L'alimentazione dello sportivo e i disordini del comportamento alimentare: Aspetti psicologici



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Scheda 9 L'alimentazione dello sportivo e i disordini del comportamento alimentare: Aspetti psicologici Pietro Delfini Alimentazione come bilancio I manuali, le lezioni, i titoli dei convegni sull'alimentazione dello sportivo e gli interventi che di solito si susseguono indirizzano sovente la trattazione dei contenuti verso un bilancio tra necessità energetiche e apporto calorico. Mi sembra però che sfugga un aspetto o, quanto meno, che sia poco considerato: mangiare pasta, pesce e formaggi o legumi, ortaggi carni e salsicce, specie se ben cucinati ed adeguatamente abbinati a buoni vini 1 non ha soltanto l'effetto di garantire l'assunzione delle calorie necessarie per l'entità e il tipo di sforzo, ma può anche rappresentare un'esperienza oltremodo piacevole, fra l'altro per niente contraddicente la dieta consona ad uno sportivo, se, ovviamente, è il frutto di una razione ben bilanciata ed equilibrata 2. Oltre tutto, quando si sente parlare dei cibi come carburante, di treni di impulsi (che, peraltro, vengono avvistati solo in prossimità delle stazioni di arrivo, senza mai chiedersi da dove né perché partono), di pompe aspiranti e prementi, di contrazioni muscolari che mettono in moto leve e segmenti della macchina umana, non si può fare a meno di pensare che, neppure a fini didattici, è descrivibile una prestazione sportiva soltanto tramite l'analisi biomeccanica del gesto o la fisiologia della contrazione muscolare o il bilancio energetico tra calorie assunte ed energia spesa. 1 Nella quantità contenuta nei limiti indicati per ottenerne effetti non controproducenti per una corretta razione alimentare e, quindi, per la salute. 2 Topi, G., 1969, Scienza dell alimentazione, Scuola Centrale dello Sport, Roma. L autore consiglia per lo sportivo una razione alimentare costituita dal 12 14 % di protidi, 20-30 % di lipidi e 56 68 % di glicidi. Ovviamente bisognerà considerare l incidenza del tipo di sport e quindi di sforzo, dell età e del sesso nel calcolare la quota dei principi alimentari da assumere, compresa nel range di variabilità indicato. - Alimentazione - 1

Significato del fare sport Un individuo che fa sport, infatti, non è riducibile ad una specie di robot, magari radiocomandato dall'allenatore, dal fisiologo o dallo psicologo (anche se, per alcuni, quest'ultima può rappresentare una segreta, inconfessata aspirazione), perché il suo muoversi non è solo il risultato di treni di impulsi, di contrazioni muscolari, dello spostamento di segmenti o leve ossee o della quantità e composizione dei cibi ingeriti, ma, oltre tutto questo, è anche un condensato di significati, di emozioni, di percezioni, di azioni intelligenti e intenzionali, di attivazioni, di motivazioni e, probabilmente, di tante altre cose, che lo rendono irripetibile, unico, cioè diverso da tutti gli altri. La prestazione di uno sportivo si differenzia, dunque, da quella di tutti gli altri, perfino da quella del suo gemello omozigote, e i motivi di questa diversità risiedono, spesso, nei diversi significati da ognuno attribuiti al suo muoversi e al suo fare sport. Manifestazioni psicopatologiche Ritornando al tema dell alimentazione, uno sportivo non mangia con l'unica finalità di assicurarsi il carburante necessario per il suo metabolismo, anzi, è proprio quando la funzione relativa al mangiare viene ridotta a puro bilancio energetico, a semplice dosaggio tra principi alimentari (protidi, lipidi, glicidi), vitamine, sali minerali e acqua, che possono insorgere manifestazioni psicopatologiche come l'anoressia, la bulimia o il binge eating disorder (disturbo da abbuffate compulsive). E', infatti, proprio quando questa modalità viene spinta alle estreme conseguenze (diete ferree, unilaterali o di cui l'atleta non condivide o, peggio, non conosce le finalità) che un soggetto particolarmente vulnerabile può attribuirle significati che travalicano quelli che, di solito, possono essere attribuiti al cibo, che diviene l espediente tramite cui possono essere manifestati conflitti intrapsichici (codice di espressione del malessere psichico). In pratica è come se fosse affermato: "mi viene negato il piacere di assaporare pietanze gustose, ma non è vero che una bistecca è costituita solo di percentuali variabili di protidi e lipidi, quantificabili in calorie, ma può divenire l'espediente attraverso cui posso manifestare, per negazione o ipercompensazione, ad esempio, il disagio di una (a torto o a ragione) percepita mancanza di affetto da parte delle figure significative" ovvero il rifiuto di accettarsi o accettare il proprio corpo così come lo si percepisce. Si sottolinea come lo si percepisce e non come effettivamente è. Si consideri, inoltre, che le diete ferree e unilaterali tendono ad alterare il metabolismo basale verso un minore dispendio energetico. Di conseguenza, della medesima quantità di calorie assunte giornalmente una minore quota viene assorbita per le attività basali, la restante, a parità di dispendio energetico per la stessa quantità di esercizio fisico, rappresenterà un surplus che verrà trasformato in massa grassa. - Alimentazione - 2

Ma gioca un ruolo fondamentale anche l aspetto comportamentale, ossia l istaurarsi di un abitudine che si riperpetua in un loop incontrollabile, secondo lo schema tipico: restrizione alimentare perdita di controllo sensazione di colpa e quindi reazione di allarme di nuovo restrizione. Oppure, la dieta ferrea può provocare, ad un certo punto, una reazione di disinibizione (si allentano i freni inibitori e il soggetto non si controlla più), a questo punto, il comportamento alimentare evolve verso episodi di bulimia (o di abbuffate compulsive), cui segue una reazione di allarme e di difesa che si concretizza in un nuovo comportamento di restrizione alimentare ancora più drastico di prima. Per di più, i comportamenti anoressici e bulimici si possono alternare, in conseguenza di restrizioni alimentari (diete drastiche), soprattutto se riproposte frequentemente. L Anoressia Nervosa (AN) e La Bulimia Nervosa (BN) 3 condividono molte caratteristiche ed è piuttosto frequente che, nel corso della vita, una persona passi da una sindrome all altra, la prassi psichiatrica tende, però, a tenerle distinte. Anoressia Lo stratagemma a cui si ricorre negandosi il cibo viene rubricato come Anoressia : essa è caratterizzata dal rifiuto ossessivo del cibo, da parte di un soggetto, a causa della paura di ingrassare e, di conseguenza di non essere all altezza del modello imposto / impostosi. Può essere perciò effettuata una diagnosi di Anoressia: 1. in presenza di un soggetto che si rifiuti di mantenere il suo peso entro i livelli minimi della normalità indicata dalla sua età e dalla sua statura; 2. quando il soggetto, in condizioni di evidente sottopeso, evidenzi paura di ingrassare; 3. amenorrea 4 nelle femmine e perdita di libido e cessazione dell eiaculazione nei maschi; 4. disturbi di carattere più prettamente psicologico, come il rifiuto di considerare sintomo pericoloso la perdita di peso e la valutazione di sé erroneamente influenzata dall aspetto e dal peso del proprio corpo. Bulimia La Bulimia, invece, consiste nel bisogno coatto, incontrollabile di ingerire spropositate quantità di cibo molto oltre le necessità dietetiche. A tale stato compulsivo, di solito, si accompagna una sensazione di incapacità ineluttabile a controllare il proprio comportamento. Per effettuare una diagnosi di Bulimia sono necessari i seguenti criteri: 1. il soggetto presenta episodi compulsivi e ricorrenti di abbuffate 5 ; 3 In ambito psichiatrico le due sindromi sono connotate con il qualificativo Nervosa : Su un piano meno didascalico e forse più attento alle modalità di intervento che alle etichette e alle classificazioni di parla semplicemente di Anoressia e Bulimia. 4 Amenorrea = mancanza di tre mestruazioni di seguito. - Alimentazione - 3

Binge Eating Disorder 2. presenta, inoltre e in successione, comportamenti di compenso, per contrastare il possibile aumento di peso, come: vomito auto-provocato, uso improprio di lassativi, di diuretici, di farmaci e di clisteri, digiuno, attività fisica intensa; 3. nell arco di tre mesi, gli episodi di abbuffate e le relative compensazioni si verificano per 2 3 volte a settimana; 4. la valutazione di sé è erroneamente influenzata dall aspetto e dal peso del proprio corpo; 5. il comportamento bulimico non si presenta soltanto nel corso di episodi di Anoressia di tipo bulimico. 6 Sia l Anoressia che la Bulimia possono evolvere verso un disturbo da mangiate in occasione di baldoria (Binge Eating Disorder) o Disturbo da Abbuffate Compulsive. In questa sindrome caratterizzata, appunto, da episodi compulsivi di bramosia irrefrenabile di cibo, sono assenti i comportamenti molto pericolosi di compenso e può essere considerata una manifestazione patologica borderline (di confine) tra l Anoressia e la Bulimia. Nello sport Dalle esperienze condotte in ambito istituzionale sportivo, confrontate con i dati della letteratura, mi sono reso conto che l'anoressia e la bulimia sono sintomi utilizzati prevalentemente dalle femmine, ma non solo 7. Il dato è stato anche recentemente confermato in un intervista radiofonica (Rai 1, tarda mattinata del 10 novembre 2009) rilasciata da una dott.sa dell ospedale Niguarda di Milano, la quale ha denunciato anche l allarmante incremento dei casi di anoressia in ragazze sotto i 12 anni, che, tra l altro, non avendo ancora avuto il menarca 8, non sono neanche facilmente diagnosticabili come anoressiche 9. 5 L Abbuffata Compulsiva si caratterizza: a) quando, in un periodo limitato, si ingerisce una quantità di cibo superiore a quella che un soggetto normale mangerebbe nello stesso tempo; b) quando c è la sensazione di mancanza di controllo, ossia quando il soggetto sente di non essere in grado di controllare la quantità di cibo ingerita e, perciò, di smettere. 6 L anoressia, secondo il DSM-IV, 1994, si può presentare nelle due forme: tipo restrittivo e tipo bulimico; in questo secondo tipo, la restrizione alimentare evolve verso la disinibizione, che provoca perdita di controllo e conseguenti episodi di abbuffate compensati da comportamenti purgativi. 7 Secondo uno studio del 2007 sembrerebbe che il 90% dei soggetti coinvolti siano di sesso femminile. 8 È noto che, sotto un minimo di percentuale di massa grassa, la mestruazione non si presenta. Sono noti numerosi casi di ginnaste di altissimo livello sportivo che non hanno cicli mestruali. Semplicemente perché, per contenere il peso corporeo a livello idoneo per poter agevolmente effettuare gli esercizi che configurano la loro disciplina, si sottopongono a diete (ferree) e a quantità di allenamento giornaliero di entità talmente elevata che la loro massa grassa non supera mai il minimo necessario (per favorire la mestruazione). 9 Quello della mancanza di mestruazioni (per tre mesi di seguito) sembra essere tra i principali sintomi da tenere presente per una diagnosi di anoressia, insieme alla fobia di aumentare di peso e alla effettiva perdita di peso. - Alimentazione - 4

Queste sindromi sono manifestazioni psicopatologiche, che vengono rilevate negli atleti più frequentemente di quanto si possa pensare, rispetto alla popolazione normale, almeno, lo ripeto, secondo la mia esperienza, i dati della letteratura e con numerose eccezioni. Infatti l'atleta investe sul corpo, che è lo strumento attraverso cui esprime il suo sé, in maniera molto più significativa rispetto all'ipotetico uomo della strada. La principale differenza tra atleti maschi e femmine è riscontrabile nel fatto che, con la sindrome anoressica, le femmine sembrano rappresentare un adeguamento ad un modello culturale che prescrive corpi sempre più magri e leggeri, mentre i maschi perseguono il mito di un corpo privo di massa grassa per apparire più muscolosi possibile. In studi recenti 10 è stata messa in luce l influenza culturale sul manifestarsi della sindrome anoressica che è sempre più diffusa nei paesi più progrediti industrialmente, mentre è quasi del tutto assente nei paesi del cosiddetto terzo mondo, dove la mancanza di cibo è endemica e dove, perciò, non c è neanche la tentazione e l occasione di rifiutarlo. Excessive Exercising Conosciuto anche come irrefrenabile ossessiva compulsione all esercizio fisico più dispendioso possibile in termini di calorie, come compensazione di abbuffate o in abbinamento ad un regime di restrizione alimentare. È un metodo estremo di controllo del peso. I soggetti coinvolti sono compulsivamente indotti ad impegnarsi costantemente, tutti i giorni, in allenamenti prolungati e intensi per bruciare l eccesso di calorie. Nella misura in cui essi accusano una mancanza di controllo sul bisogno eccessivo di esercizio fisico, possono manifestare comportamenti incontrollati anche rispetto al cibo. L Obesità La principale conseguenza della Bulimia e dei Disordini del comportamento alimentare può essere il raggiungimento di uno stato di obesità, il quale, peraltro, è un quadro nosografico tipico della cosiddetta civiltà del benessere. E', anche, una patologia multifattorialmente determinata. Può, infatti, essere quasi sempre attribuita, oltre che ad una alimentazione eccessiva o scorretta e ad uno stile di vita sedentario, a: 1. fattori genetici 2. disfunzioni ormonali 3. fattori psichici 4. fattori culturali. 10 McClelland, L., Crisp, A., 2001. Anorexia nervosa and social class, Int. J. Eat. Disorder 29: 150-156. - Alimentazione - 5

Attualmente, viene definito obeso un individuo che presenti tessuto adiposo in eccesso, tale da far registrare un Indice di Massa Corporea (Body Mass Index) = BMI 11 maggiore di 30. L obeso, inevitabilmente, è soggetto a vari stati patologici, causati o correlati con lo stato di soprappeso, che riguardano principalmente: a) il sistema cardio circolatorio (ipertensione, aterosclerosi e loro probabili conseguenze: dalle coronaropatie, all infarto del miocardio, all ictus); b) il sistema osteo articolare, sottoposto a sovraccarico continuo, con sviluppo di processi artrosici, di osteoporosi e di aumentata possibilità di fratture (senza contare l incidenza su questi aspetti dell alterata produzione ormonale). Nel soggetto obeso, inoltre, si è potuta mettere in evidenza una maggiore probabilità di sviluppare tumori, soprattutto a carico dell apparato digerente, della mammella e dell endometrio, oltre ad altre patologie come diabete mellito di tipo 2, calcolosi biliari e iperlipidemie. Le persone in stato di eccessivo soprappeso, infine, denunciano frequentemente difficoltà respiratorie, specie notturne, con conseguente ulteriore difficoltà ad ossigenare i tessuti, la quale, peraltro, era già il risultato della compromessa capacità di circolazione sanguigna. Ritorna, dunque, ancora una volta evidente la necessità di uno stile di vita attivo e di un alimentazione equilibrata, in grado di far aumentare il rapporto tra energia spesa e quella introdotta con gli alimenti. Conclusioni e indicazioni Sia nel caso della bulimia che della anoressia, è necessaria la stretta collaborazione tra nutrizionista e psicologo, sia nelle fasi diagnostica e prognostica che nella prescrizione della dieta, affinché le necessità caloriche e le esigenze fisiologiche si armonizzino con i bisogni psicologici e le motivazioni più profonde alla pratica sportiva o ludico - motoria. Ovviamente, soprattutto per la prevenzione di tali manifestazioni psicopatologiche, è necessaria una altrettanto stretta collaborazione tra psicologo e allenatore o tecnico, che, allo scopo di ridefinire ed indirizzare il controllo del peso dell atleta semplicemente per monitoraggio dello stato di allenamento e non di controllo o disapprovazione, si preoccuperanno in particolare, di: minimizzare il possibile effetto del peso dell'atleta sulla prestazione; evitare, in generale, commenti negativi sul suo peso; sottolineare l'importanza, ai fini salutistici, di una dieta equilibrata a lungo termine, anzi come abitudine igienica di vita, per tutta al vita; 11 Il BMI si calcola dividendo il peso corporeo del soggetto espresso in kilogrammi, per il quadrato dell altezza espressa in metri. L indice di normalità varia in un range da18.5 fino a 24.9. Mentre si parla di soprappeso, per un soggetto con un indice compreso tra 25 e 29.9. - Alimentazione - 6

rimarcare l'esigenza del controllo del peso come finalità per raggiungere la prestazione più elevata; rendere consapevole l'atleta dei programmi di allenamento e di quelli nutrizionali relativi; stabilire, di conseguenza, obiettivi realistici, in funzione del programma di controllo del peso, tramite la dieta, e fornire le istruzioni per raggiungerli e le tappe intermedie; evitare di eseguire al cospetto di altri misurazioni e controlli relativi al peso dell'atleta e farli solo se strettamente necessario; indirizzare immediatamente l'atleta che dimostri sintomi di "disordini alimentari" al nutrizionista e allo psicologo, senza il timore che, per ciò, possa tralasciare l'attività sportiva. Domande di riepilogo relative alla scheda L alimentazione dello sportivo 1. Come può essere riassunto il significato del fare sport? 2. Perché per uno sportivo il cibo non deve assumere solo il significato di carburante o calorie in entrata? 3. Qual è lo schema tipico (loop incontrollabile) che si può instaurare in concomitanza di restrizioni alimentari? 2. Come si evolve nella tipologia anoressica? 3. Come in quella bulimica? 4. Sulla base di quali criteri può essere effettuata una diagnosi di Anoressia? 5. Sulla base di quali criteri può essere effettuata una diagnosi di Bulimia? 6. Cos è il Binge Eating Disorder? 7. A quali modelli culturali tenta di uniformarsi la giovane o il giovane che presentano sintomatologie etichettabili come disturbi del comportamento alimentare? 8. Che cos è l excessive exercising? 9. Da cosa può essere determinata l obesità? 10. Che cosa è il BMI? - Alimentazione - 7

11. Quali sono le principali patologie a cui può essere soggetto un obeso? 12. Quali sono le principali misure da adottare per la prevenzione dell obesità? 13. Quali sono le principi precauzioni da adottare, allo scopo di prevenire manifestazioni patologiche di conseguenze di disordini alimentari? - Alimentazione - 8