Lande, macchie, garighe e praterie



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Lande, macchie, garighe e praterie 223 Lande, macchie, garighe e praterie 4030 Lande secche europee 4060 Lande alpine e boreali 4090 Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose 5110 Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi (Berberidion p.p.) 5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli 5210 Matorral arborescenti di Juniperus spp. 5320 Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 6110 Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell Alysso-Sedion albi 6130 Formazioni erbose calaminari dei Violetalia calaminariae 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco - Brometalia) (* notevole fioritura di orchidee) 6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 6230 Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell Europa continentale) 6310 Dehesas con Quercus spp. sempreverde 6410 Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae) 6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis) 6520 Praterie montane da fieno Introduzione In questa ampia categoria sono stati riuniti habitat aperti, caratterizzati da vegetazione con struttura dominata dagli strati erbacei o arbustivi, talora misti fra loro. Sovente questi habitat rappresentano stadi intermedi nell ambito di processi evolutivi che conducono alle tipologie forestali illustrate in seguito. Non mancano però habitat che, localmente, dove le condizioni topografiche (in primis l acclività e l altitudine) ed edafiche (del suolo) sono fortemente condizionanti, rappresentano il massimo dell evoluzione possibile. Questi ultimi tipi di habitat sono dotati di una certa stabilità naturale, mentre la persistenza degli stadi intermedi dipende dal ripetersi o meno di fenomeni di perturbazione (incendio, pascolo, sfalcio, ecc). Queste ultime situazioni sono molto diffuse; pertanto diversi di questi habitat - ma non tutti - possono essere considerati tra quelli maggiormente legati alle attività agropastorali che costituiscono un insieme di perturbazioni cicliche indispensabili per il loro mantenimento. Le caratteristiche degli habitat erbacei e arbustivi si possono distinguere anche in base alla zona biogeografica e climatica entro cui essi ricadono; si osservano pertanto habitat con gravitazione tipicamente mediterranea, continentale o alpina. Si possono differenziare, soprattutto quelli erbacei, anche in base alla disponibilità idrica e di nutrienti: praterie xerofile, mesoxerofile, mesofile e mesoigrofile, igrofile, prati magri o grassi, ecc. Infine si possono distinguere formazioni con copertura vegetale continua o discontinua. Molti di questi habitat sono collegati fra loro da rapporti dinamici nell ambito della stessa serie o appartengono a serie diverse, ma mostrano contatti catenali. La regressione e l evoluzione sono per lo più connesse alla presenza delle attività rurali citate (e alla loro intensità) o all abbandono di queste.

224 Atlante degli Habitat In linea di massima questo gruppo di habitat comprende: ß garighe: con vegetazione erbaceo-suffruticosa discontinua, di carattere mediterraneo, e ampie zone nude; ß macchie: con vegetazione arbustiva di altezza variabile (da bassa, 0,5-1,5 m, ad alta, 1,5-2 m), generalmente densa, di carattere mediterraneo; ß pseudogarighe e pseudomacchie: corrispondenti alle garighe e alle macchie, ma con carattere non tipicamente mediterraneo; ß lande: con vegetazione dominata da camefite e nanofanerofite, simili alle pseudomacchie; ß steppe e pseudosteppe: formazioni erbacee xeriche mantenute per lo più dal pascolo non gestito e/o dal fuoco; ß prati: formazioni erbacee mantenute per lo più con lo sfalcio; ß pascoli: formazioni erbacee mantenute per lo più con il pascolo di animali di diverso tipo (bovini, ovini ed equini in primo luogo); ß prati-pascoli: formazioni erbacee mantenute da cicli di alternanza delle attività di sfalcio e di pascolo; ß orli: formazioni erbacee o erbaceo-arbustive (con erbe graminoidi sia a foglia larga) tipiche delle zone ecotonali, di contatto fra habitat diversi, al margine di boschi e arbusteti; ß megaforbieti: formazioni dominate da grandi erbe a foglie larghe, non graminoidi. Il termine prateria è utilizzato in modo indistinto per indicare sia i prati sia i pascoli o i prati-pascoli. Molti di questi habitat sono oggetto di notevoli interessi socio-economici. Il loro mantenimento dipende, come detto, dal mantenimento di regolari attività rurali ed è perciò chiaro che lo spopolamento delle aree montane e l inurbamento li pone in serio pericolo. Essi svolgono un ruolo importantissimo per la fauna (sia invertebrati, sia vertebrati di diversa taglia e in particolare l avifauna) e per il paesaggio. Nella maggior parte dei casi, diversi di questi habitat concorrono a formare mosaici eterogenei ed è proprio al mantenimento di questa eterogeneità che dovrebbero essere rivolti i programmi e i progetti di intervento. Lande, macchie, garighe e praterie della Liguria In Liguria si possono riconoscere venti tipi di habitat riferibili alle caratteristiche sopra riportate. Fra questi troviamo lande, pseudomacchie e pseudogarighe delle zone altitudinali maggiori, proprie del piano montano o alpino: lande secche europee, lande alpine e boreali, lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose, formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi (Berberidion p.p.), formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli; raramente gli ultimi due tipi si possono osservare anche a bassa quota. Si distinguono tipi di habitat arbustivi eterogenei in dipendenza della specie dominante, con aspetti tendenzialmente mediterranei e altri montani o subalpini come i matorral arborescenti di Juniperus spp. Rinveniamo aspetti di gariga definiti dalla direttiva 92/43 come le formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere, tipicamente litoranee e per lo più naturali o seminaturali, così come le steppe e gli arbusteti definiti arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici ; troviamo aspetti assai simili a quelli rupestri, come le formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell Alysso-Sedion albi. Controversa è la presenza delle formazioni erbose calaminari dei Violetalia calaminariae, legate ai substrati ofiolitici, e quelle delle dehesas con Quercus spp. sempreverde che hanno una dimensione su più ampia scala di paesaggio con mosaico di tessere diverse erbaceo-arbustive o erbaceo-arborescenti. Assai limitata è la superficie delle formazioni erbose calcicole alpine e subalpine circoscritte ad alcune zone del settore alpico. Al contrario risultano tra gli habitat più diffusi ed estesi le formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo che evidenziano un ruolo prioritario nel mantenimento di significativi popolamenti di orchidee selvatiche, oltre che di una ricchissima diversità ornitica. Questi habitat dipendono spesso da attività umane quali il pascolo o gli incendi, più raramente dallo sfalcio,

Lande, macchie, garighe e praterie 225 al quale sono legati invece le praterie magre da fieno a bassa altitudine e le praterie montane da fieno. Limitati alle zone più calde e aride della fascia costiera sono invece i percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea. Molto rare sono le formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, in parte legate a terreni umidi. Da elevate disponibilità idriche e talora di nutrienti dipendono alcuni habitat che hanno anche chiare connessioni con gli habitat di acqua dolce e con le torbiere; si tratta di praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae), praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion, bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile. In generale lo stato di conservazione di questi habitat è mediamente soddisfacente. Ciò dipende soprattutto dal fatto che in Liguria non mancano i fattori di perturbazione da cui essi dipendono. Occorre evidenziare come lo stato di conservazione della categoria beneficia di un fenomeno che potremmo definire di interconversione, cioè del fatto che l attivazione e la cessazione dei fattori di disturbo determina spesso la trasformazione di un tipo di habitat in un altro, più o meno dinamicamente evoluto, ma comunque sempre elencato nell Allegato 1 della direttiva 92/43. La gestione di lande, macchie, garighe e praterie Poiché si tratta, salvo alcune eccezioni, di habitat instabili, eterogenei, che occupano superfici da estese a estremamente limitate, rappresentative di tessere di unità del paesaggio, occorre una visione non limitata alle singole tessere, ma allargata ad ampie aree di scala comprensoriale (es.: bacino o provincia). Per la conservazione di questi habitat occorre una pianificazione preliminare che individui: a) le zone con Mosaico caratteristico di formazioni erbacee e calluneto sulle pendici del Monte Zatta (foto S. Marsili).

226 Atlante degli Habitat vocazione più produttive sotto il profilo agro-silvo-pastorale; b) le zone nelle quali le attività rurali non potrebbero autoalimentarsi sotto il profilo economico e perdurare nel tempo; c) le zone intermedie, dove le attività rurali potrebbero essere mantenute con un impegno economico pubblico, seppure minimo, giustificato dalla garanzia e dai risvolti ambientali positivi di un presidio territoriale. Nel primo caso (a) si ravvisa la necessità di regolamentare le attività in modo da coniugare produttività e mantenimento degli habitat, nel secondo caso (b) è forse conveniente permettere che i processi naturali facciano il loro corso, monitorandoli ed eventualmente intervenendo per limitare possibili situazioni di rischio; nel terzo caso può essere opportuno sostenere economicamente le attività agro-silvo-pastorali in funzione del loro ruolo positivo per gli habitat. In ogni caso appare indispensabile orientare tali attività verso forme ecosostenibili e incentivare il più possibile l elaborazione di piani/programmi di pascolamento e di sfalcio secondo quanto riportato nella Deliberazione della Giunta regionale n. 126 del 9 febbraio 2007 Indirizzi per le attività agro-silvo-pastorali nei siti della Rete Natura 2000 in Liguria. In molti casi è preferibile procedere con interventi a mosaico onde mantenere la diversità complessiva degli habitat e in genere è da evitare la ripresa delle attività agricole dove queste sono state abbandonate da oltre quindici anni ed è necessario eliminare una spontanea e significativa componente arborea. Particolare attenzione dovrebbe essere riservata al controllo delle specie invasive o altamente competitive e banalizzanti (es.: Pteridium aquilinum, Nardus stricta, Brachypodium spp.) e a fenomeni negativi di regressione o evoluzione della vegetazione, dipendenti dal carico del bestiame e dalle sue caratteristiche o da un cattivo uso del fuoco. Buono Medio Cattivo n.v. 4030 2 20 3 0 4060 0 7 0 0 4090 0 13 0 0 5110 0 6 0 0 5130 0 13 0 0 5210 0 6 1 0 5320 1 15 4 0 5330 0 20 5 0 6110 0 34 0 0 6130 0 7 0 0 6170 0 6 0 0 6210 0 71 2 0 6220 0 40 1 0 6230 0 5 2 0 6310 0 13 2 0 6410 0 4 6 0 6420 0 5 9 0 6430 0 46 13 0 6510 0 42 7 0 6520 0 4 0 0 Totali 3 377 55 0 % 0,7 86,7 12,6 0 Stato di conservazione di lande, macchie, garighe e praterie dell Allegato I dir 92/43 (numero di siti)

Lande, macchie, garighe e praterie 227 Lande secche europee 4030 Codici 31.2 (Lande secche europee) Classificazione paleartica Classificazione EUNIS 2002 < F4.2 Lande secche > F4.2/P-31.21 Lande sub-montane a Vaccinium - Calluna > F4.2/P-31.22 Lande sub-atlantiche a Calluna - Genista > F4.2/P-31.23 Lande atlantiche a Erica - Ulex > F4.2/P-31.24 Lande ibero-atlantiche a Erica - Ulex - Cistus > F4.2/P-31.25 Lande boreo-atlantiche a Erica cinerea Manuale d interpretazione EUR25 Descrizione: Lande mesofile o xerofile su suoli silicei, podzolici in climi umidi atlantici e sub-atlantici delle pianure e delle basse montagne dell Europa occidentale, centrale e settentrionale. Sono compresi i seguenti sottotipi: Pal., 31.21 Lande sub-montane a Vaccinium-Calluna. Calluno-Genistion pilosae p. (Vaccinion vitis-idaeae p.): Vaccinio myrtilli-callunetum s.l. Lande ricche di Vaccinium spp., usualmente con Calluna vulgaris, del Nord e dell Ovest delle Isole Britanniche, le aree Erciniche e le quote inferiori delle Alpi, dei Carpazi, i Pirenei e la Cordillera Cantabrica. Pal., 31.22 Lande sub-atlantiche a Calluna-Genista. Calluno-Genistion pilosae p. Basse lande a Calluna spesso ricche di Genista, per lo più delle pianure germanico-baltiche. Simili formazioni che si rinvengono nelle aree degli altopiani britannici, in zone montane di alte montagne del bacino mediterraneo ed aree adriatiche influenzate da elevate precipitazioni sono più convenientemente qui elencate. Pal., 31.23 Lande atlantiche a Erica-Ulex. Ulicenion minoris; Daboecenion cantabricae p.; Ulicion maritimae p. Lande ricche di ginestroni (Ulex) dei margini della regione Atlantica.

228 Atlante degli Habitat Pal., 31.24 Lande ibero-atlantiche a Erica-Ulex-Cistus. Daboecenion cantabricae p.; Ericenion umbellatae p., Ericenion aragonensis; Ulicion maritimae p.; Genistion micrantho-anglicae p. Lande dell Aquitania con cisti. Lande iberiche con numerose specie di eriche (in particolare Erica umbellata, Erica aragonensis), ginestra, cisti e spesso Daboecia. Quando i cisti e altre specie arbustive mediterranee diventano dominanti, esse dovrebbero essere classificate come macchie di sclerofille (Pal. 32). Pal., 31.25 Lande boreo-atlantiche a Erica cinerea. Piante: Pal., 31.21 - Vaccinium spp., Calluna vulgaris; Pal., 31.22 - Calluna vulgaris, Genista anglica, Genista germanica, Genista pilosa, accompagnate da Empetrum nigrum or Vaccinium spp.; Pal., 31.23 - Ulex maritimus, Ulex gallii, Erica cinerea, Erica mackaiana, Erica vagans; Pal., 31.24 - Erica umbellata, Erica aragonensis, Erica cinerea, Erica andevalensis, Cistus salvifolius, Calluna vulgaris; Pal., 31.25 - Erica cinerea. Distribuzione geografica L habitat è ampiamente diffuso sia sul settore alpico, sia su quello appenninico dal piano submontano a quello subalpino, prevalentemente nelle zone con condizioni climatiche ad elevata umidità atmosferica. Caratteri generali 4030 comprende numerosi aspetti dominati da specie arbustive diverse legate a condizioni edafiche e climatiche differenti. Tali aspetti rivestono ruoli differenti, per lo più di mantello o di orlo. Alcuni di essi sono pienamente rappresentativi rispetto alle indicazioni del manuale mentre altri ricadono nelle lande secche europee solo in base a una visione più ampia, condivisa comunque anche da altre istituzioni che utilizzano un criterio d interpretazione flessibile. Hanno fisionomia variabile, comprendendo arbusteti bassi e fitti come alcuni calluneti, arbusteti medio-alti (sino a circa 2 m) come alcuni ginestreti, boschetti e nuclei con alte erbe e individui arborescenti sparsi, orli ecc.. Le specie dominanti più caratterizzanti nei diversi aspetti sono soprattutto Calluna vulgaris, Erica cinerea, Genista pilosa, Spartium junceum, Coriaria myrtifolia, Cytisus sessilifolius, Cytisus scoparius, Salix caprea, Sorbus aria, Ulex europaeus, Corylus avellana, Populus tremula, Betula pendula. In senso lato sono comprese qui anche alcune neoformazioni d invasione su versanti terrazzati abbandonati molto dense e pressoché pure a Corylus. Il suolo è generalmente acido o decalcificato. Il clima con forti influenze atlantiche. La fauna ha una base comune e una componente diversificata in relazione alla specie vegetale dominante. Abbastanza frequenti sono i coleotteri carabidi, coccinellidi (Coccinella hieroglyphica), curculionidi (Strophosoma capitatum, Micrelus ericae), gli ortotteri acrididi (Chorthippus dorsatus, C. parallelus), gli imenotteri e i lepidotteri (molti dei quali nottuidi come Anarta myrtilli, Autophila cataphanes, Lycophotia porphyrea o geometridi come Chlorissa viridata, Operophtera brumata). Specie guida Piante Avenella flexuosa, Betula pendula., Calluna vulgaris, Chamaecytisus hirsutus, Coriaria myrtifolia, Corylus avellana, Cotinus coggygria, Cytisus scoparius, C. sessilifolius, Danthonia decumbens, Frangula alnus, Erica carnea, Erica cinerea, Genista germanica, G. pilosa, G. tinctoria, Hieracium pilosella, Juniperus commun, Luzula campestris, Molinia arundinacea, Populus tremula, Potentilla erecta, Pteridium aquilinum, Rubus ulmifolius, Rumex acetosella, Salix caprea, Sorbus aria, Spartium junceum, Ulex europaeus., Vaccinium myrtillus, Vaccinium vitis-idaea, Viola canina. Animali Coccinella hieroglyphica, Strophosoma capitatum, Micrelus ericae, Chorthippus dorsatus, C. parallelus, Anarta myrtilli, Autophila cataphanes, Lycophotia porphyrea, Chlorissa viridata, Operophtera brumata.

Lande, macchie, garighe e praterie 229 Sistema degli habitat elementari e riferimenti fitosociologici Gli habitat sono inquadrabili principalmente nelle classi Calluno-Ulicetea e Rhamno-Prunetea; in subordine si osservano aspetti riferibili ai Betulo-Populetalia tremulae: ÿ ÿ ÿ Lande secche riferibili ai Calluno-Ulicetea Lande secche submontane e montane riferibili a Genistion pilosae Lande basse (brughiere secondarie) a Genista pilosa, Calluna vulgaris, Erica carnea (Erico-Genistetum pilosae) Lande basse submontane secondarie a calluna e ginestra germanica (Calluno-Genistetum germanicae) Lande basse montane secondarie a mirtillo e calluna (Vaccinio-Callunetum) Lande basse secondarie di micro e meso-climi subatlantici con Erica cinerea dell Ulicion minoris Lande basse secondarie di micro e meso-climi subatlantici per lo più su substrati ofiolitici a Calluna vulgaris ed Erica cinerea (Calluno-Ericetum cinereae) Arbusteti alti e mantelli riferibili ai Rhamno-Prunetea Mantelli e arbusteti con vegetazione riferibile al Pruno-Rubion ulmifolii (escluse formazioni di orlo) Mantelli e arbusteti con vegetazione submesofila (serie della roverella o del carpino) riferibile all associazione Rubo ulmifolii-coriarietum myrtifoliae ß Mantelli e arbusteti a coriaria e carpino nero prevalentemente su suoli calcarei riferibili alla sottoassociazione Rubo ulmifolii-coriarietum myrtifoliae ostryetosum carpinifoliae Mantelli e arbusteti riferibili all associazione Pruno-Cotinetum coggygriae Altri habitat di mantelli e arbusteti riferibili Pruno-Rubion ulmifolii (escluse formazioni di orlo) Habitat con vegetazione riferibile al Cytision sessilifolii Mantelli e arbusteti con vegetazione riferibile all associazione Cytisio sessilifolii-coriarietum myrtifoliae ß Mantelli e arbusteti a coriaria ed erica arborea prevalentemente su suoli silicei riferibili alla sottoassociazione Cytisio sessilifolii-coriarietum myrtifoliae ericetosum arboreae Ginestreti meso-termofili riferibili all associazione Spartio juncei-ericetum arboreae Aggruppamenti a Cytisus sessilifolius Habitat con vegetazione riferibile al Sarothamnion scoparii Mantello meso-termofilo a ginestra dei carbonai riferibile all associazione Calluno-Sarothamnetum scopariae ß Habitat con vegetazione caratterizzata dalla sottoassociazione Calluno-Sarothamnetum scoparii ericetosum arboreae Altri habitat caratterizzati da ginestra dei carbonai (Sarothamnus scoparius) Mantelli e arbusteti con vegetazione riferibile al Sambuco-Salicion capreae Mantelli e arbusteti con dominanza di salicone (Salix caprea) Mantelli e arbusteti con dominanza di sorbo montano (Sorbus aria) Aspetti secondari a Ulex europaeus Arbusteti e mantelli riferibili ai Betulo pendulae-populetalia tremulae (Quercetea pubescenti-petraeae) Arbusteti e mantelli a nocciolo (Corylus avellana) riferibili al Corylo-Populion tremulae Arbusteti e mantelli a pioppo tremolo (Populus tremula) riferibili al Corylo-Populion tremulae Arbusteti e mantelli a betulla (Betula pendula)

230 Atlante degli Habitat Aspetti dinamici e potenzialità Ogni aspetto è l espressione della combinazione dei fattori edafici e climatici, ma anche di una storia dinamica propria, nonché delle attività antropiche che in taluni casi risalgono a tempi lontani. La particolare affermazione della componente legnosa è pressoché sempre connessa con l evoluzione della vegetazione, ma ciò può avvenire a seguito di scarso disturbo o come risposta di ripresa vegetativa al passaggio del fuoco. Localmente, laddove viene esercitata una intensa pressione a pascolo, i processi possono essere regressivi e indirizzati verso formazioni a copertura discontinua (gariga o prateria). A seconda delle condizioni stazionali (pendenza dei versanti, presenza di venti intensi e regolari, ricorrenza di incendi o pascolo, ecc) possono prevalere specie che permangono a lungo oppure specie preforestali fugaci. In alcuni casi come, per esempio in certi corileti, l evoluzione può risultare quasi bloccata dalla densa copertura del nocciolo che offre scarse possibilità di infiltrazione e affermazione ad altre latifoglie. In aree percorse dal fuoco l evoluzione può essere interrotta dall affermarsi della felce aquilina. Nella maggior parte dei casi, le lande riferibili a 4030 corrispondono ad aspetti secondari (mantelli e preboschi) che rientrano nelle serie dei boschi del Physospermo-Quercetum petraeae, del Lathyro-Quercetum cerridis, del Plagio-Ostryetum carpinifoliae, del Fagion sylvaticae. Rapporti con l utilizzo del territorio In Liguria le formazioni riferibili a 4030 si collocano per lo più in zone montane dove in passato erano maggiormente diffuse le attività rurali (pascolo in primo luogo) e il presidio del territorio. La cessazione o la contrazione di tali attività ha permesso la colonizzazione delle formazioni erbacee da parte della componente legnosa, camefitica e nanofanerofitica e l espansione di calluneti, ginestreti, mantelli e altri tipi di lande del 4030. Nel settore zootecnico questi aspetti vengono considerati negativamente come pascoli degradati, irrecuperabili o recuperabili solo con significativi e costosi interventi. Lande montane riferibili a 4030 sul Monte Zatta (foto S. Marsili).

Lande, macchie, garighe e praterie 231 Importanza Si tratta di habitat importanti soprattutto sotto il profilo ecologico, paesaggistico, culturale e didattico. Essenziale è il ruolo che essi svolgono nella ricostituzione del bosco e nella protezione dei versanti. Essi permettono inoltre lo svolgimento delle attività trofiche e riproduttive a diversi uccelli, piccoli mammiferi e invertebrati. Sotto il profilo economico, la diffusione dei diversi aspetti è invece considerata come un fattore di riduzione del ritorno economico nell ambito zootecnico. A livello locale un prodotto di importanza economica, seppur minima, può essere rappresentato dalle fronde di Pteridium e da altro materiale utilizzabile come strame. Alcuni aspetti (come a esempio quelli a Calluna) svolgono un ruolo favorevole per la produzione di mieli. Alcuni tipi di habitat del 4030 ospitano specie di particolare rilevanza fitogeografica a livello regionale, quali Coriaria myrtifolia, Cotinus coggygria, Ulex europaeus. Problematiche di conservazione Lo stato di conservazione è mediamente soddisfacente. Le superfici si sono lievemente ampliate, tuttavia alcuni degli esempi di calluneto meglio caratterizzati hanno subito localmente fenomeni di degrado per processi erosivi successivi a ripetuti incendi o sovrapascolo. Nel complesso, anche se in altri casi l evoluzione naturale indirizza le formazioni arbustive verso comunità boschive, si assiste a un sostanziale equilibrio fra processi evolutivi e regressivi. Le minacce maggiori sono comunque rappresentate dalla invasione di specie arboree o dalla distruzione da parte del fuoco. La vulnerabilità degli habitat 4030 è relativamente bassa. Le norme e gli strumenti di pianificazione vigenti, a eccezione di quelli derivanti direttamente dalla Direttiva 92/43, prestano scarsa attenzione alla conservazione delle formazioni arbustive privilegiando le comunità prative o boschive meglio utilizzabili per il pascolo e la selvicoltura. Stato di conservazione J K L n.v. N di siti 2 20 3 0 Importanza dei siti JJJ JJ J K L n.v. N di siti 0 0 6 16 3 0 Numero di siti della Rete Natura 2000 valutati in relazione allo stato di conservazione e alla loro importanza per l habitat. Tecniche di identificazione e valutazione L identificazione avviene mediante l osservazione della struttura della vegetazione e delle specie vegetali dominanti. Qualche difficoltà s incontra alle quote superiori nella distinzione fra 4030 e 4060. I parametri principali su cui basare la valutazione dello stato conservativo sono: ß il numero delle stazioni in cui è presente l habitat; ß l estensione dell habitat; ß la presenza e la consistenza delle specie caratteristiche più importanti; ß la presenza e la consistenza delle popolazioni di specie animali tipiche delle comunità arbustive; ß la consistenza di specie invasive quali Pteridium aquilinum. Indicazioni gestionali La conservazione degli habitat riferibili a 4030 avviene con una gestione equilibrata comprendente in primo luogo un moderato pascolo estensivo con carichi programmati e subordinatamente con interventi di sfalcio, taglio selettivo delle specie legnose forestali e/o uso controllato del fuoco. Tale gestione deve

232 Atlante degli Habitat riguardare comprensori sufficientemente ampi dove sia possibile mantenere a rotazione stadi arbustivi duraturi, stadi di transizione diversi, praterie e praterie arbustate. Obiettivi A livello regionale gli obiettivi sono ovunque di mantenimento, ma intesi nell ottica sopra esposta, cioè con un riferimento a una percentuale minima da calcolare su basi comprensoriali piuttosto che con un esatto riferimento topografico. Ciò evidenzia la necessità di maggiori impegni nella fase di pianificazione da concertare con portatori d interessi diversi, quali allevatori, cacciatori, selvicoltori. Una corretta pianificazione e un saggio utilizzo del pascolamento permetterebbero di evitare ricorrenti e costosi interventi di decespugliamento. Interventi Risulta essenziale: ß redigere piani di gestione adeguati al mantenimento dei diversi tipi di habitat riferibili a 4030 su comprensori sufficientemente ampi; ß sostenere economicamente e logisticamente attività rurali - in primo luogo il pascolo estensivo bovino o ovino - purché esercitate in forme compatibili con il mantenimento dell habitat; ß effettuare in via eccezionale eventuali interventi di sfalcio e decespugliamento selettivo per garantire la conservazione di aspetti di particolare rarità o importanza; ß effettuare eventuali diradamenti nelle formazioni di minore importanza conservativa quali i noccioleti densi favorendo l ingresso di altre latifoglie; ß monitorare lo stato conservativo e procedere a correzioni delle modalità gestionali in base ai dati acquisiti; ß vigilare sui comportamenti a garanzia del perdurare nel tempo degli esiti degli interventi. Trasferimento delle informazioni Occorrono diffuse azioni d informazione circa l importanza ecologica delle brughiere e degli stadi di transizione da rivolgere in primo luogo ai soggetti coinvolti nelle pratiche rurali della zootecnia e della selvicoltura. Monitoraggio Le tecniche di monitoraggio sono rappresentate soprattutto da: ß rilevamento fotografico da terra e da piattaforme aeree o satellitari e conseguente elaborazione delle immagini; ß censimento delle specie guid; ß valutazione della diffusione e della estensione delle superfici occupate dall habitat; ß valutazione delle attività umane; ß rilevamento fitosociologico. Ô Erica cinerea presso Giare dell Olio sul M. Beigua (foto S. Marsili).

Lande, macchie, garighe e praterie 233 Gli indici da calcolare possono essere: ß Variazione della superficie occupata dalle diverse tipologie riferibili all habitat 4030 (mq); ß Variazioni nella struttura verticale (% della copertura dei diversi strati legnosi); ß Dimensione e continuità delle tessere riferibili a 4030 (indice di frammentazione); ß Ricchezza specifica; ß Consistenza delle specie guida principali; ß Caratteristiche del suolo (ph e nutrienti in primo luogo). Il monitoraggio richiede controlli ogni cinque anni (periodo ridotto a due anni nei casi in cui si registrino situazioni di particolare rischio o stati di conservazione insoddisfacenti). Ricerca Nell ambito della ricerca di base è importante privilegiare: ß cartografia delle tessere occupate dalle diverse tessere riferibili a 4030; ß conoscenza delle caratteristiche pedologiche; ß conoscenza dei popolamenti faunistici; ß conoscenza dei rapporti fra attività zootecnica e mantenimento dell habitat; ß maggiore conoscenza sui processi dinamici della vegetazione e sulle possibilità di controllo degli stessi. Calluna vulgaris (foto M.G. Mariotti).

234 Atlante degli Habitat 4060 Lande alpine e boreali Codici 31.4 (Lande alpine e boreali) Classificazione paleartica Classificazione EUNIS 2002 = F2.2 Landa e arbusteto sempreverde alpino e subalpino > F2.2/P-31.41 Lande ventose a ericoidi nane delle Alpidi > F2.2/P-31.42 Lande acidocline a Rhododendron delle Alpidi > F2.2/P-31.43 Arbusteti a Juniperus nani della regione montane paleartica meridionale > F2.2/P-31.44 Lande a Empetrum Vaccinium delle alte montagne Alpigeniche > F2.2/P-31.45 Lande boreo-alpine e artiche > F2.2/P-31.46 Lande dei Bruckenthalia > F2.2/P-31.47 Lande ad Arctostaphylos uva-ursi e Arctostaphylos alpinus delle Alpidi > F2.2/P-31.48 Lande a Rhododendron hirsutum - Erica delle Alpidi > F2.2/P-31.49 Piccoli tappeti a Dryas octopetala > F2.2/P-31.4A Lande a Vaccinium nani delle alte montagne delle Alpidi > F2.2/P-31.4B Lande a Genista e Chamaecytisus delle alte montagne delle Alpidi Manuale d interpretazione EUR25 Descrizione: Formazioni a piccoli arbusti nani, prostrati delle zone alpine e sub-alpine delle montagne dell Eurasia dominate da specie di ericacee, Dryas octopetala, ginepri nani, ginestre; lande a Dryas delle Isole Britanniche e della Scandinavia. Sono compresi i seguenti sottotipi: Pal., 31.41 Lande ventose a ericoidi nane delle Alpidi. Loiseleurio-Vaccinion. Tappeto monostratificato con singolo strato di Loiseleuria procumbens, piante prostrate di Vaccinium spp. o altri piccoli

Lande, macchie, garighe e praterie 235 cespugli ericoidi prostrati, accompagnati da licheni, di località ad elevata ventosità, per lo più libere da neve, nella regione alpina delle alte montagne del sistema delle Alpi. Pal., 31.42 Lande acidocline a rododendro. Rhododendro-Vaccinion Lande dominate da Rhododendron spp.- su podzols acidi delle Alpi, Pirenei, Dinaridi, Carpazi, area Balcanica, area Pontica, Caucaso e sistema Himalayano, spesso con Vaccinium spp., talora con pini nani. Pal., 31.43 Arbusteto montano a ginepro nano. Juniperion nanae, Pino-Juniperion sabinae p., Pino-Cytision purgantis p. Formazioni usualmente dense di ginepri prostrati delle più alte quote delle montagne dell area paleartica meridionale. Pal., 31.44 Lande a Empetrum-Vaccinium di alta montagna. Empetro-Vaccinietum uliginosi. Lande nane dominate da Empetrum hermaphroditum, Vaccinium uliginosum, con Arctostaphylos alpina, Vaccinium myrtillus, Vaccinium vitis-idaea e licopodi (Huperzia selago, Diphasiastrum alpinum), muschi (Barbilophozia lycopodioides, Hylocomium splendens, Pleurozium schreberi, Rhythidiadelphus triquetrus) e licheni (Cetraria islandica, Cladonia arbuscula, Cladonia rangiferina, Cladonia stellaris, Cladonia gracilis, Peltigera aphthosa) della regione sub-alpina delle Alpi, Carpazi, Pirenei, Massiccio Centrale, Jura, Appennini settentrionali, caratteristiche di aree relativamente battute dal vento, stazioni libere dalla neve, in situazioni soggette al gelo che sono, comunque, in condizioni meno estreme di quelle prevalenti dove dominano le comunità dell habitat Pal. 31.41. diversamente dalle comunità dell habitat Pal. 31.41, quelle del Pal. 31.44 sono chiaramente bistratificate. Pal., 31.45 Lande boreo-alpine Lande alpine degli altopiani e delle isole della Scozia, lande alpine e delle pianure boreali dell Islanda, lande alpine delle montagne boreali, in particolare delle montagne della Scandinavia, degli Urali, delle montagne della Siberia, lande alpine delle montane dell estremo Oriente al limite della zona boreale o appena a Sud di questo, con Juniperus nana, Loiseleuria procumbens, Empetrum hermaphroditum, Arctostaphylos uva-ursi, Arctostaphylos alpina ed elementi della flora alpina. (Pal., 31.46 Lande dei Bruckenthalia: solo fuori dell Unione Europea.) Pal., 31.47 Lande a uva orsina delle Alpidi. Mugo-Rhodoretum hirsuti p., Juniperion nanae p., Piccoli tappeti di Arctostaphylos uva-ursi o Arctostaphylos alpina delle regioni alpine, sub-alpine e, localmente, montane, delle Alpi, Pirenei, Appennini centro-settentrionali, Dinaridi, Carpazi, area Balcanica, Rhodopidi (a Sud sino a Slavianka-Orvilos, il Menikion, il Pangeon, il Falakron e i Rhodopi), le montagne Moeso-Macedoniche (incluso Athos), le Pelagonidi (a Sud sino al confine delle aree greco-macedoni di Tzena, Pinovon e Kajmakchalan) e Olimpo, sulle montagne della Thessalia, per lo più su substrati calcarei. Pal., 31.48 Lande a rododendro irsuto e erica. Mugo-Rhodoretum hirsuti p. Lande di sostituzione forestale, formazioni sul margine della zona di limite dell albero e lande alpine o tappeti su suoli calcarei nelle Alpi e nelle Dinaridi, con Rhododendron hirsutum, Rhododendron intermedium, Rhodothamnus chamaecistus ed Erica carnea, spesso insieme con Clematis alpina, Daphne striata, Daphne mezereum, Globularia cordifolia, Arctostaphylos uva-ursi. Rhododendron hirsutum e, per lo più nelle Alpi Austriache, Erica carnea sono le specie più frequenti come dominanti; altri arbusti possono localmente ricoprire lo stesso ruolo. Facies dominate da Arctostaphylos spp. sono state comunque comprese in Pal. 31.47. Pal., 31.49 Tappeti di Dryas octopetala Lande nane costituite da tappeti di Dryas octopetala legnosa delle montagne paleartiche, delle regioni boreali e in avamposti isolati costieri dell Atlantico. Pal., 31.4A Lande a mirtilli nani delle alte montagne Lande nane dominate da Vaccinium della regione sub-alpina delle montagne meridionali, in particolare, dell Appennino centro-settentrionale, la regione Balcanica, le Ellenidi, l area Pontica e il Caucaso, con Vaccinium myrtillus, Vaccinium uliginosum s.l., Vaccinium vitis-idaea e, localmente, Empetrum nigrum. Essi sono più ricche in specie prative che nelle comunità di Pal. 31.44 e spesso acquisiscono l aspetto di prateria alpina con arbusti nani. Vaccinium myrtillus gioca anche un ruolo di specie maggiormente dominante, in luogo di Vaccinium uliginosum e Empetrum hermaphroditum. Pal., 31.4B Lande a ginestre delle alte montagne Lande di specie di bassa taglia di Genista spp. o Chamaecytisus spp. delle regioni sub-alpina, alpina inferiore o montana delle alte montagne nemorali meridionali, in particolare delle Alpi meridionali, gli Appennini, le Dinaridi, i Carpazi meridionali, la regione Balcanica, le montagne Moeso-Macedoniche, le Pelagonidi, il Pindus settentrionale, le Rhodopidi, le montagne della Thessalia. Piante: Pal., 31.41 - Loiseleuria procumbens, Vaccinium spp.; Pal., 31.42 - Rhododendron ferrugineum; Pal., 31.44 - Empetrum hermaphroditum, Vaccinium uliginosum; Pal., 31.45 - Juniperus nana, Loiseleuria procumbens, Empetrum hermaphroditum, Arctostaphylos uva-ursi, Arctostaphylos alpina; in Fennoscandia anche Betula nana, Cassiope tetragona, Cornus suecica, Juniperus communis, Phyllodoce caerulea, Vaccinium myrtillus e Cladonia alpestris; Pal., 31.47 - Arctostaphylos uva-ursi, Arctostaphylos alpina; Pal., 31.48 - Rhododendron hirsutum, Rhododendron intermedium, Rhodothamnus chamaecistus and Erica carnea; Pal., 31.49 - Dryas octopetala; Pal., 31.4A - Vaccinium myrtillus, Vaccinium uliginosum s.l., Vaccinium vitis-idaea; Pal., 31.4B - Genista radiata, Genista holopetala, Genista hassertiana, Chamaecytisus eriocarpus, Chamaecytisus absinthioides.

236 Atlante degli Habitat Distribuzione geografica L habitat è presente principalmente nel settore alpico e localmente in quello appenninico (Val d Aveto) alle quote più elevate. Caratteri generali Con il codice 4060 si distinguono tre categorie differenti di habitat con vegetazione sempreverde a struttura basso arbustiva e scarsa componente erbacea: i rodoreti e vaccinieti, i ginepreti e i ginestreti nani e alcune pseudogarighe altomontane e subalpine. Essi si rinvengono su substrati silicei, calcarei o ofiolitici generalmente a quote superiori a 1500 m. I suoli sono per lo più poco evoluti, talora costituiti da pietraie e altri accumuli detritici. I rodoreti e vaccinieti sono legati a suoli acidi o acidificati su versanti in prevalenza freschi e soggetti a innevamento più o meno prolungato. Si presentano con una copertura basso arbustiva (40-80 cm) densa e pressoché continua. In alcuni casi partecipano a mosaici o aspetti misti con boschi di larice o praterie subalpine. Le specie caratterizzanti sono Rhododendron ferrugineum, Vaccinium myrtillus, V. gaultherioides. I rodoreti sono presenti solo in alcune aree del settore alpico (Orsino, 1972), mentre i vaccinieti si rinvengono anche alle quote maggiori dell Appennino (Monte Antola e Alta Val d Aveto) e sono riferibili ad aspetti impoveriti dell Hyperico richeri-vaccinietum gaulterioidis (Pirola e Corbetta, 1975). In entrambi i settori, sui substrati calcarei, si osservano esempi dominati da Erica carnea anch essi riferibili a 4060. Aspetti a bassa quota sulle ofioliti del gruppo di Voltri con Daphne cneorum non sembrano essere riferibili all habitat 4060 anche se questa specie in altri settori della catena alpina è presente proprio nei rodoreti e in altre simili formazioni basso arbustive. I ginepreti nani, presenti sia sulle Alpi, sia sull Appennino, hanno una copertura molto densa, un altezza fra 30 e 60 cm e una composizione paucispecifica, dominata da Juniperus nana. Fitosociologicamente connessi a questi ginepreti, ma con una copertura meno continua e ben distinti fisionomicamente, troviamo i ginestreti a Genista radiata e i vaccinieti altoappenninici del Monte Antola e della Val d Aveto, con Vaccinium spp. e Hypericum richeri, simili, ma più poveri di quelli descritti per altre zone altoappenniniche, Limitati al settore delle Alpi liguri si osservano pseudogarighe discontinue caratterizzate da Genista cinerea e Lavandula angustifolia che possono scendere a quote notevolmente inferiori rispetto alle altre formazioni del 4060, in contesti submediterranei. Le due specie si presentano ora singolarmente e ora insieme, non di rado accompagnate da Euphorbia spinosa e da una componente erbacea significativa. Meno frequenti sono comunità dominate da Thalictrum foetidum, anch esse con carattere relativamente più termofilo, osservabili sia nel settore alpico, sia, più di rado, in quello appenninico. Relativamente alla fauna le foglie di mirtillo sono brucate dalle larve di un imenottero (Pristiphora mollis); tra i lepidotteri che frequentano i vaccinieti troviamo soprattutto licenidi (Callophrys rubi) e geometridi (Chloroclysta citrata, Entephria caesiata, Eulithis populata, E. testata, Hydriomena furcata). Specie guida Piante Achnatherum calamagrostis, Daphne cneorum (?), Erica carnea, Hypericum richeri, Genista cinerea, G. radiata, Huperzia selago, Juniperus nana, Lavandula angustifolia, Lilium pomponium, Rhododendron ferrugineum, Rosa pendulina, Senecio doronicum, Sesleria coerulea, Thalictrum foetidum, Vaccinium gaultherioides, V. myrtillus, V. vitis-idaea, Valeriana tripteris Animali Pristiphora mollis, Callophrys rubi, Chloroclysta citrata, Entephria caesiata, Eulithis populata, E. testata, Hydriomena furcata. Sistema degli habitat elementari e riferimenti fitosociologici Gli habitat sono inquadrabili principalmente nelle alleanze del Rhododendro-Vaccinion e del Juniperion nanae; altri aspetti rientrano invece nell ordine degli Ononidetalia striatae:

Lande, macchie, garighe e praterie 237 ÿ Habitat con vegetazione riferibile al Rhododendro-Vaccinion Habitat alpini acidofili ascrivibili al Rhododendro ferruginei-vaccinion myrtilli Rodoreti alpini riferibili all associazione Vaccinio-Rhododendretum ferruginei Habitat alpini calcicoli acidoclini ascrivibili all Ericion carneae Habitat con vegetazione riferibile all associazione Ericetum herbaceae Vaccinieti altoappenninici Habitat con vegetazione riferibile all associazione Hyperico richeri-vaccinietum gaultheriodis Altri vaccinieti altoappenninici ÿ Habitat con vegetazione riferibile al Juniperion nanae Ginepreti nani alpini Ginepreti nani altoappenninici Habitat con ginestreti bassi alpini e altoappenninici Lande basse alpiche, montane e sopramontane a Genista radiata Lande basse appenniniche montane e sopramontane a Genista radiata ÿ Lande basse e pseudogarighe supra- e oro-mediterranee riferibili agli Ononidetalia striatae Lande aperte e pseudogarighe di ginestre non spinose riferibili al Lavandulo angustifoliae-genistion cinereae Lande aperte basse, alpine e subalpine (non mediterranee) riferibili all associazione Euphorbio spinosae-genistetum cinereae Comunità oromediterranee, non spinose, riferibili all associazione Thalictro foetidi-senecietum doronici Stadio di colonizzazione di sfasciume di roccia con Genista radiata, riferibili a 4060 in Val d Aveto (foto S. Marsili).

238 Atlante degli Habitat Aspetti dinamici e potenzialità In Liguria il carattere degli habitat riferibili a 4060 è essenzialmente secondario e legato alla eliminazione dei boschi di conifere a larice, abete bianco, abete rosso, pino silvestre, pino uncinato, localmente anche faggio, per l attività pastorale. I processi dinamici si collocano pertanto principalmente nelle serie del Vaccinio-Piceion e secondariamente del Fagion. Nelle situazioni maggiormente soggette al vento e dove le condizioni edafiche sono più difficili, con litosuoli, le lande alpine e subalpine possono rappresentare stadi permanenti. Altrove svolgono un ruolo di prebosco che precede la diffusione del larice o di altre conifere nel settore alpico o del faggio alle quote minori di entrambi i settori. I processi evolutivi sono comunque sempre molto lenti. Si osservano contatti seriali e catenali con le praterie a Festuca paniculata, Bellardiochloa variegata (=Poa violacea), Nardus stricta dei Caricetalia curvulae e Nardetalia o con aspetti discontinui ad Astragalus sempervirens, Helictotrichon sempervirens, H. sedense, Festuca costei degli Astragaletalia sempervirentis. Rapporti con l utilizzo del territorio In Liguria le formazioni riferibili a 4060 sono proprie di zone altomontane e subalpine soggette o potenzialmente soggette al pascolo, ma di un certo interesse anche per il turismo estivo e invernale. Importanza In Liguria, diversi degli aspetti di 4060 rivestono notevole importanza fitogeografica per la rarità e la collocazione ai limiti meridionali della loro distribuzione, a diretto contatto con la regione mediterranea. Notevole è l importanza paesaggistica per l impronta alpina che essi conferiscono e per il contributo cromatico nel periodo di fioritura di alcune delle specie dominanti (rododendro, ginestre, erica). Il ruolo ecologico per la fauna è essenziale: numerose specie tutelate dalle direttive comunitarie o rare a livello regionale dipendono in misura diversa dalla presenza delle lande subalpine e altomontane; fra queste si evidenzia il gallo forcello (Tetrao tetrix). La protezione dei versanti nei confronti dei processi erosivi esercitata dalle lande subalpine è significativa. L importanza economica per il pascolo dipende dal grado di continuità della copertura arbustiva, ma è in genere mediocre. Solo le formazioni rade a Genista cinerea potrebbero rivestire un interesse maggiore per il pascolo ovicaprino. Una certa importanza può essere attribuita ai vaccinieti per la raccolta di mirtilli selvatici. Problematiche di conservazione Lo stato di conservazione è mediamente soddisfacente. La vulnerabilità dell habitat 4060 è di livello medio e la resilienza medio-elevata. Si ritiene che le superfici occupate siano lievemente in espansione. Stato di conservazione J K L n.v. N di siti 0 7 0 0 Importanza dei siti JJJ JJ J K L n.v. N di siti 0 0 5 2 0 0 Numero di siti della Rete Natura 2000 valutati in relazione allo stato di conservazione e alla loro importanza per l habitat. Localmente si osservano tuttavia aspetti di degrado e condizioni di rischio derivanti da infrastrutture connesse con il turismo invernale (attività sciistiche). Salvo situazioni puntuali, l impatto del pascolo è minimo e, anzi, talora positivo. L evoluzione naturale verso formazioni boschive è talmente lenta che raramente costituisce un problema per la conservazione delle lande subalpine e altomontane.

Lande, macchie, garighe e praterie 239 Una certa apprensione potrebbero destare interventi di decespugliamento intesi a favorire l avifauna, che tuttavia, potrebbero anch essi incidere minimamente se eseguiti su superfici ridotte e tutelando le fitocenosi più rare e più ricche di specie. Tecniche di identificazione e valutazione L identificazione avviene mediante l osservazione della struttura della vegetazione e delle specie vegetali dominanti. Qualche difficoltà s incontra alle quote inferiori e soprattutto nel settore appenninico nella distinzione tra 4030 e alcuni aspetti più xerotermofili a Genista cinerea riferibili al codice 5330. I parametri principali su cui basare la valutazione dello stato conservativo sono: ß il numero delle stazioni in cui è presente l habitat; ß l estensione dell habitat; ß la presenza e la consistenza delle specie caratteristiche più importanti; ß la ricchezza di specie; ß la presenza e la consistenza delle popolazioni di specie animali più tipiche. Indicazioni gestionali La conservazione delle lande riferibili a 4060 avviene con una gestione equilibrata che può comprendere un moderato pascolo estensivo con carichi programmati e subordinatamente, alle quote inferiori, con interventi di sfalcio e taglio selettivo delle specie legnose forestali. Tale gestione deve riguardare comprensori sufficientemente ampi dove sia possibile mantenere a rotazione stadi arbustivi duraturi, stadi di transizione diversi, praterie e praterie arbustate. Obiettivi A livello regionale gli obiettivi sono ovunque di mantenimento. Per certi aspetti più diffusi, questi possono essere intesi con un riferimento a una percentuale ottimale da calcolare su basi comprensoriali piuttosto che con un esatto riferimento topografico. Per altri aspetti di maggiore rilevanza scientifica occorre definire obiettivi più rigorosi di conservazione a una scala di dettaglio puntuale. Quanto sopra evidenzia la necessità di maggiori impegni nella fase di pianificazione da concertare con portatori d interessi diversi, quali allevatori e cacciatori. Interventi Una corretta pianificazione e un moderato pascolamento permetterebbero il raggiungimento degli obiettivi. Risulta pertanto essenziale: ß redigere piani di gestione adeguati al mantenimento dei diversi tipi di habitat riferibili a 4060 su comprensori ampi, ma con una visione multiscala; apple Vaccinieto sul Monte Antola (foto S. Marsili).

240 Atlante degli Habitat ß sostenere economicamente e logisticamente il pascolo estensivo bovino (localmente ovicaprino per le formazioni a lavanda e ginestra cinerina), purché esercitato in forme compatibili col mantenimento dell habitat, in primo luogo mediante limitazioni del carico; ß effettuare in via eccezionale eventuali interventi di sfalcio e decespugliamento selettivo per garantire la conservazione di aspetti di particolare rarità o importanza; ß stabilire norme rigide di conservazione che evitino una destinazione d uso inappropriata per la conservazione degli habitat; ß monitorare lo stato conservativo e procedere a correzioni delle modalità gestionali in base ai dati acquisiti; ß vigilare sui comportamenti a garanzia del perdurare nel tempo degli esiti degli interventi. Trasferimento delle informazioni Occorrono diffuse azioni d informazione circa l importanza ecologica e l utilità nella conservazione dei versanti delle lande subalpine e altomontane da rivolgere in primo luogo ai soggetti coinvolti nelle pratiche rurali della zootecnia, della gestione della fauna selvatica e della pianificazione e gestione del territorio. Monitoraggio Le tecniche di monitoraggio sono rappresentate soprattutto da: ß rilevamento fotografico da terra e da piattaforme aeree o satellitari e conseguente elaborazione delle immagini; ß censimento delle specie guida; ß valutazione della diffusione e della estensione delle superfici occupate dall habitat; ß valutazione delle attività umane; ß rilevamento fitosociologico. Gli indici da calcolare possono essere: ß Variazione della superficie occupata dalle diverse tipologie riferibili all habitat 4060 (mq); ß Dimensione e continuità delle tessere riferibili a 4060 (indice di frammentazione); ß Ricchezza specifica; ß Consistenza delle specie guida principali; ß Presenza di contatti seriali e catenali; ß Caratteristiche del suolo (ph, nutrienti e attività biologica in primo luogo). Il monitoraggio richiede controlli ogni tre anni (periodo ridotto a due anni nei casi in cui si registrino situazioni di particolare rischio o stati di conservazione insoddisfacenti). Ricerca Nell ambito della ricerca di base è importante privilegiare: ß cartografia delle aree occupate dalle tessere riferibili ai diversi tipi di 4060; ß conoscenza delle caratteristiche pedologiche; ß conoscenza delle caratteristiche microclimatiche; ß conoscenza dei popolamenti faunistici; ß conoscenza dei rapporti fra attività zootecnica e mantenimento dell habitat; ß maggiore conoscenza fitosociologica con attenzione ai processi dinamici della vegetazione e sulle possibilità di controllo degli stessi.

Lande, macchie, garighe e praterie 241 Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose 4090 Codici 31.7 (Lande spinose) Classificazione paleartica Classificazione EUNIS 2002 < F7.4 Lande spinose > F7.4/P-31.71 Lande spinose dei Pirenei > F7.4/P-31.72 Lande spinose della Cordillera > F7.4/P-31.73 Lande spinose della Sierra Nevada > F7.4/P-31.74 Lande spinose franco-iberiche > F7.4/P-31.75 Lande spinose cirno-sarde > F7.4/P-31.76 Lande spinose dell Etna > F7.4/P-31.77 Lande spinose delle Madonie e degli Appennini > F7.4/P-31.78 Lande spinose ad Astragalus selvatico elleno-balcaniche > F7.4/P-31.79 Lande spinose oro-mediterranee elleniche > F7.4/P-31.7A Lande spinose alti-mediterranee elleniche > F7.4/P-31.7B Lande spinose cretesi > F7.4/P-31.7C Lande spinose sommitali dell Egeo > F7.4/P-31.7D Lande spinose a Genista acanthoclada elleniche meridionali > F7.4/P-31.7E Lande spinose ad Astragalus sempervirens > F7.4/P-31.7F Lande a pulvini delle Canarie Manuale d interpretazione EUR25 Descrizione: Lande a cuscini primarie delle alte montagne aride delle regioni mediterranea e irano-turanica, con arbusti bassi spesso spinosi con forma pulvinata, come Acantholimon, Astragalus, Erinacea, Vella, Bupleurum, Ptilotrichum, Genista,

242 Atlante degli Habitat Echinospartum, Anthyllis e varie composite e labiate; lande a cuscini secondarie, zoogeniche delle stesse regioni, tutte le formazioni, sia estese alla base di versanti sia di alte quote, dominate dalla stessa specie o specificatamente montane o steppiche, spesso dominate da specie del genere Genista nella regione mediterranea. Sono escluse lande a cuscini delle pianure termo-mediterranee (33) e quelle dei deserti e semideserti (7). Sono compresi i seguenti sottotipi: Pal., 31.71 Lande spinose pirenaiche. Junipero-Genistetum horridae. Formazioni ad Echinospartum horridum di versanti aridi della zona supra-mediterranea dei Pirenei; compagne dei densi, pulvini spinosi sono: Juniperus hemisphaerica, Buxus sempervirens, Ononis fruticosa, Arctostaphylos uva-ursi ssp. crassifolia e Pinus sylvestris. Pal., 31.72 Lande spinose della Cordillera. Cytiso oromediterranei-echinospartetum barnadesii, Echinosparto pulviniformis-cytisetum oromediterranei, Teucrii salviastri-echinospartetum pulviniformis, Genisto hystricis-echinospartetum lusitanici Formazioni della Cordillera Centrale e aree adiacenti dominate da diverse forme di Echinospartum Pal., 31.73 Lande spinose della Sierra Nevada. Erinacetalia p., Lavandulo-Genistion boissieri p. Formazioni spinose molto sviluppate della Sierra Nevada con Erinacea anthyllis, Vella spinosa, Astragalus sempervirens ssp. nevadensis, Astragalus granatensis ssp. granatensis (Astragalus boissieri), Ptilotrichum spinosum, Bupleurum spinosum, Genista baetica. Formazioni suffruticose nane associate delle zone alte di versante e delle creste. Pal., 31.74 Lande spinose franco-iberiche Lande spinose oro-mediterranee e montane di altre aree iberiche e della Francia meridionale. Pal., 31.75 Lande spinose cirno-sarde. Carici-Genistetalia (Carlinetalia macrocephalae) Cespuglieti compatti di taglia larga o ridotta, con Astragalus sirinicus ssp. genargenteus, Rosa seraphini, Anthyllis hermanniae, Thymus herba-barona, Cerastium boissieri, Genista salzmannii, Genista corsica, Berberis aetnensis, Prunus prostrata e Daphne oleoides, delle montagne sarde e corse. Pal., 31.76 Lande spinose dell Etna. Astragaletum siculi Formazioni di colonizzazione della lava con pulvini di Astragalus granatensis ssp. siculus, Berberis aetnensis, Juniperus hemisphaerica, Genista aetnensis, Adenocarpus bivonae, Viola aethnensis. Pal., 31.77 Lande spinose delle Madonie e degli Appennini Lande spinose costituite da Astragalus spp. o Genista spp., delle montagne del Sud della penisola italiana e della Sicilia, ad eccezione dell Etna. Pal., 31.78 Lande spinose ad Astragalus silvatiche elleno-balcaniche Lande spinose che occupano situazioni periferiche all areale principale delle comunità delle lande spinose alti- e oro-mediterranee delle alte montagne elleniche (Pal. 31.79 e 31.7A), per lo più dominate da Astragalus angustifolius, caratteristiche, in particolare, di radure zoogene in foreste delle montagne della Grecia meridionale e delle regioni di irradiazione delle comunità mediterranee in colline e montagne della zona mesiaca. Pal., 31.79 Lande spinose oro-mediterranee elleniche. Daphno-Festucetea: Eryngio-Bromion p. Lande spinose sviluppate su suoli rendziniformi relativamente ricchi di humus al limite dell albero o al di sopra di esso, nella fascia altitudinale di 1700-2200 m delle alte montagne della Grecia; facies di landa spinosa delle praterie associate; formazioni simili impoverite che discendono negli ambiti forestali delle stesse montagne, ad eccezione di quelle del Peloponneso, dove sono sostituite da formazioni distinte, elencate come Pal. 31.78. Pal., 31.7A Lande spinose alti-mediterranee elleniche. Daphno-Festucetea: Astragalo-Seslerion Formazioni arbustive delle alte montagne del Peloponneso, delle principali montagne delle Grecia meridionale e del sistema tessalico dell Olimpo, che colonizzano la fascia altitudinale immediatamente sopra a quella occupata dalle comunità del Pal. 31.79, così come i versanti rocciosi con suoli superficiali, pietraie mobili e suoli privi di humus nella fascia altitudinale principale di 1700-2200 m di queste comunità. Sono comprese vere lande spinose, formazioni a pulvini di suffrutici nani e facies dominate da cespugli di praterie denudate. Specie caratteristiche sono: Astragalus angustifolius, Acantholimon androsaceum, Astragalus lacteus, Convolvulus cochlearis, Rindera graeca, Aster alpinus, Globularia stygia, Minuartia stellata, Erysimum pusillum, Thymus teucrioides, Alyssum kionae, Paronychia kapela, Thymus hirsutus, Anthyllis aurea, Achillea ageratifolia, Sideritis scardica, Linum flavum, Thymus boissieri, Sesleria caerulans. Pal., 31.7B Lande spinose cretesi. Saturejetea spinosae Lande spinose delle alte montagne di Creta, nella fascia altitudinale di 1500-2500 m, con Astragalus creticus ssp. creticus, Astragalus angustifolius, Acantholimon androsaceum, Atraphaxis billardieri, Berberis cretica, Chamaecytisus creticus, Daphne oleoides, Prunus prostrata, Euphorbia acanthothamnos, Verbascum spinosum, Sideritis syriaca, Satureja spinosa, Asperula idaea, Rhamnus prunifolius, Pimpinella tragium, Acinos alpinus. Pal., 31.7C Lande spinose sommitali dell Egeo Lande spinose per lo più sommitali, isolate, ricche di endemismi, delle montagne calcaree delle isole dell Egeo e del Monte Athos. Pal., 31.7D Lande spinose elleniche meridionali a Genista acanthoclada Formazioni dominate da arbusti emisferici di Genista acanthoclada di quote medie (circa 800-1200 m) delle montagne e dell altopiano del Peloponneso.