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Transcript:

2 giugno 2015 Festa della Repubblica Discorso ufficiale del Vice Sindaco Loris Marchesini Buongiorno! Saluto le autorità civili e militari, i consiglieri comunali (in particolare i capigruppo di minoranza Gallerani e Borghi che mi hanno delegato, come rappresentante dell Istituzione, a parlare anche a nome loro. spero che condivideranno questi pensieri), i colleghi della giunta e tutti i cittadini presenti oggi in occasione della festa del 2 Giugno. Ringrazio di cuore la nostra Banda senza la quale queste occasioni sarebbero meno vive e partecipate: grazie per il vostro impegno nella musica! Una festa che anche quest anno vogliamo sia particolarmente dedicata ai giovani. E per questo che verrà consegnata una copia della Costituzione (la nostra bibbia laica) a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi che quest anno compiono 18 anni. La Costituzione, un testo nato dalla scelta della Repubblica e dai nostri padri costituenti, un testo che dovrebbe essere il primo ad essere letto e spiegato nelle scuole. Pensate tutti noi dobbiamo andare a scuola guida, superare un esame teorico e pratico di guida giustamente -, ma nessuno ci chiede e ci interroga sulla nostra conoscenza della legge che tiene insieme tutti noi italiani. 1

Oggi doveva essere il Sindaco, Giampiero Veronesi, a tenere questo discorso. Lo sostituisco io, parlando a nome dell Amministrazione Comunale, perché Veronesi è stato chiamato in Prefettura dove verrà conferita una importante onorificenza ad una nostra concittadina: Barbara Bettini, a cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha assegnato il titolo di Cavaliere dell Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Questa cerimonia, che si sta svolgendo in Prefettura, è perfettamente coerente con il festeggiare la Repubblica: Barbara Bettini ha già donato il suo sangue più di 140 volte, contribuendo in modo concreto al dettato dell art. 4 della Costituzione: Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Oggi ricordiamo e festeggiamo la scelta libera degli italiani per la Repubblica: il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale, indetto a suffragio universale, con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.718.641 voti (54,27%) contro 10.718.502http://it.wikipedia.org/wiki/Festa_della_Repubblica_Italiana - cite_note-1 voti 2

(45,73%) l'italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati. Ad Anzola votarono a favore della repubblica 3.113 elettori (91,11%), per la monarchia 304 elettori (8,89%). Nelle frazioni di campagna la percentuale di favorevoli alla repubblica fu ancora maggiore in modo significativo. Ma oggi non celebriamo retoricamente la festa della nazione italiana. Celebriamo una importante rottura storica e civile della storia nazionale: la Repubblica democratica, appunto. Come ha scritto in questi giorni uno dei più importanti studiosi italiani delle istituzioni politiche, Nadia Urbinati: In quella prima domenica di giugno del 1946, gli italiani e le italiane decisero con un solenne plebiscito di voler essere una Repubblica democratica. Il loro fu un atto di fondazione che diede vita a un nuovo ordine politico. I cittadini e le cittadine furono per la prima volta nella storia della nazione italiana chiamati a decidere sull ordinamento politico e la loro identità pubblica, a farsi volontà sovrana. La nazione italiana ha avuto tre ordinamenti dal tempo della sua unificazione nel 1861: quello monarchico costituzionale, quello fascista, e quello repubblicano. Il 2 giugno non si festeggiano tutti e tre questi ordinamenti, e in questo senso non è il giorno della nazione; se ne festeggia uno solo, l ultimo. Se si fa 3

perno sull aggettivo nazionale si rischia di perdere il senso storico e politico di ciò che si festeggia: la nazione repubblicana e solo quella. La nazione comprende infatti tutta la storia politica, sociale, culturale e civile del Paese, non soltanto quella parte che ha preso avvio nel 1946.. La sovranità politica con quel plebiscito cambiò radicalmente, passando da una casa monarchica a milioni di cittadini che compongono il popolo, come recita la nostra Costituzione... Un esempio può aiutare a comprendere meglio perché la Festa della Repubblica non é semplicemente una festa della Nazione: prima del 1946, le donne italiane erano sia parte della nazione che suddite dello Stato italiano, ma non erano soggetti politici liberi.. Fu il plebiscito del 2 giugno che cambiò lo status delle donne, insieme a quello dei loro connazionali e dell intera società. Si trattò di uno spartiacque politico fondamentale, documentato dalle cronache che raccontano l emozione con la quale le cittadine e i cittadini si recarono alle urne, moltissimi di loro per la prima volta in assoluto, tutti vestiti a festa come per le ricorrenze più importanti. Si trattò di una rivoluzione pacifica fatta da milioni di donne e di uomini che, uno dopo l altro, espressero il loro voto, in silenzio, incolonnati, pazienti e con la dignità che viene dal sapersi sovrani e non sudditi. Nella fondazione della 4

Repubblica convergevano anni di fatiche, di dissensi, di lotte cruente, di guerra civile. E il 2 giugno fu il punto di inizio di una nuova convivenza politica nella quale solo con il voto e in maniera pacifica si sarebbero decisi i governi e i leader. Per non smarrire questo senso di libertà politica, di potere del suffragio universale, festeggiamo il 2 giugno come giorno della Repubblica. Un famoso un discorso di Piero Calamandrei ai giovani universitari di Milano del 1955 si concludeva così: Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione. Ma anche un uomo che aveva fatto solo qualche classe delle elementari, un muratore povero che poi sarebbe diventato un bravo sindaco di Anzola, Francesco Testoni, nel consiglio comunale del 25 aprile 1957 pronunciò un discorso che diceva cose simili:.la lotta di liberazione Nazionale, conclusasi il 25 Aprile, è una pagina di storia luminosa scritta non da pochi uomini illuminati, ma, per la prima volta nel nostro paese, dal popolo lavoratore, dagli uomini e dalle donne dei campi, delle officine, degli uffici e delle università, da tutti i partiti antifascisti, per ciò da una 5

unità Nazionale mai raggiunta nel nostro paese. Non credo sia necessario elencare le conquiste fatte dopo il 25 Aprile 1945. A me sembra che tutto sia in un documento, anche se questo è osteggiato e va avanti con lentezza: la Costituzione Repubblicana, che prima di essere scritta è stata bagnata con il sangue di migliaia di giovani Italiani, perché trionfasse nel nostro paese la libertà, la giustizia. Quest anno ricordiamo i 100 anni dall inizio per l Italia della Prima Guerra Mondiale e il 70 della Liberazione. Il Comune, insieme a tante espressioni locali del volontariato e della ricerca storica, ha organizzato molteplici occasioni, diverse e innovative, per ripensare questo importante periodo del 900, fondativo della patria e, attraverso la Resistenza, il sacrificio di tanti partigiani e deportati, della nostra libertà. In questi giorni, come avrete visto, grazie alla generosità di alcuni imprenditori anzolesi, stiamo facendo fare un restauro, una pulizia straordinaria del monumento ai caduti. E giusto fare memoria anche così. La Liberazione ha portato alla Repubblica e la Repubblica è stata la scelta che ha dato origine al lavoro eccezionale, grazie ai padri costituenti di tutti i partiti democratici ed antifascisti, che ha prodotto la Costituzione, una delle più belle del mondo. 6

Il ricordo dei caduti nella lotta contro il nazifascismo non ci fa dimenticare la pietà verso tutti i morti, di qualsiasi parte, di quei tremendi 5 anni. Ma, come ci ricorda il Presidente Mattarella, Non c'è dubbio che la pietà e il rispetto siano sentimenti condivisibili di fronte a giovani caduti nelle file di Salò che combattevano in buona fede. Questo non ci consente, però, di equiparare i due campi: da una parte si combatteva per la libertà, dall'altra per la sopraffazione. La domanda di Bobbio ai revisionisti è rimasta senza risposta: che cosa sarebbe successo se, invece degli alleati, avessero vinto i nazisti?". Ha ragione Italo Calvino quando scrive: Tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla storia. E un impegno mai concluso. Occorre ogni giorno difendere e far avanzare i diritti conquistati, anzitutto esercitando i nostri doveri. Sempre il Presidente della Repubblica ce lo ricorda con questo monito:. Mi ricordo la lettera di un giovanissimo condannato a morte della Resistenza che, la sera prima di essere ucciso, scriveva ai genitori che il dramma di quei giorni avveniva perché la loro generazione non aveva più voluto saperne della politica. Inoltre, oggi, assistiamo al riemergere dell'odio razziale e del fanatismo religioso: i morti delle Ardeatine è come se ci ammonissero continuamente, ricordandoci che mai si può abbassare 7

la guardia sulla difesa strenua dei diritti dell'uomo, del sistema democratico". E, in poche parole, l invito anche di don Lorenzo Milani: ciascuno di noi deve sentirsi responsabile di tutto, ciascuno di noi, ogni nostro bambino, ogni nostro ragazzo deve essere educato a pensare Me ne importa, mi sta a cuore. In fondo ricordiamoci sempre l etimologia della parola repubblica : è la cosa pubblica, non una cosa estranea, ma una cosa di tutti, a cui tutti devono contribuire. Dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze per vincere l indifferenza, come scrisse Antonio Gramsci e come ci ricorda sempre l amico Adelmo Franceschini. Il prossimo anno ricorrerà il 70 della Repubblica. L Amministrazione Comunale si impegna oggi a onorare questa ricorrenza con iniziative di riflessione, chiamando anche in questo caso i cittadini, le associazioni del nostro ricco volontariato, le altre espressioni della nostra comunità a contribuire con idee, con proposte. Rievocare la nostra Costituzione, la nostra Repubblica non deve costituire una vuota commemorazione del passato, ma deve rappresentare invece uno stimolo per un tuffo nel futuro. E necessario che, sull esempio dei padri costituenti, i giovani oggi capiscano che si possono, anzi si devono, avere idee 8

diverse gli uni dagli altri, che si deve fare di tutto per difenderle, ma la cosa più importante è rimanere sempre nei limiti del rispetto reciproco e conservare ben chiara la convinzione che le nostre idee valgono tanto quanto quelle degli altri. Ma la nostra Repubblica che oggi festeggiamo non è un isola separata. Fa parte a pieno titolo dell Unione Europea, anzi ne è uno dei fondatori. Fra i costruttori della Repubblica, De Gasperi già nel 1954 parlava della nostra Patria Europa, mentre l idea dell Europa unita, federata era già stata disegnata nel Manifesto di Ventotene da Altiero Spinelli e altri, durante il loro confino. Oggi l Unione Europea è una realtà economica e di collaborazione molto importante. Occorre però che diventi maggiormente democratica, difenda la pace che ha conseguito dai tanti pericoli oggi esistenti ai suoi confini e promuova maggiormente la dignità di ogni cittadino europeo, a partire dal diritto al lavoro e dalla solidarietà per ogni persona che fugge dalle guerre e dalle persecuzioni. Non a caso la Costituzione inizia con l art. 1 che definisce la nostra Repubblica fondata sul lavoro. W la Repubblica! W l Italia libera, democratica, solidale e operatrice di pace! 9