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Rassegna Stampa Parametri di Ricerca impostati: Intervallo di tempo: dal 01/04/2013 al 16/10/2013 Testo Cercato : ludopatia Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende 20129 Milano Via Mameli, 11 Tel. 0243990431 Fax 0245409587

Rassegna del 16 ottobre 2013 ASL BRESCIA Il Giornale Di Brescia 1, 8 SLOT MACHINE, IL GIRO DI VITE DELLA REGIONE Carlo Muzzi 1 Il Giornale Di Brescia 9 SCARCELLA: «MOLTI NON SANNO DI ESSERE MALATI» 4 Bresciaoggi 20 VIOLENZA SULLE DONNE, UN AIUTO «CONCRETO» 5

SI ALLA NUOVA LEGGE Slot machine, il giro di vite della Regione MILANO II Consiglio regionale lombardo ieri ha approvato airunaniniità la nuova legge contro la ludopatia che prevede sgravi sull'irap degli esercenti che decidono di togliere le slot dai propri locali, oltre a limitazioni per chi decide invece di installarne. La legge coinvolge anche l'asl, e il direttore generale di Brescia, Carmelo Scarcella lancia l'allarme: «In molti giocatori patologici manca la consapevolezza di essere malati». apagina8e9 GIOCHI PERICOLOSI La Lombardia dice: «No slot» Sì alla legge contro la ludopatia Norma approvata airunanimità: sgravi per chi toglie le slot, e limiti per nuove sale. Maroni: «Ora tocca al Parlamento» Si chiama «No Slot» la nuova legge regionale approvata ieri in Consiglio Regionale per combattere la ludopatia. Un fenomeno in allarmante crescita, tanto che lo scorso anno anche il ministro Balduzzi l'ha fatta inserire tra le dipendenze. In Lombardia, poi, si calcola che il gioco d'azzardo comporti una spesa annuale prò capite di 1.700 euro (con una punta di 2.125 euro a Pavia). A queste si affiancano stime che sembrano davvero al ribasso: in Italia vi sarebbero circa 700.000 ludopatici. «Bisognatenere conto - spiega l'assessore regionale Viviana Beccalossi, che ha seguito l'iter del progetto di legge - che dietro quei 700mila ci sono settecentomila famiglie». Se a seguire l'iter del progetto di legge è stato un assessore bresciano, relatore in aula è stato un altro bresciano il leghista Fabio Rolfi. «I tredici articoli per laprevenzione e trattamento del gioco d'azzardo patologico - ha spiegato Rolfi - mirano non solo al contenimento della dipendenza da slot machine e gioco elettronico, ma dettano anche precise indicazioni per il coinvolgimento delle Asl e del Terzo settore nel sostegno ai ludopatici e alle loro famiglie, con l'indicazione di inserire il contrasto al "GaD" ASL BRESCIA Pag. 1

(Gioco d'azzardo patologico) nel piano di azione regionale». Uno dei principi cardine della legge consiste nella possibilità di concedere agevolazioni fiscali ai fini Irap, con una riduzione dello 0,92% (la Regione stima in circa 1.000 euro il beneficio per gli esercenti) alle imprese che decidano di disinstallare le slot machine, mentre per chi le manterrà è previsto un aggravio della stessa percentuale. Non solo, la nuova legge vieta la pubblicità sui mezzi pubblici, sono regolamentati gli accessi agli spazi destinati alle slot, è vietata l'installazione a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali di ambito socio-sanitario, centri giovanili e oratori. Ai Comuni sono concessi poteri di individuare altri luoghi sensibili e di prevedere forme premianti per i locali «no slot». È previsto uno stanziamento complessivo di 4 milioni di euro nel triennio 2013-2015 per il lavoro con le Asl: infatti i dipartimenti dipendenze e i servizi multidisciplinari accreditati dovranno garantire ai ludopatici e ai famigliari accoglienza, valutazione diagnostica, presa in carico e cura, reinserimento e coordinamento con le associazioni che operano sul territorio. I gestori dei locali in cui sono presenti slot dovranno frequentare corsi di formazione mirati (pena sanzioni fino a 5.000 euro) e in caso di violazione delle norme potranno ricevere multe fino 5.000 euro. Infine sarà attivato un numero verde per segnalazioni e richieste d'aiuto. L'azione legislativa della Lombardia Dotrebbe cozzare con eventuali ricorsi al Tar. Lo sanno bene anche in Regione tanto che sia la Beccalossi, sia Rolfi lo dicono chiaramente: «Per questa legge ci siamo mossi sull'orlo di un burrone. Alcune aspetti su cui abbiamo legiferato potrebbero essere contestati, ma il segnale andava mandato. Il Governo deve muoversi nella stessa direzione». Non è un caso che il presidente della Regione, Roberto Maroni, abbia fatto un appello chiaro: «Adesso il Parlamento segua il nostro esempio e faccia presto una legge per combattere un fenomeno che ha ricadute sociali disastrose». Il rischio è che eventuali ricorsi al Tar vengano accolti forse perché la Regione ha legiferato oltre le proprie competenze. Carlo Muzzi «Legge coraggiosa; ora impedire le infiltrazioni mafiose» Dopo l'approvazione della legge, coro unanime da parte dei consiglieri regionali bresciani GIRELLI «Bisogna puntare ad intensificare i controlli sui richiedenti» Un coro unanime, ovviamente con differenti sfaccettature, ma pur sempre unanime, come il voto andato in scena in aula per l'approvazione della legge contro la ludopatia. Mauro Parolini, capogruppo del Pdl-Forza Italia, parte da qui per sottolineare l'importanza di questa nuova legge: «Ha un significato politico forte - sottolinea Parolini - il fatto che dentro a questa assemblea, pur nel rispetto delle giustificate e differenti sensibilità politiche, tutti insieme si voglia dare una riposta concreta ad un problematica che toccanumerose famiglie. Voglio sottolineare come questo legge coglie il grido d'aiuto di comuni e associazioni che vivono quotidianamente questa situazione». Oltre alla soddisfazione non risparmia una nota polemica, l'assessore regionale Viviana Beccalossi, che ha seguito l'intero iter della legge. «In queste ultime due settimane abbiamo assistito allo spettacolo pietoso di una discussione sul sovraffollamento delle carceri, mentre un fenomeno che si stima coinvolga 700mila persone viene costantemente ignorato. Il governo Letta ha provato atransare con le società che gesticono i giochi per ottenere 400 milioni. Era l'ultimo tentativo per condonare l'evasione di questi anni, un'evasione che è stata di 50 miliardi di euro».la Beccalossi prosegue: «Come Regione abbiamo provato a dare una risposta che però è borderline ed è necessario che il Parlamento intervenga sulla nostra stessa linea». Perii leghista Fabio Rolfi, relatore in aula del progetto di legge, «Si tratta di un intervento innovativo ed estramente coraggioso che punta ad incentivare i comportamenti virtuosi». Michele Busi, consigliere regionale del Patto civico dichiara: «È una legge importante, che tocca competenze molteplici e interessi di miliardi di euro, per intervenire concretamente sul gioco d'azzardo patologico. E che, in tal senso, rappresenta un segnale forte anche nella lotta alla criminalità organizzata». È da qui prende spunto anche il pentastellato Giampietro Maccabiani: «Si tratta solo di un primo passo - sostiene - perché è giusto intervenire soprattutto per chi ha problemi con il gioco d'azzardo, ma ora bisogna occuparsi anche della presenza della criminalità organizzata dietro questo fenomeno. Ne abbiamo già parlato in commissione antimafia». Maccabiani chiarisce che presto M5S presenterà un progetto di legge per contrastare l'infiltrazione mafiosa in Lombardia «e stiamo valutando anche la possibilità di inserire aspetti legati alle slot e al gioco d'azzardo». Una posizione che chiama direttamente in causa proprio il presidente della Commissione antimafia, un altro bresciano, il consigliere del Pd Gianantonio Girelli, che nella sua dichiarazione chiarisce come, per quanto riguarda il contrasto alle infiltrazioni mafiose «si debbaintervenire sul doppio livello, sia grazie allo Stato sia all'azione congiunta della Regione. Serve un'intensificazione del contro dei richiedenti. Per ASL BRESCIA Pag. 2

il resto non resta che esultare per una legge di cui il Pd è stato il primo ispiratore». cm Passo avanti in Regione Nella foto qui sopra l'assessore regionale Viviana Beccalossi che ha seguito l'iter del Pdl, il consigliere Fabio Rolfi relatore in aula, il presidente della Lombardia Roberto Maroni, Angelo Ciocca presidente della IV commissione e l'assessore al Bilancio Massimo Garavaglia ASL BRESCIA Pag. 3

Scarcella: «Molti non sanno di essere malati» Il direttore deltasl di Brescia: «Servono più consapevolezza e informazione» Quantificare i dipendenti da gioco d'azzardo nel Bresciano? Per ora è impossibile, si può solo utilizzare un dato che ricorda il direttore generale dell'asl di Brescia, Carmelo Scarcella. «Secondo gli ultimi dati disponibili Brescia è la settima città d'italia per la spesa in giochi. Nel 2011 si è speso complessivamente 1 miliardo e 288 milioni di euro». Ma se questo dato lo si incrocia con chi si presenta ai centri sparsi su tutto il territorio provinciali per assistere le persone con problemi patologici legati al gioco allora qualcosa non torna. «L'anno scorso hanno chiesto assistenza - prosegue Scarcella - solo alcune centinaia di persone». Il motivo? «Semplice, per molti giocatori non c'è la consapevolezza di essere malati e quindi non chiedono aiuto. Per combattere questo fenomeno, che noi trattiamo come tutte le altre dipendenze servono una consapevolezza culturale e maggiore informazione». L'Asl di Brescia ha la regia del sistema di erogazione diretta dei Sert e dei privati che operano sul territorio e in questi anni ha fatto in modo che alcuni professionisti sviluppassero competenze specifiche proprio nel trattamento del gioco patologico. Trattamento che prevede un supporto psicologico e basato sulla psicoterapia. «In questi anni abbiamo messo in campo molte iniziative per rispondere a queste dipendenze - sottolinea il direttore dell'asl -. Inoltre il trattamento che offriamo a chi soffre di ludopatia è sia individuale sia di gruppo a seconda dei casi. Ma ripeto ad oggi i numeri sono molto bassi». Dal vostro osservatorio comunque privilegiato qual è l'identikit del giocatore patologico? «Certo il campione è ristretto, ma possiamo dire che nel 70% dei casi è maschio e ha un'età media di 40 anni». ASL BRESCIA Pag. 4

DONNE OLTRE METTE IN CAMPO TANTO SOSTEGNO Violenza sulle donne, un aiuto «concreto» Un'opportunità nata da un' idea, una speranza resa possibile grazie all'azione di oltre 70 volontari, Donne Oltre ha già ridato il sorriso a 4 donne che hanno subito abusi, offrendo a loro (e ai loro figli) un posto dove abitare. Due anni fa la donazione di Francesca Pedrotti, un appartamento dove ospitare le vittime di stalking e di violenze, ha dato vita a un associazione giovane, ma ben radicata nel territorio. Donne Oltre collabora con la Asl di Brescia, l'ospedale di Manerbio e da oggi anche con la scuola elementare cittadina, dove alcuni volontari svolgono attività pomeridiana di aiuto compiti per occuparsi dei bambini che, dopo l'orario scolastico, non hanno nessuno a casa che li accolga. «Bisogna fare il punto della situazione e far capire alle persone in difficoltà che una via d ' uscita è sempre possibile», afferma Antonella Bosio, co-fondatrice di Donne Oltre. Lo spettacolo sarà rappresentato sabato 23 novembre, alle ore 21, al teatro di Manerbio. ASL BRESCIA Pag. 5