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Transcript:

1) Sommario 1) Sommario 2 2) Premessa 3 3) Fase di analisi 3 4) Fase di sintesi/valutazione 3 5) Fase di proposta 3 6) Elenco documenti costituenti lo studio 4 7) Quadro di riferimento programmatico 4 8) Inquadramento meteo-climatico 5 9) Classificazione sismica del territorio ed aspetti normativi 8 10) Pericolosità sismica locale 11 Premessa 11 Analisi di 1 LIVELLO 11 Analisi di II LIVELLO 14 Analisi di III LIVELLO 26 11) Fase di sintesi e valutazione 27 12) Vincoli paesistici, idrogeologici, idraulici e di difesa del suolo sovracomunali 28 13) Fase di proposta - fattibilità geologica per le azioni di piano 30 14) Classificazione e declassificazione di aree 33 15) Bibliografia 38 2

2) Premessa Il presente studio è redatto in conformità ai criteri formulati con DGR n. 1566/05 "Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T." ed aggiornati con DGR n. 7374/08. Il comune di Val di Nizza è dotato di studio geologico conforme ai criteri attuativi della l.r. 41/97 pertanto il presente documento aggiorna esclusivamente lo studio esistente (realizzato a cura del Geol. Giorgio Negrini) valutando la componente sismica (Tavola 4.3), estende la carta di fattibilità all'intero territorio comunale (Tavole D, D1, D2, D3, D4, D5, e D6) ed aggiorna le carte di sintesi (Tavola 4.1), dei vincoli (Tavola 4.2) ai contenuti della pianificazione sovraordinata. Ai sensi dell Allegato 13 alla DGR n. 7374/08 Tabella 2 - Individuazione dei comuni compresi nella d.g.r. 11 dicembre 2001, n. 7/7365 che hanno concluso l iter di cui all art. 18 delle N.d.A. del PAI, il risulta aver concluso l Iter (5.3) e risulta aver aggiornato il PAI. 3) Fase di analisi La fase di analisi è stata condotta sulla base di ricerche storiche e bibliografiche, inquadramento ed analisi delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, idrauliche e sismiche del territorio comunale al fine della definizione della Carta di Pericolosità Sismica Locale (PSL). 4) Fase di sintesi/valutazione Tale fase è definita tramite la carta dei Vincoli che individua le limitazioni d uso del territorio derivanti da normative in vigore di contenuto prettamente geologico e la carta di Sintesi che propone una zonazione del territorio in funzione dello stato di pericolosità geologico-geotecnico e della vulnerabilità idraulica ed idrogeologica. 5) Fase di proposta Tale fase è definita attraverso la redazione della carta della fattibilità geologica delle azioni di piano e delle norme geologiche di piano. Al fine di garantire omogeneità ed obiettività nelle valutazioni di merito tecnico tale fase prevede modalità standardizzate di assegnazione della classe di fattibilità agli ambiti omogenei per pericolosità geologica e geotecnica e vulnerabilità idraulica ed idrogeologica individuati nella fase di sintesi. Alle classi di fattibilità individuate sono stati 3

sovrapposti gli ambiti soggetti ad amplificazione sismica locale che non concorrono a definire la classe di fattibilità, ma ai quali è associata una specifica normativa che si concretizza nelle fasi attuative delle previsioni del Piano di Governo del Territorio. Sono state utilizzate 3 classi di fattibilità geologica (nel territorio comunale non sono state individuate aree a classe di Fattibilità I) con grado di rischio differente in conformità a quanto indicato dalla normativa regionale, nonché 13 sottoclassi, di cui 4 per la classe III e 9 per la classe IV come specificato al capitolo 13. 6) Elenco documenti costituenti lo studio Documento Nome Scala Territorio interessato Carta di Sintesi Tavola 4.1 1:10.000 Comunale Carta dei Vincoli Tavola 4.2 1:10.000 Comunale Carta della Pericolosità Tavola 4.3 1:10.000 Comunale sismica Locale Carta della Fattibilità Tavola 4.4 1:10.000 Comunale Carta della Fattibilità Tavola 4.4.1 1:2.000 Sant Albano Molino Cassano Carta della Fattibilità Tavola 4.4.2 1:2.000 Nizza - Molino Nuovo Rivarolo - Casa Schiavo - Monticelli - Casarasco Carta della Fattibilità Tavola 4.4.3 1:2.000 Casa Ponte - Pratolungo - Paravello Carta della Fattibilità Tavola 4.4.4 1:2.000 Poggio Ferrato Carta della Fattibilità Tavola 4.4.5 1:2.000 Oramala - Pragaglia Spessa - Mossago Carta della Fattibilità Tavola 4.4.6 1:2.000 Montacuto Norme Geologiche di Elaborato 4.5 Comunale Attuazione Relazione Illustrativa Elaborato 4.6 Comunale 7) Quadro di riferimento programmatico Legge regionale 11 marzo 2005 n. 12 Legge regionale. 7 del 5 febbraio 2010 Legge regionale n. 12 del 22 febbraio 2010 4

DGR n. 7374/08 - Aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT DGR n. 1566/05 - Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica idrogeologica e sismica del PGT DGR n. 40996/99 - Legende di riferimento per la predisposizione della cartografia dello studio geologico NTC (2008) Norme Tecniche per le Costruzioni. DM 14 gennaio 2008, Gazzetta Ufficiale, n. 29 del 4 febbraio 2008, Supplemento Ordinario n. 30, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma Circolare 2 febbraio 2009 n. 617 Istruzioni per l applicazione delle Nuove norme tecniche per le costruzioni di cui al DM 14 gennaio 2008. Gazzetta Ufficiale, n. 47 del 26 febbraio 2009, Supplemento Ordinario n. 27, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma. 8) Inquadramento meteo-climatico Il clima lombardo a grande scala è controllato da diversi fattori: la natura del rilievo, la continentalità della valle Padana, l umidità proveniente dal Mediterraneo e dalle correnti atlantiche di Nord Ovest. Le condizioni climatiche padane sono sostanzialmente di tipo continentale, con inverni rigidi ed estati calde, elevata umidità specie nelle zone con più ricca idrografia, nebbie frequenti specie in inverno, piogge piuttosto limitate e relativamente ben distribuite durante tutto l anno; la ventosità è ridotta e frequenti sono gli episodi temporaleschi estivi. In generale la quantità di pioggia che cade nella stagione estiva è superiore a quella invernale anche se più irregolarmente distribuita. In autunno il clima è caratterizzato dall ingresso sull area padana di intense perturbazioni e le piogge che ne derivano sono in genere di rilevante entità. In complesso la distribuzione annuale delle precipitazioni nell area a clima padano presenta due massimi, uno principale in autunno (ottobre - novembre) ed uno secondario in primavera (maggio - giugno). Si riportano di seguito i valori medi relativi all umidità temperatura e pioggia totale riferiti alla stazione meteo installata presso l Istituto Tecnico Agrario Statale C. Gallini di Voghera. 5

Umidità relativa Temperatura ( C) Pioggia totale Anno (%) Media min. Media max (mm) 1993 72,35 7,21 17,44 837,6 1994 73,15 8,43 17,96 985,2 1995 71,6 7,20 17,31 860,2 1996 71,69 7,38 16,49 991,0 1997 67,71 7,73 18,48 737,6 1998 67,8 7,24 18,27 455,6 1999 68,4 7,74 17,93 727,4 2000 71,0 8,54 18,40 834,8 2001 69,2 8,56 18,23 521,2 2002 72,0 8,69 18,28 840,8 2003 64,8 8,73 19,42 490,6 2004 69,0 8,72 18,37 591,1 2005 68,8 7,90 17,82 597,4 2006 69,1 8,63 18,74 642,8 2007 67,7 8,66 19,63 630,6 2008 70,5 8,95 18,65 908,6 Tabella 1 Valori di umidità relativa temperatura pioggia 6

La Tabella 2 riassume i dati anemometrici rilevati dalla stazione situata a Voghera presso l Ist. Tec. Agrario C. Gallini e si riferiscono in particolare al periodo 1993 2008. VENTO Anno velocità max (km/h) direzione prevalente 1993 80,05 N 1994 112,75 NE 1995 82,58 N 1996 62,14 NE 1997 82,91 S 1998 72,64 S 1999 2000 2001 77,03 NE 2002 77,04 2003 73,08 S 2004 65,49 E 2005 55,44 NE 2006 70,93 N 2007 70,93 N 2008 74,89 S Tabella 2 Velocità e direzione dei venti Dall analisi dei dati in possesso è possibile evidenziare che la direzione prevalente dei venti ha due componenti principali una con direzione prevalente NNE e una con direzione prevalente S e con velocità max superiore a 70 km/h 7

9) Classificazione sismica del territorio ed aspetti normativi Il panorama legislativo in materia sismica è regolato dalle normative nazionali ovvero dalla OPCM n 3274/2003 che è entrata in vigore dal 25 ottobre 2005 e dalle NTC 2008. La classificazione sismica del territorio Nazionale considera sismico tutto il territorio definendo mediante la Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale,espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferiti ai suoli rigidi. In relazione alla pericolosità sismica, il territorio nazionale è stato suddiviso in quattro classi con livelli decrescenti di pericolosità in funzione a quattro differenti valori di accelerazione orizzontale massima al suolo a g475, ossia quella riferita al 50 percentile, ad una vita di riferimento di 50 anni e ad una probabilità di superamento del 10% riferiti a suoli rigidi caratterizzati da Vs 30 > 800 m/s. 8

L appartenenza ad una delle quattro zone viene stabilita rispetto alla distribuzione sul territorio dei valori di ag 475 con una tolleranza di 0.025g. ZONA 1 AG475 0.25G Zona 2 0.25g < ag475 0.15g Zona 3 0.15g < ag475 0.05g Zona 4 ag475 < 0.05g 9

Il territorio del comune di Val di Nizza in base alla OPCM n 3274 del 20/03/2003 e n 3316 del 2/10/ 2003 e alla DGR n 14964 del 7 novembre 2003 Classificazione sismica dei comuni della Regione Lombardia è stato classificato in zona sismica 3 (0.15 < PGA 0.05). Per quanto riguarda la massima intensità macrosismica Imax (che rappresenta una misura degli effetti che il terremoto ha prodotto sull uomo, sugli edifici e sull ambiente) si fa riferimento alla classificazione del GNDT (Gruppo Nazionale per la Difesa dei Terremoti). Nella figura successiva sono riportati, per il territorio lombardo i valori di intensità macrosismica MCS. La pericolosità, la classificazione sismica e la magnitudo di riferimento del comune di Val di Nizza sono pertanto le seguenti Accelerazione massima al suolo (normativa) 0.15g < ag 475 0.05g Zona sismica zona 3 (sismicità bassa) Intensità macrosismica Imax = 8 Magnitudo media M = 4.77* * Convenzione INGV-DPC 2004 2006 - Progetto S1 - Mappe interattive di pericolosità sismica 10

10) Pericolosità sismica locale Premessa Si specifica a questo proposito, che, ai sensi del D.M. 14 gennaio 2008, la determinazione delle azioni sismiche in fase di progettazione non è più valutata riferendosi ad una zona sismica territorialmente definita, bensì sito per sito, secondo i valori riportati nell Allegato B al citato D.M.; la suddivisione del territorio in zone sismiche (ai sensi dell OPCM 3274/03) individua, pertanto, unicamente l ambito di applicazione dei vari livelli di approfondimento in fase pianificatoria. La pericolosità sismica locale del comune di Val di Nizza è stata valutata sulla base della metodologia di analisi indicata ALLEGATO 5 della DGR n. 7374/08 - Analisi e valutazione degli effetti sismici di sito in Lombardia finalizzate alla definizione dell aspetto sismico nei P.G.T. Tale metodologia prevede tre diversi livelli di approfondimento, considerando tuttavia che il comune di Val di Nizza ricade in zona sismica 3, in fase di pianificazione urbanistica è obbligatorio eseguire analisi di 1 e 2 livello, questo ultimo solo negli scenari PSL Z3 e PSL Z4 interferenti con l urbanizzato e l urbanizzabile. Zona sismica 2-3 Zona sismica 4 Livelli di approfondimento e fasi di applicazione 1 livello 2 livello 3 livello fase pianificatoria fase pianificatoria fase progettuale Nelle zone PSL Z3 e Z4 se -Nelle aree indagate con il 2^ livello interferenti con urbanizzato quando Fa calcolato > valore soglia obbligatorio e urbanizzabile, ad comunale; -Nelle zone PSL Z1e Z2. esclusione delle aree obbligatorio già inedificabili Nelle zone PSL Z3 e Z4 solo per edifici strategici e rilevanti di nuova previsione (elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n. 19904/03) -Nelle aree indagate con il 2^ livello quando Fa calcolato > valore soglia comunale; -Nelle zone PSL Z1 e Z2 per edifici strategici e rilevanti. PSL = Pericolosità Sismica Locale Analisi di 1 LIVELLO Consiste in un approccio di tipo qualitativo; esso costituisce lo studio propedeutico ai successivi eventuali livelli di approfondimento ed è finalizzato alla definizione della pericolosità sismica locale (PSL) sulla base degli Scenari di pericolosità sismica locale di seguito riportati. 11

Sigla SCENARIO PERICOLOSITA SISMICA LOCALE EFFETTI Z1a Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Z1b Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti Instabilità Z1c Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Z2 Zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti (riporti poco addensati, depositi altamente compressibili, ecc.) Zone con depositi granulari fini saturi Cedimenti e/o liquefazioni Zona di ciglio H > 10 m (scarpata, bordo di cava, Z3a nicchia di distacco, orlo di terrazzo fluviale o di natura antropica, ecc.) Amplificazioni topografiche Z3b Zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo: appuntite -arrotondate Zona di fondovalle e di pianura con presenza di Z4a depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi Zona pedemontana di falda di detrito, conoide Z4b Amplificazioni litologiche e alluvionale e conoide deltizio-lacustre geometriche Zona morenica con presenza di depositi Z4c granulari e/o coesivi (compresi le coltri loessiche) Z4d Zone con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluvio-colluviale Zona di contatto stratigrafico e/o tettonico tra Comportamenti differenziali Z5 litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse Sulla base di tale procedura sul territorio comunale sono stati individuati 7 scenari di pericolosità sismica locale PSL (carta C) Z1a Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Z1b Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti Z1c Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Z3b Zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo appuntite - arrotondate Z4a Zona di fondovalle e di pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi Z4d Zone con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluvio-colluviale Z5 Zona di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse 12

L analisi di I livello è un metodo empirico che trova le basi nella continua e sistematica osservazione diretta degli effetti prodotti dai terremoti. Il metodo, empirico, ha permesso l individuazione delle zone ove i diversi effetti prodotti dall azione sismica sono, con buona attendibilità, prevedibili, sulla base di osservazioni geologiche e sulla raccolta dei dati disponibili, quali la cartografia topografica di dettaglio, la cartografia geologica e dei dissesti e i risultati di indagini geognostiche, geofisiche e geotecniche già svolte. Lo studio è consistito pertanto nella raccolta dei dati esistenti e nella redazione di un apposita cartografia, carta della pericolosità sismica locale (PSL), basata sulle carte geologica e geomorfologica, atta a riportare la perimetrazione areale delle situazioni tipo Z1, Z2, Z4 e gli elementi lineari delle situazioni tipo Z3, Z5, in grado di determinare gli effetti sismici locali In particolare sono stati evidenziati per lo scenario Z3b la linea di cresta sommitale, per lo scenario Z5 il limite di contatto tra i litotipi individuati, per gli scenari Z1 i fenomeni e per lo scenario Z4a le aree di fondovalle. La carta della pericolosità sismica locale così redatta ha rappresentato e rappresenta il riferimento per l applicazione dei successivi livelli di approfondimento in ambito pianificatorio e/o progettuale: - il 2 livello ha permesso la caratterizzazione semiquantitativa degli effetti di amplificazione sismica attesi e l individuazione, nell ambito degli scenari qualitativi suscettibili di amplificazione (zone Z3 e Z4), di aree in cui la normativa nazionale risulta sufficiente o insufficiente a tenere in considerazione gli effetti sismici; - il 3 livello permetterà in fase progettuale, sia la caratterizzazione quantitativa degli effetti di amplificazione sismica attesi per le sole aree in cui la normativa nazionale risulta inadeguata, sia la quantificazione degli effetti di instabilità dei versanti (zone Z1). Non è stata necessaria la valutazione quantitativa, a livelli di approfondimento maggiore, dello scenario inerente le zone di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisicomeccaniche molto diverse (zone Z5), in quanto tale scenario esclude la possibilità di costruzioni a cavallo dei due litotipi. In fase progettuale tale limitazione può essere rimossa qualora si operi in modo tale da avere un terreno di fondazione omogeneo. 13

Analisi di II LIVELLO Il secondo livello si rende obbligatorio, in quanto il comune di Val di Nizza ricade in zona sismica 3, negli scenari PSL, individuati attraverso l analisi di 1 livello, suscettibili di amplificazioni sismiche morfologiche e litologiche (zone Z3 e Z4) interferenti con l urbanizzato e/o con le aree di espansione urbanistica. La procedura per l analisi di II livello consiste pertanto in un approccio di tipo semiquantitativo e fornisce la stima quantitativa della risposta sismica dei terreni in termini di valore di Fattore di amplificazione (Fa); lo studio è stato condotto con metodi quantitativi semplificati, validi per la valutazione delle amplificazioni litologiche e morfologiche ed è utilizzato per zonare l area di studio in funzione del valore di Fa. Il valore di Fa si riferisce agli intervalli di periodo tra 0.1-0.5 s e 0.5-1.5 s: i due intervalli di periodo nei quali viene calcolato il valore di Fa sono stati scelti in funzione del periodo proprio delle tipologie edilizie presenti più frequentemente nel territorio regionale; in particolare l intervallo tra 0.1-0.5 s si riferisce a strutture relativamente basse (max 5 piani), regolari e piuttosto rigide, mentre l intervallo tra 0.5-1.5 s si riferisce a strutture più alte e più flessibili. La procedura di 2 livello ha fornito, per gli effetti litologici, valori di Fa per entrambi gli intervalli di periodo considerati, mentre per gli effetti morfologici solo per l intervallo 0.1-0.5 s: questa limitazione è causata dall impiego, per la messa a punto della scheda di valutazione, di codici di calcolo di tipo bidimensionale ad elementi di contorno, che sono risultati più sensibili all influenza del moto di input nell intervallo di periodo 0.5-1.5 s. In funzione, quindi, della categoria del terreno si distinguono due grandi gruppi di effetti locali: - gli effetti di sito o di amplificazione sismica locale: interessano tutti i terreni che mostrano un comportamento stabile nei confronti delle sollecitazioni sismiche attese; tali effetti sono rappresentati dall insieme delle modifiche in ampiezza, durata e contenuto in frequenza che un moto sismico (terremoto di riferimento), relativo ad una formazione rocciosa di base (bedrock), può subire, durante l attraversamento degli strati di terreno sovrastanti il bedrock, a causa dell interazione delle onde sismiche con le particolari condizioni locali. Tali effetti si distinguono in due gruppi che possono essere contemporaneamente presenti nello stesso sito: gli effetti di amplificazione topografica: si verificano quando le condizioni locali sono rappresentate da morfologie superficiali più o meno articolate e da irregolarità topografiche in generale; tali condizioni favoriscono la focalizzazione delle onde sismiche in prossimità della cresta del rilievo a seguito di fenomeni di riflessione sulla superficie libera e di interazione fra il campo 14

d onda incidente e quello diffratto; tale amplificazione è condizionata dalle caratteristiche geometriche del rilievo (quali il fattore di forma H/L), che devono essere tali per cui la lunghezza d onda incidente λ sia comparabile con la semilarghezza L/2 della base dell irregolarità; lungo i fianchi del rilievo l interazione tra onde incidenti ed onde diffratte produce rapide variazioni in ampiezza e frequenza delle onde sismiche generando un complesso campo di spostamenti con alternanza di amplificazioni ed attenuazioni che possono dare luogo a marcati movimenti differenziali; se l irregolarità topografica è rappresentata da substrato roccioso (bedrock) si verifica un puro effetto di amplificazione topografica, mentre nel caso di rilievi costituiti da materiali non rocciosi l effetto amplificatorio è la risultante dell interazione (difficilmente separabile) tra l effetto topografico e quello litologico di seguito descritto; effetti di amplificazione litologica: si verificano quando le condizioni locali sono rappresentate da morfologie sepolte (bacini sedimentari, chiusure laterali, corpi lenticolari, eteropie ed interdigitazioni, gradini di faglia ecc.) e da particolari profili stratigrafici costituiti da litologie con determinate proprietà meccaniche; tali condizioni possono generare esaltazione locale delle azioni sismiche trasmesse dal terreno, fenomeni di risonanza fra onda sismica incidente e modi di vibrare del terreno e fenomeni di doppia risonanza fra periodo fondamentale del moto sismico incidente e modi di vibrare del terreno e della sovrastruttura. Nel territorio comunale di Val di Nizza gli effetti di amplificazione sismica locale sono stati condotti, per le aree interferenti con l urbanizzato, negli scenari PSL Z3b, suscettibili di amplificazione topografica, e nello scenario PSL Z4a suscettibile di amplificazione litologiche. La metodologia utilizzata ed i risultati sono riportati nel seguito. 15

Amplificazione topografica Zona di cresta rocciosa La procedura semplificata è valida per lo scenario di zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo (Z3b), caratterizzata da pendii con inclinazione maggiore o uguale ai 10 ; il rilievo è identificato sulla base di cartografie a scala almeno 1:10.000 e la larghezza alla base è scelta in corrispondenza di evidenti rotture morfologiche: sono da considerare creste solo quelle situazioni che presentano il dislivello altimetrico minimo (h) maggiore o uguale ad un terzo del dislivello altimetrico massimo (H). Il materiale costituente il rilievo topografico deve avere una Vs maggiore o uguale ad 800 m/s. Nell ambito delle creste si distinguono due situazioni: rilievo caratterizzato da una larghezza in cresta (l) molto inferiore alla larghezza alla base (L) (cresta appuntita); rilievo caratterizzato da una larghezza in cresta paragonabile alla larghezza alla base, ovvero pari ad almeno 1/3 della larghezza alla base; la zona di cresta è pianeggiante o subpianeggiante con inclinazioni inferiori a 10 (cresta arrotondata). Per l utilizzo della scheda di valutazione (cfr figura successiva) si richiede la conoscenza dei seguenti parametri: - larghezza alla base del rilievo L; - larghezza in cresta del rilievo l; - dislivello altimetrico massimo H e dislivello altimetrico minimo h dei versanti; - coefficiente di forma H/L. 16

All interno della scheda di valutazione si sceglie, in funzione della tipologia di cresta (appuntita o arrotondata) e della larghezza alla base del rilievo, solo per le creste appuntite, la curva più appropriata per la valutazione del valore di Fa nell intervallo 0.1-0.5 s, in base al valore del coefficiente di forma H/L. Il valore di Fa determinato dovrà essere approssimato alla prima cifra decimale ed assegnato all area corrispondente alla larghezza in cresta l, mentre lungo i versanti tale valore è scalato in modo lineare fino al valore unitario alla base di ciascun versante. I valori di Fa cosi ottenuti dovranno essere utilizzati per valutare il grado di protezione raggiunto al sito dall applicazione della normativa sismica vigente. La valutazione del grado di protezione, per ambedue gli scenari (zona di scarpata e zona di cresta rocciosa e/o cucuzzolo), viene effettuata in termini di contenuti energetici, confrontando i valori di Fa ottenuti dalle Schede di valutazione con il valore di St delle Norme Tecniche per le Costruzioni. Tale valore St rappresenta il valore di soglia, oltre il quale lo spettro proposto dalla normativa risulta insufficiente a tenere in considerazione la reale amplificazione presente nel sito. La procedura prevede, pertanto, di valutare il valore di Fa con la scheda di valutazione e di confrontarlo con il corrispondente valore di soglia, considerando una variabilità di + 0.1 che tiene in conto la variabilità del valore di Fa ottenuto dalla procedura semplificata. Si possono presentare, quindi, due situazioni: - il valore di Fa è inferiore al valore di soglia corrispondente: la normativa è da considerarsi sufficiente a tenere in considerazione anche i possibili effetti di amplificazione morfologica del sito e quindi si applica lo spettro previsto dalla normativa; - il valore di Fa è superiore al valore di soglia corrispondente: la normativa è insufficiente a tenere in considerazione i possibili effetti di amplificazione morfologica e quindi è necessario effettuare analisi più approfondite (3 livello) in fase di progettazione edilizia. Nel caso di rilievi morfologici asimmetrici che possono essere rappresentati sia dallo scenario Z3a sia dallo scenario Z3b, a seconda dell orientazione della sezione, si analizzeranno entrambi i casi e si sceglierà quello più sfavorevole. Nel caso si prevedano costruzioni con strutture flessibili e sviluppo verticale indicativamente compreso tra i 5 e i 15 piani, in presenza di scenari Z3a e Z3b, è necessario effettuare analisi più approfondite (3 livello) in fase di progettazione edilizia. Nel territorio comunale di Val di Nizza la valutazione del fattore di amplificazione relativo agli scenari Z3b è stata eseguita per gli abitati di Poggio Ferrato, S. Albano e Casarasco impostati su terreni attribuibili rispettivamente alle Arenarie di M.te Vallassa ed alle Arenarie di Ranzano. 17

Non essendo state effettuate misure dirette della Vs 30, in favore della sicurezza, si è scelto di calcolare il fattore di amplificazione Fa con la metodologia descritta considerando tutti i rilievi costituiti da materiale lapideo con Vs 30 800 m/s. Nel seguito si riportano le schede di valutazione per gli abitati individuati ed i relativi valori di Fa. Abitato di Poggio Ferrato Caratteristiche del rilievo Larghezza alla base del rilievo L = 451,67 m Larghezza in cresta del rilievo l = 134,94 m l < 1/3 L (cresta appuntita) Dislivello altimetrico minimo del versante h = 32,77 Dislivello altimetrico massimo del versante H = 52,77 Coefficiente di forma H/L = 0,116 Categoria topografica (NTC 2008) = T 2 Coefficiente di amplificazione topografica massimo (NTC 2008) S T = 1.2 Fattore di amplificazione Fa = 1.138 < S Tnorm calcolato mediante la formula : Fa 0.1 0.5 = e 1.11H / L Il fattore di amplificazione calcolato Fa é minore del fattore di amplificazione NTC 2008 St pertanto la normativa e sufficiente a tenere in considerazione i possibili effetti di amplificazione morfologica e quindi in fase di progettazione edilizia non sarà necessario effettuare analisi di III livello. 18

Abitato di S. Albano Caratteristiche del rilievo Larghezza alla base del rilievo L = 449,27 m Larghezza in cresta del rilievo l = 40,27 m l < 1/3 L (cresta appuntita) Dislivello altimetrico minimo del versante h = 112,41 Dislivello altimetrico massimo del versante H = 122,41 Coefficiente di forma H/L = 0,272 Categoria topografica (NTC 2008) = T 2 Coefficiente di amplificazione topografica massimo (NTC 2008) S T = 1.2 Fattore di amplificazione Fa = 1,353 > S Tnorm calcolato mediante la formula : Fa 0.1 0.5 = e 1.11H / L Il fattore di amplificazione calcolato Fa é maggiore del fattore di amplificazione NTC 2008 St pertanto la normativa e insufficiente a tenere in considerazione i possibili effetti di amplificazione morfologica e quindi in fase di progettazione edilizia sarà necessario effettuare analisi di III livello. 19

Abitato di Casarasco Caratteristiche del rilievo Larghezza alla base del rilievo L = 319,20 m Larghezza in cresta del rilievo l = 58,8227 m l< 1/3 L (cresta appuntita) Dislivello altimetrico minimo del versante h = 54,66 Dislivello altimetrico massimo del versante H = 64,66 Coefficiente di forma H/L = 0,202 Categoria topografica (NTC 2008) = T 4 Coefficiente di amplificazione topografica massimo (NTC 2008) S T = 1.4 Fattore di amplificazione Fa = 1,207 < S Tnorm calcolato mediante la formula : Fa 0.1 0.5 = e 0,93H / L Il fattore di amplificazione calcolato Fa é minore del fattore di amplificazione NTC 2008 St pertanto la normativa e sufficiente a tenere in considerazione i possibili effetti di amplificazione morfologica e quindi in fase di progettazione edilizia non sarà necessario effettuare analisi di III livello. 20

Amplificazione litologica - Z4a Zona di fondovalle e di pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi e Z4b Zona pedemontana di falda di detrito, conoide alluvionale e conoide deltizio-lacustre La procedura semplificata richiede la conoscenza dei seguenti parametri: - litologia prevalente dei materiali presenti nel sito; - stratigrafia del sito; - andamento delle Vs con la profondità fino a valori pari o superiori a 800 m/s; in mancanza del raggiungimento del bedrock (Vs 800 m/s) con le indagini è possibile ipotizzare un opportuno gradiente di Vs con la profondità sulla base dei dati ottenuti dall indagine, tale da raggiungere il valore di 800 m/s; - spessore e velocità di ciascun strato; - sezioni geologiche, conseguente modello geofisico - geotecnico ed identificazione dei punti rappresentativi sui quali effettuare l analisi. Sulla base di intervalli indicativi di alcuni parametri geotecnici, quali curva granulometrica, parametri indice, numero di colpi della prova SPT, si individua la litologia prevalente presente nel sito e per questa si sceglie la relativa scheda di valutazione di riferimento. Attualmente sono disponibili: - una scheda per le litologie prevalentemente ghiaiose; - due schede per le litologie prevalentemente limoso-argillose (tipo 1 e tipo 2); - due schede per le litologie prevalentemente limoso-sabbiose (tipo 1 e tipo 2); - una scheda per le litologie prevalentemente sabbiose. Una volta individuata la scheda di riferimento è necessario verificarne la validità in base all andamento dei valori di Vs con la profondità; in particolare si dovrà verificare l andamento delle Vs con la profondità partendo dalla scheda tipo 1, nel caso in cui non fosse verificata la validità per valori di Vs inferiori ai 600 m/s si passerà all utilizzo della scheda tipo 2. In presenza di una litologia non contemplata dalle schede di valutazione allegate si potrà utilizzare la scheda di valutazione che presenta l andamento delle Vs con la profondità più simile a quella riscontrata nell indagine. Nel caso esista la scheda di valutazione per la litologia esaminata ma l andamento delle Vs con la profondità non ricade nel campo di validità della scheda potrà essere scelta un altra scheda che presenti l andamento delle Vs con la profondità più simile a quella riscontrata nell indagine. 21

Nel caso di presenza di alternanze litologiche, che non presentano inversioni di velocità con la profondità, si potranno utilizzare le schede a disposizione solo se l andamento dei valori di Vs con la profondità, nel caso da esaminare, risulta compatibile con le schede proposte. In presenza di alternanze litologiche con inversioni di velocità con la profondità si potrà utilizzare la scheda di valutazione che presenta l andamento delle Vs con la profondità più simile a quella riscontrata nell indagine e si accetteranno anche i casi in cui i valori di Vs escano dal campo di validità solo a causa dell inversione. All interno della scheda di valutazione si sceglie, in funzione della profondità e della velocità Vs dello strato superficiale, utilizzando la matrice della scheda di valutazione, la curva più appropriata (indicata con il numero e il colore di riferimento) per la valutazione del valore di Fa nell intervallo 0.1-0.5 s e nell intervallo 0.5-1.5 s, in base al valore del periodo proprio del sito T1. Il valore di Vs dello strato superficiale riportato nella scheda è da intendersi come limite massimo di ogni intervallo (es: per un valore di Vs dello strato superficiale ottenuto dall indagine pari a 220 m/s si sceglierà il valore 250 m/s nella matrice della scheda di valutazione). Qualora lo strato superficiale abbia una profondità inferiore ai 4 m si utilizzerà, per la scelta della curva, lo strato superficiale equivalente, a cui si assegna una velocità Vs calcolata come media pesata del valore di Vs degli strati superficiali la cui somma supera i 4 m di spessore. Il periodo proprio del sito T necessario per l utilizzo della scheda di valutazione è calcolato considerando tutta la stratigrafia fino alla profondità in cui il valore della velocità Vs è uguale o superiore a 800 m/s ed utilizzando la seguente equazione: ove hi e Vsi sono lo spessore e la velocità dello strato i-esimo del modello. Il valore di Fa determinato dovrà essere approssimato alla prima cifra decimale e dovrà essere utilizzato per valutare il grado di protezione raggiunto al sito dall applicazione della normativa sismica vigente. La valutazione del grado di protezione viene effettuata in termini di contenuti energetici, confrontando il valore di Fa ottenuto dalle schede di valutazione con un parametro di analogo 22

significato calcolato per ciascun comune e per le diverse categorie di suolo (Norme Tecniche per le Costruzioni) soggette ad amplificazioni litologiche (B, C, D ed E) e per i due intervalli di periodo 0.1-0.5 s e 0.5-1.5 s. Il parametro calcolato per ciascun Comune della Regione Lombardia è riportato nella banca dati in formato.xls (soglie_lomb.xls) e rappresenta il valore di soglia oltre il quale lo spettro proposto dalla normativa risulta insufficiente a tenere in considerazione la reale amplificazione presente nel sito. Nella tabella seguente sono riportati i valori soglia relativi ai due intervalli del periodo proprio di oscillazione delle tipologie edilizie sopra menzionate per il comune di Val di Nizza. Valori Soglia di Fa nell intervallo 0.1s < T < 0.5s Suolo B Suolo C Suolo D Suolo E 1,4 1,9 2,2 2,0 Valori Soglia di Fa nell intervallo 0.1s < T < 0.5s Suolo B Suolo C Suolo D Suolo E 1,7 2,4 4,2 3,1 La procedura prevede pertanto di valutare il valore di Fa con le schede di valutazione e di confrontarlo con il corrispondente valore di soglia, considerando una variabilità di + 0.1 che tiene in conto la variabilità del valore di Fa ottenuto. Si possono presentare quindi due situazioni: - il valore di Fa è inferiore al valore di soglia corrispondente: la normativa è da considerarsi sufficiente a tenere in considerazione anche i possibili effetti di amplificazione litologica del sito e quindi si applica lo spettro previsto dalla normativa; - il valore di Fa è superiore al valore di soglia corrispondente: la normativa è insufficiente a tenere in considerazione i possibili effetti di amplificazione litologica e quindi è necessario, in fase di progettazione edilizia, o effettuare analisi più approfondite (3 livello) o utilizzare lo spettro di norma caratteristico della categoria di suolo superiore, con il seguente schema: anziché lo spettro della categoria di suolo B si utilizzerà quello della categoria di suolo C; nel caso in cui la soglia non fosse ancora sufficiente si utilizzerà lo spettro della categoria di suolo D; anziché lo spettro della categoria di suolo C si utilizzerà quello della categoria di suolo D; anziché lo spettro della categoria di suolo E si utilizzerà quello della categoria di suolo D. Nel caso di presenza contemporanea di effetti litologici (Z4) e morfologici (Z3) si analizzeranno entrambi i casi e si sceglierà quello più sfavorevole. 23

La scelta dei dati stratigrafici, geotecnici e geofisici, in termini di valori di Vs, utilizzati nella procedura di 2 livello deve essere opportunamente motivata e a ciascun parametro utilizzato deve essere assegnato un grado di attendibilità, secondo la seguente Tabella 2: Per le zone PSL Z4a del territorio comunale di Val di Nizza, coincidenti rispettivamente con il fondovalle del torrente Nizza (abitato di Casa Ponte) sulla base delle caratteristiche litostratigrafiche del sottosuolo rappresentato da depositi alluvionali costituiti prevalentemente da ghiaie, ciottoli e frammenti rocciosi in matrice limoso argillosa debolmente sabbiosa e dal sottostante substrato marnoso ed arenaceo, e utilizzando i dati di indagini geofisiche condotte in contesti analoghi si è ricostruito quello che potrebbe essere il più probabile andamento della velocità delle onde seconde Vs con la profondità e quindi è stato confrontato con quello riportato nelle schede litologiche predisposte dalla Regione Lombardia utilizzando come scheda di riferimento quella a litologia limoso argillosa Tipo 1. Sulla base di quanto indicato nelle NTC/2008 ai terreni sopra individuati, sulla base di una stratigrafia costituita da 5m di depositi alluvionali (Vs pari a 250 m/s), 4m di substrato alterato (Vs pari a 550 m/s) e 20m di substrato rigido con velocità delle onde secundae superiori a 800 m/s si può attribuire la categoria di sottosuolo E. Il periodo proprio di vibrazione del sito è risultato pari a 0,1846 s. Seguendo la procedura per il calcolo del Fattore di Amplificazione sismica si ottengono i seguenti valori Fa 0.1s< T < 0.5s Fa 0.1-0.5s = 1.9 0.5s< T < 1.5s Fa 0.5-1.5s = 1.1 24

I valori di Fa ottenuti risultano per entrambe i periodi di oscillazione inferiori al valore di soglia comunale fornito dalla Regione Lombardia pertanto la normativa nazionale risulta sufficientemente cautelativa nei confronti del fenomeni di amplificazione sismica locale. Scheda utilizzata per la determinazione di Fa in località Casa Ponte 25

Analisi di III LIVELLO Il 3 livello si applica in fase progettuale agli scenari qualitativi suscettibili di instabilità (Z1b e Z1c), cedimenti e/o liquefazioni (Z2), per le aree suscettibili di amplificazioni sismiche (morfologiche Z3 e litologiche Z4) che sono caratterizzate da un valore di Fa superiore al valore di soglia corrispondente così come ricavato dall applicazione del 2 livello. Per le zone di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico meccaniche molto diverse (Z5) non è necessaria la valutazione quantitativa, in quanto è da escludere la costruzione su entrambi i litotipi. In fase progettuale tale limitazione può essere rimossa qualora si operi in modo tale da avere un terreno di fondazione omogeneo. Nell impossibilità di ottenere tale condizione, si dovranno prevedere opportuni accorgimenti progettuali atti a garantire la sicurezza dell edificio. I risultati delle analisi di 3 livello saranno utilizzati in fase di progettazione al fine di ottimizzare l opera e gli eventuali interventi di mitigazione della pericolosità. Nella matrice successiva sono riportati per ogni scenario di pericolosità sismica locale e per ambito di fattibilità individuato il tipo di approfondimento da eseguire in fase pianificatoria ed edificatoria. PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE ED INIVIDUAZIONE DEI LIVELLI DI APPROFONDIMENTO SIGLA SCENARIO CLASSE FATTIBILITÀ APPROFONDIMENTI ESEGUITI Z1a Z1b Z1c Z3b Z4a Z4d Z5 Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo appuntite - arrotondate Zona di fondovalle e di pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi Zone con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluvio-colluviale Zona di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisicomeccaniche molto diverse IV A IV B IV G, IV H II, III, IV II, III, IV Nessun approfondimento, aree inedificabili Nessun approfondimento, aree inedificabili Nessun approfondimento, aree inedificabili 2 livello nelle aree interferenti con l urbanizzato 2 livello nelle aree interferenti con l urbanizzato APPROFONDIMETI DA ESEGUIRE IN FASE PROGETTUALE 3 Livello solo nei casi previsti dalle normative cogenti. 3 Livello solo nei casi previsti dalle normative cogenti. 3 Livello solo nei casi previsti dalle normative cogenti. 3 livello nelle aree con Fa calc > St normativa. Nessun approfondimento Fa calcolato < Fa soglia comunale. III D Nessun approfondimento 2 livello (misure dirette). II, III, IV Nessun approfondimento 2, 3 livello (misure dirette) nelle aree edificabili. 26

11) Fase di sintesi e valutazione Come già anticipato in premessa la fase di sintesi e valutazione è stata condotta attraverso una valutazione incrociata degli elementi analitici raccolti, che ha permesso di interpretare il territorio in funzione degli attuali e prevedibili livelli di integrità, valore, rischio, vulnerabilità e degrado. Sono inoltre stati considerate le limitazioni d uso del territorio in merito agli aspetti prettamente geologici derivanti da normative e piani sovraordinati. Dall interpretazione integrata dei dati ed elaborazioni effettuate, il territorio comunale è stato quindi suddiviso in aree omogenee contraddistinte da peculiari condizioni morfologiche, litologiche, idrogeologiche, idrauliche e geotecniche. Tali informazioni sono riportate cartograficamente nelle seguenti tavole: Tavola 4.1 Carta dei vincoli (scala 1:10.000) Tavola 4.2 Carta di sintesi (scala 1:10.000) In questi elaborati, ai quali si rimanda per i dettagli, sono riportati i seguenti elementi: aree vulnerabili dal punto di vista idraulico aree di salvaguardia delle captazioni idropotabili pendenza dei versanti aree pericolose dal punto di vista dell instabilità dei versanti reticolo idrico principale e minore (individuato ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002 n. 7/7868 e s.m.i.) vincoli di polizia idraulica: fasce di rispetto individuate nello studio finalizzato all individuazione del reticolo idrico minore e distinte come segue: o fascia interdetta all'edificazione compresa nella distanza di 10 m dalla scarpata delimitante l'alveo attivo dei corsi d'acqua pubblici (rif. art. 96 R.D.L. n. 523/1904 "Testo unico delle leggi sulle opere idrauliche" e successive disposizioni regionali in materia) o fascia interdetta alla realizzazione dei lavori e degli atti di cui all' art. 96 R.D.L. n. 523/1904 "Testo unico delle leggi sulle opere idrauliche" e successive disposizioni regionali in materia) compresa nella distanza di 6 m dal ciglio di scarpata sommitale dei corsi d'acqua appartenenti al reticolo idrico minore quadro del dissesto originario e quadro del dissesto aggiornato(p.a.i.) 27

12) Vincoli paesistici, idrogeologici, idraulici e di difesa del suolo sovracomunali Nel territorio sono presenti i seguenti vincoli sovracomunali Beni paesaggistici D.L 22 gennaio 2004, n. 42 codice dei beni culturali e del paesaggio Art 142, comma 1, lettera c) fascia dei 150 m dalla sponda incisa dal T. Nizza ed Ardivestra, corsi d acqua inseriti nell elenco delle acque Pubbliche della Provincia di Pavia (R.D. 14 dicembre 1931) e non derubricati dalla Regione Lombardia nella delibera della giunta del 25 luglio 1986 n. 4/12028. Art 142 comma 1, lettera g) boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento così come definiti dalla L.R. 5 dicembre 2008 n. 31. Vincolo idrogeologico ai sensi della art 1 RD 30/12/1923 n. 3267 Piano territoriale di coordinamento Provinciale adottato nel settembre 2002 e visualizzati nella cartografia del Documento di Piano e nella VAS. Il piano individua e norma nel territorio comunale di Val di Nizza gli ambiti paesaggistici-ambientali sotto indicati; le prescrizioni e gli indirizzi degli ambiti sono indicate nelle NTA a cui si rimanda Sistemi di rilevanza sovracomunale Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici Aree di riqualificazione e di ricomposizione della trama naturalistica Viabilità di interesse paesistico Centri e nuclei storici Aree di elevata naturalità Aree di elevato contenuto naturalistico Salvaguardia delle acque ad uso idropotabile ai sensi del D. Lgs. N. 152/2006 Norme in materia ambientale sono istituite aree di tutela assoluta e di rispetto dei pozzo ad uso e delle sorgenti ad uso idropotabile 28

Piano stralcio per l assetto idrogeologico del bacino del Fiume Po PAI nel comune di Val di Nizza sono state individuate le seguenti tipologie di dissesto idrogeologico ed idraulico Frane Fa aree interessate da frane attive Fq aree interessate da frane quiescenti Fs aree interessate da frane stabilizzate Aree a rischio idrogeologico molto elevato PS 267/98 1--- LO PV Esondazione e dissesti morfologici di carattere torrentizio Ee aree coinvolgibili da fenomeni con pericolosità molto elevata Vincolo di polizia idraulica del T Nizza ai sensi del RD n. 523/1904 è istituita una fascia di ampiezza 10 m misurata a partire dal ciglio della sponda incisa o dal piede esterno dell argine. Si fa presente che il si è dotato di studio finalizzato all individuazione del reticolo idrico principale e minore. Tale studio è da considerare parte integrante del presente lavoro e la congruità dello stesso e delle relative norme va subordinata al completamento dell'iter procedurale di adeguamento. 29

13) Fase di proposta - fattibilità geologica per le azioni di piano La Carta della Fattibilità Geologica per le azioni di piano è stata redatta sulla base delle indicazioni contenute nel D.g.r. n. 8/1566 del 22 Dicembre 2005 Criteri ed indirizzi per la determinazione della componente geologica ed idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio, in attuazione all art. 57, comma 1 della L.R. n. 12 del 11 Marzo 2005 s.m.i. Sulla base degli elementi di criticità e di rischio idrogeologico e geomorfologico, emerse dal presente studio, si è proceduto all elaborazione della Carta di fattibilità geologica, in scala 1:10.000 per l intero territorio comunale e in scala 1:2000 le aree urbanizzate. La cartografia riporta la suddivisione del territorio comunale in classi di fattibilità geologica, individuate dal punto di vista delle condizioni geologiche, geotecniche ed idrogeologiche, ciascuna definita da proprie limitazioni e destinazioni d uso ed accompagnata da specifiche norme geologiche di attuazione. Nell ambito del processo di azionamento sono state distinte tre classi di fattibilità: la classe II (fattibilità con modeste limitazioni); la Classe III (fattibilità con consistenti limitazioni ) e la Classe IV (Fattibilità con gravi limitazioni). La classe IV rappresenta le condizioni di rischio idrogeologico più elevato mentre le classi II e III esprimono situazioni di rischio controllabile con prescrizioni ed adeguati criteri tecnico costruttivi in particolare la Classe III necessita, ai fini edificatori, la realizzazione di interventi di mitigazione del rischio. Per le specifiche prescrizioni delle singole classi e sottoclassi di fattibilità si rimanda alle Norme Geologiche di Attuazione. È da notare che i limiti tra le zone a diverso grado di rischio, riportati nelle predette carte sono stati tracciati direttamente nel corso di rilevamenti di campagna e di esami fotointerpretativi sulla base delle curve di livello e di riferimenti visivi; non si esclude pertanto che possano sussistere locali discrepanze tra i limiti reali e quelli riportati in mappa. Le classi di seguito descritte, definite in relazione alle considerazioni sopra esposte, consentono di classificare le aree esaminate in funzione del diverso grado di rischio idrogeologico e di conseguenza fornire i criteri geologici e geotecnici per l edificazione. Da rilevare che le classi di fattibilità delle varie aree, anche se risultano sostanzialmente omogenee in rapporto alle limitazioni d uso che le vengono ascritte, richiedono in fase edificatoria, di eventuali suddivisioni geologiche-geotecniche-idrauliche che possono essere definite esclusivamente con rilievi e indagini di dettaglio come prescritto dalla NTC 2008 e dalla CIRC 2009. 30

Lo studio geologico è parte integrante dello strumento urbanistico comunale pertanto l azzonamento riportato nelle carte di fattibilità geologica non potrà in nessun modo essere modificato se non tramite una specifica variante urbanistica. Sono ammesse solo eventuali piccole rettifiche delle delimitazioni delle varie aree su elaborati cartografici in scala maggiore derivanti da un rilievo topografico di dettaglio e da uno studio geologico e geotecnico specifico e puntuale. Tali rettifiche non costituiscono difformità con l azzonamento, ma anzi un miglioramento dello stesso. Piccole modifiche sono consentite in quanto i limiti tra le diverse aree indicate nella carta della fattibilità sono da ritenersi non assoluti e non devono essere considerati come confini fisici netti, bensì come fasce di transizione tra zone con diverso assetto geomorfologici e geostatica. Per qualsiasi intervento edilizio-urbanistico o infrastrutturale da realizzarsi nel comune di Val di Nizza si dovranno rispettare le prescrizioni per ogni singola classe di fattibilità geologica indicate nelle norme Geologiche di Piano e quanto previsto per le varie fasi di progettazione dal DM 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le costruzioni NTC 2008 e dalla successiva circolare applicativa 2 febbraio 2009 n. 617 del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti Istruzioni per l applicazione delle NTC/2008 CIRC/09. Nel seguito la distinzione in sottoclassi per le Classi III e IV. CLASSE 3 - FATTIBILITA' CON CONSISTENTI LIMITAZIONI CLASSE 3a - Questa classe comprende le zone in cui sono presenti dissesti franosi stabilizzati (Fs). I versanti hanno generalmente copertura eluvio-colluviale di spessore variabile, acclività 15-20 complessivamente stabili; aree di paleofrana stabilizzate in tempi geologici, aree abitate con dissesti negli edifici, problemi idraulici e/o morfologia acclive/irregolare. CLASSE 3b - In questa classe ricadono le aree di versante corrispondenti alla zona 2 del Progetto di Piano Stralcio per l assetto idrogeologico (P.A.I. P.S. 267). Le aree sono localizzate nell abitato di Poggio Ferrato. CLASSE 3c - In questa classe ricadono le aree di versante, talora boscate, a pericolosità geomorfologica, idrogeologica e idraulica media (per acclività dei versanti e/o natura dei terreni) e/o adiacenti a zone con pericolosità più elevata e caratterizzate da condizioni geostatiche locali o generali precarie. Rientrano in questa classe alcune aree riportate nel precedente studio geologico in classe 4 (zone non interessate direttamente dai dissesti). 31