Accordo di coordinamento in materia di identificazione e adeguatezza patrimoniale dei conglomerati finanziari



Documenti analoghi
Vigilanza bancaria e finanziaria

MITTEL S.p.A. PROCEDURA RELATIVA ALLE OPERAZIONI EFFETTUATE DAI SOGGETTI RILEVANTI AI SENSI DELL ART. 114, COMMA 7 DEL D. LGS. N.

Approvazione CDA del 25 giugno Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

II.11 LA BANCA D ITALIA

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

VIANINI LAVORI S.p.A. CODICE DI COMPORTAMENTO

Codice di comportamento dei Soggetti rilevanti della Monrif S.p.A. e delle societa' controllate dalla Monrif S.p.A. "Internal Dealing"

MODULO DI DESIGNAZIONE/REVOCA DEI BENEFICIARI

NOTA. Interpretazione delle principali questioni connesse all emanazione del Decreto del Ministero del Tesoro, 30 giugno 1997, n. 322.

RISOLUZIONE N. 81/E. Direzione Centrale Normativa Roma, 25 settembre 2015

1. PREMESSE 2. OGGETTO DEL CODICE

Il Ministro dello Sviluppo Economico

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 14 marzo 2013, n. 449

Approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 10 settembre 2007

PROCEDURA OPERATIVA INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ISPRA -ARPA/APPA NEI PROCESSI DI ADESIONE AD EMAS DELLE ORGANIZZAZIONI INDICE. 1.

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione,

REGOLAMENTO N. 37 DEL 15 MARZO L ISVAP (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo)

REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLE NORME IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013

SUPPLEMENTO AL DOCUMENTO di REGISTRAZIONE

RISOLUZIONE N. 430/E QUESITO

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA

BANCA POPOLARE DI SPOLETO

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Schema di decreto del Ministro dello sviluppo economico.2013, n..

CIRCOLARE N. 58/E. Direzione Centrale Servizi ai Contribuenti. Roma 17 ottobre 2008

ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE DEI RECLAMI. Relazione

REGOLAMENTO EMITTENTI

REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI

SETTORE ASSICURATIVO. Il giorno 18 aprile tra. l ANIA. le OO.SS. premesso che

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Spett.le Dipartimento del Tesoro Direzione IV

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 DELIBERAZIONE 28 dicembre 2010, n. 1169

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12

Fiscal News N Normativa antiriciclaggio per il collegio sindacale. La circolare di aggiornamento professionale

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

DIREZIONE GENERALE AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

VISTO l articolo 38 della legge regionale 18/2005;

RISOLUZIONE N. 98/E. Direzione Centrale Normativa Roma, 25/11/2015

COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

Comune di San Martino Buon Albergo

IL MINISTRO DELL ECONOMIA E DELLE FINANZE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

MinisterodelloSviluppoEconomico

DELIBERAZIONE 4 MARZO 2003

Regolamenti Isvap 21, 22, 25, 26, 27 attuativi del Codice delle Assicurazioni Private

RISOLUZIONE N. 16/E QUESITO

Determina Personale Organizzazione/ del 12/12/2014

RISOLUZIONE N.126/E QUESITO

RELAZIONE DEL REVISORE AL BILANCIO CHIUSO IL

Regolamento in materia di modalita di deposito e subdeposito degli strumenti finanziari e del denaro di pertinenza della clientela.

Policy di gestione delle operazioni con soggetti collegati. Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati

Regolamento per la formazione professionale continua del Consiglio Nazionale

MODIFICHE AL REGOLAMENTO N /98 IN MATERIA DI MERCATI

Nuova disciplina dell attività di Restauro. Sintesi

MIFID Markets in Financial Instruments Directive

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

Ministero dell'economia e delle Finanze Dipartimento del Tesoro Direzione V

l Ente produttore di seguito congiuntamente indicate le Parti ;

COSTITUZIONE DI ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE MEDIANTE CONFERIMENTO DI MANDATO COLLETTIVO SPECIALE CON RAPPRESENTANZA

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L.

REGOLAMENTO N. 23 DEL 9 MAGGIO 2008 L ISVAP. (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo)

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

Informativa al Pubblico

Regolamento emittenti

ENBIC Ente Nazionale Bilaterale Confederale ANPIT, CIDEC, CONFAZIENDA, FEDIMPRESE E UNICA CISAL, CISAL TERZIARIO, FEDERAGENTI

Fondo Pensione dei Dipendenti del Gruppo Reale Mutua

Come cambia l antiriciclaggio

STATO MAGGIORE DELLA DIFESA

E DI INTERESSE COLLETTIVO

RISOLUZIONE N. 5/E. Roma, 19 gennaio 2015

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

SENATO. 6 Commissione (Finanze) 5 novembre 2008 TESTO UNIFICATO PROPOSTO DALLA RELATRICE SUI DISEGNI DI LEGGE N. 414 E N. 507

Il presente documento è conforme all'originale contenuto negli archivi della Banca d'italia

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA

CASSA DI RISPARMIO DI BOLZANO S.p.A. SÜDTIROLER SPARKASSE AG SECONDO SUPPLEMENTO AL PROSPETTO DI BASE. relativo al Programma di Emissione di

L importanza della conoscenza dell evoluzione normativa e della formazione continua nell ambito della sicurezza

Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Regolamento Isvap n. 24 del 19 maggio 2008

Supplemento al Prospetto di Base relativo al programma di prestiti obbligazionari denominato Banca Antonveneta S.p.A. Obbligazioni Tasso Variabile

Gestione dei documenti e delle registrazioni Rev. 00 del

Roma,.. Spett.le. Società Cooperativa EDP La Traccia. Recinto II Fiorentini, n Matera (MT)

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CIRCOLARE N. 40/E. Roma, 4 agosto Direzione Centrale Normativa

Codice di comportamento in materia di Internal Dealing. Codice di comportamento di Internal Dealing

( PROCEDURA REGISTRO PERSONE RILEVANTI )

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO

Transcript:

Accordo di coordinamento in materia di identificazione e adeguatezza patrimoniale dei conglomerati finanziari La Banca d Italia, la CONSOB e l ISVAP VISTA la direttiva 2002/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla vigilanza supplementare sugli enti creditizi, sulle imprese di assicurazione e sulle imprese di investimento appartenenti ad un conglomerato finanziario (di seguito Direttiva) e in particolare l art. 11, paragrafo 1, ultimo capoverso, secondo cui al fine di agevolare la vigilanza supplementare e di fondarla su un ampia base giuridica l Autorità che svolge il ruolo di coordinatore, le altre Autorità competenti rilevanti e, ove necessario, le altre Autorità competenti interessate concludono accordi di coordinamento; TENUTO CONTO di quanto previsto al terzo capoverso dell allegato I della Direttiva, in base al quale gli Stati membri possono stabilire che il calcolo dell adeguatezza patrimoniale sia effettuato in base a un metodo specifico se a capo di un conglomerato finanziario vi è un impresa regolamentata autorizzata in tale Stato membro e quando, pur essendo a capo del conglomerato un impresa non regolamentata, le Autorità competenti rilevanti sono ubicate nel medesimo Stato membro; VISTO il decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 142 (di seguito Decreto), di attuazione della citata Direttiva e, in particolare: - l art. 1, comma 1, lettera z) che definisce come Autorità competenti le Autorità nazionali dei Paesi dell Unione Europea preposte, in forza di legge o regolamento, all esercizio della vigilanza sulle banche, sugli Istituti di Moneta Elettronica, sulle imprese di assicurazione, sulle imprese di investimento, a livello sia di singola impresa sia di gruppo; - l art. 1, comma 1, lettera aa) che definisce come Autorità competenti rilevanti: 1) le Autorità nazionali dei Paesi dell Unione Europea preposte, in forza di legge o di regolamento, all esercizio della vigilanza settoriale a livello di gruppo sulle imprese regolamentate appartenenti a un conglomerato finanziario; 2) il coordinatore se diverso dalle Autorità di cui al numero 1); 3) le altre Autorità competenti interessate, se ritenuto necessario dalle Autorità di cui ai numeri 1 e 2; - l art. 1, comma 1, lettera bb) che definisce come Autorità di vigilanza italiane le Autorità di vigilanza italiane competenti sui settori bancario, assicurativo e dei servizi di investimento; - l art. 3 che definisce i criteri e le soglie quantitative per l identificazione dei conglomerati finanziari; - l art. 4, in base al quale le Autorità competenti, che hanno autorizzato le imprese regolamentate appartenenti ad un gruppo, stabiliscono se il gruppo costituisce un conglomerato finanziario e a tal fine collaborano strettamente tra loro; - l art. 5, comma 3 che detta i criteri per l individuazione dell Autorità di vigilanza responsabile per il coordinamento e l esercizio della vigilanza supplementare sulle imprese regolamentate appartenenti ad un conglomerato finanziario (di seguito coordinatore);

- l art. 5, comma 7 che stabilisce che il coordinatore, le altre Autorità competenti rilevanti e, ove necessario, le altre Autorità competenti interessate concludono accordi di coordinamento al fine di agevolare la vigilanza supplementare e che tali accordi possono conferire al coordinatore ulteriori compiti e possono specificare le procedure per il processo decisionale fra le Autorità competenti rilevanti e per la collaborazione con le altre Autorità competenti; - l art. 7 comma 1 che prevede che il coordinatore, previa consultazione con le altre Autorità competenti rilevanti e con il conglomerato stesso, individui il metodo da applicare per la valutazione dell adeguatezza patrimoniale supplementare; CONSIDERATO che ai sensi dell articolo 2, comma 1 del Decreto la vigilanza supplementare sulle imprese regolamentate appartenenti a un conglomerato finanziario ha per scopo la salvaguardia della stabilità del conglomerato nel suo complesso e delle imprese che ne fanno parte, e che, pertanto, il ruolo di coordinatore deve essere attribuito ad un autorità di vigilanza italiana che, avendo partecipato al procedimento autorizzatorio dell impresa regolamentata, in base all ordinamento vigente abbia competenze sulla stabilità dell impresa medesima appartenente al conglomerato; RAVVISATA l opportunità di definire, in sede di prima attuazione del Decreto, un accordo di coordinamento, concernente in particolare: - l individuazione dei conglomerati finanziari per i quali una delle autorità di vigilanza italiane potrebbe svolgere il ruolo di coordinatore; - la definizione di una metodologia di calcolo del requisito di adeguatezza patrimoniale supplementare condivisa, da applicarsi ai medesimi conglomerati finanziari; VISTE le note del 2 settembre 2005 e del 27 settembre 2005 con le quali ISVAP e Banca d Italia hanno costituito un Tavolo Tecnico congiunto allo scopo di dare concreta attuazione al citato Decreto e, in via prioritaria, alle disposizioni relative all individuazione dei conglomerati finanziari, dei relativi coordinatori e del metodo per la valutazione dell adeguatezza patrimoniale supplementare dei conglomerati; CONSIDERATI gli orientamenti emersi nell ambito dei lavori del citato Tavolo Tecnico e in particolare: - l analisi compiuta sulle norme settoriali in materia di calcolo dell adeguatezza patrimoniale e sulla loro applicazione, dalla quale è risultato che il consolidamento è il metodo di riferimento per la vigilanza sui gruppi bancari ed è il metodo di prevalente utilizzo nel settore assicurativo, sia a livello nazionale che comunitario; - la valutazione di idoneità del metodo del consolidamento per il calcolo dell adeguatezza patrimoniale dei conglomerati finanziari, in quanto atto a eliminare il computo plurimo del patrimonio, nonché la costituzione di fondi propri mediante operazioni interne al gruppo; CONSIDERATO che la CONSOB, con nota del 29 novembre 2005, ha manifestato la propria adesione all Accordo di Coordinamento stipulato in data 16 novembre 2005 dall ISVAP e dalla Banca d Italia e che, fermo restando il contenuto di quest ultimo, le tre Autorità ritengono opportuno formalizzare tale adesione tramite una nuova sottoscrizione dell Accordo stesso; stipulano il seguente accordo:

Art. 1 (Individuazione dei conglomerati finanziari) 1. Al fine di individuare i conglomerati finanziari per i quali Banca d Italia o ISVAP potrebbero svolgere il ruolo di coordinatore, le Autorità firmatarie del presente accordo si impegnano a: a. consultarsi con cadenza annuale, successivamente alla disponibilità dei dati di bilancio, per verificare la sussistenza delle soglie previste all art. 3 del Decreto per i conglomerati già individuati ovvero per nuove unità. La consultazione sarà effettuata anche ai fini dell eventuale applicazione di quanto previsto dagli articoli 3, comma 6 e 4, comma 2, lettera d) del Decreto; b. consultarsi anche successivamente alla verifica annuale di cui alla lettera a) del presente comma per analizzare eventuali operazioni societarie che dovessero implicare la nascita oppure una modifica rilevante della struttura di un gruppo o di un conglomerato nel periodo compreso tra due verifiche annuali; c. consultarsi in tutti i casi nei quali abbiano ricevuto comunicazioni da altre Autorità di vigilanza rilevanti per l accertamento della struttura del gruppo o l individuazione del conglomerato; d. utilizzare, per il calcolo delle soglie previste all art. 3 del Decreto, i dati, gli archivi e le procedure operative specificate nell allegato A al presente accordo; in particolare, per il calcolo delle soglie relative alle attività del gruppo, i dati verranno desunti da bilanci relativi agli esercizi considerati, mentre per il calcolo dei requisiti patrimoniali si farà riferimento ai dati in possesso delle Autorità competenti; e. pubblicare annualmente l elenco e la composizione dei conglomerati finanziari individuati ai sensi del presente articolo. 2. L individuazione dei conglomerati finanziari avviene informando le Autorità competenti dei Paesi dell Unione Europea. 3. Il coordinatore comunica al conglomerato di essere stato identificato come tale nonché la designazione del coordinatore e invia tale comunicazione per conoscenza alle altre Autorità competenti sulle imprese regolamentate appartenenti al conglomerato stesso. 4. In applicazione di tutto quanto sopra convenuto, con riferimento ai dati di bilancio relativi all esercizio 2004, sono stati individuati i conglomerati finanziari indicati nell allegato B al presente accordo; gli aggiornamenti successivi o eventuali integrazioni non comportano la modifica dell Accordo e vengono effettuati attraverso scambio di corrispondenza, fermo restando quanto disposto dal precedente comma 2. Art. 2 (Metodo di calcolo per i requisiti di adeguatezza patrimoniale supplementare) 1. Le Autorità firmatarie del presente accordo convengono nell individuare nel consolidamento contabile, come descritto nel punto 1, lettera A dell allegato al Decreto, il metodo più idoneo a calcolare il requisito di adeguatezza patrimoniale supplementare per i conglomerati finanziari di cui all art.1 del presente accordo. 2. In particolare il metodo del consolidamento:

- consente di eliminare il computo plurimo del patrimonio, cioè l utilizzo, ai fini delle discipline prudenziali di settore, dei medesimi fondi patrimoniali per fronteggiare i rischi di più di un impresa appartenente al conglomerato; - permette, attraverso l eliminazione automatica dei rapporti reciproci tra le proprie componenti, una rappresentazione contabile del conglomerato inteso come un unica unità che si rapporta ai terzi e per tale via di limitare la costituzione di fondi propri mediante operazioni interne al gruppo; - consente di cogliere realtà che, anche se molto articolate dal punto di vista dell organizzazione del gruppo e caratterizzate dalla presenza di profili di rischio eterogenei, si configurano dal punto di vista economico come un unità singola; - è coerente con l evoluzione della disciplina contabile italiana e con l adozione degli IAS/IFRS anche a livello comunitario a partire dai bilanci che fanno riferimento all esercizio 2005. 3. Le Autorità firmatarie del presente accordo convengono inoltre che, in conformità all art 7, comma 1 del Decreto, qualora si ravvisino elementi di specificità di un gruppo che possono rendere inadeguata l'applicazione del metodo del consolidamento, il coordinatore del conglomerato, consultate tutte le Autorità competenti rilevanti e il conglomerato stesso, individui i correttivi per i calcoli dell adeguatezza patrimoniale effettuati secondo detto metodo ovvero utilizzi una delle altre metodologie previste dal Decreto. In particolare potranno essere adottati correttivi o metodi alternativi qualora non siano assicurati livelli soddisfacenti di gestione integrata e di controllo interno delle imprese incluse nel consolidamento ovvero qualora non sia verificata l efficacia della trasferibilità e disponibilità di fondi propri tra le varie imprese del gruppo. Art. 3 (Altri istituti di vigilanza supplementare) Le Autorità firmatarie del presente accordo si riservano di stipulare uno o più accordi di coordinamento per la disciplina degli altri istituti di vigilanza supplementare previsti dal Decreto. Art. 4 (Validità e modifiche dell accordo) Il presente accordo può essere modificato nel caso di variazioni sostanziali della normativa di riferimento ovvero qualora, sulla base dell esperienza acquisita nell attuazione del medesimo, le Autorità firmatarie reputino necessario apportare modifiche o integrazioni. Roma, 31 marzo 2006 Per la Banca d Italia Per la CONSOB Per l ISVAP Il Governatore Il Presidente Il Presidente Mario Draghi Lamberto Cardia Giancarlo Giannini

Allegato A Processi e procedure per l identificazione dei conglomerati finanziari Di seguito si descrive sinteticamente il processo che conduce all identificazione dei conglomerati secondo il disposto dell art. 1 del presente accordo. Una preliminare selezione dei potenziali conglomerati avviene attraverso il riscontro incrociato dei dati relativi alle imprese regolamentate in possesso rispettivamente di Banca d Italia e ISVAP estratti dagli archivi di seguito specificati. I dati così ottenuti sono sottoposti, per conferma e per l inserimento di eventuali ulteriori informazioni alle altre Autorità competenti. Archivi Banca d Italia utilizzati per il calcolo delle soglie ex art. 3 del Decreto: 1. Per l individuazione degli azionisti delle imprese al vertice di un conglomerato si utilizzano gli archivi relativi agli assetti azionari delle banche e degli intermediari contenenti le comunicazioni ricevute ai sensi del Titolo II, Capo III del Testo Unico Bancario e della Parte II, Titolo I del Testo Unico della Finanza. 2. Per il calcolo delle quote di partecipazione all interno dei conglomerati si utilizzano per le banche i dati rivenienti dall archivio Assetti Partecipativi Enti (cfr. Istruzioni di Vigilanza sulle Banche, Titolo IV, Capitolo 9, sez. VII e Allegato C) e dall Albo dei Gruppi Bancari di cui all art. 64 del Testo Unico Bancario; per gli intermediari non bancari si fa riferimento ai bilanci e alle segnalazioni di vigilanza trasmesse ai sensi delle Circolari della Banca d Italia nn. 148, 189 e 217. 3. Per il calcolo delle attività si utilizzano i dati del totale dello stato patrimoniale del bilancio consolidato riferibili ai gruppi bancari. Ove necessario, si considerano le analoghe voci con riferimento ai dati individuali 4. Per il calcolo dei requisiti patrimoniali si utilizza la segnalazione relativa al patrimonio di vigilanza consolidato di fine esercizio ovvero, ove necessario, quello su base individuale. 5. Per il calcolo del peso in termini di attivo e di requisito di solvibilità dei diversi settori, le partecipazioni inferiori al 20 per cento non sono considerate; quelle non inferiori al 20 per cento e inferiori al 50 per cento sono ponderate in base alla quota di partecipazione, quelle superiori al 50 per cento (e, comunque, quelle di controllo) sono ponderate al 100 per cento. Archivi Isvap utilizzati per il calcolo delle soglie ex art. 3 del decreto: 1. Per l individuazione degli azionisti delle imprese al vertice di un conglomerato e per il calcolo delle quote di partecipazione all interno dei conglomerati si utilizzano gli archivi relativi: - le comunicazioni relative agli assetti azionari delle compagnie di assicurazione ricevute ai sensi della legge n. 20/91; - alle partecipazioni detenute dalle imprese di assicurazione alla chiusura dell esercizio, provenienti dal bilancio e dalla modulistica di vigilanza,

- alle comunicazioni ricevute ai sensi della Circolare Isvap n. 456/2001 in materia di imprese facenti parte dell area della vigilanza supplementare sulle compagnie di assicurazione. 2. Per il calcolo delle attività si utilizzano i dati del totale dello stato patrimoniale del bilancio consolidato della capogruppo, ove disponibile. Altrimenti, si considerano le analoghe voci con riferimento ai dati individuali. 3. Per il calcolo dei requisiti patrimoniali si utilizzano i requisiti di margine di solvibilità individuali di fine esercizio ricavati dal prospetto del margine di solvibilità e dalla modulistica di vigilanza. 4. Per il calcolo del peso in termini di attivo e di requisito di solvibilità dei diversi settori, le partecipazioni inferiori al 20 per cento non sono considerate; quelle non inferiori al 20 per cento e pari o inferiori al 50 per cento sono ponderate in base alla quota di partecipazione, quelle superiori al 50 per cento (e, comunque, quelle di controllo) sono ponderate al 100 per cento.

Allegato B Conglomerati finanziari di cui all art. 1, comma 4 del presente accordo Con riferimento ai dati di bilancio relativi all esercizio 2004, sono stati individuati i seguenti conglomerati finanziari: Conglomerato Settore prevalente Autorità coordinatrice Carige Bancario Banca d Italia Intesa Bancario Banca d Italia Mediolanum Assicurativo ISVAP Monte dei Paschi Bancario Banca d Italia San Paolo-IMI Bancario Banca d Italia Unicredito Bancario Banca d Italia Unipol Assicurativo ISVAP