Traduzione di Mюџіђљљю MюџѡѢ і
Titolo originale: TџюѠѕ Pubblicato per la prima volta in Gran Bretagna da David Fickling Books,un marchio Random House Children s Books, una divisione Random House Group Company 2010 Andy Mulligan Tutti i diritti riservati 2014 RCS Libri S.p.A., Milano Prima edizione Rizzoli Narrativa maggio 2012 Nuova edizione Rizzoli Narrativa ottobre 2014 ISBN 978-88-17-07874-0
PARTE PRIMA
1 Mi chiamo Raphael Fernández e sono un ragazzo della discarica. La gente mi dice: Non si può mai sapere cosa si trova a frugare tra i rifiuti, giusto? Oggi potrebbe essere il tuo giorno fortunato! Al che io rispondo: Io lo so, invece, cosa si trova tra i rifiuti. E so cosa troveranno anche gli altri, perché so quello che abbiamo sempre trovato, anno dopo anno, da quando ho iniziato a lavorare qui, e cioè undici anni fa. In una parola: stuppa, che sarebbe senza offesa come chiamiamo noi lo sterco umano. Non vorrei far arrabbiare nessuno, non sono qui per questo. Nella nostra incantevole città però è complicato procurarsi parecchie cose, e tra le cose che troppa gente non ha ci sono il gabinetto e l acqua corrente. Perciò quando scappa la si fa dove capita. Gran parte di questa gente vive in baracche, che sono impilate l una sull altra, piano 7
dopo piano; quando c è bisogno di andare al gabinetto, si fa su un foglio di carta, lo si appallottola e si butta nell immondizia. I sacchetti dei rifiuti finiscono tutti nello stesso posto: vengono raccolti e caricati sui carretti, e dai carretti passano nei camion o addirittura sui treni. Non potete nemmeno immaginare quanto pattume produce questa città: mucchi su mucchi, che finiscono tutti qui. I camion e i treni non si fermano mai, e neppure noi. Arranchiamo e smistiamo, arranchiamo e smistiamo. Il posto dove stiamo noi si chiama Behala, ed è una città di immondizia. Fino a tre anni fa c era Smoky Mountain, ma Smoky Mountain era messa così male che l hanno chiusa e ci hanno trasferito un po più in giù lungo la strada. L immondizia forma dei cumuli sempre più alti, modello Himalaya: si potrebbe passare la vita a scalarli, e in molti lo fanno per davvero su e giù per i valloni, su e giù. Le montagne di rifiuti vanno dalla zona dei moli fino alle paludi; un universo di immondizia fumante. Io sono uno dei ragazzispazzatura, e raccatto la roba che questa città butta via. Qualche volta, però, troverai anche delle cose interessanti mi dice qualcuno. Almeno ogni tanto, no? Dovete sapere che ci capita di avere ospiti. Sono in gran parte stranieri che vengono a visitare la scuola della Missione, che è stata fondata anni fa ed è quasi sempre aperta. A questa domanda io sorrido e ri- 8
spondo: Ogni tanto, signore! Ogni tanto, signora! Ma in realtà vorrei dire: No, mai: troviamo solo stuppa, e poco altro. «Cos hai lì?» chiedo a Gardo. «Tu che dici, amico?» risponde lui. E io già lo so. Cosa si nasconderà mai dentro quel bel pacchetto che ha in mano? Toh, che sorpresa, stuppa! Gardo ci fruga dentro perché spera di scovarci qualcosa da rivendere, e poi si pulisce le mani sulla maglietta. Tutto il giorno, con la pioggia o con il sole, ce ne andiamo su e giù per le colline di rifiuti. Volete venire a dare un occhiata? Be, grazie alla puzza, Behala la sentirete ben prima di vederla. Dev essere grossa più o meno quanto duecento campi da calcio, o un migliaio di campetti da basket non saprei: a me sembra allargarsi all infinito. E non so nemmeno quanta stuppa c è, ma in una giornata storta pare che non ci sia altro. Quindi, a furia di passare la vita a sguazzarci, respirarla e dormirci in mezzo, be un giorno dovrà pur capitare di trovare qualcosa di buono, no? Sì, come no. E poi un giorno è capitato davvero. Sono un ragazzo-spazzatura da sempre, praticamente da quando ho imparato a camminare e a raccogliere qualcosa. Quanti anni avrò avuto? Tre, forse, e già ero lì a smistare. 9
Adesso vi spiego cosa cerchiamo. La plastica, perché ci metti un attimo a tirarne fuori denaro contante. Si rivende al chilo. La migliore è quella bianca, che va in una catasta; quella blu va in un altra. La carta, se è bianca e pulita, cioè se riusciamo a lavarla e ad asciugarla. E anche il cartone. I barattoli di latta, qualunque oggetto di metallo. Il vetro, se sono bottiglie. Abiti o stracci di ogni tipo, come una T-shirt, un paio di pantaloni, un brandello di sacco che avvolgeva qualcosa. Metà dei vestiti che indossiamo noi del posto li abbiamo trovati fra i rifiuti, ma la maggior parte li ammucchiamo, li pesiamo e li vendiamo. Dovreste vedermi, sempre in ghingheri. I jeans tagliati corti e una T-shirt troppo grande che posso arrotolare sulla testa se il sole comincia a picchiare. Niente scarpe, primo, perché non ce le ho proprio, e secondo, perché è importante sentire con i piedi. La scuola della Missione si è fatta in quattro per darci degli scarponcini, ma quasi tutti i bambini li hanno rivenduti. L immondizia è soffice, e i nostri piedi sono duri come zoccoli. Anche la gomma funziona bene. Giusto una settimana fa ci hanno portato un carico di vecchi pneumatici venuti da chissà dove. Non capita molto spesso di veder roba così. I grandi sono arrivati di corsa, ci hanno scacciato e hanno fatto sparire tutto in pochi minuti. Uno pneumatico in condizioni decenti può 10
fruttare mezzo dollaro, e uno sgonfio può essere usato come peso per tener giù il tetto di casa. Ci arrivano anche gli scarti dei fast food, però quella è un attività a parte. Non li portano dalle parti mie e di Gardo, ma in fondo alla discarica; un centinaio di ragazzi dividono le cannucce, i bicchieroni e le ossa di pollo. Il tutto viene rivoltato, pulito e imbustato per essere portato in bicicletta ai pesatori, messo sulla bilancia e venduto; dopodiché viene caricato sui camion che lo riportano in città e il cerchio si chiude. In un giorno buono arrivo a mettere da parte fino a duecento pesos. In uno brutto diciamo una cinquantina. Perciò viviamo alla giornata, sperando di non ammalarci. L uncino che usiamo per rivoltare l immondizia è tutta la nostra vita. «Cos hai lì, Gardo?» «Stuppa. E tu?» Rovescio il contenuto del fagotto di carta. «Stuppa.» Una cosa, però, devo dirla: sono privilegiato, come ragazzo-spazzatura. Lavoro quasi sempre con Gardo, e assieme procediamo in maniera abbastanza spedita. Alcuni dei più piccoli e degli anziani non fanno altro che stare lì a rovistare, come se si dovesse rivoltare ogni singola cosa io, invece, so estrarre rapidamente la carta e la plastica in mezzo alla stuppa, e quindi non me la cavo poi tanto male. Gardo è il mio socio, e lavoriamo sempre insieme. Lui si prende cura di me. 11
2 Quindi, da dove cominciamo? Dal mio giorno fortunato-sfortunato, quando il mondo è finito sottosopra? Era un giovedì. Io e Gardo eravamo vicino a una delle gru. Sono affari mastodontici a dodici ruote, che fanno su e giù per le colline. Trasportano l immondizia e la sollevano talmente in alto da farla quasi scomparire alla vista, poi la lasciano cadere. Si occupano dei rifiuti appena arrivati, e non si dovrebbe mai lavorare nei paraggi è pericoloso, soprattutto quando vengono rovesciati. I guardiani cercano di allontanare quelli che ci provano, ma se vuoi essere il primo, allora vale la pena di mettersi accanto a una gru, sempre che non ti arrampichi direttamente su uno dei camion, e quella sì che è una cosa parecchio rischiosa: so di uno che ci ha rimesso un braccio. I camion scaricano la spazzatura, i 12