tempo che gli è stato dato con impegno ed hanno servito la nostra comunitá. 25 aprile 2015: 70 anniversario della Liberazione Care Concittadine e cari Concittadini, vorrei aprire questa cerimonia ringraziando e salutando tutti voi, donne e uomini liberi, che siete intervenuti, perchè avete avvertito il bisogno di essere qui. Vorrei ringraziare le donne e gli uomini che sono qui solo idealmente perchè le situazioni della vita glielo impediscono. Vorrei salutare anche i rappresentanti delle Forze dell Ordine e della Polizia Locale, i nostri stimati Carabinieri, le Associazioni vedanesi per il loro lavoro prezioso ed il rappresentante dell ANPI. Un saluto a tutto il consiglio Comunale qui rappresentato dal suo Presidente Pietro Rossi. Un grazie a chi, nel corso di questi 70 anni ha ricoperto incarichi Istituzionali nel nostro Comune ed ha così, ogni giorno, fatto memoria del 25 aprile. Un grazie a tutti i Sindaci che mi hanno preceduto perchè hanno vissuto il Un saluto agli Alpini di Vedano, sempre presenti, e al Corpo Musicale san Luigi che con la musica ci fa tornare ai momenti di festa del 25 aprile 1945. Un grazie a don Eugenio per la sua presenza. Vorrei invece ricordare l amico Adriano Piccolotto, che pochi mesi fa ci ha lasciato, per come ha servito fino all ultimo, anche da Presidente del Consiglio Comunale, con onestá ed impegno, le amate Istituzioni. Quest anno ricorre il 70 anniversario del 25 aprile. È una ricorrenza importante perchè, quel numero, ci ricorda che abbiamo vissuto un lungo periodo, partito proprio dall insurrezione di Milano, di democrazia e libertá. Per questo motivo prendere la parola oggi, a nome di tutta la cittadinanza, non è facile. Mi sono allora fermato a pensare e riflettere sul significato più profondo del 25 aprile. Ho osato immaginare lo stato d animo delle donne e degli uomini di quel tempo e la grande idealitá che ha accompagnato ogni loro gesto. Page 1
Era finita la guerra e si apriva una nuova stagione verso la Pace. Pace e Democrazia due parole semplici facili da pronunciare ma difficili da mantenere, perchè implicano il rispetto dell altro e la consapevolezza del profondo desiderio di libertá che è in ogni uomo. Attorno a queste due parole è stata ricostruita la nostra Italia e, nella carta Costituzionale, è stata sancita la forma Repubblicana come riferimento per la costruzione dello Stato in grado di garantire cammini personali di libertá responsabile. La forma Repubblicana talmente importante da essere indicata, nella nostra carta Costituzionale, come l unico principio immodificabile. Il 25 aprile, oggi come allora, è la storia di una conquista e dove un idea grandissima trova il suo giusto spazio. L idea della persona come punto centrale della vita dello Stato ed attorno alla quale garantire diritti e richiedere doveri. L idea della persona, con i suoi limiti e le sue fragilitá spesso accentuate dalle difficoltá quotidiane, che diventa strumentale allo Stato solo quando quest ultimo si muove nella direzione del bene comune. È questa la grande intuizione del 25 aprile: capire che l unica forma di Stato che dá la possibilitá alla persona di sviluppare la propria vita, le proprie speranze, è quella Repubblicana che trova nella partecipazione aperta a tutti la massima espressione di democrazia. Partecipare per garantire la partecipazione degli altri ci insegnava l On. Tina Anselmi. Gli uomini e le donne del 25 aprile 1945 hanno conquistato questo per noi e, allora per questo motivo, non possiamo mettere tutti i protagonisti della storia sullo stesso piano solo perchè la vita li ha chiamati a scelte difficili. Le responsabilitá delle scelte operate non possono essere attenuate dal tempo ed è stato dalla parte giusta solo chi è rimasto fedele all idea della persona come inviolabile e da tutelare in qualunque momento. Guardando cosa capita nel mondo ci si accorge che oggi ha un senso ancora più grande ricordare il 25 aprile, perchè l idea della libertá di un uomo, come qualcosa da concedere, è in agguato. L idea che una persona possa essere uno strumento per gli altri non è sparita. L idea infine che le persone non debbano avere tutte la stessa dignitá è quasi un dato acquisito. Page 2
Allora il 25 aprile ci ricorda che per noi tutto ciò, in questa Italia, non può valere e la Costituzione ci inchioda a responsabilitá inderogabili di solidarietá. Nessuno deve sentirsi solo ed abbandonato al proprio destino. Qui ci giochiamo il nostro futuro: o riscopriamo un destino comune, una storia comune che ci lega o non riusciremo a raccogliere l ereditá di quegli uomini che hanno immaginato una Italia Repubblicana e per questo hanno sacrificato tutto, a volte la vita stessa. Hanno, per noi, spezzato dei sogni ed hanno lasciato persone ad attendere volti e sguardi che non hanno più incrociato, per regalarci 70 anni di Pace e Democrazia. L idea della libertá è dentro ad ogni uomo. Dobbiamo incanalare il senso di libertá a forme sempre più alte di libertá responsabile che possano favorire gesti duraturi di convivenza civile. Mettiamo a disposizione del Paese i nostri talenti, le nostre capacitá per ricreare una Italia dove ogni persona si senta utile per il proprio Paese e che trovi nel lavoro la prima forma di dignitá. Parliamo di lavoro perchè è il fondamento su cui si basa la nostra Repubblica anche se in questo momento storico sembra un privilegio per pochi. In questi anni di prolungata crisi la tenuta sociale è stata affidata agli Enti territoriali a cui sono state tolte risorse per gestire il tutto. Immaginiamo strade nuove per risanare il nostro paese. Pensiamo a percorsi che siano tali da non danneggiare o distruggere le conquiste sociali di convivenza civile che proprio con il 25 aprile 1945 sono state prese come parametro di riferimento nella nostra Costituzione al punto da scrivere che È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Dobbiamo oggi, essere riconoscenti a chi ci ha regalato 70 anni di Pace e Democrazia e, al tempo stesso, capire che abbiamo un compito difficile da svolgere: conservare quanto avuto e consegnarlo a chi ci seguirá. Dobbiamo anche far capire che la libertá responsabile non è qualcosa di dovuto ed ereditato per sempre. È un equilibrio fragile che ha due grandi nemici: l indifferenza e l io. Cioè il Page 3
pensare che il mondo finisca attorno a me e che la storia degli altri non mi riguardi. Ripartiamo allora, come giá detto, dal pensiero di avere ancora una storia comune da costruire e rintracciare anche nei momenti difficili della storia. Occorre discernimento e soprattutto la voglia di passare dal pensiero dell io a quello del noi. Tutto ciò sará possibile solo se saremo testimoni credibili. Cioè se saremo capaci di interrogare con il nostro esempio le persone che ci circondano per invitarle ad una assunzione diretta di responsabilitá. Ogni uomo ha un destino. Occorre realizzare il proprio, come fecero allora gli uomini e le donne del 25 aprile 1945, per mantenere l Italia libera e Repubblicana a favore di tutti. Forse perderemo il sonno, ma la vita travalica la quiete. Forse perderemo la tranquillitá e le certezze del nostro focolare, ma la nostra responsabilitá ci chiama a svolgere il nostro dovere. Forse, allora, sará l unico modo per onorare e fare memoria del 25 aprile e di tutte le persone che hanno donato la propria vita per noi e per conquistare la libertá di tutti. L Italia è nata lì, attorno al 25 aprile, tra mille paure e speranze a volte spezzate con brutalitá. Così Piero Calamandrei ci parlava delle origini della nostra Costituzione. Ora vedete, io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione, c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: sono tutti sfociati qui, negli articoli. Ed a saper intendere, dietro questi articoli si sentono delle voci lontane. Seguiamo queste voci e torniamo dove è nata la Costituzione per recuperare il senso ed il limite del nostro impegno. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità; andate lì, giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione Non vorrei dire altro. Una cosa, invece, possiamo fare. Qui oggi, tutti assieme per aiutarci a vicenda, possiamo prenderci l impegno di non tradire lo spirito del 25 aprile 1945 e, con responsabilitá, di lavorare senza sosta per conservare il dono più bello a cui ogni uomo anela: la libertá. Page 4
Non saremo però veramente liberi fino a quando non metteremo a disposizione degli altri la nostra libertá per liberare chi libero non è. Questa tensione deve appartenerci perchè noi abbiamo capito gli uomini e le donne che hanno fatto il 25 aprile 1945. Page 5 A queste donne e a questi uomini, che hanno fatto il 25 aprile 1945, chiediamo ancora un piccolo regalo: state al nostro fianco e dateci il coraggio di fare ciò che è giusto fare, senza paure, per la nostra amata Italia libera e Repubblicana anche quando il prezzo da pagare dovesse diventare infinito. Viva il 25 aprile, Viva l Italia Repubblicana. Il Sindaco Renato Meregalli Vedano al Lambro, 25 aprile 2015