CORSO DI CONTABILITA E BILANCIO II

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Università degli Studi di Parma CORSO DI CONTABILITA E BILANCIO II I crediti, i debiti e i fondi per rischi e oneri Università degli Studi di Parma I crediti 1

I crediti Definizione e riferimenti Definizione: I crediti costituiscono il diritto a esigere determinate somme da soggetti identificati ad una data scadenza Riferimenti legislativi e professionali nazionali Artt. 2424 e 2426 n. 8 Codice Civile OIC 15 OIC 1 3 I crediti La classificazione in bilancio I crediti trovano accoglimento nell attivo dello stato patrimoniale e sono classificati in base al criterio distintivo in base al quale gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni IMMOBILIZZAZIONI (VOCE B.III.2) a) verso imprese controllate; b) verso imprese collegate; c) verso controllanti; d) verso altri. ATTIVO CIRCOLANTE (VOCE C.II.) 1. verso clienti; 2. verso imprese controllate; 3. verso imprese collegate; 4. verso controllanti; 4-bis) crediti tributari 4-ter) imposte anticipate 5. verso altri. 4 2

I crediti - La classificazione nei principi contabili 1. ORIGINE Crediti generatisi in ragione di ricavi derivanti da operazioni di gestione caratteristica; Crediti sorti per prestiti e finanziamenti concessi Crediti sorti per altre ragioni 2. NATURA DEL DEBITORE Si veda la classificazione di bilancio 3. SCADENZA A breve scadenza A media-lunga scadenza 5 I crediti - Valutazione I crediti sono valutati al presumibile valore di realizzazione in sede di redazione del bilancio d esercizio si deve procedere alla stima dei rischi di inesigibilità e accantonare a fondo svalutazione crediti la quota relativa alla perdita di inesigibilità stimata il fondo di svalutazione crediti è portato a diretta riduzione dei crediti cui si riferisce 6 3

I crediti - L accantonamento per rischi su crediti Procedimento analitico Procedimento sintetico 1. Analisi dei singoli crediti e determinazione delle perdite presunte 2. Stima delle ulteriori perdite valutate in base all esperienza e di altri elementi utili 3. Valutazione indici di anzianità dei crediti 4. Riferimento a condizioni economiche generali di settore e di Paese Stima forfetaria attraverso l applicazione di formule all ammontare complessivo dei crediti prendendo a riferimento determinate % sulle vendite o sui crediti 7 I crediti - Cessione di crediti I crediti possono essere ceduti nella forma pro-soluto nella forma pro-solvendo - il credito viene rimosso dallo stato patrimoniale del cedente - a conto economico si iscrive la differenza tra la somma ricevuta e il valore originario d iscrizione del credito - Metodo consigliato - Metodo consentito 8 4

I crediti - Esempio di cessione di crediti L azienda cede crediti per Euro 250.000 e la società di factor accredita Euro 240.000 1. Cessione pro-soluto e metodo consigliato nella cessione pro-solvendo Diversi a Crediti verso clienti 250.000 Banca c/c 240.000 Sconti per cessione crediti 10.000 Cessione pro-solvendo (metodo consentito) Diversi a Debiti verso factor 250.000 Banca c/c 240.000 Sconti per cessione crediti 10.000 Debiti verso factor a Crediti verso clienti 250.000 250.000 9 I crediti - Principi Contabili Internazionali Documenti di riferimento: IAS 18 (Ricavi) IAS 32 (Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio e informazioni integrative) IAS 39 (Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione) IFRS 7 (Strumenti finanziari: informazioni integrative) Classificazione: IAS 1 crediti commerciali e altri crediti crediti correnti e non correnti 10 5

I crediti - Principi Contabili Internazionali Classificazione: a) Attività finanziarie al fair value rilevato a conto economico b) Attività disponibili per la vendita c) Finanziamenti e crediti CATEGORIA DI CREDITO RILEVAZIONE INIZIALE VALUTAZIONI SUCCESSIVE a) Fair Value Fair Value b) Fair Value + costi di transazione Fair Value c) Fair Value + costi di transazione Costo ammortizzato c) a breve termine Fair Value + costi di transazione Fair Value + costi di transazione 11 Università degli Studi di Parma I debiti 6

I debiti Definizione e riferimenti Definizione: I debiti rappresentano obbligazioni a pagare determinati ammontari ad una data stabilita Riferimenti legislativi e professionali nazionali Artt. 2424 Codice Civile OIC 19 OIC 1 13 I debiti Classificazione in bilancio e valutazione I debiti trovano accoglimento nel passivo dello stato patrimoniale e sono classificati in base alla natura del debitore ed alla scadenza DEBITI (VOCE D) 1. Obbligazioni 2. Obbligazioni convertibili 3. Debiti verso soci per finanziamenti 4. Debiti verso fornitori 5. Debiti rappresentati da titoli di credito 6. Debiti verso imprese controllate 7. Debiti verso imprese collegate 8. Debiti verso controllanti 9. Debiti tributari 10. Debiti verso banche 11. Debiti verso istituti di previdenza ed assistenza sociale 12. Debiti verso altri finanziatori I debiti sono valutati al valore nominale, al netto di eventuali sconti commerciali 13. Altri debiti 14 7

I debiti I prestiti obbligazionari I prestiti obbligazionari sono inizialmente contabilizzati al valore nominale e l eventuale differenza rispetto al minor prezzo di emissione (disaggio di emissione) è da imputarsi in un apposito conto dell attivo e da ripartirsi su più anni in base al piano di ammortamento del prestito Le spese di emissione e di collocamento possono essere capitalizzate e ammortizzate nel corso della durata del prestito Il debito per obbligazioni deve corrispondere all ammontare del debito residuo in linea capitale risultante alla data di bilancio, secondo il piano di rimborso stabilito al momento dell emissione 15 I debiti I prestiti obbligazionari convertibili in azioni I prestiti obbligazionari convertibili in azioni sono titoli di credito che offrono al sottoscrittore la possibilità di chiedere il rimborso dell obbligazione sottoscritta ovvero la facoltà di chiedere la conversione del titolo in azioni. 16 8

I debiti Verso banche, altri finanziatori e soci Debiti verso banche Somme dovute ad istituti di credito per capitale, interessi e oneri accessori, esigibili e maturati alla data di bilancio Debiti verso altri finanziatori Debiti concessi da soggetti diversi da banche, soci o consociate Debiti verso soci per finanziamenti Finanziamenti concessi dai soci all azienda per i quali è previsto il rimborso (in particolare v. art. 2467 c.c.) 17 I debiti Acconti e debiti verso fornitori Acconti Anticipi e caparre ricevute da clienti per la fornitura di beni e servizi; somme ricevute a fronte di lavori in corso su ordinazione. Debiti verso fornitori Debiti derivanti dall acquisizione di beni e di servizi al netto di sconti commerciali e rettifiche di fatturazione Per i debiti con scadenza a lungo termine: necessità di scorporo interessi passivi impliciti 18 9

I debiti Verso consociate, tributari e altri Debiti verso consociate Somme dovute a controllate, controllanti e collegate di natura commerciale e finanziaria (n.b. art. 2497 bis c.c.) Debiti tributari Debiti certi per tributi dovuti dall azienda (al netto di acconti versati, ritenute d acconto subite, imposte portate a nuovo e crediti d imposta) Debiti verso altri Categoria residuale, da utilizzarsi per quei debiti che non hanno trovato collocazione nelle voci precedenti (ad esempio debiti verso amministratori, debiti verso il personale) 19 I debiti - Principi Contabili Internazionali Documenti di riferimento: IAS 32 (Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio e informazioni integrative) IAS 39 (Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione) Classificazione: IAS 1 debiti commerciali e altri debiti passività finanziarie passività correnti e non correnti 20 10

I debiti - Principi Contabili Internazionali Classificazione: a) Passività finanziarie al fair value rilevato a conto economico b) Passività originate dall impresa CATEGORIA DI DEBITO RILEVAZIONE INIZIALE VALUTAZIONI SUCCESSIVE a) Fair Value Fair Value b) Fair Value + costi di transazione Costo ammortizzato b) a breve termine Fair Value + costi di transazione Fair Value + costi di transazione 21 Università degli Studi di Parma I fondi per rischi e oneri e il TFR 11

I fondi per rischi e oneri Definizione e riferimenti Definizione: I fondi per rischi e oneri includono gli accantonamenti destinati a coprire perdite o debiti con natura determinata, esistenza certa o probabile e di ammontare e data di sopravvenienza indeterminati alla data di chiusura dell esercizio Riferimenti legislativi e professionali nazionali Artt. 2424 Codice Civile OIC 19 23 I fondi - La classificazione nella prassi FONDI SPESE FONDI RISCHI Componenti negative di reddito certe nel verificarsi e incerte nell importo Componenti negative di reddito incerte nel verificarsi e nell importo Incertezza di dover pagare una somma Alla data di chiusura del bilancio l importo definitivo non è ancora noto e deve essere stimato 24 12

I fondi Classificazione in bilancio I fondi trovano accoglimento nel passivo dello stato patrimoniale. B) FONDI PER RISCHI E ONERI 1. Per trattamento di quiescenza e obblighi simili 2. Per imposte, anche differite 3. Altri C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO 25 I fondi diverse tipologie I fondi di quiescenza e obblighi simili Accantonamenti che l azienda effettua per corrispondere in futuro indennità di fine rapporto o pensioni integrative a propri collaboratori I fondi per imposte Passività per imposte probabili aventi ammontare o data di sopravvenienza indeterminati; accantonamenti per imposte differite I fondi per oneri Passività certe, stimate nell importo e correlate a componenti dell esercizio in chiusura ma che avranno manifestazione numeraria negli esercizi successivi 26 13

I fondi - Esempio di accantonamento al fondo per rischi e oneri Gli amministratori della società Alfa S.p.A., nell effettuare le scritture di assestamento al 31.12.X, stimano di dover effettuare uno stanziamento a fondo rischi di Euro 25.000 per una causa in corso con un dipendente licenziato dalla medesima società. Nell esercizio successivo (esercizio X+1), alla luce dell evolversi della causa, i legali stimano l importo da dover presumibilmente corrispondere al dipendente in Euro 20.000. Ipotizziamo i diversi scenari di chiusura della causa: 1 vittoria della società; 2 soccombenza della società e obbligo di versare al dipendente Euro 20.000; 3 soccombenza della società e obbligo di versare al dipendente Euro 15.000; 4 soccombenza della società e obbligo di versare al dipendente Euro 30.000. Gli amministratori dovranno eseguire le seguenti rilevazioni contabili: - Esercizio X: si imputano Euro 25.000 a CE nella voce accantonamenti per rischi (voce B.12) e come contropartita si accredita la medesima somma ai fondi per rischi e oneri. - Esercizio X+1: occorre ridurre lo stanziamento operato precedentemente di Euro 5.000. A tal fine si rileva a CE una sopravvenienza attiva di tipo ordinario per Euro 5.000 e si storna la medesima somma dal fondo per rischi e oneri alimentato nell esercizio precedente. 27 I fondi - Esempio di accantonamento al fondo per rischi e oneri Esercizio di chiusura della lite: a seconda dell ipotesi di chiusura della lite si configurano diverse rilevazioni contabili, che vengono di seguito elencate. 1. Se la società vince la causa occorre stornare per l intero importo accantonato il fondo rischi (Euro 20.000) e rilevare a conto economico una sopravvenienza attiva di pari importo. 2. Se la società perde la causa ed è obbligata al versamento di una somma esattamente pari a quella precedentemente stimata, occorrerà stornare il fondo per rischi per l intero importo (Euro 20.000), rilevando al contempo un debito verso il dipendente per Euro 20.000. 3. Se la società perde la causa ma è obbligata al versamento di una somma inferiore a quella precedentemente stimata, occorrerà stornare il fondo per rischi precedentemente appostato per l intero importo (Euro 20.000), rilevando al contempo un debito verso il dipendente per Euro 15.000; la differenza tra il debito e il fondo stornato (euro 5.000) va imputata alla voce sopravvenienze attive. 4. Se la società perde la causa ma è obbligata al versamento di una somma superiore a quella precedentemente stimata, occorrerà stornare il fondo per rischi precedentemente appostato per l intero importo (Euro 20.000), rilevando al contempo un debito verso il dipendente per Euro 30.000; la differenza tra il debito e il fondo stornato (euro 10.000) va imputata alla voce sopravvenienze passive. 28 14

I fondi Categorie di fondi per oneri Fondo garanzia prodotti Fondo manutenzione ciclica Fondo per buoni sconto e concorsi a premio Fondo manutenzione e ripristino beni gratuitamente devolbibili e dei beni dell azienda ricevuta in affitto Fondo per costi per lavori su commessa Fondo per copertura perdite di società partecipate Fondo recupero ambientale Fondi per prepensionamento e ristrutturazioni aziendali Fondo per indennità suppletiva di clientela 29 Il trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato Art. 2120 codice civile: A fronte delle indennità spettanti al personale dipendente in forza di legge o di contratto al momento della cessazione del rapporto di lavoro subordinato deve essere esposto nello stato patrimoniale un correlato debito denominato TFR Riferimenti legislativi e professionali nazionali Artt. 2424 Codice Civile (voce B.III.2. Stato Patrimoniale) OIC 19 30 15

I fondi per rischi e oneri - Principi Contabili Internazionali Documento di riferimento: IAS 37 (Accantonamenti, passività e attività potenziali) Classificazione: Passività probabili accantonamento Passività potenziali no accantonamento Condizioni per classificazione quali passività probabili: esistenza di obbligazione attuale legale o implicita alla data di bilancio; l adempimento dell obbligazione comporterà l impiego di risorse economiche; possibilità di effettuare una stima attendibile. 31 I fondi per rischi e oneri - Principi Contabili Internazionali (esempio) Un impresa vende impianti fornendo garanzia ai propri clienti circa la copertura dei costi da sostenersi a fronte della riparazione di qualsiasi difetto di fabbricazione che viene a manifestarsi nei dodici mesi successivi all acquisto. Nel caso in cui venissero rinvenuti difetti di bassa rilevanza in tutti gli impianti venduti, i costi di riparazione ammonterebbero a una cifra pari a 800.000; se venissero rinvenuti difetti più rilevanti in tutti i prodotti venduti, i costi di riparazione ammonterebbero a 1.800.000. Sulla base dell esperienza passata dell impresa e delle aspettative future stimate dai tecnici aziendali, si stima che, per l anno successivo, il 70% dei beni venduti non presenterà difetti, il 25% dei beni venduti presenterà piccoli difetti e il 5% dei beni venduti presenterà, invece, grandi difetti. In conformità con le disposizioni dello IAS 37, l impresa deve valutare la probabilità di un onere per le obbligazioni connesse alle garanzie nel suo insieme. Il valore atteso dei costi di riparazione è: (70% per zero) + (25% per 800.000) + (5% per 1.800.000) = 290.000 Se si sta valutando una singola obbligazione, il risultato individuale più probabile può essere la migliore stima della passività. Tuttavia, persino in questo caso, l impresa deve considerare altri possibili risultati. Laddove altri possibili risultati sono per la maggior parte superiori o inferiori al risultato più probabile, la migliore stima sarà l importo superiore o inferiore. Per esempio, se un impresa deve correggere un grave errore commesso nella costruzione di un importante impianto per un committente, la specifica stima più probabile può essere di accantonare un costo di 1.000 quale costo del primo tentativo di riparazione, ma deve essere effettuato un accantonamento per un ammontare superiore se vi è una rilevante probabilità che saranno necessari ulteriori interventi. 32 16

Il TFR - Principi Contabili Internazionali Premessa: il TFR non trova analoghe fattispecie in alcun Paese UE Documento di riferimento: IAS 19 (Benefici per i dipendenti) Valutazione: L importo già maturato deve essere prima proiettato nel futuro per stimare l ammontare che dovrà essere corrisposto dall impresa al momento della risoluzione del rapporto di lavoro e poi attualizzato per tenere conto del tempo che trascorrerà fino al pagamento effettivo. 33 Università degli Studi di Parma Le operazioni in valuta estera 17

Le operazioni in valuta Riferimenti Riferimenti legislativi e professionali nazionali OIC n. 1 D. Lgs. n. 6/2003 D. Lgs. n. 310/2004 Nuovi artt. 2424, 2425 bis e 2426 n.8-bis del Codice Civile Distinzione tra: a) Attività e passività in valuta diverse dalle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie costituite da partecipazioni b) Immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie costituite da partecipazioni in valuta Introduzione voce C.17-bis c.c. del CE utili e perdite su cambi 35 Le operazioni in valuta Rilevazione iniziale I ricavi e i proventi, i costi e gli oneri relativi ad operazioni in valuta devono essere determinati al cambio corrente alla data nella quale la relativa oeprazione è compiuta. (art. 2425-bis 2 comma c.c.) i corrispondenti debiti e crediti sono rilevati inizialmente al tasso di cambio vigente nel momento in cui l operazione è effettuata 36 18

Le operazioni in valuta Rilevazione successiva: attività e passività diverse dalle immobilizzazioni Le attività e le passività in valuta, ad eccezione delle immobilizzazioni, devono essere iscritte al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell esercizio e i relativi utili e perdite su cambi devono essere imputati al conto economico e l eventuale utile netto deve essere accantonato in apposita riserva non distribuibile fino al realizzo. (art. 2426 n. 8-bis c.c.) 1. rilevare a CE gli utili e le perdite su cambi realizzati con riferimento ad operazioni che si sono concluse nel corso dell esercizio; 2. in sede di scritture di assestamento del bilancio, adeguare il credito non ancora incassato o il debito non ancora pagato al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell esercizio, rilevando a CE gli utili e le perdite derivanti dalle differenze valutative che si generano rispetto agli importi originariamente iscritti; 3. adeguare o accendere la riserva non distribuibile sulla base dell eventuale eccedenza di utili su perdite di cambio. 37 Le operazioni in valuta Esempio 1 attività e passività diverse dalle immobilizzazioni Operazioni in valuta sorte nell esercizio in chiusura Nel corso dell esercizio si rileva: - un debito verso fornitori in valuta per 10.000 dollari; il tasso di cambio corrente euro/dollaro è pari a 1/0,96; - un credito verso clienti in valuta per 20.000 dollari; il tasso di cambio corrente euro/dollaro è pari a 1/1,20. Al termine dell esercizio il debito non è stato pagato ed il credito non è stato incassato. Alla data di chiusura dell esercizio le operazioni sopra indicate rientrano dunque nella categoria delle attività e passività in valuta diverse dalle immobilizzazioni e devono essere convertite al tasso di cambio a pronti rilevato a fine esercizio; a tale data il tasso di cambio euro/ dollaro è di 1/1,25. Si procede alla determinazione dell utile o della perdita su cambi da iscrivere in bilancio. 38 19

Le operazioni in valuta Esempio 1 attività e passività diverse dalle immobilizzazioni DEBITO Importo in valuta = 10.000 dollari Valore iniziale iscritto in contabilità = 10.000/0,96 = 10.416,67 euro Tasso di cambio al 31.12 = 1/1,25 Valore da iscrivere in bilancio al 31.12 = 10.000/1,25 = 8.000,00 euro Differenza = 2.416,67 euro = utile su cambi CREDITO Importo in valuta = 20.000 dollari Valore iniziale iscritto in contabilità = 20.000/1,20 = 16.666,67 euro Tasso di cambio al 31.12 = 1/1,25 Valore da iscrivere in bilancio al 31.12 = 20.000/1,25 = 16.000,00 euro Differenza = 666,67 euro = perdita su cambi Al 31.12 si rileva dunque un utile netto su cambi pari a 1.750,00 (differenza algebrica fra utile e perdita su cambi = 2.416,67-666,67), da imputare a conto economico nella voce C. 17-bis. 39 Le operazioni in valuta Esempio 2 attività e passività diverse dalle immobilizzazioni Operazioni in valuta sorte negli esercizi precedenti all esercizio in chiusura Nell anno 2006 viene iscritto un debito in valuta per euro 15.625 a fronte un debito in dollari per 15.000 Anno Importo iscritto Tasso di cambio euro/dollaro Nel corso del 2006 debito per 15.625 1/0,96 31.12.2006 debito per 15.789,47 1/0,95 31.12.2007 debito per 13.636,36 1/1,1 Al 31.12.2007 si rileva un utile su cambi pari a 15.789,47 13.636,36 = 2.153,11 40 20

Le operazioni in valuta Esempio 3 accantonamento a riserva utili su cambi 1. Utile di esercizio superiore all utile netto su cambi non realizzato Utile netto su cambi non realizzato 100 Utile d esercizio 150 Risultato effettivo (Utile d esercizio Utile netto su cambi non realizzato) Ammontare da accantonare a riserva legale 7,5 Ammontare da accantonare a riserva per utili su cambi 100 Quota di utile liberamente distribuibile 42,5 50 La scrittura da effettuare in sede di destinazione dell utile dell esercizio è la seguente: Utile d esercizio a Diversi 150 Riserva legale 7,5 Riserva utili su cambi 100 Riserva utili a nuovo 42,5 41 Le operazioni in valuta Esempio 3 accantonamento a riserva utili su cambi 2. Utile di esercizio inferiore all utile netto su cambi non realizzato Utile netto su cambi non realizzato 150 Utile d esercizio 100 Risultato effettivo (Utile d esercizio Utile netto su cambi non realizzato) Ammontare da accantonare a riserva legale 5 Ammontare da accantonare a riserva per utili su cambi 95 Quota di utile liberamente distribuibile 0 (50) La scrittura da effettuare in sede di destinazione dell utile dell esercizio è la seguente: Utile d esercizio a Diversi 100 Riserva legale 5 Riserva utili su cambi 95 42 21

Le operazioni in valuta Esempio 3 accantonamento a riserva utili su cambi 3. Conseguimento di una perdita d esercizio Utile netto su cambi non realizzato 200 Utile d esercizio (100) Risultato effettivo (Utile d esercizio Utile netto su cambi non realizzato) Ammontare da accantonare a riserva legale 0 Ammontare da accantonare a riserva per utili su cambi 0 Quota di utile liberamente distribuibile 0 (300) L utile netto su cambi non realizzato risulta interamente assorbito dalla perdita effettiva conseguita dalla società; non è dunque necessario accantonare alcuna somma alla riserva utili su cambi. 43 Le operazioni in valuta Esempio 3 accantonamento a riserva utili su cambi 4. Conseguimento di una perdita su cambi Perdite su cambi 100 Utile d esercizio 500 Riserva per utili su cambi 200 Poiché la rideterminazione dell importo imputabile a utile o perdite su cambi ha portato alla rilevazione di una perdita su cambi, la riserva accantonata nei precedenti esercizi può essere interamente liberata. La scrittura contabile sarà la seguente: Riserva utili su cambi a Riserva libera 200 200 44 22

Le operazioni in valuta Rilevazione successiva: immobilizzazioni in valuta Le immobilizzazioni in valuta materiali immateriali e finanziarie costituite da partecipazioni rilevate al costo devono essere iscritte al tasso di cambio al momento dell acquisto o a quello inferiore alla data di chiusura dell esercizio se la riduzione del cambio è giudicata durevole Esempio: Nell anno 2005 l impresa acquista un macchinario negli Stati Uniti al prezzo di 50.000 dollari (controvalore in euro al momento dell acquisto 45.454,55, tasso di cambio euro/ dollaro pari a 1/1,1). A fine esercizio si possono realizzare due scenari: non si riscontra alcuna perdita di valore : il macchinario resta iscritto in bilancio per un importo pari a euro 45.454,55. si riscontra un tasso di cambio inferiore a quello storico e la riduzione è giudicata durevole (euro/dollaro pari a 1/1,3): il macchinario deve essere iscritto sulla base del tasso di cambio vigente alla fine dell esercizio, quindi per euro 38.461,54. 45 Le operazioni in valuta - Principi Contabili Internazionali Documento di riferimento: IAS 21 (Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere) Rilevazione iniziale: Le operazioni valuta devono essere registrate inizialmente applicando all importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra la valuta funzionale e la valuta estera in vigore alla data dell operazione. Valuta dell ambiente economico prevalente in cui l impresa opera 46 23

Le operazioni in valuta - Principi Contabili Internazionali Rilevazione successiva Al termine di ogni esercizio, gli elementi patrimoniali denominati in valuta estera devono essere contabilizzati come segue: gli elementi monetari sono convertiti al tasso di cambio corrente alla data di chiusura dell esercizio; gli elementi monetari valutati al costo storico sono mantenuti al tasso di cambio in essere alla data dell operazione; gli elementi non monetari valutati al fair value sono convertiti utilizzando il tasso di cambio alla data in cui il fair value era stato determinato. Se si rileva una differenza tra il tasso di cambio utilizzato nella rilevazione iniziale e il tasso di cambio in vigore alla data del suo regolamento ne deriva una differenza di cambio 47 Le operazioni in valuta - Principi Contabili Internazionali Rilevazione successiva - segue Regola generale: le differenze di cambio così emerse devono essere imputate a conto economico nell esercizio in cui hanno origine. Le differenze di cambio che si generano in relazione a elementi di natura non monetaria, vengono contabilizzate nel patrimonio netto nell esercizio in cui sorgono, se gli utili e le perdite relative a tali elementi sono contabilizzati direttamente nel patrimonio netto; quando l utile o la perdita degli elementi non monetari (ad. esempio di impianti e macchinari) sono rilevati a conto economico, ciascun componente di cambio di tale utile o perdita deve essere parimente rilevato nel conto economico. 48 24