Aspetti economici delle migrazioni in Italia dal lato del paese di destinazione e del paese di provenienza. Mercato del lavoro

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Transcript:

Aspetti economici delle migrazioni in Italia dal lato del paese di destinazione e del paese di provenienza Mercato del lavoro Rimesse Le quantificazioni presentate in questa lezione sono tratte da: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Quinto Rapporto Annuale, Gli immigrati nel mercato del lavoro italiano Istat, noi Italia 2015 http://dati.istat.it/ http://stra-dati.istat.it/ 1

Il grado di partecipazione al mercato del lavoro (2014) In Italia gli stranieri occupati (2,3milioni) rappresentano il 10% del numero totale di occupati; 746mila sono cittadini UE(32,5%) e 1.548mila(67,5%) sono cittadini extra- UE 2005 2012 2014 Stranieri Tasso occupazione 65,5 60,6 58,5 Tasso disoccupazione 10,2 14,1 17,4 (extra UE) 15,4 (UE) Nazionali Tasso occupazione 57,1 56,4 55,4 Tasso disoccupazione 7,6 10,3 12,2 Tasso di occupazione popolazione 15-64 anni per cittadinanza. 2005-2014 Occupazione 1. Il divario tra i tassi degli stranieri e quelli degli italiani negli anni di crisi si è andato riducendo 2. Forte diminuzione dei tassi per gli stranieri (- 12,8% contro -4,6 degli italiani tra 2007 e 2014) Disoccupazione 1. Aumenta il divario tra i tassi dei nazionali e degli stranieri(+2,6 punti percentuali di differenza nel 2005, +5,8 punti percentuali al 2013) 2. I tassi per gli stranieri dal 2007 al 2013 più che raddoppiano (+108,4% ), quelli degli italiani quasi raddoppiano (+95%) 2

Nella EU rispetto ai tassi relativi alle FL si identifica(va)no due gruppi di paesi: I paesi di vecchia immigrazione (Belgio, Francia, Paesi Bassi e Gran Bretagna) dove i tassi di occupazione sono più elevati per i nazionali e i tassi di disoccupazione sono più elevati per gli stranieri I paesi con processo di immigrazione giovane dove è predominante ancora la prima generazione di immigrati hanno invece tassi di occupazione e tassi di disoccupazione più elevati per gli stranieri. L Italia, secondo i dati al 2010, rientra in questo gruppo insieme alla Grecia; i dati italiani al 2012 mantengono la stessa caratteristica, anche se le distanze si modificano, mentre la Grecia modifica il suo comportamento Anno 2012 Tasso occupazione (15-64) Tasso disoccupazione (15-64) stranieri nazionali diff stranieri nazionali diff Italia 64,7 60,6 +4,1 14,1 10,3 +3,8 Austria 67,4 76,9-9,5 8,8 3,7 +5,1 Germania 65,0 78,2-13,2 10,5 4,9 +5,6 Francia 54,7 70,4-15,7 19,2 9,3 +9,9 Spagna 53,7 60,2-6,5 36,0 23,1 +12,9 Grecia 53,0 55,5-2,5 33,2 23,4 +9,8 UE 62,1 69,1-9,5 17,7 9,8 +7,9 Il valore italiano dipende anche dalle diverse strutture per età tra nazionali e stranieri 3

1. Comportamenti diversi nei tassi tra stranieri e nazionali a seconda della ripartizione; nel nord il tasso di occupazione è più elevato per i nazionali, il contrario accade in tutte le altre ripartizioni; nel mezzogiorno il tasso di disoccupazione degli stranieri è più basso rispetto a quello dei nazionali mentre accade il contrario nelle altre due ripartizioni 2. Le differenze tra le ripartizioni sono più accentuate tra i nazionali che tra gli stranieri per tutti gli indicatori considerati 4

La crisi economica ha colpito in maniera più accentuata gli stranieri: dal 2007 al 2014 il tasso di disoccupazione è aumentato di quasi 9 punti% F M Diversi sono anche i tassi di occupazione e disoccupazione degli stranieri per sesso: 1. I tassi di disoccupazione maschile hanno ritmi di crescita maggiori rispetto a quelli femminili tanto da quasi raggiungerli (quelli femminili sono sempre maggiori) 2. I tassi di occupazione femminili, più bassi rispetto a quelli maschili, sembrano tenere rispetto alla crisi economica 5

Le principali comunità presenti in Italia sono state colpite dalla crisi in maniera differente: I tassi di occupazione (2013) più elevati spettano ai Filippini (78,2%), ai cinesi (68,7%) ai peruviani (66,6%) e agli ucraini (66,2%) I tassi di disoccupazione (2013) più elevati spettano ai marocchini (27,2%), ai tunisini (25,9%), agli albanesi (21,9%) e agli egiziani (21,9%) Queste differenze sono dovute anche alla diversa composizione per sesso e alle diverse culture dei vari gruppi: ad esempio i tassi di inattività per le donne del Pakistan, del Bangladesh e dell Egitto superano l 80% (media Italia pari a 46,4%) Rispetto alla loro distribuzione sul territorio italiano I lavoratori con cittadinanza UE sono presenti soprattutto nelle regioni del Centro Italia (33% degli occupati comunitari) I lavoratori con cittadinanza extra-ue sono presenti principalmente nel Nord-Ovest(37%) e nel Nord-Est(27%) 6 Nel mezzogiorno si registra la minor presenza di lavoratori stranieri

Le forme di occupazione della forza lavoro straniera Problematiche attuali legate all immigrazione Gestioni dei flussi Consistenti sacche di disoccupazione Riqualificazione della FL straniera Reinserimento occupazionale della FL straniera Problematiche prossimo futuro Mobilità professionale Progressione di carriera Brain waste dovuto all aumento dei livelli di istruzione nei paesi di provenienza e alla domanda di lavoro poco qualificato che caratterizza l Italia Gli stranieri sono occupati prevalentemente alle dipendenze (87% contro il 74% per gli italiani) con la qualifica di operaio (78% contro il 31% per gli italiani) e nel lavoro autonomo (12%) come lavoratore in proprio (9,8%) 7

Quali sono i livelli di istruzione degli occupati stranieri? Composizione percentuale del numero degli occupati 15 anni e oltre per cittadinanza e livello d istruzione (2014) 1. E nelle classi ISCED estreme che si osservano le differenze più significative 2. Gli occupati stranieri con cittadinanza UE sono più istruiti di quelli con cittadinanza extra-ue ISCED 1=nessun titolo e licenza elementare; ISCED 2= educazione secondaria inferiore; ISCED 3-4= educazione secondaria superiore-e post secondaria non terziaria; ISCED 5-6= educazione terziaria e post-laurea 8

Si è accentuata ancor più che negli anni precedenti la condizione duale del mercato del lavoro gli stranieri sono sempre più sottoccupati (dichiarano di aver lavorato indipendentemente dalla loro volontà meno ore di quelle che avrebbero potuto fare ) Gli stranieri svolgono spesso lavori in orari disagiati gli stranieri sono sempre più sottoinquadrati I dirigenti e quadri stranieri sono mediamente più istruiti di quelli italiani Mediamente più istruiti anche gli imprenditori e gli impiegati Il 6,9% degli operai stranieri ha un livello ISCED 5-6 contro il 1,5% degli italiani A parità di livello di istruzione equivalente alla laurea (ISCED 5-8), la quota di lavoratori UE ed Extra UE impiegati con mansioni di basso livello è pari al 23,2% del totale a fronte dello 0,4% degli italiani e nondimeno l 83,9% di quest ultimi ricopre la funzione di Dirigente, professioni intellettuali e tecniche contro appena il 36,7% degli stranieri laureati; i lavoratori italiani con nessun titolo o al massimo la licenza elementare (fino a ISCED 1) che svolgono mansioni tecniche di tipo operaio sono poco più della metà del totale (51,2%), a fronte di circa un terzo degli stranieri con i medesimi livelli di competenza (30,9%); nel caso dei lavoratori con educazione secondaria superiore (ISCED 3-4), ben il 32,5% degli UE ed Extra UE svolge un Lavoro manuale specializzato a fronte del 18,2% degli italiani. 9

1. La recessione ha esasperato l etniticizzazione di alcune professioni 2. La crisi del mercato del lavoro sembra aver peggiorato le prospettive occupazionali sia degli stranieri sempre più confinati in alcuni settori produttivi, sia dei lavoratori italiani che sono subentrati agli stranieri in alcune mansioni low-skill 10

La tendenza ad impiegare gli stranieri in posizioni di livello medio-basso si ripercuote sui livelli salariali. 11

Nel 2011(anno di massimo) dall Italia sono stati inviati all estero sotto forma di rimesse circa 7,4 miliardi di euro con un + 12,5% rispetto al 2010 ma nel 2014 la cifra è scesa a 5,3 miliardi con un -28,4% Più del 50% delle rimesse 8000 7000 6000 5000 4000 3000 Ammontare rimesse (milioni di euro) 2000 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 I dati sulle rimesse dei lavoratori immigrati in Italia riportano i trasferimenti di denaro all estero regolati tramite istituti di pagamento o altri intermediari autorizzati senza transitare su conti di pagamento intestati all ordinante o al beneficiario (regolamento in denaro contante).http://www.bancaditalia.it/statistiche/tematiche/rapporti-estero/rimesseimmigrati/ proviene da solo quattro regioni: Lombardia (21%), Lazio (18,5%), Emilia- Romagna (8,6%) e Veneto (8,0%). In queste regioni gli importi medi variano assumendo i seguenti valori: Lombardia 991,32 (euro pro-capite), Veneto 828,34, Emilia-Romagna 858,80 e molto distaccato il Lazio con 1598,15. Per valutare queste «anomalie» si deve tener conto della diversa distribuzione delle cittadinanze nelle varie 12 regioni

2300,00 2100,00 1900,00 1700,00 1500,00 1300,00 1100,00 900,00 700,00 Ammontare rimesse pro-capite 500,00 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 Nel complesso l ammontare medio procapite delle rimesse ha avuto un trend decrescente dal 2007 con ritmi più accelerati negli ultimi quattro anni. La destinazione delle rimesse I paesi che ricevono più rimesse sono l India, la Cina, e le Filippine (complessivamente l Asia raccoglie una percentuale pari a 41,5%). Gli immigrati provenienti dall Europa e dal Nord-Africa, vista la prossimità geografica, utilizzano spesso canali informali per spedire i risparmi I paesi che hanno visto contrarre maggiormente il flusso delle rimesse dal 2011 al 2012 sono il Bangladesh (-21,4%), il Senegal (-11,9%) e il Brasile 13

Un ruolo importante per l economia Al 2010 gli imprenditori stranieri hanno raggiunto le 628mila unità (6,5% del totale degli imprenditori). Nell ultimo triennio si assiste ad una riduzione del fenomeno che al 31712/2013 si assesta sulle 497mila unità su un totale di circa 6milioni (dati Unioncamere) 1. La percentuale sul totale delle imprese è però in aumento e pari all 8,2% nel 2013 ITALIA. Imprese guidate da immigrati e da nati in Italia, valori assoluti e percentuali (2011-2013)

Per identificare le imprese immigrate (ovvero il cui controllo è in mano a lavoratori di origine straniera), Unioncamere tiene conto della nascita all estero del titolare (nel caso delle imprese individuali) o della maggioranza dei soci, degli amministratori e dei detentori delle cariche e delle quote di proprietà (nel caso delle altre forme societarie). Tra di essi vi è, quindi, anche un numero non trascurabile di italiani nati all estero e poi rientrati in Italia, in particolare nel caso dei principali Paesi meta dell emigrazione storica italiana, la cui rilevanza si accentua nelle regioni del Mezzogiorno. 1. Si tratta per la maggior parte di imprese individuali (81%) 2. Imprese ad esclusiva conduzione immigrata (94%) 3. I ritmi di aumento + marcati si registrano per le società di capitali (10% delle imprese immigrate) e le cooperative (1,7%); crescita nel biennio 2011-2013 pari rispettivamente a 13,7% e 15,9% 4. Importante la presenza dell imprenditoria straniera femminile (aumento 2012-2013 +5,4%, rappresentano ¼ delle imprese straniere) 15

Pari all 1,8% del gettito totale (423,9miliardi) Poco come peso % del PIL ma cmq positivo 1. I dati fanno riferimento non ai cittadini stranieri ma ai nati all estero, si stimano quelli per cittadinanza utilizzando i dati Istat sulle FL 2. Non è semplice per alcune voci isolare la spesa riconducibile agli stranieri (sanità e scuola ad es.) 3. Non si riesce a monetizzare tutti gli aspetti legati all immigrazione (apporto economico al sistema di cura nelle famiglie italiane prestato dagli immigrati, costi sociali dovuti ai conflitti interculturali) 4. L età media degli stranieri è più bassa di quella degli italiani quindi minore spesa nei settori previdenziali e sanitari 16