P.S.R. Sicilia 2007-2013 Misura 124 Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo, alimentare, ed in quello forestale ECODENS - ECOSTABILIZZAZIONE DELLE SANSE MEDIANTE DENSIFICAZIONE Pellet da sansa e residui di potature: aspetti tecnici e qualità
Classificazione delle biomasse Le biomasse di origine vegetale possono suddividersi in quattro categorie: 1. residui forestali e dell'industria del legno: derivano dalle lavorazioni delle segherie, dalla trasformazione del prodotto legno e dagli interventi di manutenzione e mantenimento dei boschi e del verde pubblico, 2. sottoprodotti agricoli: sono i prodotti di scarto del comparto agricolo ottenuti dalle coltivazioni tradizionali, come le paglie, gli stocchi, i sarmenti di vite, le ramaglie da potatura, 3. residui agroindustriali: sono costituite da sanse, vinacce, lolla di riso ed altri sottoprodotti provenienti dall'industria alimentare (riserie, distillerie,oleifici) e rappresentano la fonte di biomassa maggiormente disponibile per scopi energetici, 4. colture energetiche: sono finalizzate alla produzione di biomasse (erbacee e legnose) per lo sfruttamento energetico o per la realizzazione di biocombustibili; le specie più interessate sono: girasole, mais, colza, canna da zucchero, sorgo, pioppo, acacia ed eucalipto.
Quantitativo di biomassa (residuale agricola e forestale) teoricamente producibile annualmente nelle diverse province siciliane.
Disponibilità massima di potature (sarmenti di vite, frasche di olivo e potature di agrumi) nelle diverse province siciliane
Quantitativi di sansa disponibili in Sicilia La produzione totale d olio d oliva in Sicilia si attesta in 46.000 t ricavata da circa 315.000 t di olive. Come risultato, più di 150.000 t di sansa è prodotta come un sottoprodotto, che potrebbe potenzialmente essere convertita in biocombustibile solido a basso costo.
Le norme vigenti sui biocombustibili solidi per uso non industriale UNI EN 14961-1 Biocombustibili Solidi. Specifiche e classificazione del combustibile. Parte 1: Requisiti generali UNI EN 14961-2 Biocombustibili solidi. Specifiche e classificazione del combustibile. Parte 2: Pellet di legno per uso non-industriale UNI EN 14961-3 Biocombustibili solidi. Specifiche e classificazione del combustibile. Parte 3: Bricchette di legno per uso non industriale UNI EN 14961-4 Biocombustibili solidi. Specifiche e classificazione del combustibile Parte 4: Cippato di legno per uso non industriale UNI EN 14961 5 Biocombustibili solidi. Specifiche e classificazione del combustibile. Parte 5: Legna da ardere per uso non industriale UNI EN 14961-6. Biocombustibili solidi. Specifiche e classificazione del combustibile. Parte 6: Pellet non legnoso per uso non industriale
Normativa di riferimento A livello europeo la norma di riferimento per i biocombustibili solidi è la UNI EN 14961 Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile che definisce le specifiche e le classi di qualità dei biocombustibili solidi. In particolare, nella 14961-1 i biocombustibili solidi sono specificati in base a: 1. natura e provenienza; 2. principali tipologie commerciali e loro proprietà. I biocombustibili solidi sono inizialmente distinti in 4 gruppi principali in base all origine della biomassa da cui sono ottenuti: a) biomassa legnosa; b) biomassa erbacea; c) biomassa da frutti; d) miscele e miscugli di biomassa.
Le principali grandezze utilizzate per definire il pellet Significato Origine e fonte Devono essere chiaramente indicate e devono essere conformi alle differenti origini e fonti consentite dalle single parti della norma. Note Deviazioni nazionali che modificano il campo di applicazione delle norme in funzione del quadro legislativo locale. Diametro del pellet Umidità La dimensione è un parametro fisico importante in quanto può influenzare il sistema di alimentazione del generatore di calore. Può influenzare la conservabilità e il contenuto energetico. Proprio perché collegata a quest'ultimo è elemento base per definire il prezzo del biocombustibile. Il diametro, per il pellet destinato a usi non industriali, può variare da 6 a 8 mm ± 1 mm. < 10%; un valore superiore può causare degradazione del pellet in fase di stoccaggio o rendere difficoltosa la sua produzione.
Le principali grandezze utilizzate per definire il pellet Durabilità meccanica Significato Rappresenta la capacità del pellet di resistere a scuotimenti e urti che ne possono provocare lo sfaldamento in segatura. Influenza la sua conservazione e integrità soprattutto quando è soggetto ai molti passaggi della filiera. Polvere di legno Rappresenta la % di segatura/polvere di legno contenuta nella confezione (sacchetto o big-bag). Ceneri Le ceneri costituiscono l'unico residuo minerale che teoricamente dovrebbe rimanere dopo la combustione completa del biocombustibile. Il loro valore nel biocombustibile deve essere più basso possibile. Note Deve essere la più alta possibile e comunque superiore al 97,5% per le Classi A1 e A2. Deve essere la più bassa possibile e comunque inferiore all'1%. Pellet A1 deve avere un contenuto di ceneri inferiore allo 0,7%. La classe A2 consente un contenuto maggiore fino all'1,5%, mentre la classe B arriva fino al 3%.
Le principali grandezze utilizzate per definire il pellet Significato Agenti leganti Gli agenti leganti sono materiali aggiunti alla segatura per migliorare l'efficienza della produzione del pellet e migliorarne la durabilità. Note E ammesso un contenuto massimo del 2% in peso ed è richiesta la dichiarazione del tipo e della quantità utilizzata. Potere calorifico Inferiore (PCI) Rappresenta il contenuto energetico del biocombustibile ed è intimamente connesso con il contenuto di umidità e di ceneri. Il consumatore deve prestare attenzione in quanto un tipico errore è quello di dichiarare il potere calorifico superiore invece di quello inferiore sovrastimando così il contenuto energetico del pellet. Un elevato potere calorifico, oltre al fatto che potrebbe essere rappresentato dal PC superiore, può anche significare che il pellet contiene materiali diversi dal legno (plastiche, colle, additivi non consentiti).
Le principali grandezze utilizzate per definire il pellet Densità dello sfuso Significato E' una grandezza importante in quanto permette di calcolare esattamente le quantità acquistate/vendute, soprattutto quando non confezionate. Rappresenta il peso (massa) del pellet o del cippato sfuso per unità di volume. Note > 600 kg/m3 Azoto, Zolfo, Cloro, Arsenico, Cadmio, Cromo, Rame, Piombo, Mercurio, Nickel, Zinco Sono elementi chimici particolari che devono essere considerati come indicatori di possibile contaminazione della biomassa di partenza. Per questa ragione valori superiori a quelli indicati dalle norme devono far pensare ad un inquinamento (volontario o involontario) del prodotto.
Il pellet che risponde allo standard EU sarà probabilmente più costoso a causa delle procedure di certificazione, dei possibili maggiori pretrattamenti, delle esigenze di lavorazione per assicurare la qualità ed il rispetto dei requisiti dello standard stesso. Tuttavia, questi pellet sono utilizzabili in apparecchi di combustione certificati che non richiedono speciali adattamenti delle caratteristiche del combustibile: quindi la convenienza complessiva del sistema rimane, nonostante i maggiori costi del combustibile.
Le norme fanno rispettare i limiti di emissione. Tali limiti sono più facilmente rispettati su scala industriale, dove in genere si dispone di un appropriato sistema di depurazione dei fumi. Per applicazioni su piccola e media scala, la situazione è differente. Sono infatti disponibili alcuni sistemi che spesso necessitano di un adattamento per specifici combustibili: gli investimenti aggiuntivi sono uno svantaggio per i piccoli e medi sistemi.
biocombustibili autorizzati variano nei diversi Paesi partner. I biocombustibili solidi che possono essere utilizzati per la combustione sono elencati in Tabella: Paese Combustibili solidi autorizzati per scopi di combustione Italia In accordo con le azioni di protezione ambientale (D.lgs 152/2006): La biomassa è considerata come un combustibile solo se non è stata sottoposta a trattamento di tipo chimico. In accordo con la legge sulla promozione delle energie rinnovabili (implementazione della Direttiva 2009/28): Ogni materiale biogenico, indipendentemente dalla sua origine o qualità (ogni biomassa da agricoltura, foreste, agro industria, che abbia subito solo trattamenti meccanici, può essere considerata combustibile)
biomasse per usi di piccola e media scala che rispettano la EN 14961 6 Le materie prime che soddisfano i requisiti della EN 14961 6: classe B possono essere usate per gli impianti di media scala. I materiali con caratteristiche critiche dovrebbero essere utilizzate per applicazioni industriali.
Confronto delle caratteristiche delle principali materie prime con i limiti forniti dalla EN14961 6 (A requisiti per il contenuto in ceneri in accordo alla EN14961 6: classe A A < 5 % ss; classe B A < 10 % ss)
In Italia il pellet alternativo di legno è noto con il termine agripellet, per la prevalente origine agricola della materia prima.
Parlare applicazione in caldaie di medie dimensioni Vedi caldaia di Palazzolo
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