Aristonothos 2, 2008

Documenti analoghi
Alessandro e l'ellenismo

ALESSANDRO MAGNO a.c.

Object 2. Object 3. Object 1

La civiltà romana Roma e la repubblica

Quel Dio in cui non credo

L ascesa della Macedonia. prof.ssa Susanna Favaro

Nel nome del Padre. Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo, come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli.

Euclide, l architetto della matematica greca

GESÙ SPIEGATO A TUTTI


Progetto Etica e Politica

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE Festa

Vangelo secondo Giovanni Gv 18,33-37

LAGRECIA CLASSICA EDELLENISTICA

Vi raccontiamo quello che accadde.

CURRICOLO DI RELIGIONE CLASSI TRIENNIO. Obiettivi di apprendimento Conoscenze Abilità. Fare non è creare.

DELLA SCUOLA DEL SABATO

LA RIVOLUZIONE FRANCESE IN FRANCIA EBBE VARIE CONSEGUENZE POLITICHE COME:

Lunedì - 31 Dicembre San Silvestro. Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18) In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio. e il Verbo era Dio.

L espansione di Roma in Italia e nel Mediterraneo

QUARESIMA con i discepoli guardiamo a Gesù

Storia di Davide. dalla Bibbia. Disegni di Margherita e Chiara (8 e 7 anni)

IL FASCISMO INOLTRE : PROTESTE DEI LAVORATORI E DEI SINDACATI: E IL BIENNIO ROSSO

CI SALUTIAMO E SALUTIAMO GESÚ CHIEDIAMO PERDONO PER I NOSTRI PECCATI CANTIAMO IL GLORIA: CANTO DI GIOIA

EllENiSMO. La falange macedone, un particolare schieramento dei soldati macedoni usato in battaglia.

- Messia (in ebraico) Cristo (in greco) Unto con olio = Consacrato = Sacerdote (in italiano)

Giorgio Ronzoni testo Luca Salvagno illustrazioni. IL DONO PERFETTO Alla scoperta dei doni dello Spirito Santo

CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR. Giulia Ballarani Classe III A Istituto Comprensivo Assisi 3

AUTORITA ISPIRAZIONE CANONE

RELIGIONE CATTOLICA. Curricolo di base per la classe prima del Primo Ciclo di istruzione

L INCONTRO DI GESU CON L UOMO RICCO CHE DESIDERA LA VITA ETERNA Mc 10, GUSTARE LA PAROLA: Piccoli assaggi di vangelo

Alessandro Magno e l ellenismo

3 anno LORENZO E LA GRANDE GUERRA LA PRIMA GUERRA MONDIALE

St rica L A B O R A T O R I O D I S T O R I A. ALMA MATER STUDIORUM Università di Bologna Dipartimento di Storia Culture Civiltà BIBLIO TECA

L età di Giulio Cesare

MESSIANISMO NEI SALMI REGALI

... verso il.

25 Dicembre -Natale del Signore. Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18) In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio. e il Verbo era Dio.

IL TIRANNO di Valerio Massimo Manfredi

Archimede e il console Claudio Marcello. di MARIA PACE

La crisi delle poleis e l'ascesa della Macedonia

Maria Vergine e Madre in Trono con il Bambino

Al Brennero ci siamo e ci resteremo

Il mio nome è Alexander

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno C) Lc 2,41-52

Alcuni giovani si arrampicano per staccare i rami di palma

La crisi della polis e Alessandro Magno

IL DECAMERON Qui i dieci giovani trascorrono il tempo tra banchetti, canti, balli e giochi

La rivoluzione inglese

L'ANNUNCIAZIONE A GIUSEPPE E MARIA I parte

I Pro I Pr m o e m ss s i S s po i S sis I Promessi Sposi genere let- terario del romanzo storico è ambientato in un preciso periodo storico

Scuola di Formazione Teologica San Pier Crisologo Ravenna. Introduzione

NATALE 2017 S. Messa del giorno

Povera carabiniera, oltre il danno la beffa. Parliamo di Angela Rizzo, che è in forza presso il

Raccontar storie per dire esperienze

Rassegna stampa 20 Ottobre 2015

LABORATORIO DI ATTIVITA ESPRESSIVE

ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER I SERVIZI PER L ENOGASTRONOMIA E L OSPITALITA ALBERGHIERA AURELIO SAFFI

2ª tappa Da nemico a fratello

La logica del somaro

IL LIBRO DELL APOCALISSE LA CROCE DI CRISTO COME TRIONFO

A cura di Chiesacattolica.it e LaChiesa.it. PRIMA LETTURA Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Andrisco - Filippo VI di Macedonia o Pseudofilippo. di MARIA PACE

LETTERATURA ITALIANA:LO SCENARIO

DELLA SCUOLA DEL SABATO

1 Camillo Benso di Cavour

365 Volte NON TEMERE

il conflitto con Cartagine

PIGOZZI. Unità di Lavoro 1: LA REPUBBLICA ROMANA E LA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO

Palazzo del Quirinale, 15 giugno Sintesi

I Medici, una dinastia al potere

II DOMENICA DI PASQUA

Sparta e Atene: due modelli politici

IL DIAVOLO. Dio è il fine. Gli uomini possono rimanere, ma non per sempre, suoi sudditi.

Parte Prima LA CONQUISTA

seguici su: Edizioni Mesogea Culture Mediterranee Edizioni Mesogea

In termini giuridici la cittadinanza è la condizione della persona fisica alla quale l orientamento giuridico di uno Stato riconosce la pienezza dei

01/12/2010 Parrocchia "Maria Ss. Assunta" - Biccari

Studiare la Guerra totale oggi

L'EDUCAZIONE NELL'ANTICA GRECIA L'ISTRUZIONE DEI BAMBINI E LE DIFFERENZE DEI TEMPI DI CRESCITA

IL MITO L EPOS. classe IV B Ginnasio

La rivoluzione russa e la nascita dell Unione Sovietica

Davide Zotta I TRE GEMELLI

I PERSONAGGI. Macbeth è il conte di Cawdor; Duncan e' il re di Scozia;

La vibrante testimonianza di Salvatore Borsellino: Paolo aveva solo un super potere: l amore

Sai chi erano i ROMANI?

DELLA SCUOLA DEL SABATO CREAZIONE E CADUTA 4 TRIMESTRE 2018

Il libro più diffuso al mondo Il primo libro stampato al mondo (1455 Gütenberg) Tradotta in 2355 lingue. Più di 5 miliardi di copie vendute

2. L ULTIMA CENA. Matteo 26, Giovanni 13, 34-35

Chiesa di Cristo, Pisa. Se fossi. Riflessioni sulla lotta contro il signore di questo mondo (Giovanni 12:31; 2Corinzi 4:4)

In ricordo di Alessandro Maggini

12 Roma conquista la penisola 12.1 Le guerre di Roma per il predominio nell Italia centro-meridionale

15 AGOSTO ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA AL CIELO.

Sei social? Opportunità, illusioni e rischi dell era dei social network da una prospettiva biblica

Omelia S. Messa nel 24 anniversario della morte di Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano Cattedrale di Lamezia Terme, 4 gennaio 2016

I BARBARI. Chi erano?

Liturgia Penitenziale

Napoleone Bonaparte. 2. Indica la nazionalità di Napoleone:.

Corpo, veste e identità (L-FIL-LET/06: Letteratura cristiana antica) IV settimana. Alberto Camplani

Transcript:

AGATOCLE DI SIRACUSA: UN TIRANNO-OPERAIO Anna Simonetti Agostinetti Il racconto diodoreo sulla storia di Agatocle di Siracusa nei libri 19-20 della Biblioteca mi sembra nel suo complesso un eccezionale mythos, nel quale tutte le sfumature di significato del termine vengono ampiamente soddisfatte: la narrazione degli eventi, ampia e ricca di particolari, si intreccia con dicerie e pettegolezzi, con astuti stratagemmi, con motivi favolistici e leggendari. Elementi tutti che rendono la storia del tiranno e delle sue imprese siciliane e africane un gradevole intermezzo per il lettore impegnato a seguire nei medesimi libri le complesse e talvolta monotone vicende dei Successori di Alessandro. Non è mia intenzione in questa sede riprendere la storia del tiranno, né il dibattito sulla critica delle fonti dei suddetti libri di Diodoro, già da me affrontata in passato 1 ed esaustivamente analizzata nei recenti studi della prof.ssa Consolo Langher 2 ; desidero solo evidenziare alcuni passaggi curiosi che contribuiscono a delineare l immagine di Agatocle, tra l umano e il soprannaturale, l astuto e l istrionico. La storia delle sue origini si articola, mi pare, su un doppio canale: da una parte la favola del salvataggio del neonato per intervento e volere divino e dei fausti prodigi verificatisi durante la sua adolescenza, dall altra il tema delle umili origini, del povero operaio ceramista che raggiunge, grazie al proprio ingegno, glorie ed onori impensabili. Il racconto degli eventi legati alla nascita del futuro tiranno (Diod. 19.2.2-7) ricalca quello di altri grandi personaggi quali Cipselo, il tiranno di Corinto 3, e Ciro il Grande 4. Il padre, Carcino, ceramista, esule da Reggio a Termai 5, afflitto durante la gravidanza della sua compagna da sogni angosciosi, temendo che la sua ansia fosse legata al nascituro decise di consultare al proposito l oracolo delfico, affidando l incarico ad alcuni theoroi cartaginesi diretti a Delfi. Il responso fu a sfavore del pargolo, che, si disse, avrebbe 1 A. SIMONETTI AGOSTINETTI (a cura di), Diodoro Siculo, Biblioteca Storica. Libri XVIII-XX, Milano 1988, Introduzione, pp. 24-29. 2 S. N. CONSOLO LANGHER, Storiografia e potere. Timeo, Callia, Duride e il dibattito su Agatocle, Pisa 1999; EAD., Agatocle. Da capoparte a monarca fondatore di un regno tra Cartagine e i Diadochi, Messina 2000. 3 Cfr. Hdt. 5.92. 4 Cfr. Hdt. 1.108-113. 5 Termini Imerese, fondata, per concessione dei Cartaginesi e sul territorio da essi occupato, dai profughi di Imera dopo la distruzione della città nel 409 a.c.; cfr. Diod. 13.79. 153

causato grandi sventure ai Cartaginesi ed alla Sicilia punica, tanto che il vasaio, spaventato, espose il bambino pubblicamente e pose delle guardie incaricate di controllare che morisse. Il piccolo, ancora vivo qualche giorno dopo, sottratto dalla madre ai custodi alquanto distratti, crebbe sano e forte nella casa di uno zio materno fino al giorno in cui la donna rivelò la verità al compagno, vedendolo pentito del suo gesto e commosso alla vista di un bambino, in realtà il suo, dell apparente età di quello che credeva di aver sacrificato. La storiella si conclude con il trasferimento della famiglia a Siracusa, per paura di ritorsioni cartaginesi, dove, date le assai modeste condizioni economiche, il futuro tiranno, ancora fanciullo, fu avviato dal padre al mestiere di vasaio. Sempre la madre è, in Diodoro (19.2.9), artefice indiretta di un altro evento miracoloso, presagio dell ingegno, dell abilità, della fama e del potere che Agatocle avrebbe conseguito nel fiore degli anni : la statua in pietra raffigurante l effigie del figlio, da lei fatta erigere e dedicata in un recinto sacro, non meglio definito, fu visitata da uno sciame di api che costruirono il loro alveare proprio sulle sue anche 6. Tali mythoi, funzionali a dimostrare la benevolenza e il favore divino nei confronti del personaggio e delle sue imprese e pertanto a legittimarne il diritto ad assumere il titolo regale, ebbero origine in un entourage favorevole al tiranno, di cui dovevano far parte sia Antandro, fratello di Agatocle e suo biografo 7, sia il siracusano Callia, storico di corte 8, nel periodo in cui Agatocle si proclamò basileus, emulando i generali di Alessandro, poiché riteneva, come dice Diodoro (20.54.1), di non essere per nulla inferiore né quanto ad eserciti, né quanto al territorio, né quanto alle gesta compiute. Lo storico colloca l evento nell anno 307/6 a.c.; in realtà se effettivamente ispirato ad Agatocle dall iniziativa dei Diadochi, va posto, mi pare, dopo il 306 9. In quell anno Antigono si fece acclamare basileus dalla folla e dall esercito, secondo il costume macedone, e conferì lo stesso titolo al figlio Demetrio 10 ; l anno successivo, secondo il Marmor Parium e il Canone dei Re, assunse il titolo regale Tolemeo. Mi sembra corretto datare allo stesso anno 305 a.c. anche la scelta di Agatocle, che doveva ritenere particolarmente vantaggiosa 6 Lo sciame d api è notoriamente segno divinatorio; cfr. R. VATTUONE, Timeo, Polibio e la pueritia di Agatocle, Firenze 1983, p. 37. Uno sciame d api compare anche nella storia di Dionisio I: disarcionato dal suo cavallo, la mano con la quale si accingeva a risalire in groppa fu circondata da uno sciame d api; evento che i Galeoti, sacerdoti di Ibla, interpretarono come presagio di potere assoluto. Cfr. Ael. V.H. 12.46. 7 Cfr. FGrHist III B. 565. 8 Cfr. CONSOLO LANGHER 1999, p. 17 e SIMONETTI AGOSTINETTI 1988, pp. 25-26. 9 Cfr. C. MOSSE, La tyrannie dans la Grèce antique, Paris 1969, p. 173. 10 Cfr. Plut. Dem. 17-19. 154

l opportunità di trattare da pari a pari soprattutto con il Lagide, dati i comuni interessi africani. Ma la posizione di Agatocle era, mi pare, ben diversa da quella dei Diadochi, il cui prestigio derivava da diversi fattori concomitanti: figli di nobili e illustri famiglie macedoni, erano stati, come Seleuco hetairoi o come Tolemeo e Lisimaco, Antigono anche somatophulakes di Alessandro, avevano affiancato il re durante la spedizione asiatica condividendone successi e pericoli e anche da ciò derivava la loro legittimazione a regnare su parti dell impero che avevano contribuito a creare e, purtroppo, anche a distruggere. Non dimentichiamo che nei loro eserciti militavano ancora truppe che avevano combattuto con loro e con il Macedone, ne avevano conosciuto ed apprezzato l ingegno militare, il coraggio, la generosità, la magnanimità verso i vinti; doti tutte caratterizzanti la personalità di un sovrano. Non a caso Tolemeo, divenuto re d Egitto, scrisse la sua opera storica, per mettere in luce le proprie eroiche gesta, l abilità di stratega, la propria philanthropia e legittimare così il proprio diritto al regno 11. Altra la storia di Agatocle: di modesta origine si costruì da solo la propria carriera con ambizione e intelligenza, con astuzia e fortuna, con indiscutibili doti di stratega, ma anche con smisurata e gratuita crudeltà, incurante di patti e di garanzie giurate 12. Disprezzò sempre i giuramenti e la parola data, trasse la propria forza non dall esercito che lo accompagnava, ma dalla debolezza dei sudditi, dice Diodoro (20.89.5), commentando l agire del tiranno a conclusione dello scontro con Deinocrate e gli esuli siracusani, quando, dopo aver accettato la resa di questi ultimi ed aver garantito loro la salvezza, li fece circondare e trafiggere tutti 13. Da apprendista vasaio divenne soldato, mercenario 14, tiranno di Siracusa, con il progetto di unificare tutta la Sicilia, allontanandone i Cartaginesi, e si conferì infine il prestigioso titolo di basileus, pur difettando come visto delle basilari prerogative connesse al titolo e alla funzione. Si noti a 11 Cfr. M. A. LEVI, Introduzione ad Alessandro Magno, Milano 1977, pp. 81 ss.; SIMONETTI AGOSTINETTI 1988, p. 15. 12 Esemplari a questo proposito alcuni drammatici episodi: oltre a quello di Utica, di cui si dirà in seguito, si può ricordare quello di Segesta, città alleata (Diod. 20.71), praticamente spopolata dai suoi abitanti, sterminati, dopo atroci torture dal tiranno, deciso ad impadronirsi delle loro ricchezze per rimpinguare le proprie finanze, esauste, dopo la spedizione libica. 13 Diodoro riferisce che secondo Timeo le vittime furono 7000, ma, essendo ben nota la posizione fortemente ostile del Tauromenio verso il tiranno, tiene a precisare che secondo altri autori, non citati, i morti furono 4000, un numero comunque decisamente elevato. 14 Diod. 19.4.1: a Taranto, dopo un fallito tentativo contro Crotone. 155

questo proposito quella che Diodoro (20.54.2-7) sottolinea essere la prima azione di Agatocle re, desideroso di compiere qualche impresa degna del titolo assunto : durante l attacco alla ribelle Utica fece prigionieri circa 300 cittadini, assicurando magnanimamente il proprio perdono, ma non esitando subito dopo, in seguito al rifiuto degli Uticensi di consegnare la città, a servirsene come bersagli umani, legandoli alle macchine da guerra spinte contro le mure della città, non diversamente da come, purtroppo, anche in tempi recentissimi hanno fatto moderni tiranni. Il mythos della miracolosa salvazione del figlio dell ignoto Carcino vuole avvicinarlo ai grandi prima ricordati, anche se il racconto si presenta adattato, mi pare, all ambiente diverso in cui maturano gli eventi: non si trova alcun riferimento alla materia dei sogni del padre, egli era semplicemente turbato nel sonno 15 (né d altra parte poteva ricollegarsi a simbologie divine quali il fulmine, attributo di Zeus, che compare nel sogno di Filippo a manifestare la filiazione di Alessandro dal sommo dio); per interrogare l oracolo il vasaio non ha ovviamente a disposizione un fidato Alessandro di Telmesso, e tanto meno una schiera di indovini devoti, ma si deve affidare a dei theoroi, non a caso Cartaginesi, diretti a Delfi, che decretano con il responso la condanna del figlio. Nel seguito della vicenda di Agatocle i segni divini scompaiono: egli diventa artefice del proprio destino, sfruttando abilmente circostanze fortuite e indubbie doti di avventuriero e di stratego, forza fisica ed intelligenza: il suo modo di agire, di presentarsi in pubblico e di parlare diventano gli strumenti stessi della sua propaganda. La sua ascesa sociale inizia dopo il trasferimento della famiglia a Siracusa nel 342 a.c., forse all età di circa 18 anni 16 ; poco importa, se, come dice Timeo 17, si sia dato alla prostituzione (F. 124b2) per procurarsi denaro e poter abbandonare la ruota, il fumo, l argilla (F. 124c) della bottega paterna o se, come riferisce invece Diodoro (19.3.1), i mezzi gli furono forniti da un ricco siracusano, lo stratego Damas, che ne fece il suo amante, ma che, apprezzandone anche le qualità militari, gli procurò una nomina a chiliarco; in seguito il matrimonio con la di lui vedova gli procurò un 15 Non credo si debba pensare ad una svista di Diodoro, che non mancava certo di interesse per la materia mitica e che aveva narrato la storia dell origine dell oracolo delfico. 16 Polyb. 12.15.6 e 15.35.2; secondo Diodoro (19.2.6) il trasferimento avvenne invece quando Agatocle aveva sette anni. 17 Polibio (cfr. nt. precedente) dichiara di derivare tali notizie dalla Storia di Agatocle di Timeo (FGrHist 566), ma ne denuncia l inattendibilità, data la ben nota avversione dello storico verso il tiranno di Siracusa. 156

ingente patrimonio 18. Negli anni successivi, Agatocle, anche all apice del successo politico-militare, rivelò una preoccupazione costante di offrire al popolo siracusano un immagine di sé sempre conforme alle proprie origini, che non manca di rievocare in diverse occasioni negli atti e nelle parole, con effetti mediatici. A conclusione del colpo di Stato che aveva portato alla caduta del governo dei Seicento e al massacro, protrattosi per due giorni di gran parte degli oligarchici o presunti tali (Diod. 19.6-9) e delle loro famiglie, dopo tanto incontrollato spargimento di sangue, di fronte all assemblea, che possiamo immaginare paga del bottino raccolto, fiduciosa nei vantaggi che sarebbero derivati dalla distribuzione delle terre e dei beni confiscati agli avversari, timorosa di possibili repressioni in caso di cambiamento di dirigenza, Agatocle, dichiarando di rinunciare a qualsiasi potere e di voler tornare ad essere uno del popolo, tolse il mantello militare per indossare quello modesto che indossava la maggior parte dell uditorio, provocando una scontata corale adesione alla sua richiesta di affidargli il governo della città senza limiti e senza condizioni. Altra scena, altro ambiente, stessa carta vincente. Nell estate del 309 a.c. il tiranno, accampato nei pressi di Tunisi, dovette fronteggiare una crisi manifestatasi nella sua armata: nonostante la splendida vittoria riportata contro Annone e Bomilcare l anno precedente e il cospicuo bottino acquisito (Diod. 20.13) le risorse dovevano essere estremamente ridotte se gli uomini chiedevano insistentemente il pagamento degli stipendi arretrati (Diod. 20.33.8), e manifestavano il loro malcontento, probabilmente stanchi della lunga campagna in una terra lontana e inospitale e certamente preoccupati del ritorno. Le navi, infatti, con le quali erano sbarcati in Africa erano state incendiate proprio per ordine di Agatocle, il quale con il pretesto di assolvere al voto di trasformare in fiaccole tutte le navi (Diod. 20.7), voto fatto a Demetra e Core, non a caso le dee più popolari e più venerate in Sicilia, aveva tolto loro ogni possibilità di scampo, cosicché solo nella vittoria avrebbero potuto trovare la salvezza. Il pretesto della rivolta fu un fatto privato; uno scontro verbale, sotto effetto dell alcool, tra Licisco, Agatocle e il di lui figlio Arcagato, che accusato di una relazione con la matrigna, uccise il generale (Diod. 20.33.6). Il pericolo era grave, perché i Cartaginesi avevano subito approfittato della situazione per 18 La notizia delle misere condizioni famigliari potrebbe essere effettivamente calcata, ma non credo si possa contestarla sulla base della frequentazione (cfr. CONSOLO LANGHER 1999, p. 22) da parte di Agatocle di una illustre famiglia siracusana quale quella di Damas, ritenendola una sufficiente prova di agiatezza familiare; nulla vieta di credere che Agatocle, giovinetto prestante, sia stato notato ed invitato dal ricco siracusano. 157

esortare i ribelli a passare dalla loro parte con allettanti proposte; ed ecco che Agatocle si spogliò del ricco abbigliamento di porpora, espressione del potere, per indossare la modesta veste della massa e confondersi con essa (Diod. 20.34.3). Ancora una volta il farsi riconoscere dalla folla come uno di loro sortì l effetto previsto; l ammutinamento si concluse e il tiranno acclamato a gran voce fu costretto a rivestire la veste regale (Diod. 20.34.5). In varie occasioni, nelle feste pubbliche e nei simposi il tiranno amava rivendicare di fronte alla folla e agli amici le origini popolari e vantare l umile professione di vasaio dei suoi anni giovanili: ne faceva uno strumento propagandistico per dimostrare come avesse cercato sempre la perfezione sia da umile vasaio sia da uomo di stato, ottenendo con la sua abilità i massimi risultati. Eccolo infatti, durante un banchetto, afferrare una grande coppa d oro, da lui finemente lavorata, e dichiarare che aveva abbandonato l attività di vasaio solo dopo aver appreso al meglio le tecniche indispensabili a produrre manufatti di gran pregio artistico (Diod. 20.63.1-4). Doveva essere questo un motivo ricorrente nei suoi discorsi in pubblico e noto anche ai nemici; un altro divertente aneddoto ricorda infatti che durante un assedio, fu apostrofato dagli assediati, evidentemente a conoscenza delle sue difficoltà economiche 19, in questi termini: vasaio e operaio addetto alla fornace, quando pagherai gli stipendi ai soldati? (Kerameà kaˆ kamineà, pòte toýj misqoýj podèseij to j stratiètaij;) al che avrebbe argutamente risposto quando avrò preso questa città (Diod. 20.63.5). Interessante riferimento al binomio Agatocle-arte ceramica si trova anche in un passo dei Deipnosofisti nel quale Ateneo 20 riferisce che Cecilio di Calacte 21 nell opera Sulla Storia racconta che il tiranno Agatocle, mostrando agli amici coppe d oro era solito dire che se le era procurate, grazie a quelle che aveva prodotto quando fabbricava vasi. Evidente appare il riferimento sia alle modeste origini sia alla abilità artistica del tiranno ed ai conseguenti guadagni ottenuti, ma mi sembra interessante ricordare un altra interpretazione, che ben si adatta alla situazione qui presentata, collegabile al doppio senso del verbo kerameúein: fabbricare vasi-impastare l argilla, ma anche, metaforicamente, 19 Anche se non è possibile fornire indicazioni precise circa il luogo e il tempo in cui collocare l aneddoto, possiamo tuttavia ricordare che durante la campagna libica Agatocle si trovò più volte in difficoltà con i suoi uomini per problemi economici e di approvvigionamento. 20 Athen. Deipnosoph. 11.466b. 21 FGrHist 183 F2; mi sembra interessante sottolineare l origine siciliana del retore, che pur visse e lavorò nella Roma augustea; evidentemente questo particolare della biografia di Agatocle doveva essere ampiamente noto e diffuso. 158

impastare gli affari pubblici o, come ancor oggi siamo soliti dire con valenza negativa, avere le mani in pasta 22. Operaio e popolano ovviamente per opportunità politica, ma vanitoso se vogliamo credere ad un altro pettegolezzo, inserito tuttavia in un passo storicamente molto importante, quello in cui Diodoro parla dell assunzione da parte di Agatocle del titolo di basileus. Egli non avrebbe adottato il diadema, come gli altri sovrani ellenistici, dei quali pur si considerava pari, ma vi avrebbe rinunciato pur di nascondere la calvizie, continuando a cingere la corona che aveva adottato quando si era proclamato tiranno: aveva preso l abitudine di portare la corona, perché aveva pochi capelli (Diod. 20.54.1). L aneddoto è ricordato in termini assai ironici anche da Eliano 23 : Agatocle, vergognandosi della calvizie sempre più pronunciata, per nasconderla usava a mo di parrucca una corona di mirto ; tutti a Siracusa erano a conoscenza del problema e della vanità del tiranno, ma nessuno ne parlava apertamente temendo la furia dei suoi atti violenti e scellerati. Si tratta ovviamente di aneddoti, ma in genere gli aneddoti contengono un fondo di verità e riflettono aspetti autentici dei vizi e delle virtù dei personaggi cui si riferiscono. Accanto alla propaganda ufficiale rivolta a delineare una componente divina nelle origini del tiranno e basileus sussiste quindi, in forma altrettanto propagandistica, la componente popolare, di cui Agatocle stesso era il portavoce. 22 Tale accezione del verbo è testimoniato in Aristofane Le donne al Parlamento v. 253:...fabbrica assai male i vasi, ma assai bene gli affari della polis, per il quale si veda anche il relativo scolio (DÜBNER, p. 317a rr. 44-46: œlegon kerameúein kaˆ tõ kakîj poieˆn t koin ). 23 Ael. V.H. 11.4. 159

ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE CONSOLO LANGHER 1999 S. N. CONSOLO LANGHER, Storiografia e potere. Timeo, Callia, Duride e il dibattito su Agatocle, Pisa 1999. CONSOLO LANGHER 2000 S. N. CONSOLO LANGHER, Agatocle. Da capoparte a monarca fondatore di un regno tra Cartagine e i Diadochi, Messina 2000. LEVI 1977 M. A. LEVI, Introduzione ad Alessandro Magno, Milano 1977. MOSSE 1969 C. MOSSE, La tyrannie dans la Grèce antique, Paris 1969. SIMONETTI AGOSTINETTI 1988 A. SIMONETTI AGOSTINETTI (a cura di), Diodoro Siculo, Biblioteca Storica. Libri XVIII-XX, Milano 1988. VATTUONE 1983 R. VATTUONE, Timeo, Polibio e la pueritia di Agatocle, Firenze 1983. 160