettata per chi come me ha moderato qualcuno degli incontri nelle scorse sere sia stata l'aver visto che persone operanti nel medesimo settore come i Servizi Sociali, si sono conosciute grazie a questi incontri, perché erano associazioni che marciavano magari parallele ma che non conoscevano la reciprocità, perciò, un primo importante obbiettivo è stato sicuramente conseguito. Questa mattina, invece, alla presenza del Sindaco Roberto Albetti, dell intera Giunta e delle molte autorità politiche e amministrative che sono con noi, l'intenzione è quello di riallacciare i fili con lo sviluppo con Province di Milano, con Regione Lombardia, con il Parco del Ticino, con il Parlamento Europeo, abbiamo qua il Vicepresidente, Onorevole Mario Mauro, Abbiategrasso vuole ripartire, vuole riassumere una centralità a partire dal confronto. Confronto con la città, con le sue componenti e da qui la scelta di scandire le serate scorse, ma anche quelle di settimana prossima, in cinque diverse idee di città, in cinque proiezioni: la città dell'opportunità, la città sicura, la città aperta e solidale, la città dinamica e la città vivibile. Ciascuna di queste caratteristiche deve, nel progetto all'amministrazione, concorrere al bene della Comunità Abbiatense, un bene che si basa su un principio, ovviamente quello della sussidiarietà, il riconoscimento, l'individuazione delle realtà di eccellenza operanti, il sostegno e il supporto ad esse che l'amministrazione si prefigge di fare, quindi, un cammino che comincia ma che naturalmente non si esaurisce. La settimana prossima avremo altri quattro incontri di approfondimento con gli Assessori Provinciali e Regionali, da lunedì a giovedì sera, sabato 1 marzo, sempre all Annunciata, sempre alle ore 10, avverrà la chiusura degli Stati Generali e la firma, il lancio del primo Patto per Abbiategrasso. Non è un caso che Roberto Albetti abbia scelto l'annunciata come luogo di svolgimento degli Stati Generali perché una idea fondamentale che sorregge la 2

politica di questa città è la tendenza al bello, il bello come presenza, il bello come slancio, il bello come aspirazione e il bello ritrova sicuramente, a volte, a ritrovare un filo, anche perché Abbiategrasso è una città in profonda trasformazione che deve quindi ritrovare identità, percorsi e indirizzi. Io ho concluso, vi ringrazio e cominciamo ad entrare nel vivo di questa mattinata di lavori, che sarà scandita dai diversi interventi delle autorità presenti, e do, quindi, subito la parola al Sindaco Roberto Albetti. Grazie. SINDACO ROBERTO ALBETTI Grazie. Buongiorno a tutti, grazie di essere intervenuti. È stata davvero una settimana importante quella che abbiamo trascorso qui, in questa sala, tutte le sere, appunto come si diceva, con tante persone che si sono confrontate e che hanno portato il loro contributo. Quindi, vi giunga innanzi tutto il mio più cordiale saluto e quello di tutta la Giunta e dell'amministrazione che rappresento. Uun saluto nel quale accomuno i rappresentanti delle istituzioni convenute oggi e anche quelli che verranno nei prossimi giorni, i Sindaci dei Comuni limitrofi, i rappresentanti della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Parlamento Italiano ed Europeo. Ma specialmente voglio ringraziare la comunità di Abbiategrasso, delle sue diverse articolazioni imprenditoriali, economiche, produttive, associative, di volontariato, religiose, le Forze dell'ordine ad ogni livello, che hanno già decretato il successo di questi primi Stati Generali che la città si appresta a celebrare. Parlo di successo perché nei giorni scorsi, quelli dedicati agli incontri preparatori, hanno ricevuto un altissimo numero di adesioni, una partecipazione ed un riscontro superiore alle nostre attese. Più che per noi, questo dato risulta di notevole importanza per Abbiategrasso che si mostra una città volenterosa, dinamica e appassionata, che non si arrende ai rischi di un presente problematico o all'incognita di un futuro incerto ma che vuole progettare un domani da protagonista. Non per niente abbiamo coinvolto lo slogan La voce di ognuno per un Abbiategrasso protagonista. La voglia di fare, di esserci, di intraprendere, sono i segni di questo rinnovato protagonismo. La nuova Amministrazione, che ho l onore di guidare, ha ricevuto un mandato di grande responsabilità, abbiamo colto più volte, durante la campagna elettorale il segno della città stanca a tratti sfilacciata, una città in fase di cambiamento ma con enormi potenzialità ancora inespresse e specialmente animata da un grande desiderio, quello di rilanciarsi e ritrovare la sua centralità nel territorio. 3

Il desiderio è una componente fondamentale della persona ed è partendo dal desiderio che abbiamo lanciato la nostra proposta amministrativa e politica, volta a fare di Abbiategrasso una città che discute, che ascolta, che coinvolge ma che alla fine decide. La moralità della politica, per noi, consiste nella coltura del fare, nel mantenere gli impegni assunti. Nel tempo presente, anche per un Ente Locale come il Comune, la questione politica fondamentale è quella del potere, è una parola che non deve intimorirci, i cittadini domandano, ma spesso i governi locali non hanno potere sufficiente per rispondere. Un problema che rode le basi della politica e che spesso apre spazi all antipolitica. Per molto tempo la questione del potere è stata trattata in senso negativo, come contenere il potere dei giovani o come eliminare il rischio di eccessi di potere, ecc., nel tempo presente, invece, la questione del potere si pone in termini esattamente rovesciati, il problema è accrescere il potere dei governi locali alla ricerca di un nuovo equilibrio tra intensità della domanda e capacità di soddisfarla. Da lunedì a ieri sera abbiamo organizzato, come certamente saprete, cinque incontri preparatori, cinque tavoli tematici di lavoro, a cui abbiamo invitato tutte le componenti della città. Ebbene, il risultato è stato superiore ad ogni attesa, più di centosessanta gli interventi, da questo momento abbiamo ottenuto più di quello che ci aspettavamo, una fotografia di Abbiategrasso oggi, uno spaccato della città e del suo cuore, della sua ricchezza umana e di una esperienza acquisita in termini di vivacità imprenditoriale, culturale e sociale. Abbiamo messo in rete realtà attive da decenni assieme a gruppi di recente costituzione che neppure si conoscevano reciprocamente; un metodo di lavoro che ci ha permesso di confrontarci, di ascoltare, di assumere ciascuno, come avevo chiesto alla vigilia, impegni a seconda dei ruoli che ciascuno ricopre. Abbiategrasso, infatti, mantiene intatta una evidente voglia di fare, di partecipare, di costruire, di governare mutamenti in atto. Sotto questo profilo la fase preparatoria degli Stati Generali ci ha permesso di inserire in agenda una precisa serie di sfide e di opportunità. Nel proporre il Patto per Abbiategrasso, dopo aver consultato la comunità degli abbiatensi, con gli incontri dei prossimi giorni, dove raccoglieremo le attese, i punti programmatici e le fondamenta della città futura, un futuro, lo ripetiamo spesso, che poggia le sue basi su radici solide e profonde che ci derivano dalla nostra tradizione. In questa prima settimana c'è stata, da parte di tutta la città, una dimostrazione di forte attaccamento alla vita amministrativa e politica, è proprio in questo senso 4

che la politica può essere cattiva o buona, odiata o amata. È cattiva la politica che ignora la realtà e che pretende di modificare la realtà convinta di saperne di più, invece riteniamo buona la politica che parte dalla realtà e la favorisce nelle sue tendenze positive. Non è più sufficiente dare ai cittadini il diritto di votare, è necessario dare a loro anche il potere di decidere direttamente sulle destinazioni meritevoli o responsabili del denaro che danno pagando le tasse. In questi termini porto come esempio il caso del cinque per mille per il no profit e per la ricerca scientifica, introdotto dai governi del 2005-2006 e scelto da più di sedici milioni di italiani come fatto indicativo e positivo per far crescere la responsabilità. E questa, penso, sia la strada da percorrere, essa ci indica l'opposto di quello che vuole far credere l'antipolitica. Non è vero che gli abbiatensi non vogliono pagare le tasse e non è vero che non vogliono partecipare alla vita sociale ma è vero esattamente l'opposto. Gli Stati Generali ci stanno dimostrando esattamente questo, che una buona politica è quella che presta attenzione, che si pone come traguardi la bellezza, la dignità, la gratuità, quella che trasforma un paese che ha perso la speranza in un paese dove torna la voglia di partecipare, un progetto quindi che deve puntare a coinvolgere diversi attori del territorio, dalla promozione della loro capacità di interazione e di collaborazione. La collaborazione e la comune riflessione sui nodi favoriscono la propensione a costruire reti, alleanze su obbiettivi specifici, i soggetti della società locale sono spinti in tal modo a progettare il proprio futuro in forma integrata e concordata. Una coltura di sistemi presuppone l'esigenza di obbiettivi comuni e compatibili nei quali siano resi compatibili le convenienze individuali con quelle del sistema e quindi la ricerca continua di un adeguato livello di conoscenza su tali obbiettivi, la capacità dei diversi soggetti coinvolti di definire e rispettare la principale regola di comportamento e di azione, la ricerca costante dell'attore dello sviluppo delle reazioni di rete stabili, di occasioni e strumenti di confronto e di impostazione strategica nella scelta che coinvolge l'itera comunità. L'obbiettivo, quindi, è quello di ottenere alla fine del percorso un Comune e delle strutture pubbliche che riescono a lavorare in rete, che si alimentino di nuove colture di partecipazione e di coesione sociale. Gli Stati Generali partono, quindi, dal presupposto che la concentrazione del basso e l'approccio integrato rappresentano il modo più efficace per governare le trasformazioni sociali, economiche e territoriali che interessano la città di Abbiategrasso. Quindi si propongono, pertanto, come uno strumento impegnato sul principio del confronto e del tavolo di lavoro, strumenti 5

che mirano a stabilire obiettivi comuni e accordi istituzionali che consentano a diversi soggetti di operare in piena autonomia, di volta in volta, in base alle intese che risultano sufficientemente impegnative per ciascun soggetto. Il lavoro di questi Stati Generali dovrebbe produrre un idea di città condivisa e conseguentemente di segnare una griglia di indirizzi e priorità comuni che vanno a integrare i contenuti del nostro programma votato dai cittadini. In tal senso, il documento in discussione, nel passaggio finale, dovrebbe configurare come una sorta di Patto per Abbiategrasso con cui diversi attori locali, Amministrazione Pubblica, rappresentanze economiche sociali, autonomie, funzionali, strutture sociali del volontariato si impegnino a fare reciproco riferimento nella definizione di proprie strategie e l'attuazione dei propri interventi. Allo stesso tempo, in questo momento gli Stati Generali possono rappresentare il passaggio verso politiche che dovranno sempre più assumere un carattere ordinario, diventare metodo stabile di governo del territorio, dovranno ovviamente seguire ulteriori momenti di progettazione capaci di dare attuazioni agli indirizzi e alle priorità. Vogliamo che Abbiategrasso torni ad essere un luogo in cui il desiderio di educare e di istruire, la spinta alla ricerca e all'innovazione, il proseguimento di una giustizia sociale sono ancora una coscienza presente e viva. Abbiategrasso vuole favorire una scelta operata da tutti coloro che continuano a prediligere la ricerca sincera della verità, il confronto con gli orientamenti colturali e politici diversi, invece del preconcetto e di qualunque visione ideologica precostituita. In questo caso contano specialmente i fatti di vita nuova, di esempi di novità, la gratuità e la responsabilità e l'equità, questo sembra un criterio per costruire imprese, percorsi professionali, modelli di rapporto tra Comune e società. La certezza della propria identità infatti non chiude agli altri, ma al contrario spinge a ricercare, a scoprire ogni scampolo di verità esistente nell'altro, tanto più quanto più sostiene fatti ed esperienze. Ecco come vogliamo risolvere il problema di un Abbiategrasso che sta cambiando con una velocità frenetica, ma non può e non deve tralasciare l'esigenza di sostenere chi punta a costruire ma anche ad educare. In questi giorni si è accennato più volte al problema dell'educazione, che sta diventando centrale nella vita di ogni persona, gli Stati Generali serviranno anche a questo, come a ribadire e a confermare la volontà di Abbiategrasso di cogliere qualunque occasione di sviluppo, opportunità legata ai processi in atto, per questo abbiamo invitato esponenti delle istituzioni perché condividono con noi questo 6

percorso, perché con si mettono al fianco per costruire questa nuova Abbiategrasso. Quindi, vogliamo recuperare, vogliamo che Abbiategrasso recuperi una centralità territoriale che non può essere ostile ma che al contrario deve essere condivisa. I primi risultati sono già evidenti, come nel campo delle infrastrutture attorno al quale stiamo ricostruendo un consenso, così formuliamo pienamente l'aspirazione di chi intende agire localmente e pensare globalmente, il punto di partenza è stato sempre noi, la nostra città, il suo desiderio, il suo bisogno. Ma per soddisfare questo desiderio l Amministrazione è pronta a discutere su ogni tavolo e in qualsiasi ambito. Vorrei, alla fine di questo lavoro, che la nostra città assomigliasse sempre di più ad un popolo che si mette insieme, gente che si riconosca amica, ma un popolo può sorgere solo dalla gratuità e dalla positività, aiutare, sostenere, dare concretezza alla solidarietà e alla sussidiarietà che significa fiducia, responsabilità e libertà. La prospettiva di sussidiarietà è rivoluzionare rispetto alla tradizione dello svolgersi delle moderne filosofie. Lo Stato non può mortificare le libertà scelte dai suoi cittadini, ma se la sua azione pone al centro l'uomo nella sua totalità non potrà che affermare la sua globale libertà, quindi non vogliamo un Comune che concede ma un Comune che riconosce, che si ponga a servizio della creatività delle persone. Saremo all'altezza del compito che ci siamo assunti, cambiare Abbiategrasso, se daremo corso alle nostre aspirazioni. Tanto più alta è l'aspirazione, penso, e tanto più grande è il desiderio, tanto più grande sarà il risultato che attraverso questi Stati Generali potremo accogliere. Io vi ringrazio ancora e dico che queste parole che ho detto, per noi non sono parole ma è la concretezza di tutti i giorni. Grazie. MODERATORE (Fabrizio Provera) Grazie al Sindaco Roberto Albetti. Abbiamo così dato un quadro completo ed esaustivo di cosa significa per Abbiategrasso gli Stati Generali. Ora ci apriamo, come già detto al contributo degli altri, dei tanti personaggi autorevoli che sono con noi questa mattina. Cedo subito la parola, anche perché è venuto molto presto, puntuale per un politico è una virtù rara e preziosa, e che apprezziamo - al Vicepresidente del Parlamento Europeo, l'onorevole Mario Mauro. Grazie. 7

ONOREVOLE MARIO MAURO VICEPRESIDENTE PARLAMENTO EUROPEO Buongiorno a tutti. Mi scuso per il tono di voce cavernoso che è effetto di una influenza, spero passeggera. Ringrazio il Sindaco Albetti per l'impegno che sta approfondendo nella gestione innovativa di Abbiategrasso, limiterò il mio intervento, dopo l'importante relazione che lui ha fatto con dei passaggi realmente significativi, ad una considerazione di carattere invece semi serio, se me lo consentite, sul tema della sussidiarietà. Quello che voglio dire è che quando ci si misura con il tema della sussidiarietà e lo si fa da Amministrazione, cioè da organo di gestione territoriale di quelli che sono i bisogni, i desideri e le esperienze di aggregazione sociale e civile dei cittadini, troppo spesso non ci si rende conto che in qualche modo si mina il fondamento stesso del proprio potere. È ben vero, infatti, che la cultura politica della quale siamo intrisi, che è frutto di una concezione napoleonica dello Stato, è in qualche modo il riverbero di quella cultura politica che ha permesso la nascita delle grandi ideologie. Se facciamo attenzione a quello che è stato il percorso storico delle ideologie ci rendiamo conto che hanno in comune, pur avendo colori e opzioni diverse, una concezione del potere in cui il potere è tutto e l'uomo non è niente. Perché questo? Perché i luoghi cardine di quella che è l'esperienza della società sono stati visti nella modernità come i luoghi cardine per la rendita politica, per la rendita del potere. Si è capito cioè, da parte di chi esercitava il peso dell'istituzione, che controllando, ad esempio, la sanità, controllando l'assistenza, si controllava il presente, quindi il bisogno di una generazione. E si è capito che controllando ad esempio l'istruzione, controllando il tempo libero, la formazione professionale, il lavoro, si controllava, di quella generazione, il futuro. Non dobbiamo mai dimenticarlo perché nell'organizzazione dello Stato, nella modernità, sia nella versione del Nazionalismo Liberale, sia nella versione di Marxismi, Fascismi, Comunismi, Nazismi, questa esperienza della rendita politica è stata esperienza cardine per l'esperienza del potere, tanto è che non di rado, gli Stati stessi, nella versione nazionale di tipo ottocentesco, sono nati attraverso leggi di esproprio della società civile e di luoghi cardine della società civile come la Chiesa, di questi ambiti precipui. Nel nostro ordinamento, ad esempio, l'esperienza di riorganizzazione dei bisogni di servizi di pubblica utilità dalla persona nasce da due grandi leggi di esproprio, quella che ha espropriato la Chiesa cattolica della possibilità, attraverso la Legge Crispi di esercitare la propria presenza nel sociale e nel sanitario, e la Legge Casati 8

che ha associato in quella stessa circostanza la possibilità di essere presenti nel mondo dell'istruzione. Certo, altri tempi, tempi appunto in cui le Istituzioni e lo Stato secondo quella chiave: il potere è tutto e l'uomo non è nulla. Molti passi avanti sono stati fatti ma un livello di questa esperienza è rimasto specialmente nel nesso che vede il rapporto tra burocrazia e cittadino, continuamente piegare il cittadino ad una logica per cui passi attraverso di me per avere qualcosa che ti sembra essere concesso mentre altro non è che un tuo diritto. Perché questa logica sia vinta è evidente che le istituzioni si ritrovano intorno a quella posizione che è stata bene descritta dal suo intervento: riconoscono le istituzioni, non concedono, le istituzioni sono chiamate a riconoscere, a riconoscere ciò che nella società è frutto di un intento di speranza a ciò che nella società è frutto di una esperienza di positività. Perché le istituzioni siano questo, cioè perché le istituzioni siano realmente sussidiarie occorre che si concepiscano come garanti ai tentativi che i cittadini fanno per rispondere ai propri bisogni, garanti non padroni, perché sempre, quando le istituzioni da garanti si fanno padroni, cessa l'esperienza dei Governi e comincia quella dei regimi. Per questo noi insistiamo tanto sul tema della sussidiarietà ed è per questo non vogliamo che la sussidiarietà sia vista come una sorta di atto di resa di fronte alla crisi dello Stato, il momento, cioè, in cui si apre al privato perché il pubblico sembra non farcela, il momento in cui ci si rassegna al privato nel momento in cui le istituzioni pubbliche sembrano aver perso la propria forza e la propria capacità di pianificazione e organizzazione. Ben altra è la sussidiarietà, è voler dire, non solo più società meno Stato, ma capire che più società fa bene allo Stato e che in questo senso il rapporto tra istituzioni e cittadini deve essere vissuto e visto per quello che è, le istituzioni infatti, infatti, sono garanti perché nascono da un patto di libertà, sono frutto di un patto di libertà in cui i cittadini cedono quote della propria sovranità in cambio di garanzie e servizi. E in questa prospettiva il nostro problema non è avere uno Stato forte o uno Stato debole, un Comune forte o un Comune debole, ma avere uno Stato che sia se stesso, garante e non padrone, un Comune che sia se stesso, garante e non padrone. Quindi certo che vogliamo istituzioni forti, certo vogliamo che le istituzioni siano capaci di mettere tutto il peso che possono attuare sulla stessa mattonella, per affermare che cosa? Per affermare l'esigenza, il bisogno, il diritto dei cittadini, ma anche la capacità di quei cittadini di trovare risposta ai propri bisogni attraverso la messa in campo di progetti originali, di una tradizione di gratuità e di bellezza. 9

Allora, perché dico che tante volte la sussidiarietà viene invece vista come una sorta di via di uscita, di punta di fuga da quella che appare essere la crisi dello Stato, per farlo capire, concludo, mutuerò una analogia da una situazione molto curiosa in cui mi sono trovato in una delle tante missioni del Parlamento Europeo. Ero in Turkmenistan, che è un bellissimo Paese, un po' fuori mano, invitato per una serie di rapporti stabiliti con i rappresentanti locali ad una festa di matrimonio, una festa molto bella, ci sono tradizioni molto simpatiche. In quella tradizione si contrae il matrimonio e immediatamente dopo, nell'arco della festa che si stipula, si trova spazio per definire i termini del contratto matrimoniale, si incontrano per questo i capi famiglia e quindi le famiglie in qualche modo completano l'atto del matrimonio stipulando ciò che è valido. Immaginate il mio stupore quando a metà della festa si sentono urli, schiamazzi, seguiti poi da una feroce sparatoria, per fortuna conclusa senza vittime. Ho chiesto informazioni e dalla curiosa lingua del luogo mi è stato spiegato che alla domanda precisa del genitore dello sposo, il consuocero aveva risposto che non c'erano problemi per quanto riguardava le condizioni della sposa che lui stesso aveva definito moderatamente vergine. Perdonatemi, la sussidiarietà è una qualità di questo tipo, non può esistere moderatamente, o c'è o non c'è. La sussidiarietà non è un contributo che possiamo definire in ordine alla possibilità che sia di più se l'amministrazione ha un colore e di meno se ne ha un altro, la sussidiarietà o c'è o non c'è, perché è il riconoscimento di una esperienza che viene prima dell'esperienza dello Stato, che viene prima dell'esperienza delle istituzioni, e dell'esperienza del desiderio buono dell'uomo di costruirsi un buon progetto per il futuro. In questo senso, o le istituzioni sono chiamate a difenderla, o le istituzioni sono chiamate ad impossessarsene, e questa è la fine dell'esperienza alla democrazia. Grazie. MODERATORE (Fabrizio Provera) Ringraziamo ancora l'onorevole Mario Mauro, non abbiamo dubbi verso lo spessore del suo intervento, lo ringraziamo ancora. E dando corso a questo intervento parliamo di Abbiategrasso e delle sue diversi componenti, civili ma anche religiose, e a nome delle componenti religiose, delle realtà religiose di Abbiategrasso, queste sere abbiamo avuto le parrocchie, gli oratori, abbiamo ovviamente Monsignor Paolo Masperi che ci porta il suo saluto. Grazie Monsignore. 10

MONSIGNORE PAOLO MASPERI Rimando a lunedì sera la possibilità di dire un pensiero, una riflessione, su quello che vedo, penso e sento, in ordine a queste problematiche. Io oggi mi domando a quale titolo, io, Don Paolo, sono qui a parlare quest'oggi davanti a voi, non perché i preti non sanno stare zitti, ed è già una cosa abbastanza motivabile, ma per tre motivazioni: primo perché sono cittadino; secondo perché sono anche credente; terzo perché sono anche Pastore di questa città. Innanzi tutto sono cittadino di questa amata città dal 1999, da quando appunto il Vescovo mi ha mandato. Io voglio, anche grazie alle mie forze, alle mie disponibilità, concorrere alla elevazione di questa città, rendere bella la convivenza tra le persone che hanno diversa mentalità, diversa coltura, diversa storia, voglio rendere anche con la presenza matura una forma di democrazia, come questa sta rivelandosi, ma anche come cittadino voglio lavorare per rendere più incisiva la coesione dentro questa città. Secondo, sono anche credente, e ho quindi certamente una visione dei problemi da una certa angolatura, da un certo orizzonte e non riesco a sottrarmi, proprio perché è connaturale alla mia logica, ad una mia aspirazione evangelica e ad un serio discernimento davanti a tutte le problematiche concrete, immediate, che ci sono. Infine, sono Pastore di questa città, almeno di una parte, di una Parrocchia, e allora stando vicino alla gente riconosco i problemi. Pensate che in otto anni, visitando almeno mille famiglie ed essendo composta da circa cinquemila famiglie la mia comunità parrocchiale, posso realmente dire di aver girato tantissime famiglie e tantissime realtà come sono gli stabilimenti, le ditte, le fabbriche, ecc. Quindi, anche come Parroco, Pastore di questa città, cerco di ascoltare le situazioni, le trepidazioni che mi arrivano sempre. Come Pastore mi faccio eco della voce delle persone sane e delle persone ammalate, delle persone giovani e delle persone adulte, dei single come delle famiglie, che costituiscono il substrato cittadino di questa mia comunità. Allora iniziative come questa degli Stati Generali lasciano veramente bene sperare, se poi alla molteplicità dei discorsi dei discorsi che si prevedono ne seguirà una molteplicità di realizzazioni che io auguro davvero con cuore sincero e convinto. Grazie. MODERATORE (Fabrizio Provera) Grazie al Monsignore Masperi che al pulpito è abituato, infatti si è comportato con consumata abilità. Dialogo con gli Enti superiori dicevamo e un Ente che per 11

diversi motivi che voi immaginerete, assume per Abbiategrasso assume una nuova centralità è la Regione Lombardia, l'avremo nei prossimi giorni, l'avremo anche sabato prossimo con una sorpresa, lo abbiamo anche oggi con il Consigliere Regionale Sante Zuffada, espressione del territorio, sempre presente, e che ci porta oggi il suo contributo. Grazie Sante. SANTE ZUFFADA CONSIGLIERE REGIONE LOMBARDIA Grazie, buongiorno e un saluto particolare al Sindaco di Abbiategrasso, l'amico Roberto Albetti. Io credo che sia estremamente importante che in Sindaco di Abbiategrasso e tutta la sua Amministrazione abbiano ritenuto di fare questo tipo di ascolto dei bisogni, delle aspettative della città nelle sue varie sfaccettature, soprattutto dopo aver vinto le elezioni. Perché vedete, spesso e volentieri c'è la tendenza da parte degli Amministratori e dei politici di raccogliere il consenso, dopodiché, giustamente, anche alla base anche di un programma, dopo essersi sentiti legittimati, rinchiudersi in un palazzo più o meno di vetro e amministrare senza più ascoltare quali sono i bisogni, le aspettative, i desideri, le modificazioni che nel corso dell'amministrazione sono intervenute. L'aver fatto e istituito questi Stati Generali ha il significato, secondo me fondamentale, di fare in modo e di dare il messaggio chiaro che l'amministrazione, il Sindaco, e tutto quanto sta a lui intorno, hanno davvero la necessità di mantenere davvero un rapporto costante con la propria città per fare in modo di condividere con i propri cittadini le scelte che sono state già individuate precedentemente ma che hanno la necessità, con le modifiche repentine e continue da parte delle realtà sociali, di venire incontro alle loro aspettative e specialmente ai loro suggerimenti. È poi oltremodo importante fare questo tipo di ascolto in una realtà, com'è la realtà del Magentino, dell'abbiatense, del Legnanese, che hanno opinioni ma specialmente problemi comuni e quindi la creazione di una rete di carattere politico, istituzionale e sociale è oltremodo importante. Monsignor Masperi ha ricordato prima, nel termine del suo intervento che condivido pienamente, l'obbligo della responsabilità della decisione. Amministrare, far politica, vuol dire anche assumersi le responsabilità delle decisioni. Ci sono due modi per decidere. Un modo, avendo il mandato, decidere come meglio si crede, rimandando la verifica, perché la politica ha anche questo grosso vantaggio rispetto ad altri, che prima o poi fa la verifica elettorale dei propri cittadini, ma il non scegliere questa linea di confronto è estremamente positivo, prima si ascolta 12

la realtà sociale su degli argomenti importanti e poi si decide a ragion veduta, riservandosi naturalmente la responsabilità della decisione, ma dopo aver ascoltato le posizioni e le proposte che vengono avanti. Quando sento parlare di sviluppo ecosostenibile, mi chiedo realmente cosa significa lo sviluppo ecosostenibile in alcune realtà come le nostre che attraversano un momento di grave difficoltà specialmente in materia occupazionale. Vuol dire che la politica e gli amministratori devono assumere delle decisioni che servono per favorire lo sviluppo, non trincerarsi dietro pregiudizi e posizioni di non discussione, di non decisione, cercando di lasciare tutto così com'è, quando sappiamo che tutto così com'è non porta a sviluppo. Il problema delle infrastrutture, che molto opportunamente è stato ricordato dal Sindaco anche in un precedente convegno che riguardava la Malpensa, vuol dire che bisogna assumersi la decisione e la responsabilità della decisione per cercare di migliorare la vita dei nostri cittadini e soprattutto di migliorare lo sviluppo della nostra cittadinanza, salvaguardando alcuni aspetti particolari, che qui peraltro sono molto ben degnamente rappresentati dal Presidente del Parco del Ticino. Ma bisogna coniugare le due cose, non stabilire che la nostra deve essere una riserva indiana, perché le riserve indiane hanno determinato che davvero gli indiani vivevano dell'assistenza che veniva loro distribuita dal livello centrale, noi vogliamo essere protagonisti dello sviluppo e quindi noi dobbiamo assumerci determinate responsabilità, e mi fa oltremodo piacere che qui siano presenti anche altri Sindaci, il Sindaco di Vermezzo, il Sindaco di., e soprattutto il Sindaco di Magenta, che insieme a tutte le altre Amministrazioni hanno questo compito. Questa è una opportunità unica e irripetibile, o si riesce, secondo il principio di sussidiarietà, tenendo conto delle varie realtà di carattere sociale, locale, imprenditoriale, istituzionale, quindi i rapporti cordiali con tutti i livelli istituzionali, compresi quindi i Comuni, la Provincia e la Regione, perché mi piace qui ricordare quale viene chiamato il famoso modello lombardo, ben incarnato dal Presidente Onorevole Roberto Formigoni che mi ha, peraltro, pregato di portare il suo saluto, è quello della politica dell'ascolto, della condivisione, ma soprattutto la politica della decisione. Senza decisioni non si va da nessuna parte, quindi ritengo, a titolo personale e a titolo istituzionale, davvero, mi compiaccio con chi ha organizzato questi Stati Generali perché davvero vuol dire un nuovo modo di far politica, di rilancio dell'attività politica e istituzionale per fare sempre di più l Ovest Milanese protagonista del proprio sviluppo. Grazie e buon lavoro. 13

MODERATORE (Fabrizio Provera) Grazie a Sante Zuffada, sempre puntuale e ha centrato, direi, qual è l'obiettivo di condivisione tra Regione Lombardia e Comune di Abbiategrasso. Ne ha parlato anche prima il Consigliere, un ruolo determinante è quello del Parco del Ticino, all'atto della sua rielezione Milena Bertani è stata salutata da Roberto Albetti, con favore, auspicando una nuova stagione di forte sinergia, anche perché Roberto Albetti ha una storia di presenza anche all'interno del Parco del Ticino. Vorrei ricordare, che oggi con noi, è presente anche il Senatore Ambrogio Colombo, che nel Parco del Ticino ha e ha avuto una storia importante, per cui do la parola al neo rieletto Presidente del Parco del Ticino, Milena Bertani. MILENA BERTANI - PRESIDENTE PARCO DEL TICINO Ringrazio il Sindaco Albetti per avermi invitato a questo importante momento di confronto con la città di Abbiategrasso e vorrei chiedervi scusa se, rispetto alla mia abituale propensione ad essere molto breve e molto sintetica nei miei interventi, questa mattina vi ruberò qualche istante di più, perché credo sia molto importante il contributo che il Parco può dare a questa discussione. Intanto parto da una frase che il Sindaco Albetti ha detto nel suo discorso: l obiettivo di questi Stati Generali è quello di fare in modo che Abbiategrasso possa rilanciarsi e ritrovare la sua centralità nel territorio. Proprio da questo argomento io voglio dare qualche spunto di riflessione, alla fine anche suggerire un percorso di condivisione rispetto a questo argomento con il Parco del Ticino e vorrei anche, nel fare questo, rispondere ad una domanda che si poneva poco fa il Consigliere Regionale Sante Zuffada. Come possiamo fare uno sviluppo ecosostenibile in un momento di grande difficoltà? Il Parco ci ha pensato negli anni scorsi ed è arrivato a fare uno studio molto articolato sulle potenzialità del suo territorio, che questa mattina vi voglio presentare in anteprima. Sono dati che riguardano l'intero territorio del Parco del Ticino, ma io ho estrapolato da questa ricerca condotta dal Turing Club Italiano, e tra l altro interamente finanziata da Regione Lombardia nell'ambito delle attività che riguardano Malpensa, i dati che interessano il territorio della Provincia di Milano, è vero che è la fotografia dell'intero territorio della Provincia di Milano, ma per me che conosco il territorio della Provincia di Milano, devo dire che questa è la fotografia del territorio Magentino-Abbiatense. Noi crediamo che nel Parco del Ticino si possa sviluppare turismo, ne siamo davvero convinti e per fare questo abbiamo detto al Turing Club di fare qualsiasi analisi che potesse confortarci rispetto a questa convinzione. 14

Turing Club ha fatto di più, non si è limitata ad utilizzare dei dati statistici per confermare questa nostra convinzione ma ha utilizzato anche due indagini specifiche che sono state realizzate all'interno del Parco e che riguardavano gli operatori del ricettivo visitatori dell'area protetta. Queste indagini di carattere qualitativo sono molto utili perché dimostrano la volontà di andare oltre al dato statistico. Da queste ricerche emerge che il territorio del Parco del Ticino, nonostante abbia diversi punti di debolezza, presenta una buona vitalità turistica motivata, non tanto dalla presenza del Parco, e questo è veramente l'elemento che ci deve far riflettere, che gli operatori del territorio considerano una risorsa, quanto dall'esistenza di un tessuto imprenditoriale ben sviluppato, dalla vicinanza a grossi centri abitati e dalla presenza dell Aeroporto Internazionale di Malpensa, che sono tutti fattori che generano flussi di business o di persone in transito. Vi sembrerà strano che, in qualche modo, il Parco metta in evidenza la positività dell'aeroporto di Malpensa, ma in realtà è così e noi dobbiamo tenerne conto. Nei Comuni del Parco, però, non possiamo parlare ancora di turismo di piacere, ma sono giorni ancora legati a ragioni di lavoro di transito, questo però non è per noi un limite per lo sviluppo di nuove motivazioni di vacanza, ma un importante vantaggio, perché possiamo sfruttare la possibilità di un consistente numero di ospiti che se soddisfatti dell'offerta, e se sono adeguatamente informati sulle potenzialità del territorio, possono essere incentivati a programmare un successivo soggiorno o a dar vita ad una forma di passaparola ad amici e conoscenti. Quindi dobbiamo sfruttare queste motivazioni di soggiorno abituandoci a considerarle non come un problema, ma come una opportunità concreta per farci conoscere e crescere. In questa ottica è importante una collaborazione con gli operatori locali, in primo luogo del ricettivo, che devono diventare promotori del Parco e delle sue risorse nei confronti dei clienti. Un altro punto di forza del Parco del Ticino consiste nella elevata quota di turisti stranieri che solitamente sono più sensibili e attenti alle proposte di vacanzenatura. Vi do alcuni dati molto veloci. Il Parco, secondo i dati forniti dall'istat, dalla struttura statistica e dall'osservatorio della Regione Lombardia rappresenta una quota del potenziale ricettivo regionale di poco inferiore al 2% sia delle strutture che dei posti letto. Dal 1998 al 2005 noi abbiamo registrato il 50,8% di crescita delle strutture e poco meno dei posti letto, ma è l'area milanese che ha registrato, nello stesso periodo, la maggior crescita della capacità ricettiva, i posti letto sono stati aumentati del 70% e le strutture attive di oltre il 70%, una parte nel settore 15

alberghiero, 28%, mentre invece è importante quella che riguarda il settore complementare perché nel 1998 non esisteva assolutamente. Purtroppo, però, diciotto Comuni su quarantasette che ricadono nel Parco non dispongono di posti letto per i turisti e questo si registra moltissimo nella provincia di Milano ed è questa mancanza di offerta ricettiva capillarmente diffusa che testimonia indirettamente come il territorio ha seguito e stia in parte seguendo direttrici di sviluppo non turistico. L'area del Parco comunque rappresenta una realtà non trascurabile nel panorama turistico del Lombardo perché è capace di coprire sul totale regionale il 3% degli arrivi e il 2,1% delle presenze. Sempre nel periodo 1998-2005 gli arrivi sono stati pare al 53,2% e la componente straniera ha avuto un incremento del 123,4%, gli italiani che hanno soggiornato nel Parco sono aumentati del 24%. Se pensate, rispetto a questi dati, l'area milanese ha registrato una crescita pari a 11,7% con un aumento pari a 9,4 e una crescita della componente italiana pari al 13,2%. Anche le presenze hanno avuto un aumento notevole, c'è stata una crescita del 41,8%, ma l'area milanese di questo 41,8% rappresenta il 81,4%, e anche qui c'è una novità rispetto al dato del Parco, mentre nei Comuni del Parco la permanenza media dei turisti è di due giorni e mezzo, nell'area milanese si attesta a quattro giorni. Noi a questi dati dobbiamo guardare con grande interesse, perché è su questi dati che noi possiamo lavorare insieme per fondare insieme quello sviluppo ecosostenibile. Il Parco è una risorsa? Questa è la domanda che abbiamo fatto ai nostri gestori sul territorio e la maggior parte degli operatori lo considera molto importante per lo sviluppo dal punto di vista turistico perché rappresenta un elemento di novità che altri non possono assolutamente vantare. A questo punto però si rende indispensabile definire una strategia di sviluppo del Parco, perché dobbiamo dare una visione ben chiara e precisa tra tanti futuri possibili che possono essere quelli dello sviluppo turistico. La nostra visione è: il Parco Lombardo Valle del Ticino anche come destinazione turistica di qualità come sintesi di tre aspetti caratterizzanti, crescita turistica compatibile, sistema di offerta, ruolo del consorzio nel sistema pubblico privato. È importante entrare nel merito di queste questioni perché se noi non riusciamo ad avere una coerenza con le finalità di tutte le conservazioni proprie della nostra area protetta è evidente che il sistema turistico non può avere futuro e diventa importante discutere di questo argomento perché è qui che ci scontriamo con le comunità locali. 16

Il Parco non vuole più vivere una stagione di vincoli come è stata percepita nell'immaginario collettivo del passato, lo sviluppo turistico può avere futuro solo se si decide di innescare un processo di crescita che, definiti a monte priorità e vincoli, a questo punto tutti sono d'accordo, si parte insieme e su quella strada si arriva a una fine, ecco quindi cambiare la stagione dei vincoli in stagione di opportunità. Il Parco, inoltre, è capace di proporre un sistema di offerta turistica che ha una destinazione unitaria e riconoscibile collocabile sul mercato che è caratterizzata da un sistema di offerta integrato e da una rete diffusa di prodotti e servizi turistici di qualità radicati nei fattori di eccellenza del territorio. Faccio riferimento al turismo naturalistico, al turismo sportivo, agli itinerari storico-artistici, agli itinerari di riscoperta e valorizzazione del patrimonio diffuso dalla civiltà contadina lombarda e dalla e la coltura legata all'utilizzo dell'acqua al turismo enogastronomico. Su questo permettetemi di darvi due dati importanti dal punto di vista economico, il Parco possiede, lo sapete tutti, un marchio che viene dato alle culture di carattere biologico integrato. Sono pochissime le aziende che hanno aderito a questa nostra iniziativa, rispetto al panorama delle aziende presenti del Parco, sono 25, più un'azienda di trasformazione, eppure vi devo dire che i valori dei prodotti a marchio, ottenuti nell'annata agraria 2005-2006, rappresentano come valore un milione e cento Euro, il valore di trasformazione di questi prodotti va oltre i tre milioni e mezzo di Euro. Quindi, capite anche voi, che per le poche aziende che abbiamo è una potenzialità notevole. Oltretutto una ricerca condotta dal'irer, l'istituto Regionale di Ricerca, sui prodotti a marchio esistenti in Regione Lombardia, ci ha fatto sapere che il marchio del Parco è secondo in Regione come livello di notorietà, cioè 44% di persone lo conoscono e il primo è il marchio Valtellina che rappresenta il 64%. Quindi considerato quanto è importante il valore del nostro marchio, oltretutto di questo 44% il 12% è pronto a gustare i nostri prodotti. Voglio darvi questi dati qui, ad Abbiategrasso perché considero questa città fortemente rappresentativa di queste notizie che vi sto trasferendo, perché qui è il cuore di tutte queste attività. Potrei andare avanti raccontando molto, ma voglio chiudere l'intervento dicendo questo, noi abbiamo aderito con il Comune di Abbiategrasso al sistema turistico Abbiatense-Magentino, qui c'è un sistema agricolo tra i più sviluppati all'interno del Parco, parte da qui e conduce poi nel territorio di Pavia. Il Parco del Ticino intende elaborare un Piano di settore di sviluppo di turismo nel proprio territorio, perché quello deve diventare lo strumento delle opportunità dei 17

vincoli, partire per arrivare a fare un Piano di settore su tutto il territorio del Parco diventa molto laborioso e il compimento diventa difficile. Il messaggio che io voglio trasferire al Sindaco Albetti e alla sua Giunta è quello di lavorare insieme ad un piccolo Piano di settore turistico che vede il sistema turistico Abbiatense- Magentino come primo punto di partenza per sviluppare il turismo nel territorio del Parco del Ticino e rendere molto evidente il nostro concetto di sviluppo ecosostenibile. Grazie. MODERATORE (Fabrizio Provera) Grazie a Milena Bertani, anche per gli interessanti dati di carattere economico che ci ha dato, veramente interessanti. Cercheremo di rincorrere i valtellinesi che hanno più storia di noi, ma ce la faremo. Parlavamo anche dei rapporti coi Comuni limitrofi e vicini, il Sindaco Albetti si esprime ormai molte volte ripetendo che Abbiategrasso è centrale, ma deve essere centrale anche l'abbiatense-magentino, e non è un caso che il Sindaco di Magenta Luca Del Gobbo abbia celebrato anche lui, all'indomani della sua vittoria elettorale del 2002 gli Stati Generali e la sua riconferma pone anche un buon auspicio. Senza tante parole, perché già sappiamo qual è l'obbiettivo di questa collaborazione, è una sinergia forte su infrastrutture, turismo e non solo, do la parola a Luca Del Gobbo, Sindaco di Magenta. LUCA DEL GOBBO - SINDACO DI MAGENTA Buongiorno a tutti, io porto i saluti della città di Magenta al Sindaco Albetti, alla sua Giunta e a tutti gli abbiatensi che in questi giorno stanno lavorando a questa prima edizione degli Stati Generali. Sono saluti sinceri, non certo di circostanza perchè, come dirò tra poco, davvero tra la nostra città e la città di Abbiategrasso è iniziata una forte collaborazione. Storicamente tutti sappiamo che Magenta e Abbiategrasso hanno avuto anche nella storia della propria città momenti di competizione, Abbiatense aveva certamente come punto di riferimento certamente Abbiategrasso, Magenta cercava di essere il punto di riferimento di un territorio vicino e quindi, forse, negli anni passati non c'è mai stata una grandissima collaborazione istituzionale, oggi invece credo siano maturi i tempi per cui tra la nostra città, il territorio di Abbiategrasso e il territorio dell'abbiatense davvero si inizi a concretizzare, attraverso una collaborazione istituzionale, anche progetti politici e amministrativi, che possono concorrere davvero a sviluppare meglio il nostro territorio. 18

Lo ricordava, prima, anche, nella relazione il Consigliere Regionale Sante Zuffada, oggi i problemi, le esigenze, ma anche le soluzioni, non sono legate solo ad una città ma ad un territorio, sono richieste sinergie, credo però che tra Magenta e Abbiategrasso non ci sia solo l'esigenza di sinergie, ma qualcosa di più profondo che poi vedremo. Io credo, come dicevo prima, che vi siano oggi, sul campo, delle sfide importanti. La prima è quella relativa alle infrastrutture: il collegamento con Malpensa, il collegamento con il polo fieristico di Rho- Pero. Davvero fanno si che questo territorio cambi connotazione. Siamo tutti ottimisti, ci auguriamo che nel 2015 arriverà a Milano l'expo e questo significa valorizzare davvero il territorio ad ovest di Milano e quindi vedrà, sicuramente, la nostra zona confrontarsi anche con questa sfida. Ma, io dicevo, rimaniamo semplicemente per un attimo a ragionare su quello che vuol dire per il nostro territorio il collegamento con Malpensa. Noi di Magenta abbiamo ormai il collegamento alle porte, nei giorni scorsi, insieme al Sindaco Albetti, siamo stati ad una importante riunione in Regione e a brevissimo partirà anche il collegamento Magenta, Robecco, Abbiategrasso, Albairate e poi la Tangenziale Ovest. Questo chiaramente ci pone nella situazione di ripensare allo sviluppo del nostro territorio, ecco perché allora dico che queste infrastrutture sono importanti, queste infrastrutture cambieranno il territorio, compito delle Amministrazioni sarà quello di non subire questo cambiamento ma avere dei progetti, delle proposte per guidare il cambiamento che potrà essere anche un cambiamento positivo. Per questo noi con l'abbiatense vorremmo lavorare in stretto contatto anche nell'ambito di un progetto importante a cui stiamo lavorando, che è il nuovo Piano di Governo del Territorio, in sintesi il nuovo Piano Regolatore. Per tantissimi servizi, per la risoluzione di moltissimi problemi non si potrà solo pensare a pianificare e organizzare l'assetto del tuo territorio, dovrai necessariamente confrontarti con chi è vicino e proprio sabato 8 marzo, avremo anche noi una sessione di Stati Generali che sarà però dedicata all'urbanistica, alla programmazione del territorio, dove questi temi, appunto, come la vicinanza con altre città come Abbiategrasso, la possibilità di pensare a nuove infrastrutture, a nuovi servizi, saranno sicuramente messi all'ordine del Giorno. Dicevamo prima di servizi importanti, io penso per esempio ai Servizi Sociali. Potremmo trovare forme di sinergia, la Regione Lombardia ha, con i nuovi Piani di Zona, stabilito nuove forme di risposta al cittadino che vedono davvero al centro la persona e la libertà di scelta per la persona, ma questo non impedisce 19

anche nuove forme di collaborazione tra le nostre città. Penso per esempio alla riforma sanitaria, noi abbiamo degli importanti ospedali, sia a Magenta che ad Abbiategrasso, la riforma regionale che impone una razionalizzazione della spesa sanitaria e una maggiore efficienza ci porta a pensare agli ospedali che sono nel nostro territorio che non possono magari dare tutti gli stessi servizi a tutti i cittadini, ma dovranno avere delle particolari eccellenze ed essere, come dire, in rete e questo porta le nostre città a confrontarci anche su i servizi. Credo che oggi, per esempio, sia molto difficile per un cittadino di Magenta o Abbiategrasso recarsi a Legnano con dei mezzi pubblici, questo, per esempio, ci porterà, insieme al Sindaco Albetti, alla Provincia e alla Regione a ragionare su quali potranno essere le riforme di collegamento tra il nostro territorio. La Presidente Bertani parlava prima di una vocazione assolutamente nuova e una sfida importante che è quella del settore turistico, in questo territorio abbiamo il Parco del Ticino, il Naviglio Grande, ci sono delle bellezze storiche e architettoniche ad Abbiategrasso, nell abbiatense, a Morimondo, a Magenta abbiamo anche noi dei pezzi importanti di storia, basta ricordare la battaglia del 4 giugno e quindi l'unità d'italia che è partita lì, insomma abbiamo come territorio dell'ovest Magentino davvero tantissime proposte da fare. Magenta è stata in questi giorni, con un proprio stand, alla BIT, siamo ancora alla BIT. Ma per dire che non è possibile sviluppare, in prospettiva futura, dei progetti singoli, dobbiamo collaborare con il Parco, con la Navigli, con la Regione e la Provincia di Milano. Mi permetto di fare una piccola battuta, ma non vuole essere polemica, ma mi auguro che anche la Provincia di Milano si accorga che una volta istituito il sistema turistico Magentino-Abbiatense se ogni tanto coinvolgono anche i Sindaci di Magenta e Abbiategrasso non è male, anche perché vedo che tutto è partito, tutti sono coinvolti meno le due città di Magenta e Abbiategrasso, insomma spero che la Provincia si ricordi anche di questo. Vi dicevo, per passare poi alla conclusione del mio intervento, a ricordare i servizi di pubblica utilità, abbiamo già avviato con AMAGA insieme a ASM ma anche con Legnano, una strategia che possa portare ad offrire dei servizi di qualità ai cittadini della nostra zona cercando anche di limitare i costi in una situazione così difficile come quella italiana. Qui c'è tutta la partita, in prospettiva futura, per esempio dei rifiuti, della raccolta differenziata, abbiamo visto quello visto quello che è accaduto in questi giorni a Napoli, la situazione da noi è certamente migliore ma non ci può sottrarre da un confronto sulle prospettive future e sulle strategie future. 20