WORKSHOP Progetto regionale PATOS L inquinamento da materiale particolato fine PM10 e PM2,5 in Toscana: cause e soluzioni 29 Novembre 2012 Sala Pegaso Palazzo Strozzi Sacrati - Piazza Duomo, 10 - Firenze Regione Toscana - Direzione Generale delle Politiche Territoriali Ambientali e per la Mobilità Settore Energia, tutela della qualità dell aria e dall inquinamento elettromagnetico e acustico 1
Perché il progetto PATOS I problemi di inquinamento in Toscana: NO2 PM10 NO2 : origine e sorgenti ben conosciute e adeguatamente stimate nell Inventario Regionale delle sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE. PM10: origine e sorgenti non ben conosciute. Incompletezza dell IRSE che valuta solo la componente primaria + CONOSCENZA Progetto Regionale PATOS 1.000.000 di investimento ulteriori 500.000 previsti nel 2013 2
PATOS 1 (PM10) un po di storia Soggetti coinvolti - Regione Toscana - Università di Firenze e Pisa - La.M.M.A. - A.R.P.A.T. - Istituto Superiore di Sanità - Techne Consulting 3
PATOS 1 (PM10) un po di storia LE STAZIONI DI MISURA Montale Rurale-Fondo Prato Urbana-Traffico Capannori Urbana-Fondo Firenze Urbana-Fondo Livorno Periferica-Fondo Arezzo Urbana-Traffico Grosseto Urbana-Fondo 4
PATOS 1 (PM10) un po di storia Strategia di campionamento Copertura di un intero anno nel periodo 8 settembre 2005 4 ottobre 2006 15 giorni/mese per PM10 5
PATOS 1 (PM10) un po di storia OBIETTIVI Maggiori conoscenze sulla distribuzione spaziale dei livelli concentrazione la composizione del particolato nelle varie aree regionali con la speciazione e valutazione origini (primario, secondario, naturale) le correlazioni tra situazioni meteoclimatiche e livelli di concentrazione la identificazione delle sorgenti una miglior definizione del rischio sanitari 6
PATOS 1 (PM10) un po di storia ULTERIORI FINALITA il progetto determina, oltre alla composizione chimica, anche la forma, le dimensioni ed il numero delle particelle costituenti il PM 10 i primi dati e informazioni sul PM 2,5 Dati sul contenuto di IPA e metalli 7
Alcune domande a PATOS Il rischio sanitario del PM10 dipende dalla sua composizione chimica, dalle sue dimensioni, ecc Domanda: Quale è la composizione chimica del PM10? Come si presenta dal punto di vista morfologico? Il rischio per la popolazione dipende dalla tipologia di PM10 a cui si è esposti. Domanda: Come varia la composizione del PM10 tra le diverse tipologie di postazioni? Ulteriori domande: Quale è il fondo regionale di PM10? Quali sono i livelli di metalli ed IPA sul PM10? 8
Ulteriori domande a PATOS Il PM10 ha componente primaria e secondaria ma l IRSE fornisce informazioni sulle emissioni della sola componente primaria. Ne consegue una difficoltà per individuare correttamente il peso relativo delle varie sorgenti. Domanda: Quanto vale la componente secondaria del PM10 sul totale? Quali sono le sorgenti e quanto percentualmente contribuiscono al valore del PM10 misurato? I superamenti del valore limite giornaliero di 50 µg/m 3 dipendono in modo determinante dalle condizioni meteorologiche. Domanda: Quali sono le condizioni meteorologiche che influenzano maggiormente questo parametro? Quanto spesso avvengono questi accadimenti e a quale scala? 9
Alcune risposte di PATOS: la composizione del PM10 PM10 antropico primario urbana fondo 22-32% urbana traffico 28-34% Periferica fondo 24% PM10 secondario totale (organico ed inorganico) urbana fondo 36-45% urbana traffico 31% Periferica fondo 41% PM10 naturale (crostale e marino) urbana fondo 22-30% urbana traffico 24% Periferica fondo 27% PM10 non attribuibile (n.a.) urbana fondo 6-10% urbana traffico 11-17% Periferica fondo 8% 10
Alcune risposte di PATOS: la composizione del PM10 Nei siti classificati come urbani fondo il PM10 secondario contribuisce per oltre un terzo (sino al 45%) ed è nettamente prevalente rispetto al PM10 primario antropico cioè quello emesso direttamente in loco). Questa evidenza conferma la difficoltà o impossibilità di attuare singole misure locali di contenimento delle emissioni che possano avere una significatività nella riduzione dei livelli di concentrazione di PM10. Questo è ancor più vero se si considera anche il contributo naturale che è mediamente un quarto del PM10 misurato Nel sito classificato come periferica fondo, che si può considerare rappresentativo di un fondo medio regionale, il PM10 secondario, come era prevedibile, è nettamente prevalente rispetto al primario antropico, ed insieme al contributo del naturale rappresenta oltre i due terzi del livello di concentrazione di PM10 misurato 11
Alcune risposte di PATOS : la composizione del PM10 Nei siti classificati come urbani traffico i contributi percentuali delle masse del PM10 secondario e del PM10 naturale ai livelli di concentrazione superano insieme oltre la metà della massa di PM10 misurato, confermando, anche per questi siti, la difficoltà ad incidere significativamente sui livelli di concentrazione di PM10 con misure locali (contenimento del traffico). La frazione di PM10 che presenta difficoltà di attribuzione è maggiore (quasi il doppio) nei siti orientati al traffico rispetto a quelli di fondo. 12
Alcune risposte di PATOS: le sorgenti Naturale (crostale+spray marino) che contribuisce, per tutte le tipologie di sito, per circa il 20-25% alla massa del PM10, (Livorno 28%) Traffico che contribuisce al 23-25% per i siti di tipo fondo ed aumenta al 33% per i siti tipo traffico. Riscaldamento che contribuisce al 22-26% per tutte le tipologie di sito. Questa percentuale raddoppia (47-56%) nei siti urbani fondo e triplica nei siti traffico (66%), se ci si riferisce ai soli giorni di superamento del valore limite giornaliero, quasi tutti presenti nei mesi invernali. Industria (centrali termoelettriche e geotermoelettriche, raffineria, cementifici, ecc.) come sorgenti ossidi di zolfo, H2S, ammoniaca e di ossidi di azoto che costituiscono la principale componente del PM10 secondario inorganico. Agricoltura (allevamenti) come sorgente di ammoniaca che costituisce una delle componenti principali del PM10 secondario inorganico. 13
Conclusioni In generale il Progetto Il PATOS ha confermato, o meglio ha reso meno incerte, alcune strategie di intervento maturate nel tempo: Difficoltà/impossibilità di governo dell inquinamento con interventi locali. Nessun intervento da solo è risolutore ma solo una ampia varietà di misure possono determinare un miglioramento della qualità dell aria. E necessario il coinvolgimento dei Comuni negli interventi sul miglioramento della qualità dell aria ma essi non devono adottare solo interventi sul traffico, ma devono agire su tutte le sorgenti in particolare anche sul riscaldamento domestico. Occorre che tutti i soggetti coinvolti nel miglioramento della qualità dell aria, Unione Europea, Stato, Regioni, Province e Comuni, contribuiscano sinergicamente integrando le politiche. 14
Il progetto PATOS 2 fase 1 Il progetto Progetto strutturato in due fasi: Questo seminario presenta i risultati della prima fase che comprende sostanzialmente le tipologie di analisi e elaborazioni realizzate per PATOS 1 sulla frazione PM2,5 Perché Consapevolezza della maggiore nocività del PM2,5 Nuova normativa europea e nazionale prevede valori limite e obiettivo su PM2,5 15
Il progetto PATOS 2 fase 2 La seconda fase resa possibile grazie ad un apposito finanziamento Ministeriale partirà a breve entro (gennaio 2013) prevede linee di ricerca specifiche a completamento delle conoscenza sul materiale particolato: la rappresentatività spaziale delle centraline di monitoraggio. così da poter correttamente identificare le aree del territorio regionale critiche per la qualità dell aria. La correlazione quantitativa tra i parametri meteorologici, in particolare l altezza dello strato di rimescolamento, ed i livelli di inquinamento registrati così da poter predisporre interventi contingibili non più a seguito di superamenti ma di previsioni di superamento del valore limite giornaliero di 50 µg/m3, basate su dati scientifici robusti. Valori dei livelli di concentrazione di particolato per le particelle ultrafini e per le nano particelle Misura del contributo delle attività legate alla produzione di energia elettrica dalla geotermia ai livelli di concentrazione di PM10 e PM2,5 in varie zone della Toscana. 16
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