Pubblicazione Periodica del Centro Servizi Volontariato Toscana



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Pubblicazione Periodica del Centro Servizi Volontariato Toscana Atti a cura di Conferenza regionale su Volontariato e beni culturali organizzata dalla Regione Toscana Dipartimento delle Politiche Formative e dei beni culturali Servizio Biblioteche, musei e attività culturali In collaborazione con Centro Servizi Volontariato Toscana e l Amministrazione provinciale di Lucca Responsabile Editoriale Cesvot Cristiana Guccinelli

Volontariato e Beni Culturali Atti Conferenza Regionale Lucca Palazzo Ducale 10 Febbraio 2001

Si Ringraziano Banca Monte dei Paschi di Siena Spa Banca Nazionale del Lavoro Spa Banca Toscana Spa Cassa di Risparmio di Firenze Spa Cassa di Risparmio di Lucca Spa Cassa di Risparmio di Pisa Spa Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia Spa Cassa di Risparmio di San Miniato Spa

INTRODUZIONE Un elevato numero di associazioni di volontariato prestano la loro opera per la salvaguardia e la promozione del patrimonio storico e artistico di cui è ricca la Toscana. Con la Conferenza regionale Volontariato e beni culturali, tenutasi a Lucca lo scorso 10 febbraio presso il Palazzo Ducale - sede dell Amministrazione Provinciale - si è voluto conoscere e far conos c e re queste esperienze che investono molteplici settori, dai musei alle biblioteche e agli archivi, dai parchi archeologici ai beni culturali diffusi su tutto il territorio ed evidenziare le relazioni e le collaborazioni in atto con il Ministero per i beni e le attività culturali, con la Regione, le Province e i Comuni. La composizione di questo quadro di re c i p roca conoscenza ci ha consentito di perseguire l obiettivo di formulare precise proposte non solo per un costante scambio di informazioni fra le associazioni e le istituzioni, riconoscendo pienamente il ruolo del volontariato, ma soprattutto per indicare un terreno d intesa, regole condivise ed un percorso di comune lavoro. Le Nazioni Unite hanno voluto che il 2001 fosse l anno internazionale del volontariato e le iniziative si sono succedute dal 5 dicembre 2000 a testimoniare il ruolo crescente nella nostra società del volontariato e del cosiddetto terzo settore nella evoluzione di quel concetto di cittadinanza solidale che per darsi una dimensione sociale compiuta necessita di una comunità nella quale il volontariato partecipi come soggetto attivo e qualificato. La Regione Toscana non è solo la terza regione in Italia per numero di associazioni di volontariato (praticamente un associazione ogni 10 abitanti), ma è una regione nella quale la solidarietà sociale vanta origini antiche, laiche e religiose. Siamo quindi in un territorio in cui il volontariato ha radici diffuse e solide e, dunque, l avvio della nuova p rogrammazione regionale non poteva pre s c i n d e re da un momento di incontro e di confronto che ci mettesse in grado di valutare insieme politiche e prospettive. Negli interventi della giornata riportati in questo volume si possono leggere le attività svolte e quelle in corso, sono delineate proposte e problemi da affrontare nonché gli strumenti a disposizione. Un lavoro complesso, ricco di speranze e promesse, che si basa su sapienza ed esperienza di vita e di lavoro. Un lavoro che mettiamo a disposizione di quanti interessati a queste problematiche vogliono confrontarsi e discutere con noi. Mariella Zoppi 7

Introduzioni alla conferenza

Angelo Passaleva Vicepresidente Regione Toscana 11 Porto i saluti della Giunta regionale della Toscana, in particolare del presidente Claudio Martini. Confesso di essere veramente lieto di essere con voi: quando si parla di volontariato, infatti, si è portati a pensare al solo settore socio-sanitario, dove i volontari si dedicano alle persone più bisognose d aiuto fisico. In realtà il volontariato è questo, ma non è solo questo. C è anche il volontariato culturale, così come esiste il volontariato che si occupa di difendere la natura, il suolo, l ambiente. Tutti questi aspetti, queste diverse forme di impegno volontario meritano particolare attenzione. Restando nell ambito che qui oggi più ci interessa, va detto che l approccio ai beni culturali si scontra, nel nostro Paese, con non poche care n- ze: limitatezza di risorse e carenza di mezzi. E dunque importante ricord a re quanto spesso, anche in questo settore, il volontariato riesce a svolgere un ruolo di supporto fondamentale, un ruolo attivo nel re c u p e ro e nella valorizzazione dei beni artistici. Questi sono un patrimonio incre d i b i l m e n t e ampio nella nostra regione e nell intero paese. Il volontariato svolge anche un ruolo determinante nel combattere le cosiddette povertà culturali. Ritengo che la presenza toscana dei volontari in questo settore sia comunque significativa nonostante che, a livello nazionale e locale, più o meno l 85% delle associazioni di volontariato si rivolgono al settore socio- sanitario. O c c o r re tenere presente che in Toscana su 1815

12 associazioni di volontariato regolarmente iscritte all Albo il 4,5% del totale (vale a dire 83 associazioni) operano nel settore dei Beni Culturali: questo è segnale di vitalità, dimostra una crescita che si registra principalmente nelle città di m a g g i o re interesse artistico (in particolare Firenze, Lucca, Siena). Va inoltre ricordato (e questo credo che riguardi particolarmente il volontariato culturale) che un n u m e ro piuttosto rilevante d associazioni non sono iscritte né al Registro del volontariato, né a quello dell associazionismo: si calcola che siano iscritte regolarmente circa la metà delle associazioni di volontariato operanti nel nostro territorio (ultima rilevazione fatta dal Centro Nazionale del Volontariato, con sede a Lucca). In Italia sono impegnati nel volontariato per i Beni Culturali circa 23000 volontari, cifra sicuramente non trascurabile. Ufficialmente, però, gli iscritti sono soltanto 5000. Un altro aspetto su cui vorrei soffermarmi è il titolo di studio dei volontari che operano in questo specifico settore. Moltissimi sono i laureati e molti diplomati. Vorrei anche rilevare che l età media non è alta: ciò contrasta con una diffusa opinione secondo cui il volontariato ai Beni Culturali sarebbe rapp resentato prevalentemente da pensionati. Non è cosi, com è facile notare anche oggi in questa sala: siete tutti/e giovani o giovanissimi/e. Sappiamo poi che i settori più rappre s e n t a t i v i sono quelli che si occupano di archeologia, di musei e quelli che operano nel sostegno scolastico e nelle biblioteche. Non dobbiamo inoltre dimenticare tutti i gruppi che operano anche nella musica, nel teatro,nel folclore e quelli che fanno promozione culturale: tutti ambiti di grande rilievo per la crescita culturale dei cittadini anche in un contesto nel quale è inevitabile fare i conti con le diversità fra

i popoli e con le dinamiche multiculturali. Questo particolare aspetto determina, anche in Toscana, un forte dibattito. Ma il numero sempre crescente di extracomunitari che riversano sul nostro territorio la loro cultura, le loro tradizioni e che chiedono - in modo esplicito o implicito - di introdursi nel nostro contesto culturale è un fattore di cui è indispensabile prendere coscienza con intelligenza e che lascia spazio anche al volontariato di tipo culturale. Come assessore delegato ai problemi del volontariato in generale, tengo a pre c i s a re che il Volontariato nella cultura è di pertinenza dell Assessorato ai Beni Culturali nella persona della prof.ssa Mariella Zoppi. Desidero ringraziarla, in questa sede, per le iniziative che prende in favore di un settore così importante per l intera comunità. Attraverso la valorizzazione dei beni culturali, il volontariato svolge anche una concreta attività di solidarietà verso i soggetti svantaggiati: questo è un aspetto importante, un valore davvero aggiunto svolto solo dal volontariato e non da altri soggeti pubblici; e questo richiede una metodologia capace di aderire ai bisogni degli utenti. Con questo mio breve contributo non ho certo avuto l ambizione di entrare nel merito di tutte le problematiche di un ambito così vasto: non ne avrei né la competenza né la capacità. Voglio soltanto ricordare che nella nostra Toscana il volontariato è sempre stato una grande ricchezza, una grande risorsa, capace di svolgere funzioni vicarianti rispetto alle istituzioni, ma capace anche di rappre s e n t a re un modo di vivere davvero civile dando voce alla volontà di donare una parte del proprio tempo e delle proprie risorse - intellettuali ma spesso anche economiche per il bene della collettività. 13

14 Questa è la civiltà del dono: una civiltà che non chiede nulla in cambio, ma che trova in se stessa la spinta per stare al servizio degli altri. Personalmente sono convinto che la povertà non è solo quella materiale: c è anche una povertà morale od intellettuale, talvolta ancora più pesante della prima. O p e r a re in un settore che può contribuire a far crescere il livello di cultura nel nostro Paese, così ricco di tradizioni, è davvero un fiore all occhiello perché aiuta il tessuto più vivace ed impegnato della nostra comunità. Per quanto ci riguarda, come governo regionale, intendiamo fare la nostra parte ed essere vicini a questo mondo. N e l l a u g u r a re buon lavoro, vorrei davvero ring r a z i a re ciascuno di voi per il tempo dedicato alla comunità.

Andrea Tagliasacchi Presidente della Provincia di Lucca. 15 Buongiorno. Vorrei solo fare qualche breve riflessione perché questo non sia un saluto solo formale in un iniziativa così importante. Ringrazio la Regione Toscana per aver organizzato la Confere n z a Regionale qui, a Lucca, poiché volontariato e beni culturali sono sicuramente un grande tema per la città; inoltre è un importante riconoscimento per una provincia che in questi anni ha sviluppato una straordinaria iniziativa sul terreno della valorizzazione ed anche del re c u p e ro dei beni stessi con merito non soltanto delle istituzioni, ma anche di quelle associazioni così vivaci che hanno anche stimolato fortemente le istituzioni in questa direzione. La prima riflessione la vorrei fare proprio su questo: in genere, quando siamo abituati a pens a re a questi temi, ne discutiamo in termini di grandi città della Toscana che sono tradizionalmente un riferimento culturale. Penso a Firenze, a Siena. In questi anni la scelta che la Regione ha fatto in sede di convegno, a mio avviso, dimostra un vero e proprio riconoscimento. Se vi guardate intorno questa stanza è stata restaurata e valorizzata centimetro dopo centimetro in questi ultimi anni; il restauro di quest ala del palazzo è frutto di un progetto finanziato tramite i fondi del Giubileo: oltre nove miliardi, più un investimento dell amministrazione che produce in tutto quattordici miliardi di investimento. Complessivamente un scelta importante, coraggiosa che denota che questi sono temi sempre di più al centro dell iniziativa istituzionale. Se si scende dalle sale di Palazzo Ducale e si esce nei due cortili, si vede qual è il risultato del lavoro che è stato fatto. Quando si entra in Piazza

16 Napoleone si può cogliere fino in fondo la s t r a o rdinarietà di un re c u p e ro di questa parte della città, che ha scelto di non aver più parcheggio in quella piazza meravigliosa e ha avviato comunque un percorso di valorizzazione straordinario. Si potrebbe anche pensare all altra parte di finanziamenti che riguardano Palazzo Guinigi, ottenuti grazie al lavoro di concertazione fra Comune Capoluogo, Provincia, Regione, Governo, fondi che erano in parte del lotto, in parte del Giubileo. Penso ancora al Museo d Arte Sacra, all ex Real Collegio: anche questi investimenti straordinari hanno fatto di Lucca la terza città dopo Firenze e Siena, per importanza d investimenti, qualcosa che va oltre i tre n t a miliardi. Se allarghiamo lo sguardo all orizzonte e spaziamo sulla Provincia, incontriamo iniziative straordinarie grandi e piccole. Faccio solo un riferimento: la Fortezza delle Ve r rucole di S. Romano, l avvio del progetto, sempre da parte della Provincia, della Fortezza di Monte Alfonso, recupero e sfida affascinante. Ho davanti a me la signora Ciabatti del F.AI. e mi viene in mente il piccolo Teatrino di Vetriano, un gioiello straordinario. Noi abbiamo tantissimi piccoli teatri sul nostro territorio, ma penso all acquisto che stiamo concludendo a Villa Argentina (Viareggio); penso al re s t a u ro di Villa Borbone, a tutti gli interventi fatti di valorizzazione di importanti monumenti nell Alta Versilia, come il Duomo di Pietrasanta. Attesto tutto ciò perché questo Convegno sta d e n t ro un percorso preciso: non è un appuntamento rituale, lo vivo come una scelta importante della Regione Toscana che sicuramente coglie, nel rapporto tra interventi, restauri, valorizzazione dei beni culturali e il rapporto con l associazionismo, un percorso che non è soltanto di valorizzazione dei nostri beni, ma anche una g rossa opportunità di sviluppo, di creazione di

nuovi posti di lavoro. Nei nuovi termini la sperimentazione che abbiamo fatto sui restauri ci ha avvicinati al mondo dell Università, a quello delle Associazioni, ai giovani e alle loro nuove professionalità. Questo è l altro grande tema che ci ha avvicinato al mondo del Volontariato, ma soprattutto ci ha posto nelle condizioni di grande sfida rispetto all investimento che facciamo sul patrimonio Come si avvia una grande fase? Come si consolida una fase di organizzazione e di gestione di valorizzazione che chiama in causa alcuni aspetti fondamentali - che stanno al centro anche del Convegno di oggi - sulle novità legislative nazionali e regionali? Risponderanno oggi, meglio di me, i funzionari della Regione e gli Assessori. Vo r rei soprattutto sottolineare due punti: non è assolutamente scontata la consapevolezza su questi temi; a livello amministrativo abbiamo fatto grandi passi in avanti, ma penso che gli Enti Locali debbano far propria fino in fondo questa consapevolezza, ovvero che la valorizzazione dei beni culturali è in una nuova fase: quella della produzione di sviluppo, della creazione di opportunità di lavoro e, in una re a l t à come quella della nostra provincia, un settore fondamentale della crescita economica è anche c rescita qualitativa, nel senso della qualità di vita, di creazione di opportunità per poter fruire di servizi di rivalutazione culturale. Da qui l esigenza di costruire fino in fondo questa coscienza, dall altro l esigenza di capire, attraverso le nuove normative, come gli Enti Locali si org a- nizzeranno in tal senso. Penso ai rapporti con le Politiche Comunitarie, all esigenza di costruire uffici, competenze, professionalità che ci daranno l opportunità di i n t e rc e t t a re tutte le possibilità di finanziamento che arrivano dall ambito comunitario, ma, con- 17

18 siderato l indirizzo del Governo su questi argomenti, i fondi del lotto, quelli del Giubileo e anche le nuove leggi offriranno la possibilità di i n t e rc e t t a re sui progetti finanziamenti concre t i ; accanto a questo l esigenza di costruire un percorso fatto di progetti che ci metta in condizioni di costruire rapporti col mondo del volontariato e dell associazionismo, che ci dia la possibilità di averli come interlocutori principali al fine di costruire percorsi di rivalutazione culturale. Accanto al tema delle risorse vorrei inserire un altra questione che ritengo molto importante: abbiamo la legge Amato sulla riorg a n i z z a z i o n e del sistema bancario che apre un grande capitolo sul nuovo ruolo delle Fondazioni Bancarie e sul t e r reno legislativo spiega come si organizza la gestione dei Beni Culturali. Uno degli strumenti, pensate, è proprio quello delle Fondazioni; non voglio appro f o n d i re la questione, aspetto che per un territorio, per una realtà come quella Toscana ha proprio, tra le finalità, la questione delle Fondazioni. Ci sono anche i potenziamenti degli aspetti sociali legati al mondo del volontariato e a quello dei beni culturali. Si apre anche qui un grande capitolo su come si possano attivare nel territorio le risorse necessarie per la valorizzazione dello sviluppo di alcuni progetti. In tal senso a me pare che la conferenza di oggi introduca argomenti di grande interesse culturale, proprio come insieme di settori interre l a t i : conservazione, catalogazione, valorizzazione, p romozione del patrimonio, re s t a u ro, servizi di formazione ed educazione permanente. Ognuno di questi settori necessita di lavoro e sostegno a favore delle istituzioni musei, degli archivi, delle biblioteche, dei centri di documentazione, dove stiamo sviluppando iniziative di grande rilievo. Tutto ciò è legato all idea di innovazione. Voglio riflettere su cosa si intenda oggi

per catalogazione in relazione allo sviluppo telematico, ad Internet: credo che il nostro convegno possa essere di stimolo in Toscana, ma anche in relazione al complesso e sempre più pro f i c u o rapporto fra istituzioni e associazione di volontariato impegnate nel settore dei beni culturali. E un rapporto che cresce, da stimolare; questa giornata di lavoro credo che sia una grande opportunità, una grande occasione per le Istituzioni lucchesi e per il mondo associativo lucchese, ma è giusto leggere l iniziativa sia nel q u a d ro regionale che in quello nazionale per quello che, senza alcun dubbio, la Regione Toscana rappresenta in Italia ed in Europa, nel mondo, direi. Sono convinto che la consapevolezza che dobbiamo assumerci come Istituzioni della Provincia di Lucca è proprio che la sfida (che la Regione Toscana sta già vincendo a livello nazionale e mondiale) abbia come protagonista la realtà delle associazioni, le istituzioni lucchesi per il patrimonio, per la ricchezza storica, per i beni culturali e artistici che in questa zona hanno assunto un rilievo e un importanza enorme. Buon lavoro. 19

20 Pietro Fazzi * Sindaco di Lucca Ringraziamo il Vi c e p residente della Regione Toscana, l Assessore regionale Mariella Zoppi, l Amministrazione Provinciale di Lucca che accogliendo in questa sede questa iniziativa darà occasione per ulteriori approfondimenti nel cammino che il volontariato culturale in particolare ha intrapreso alcuni decenni or sono proprio in questa sede. I convegni per il mondo del volontariato hanno avuto qui a Lucca una culla naturale diversa dal resto della Toscana. Il volontariato culturale è emerso soprattutto quando gli è stata riconosciuta valenza pubblica, sia a livello legislativo, sia a livello di percezione sociale, grazie all immenso patrimonio artistico che arricchisce il nostro paese, continuando comunque ad avere storia incerta fino a che le istituzioni non hanno ritenuto opportuno dedicare risorse adeguate per la tutela del patrimonio stesso: il volontariato era già allertato. A f a v o re dei Beni Culturali sono note le battaglie a livello nazionale e locale ed autorevoli associazioni quali Italia Nostra hanno sostenuto battaglie contro lo scempio di territori e paesaggi importanti. Battaglie non sempre capite, non sempre condivisibili fino in fondo, forse per una sensibilità diversa, oppure perché si operava per gli stessi obiettivi, ma con tecniche differenti. Tutto ha contribuito ad arricchire ed accre s c e re la sensibilità. Queste iniziative hanno origine nel rapporto con i valori di cui si occupa il Volontariato ai Beni Culturali. Sappiamo poi che questo movimento si è ampliato ed articolato, si è ramificato: questo seme gettato ha dato frutti e portato importanti risultati. Devo dire che sono rimasto un po sorpreso, ma è una cosa solo numerica, non mi interessa certa-

mente la disputa sui dati di censimento, a me risulta qualcosa di diverso rispetto ai dati nazionali per il volontariato sui beni culturali : 1600 associazioni e circa 44.000 volontari (ma si era fatto riferimento a 1800 e spiccioli ); dico ciò solo p e rché la fonte è diversa: probabilmente questi sono dati del Ministero, gli altri del Centro del Volontariato Nazionale e certamente sono più aggiornati. A ffermo questo a discapito dei miei perché, comunque li si misurino, il dato importante è questo; oltre ciò l obiettivo dell aff e r m a- zione anche in contraddittorio è un risultato importante. Ricordo quei convegni sul volontariato ai primi fondativi interventi a Lucca, anche nelle associazioni se avesse senso porsi in sede di questioni parlando di volontariato autentico e non, cito un grande volontario fiore n t i n o M o n s i g n o re A g resti, vescovo di Lucca:; egli poneva con veemenza questo interrogativo, con spirito critico andava a cercare quelli che, a suo avviso, erano i germi del tradimento dello spirito del volontariato. Il volontariato ormai si è lasciato alle spalle questi dubbi, queste difficoltà, ed è riuscito ad intraprendere un cammino sicuro, chiaro, incanalato in binari normativi sicuramente condivisibili. Ciò che rimane, a mio avviso, come eredità di quei momenti e di quei dibattiti è stato ed è tutt oggi, in modo più o meno esplicito e serpeggiante, una domanda che è in termini crudi ma necessari per intendersi. Il quesito è stato posto poche volte e talora riemerge. Ci sono stati anche episodi importanti e devo dire atti, iniziative importanti che hanno cercato di rispondere e cambiare la risposta su cos è il volontariato, una questione che ha attanagliato i primi movimenti di volontariato in Italia, ma nel tempo, al di là delle diff e renze di impostazione e delle diversità di articolazione nel rapporto tra le istituzioni e il mondo del volontariato- che sono notevoli, lo sappiamo- rimane un 21

22 dato fondamentale. Il volontariato è del volontariato, questa risposta nel tempo si conferma. C redo sarebbe importante da parte nostra da parte delle istituzioni in tal caso agire per far si che questo si rafforzi sempre di più. Voglio affermarlo, anche se può diventare un ulteriore elemento introduttivo pieno di significato, diventa quasi un tecnicismo e non può svilupparsi ulteriormente. Ho particolarmente a cuore questo pensiero senza voler costituire in alcun modo un elemento su cui riflettere proprio oggi. Tutto ciò necessita di una nutritissima serie di interventi interessanti, ma mi domando se c è ancora una strada poco battuta che possa consolidare il ruolo di autonomia del volontariato nell o rdinamento interno al disegno che vede il principio della sussidiaretà, principio sempre più applicato e meno dichiarato. Provo a spiegarmi meglio: penso che sia il caso di progettare ciò che è previsto nelle associazioni di volontariato, nel senso più pratico, attuando una vera e p ropria patrimonializzazione delle associazioni, s e m p re più forte in modo che gli effetti della politica di programmazione, per meglio dire associativa, porti a una sempre maggiore autonomia operativa. Questo permetterebbe di rinnovarsi: potre b b e e s s e rci finalmente di aiuto per compre n d e re le continue oscillazioni elettorali dei partiti istituzionali... Essendo sindaco dal 1998 di una città che ha una tradizione antica nell ambito del volontariato (sicuramente non unica nel genere, ma riconosciuta all unanimità) ho ereditato una realtà giuridico-amministrativa dove non esisteva niente per articolare un rapporto con il volontariato: non esisteva una consulta regolamentata - ad oggi non esiste ancora niente di istituzionalmente articolato - di rapporti col volontariato, settore che non ha mai assunto la dignità della forma

giuridica. Veniva solo identificata, declinata alla maniera lucchese. Di fronte a questa situazione mi sono dato due risposte: là dove è possibile o c c o r re coinvolgere il volontariato non soltanto come interlocutore esterno all amministrazione, ma con ruoli di responsabilità da negoziare - nel senso alto del termine di modo che le peculiarità che i volontari hanno acquisito ed elaborato possano essere spese al meglio nell intere s s e della collettività. Cito il caso dell autore v o l e responsabile del Volontariato ai Beni Culturali di Lucca : la Sig.ra Maria Pia Bertolucci sicuramente presente per conto del Comune - assemblea di indirizzo turistico della provincia di Lucca. Si occupa inoltre dei volontari degli Amici dei Musei da tanti anni con assoluta competenza. Il secondo tipo di soluzione è qualcosa che si articola in vari temi, più progettuali: ho istituito poche settimane fa un assessorato per i rapporti con il volontariato. Enrico Luchi è livornese, ha lavorato a Lucca in occasione di due importantissime manifestazioni: Eventi, ovvero Lucensis 2000 a favore della Protezione Civile risultato l allenamento perfetto per collaborare ai danni dell alluvione del novembre 1999. Sono partito da qui per motivi che credo non occorra spiegare: dovevo i n i z i a re parlando di una persona competente e esperta, operativa nel settore della Pro t e z i o n e Civile. Far tesoro di quella esperienza molto triste è servito all amministrazione ad imparare ad a r t i c o l a re queste relazioni su cui varrà la pena ragionare una volta che si vedranno i risultati e che si potrà verificarli. Ben altra è stata l esperienza di Assisi proprio nel campo dei beni culturali: l intervento alla Basilica Maggiore è stato importante. La presenza del rappresentante del s o t t o s e g retario del Ministero dei Beni Culturali On. Carli ci da modo di illustrare quali opportunità formative abbiamo avuto nel corso della 23

24 manifestazione Lucensis 2000 : abbiamo svolto, proprio nel maggio scorso, una esercitazione per il re c u p e ro e la catalogazione dei tesori del Museo del Duomo, che può essere ulteriormente ottimizzata. Vo r remmo intervenire ancora con maggior competenza se il ministero ce ne offrirà l opportunità con la formazione su tutto il territorio nazionale. Così che si possa coinvolgere ed affinare le capacità dei volontari già competenti, disponibili, entusiasti. Ringrazio tutti per la numerosa partecipazione, ringrazio le Istituzioni in particolare la Regione che ha voluto promuove la manifestazione. Auguro a tutti buon lavoro. * Testo non corretto dal relatore

Istituzioni e Volontariato presiede Loriano Valentini, Presidente V Commissione del Consiglio regionale della Toscana

GLI INDIRIZZI DELLA POLITICA REGIONALE 27 Mariella Zoppi Assessore alla cultura della Regione Toscana Trascorsi 12 anni dalla precedente Confere n z a regionale dal titolo Associazioni del volontariato e beni culturali del gennaio 1989, con questo nuovo appuntamento s intende tracciare un quadro degli interventi e degli orientamenti che stiamo perseguendo nel settore delle istituzioni pubbliche, di porre in rilievo quali sono le caratteristiche e l impegno delle Associazioni di Volontariato e di appro f o n d i re le possibilità di a c c o rdi e di lavoro comune fra Istituzioni e Volontariato, nell interesse della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio storico e artistico di cui é ricca la Toscana. La Conferenza è organizzata con la collaborazione del Cesvot e l iniziativa sostenuta dalle banche tesoriere della Regione. La situazione del volontariato in Toscana La Toscana ha una grande nobile ed antica tradizione di volontariato, basta pensare alla ampia rete delle Misericordie (laiche e cattoliche) o alle Associazioni dei Donatori di Sangue, per comprendere la forza che la solidarietà sociale ha ed ha avuto nella nostra regione. Certo, la Toscana non rappresenta un fatto o un esperienza isolata. Com è noto si è aperto in Italia, lo scorso 5 dicembre 2000, l Anno Internazionale dei Volontari ( voluto dalle Nazioni Unite in apertura del Terzo Millennio ) proprio per richiamare l attenzione su milioni di cittadini che in tutto il mondo coniugano, nelle loro attività, gratuità, impegno civile e partecipa-

28 zione. Tuttavia nel mondo del volontariato è in atto un grande cambiamento che riguarda un numero s e m p re maggiore di persone coinvolte e la presenza di tanti giovani che, generosamente, si avvicinano a questo settore. Protezione civile, assistenza, cultura sono fra i tanti campi d azione e va sottolineato che non sembrano esistere barriere: giovani e meno giovani trovano un intesa spontanea e naturale fra generazioni. Sono fianco a fianco per realizzare cose buone. A l t ro elemento di grande interesse è l ampliamento dei campi di intervento; siamo passati dal s e t t o re socio-assistenziale (che resta sempre la grande costola del volontariato) a tutte quelle attività in cui lo Stato stenta ad arrivare o a dare una risposta sufficiente. Il caso del volontariato nei beni culturali è esemplare. Non dobbiamo poi trascurare la qualità dell impegno: siamo passati da un generoso spontaneismo alla ricerca di una qualificazione sempre maggiore, ad una vera e propria professionalizzazione, che tende a creare occupazione in settori innovativi. Si è cioè passati da una sorta di pionierismo legato alla mobilitazione per l emergenza o al sostegno in condizioni estreme ad una stabilità e continuità organizzativa che permette di poter costru i re rapporti finalizzati su p rogetti condivisi (es. gestione dei musei, ecc.) fra enti pubblici ed associazioni. La nostra regione é caratterizzata da una presenza rilevante del volontariato sia sul piano quantitativo (si segnala la presenza di oltre 3000 organizzazioni operanti in Toscana) 1 che qualitativo: di queste associazioni l 11,4% è impegnata nella s a l v a g u a rdia e valorizzazione del patrimonio artistico e nelle attività culturali. Le associazioni impegnate nel settore dei beni culturali (come emerge da un dato frutto di rilevazioni nel 2000 del Centro nazionale del volontariato e del

Cesvot) sono 336 così suddivise per pro v i n c i a : 66 Firenze, 34 A rezzo, 15 Grosseto, 19 Livorno, 60 Lucca, 26 Massa, 37 Pisa, 19 Pistoia, 25 Prato, 35 Siena. Una recente rilevazione del Comune di Firenze 2 indica in 691 il numero delle associazioni presenti nel Comune di cui 199, pari al 29%, impegnate nel campo della cultura (arte e storia dell arte, musica, danza, fotografia, cinema, teatro, ed altri ambiti). Questi organismi sono molto diversi fra loro per dimensioni (dalle associazioni come gli A m i c i dei Musei di Firenze, con oltre mille soci a quelle con poche decine di componenti), per tipo di impegno (in riferimento ad alcune o all insieme delle funzioni che per i beni culturali riguardano documentazione, salvaguardia, gestione, valorizzazione) ed infine per settori di intervento. 29 Il contesto normativo la programmazione regionale In seguito alla legge quadro dello Stato sul volontariato, la 266/91, la Regione ha emanato due leggi, la n. 28 del 1993 Norme relative ai rapporti delle organizzazioni di volontariato con la Regione, gli enti locali, e gli altri enti pubblici. Istituzione del re g i s t ro regionale delle org a n i z- zazioni di volontariato e la n. 72 del 1997 dedicata ai servizi sociosanitari e socio-assistenziali. E stato istituito il re g i s t ro regionale delle org a- nizzazioni di volontariato, come previsto dall art. 4 della L.R. 28. La giornata odierna si attua nello spirito della legge regionale: una conferenza di pro g r a m m a- zione legata anche al nuovo piano di indirizzo che la Regione si è data per il triennio 2001-2003 in rapporto alle attività e ai beni culturali. Piano di indirizzo che si colloca in un contesto di trasformazione del quadro normativo re g i o n a l e, nazionale e comunitario.

30 Sul piano nazionale, accanto al D.lgs. n. 112/1998 sul decentramento amministrativo, si rileva la costituzione del nuovo Ministero per i beni e le attività culturali (D.lgs. n. 300/1999). Ed è stato approvato, sempre nel 1999 (D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 490), il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali. Il testo entra in vigore dopo sessant anni dalla legge fondamentale sulla tutela e costituisce lo strumento con cui si procede alla sistematizzazione organica della normativa r i g u a rdante l intera materia, a beneficio dei diretti destinatari (pubblici e privati) e degli operatori. Nell ambito del sistema, che riassume con il T.U. una più precisa visibilità, sono confermati i poteri di iniziativa delle Regioni e degli enti locali nel campo, ad esempio, della catalogazione, della tutela, dell esercizio della prelazione su beni mobili ed immobili. Sul terreno della programmazione concertata si rileva che la Regione Toscana ha sottoscritto col M i n i s t e ro per i beni culturali e ambientali, nel dicembre 1999, un Accordo di programma quad ro in materia di beni e attività culturali, di durata triennale, del valore complessivo di 165.238 milioni, che finanzia 59 progetti, molto articolati al loro interno e distribuiti su tutto il territorio regionale. I progetti, da re a l i z z a re nel periodo 2000-2002, sono cofinanziati dal Ministero BAC (61.307 mln/lit), dal CIPE (47.135 mln/lit), da Regione e FESR (33.843mln/lit), dagli enti locali (23.535mln/lit). Per quanto riguarda l ordinamento re g i o n a l e, dopo aver approvato, nell anno 1998, la nuova normativa in materia di istituzioni culturali (L.R. 12/98), nell anno 1999 il Consiglio regionale ha approvato tre leggi che riguardano direttamente il Piano d Indirizzo attuale: la L.R. 1 luglio 1999, n. 35 Disciplina in materia di biblioteche di enti

locali e di interesse locale e di archivi di enti locali, la L.R 11 agosto 1999, n.50 Modificazioni alla L.R. 1 febbraio 1995, n. 14 Disciplina degli atti e delle procedure della programmazione e degli interventi finanziari regionali nei settori delle attività e dei beni culturali. Infine, nell ultimo scorcio di legislatura, il Consiglio ha approvato la L.R. 28 marzo 2000, n. 45 Norme in materia di promozione delle attività nel settore dello spettacolo in Toscana. A seguito di questa legge il Piano d Indirizzo disciplina gli interventi in materia di beni e attività culturali senza più intervenire per il settore dello spettacolo. Negli ultimi anni gli organi dell Unione Europea hanno sottolineato l esigenza di raff o r z a re le politiche regionali per il patrimonio culturale. Il Primo programma comunitario di sostegno delle attività culturali di dimensione euro p e a per il periodo 2000-2004 promuove la cooperazione tra gli operatori e gli enti dell Unione per obiettivi di dialogo, conoscenza transnazionale delle culture, per la valorizzazione del patrimonio comune, per la diffusione di know-how e pratiche esemplari sulla conservazione e la salvaguardia, per il riconoscimento esplicito della cultura come fattore economico e di integrazione sociale. Questo nuovo rilievo degli interventi e degli investimenti per la cultura ed i beni culturali come fattori di sviluppo economico e sociale, trova ulteriori riconoscimenti nelle Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006 3 volte a orientare le autorità nazionali e regionali nell elaborazione delle strategie di pro g r a m- mazione per gli obiettivi dei Fondi stru t t u r a l i. Le linee direttrici indicano quali sono i canali di trasmissione attraverso cui le politiche di investimento nel settore della cultura (della tutela e della valorizzazione delle risorse culturali) pos- 31

32 sono contribuire allo sviluppo delle re g i o n i svantaggiate e in particolare di quelle (come appunto la Toscana) dotate di enormi potenzialità nel settore culturale. I documenti comunitari, nell individuare nel rapporto con il settore turistico e con le attività ad esso collegate il canale più immediato di impulso positivo dell investimento per le risorse culturali sullo sviluppo, indicano anche altri canali di impatto: lo sviluppo di un identità culturale e regionale; la predisposizione di condizioni atte a rendere una regione più attraente nei c o n f ronti degli investitori esteri. Indicazioni accolte anche nei documenti di programmazione nazionali. In estrema sintesi la strategia delineata in tali documenti si basa sull assunto che l impatto degli interventi e degli investimenti per la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali attiva processi di riconoscimento e valorizzazione delle risorse territoriali e umane e quindi il miglioramento dell ambiente locale, attraverso il quale si può contribuire a trattenere nelle aree vocate le risorse, le potenzialità e le forze di cui già dispongono (risorse umane, capacità intellettuali, specializzazioni artigianali, potenzialità imprenditoriali) ed anche, in prospettiva, riuscire ad attrarne dall esterno. La rinnovata consapevolezza dell importanza di modalità di programmazione più efficienti si può considerare uno degli elementi fondanti delle tendenze al rinnovamento del settore che si orientano verso: a) l adozione più convinta ed estesa del principio di sussidiarietà; b) la maggiore apertura del Ministero per i beni e le attività culturali all azione integrata nel tessuto territoriale ed al paesaggio; c) la valorizzazione del partenariato (istituzionale, imprenditoriale e sociale) come modalità ope-

rativa per qualificare le fasi di programmazione e attuazione degli interventi ed ampliarne are e di riferimento, intensità di effetti, efficacia. In Toscana negli ultimi anni si sono manifestate politiche e azioni di questo tipo che appare necessario consolidare e qualificare. 33 Gli indirizzi della politica regionale Si avviano i programmi legati al nuovo piano di indirizzo in continuità con i risultati della passata legislatura e con gli orientamenti già segnati dal Programma regionale di sviluppo 2001-2005, che individua nella valorizzazione e qualificazione della risorsa umana una chiave per lo sviluppo ed istituisce per conseguenza una specifica Strategia culturale, che unifica gli interventi per la formazione e la cultura. La valorizzazione e qualificazione della risorsa umana è chiave dello sviluppo in un duplice senso: concorre ad aumentare la competitività complessiva del sistema Toscana e garantisce la riproduzione di un modello che coniuga sviluppo economico, democrazia e coesione sociale. Agli interventi per i beni culturali e per la cultura viene attribuito un significato specifico nella determinazione di condizioni ambientali che favoriscano sviluppo sostenibile e crescita civile e che, al contempo, assicurino le condizioni necessarie a garantire il successo degli interventi educativi, spesso ribadendo il ruolo della centralità della cultura come fattore di nuovo sviluppo e nuova imprenditorialità. Agli obbiettivi generali, che sono: il potenziamento dell intervento per la conservazione, il recupero funzionale e la valorizzazione del patrimonio di interesse storico, artistico, ambientale e culturale; lo spostamento dell asse degli interventi da una logica di orientamento agli istituti e al patrimonio, a una logica di orien-

34 tamento al servizio, alla fruizione in condizioni di pari opportunità si collegano obbiettivi specifici che mirano a integrare e perfezionale le reti museali e bibliotecarie, il sistema dei cataloghi; a integrare le grandi istituzioni culturali di rilievo re g i o n a l e coi servizi di livello territoriale e valorizzarne i patrimoni utilizzando pienamente le opportunità offerte dalle reti telematiche. Musei e biblioteche Musei e biblioteche sono istituzioni sempre più orientate a qualificarsi come istituzioni al servizio della comunità. Per avere un idea del quadro in cui stiamo operando è forse sufficientemente indicativo offrire delle cifre, dalle quali si ricava l immagine di una Toscana non solo terra di chiese e di palazzi, ma anche di musei e biblioteche: 400 i musei, di cui 325 di ente locale e di interesse locale, 51 statali e 24 universitari 4 ; circa 1000 le biblioteche, di cui 274 di ente locale 5. Secondo una concezione ormai diffusa in tutto il mondo e condivisa dalle principali organizzazioni di musei nazionali ed internazionali, il museo è un istituzione che svolge una funzione attiva di produzione culturale, che conserva e valorizza il proprio patrimonio attraverso attività di r i c e rca e di comunicazione e che, con i pro p r i servizi contribuisce alla tutela, alla conoscenza e alla valorizzazione dei beni culturali presenti nel territorio e di quelli di loro pertinenza. In questa dimensione dinamica cresce l idea di museo come parte integrante di un sistema di beni culturali, strettamente connesso con il patrimonio culturale e paesaggistico del territorio, come luogo di produzione e di comunicazione culturale, come centro di elaborazione di una coscienza viva della conservazione e della valorizzazione, nel cui contesto si può sviluppare e qualifica-

re anche la produzione artistica contemporanea. Le biblioteche sono il reticolato di base nella c o s t ruzione di una società dell informazione nella quale tutti possano agevolmente avvalersi delle tecnologie che sono alla base dei nuovi strumenti di conoscenza. Un sistema di rete diffusa di servizi per l accesso alle informazioni e alla conoscenza è l obbiettivo che la Regione ha perseguito nelle azioni della passata legislatura e che continuerà a costruire stimolando le biblioteche a configurarsi come punti di servizio di una grande rete documentaria integrata e, al tempo stesso, a legarsi strettamente alle comunità locali, come luoghi di documentazione della re a l t à locale, di formazione permanente, di supporto alla didattica, di promozione del libro e della lettura, con particolare riguardo all utenza giovanile, alla multimedialità e alle tematiche interc u l- turali. Accanto allo sviluppo delle reti bibliotecarie verrà sostenuto lo sviluppo delle reti di collaborazione tra musei mediante l istituzione di sistemi territoriali e/o tematici, consolidando i risultati conseguiti fino ad oggi in riferimento agli indirizzi normativi e di carattere tecnico stabiliti dalla Regione. E sempre nell ambito di questo obiettivo si muove la realizzazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione e promozione, secondo una visione unitaria, del sistema dei musei toscani, inteso come sintesi delle reti di strutture, servizi e relazioni realizzate dalle istituzioni culturali e dalle autonomie locali. 35 La valorizzazione del patrimonio culturale Il tema della valorizzazione si sviluppa nella realizzazione dei progetti regionali, delle settimane dei beni culturali e della scienza. I grandi

36 progetti regionali - Architetture di Toscana, Arte in Toscana verso il contemporaneo, I luoghi della fede - anche quando, come l ultimo citato, sono conclusi, lasciano segni importanti, non solo nei sistemi di conoscenza che hanno prodotto, attraverso libri, sistemi informativi, ma soprattutto nel sistema sinergico di collaborazioni che attivano. Dal bilancio di progetti come I luoghi della fede si ricavano - accanto agli strumenti prodotti - delle indicazioni di metodo, in rapporto all organizzazione e alla re a l i z z a z i o n e rese possibili dal coinvolgimento pieno e operativo di tutti gli enti e le istituzioni che hanno interesse alla valorizzazione del patrimonio culturale: la Regione e, con essa, il sistema delle autonomie, le Province e i Comuni; le Diocesi e le diverse comunità religiose, le Soprintendenze; le associazioni culturali e di volontariato che hanno svolto un ruolo determinante soprattutto nell organizzazione delle iniziative locali. Accanto all impegno rivolto ai beni culturali è da considerare il rapporto che si sta aprendo con la nuova scuola dell autonomia, la possibilità di d a re attuazione a progetti educativi di comune interesse fra la scuola e le istituzioni culturali. La ricerca e lo sviluppo della conoscenza dei beni culturali presenti nella nostra regione rappresentano poi una fondamentale risorsa formativa per il settore, in grande espansione, dell educazione degli adulti e per l impegnato lavoro dell Università dell età libera, diffusa in tutto il territorio regionale. L impegno La Toscana è un territorio dalle molteplici risorse culturali ed educative, che richiedono - e non solo alle istituzioni - impegno da rivolgere alla r i c e rca e allo studio dei beni e delle tradizioni culturali; alla prevenzione e alla salvaguard i a

del patrimonio; alla documentazione che scaturisce dalle diverse azioni; alla gestione dei beni e delle istituzioni della cultura; alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio culturale nel suo significato più ampio. Questo patrimonio di cui siamo tutti eredi e curatori consapevoli ha bisogno non solo dell attenzione delle istituzioni, ma dell interesse e della partecipazione di associazioni che sono e s p ressione della comunità e verso le quali il sistema istituzionale ha il dovere di rendere l azione pubblica patrimonio di tutti. Il volontariato toscano ha portato un significativo contributo all azione istituzionale nei confronti del patrimonio culturale; non mancano gli esempi: le iniziative legate ai periodi di eventi dei Luoghi della fede (aperture straord i n a r i e, visite guidate, conferenze, mostre, concerti, itinerari a tema) che sono state in gran parte sostenute dall azione del volontariato, laico oltre c h é religioso; le aperture dei programmi di Visite di Primavera, con la collaborazione d e l l A s s o c i a z i o n e Dimore Storiche e del FAI. Da una prima rilevazione, che compare in una scheda inserita in cartella, risultano quaranta musei locali (o centri culturali ad essi assimilabili) sostenuti da associazioni che cooperano per animare, ampliare l orario di apertura e i servizi, sviluppare le collezioni. Può essere citato il Museo Archeologico di Chianciano Terme che fa parte del Sistema museale senese, e la collaborazione con il gruppo archeologico locale; il Complesso museale ed archeologico della cattedrale di Lucca che conta sulla collaborazione dell Associazione Te r z o Millennio; il Sistema museale di S. Miniato che vede il concorso per la gestione di più gru p p i locali del volontariato; il lavoro svolto dal VAMI per consentire ai non vedenti di accedere alla conoscenza delle opere dei musei; la convenzione stipulata dalla Regione con gli Amici dei 37

38 Musei di Firenze per la gestione di Casa Siviero; il Museo Ebraico; il Museo della Paglia di Lastra a Signa, il Museo della Ceramica e del territorio di Montelupo Fiorentino, solo una parte di un lungo elenco. Va ricordato l impegno di alcune Università dell età libera in tante città della Toscana. I volontari che concorrono alla gestione e alla valorizzazione dei beni culturali sono strumento di espressione diretta e viva della società civile e quindi dell orientamento della comunità: come tali soggetto propositivo nell adozione di politiche a livello locale. Occorre assicurare una magg i o re capacità di dialogare tra enti diversi, la comune volontà di mettere al centro la soddisfazione del cittadino. Viene dal volontariato alle regioni un appello a sperimentare il principio di sussidiarietà, a partecipare all elaborazione, esecuzione e valutazione delle politiche sociali, ridisegnando attraverso un modello di concertazione con le associazioni degli enti locali, l intero sistema delle autonomie. Questo percorso è da compiere nel pieno riconoscimento da parte delle istituzioni pubbliche dell autonomia del volontariato come soggetto partecipe nella definizione dei programmi e dei progetti ai quali è invitato a collaborare. Questa Conferenza rappresenta pertanto un occasione importante per appro f o n d i re la conoscenza re c i p roca, fare il punto sugli stru m e n t i normativi e operativi disponibili per agevolare l impegno delle associazioni, definire di comune a c c o rdo proposte di intervento per integrare o innovare tali strumenti. Si ritiene che saranno esaminate in particolare le seguenti proposte: - costituzione di un tavolo a livello re g i o n a l e per dare forma alle proposte che emerg e r a n n o dalla Conferenza e per pro m u o v e re successivamente incontri periodici;

- verificare l esigenza di definire una convenzione quadro a livello regionale per il settore specifico dei beni culturali che, tenendo conto delle intese raggiunte a livello nazionale e re g i o n a l e, stabilisca, per il rapporto fra volontariato, enti locali e soprintendenze, la disciplina dell accordo in riferimento ai programmi e ai progetti promossi in Toscana, con particolare riguardo alla costituzione di sistemi e di reti di beni, servizi e istituzioni: stabilire, nell ambito di tale convenzione, i profili specifici che interessano il settore dei beni culturali, come l ambito delle attività (ad es., l assistenza a compiti di sorveglianza delle aree archeologiche e delle sale espositive, accoglienza e informazione al pubblico, attività didattiche finalizzate alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio, ecc.), le pro c e d u re di svolgimento delle attività, il tema delle assicurazioni e del rimborso spese; - predisporre le modalità per un costante scambio di informazioni e di condivisione delle esperienze acquisite per facilitare il coinvolgimento delle organizzazioni del volontariato e delle istituzioni pubbliche; - agevolare l accesso ai siti Internet già disposti in tema di beni culturali a livello locale e regionale e articolare la struttura delle informazioni per rispondere anche ai temi in esame; - agevolare l accesso da parte delle organizzazioni del volontariato, per i progetti e le iniziative che intendono svolgere, alle banche dati relative alla conoscenza dei beni culturali, pre d i s p o s t e dalle istituzioni pubbliche; la Rete Te l e m a t i c a Regionale ha individuato il volontariato come soggetto importante nel sistema complessivo delle banche dati regionali, come soggetto che può far cre s c e re il senso e l utilità delle nuove tecnologie a vantaggio della collettività; - definire la tipologia dei corsi di aggiornamento per il volontariato, necessari per fornire una 39

40 qualificata collaborazione in relazione alle attività previste dalla convenzione quadro regionale ; - definire il tipo di conoscenza in tema di disciplina e organizzazione del volontariato da inserire nei programmi dei corsi di formazione e di aggiornamento degli operatori dei musei e delle altre istituzioni culturali; - definire le modalità per stabilire raccomandazioni di ordine tecnico per la partecipazione del volontariato all opera di salvaguardia e di valorizzazione dei beni culturali, con il concorso degli esperti delle Soprintendenze e delle istituzioni culturali; - fissare indirizzi, tenendo anche conto delle recenti esperienze del terremoto in Umbria e nelle Marche, per promuovere una rete di organizzazioni del volontariato in grado di fornire assistenza per gli interventi di emergenza nel campo dei beni culturali. 1 Dati tratti da Identità e bisogni del volontariato in Toscana : rapporto di indagine (1999), a cura di A n d re a Salvini; Firenze, Cesvot 2 Comune di Firenze - Elaborazione Paola Bordandini per Tolomeo studi e ricerche apparsa sul quotidiano La Repubblica 3 Comunicazione della Commissione U.E. 1 luglio 1999 4 Dati tratti dal Sistema informativo sui musei della Toscana (http://www.cultura.toscana.it) 5 Dati ricavati dalle rilevazioni regionali del 1999 e dai volumi relativi alla Toscana del Catalogo delle biblioteche d Italia (1997); Roma, ICCU; Milano, Bibliografica; v. a. http://anagrafe.iccu.sbn.it