Progetto di recupero della cerchia delle mura medievali di Pisa

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Progetto di recupero della cerchia delle mura medievali di Pisa Pisa 1998 Massimo Carmassi La cerchia delle mura medievali di Pisa è uno straordinario manufatto di pietra e mattoni lungo 7 chilometri, quasi completamente integro, caratterizzato dalla presenza di fortificazioni cinquecentesche come la fortezza fiorentina sangallesca. Monumento di eccezionale valore storico-archeologico, la cinta muraria possiede anche una straordinaria valenza urbana, in quanto elemento di spina di una vasta area - 80 ettari - in parte libera e in parte occupata da edifici quali gli antichi arsenali, chiese, conventi, caserme, complessi industriali abbandonati e così via. Il suo recupero a un uso pubblico modificherebbe 1

profondamente l'immagine della città, contribuendo altresì alla soluzione di vari problemi traffico, parcheggi e pedonalizzazione del centro, carenza di verde pubblico e di servizi nell'ottica più ampia di ridefinizione del rapporto tra aree centrali e periferiche. Formalizzato nel 1998, il "progetto mura" prende avvio all'inizio degli anni settanta, per iniziativa dell'ufficio Progetti del Comune - un organismo creato e diretto da Massimo Carmassi - con un programma di rilievi dettagliati, destinato a svolgersi per circa un quarto di secolo, al quale contribuiranno, coordinati dall'ufficio, numerosi studenti pisani della Facoltà di architettura di Firenze. Su tale patrimonio di conoscenze si fondano, dal 1979, le prime puntuali proposte di restauro, riassunte, nel 1985, in un progetto per l'intero anello delle mura. Contemporaneamente, si compiono alcune concrete realizzazioni: del 1979 sono lo scavo del fossato della fortezza fiorentina, con la messa in luce del ponte sangallesco, interrato da oltre un secolo, e lo scavo del fosso dei Navicelli, nell'area del sostegno Stampace, cui 2

seguono, nel 1985, la proposta di ristabilire il collegamento tra il fosso e l'arno, e il progetto di restauro della cateratta medicea. Del 1989 è il recupero di un lungo tratto del loggiato della fortezza sangallesca, tra palazzo Scotto e la seconda torre, e del relativo muraglione a scarpa. Il lavoro sulle mura di Pisa prosegue anche dopo l'uscita di Carmassi, nel 1990, dall'ufficio Progetti: le nuove indagini si concretizzano, tra l'altro, in tre dettagliate assonometrie dei lati principali delle mura (1991), nel rilievo del forte di Stampace (1993) e, infine, nella duplice proposta (1997-98) per il recupero dell'area della fortezza sangallesca e per il complesso delle aree limitrofe alla cerchia delle mura. Articolato in più settori, il "progetto mura" dispiega gli interventi su un gradiente che spazia dal restauro delle mura e dei monumenti, alla demolizione, per le costruzioni, generalmente prive di qualità, che sorgono sulle aree di rispetto adiacenti alla cinta muraria, alla riqualificazione architettonica - per gli edifici di proprietà privata - sino alla previsione di nuove costruzioni, destinate a ridefinire fronti urbani dentro e fuori le mura, completare il 3

disegno di isolati, ospitare strutture di servizio pubblico nei nodi di interscambio tra periferia e centro. Proposte tanto urgenti quanto strategiche, in alcuni casi caratterizzate da un livello di definizione approfondito e, in altri casi, in attesa di ulteriore specificazione. Esempi significativi di tale approccio sono il progetto per il nuovo terminai degli autobus, collocato in corrispondenza di un tratto mancante delle mura sud, demolito all'inizio del Novecento, come anche la riscrittura del primo progetto (1979) di recupero del parco della Cittadella e del percorso pedonale di collegamento con il duomo - una promenade successivamente scandita con più decisione (e precisione) da una sequenza di emergenze architettoniche. L'intreccio di scale e opzioni progettuali differenti caratterizza anche la proposta (1998) per la fortezza sangallesca, ove il completamento dell'intervento di restauro del monumento viene inserito in un più ampio progetto, viabilistico e architettonico. Il piano prevede di riportare all'esterno della fortezza la strada che ora l'attraversa in corrispondenza dello spigolo est, limitando tale possibilità solo ai pedoni, e propone la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, che sfrutta il terrapieno corrispondente alla rampa di accesso al 4

ponte della Vittoria. Le fondazioni dell'orecchio sud, demolito nell'ottocento, sono riportate alla luce; viene accentuata la distanza tra il quadrilatero fortificato e la viabilità meccanica, ripristinando il fossato acqueo intorno al maschio. Per il fronte nord dell'area è prevista la ricostruzione dei ruderi sul Lungarno nelle volumetrie e con i prospetti preesistenti - riproponendo, tra l'altro, l'affaccio panoramico sul fiume e la città con cui un tempo si concludeva il percorso del loggiato e del camminamento lungo i bastioni. Sul lato ovest, un nuovo edificio, attraversabile in più punti, definisce il fronte lungo via Bovio del terrapieno corrispondente all'antico "piaggione del grano". Scavato per realizzare il parcheggio sotterraneo, il terrapieno - solo in parte edificato - viene riorganizzato con nuovi edifici a destinazione pubblica e commerciale, che definiscono una lunga piazza, mentre, sul lato verso la fortezza, il progetto predispone un percorso panoramico con discese alla quota del fossato. Dell'edificio che sorge all'angolo sud del terrapieno, di fronte all'orecchio del maschio, è proposta una riconfigurazione volumetrica e architettonica, in maniera analoga a quanto previsto per l'edificio d'angolo tra via Bovio e il lungarno. Il lavoro ai margini dell'area è ovviamente integrato agli obbiettivi di recupero e utilizzo pubblico della fortezza e del suo giardino. Una prefigurazione dei risultati del recupero del monumento è offerta dall'immagine - presa in occasione dell'allagamento del fossato in seguito a forti piogge - del bastione lambito dall'acqua; un assaggio dei diversi possibili modi di godere dello spazio pubblico della fortezza è costituito dalla realizzazione, al suo interno (1998), di una struttura leggera, in legno, per ospitare un cinema all'aperto. 5

Nel settembre 1998, a palazzo Lanfranchi, si è tenuta una mostra sul recupero delle mura. Da allora - a parte la prosecuzione di alcuni lavori impostati nell'ufficio Progetti - nessuno dei nodi strutturali evidenziati dal "progetto mura" è stato affrontato. INFORMAZIONI Progetto: Massimo Carmassi Collaboratori: Collaborazione grafica: Eva Rimondi, Raffaella Villani, Taisuke Kuroda, Jane Thompson, Salvatore Oggianu, Naoko Koyama, Jeffrey R. Zynda, Yanel de Angel Salas, Sophia Droukas, Silvia Margutti Strutture: Impianti: cronologia: 1998 Imprese: Committenti: Comune di Pisa Foto: Mario Ciampi, Massimo Carmassi CARMASSI STUDIO DI ARCHITETTURA Indirizzo: Borgo Santi Apostoli, 19 50123 Firenze Tel./Fax: 055 295034 / 055 283591 E-mail: karmassi@tin.it Web: www.carmassiarchitecture.com Acconsentiamo all uso dei dati personali per la legge 675/96 6