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E' il trimestrale dell'associazione Paraplegici che opera dal 1980 con l'intento di favorire il reinserimento di chi ha perso l'uso delle gambe (o anche quello delle braccia) a seguito di una lesione al midollo spinale. Vuole evidenziare che la presenza di una carrozzina non deve impedire di ridiventare protagonisti della propria esistenza, pienamente inseriti nella vita sociale e produttiva. Si rivolge non solo ai para-tetraplegici, ma anche a tutti coloro che desiderano saperne di più di una realtà in cui ci si trova calati improvvisamente a seguito di traumi dovuti ad esempio ad incidenti stradali, sportivi, sul lavoro Per ricevere regolarmente Ruota Libera è sufficiente aderire all'associazione con il versamento annuale di una quota che parte da Euro 30,00 per i soci di diritto (persone disabili) e da euro 40,00 per i soci sostenitori sul c.c.p. 18952200 intestato a: Associazione Paraplegici - via Tarvisio, 13-20125 Milano 04 08 12 14 20 24 28 30 34 Spedizione in Abb. Post. 45% - Trimestrale Anno XXVII - n. 2/2008 - Taxe percue - Tassa riscossa -Milano Associazione paraplegici "Tra e per medullolesi della Lombardia e delle altre regioni italiane" onlus Organizzazione non lucrativa di utilità sociale Via Tarvisio, 13-20125 Milano Tel. 02 67074375-02 67074267 (h. 14-18) - Fax 02 67073112 http://www.apl-onlus.it e-mail: segreteria@apl-onlus.it c.c.postale n. 18952200 c.c. bancario presso Banca Popolare Emilia Romagna Ag. 6 Milano n.1120281 Coordinate IBAN IT44B0538701605000001120281 Direttore Responsabile: Gabriella Furlani e-mail: g.furlani@apl-onlus.it Comitato di redazione: Carlo Chelini, Giulio Colombo, Massimo Lui, Giordano Maderna, Giuseppe Reggio Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Irene Lucania, Lorenzo Galantino, Raffaele Goretti, Eugenia Guzzetti, Terezinha Menezello, Giovanna Oliva, Antonio Spagnolin Autorizzazione: Tribunale di Milano n 20 del 23-01-1982 Progetto grafico: Lapulceweb di Francocci e Liberato Snc Osmate (VA) Impaginazione e stampa: MEDIAPRINT s.r.l. - Milano Foto di copertina: Locandina e artisti dell evento Tuttinsieme - Non c è solo Musica Finito di stampare: Inizio Giugno La pubblicazione di articoli e disegni tratti da "Ruota Libera" deve necessariamente indicare la citazione della fonte. L'Associazione Paraplegici Lombardia Onlus possiede i requisiti richiesti ex art. 14 DL 35/05 per la deducibilità e detraibilità delle erogazioni liberali da parte di persone fisiche e persone giuridiche

LA MIA SECONDA VITA E campione mondiale in carica di Handbike e parteciperà alle Paralimpiadi di Pechino. Ruota libera ha incontrato Vittorio Podestà Le Paralimpiadi di Pechino ti aspettano. E questo l appuntamento più importante per qualunque atleta. Come ti stai preparando? Visti i risultati dello scorso anno sto ripercorrendo a grandi linee i programmi del 2007, senza preoccuparmi di essere competitivo già alle prime gare di stagione, ma concentrandomi sulla qualità degli allenamenti. Quest anno ho però fatto una pausa più breve rispetto allo scorso anno, iniziando la preparazione già a fine novembre per potermi concentrare maggiormente su alcuni aspetti dell allenamento che avevo forzatamente trascurato in passato. Spero che questo lavoro in collaborazione con il mio preparatore atletico mi darà i miglioramenti sperati. I retroscena incuriosiscono sempre: hai informazioni su ciò che troverai a Pechino? Sulle novità che i cinesi introdurranno rispetto alle passate Paralimpiadi? Purtroppo vista la lontananza non solo geografica con la Cina rispetto all occidente per ora si hanno meno notizie delle altre edizioni olimpiche. Ad esempio anche i percorsi delle gare di handbike e ciclismo sono ancora un mistero. Alcune novità, non solo per me che sono alla prima partecipazione, sono invece motivo di preoccupazione: in molti parlano del fortissimo inquinamento che troveremo e dei lunghi trasferimenti che dovremo affrontare dal villaggio olimpico ai luoghi delle competizioni. Ci sono nazioni che riservano particolari attenzioni verso i giovani con disabilità, considerando la pratica sportiva Vittorio Podestà in volata alla Maratona di Milano 2006 come un valore e quindi un investimento nei confronti delle future generazioni? L Italia a che posto si pone in un ipotetica classifica? Purtroppo in questo tipo di classifiche noi non siamo mai ai primi posti. Anche se molto lentamente qualcosa sta cambiando dal punto di vista mediatico, la strada da percorrere è ancora lunga. Il principale gap rispetto ai Paesi del nord Europa è soprattutto culturale. Ad esempio in certe nazioni lo sport per disabili è praticato anche da molti normodotati e c è una parificazione spontanea di dignità tra sport praticati da persone abili e diversamente abili. Seguiremo la trasferta dell Italia in Cina, ma, per seguire meglio anche te, forse il primo passo è conoscerti. Sono nato nel 1973 e nel gennaio 2000 mi sono laureato in Ingegneria Civile. Vivo a Chiavari e dal 2003 sono sposato con Barbara che ho conosciuto durante la riabilitazione presso l Unità Spinale di Sondalo. Tornando dall ufficio il 19 marzo 2002 ho avuto un incidente stradale che mi ha causato la rottura delle vertebre dorsali con conseguente lesione del midollo spinale costringendomi su una carrozzina. La mia vita ha avuto una svolta alla quale nessuno è preparato, ma ho subito deciso di reagire, convinto che le mie risorse interiori mi avrebbero aiutato. Incoraggiato da un amico che ebbe un incidente simile al mio qualche anno prima, già a settembre ho iniziato a giocare a basket in carrozzina. Avevo sempre considerato lo sport il modo migliore per rimanere in buona salute e fonte di benessere interiore ma ho capito presto che per una persona disabile questo concetto acquista ancora maggiore importanza. Come è nata la tua passione per l handbike? Nel 2003 lo stesso amico mi ha fatto provare la sua handbike: è stato amore a prima vista! Le molte 4

somiglianze con la bicicletta e il ciclismo, di cui ero praticante fin da piccolo e tuttora appassionato, mi hanno invogliato a possederne una al più presto per allenarci insieme e provare, per curiosità, a partecipare a qualche gara nelle vicinanze. E come ti sei trovato? Durante le gare di handbike e i corsi con la nazionale di basket ho incontrato e conosciuto atleti fortissimi; osservandoli in azione ho capito che anche tra i disabili ci sono dei campioni che con un destino diverso avrebbero potuto primeggiare in qualunque tipo di sport e ho voluto subito provare ad imitarli per raggiungere i loro livelli. Pormi degli obbiettivi e lavorare duro per ottenerli, cercando di evitare che diventino un ossessione, mi ha aiutato fino ad ora ad affrontare la vita con entusiasmo senza farmi scoraggiare dagli imprevisti che si presentano. Come fai a conciliare gli allenamenti con l attività lavorativa? Percorro annualmente circa 12-13000 km, seguito da un preparatore atletico e da un centro sportivo dove svolgo i test di valutazione atletica per il controllo dei progressi ottenuti con il passare dei chilometri. Lavoro come consulente per un negozio di biciclette vicino a casa mia dove mi occupo di consulenza biomeccanica e tecnica: in pratica calcolo le misure ideali per indirizzare il cliente a scegliere la bicicletta più adatta e a trovare la migliore posizione in sella in modo che sia nelle migliori condizioni di efficienza, cercando di limitare le patologie a carico dell apparato osteoarticolare e aiuto a scegliere i nuovi materiali e accessori per ciclismo. Questo lavoro mi permette di dedicare la maggior parte della mia giornata agli allenamenti e non mi crea problemi quando devo andare in trasferta per le gare e gli stage di allenamento lontano da casa. Quale è stata la svolta decisiva che ti ha segnato profondamente? La mia stagione ha avuto una svolta nell ottobre 2006 quando ho vinto la Milano City Marathon: vincere la volata in piazza del Duomo davanti a tutta quella gente, mi ha in parte ripagato di precedenti delusioni. L appuntamento più rappresentativo Vittorio Podestà nel corso di un test di valutazione atletica di quell anno è stato però la mia prima partecipazione alla Maratona di New York dove mi sono piazzato al secondo posto. Concludere il 2006 con un grande risultato in una gara così speciale per la particolarità del percorso e l enorme folla entusiasta che segue lungo le strade, mi ha dato ancora più fiducia nei miei mezzi e ulteriori stimoli per lavorare duro nel periodo invernale. E l emozione più grande? Nel 2007 la realtà ha però superato anche i sogni. A maggio ho raggiunto il primo obbiettivo che era riconfermarmi Campione Italiano a Cronometro. A giugno, in occasione dei Mondiali WHF, oltre a due importanti piazzamenti nelle gare individuali, è arrivata la vittoria nella prova a cronometro a squadre: trionfare in Italia con altri tre atleti italiani, avversari di sempre, ma quel giorno alleati per vincere insieme, mi ha dato un emozione speciale, mai provata nei successi individuali. Sarebbe già stata un annata incredibile, considerando anche il quarto posto nella classifica generale del Circuito EHC, ma poi è arrivata la vittoria nella cronometro individuale del Campionato del Mondo di Bordeaux con la maglia iridata da portare per un anno intero, la medaglia d oro, il podio con l inno di Mameli e la bandiera italiana che sventola: non potevo credere che stavo davvero vivendo in prima persona tutto quello che avevo visto solo guardando la TV. Vittorio, un normale e piacevole giro in bicicletta con tua moglie e gli amici è una rarità? Ultimamente si, anche se spesso mia moglie nei periodi degli stage di allenamento fuori casa mi accompagna per i primi chilometri della giornata. In futuro spero di ritornare ad avere più momenti da dedicare alle uscite in relax senza dover seguire un programma di allenamento magari in compagnia anche di un figlio. Per scaramanzia, cosa si usa dire di buon auspicio a chi si appresta a gareggiare, e per di più alle Paralimpiadi? Beh, non saprei e anche se non sono una persona particolarmente scaramantica, per non rischiare di sbagliare non diciamo nulla E allora, arrivederci a presto Vittorio! Gabriella Furlani 5

PARALIMPIADI: Nell Unità Spinale di Passirana si allenano i campioni di calciobalilla A Pechino! La meta era quella e il traguardo è stato raggiunto. Rosario Pardo, atleta paraplegico dell Unità Spinale di Passirana, ha conquistato il diritto di partecipare alle paralimpiadi in Cina. Lo scorso ottobre, a Saint Vincent, in occasione dei campionati italiani di calciobalilla, Rosario Pardo ha brillantemente superato gli avversari che si sono trovati sul suo cammino ottenendo il secondo posto nel singolo e il terzo posto in coppia con Fabiano Petrella. La somma del punteggio ottenuto gli ha spalancato le porte della città imperiale. Altri ex pazienti sono saliti sul podio: Fabio Cassanelli, che ha conquistato il terzo posto nel singolo e il secondo in coppia con Pierre Bandera. Un trionfo per tutta la squadra di Passirana. Gli atleti si sono preparati al decisivo appuntamento nazionale con mesi di duri allenamenti, svolti in una palestra assai particolare: la sala d attesa dell Unità Spinale dell Ospedale di Passirana. Dal giugno 2006, nei giorni programmati, il martedì e il venerdì, le palline correvano invisibili da una porta all altra del calcetto da tavolo per atleti disabili fino a quando un rumore sordo indicava l ingresso in buca. A sostenerli il tifo di tutti i pazienti, delle educatrici Luisa e Lorena, degli infermieri, delle fisioterapiste e delle dottoresse. Ora altri allenamenti aspettano Rosario e con lui tutta la squadra. La Federazione nazionale calciobalilla ha messo a Rosario Pardo (a sinistra) a Saint Vincent nel corso dei campionati italiani di calciobalilla disposizione un nuovo calcetto come quello che sarà in uso alle paraolimpiadi. Aspettando Pechino, il gruppo degli atleti disabili di Passirana è disponibile a iniziative di promozione di questa attività ludico-riabilitativa e di socializzazione presso altri centri di riabilitazione. L Unità Spinale di Passirana, reparto dell Azienda Ospedaliera Salvini, è stata la prima Unità Spinale istituita nel 1982 in Lombardia. Figure professionali di aree diverse lavorano in équipe in modo integrato: ogni operatore interviene con la sua specificità per far raggiungere al paziente la miglior qualità di vita possibile. L obiettivo comune è quello di valorizzare la persona nella sua globalità e sostenerla nell affrontare la nuova condizione di vita. A causa di una lesione al midollo spinale la vita cambia radicalmente e inizia un lungo percorso riabilitativo. Aiutare una persona che ha subito una lesione midollare significa non solo prendersene cura dal punto di vista sanitarioriabilitativo, ma anche offrirle strumenti per tornare ad essere protagonisti della propria vita. Per questo a Passirana si cerca di ricreare un ambiente familiare e accogliente fin dalle prime fasi della riabilitazione, promovendo un impiego positivo del tempo libero attraverso le numerose iniziative socializzanti proposte dalle educatrici. Tali attività consentono al paziente di recuperare fiducia in sé, autostima, ripresa di progetti di vita. Nell Unità Spinale è in funzione un laboratorio di creatività (decoupage, 6

DA PASSIRANA A PECHINO pittura); si svolgono corsi di lingue, attività di addestramento al Pc, prove nella cucina didattica, si festeggiano compleanni, si preparano aperitivi e cene di saluto. Si riprendono i contatti con l ambiente scolastico (è attivo da anni il progetto scuola in Ospedale ) e con il mondo del lavoro (riqualificazione professionale). Si fanno anche prove di guida con comandi modificati per le pratiche di patente, si fa sport-terapia. Un pulmino attrezzato permette di realizzare uscite in permesso individuali o di gruppo per manifestazioni sportive, concerti, cinema, teatro, ristorante. Le uscite dall ospedale sono spesso più terapeutiche di un farmaco. Anche il divertimento, infatti, può aiutare a sentirsi meglio e ad amare ancora la vita, nonostante la disabilità. Nell ambito delle molte iniziative finalizzate all impiego positivo del tempo libero, Paolo Novelli, un ex di Passirana, ha dato l opportunità al reparto di conoscere un nuovo sport, il calciobalilla. La sua proposta è stata accolta con entusiasmo ed è stata organizzata una serata promozionale presso l Unità Spinale. L iniziativa si è rivelata un grande successo al di là di ogni aspettativa. Sia le persone ricoverate che gli ex, coinvolti per l occasione, si sono divertiti moltissimo sfidandosi in un torneo estemporaneo. Il primo calcioballilla è stato comperato con il ricavato di uno spettacolo teatrale della Compagnia Omnibus di Meda, contattata anche in questo caso da un nostro paziente, che ha devoluto il generoso incasso all Unità Spinale di Passirana. La passione è cresciuta. Dal puro divertimento si è passati all impegno agonistico fino al raggiungimento dell obiettivo più ambito: le Olimpiadi di Pechino. Dr.ssa Eugenia Guzzetti

TUTTINSIEME Venerdì 18 aprile al Palalido di Milano si è tenuta una grande festa che ha celebrato a Milano e in Lombardia la 1 a Giornata Nazionale della Persona con Lesione al Midollo Spinale, indetta per il 4 aprile 2008 su impulso della Faip (Federazione Associazioni Italiane ParaTetraplegici) allo scopo Un momento di contenuto sociale, Lucia Vasini intervista un atleta paraplegico di promuovere una corretta informazione sulle lesioni midollari e sostenere il diritto alla salute e alla piena integrazione sociale per le persone che ne sono colpite. Hanno partecipato alla serata, tutti a titolo rigorosamente gratuito, numerosissimi artisti che hanno generosamente accolto l invito di Livia Grossi, giornalista del Corriere della Sera, qui in veste di direttrice artistica. La serata ha visto alternarsi momenti di musica e cabaret a testimonianze e a momenti formativi sulla lesione al midollo spinale. 18 aprile 2008, ore 21. Pioggia battente, freddo, traffico impossibile a Milano per eventi fieristici accompagnano l inizio di questa serata. Ma nonostante tutto questo chi voleva esserci c era, sfidando con coraggio queste avversità, a popolare gli spalti del Palalido. La scelta di una location come il Palalido ha permesso alle oltre cento persone in carrozzina presenti di muoversi liberamente ed assistere allo spettacolo, senza barriere architettoniche. Il clima che si respirava era di un happening artistico, dove tuttinsieme all insegna della comicità e della buona musica, hanno portato messaggi di sensibilizzazione ed integrazione. Il messaggio principale che abbiamo voluto trasmettere al pubblico presente, molto spesso non coinvolto in questi temi, è che nonostante la disabilità provocata da lesione al midollo spinale entri prepotentemente nella vita di una persona, si può tuttavia vivere una vita piena e dignitosa. Con l aiuto di una buona riabilitazione in Istituti di cura dedicati, come le Unità Spinali, con l aiuto di ausili e servizi adeguati, si può riprendere una propria diversa autonomia: studiare, lavorare, guidare, fare sport, viaggiare, avere una famiglia. Alcune testimonianze di persone in carrozzina che praticano sport a livello agonistico hanno dimostrato che è possibile raggiungere, anche con gravi limitazioni fisiche, grandi traguardi in diverse discipline sportive. Sul palco Lucia Vasini, che ha saputo con grande maestria presentare i numerosi artisti, Nanni Svampa con Antonio Mastino, Alessandro Bergonzoni, Davide Anzalone, Gaetano Liguori e il suo trio, Diego Parassole, Walter Leonardi, Vincenzo Costantino Chinaski, Giuseppe Veneziano con Romano Pucci, Acustic Trip, Giangilberto Monti, Folco Orselli, Flavio Pirini, Maurizio Accattato e i Clown Minimi Sul palco Raffaele Goretti, Presidente Faip, con i presiden promuove il significato della giornata nazionale. che hanno animato la serata con situazioni irreali e un pronto intervento clown curando paradossalmente, con semplici risate, coloro che si fingevano ammalati. A dimostrazione che Il presidente di Aus Niguarda invita due giovani in carrozzina a raccontare la loro esperienza 8

NON C E SOLO MUSICA talvolta il sorriso aiuta più di una medicina e l empatia serve a star meglio, molto più della compassione. La serata ha riscosso un grande successo e il pubblico ancora numeroso ha atteso verso la una di L intervento dell Assessore alla Salute del Comune di Milano Gianpaolo Landi di Chiavenna ti delle associazioni lombarde di paratetraplegia, notte, l arrivo del grande artista cantautore Vinicio Capossela, che al pianoforte ha saputo trasmettere grande dolcezza e sentimento, giuste emozioni per la conclusione della serata. Le tre Associazioni promotrici dell iniziativa - Associazione Paraplegici Lombardia, Associazione Unità Spinale Niguarda e Associazione Disabili Bergamaschi - sono molto soddisfatte di questa prima esperienza organizzativa insieme perché, superando i particolarismi, hanno condiviso un progetto per un obiettivo comune: dare visibilità alla persona con lesione al midollo spinale. Molto positivo l eco mediatico con ampio risalto a Tuttinsieme sulla stampa, in radio e in televisione, e questo crediamo abbia contribuito a sancire anche per gli anni a venire il 4 aprile come Giornata Nazionale della Persona con Lesione al Midollo Spinale. Giovanna Oliva Desideri ricevere il DVD della serata? Richiedilo a: APL Tel. 0267074267 - segreteria@apl-onlus.it AUS Niguarda Tel. 026472490 - segreteria@ausniguarda.it Grazie ad una piattaforma elevatrice gentilmente messa a disposizione dalla SITES, è stato reso completamente accessibile il palcoscenico del Palalido nel corso dell'evento del 18 aprile scorso. SITES srl via Cavalieri di Vittorio Veneto 23870 CERNUSCO LOMBARDONE (LC) tel 039.999181 - fax 039.9991855 E-mail : info@sites.it - www.sites.it 9

TUTTINSIEME...RINGRAZIAMO Con il patrocinio di: DIREZIONE ARTISTICA Livia Grossi Gli Artisti: Lucia Vasini Vinicio Capossela Nanni Svampa con Antonio Mastino Alessandro Bergonzoni Gaetano Liguori e il suo trio Diego Parassole Walter Leonardi Vincenzo Costantino Chinaski Giuseppe Veneziano con Romano Pucci e Gioachino D Aquila Acustic Trip Davide Anzalone Giangilberto Monti e il suo trio Folco Orselli Flavio Pirini Maurizio Accattato e i Clown Minimi Con il sostegno di: Sono intervenuti: Franco Bomprezzi giornalista Raffaele Goretti Presidente Faip Giovanna Oliva Presidente Associazione Unità Spinale Niguarda Giulio Colombo Presidente Associazione Paraplegici Lombardia Prof.Giorgio Racagni Responsabile per la ricerca del CTS (Comitato Tecnico Scientifico) Dott. Gianpaolo Landi di Chiavenna Assessore alla Salute del Comune di Milano Hanno collaborato Christian Gancitano Associazione Atelier Spazio Xpo Monica Riva Rgm Eventi Silvia Pacciarini Ufficio Stampa Silvia Ferrario Comunicazione Aus Niguarda Virginia Buroni Segreteria organizzativa APL Mina Dattolio Segreteria organizzativa Aus Niguarda Benedetta Rutigliano Segreteria organizzativa Xpo Simone Gottlieb Grafico Daniela Camisasca Grafica Asia Abatangelo Videoriprese Roberto Sala Fotografo Hanno aderito: Unità Spinale Unipolare A. O. Ospedale Niguarda Ca' Granda Milano U. O. di Riabilitazione Specialistica Mielolesi Istituiti Clinici di Perfezionamento CTO Milano Unità Spinale di Sondalo A. O. della Valtellina e della Valchiavenna Unità Spinale Fondazione Maugeri Istituto di Pavia Unità Spinale di Passirana A.O. G.Salvini U.O. Urologia Unità Spinale Ospedale di Magenta Forum della solidarietà Lombardia Ledha Uno speciale ringraziamento a: Furcht Pianoforti Sites elevatori Croce d oro Sannazzaro Corpo Volontari Soccorso Milano Tutti i volontari che hanno contribuito alla realizzazione dell evento 10

Dal 1965 al servizio del disabile Centro Tecnico specializzato in allestimenti per la Guida ed il Trasporto di persone diversamente abili Servizi di assistenza fiscale, legislativa e burocratica legati alla automobilità. Collaudi M.C.T.C. presso nostra sede Ritiro e Consegna vettura a mezzo carro attrezzi Montaggio ganci di traino Montaggio doppi comandi uso scuola guida Autoriparazioni RO.DI. s.n.c. Rozzano (MI) --- via Leonardo Da Vinci, 18 telefono: 02-89200346 --- fax: 02-57511330.rodimodifiche.it --- info rodimodifiche.it

IL MIO SOGNO: ESSERE CARABINIERE Salve, sin da piccolo ho sempre avuto un Sogno che purtroppo ad oggi le istituzioni mi vietano, asserendo che manca la legge affinché il mio Sogno possa realizzarsi. Mi chiamo Antonio e sono di Milano. Sono paraplegico e quindi in carrozzina ed il mio più grande Sogno è essere Carabiniere. Sono otto anni che scrivo a destra e a manca con la speranza che qualcuno ascolti la mia richiesta. Dopo tanto cercare ho scovato una Legge n.68 del 1999 che permette l'inserimento dei disabili nelle Forze di Polizia in ambito amministrativo; detta Legge viene attualmente inserita in alcuni bandi concorsuali per Polizia Locale/Municipale. Dopo consultazioni con esperti in legge mi è stato confermato che non si tratta solo della Polizia Locale/Municipale ma esteso a tutte le Forze di Polizia ed il mancato inserimento contravviene anzi agli artt. 3 e 4 della Costituzione Italiana. Conoscenti hanno creato una Petizione on line che, nonostante non abbia valenza legale, è quantomeno il tentativo di smuovere le acque e far sì che anche ai "diversamente abili" sia dato ciò che gli spetta. Scrivo a Ruota libera anche in seguito all'articolo pubblicato sul quotidiano Leggo dal titolo: "I carabinieri chiedono aiuto" dove si evince una richiesta da parte del Generale Siazzu (massimo esponente dell'arma dei Carabineri) di ben seimila uomini. Mi auguro che quei seimila possano esserci e che tra questi vi siano anche persone con disabilità. Conscio che non potrei andare di pattuglia, conservo da sempre un Sogno nel Sogno e cioè entrare nell'arma magari entrarvi nei R.I.S., completamente diverso dalla fiction, dove potrei abbinare l'indagine investigativa come esperto d'informatica attraverso il lavoro di squadra in laboratorio e quindi senza l'obbligo di utilizzo degli arti inferiori... il bicchiere non è mai mezzo vuoto ma sempre mezzo pieno. So bene che forse non realizzerò questo sogno ma ho deciso di tentarci comunque e non vivere di rimorsi... il mio futuro potrebbe continuare ad essere ciò che è ora il presente ed andrebbe bene lo stesso, senza remore... con la differenza che... ci avrei provato. Spero che tanti firmino (la Petizione è qui sotto riportata con relativo link) e non perché sia giusto o meno che le persone con disabilità facciano parte dell'arma o altre Forze di Polizia (anche se secondo me lo è e la legge lo prevede, ribadendo tra l'altro "in ambito amministrativo") ma perché, adesso come adesso, si nega ad una persona con disabilità di godere di un suo diritto e dato che in tutte le aule dei Tribunali campeggia la scritta: "La Legge è uguale per tutti"... dimostriamolo firmando e divulgando così che... una Legge che c'è non venga ancora ignorata... anche se non ha valenza legale per essere "ascoltata" avrà bisogno di qualche migliaia di firme e questo... è già un paradosso perchè la Petizione non dovrebbe nemmeno esserci...ma semplicemente... rispettata la legge... Spero che chi legge queste righe possa e voglia fare qualcosa, sia a livello personale che pubblicizzandola purtroppo ad oggi le porte sono sempre state chiuse vi chiedo di firmare e divulgare la petizione il passaparola è la migliore pubblicità... il link è il seguente http://www.petitiononline.com/ Dis0001/petition.html Salve e grazie qualsiasi cosa decidiate. Antonio 12

Autonomy. Il bello di essere automobilisti. Il Programma si rivolge ai disabili motori, intellettivi e sensoriali, aiutandoli ad avere tutta la libertà di movimento che desiderano con le auto e i veicoli commerciali Fiat. VANTAGGI AUTONOMY Sconto a seconda del modello Fiat/ Alfa Romeo/ Lancia e Fiat Professional. I Concessionari sono a vostra disposizione per illustrarvi in dettaglio gli sconti. Due anni di SuperGaranzia con chilometraggio illimitato 3 e 4 anno Clickar Assistance Finanziamento Sava per vetture e allestimenti Sconto ulteriore dell 1% per i fruitori dei Centri di Mobilità con servizi per le patenti speciali. CONTRIBUTI STATALI Riduzione dell IVA dal 20% al 4% Detrazione fiscale del 19% sul prezzo d acquisto fino a 18.075,99 Esenzione bollo auto (vedi legislazione regionale) Esenzione imposte di registro IET e IPT (esclusi disabili sensoriali). www.fiatautonomy.com

LE SINDROMI DA SOVRA Le patologie che interessano gli arti superiori dopo anni di lesione midollare e che sono causate dal loro sovraccarico cronico. 2^ Parte I trasferimenti Anche i trasferimenti autonomi, è facile immaginarlo, sono fra le attività che probabilmente espongono a rischi di sovraccarico. Lo si deduce dalla frequenza con cui vengono riportati fra le manovre che innescano dolore e lo si può immaginare considerando l impegno che chiedono agli arti superiori. Esaminiamo alcune raccomandazioni di carattere ergonomico al riguardo, valide sia per prevenire danni sia per attenuarli. 1. Conviene trasferirsi con il tronco flesso, (fig.1) in modo da ridurre il lavoro degli arti superiori (se durante il trasferimento il capo si abbassa, il sollevamento del baricentro necessario per muovere il bacino è contenuto) e migliorare la trasmissione di forze fra omero e tronco. Fig. 1 Inclinare il tronco in avanti riduce la forza richiesta alle spalle per effettuare il trasferimento. 2. È meglio che il polso sotto carico non sia in massima estensione, come avviene quando la mano appoggia su una superficie piatta, poiché in questa posizione si crea nel tunnel carpale una forte pressione che interferisce con la conduzione del nervo mediano. È consigliabile pertanto appoggiare su un bracciolo, o su una ruota della carrozzina, o comunque su un sostegno che consenta di tenere il polso in una posizione non estrema. Un alternativa potrebbe essere appoggiare col pugno, dove il polso è in buona posizione: ma non per tutti è un appoggio stabile e potrebbe avere ripercussioni negative sulle articolazioni metacarpofalangee. 3. Se il braccio che accusa dolore durante i trasferimenti è quello che segue il tronco (per chiarire: trasferendosi verso sinistra, il braccio che segue il tronco è il destro), si provi a cambiare lato dei trasferimenti. Lo si consiglia poiché il braccio che segue il tronco è quello che si sobbarca il lavoro maggiore. 4. È consigliabile ridurre o eliminare i trasferimenti verso l alto, poiché chiedono, come si intuisce, sforzi assai grandi e compiuti in posizioni articolari vicine al limite dell escursione. Alcuni suggerimenti per limitarne il numero sono: usare un letto regolabile in altezza e regolarlo in modo da trasferirsi in basso; usare una carrozzina elettronica con sedile regolabile in altezza e regolarla in modo da trasferirsi in basso; eliminare i trasferimenti dal fondo della vasca da bagno usando un sollevatore da vasca. 5. È consigliabile ridurre o eliminare i trasferimenti in sospensione, cioè quelli in cui uno o entrambi gli arti superiori si aggrappano in alto - per esempio al sostegno sopra il letto o al tettuccio dell auto. Suppongo che il danno nasca dalla compressione sottoacromiale, inevitabile in chi non abbia depressori dell omero molto forti. 6. È opportuno prendere regolarmente in considerazione l uso di ausili per i trasferimenti. L uso di un asse per trasferimento riduce molto la forza necessaria per spostarsi lateralmente e consente di realizzare il trasferimento in piccole tappe, il che diminuisce le accelerazioni durante la manovra. È ragionevole supporre che entrambe le caratteristiche riducano le probabilità di causare o aggravare un dolore da sovraccarico. Se l uso di un asse non riduce a sufficienza gli sforzi, è ovviamente necessario ricorrere all aiuto di altre persone o di un sollevatore. 7. Infine, si possono adottare ausili utili a diminuire il numero dei trasferimenti. Ne elenchiamo alcuni. Usare una carrozzina da w.c. e doccia consente di risparmiare parecchi 14

CCARICO FUNZIONALE trasferimenti rispetto all usare un sedile da doccia a muro e il normale vaso w.c. Per chi passa qualche periodo del giorno sdraiato per riposare (o si sdraia per autocateterizzarsi), una carrozzina elettronica con sistema di postura dinamico (fig. 2) consente di sdraiarsi o quasi - in carrozzina, riducendo così il numero di trasferimenti sul letto. Usare un autoveicolo su cui si possa stare in carrozzina elimina la necessità di trasferirsi sul sedile dell auto. I sollevamenti per ridurre il carico sul bacino Sollevare il bacino per togliere carico dalle tuberosità ischiatiche è una manovra che una lunga (e non molto onorata, a onor del vero) tradizione raccomanda per ridurre il rischio di piaghe da decubito. È però una manovra sotto accusa in quanto pesa molto sulle spalle, dove pare imponga un carico ingente, e sui polsi. La manovra è ancor più minacciosa per le persone tetraplegiche, in cui il deficit del tricipite costringe a un intenso lavoro compensatorio il deltoide anteriore. Il problema non è tanto lo sforzo del deltoide, quanto il fatto che la sua contrazione tira la testa dell omero contro l acromion e comprime così le strutture sottoacromiali; per giunta, la sua componente verso l alto non è neutralizzata dai depressori omerali, in gran parte paralizzati o deficitari nella tetraplegia. C è un secondo motivo per rivedere criticamente la prassi dei sollevamenti. Uno studio sulla tensione transcutanea di 0 2 nell area ischiatica durante i sollevamenti ha messo in luce come i classici 15-20 secondi di scarico non bastino affatto a ravvivare il circolo come si vorrebbe. Per riportare Fig. 2 Una carrozzina elettronica con sistema di postura dinamico consente di cambiare posizione in modo indipendente e senza alcuno sforzo fisico l ossigenazione tissutale a livello normale bisogna stare senza pressione per un tempo ben maggiore: occorrono in media un paio di minuti. Tenersi sollevati tanto a lungo per decine di volte ogni giorno significherebbe un impegno enorme anche per braccia da lottatore. Quindi, lo scopo di togliere periodicamente il carico ischiatico è giusto ma è meglio perseguirlo con mezzi diversi dai sollevamenti: flettendo il tronco in avanti, flettendolo di lato, facendosi impennare ampiamente (ci vogliono almeno 50 di basculamento indietro: angoli inferiori non producono una riduzione sensibile delle forze sulle tuberosità ischiatiche). Un altro modo molto efficace di togliere carico ischiatico senza oberare gli arti superiori è affidarsi ad una carrozzina elettronica con sistema di postura dinamico - un ausilio assai apprezzato anche per i grandi benefici di comfort e funzionalità che offre. Le attività manuali a braccio elevato Nella popolazione normale, le attività in cui il braccio è tenuto a lungo sollevato o viene ripetutamente sollevato per portare la mano all altezza del capo o oltre sono considerate cause di patologie occupazionali. Presumibilmente sono dannose perché l elevazione del braccio implica grandi sforzi muscolari ed articolari della spalla. Anche nelle persone mielolese tali attività sono a volte riferite come scatenanti o aggravanti del dolore di spalla. Oltre alla causa occupazionale comune a tutti, ci sono fattori predisponenti specifici legati alla mielolesione? Si possono fare tre ipotesi per giustificarne l esistenza. 1. In presenza di paralisi o ipostenia al cingolo e/o al braccio la dinamica dell elevazione è alterata. Accade spesso nelle tetraplegie. 2. Siccome la paralisi rende il tronco instabile, l attività degli arti superiori diventa più impegnativa perché devono compiere continui aggiustamenti per mantenere l equilibrio. Nel normale, gli aggiustamenti dell equilibrio sono invece a carico dei muscoli del tronco e degli arti inferiori. 3. Se la colonna toracica ha una cifosi accentuata - come accade spesso per la paralisi di alcuni estensori del tronco o per difettoso allineamento scheletrico in esiti di lesione vertebrale - la posizione e la mobilità della scapola ne risentono, e la biomeccanica scapolomerale è a sua volta alterata. I provvedimenti utili per limitare gli sforzi a braccia flesse ed abdotte sono intuibili: disporre gli oggetti di uso comune più in basso delle spalle o usare una carrozzina elettronica con sedile elevabile (fig. 3). Anche le carrozzine da verticalizzazione permettono di raggiungere più in alto, ma per questo scopo sono indicate solo per chi ha un buon equilibrio del tronco e tollera bene la stazione eretta. 15

Il caricamento della carrozzina in auto e la guida dell auto Sono attività che causano dolore meccanico meno spesso di quelle viste finora. Anche se può sembrare un attività innocua, la guida può causare problemi: è vero che non si impiega più forza che occorre a caricare l auto, ma nella guida la durata e la ripetizione dei gesti sono incomparabilmente maggiori. Per ridurre gli sforzi del caricamento, si possono considerare: una tecnica più ergonomica, una carrozzina più leggera o compatta, una seconda carrozzina da tenere sempre in auto, per caricare e scaricare meno volte, un ausilio meccanico per il caricamento, l aiuto da parte di altri, la guida dell auto stando in carrozzina. La guida può provocare sovraccarico se le braccia devono contrastare costantemente una Fig. 3 Una carrozzina elettronica con sedile elevabile riduce le necessità di elevazione del braccio tendenza a flettere (in avanti e/o di lato) il tronco e se devono opporsi spesso allo sbilanciamento prodotto da sterzate e frenate. Se deve far fronte a queste necessità il guidatore è costretto a puntellarsi costantemente sul volante, forzando soprattutto spalle e polsi. In questo caso è consigliabile: provare ad inclinare un po indietro lo schienale, per aumentare la stabilità del tronco; provare delle cinture che ancorino il tronco allo schienale ben più saldamente della normale cintura di sicurezza, per togliere alle braccia la pesante incombenza di stabilizzare il tronco. Le cinture da rally sono indicate allo scopo, e consentono anche una guida più sicura ed efficace. Intervento con esercizi terapeutici Gli studi sull efficacia dell esercizio terapeutico per le patologie da sovraccarico hanno finora riguardato solo la spalla, precisamente la diffusa sindrome da compressione subacromiale nota come impingement. La cinesiterapia è comunemente utilizzata per trattare l impingement nella popolazione generale. I numerosi studi pubblicati in proposito riportano risultati incoraggianti, anche se la qualità di questi studi non è tale da autorizzare conclusioni sicure, come segnalano tre revisioni sistematiche. Per verificare se gli esercizi terapeutici possono giovare anche alle persone mielolese con impingement, sono stati finora pubblicati due lavori. Entrambi suggeriscono che uno squilibrio di forza ed estensibilità fra i muscoli della spalla maturato dopo anni di vita in carrozzina può essere fra le cause di dolore alla spalla. I muscoli con relativo difetto di forza sarebbero gli adduttori e rotatori esterni della scapola e i rotatori esterni del braccio; quelli ipoestensibili, il grande pettorale e il capo lungo del bicipite. Di conseguenza, il trattamento messo in atto si è basato sul rinforzo dei muscoli considerati relativamente deboli (fig. 4), e sullo stretching di quelli considerati ipoestensibili (fig. 5). I risultati riferiti, misurati in termini di dolore e interferenza con le attività funzionali, sono stati buoni: un programma quotidiano di esercizi semplici ha portato a una significativa riduzione del dolore e consentito di conseguenza una migliore funzionalità. Resta da stabilire se i risultati permangono una volta interrotto il programma o se è invece necessario continuarlo indefinitamente. Riportiamo le indicazioni pratiche riguardanti gli esercizi del pannello di esperti del Consortium for Spinal Cord Medicine. Per gli esercizi di rinforzo, il pannello di esperti suggerisce: 8-10 esercizi con 8-12 ripetizioni ciascuno, 2 o 3 giorni la settimana. Il carico dovrebbe aumentare sistematicamente; Attenzione speciale a rotatori esterni del braccio e adduttori della scapola; L esercizio va interrotto se provoca dolore. È certo utile creare una muscolatura efficiente per compiere i movimenti con meno sforzo, e l unico mezzo a disposizione è l esercizio. Ricordiamo però che qualsiasi esercizio doloroso va considerato dannoso, ed è quindi da sospendere anche se lo riteniamo teoricamente indicato al rinforzo. L esercizio non è indicato se la spalla è molto limitata nella mobilità articolare. Per gli esercizi di stretching, il pannello di esperti di cui sopra suggerisce: Stretching al tronco superiore, al collo e alla spalla almeno 2 volte la settimana; Attenzione speciale a rotazione esterna del braccio, adduzione e rotazione esterna della scapola; Allungamento dolce e mantenuto 16

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Associare una trazione longitudinale del braccio se si teme lo schiacciamento sottoacromiale. Gestione delle lesioni acute e subacute e del dolore In generale, si applicano le modalità ritenute efficaci per chi non è mieloleso. Riposo, esercizio leggero, farmaci analgesici e antinfiammatori, splint, e tutti gli altri rimedi sulla cui efficacia non c è affatto unanime consenso... Vi sono però alcune considerazioni specifiche per le persone mielolese di cui mi pare opportuno tenere conto: affrontiamo il dolore acuto quanto prima, per evitare che diventi cronico. Purtroppo sembra succedere spesso che un dolore acuto, se trascurato, provochi distorsioni durature nella circuiteria nervosa centrale e periferica associata alla percezione del dolore. Poiché è difficile mettere a riposo gli arti superiori nelle persone mielolese, è senza dubbio utile aggiungere dell assistenza personale e modificare l ergonomia delle azioni quotidiane, per eliminare almeno gli sforzi più dannosi. Nella sindrome del tunnel carpale, portare splint notturni per il polso può aiutare. Dopo una lesione acuta, il ritorno alla normale attività deve essere molto graduale. La ripresa delle attività deve avvenire compatibilmente con il dolore. La chirurgia sembra possa essere utile solo a due condizioni: 1) se il Fig. 4 Esercizi di rinforzo specifici per le patologie da sovraccarico della spalla Fig. 5 Esercizi di allungamento specifici per le patologie da sovraccarico della spalla trattamento medico e cinesiterapico è inefficace e 2) se dopo la chirurgia vengono modificate le abitudini motorie in modo da ridurre i carichi sugli arti superiori. Nel valutare l opportunità di un intervento chirurgico, va prevista la necessità di un periodo postoperatorio abbastanza lungo (3 settimane per l intervento sul tunnel carpale per via endoscopica, 8 settimane per l intervento a cielo aperto, 6 mesi per la chirurgia della cuffia dei rotatori) durante il quale le capacità funzionali saranno drasticamente limitate. Per una persona prima indipendente può significare ad esempio la necessità di usare una carrozzina elettronica o il ricorso ad assistenza personale. Conclusione Le informazioni riportate, in particolare quelle che concernono l ergonomia delle attività quotidiane, ci offrono stimoli per riconsiderare molti aspetti della rieducazione funzionale delle persone mielolese. Visto cosa succede negli anni, è opportuno pensare preventivamente a come far sì che le braccia durino per decenni senza dare forfait. Impostare dall inizio le attività fisiche in modo meno aggressivo possibile, essere informati dei rischi connessi a un uso improprio degli arti superiori, non ignorare i dolori da sforzo ripetuto né coprirli con farmaci continuando come niente fosse, bensì interpretarli come segnali che chiedono attenzione, ci sembrano principi importanti da applicare regolarmente. Gianantonio Spagnolin Fisioterapista Unità Spinale Presidio di SONDALO (SO) Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna 18

Le basta il meglio? La riabilitazione globale dei pazienti paraplegici è la migliore forma di riabilitazione tuttavia si tratta di un percorso molto impegnativo. Fin dall inizio richiede un trattamento altamente specializzato che vada di pari passo con l aiuto ad affrontare i problemi sociali e psicologici del paziente. Nel Centro svizzero per paraplegici di Nottwil (CSP), una clinica privata ad altissima specializzazione di fama mondiale, le persone che hanno subito danni alla spina dorsale o al midollo spinale trovano tutto questo ai più alti livelli di competenza ed all interno di una stessa struttura. ampia offerta medico-terapeutica assistenza e trattamento individuale e personalizzato medici e terapeuti con buone conoscenze della lingua italiana infrastruttura moderna e apparecchiature mediche di alta tecnologia camere spaziose, luminose e accoglienti luogo tranquillo nell idilliaca cornice del lago di Sempach alloggi confortevoli per i parenti eccellenti collegamenti con i mezzi pubblici regionali e nazionali GIL ROSSELLINI regista e produttore cinematografico «Nel CSP i pazienti paraplegici vengono aiutati sotto tutti gli aspetti e senza alcun limite.» Centro svizzero per paraplegici CH-6207 Nottwil Svizzera Telefono: ++41 41 939 54 54 Fax: ++41 41 939 54 40 E-Mail: spz@paranet.ch Internet: www.paranet.ch PME 01/07

L AMBIENTE CUCINA Nel n. 1/08 di Ruota libera è stato sommariamente affrontato l argomento riprogettare la propria casa, come adeguare gli spazi e gli arredi alle esigenze che la disabilità motoria comporta. Con questo articolo iniziamo un viaggio nei vari locali dell abitazione. Incominciamo dall ambiente cucina, con alcuni suggerimenti per l accessibilità, abbinata all utilizzo di tecnologie presenti sul mercato (ad esempio, gli elettrodomestici e gli Fig. 1 ausili per la vita quotidiana), che agevolano le azioni che tutti noi compiamo nell'arco delle nostre attività giornaliere (lavarsi, vestirsi, mangiare, studiare, lavorare, ecc). Oggi nel mondo della progettazione di spazi, ambienti, prodotti, servizi, esiste un attenzione più ampia alle esigenze della popolazione che ne fruisce (vengono incluse quindi anche le persone che, a causa dell età avanzata o a seguito di malformazioni-patologie o eventi traumatici, hanno delle limitazioni funzionali sul piano motorio, sensoriale o cognitivo). Esistono infatti aziende che prestano una particolare attenzione alle persone con disabilità, immettendo nel normale circuito di vendita anche cucine accessibili, per le quali oltre all'aspetto dell'accessibilità, è stato curato anche il design. Ma è anche vero che alcune cucine possono essere adattate con semplici modifiche per renderle a propria misura. Le cucine in commercio, diffuse in tutte le case, sono pensate però per una persona che lavora i piedi con un uso agevole delle braccia. Chi, invece, utilizza una carrozzina incontra notevoli difficoltà a muoversi in una cucina standard. Le difficoltà principali derivano in primis dall'altezza in cui sono posti i pensili, dagli spazi ridotti di manovra, dai componenti e dall'organizzazione del piano di lavoro. Quando la persona si accosta al piano di lavoro, trova l ostacolo creato dai mobili posti nella zona sottostante, che impediscono alla carrozzina di accostarsi frontalmente. E da preferire un piano di lavoro sospeso, cioè, vuoto nella zona che lo separa da terra, senza basi: in questo modo la carrozzina potrà accostarsi frontalmente, trovandosi una posizione di lavoro piacevole e sicura. E importante che il lavello e il piano di cottura siano collocati uno accanto all'altro, nella prossimità di questa zona sospesa. Una buona soluzione può rivelarsi collocare il piano di cottura ad angolo rispetto al lavello: questo può significare molto dal punto di vista della sicurezza. Esistono piani di cottura in vetro ceramica: si presentano come un'unica lastra liscia al di sotto della quale sono collocati gli elementi riscaldanti, indifferentemente a gas o alimentazione elettrica. La persona in carrozzina che si posiziona di fronte piano di cottura, si troverà in condizione di poter trascinare un tegame dai fornelli al lavello in sicurezza e con minor fatica. Per il lavello occorre valutare attentamente la profondità delle vaschette in modo che non occupino troppo spazio nella zona sottostante il piano di lavoro (altrimenti ci si scontrerebbero con le gambe). E consigliabile un miscelatore a leva dotato anche di boccetta in modo che si possa agevolmente raggiungere i fornelli e le pentole, per riempire d'acqua senza spostarle. E consigliabile collocare la lavastoviglie preferibilmente a lato del lavello, per consentire di spostare facilmente i piatti del risciacquo manualmente al lavaggio in lavastoviglie. Collocare il forno sotto il piano di cottura significherebbe ostacolare un comodo accesso a quest'ultimo, perchè la carrozzina non riuscirebbe ad infilarsi al di sotto dei fornelli in una posizione frontale. Nelle cucine moderne sempre più spesso il forno è separato dal blocco di cottura, incassato all'altezza del piano di lavoro, in una posizione più comoda per tutti: sarebbe meglio scegliere un modello con sportello ad apertura frontale. Potrebbe essere utile installare al di sotto del forno un piano estraibile, per poter appoggiare i piatti sfornati. Fig. 2 20

Fig. 3 Abbiamo visto come per rendere fruibile la cucina ad una persona carrozzina, sia necessario eliminare i mobili alla base degli arredi. Questo comporta una notevole riduzione degli spazi a disposizione: si può ovviare in parte a questo problema prevedendo armadietti e carrelli mobili, con ruote, che possono essere inseriti al di sotto del piano di lavoro, anche facilmente spostati per lasciare spazio alla carrozzina. E consigliabile anche dotare il piano di lavoro di piani estraibili, per aumentare le superfici utilizzabili. Sono oggi disponibili anche modelli di pensili scorrevoli in verticale su guide apposite di grande praticità, anche perché amplificano notevolmente gli spazi da utilizzare. Le prese di corrente e gli interruttori vanno posizionati ad una altezza tra i 90 e i 110 cm: se azionabili con una leggera pressione del gomito, possono essere utilizzati anche dai tetraplegici. Talvolta può risultare comodo appoggiare i pensili sul piano di lavoro in modo da rendere facilmente raggiungibile il loro contenuto: in questi casi si può ovviare al problema della riduzione dello spazio sul piano attraverso l'installazione di piani estraibili posti al di sotto del piano stesso. Si possono prevedere inoltre delle colonne dispensa, non più alte di 150 cm da terra, i cui elementi interni fuoriescono su guide metalliche da essere facilmente raggiungibili anche da una posizione seduta. In cucina gli ausili non possono, da soli, risolvere tutte le problematiche di autonomia, ma servono per facilitare e rendere possibili le azioni altrimenti troppo difficoltose o addirittura impossibili. Spesso questo problema si può risolvere acquistando elettrodomestici, i cosiddetti robot, che hanno varie funzioni e che, semplicemente azionando un pulsante, permettono di compiere Fig. 4 quelle azioni che a mano richiederebbero molto tempo e notevole sforzo. Anche per quel che riguarda l'apertura di scatolame o barattoli si consiglia di utilizzare apriscatole elettrici o manuali che risolvono questo problema. Esistono ausili che permettono di gestire in modo adeguato queste Fig. 5 necessità, sicuramente con maggior impegno. Uno di questi ausili è un tagliere (ideato per persone con poca forza nelle mani e nelle braccia) provvisto di ventose che lo fissano al tavolo, di punte in cui inserire gli alimenti da tagliare ed una morsa che permette di fermare ciò che si deve manipolare. Utilizzabile sia con la mano destra che con quella sinistra, consente di grattugiare, tagliare, affettare, montare, pelare, togliere coperchi, aprire scatolette. Può svolgere inoltre molte altre funzioni. In abbinamento a questo tagliere si possono utilizzare coltelli particolari con impugnature ergonomiche (Figg. 1 e 2). Altri ausili per facilitare la preparazione dei cibi sono: i pela verdure provvisti di ventose o morsetti da fissare al tavolo di lavoro (Fig. 3), pentole con impugnature ergonomiche che facilitano la presa, spazzole con fissaggi o a ventosa o a morsetto per facilitare il lavaggio degli alimenti e delle stoviglie (Fig. 4) e infine i carrelli porta vivande per potersi muovere comodamente e in 21