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Regione del Veneto Deliberazione della Giunta (7^ legislatura) Presidente V. Presidente Assessori Giancarlo Fabio Renato Giancarlo Marialuisa Antonio Marino Massimo Raffaele Antonio Floriano Ermanno Raffaele Galan Gava Chisso Conta Coppola De Poli Finozzi Giorgetti Grazia Padoin Pra Serrajotto Zanon Segretario Antonio Menetto n. 79 del 18/01/2002 Oggetto: Attuazione della raccomandazione europea n. 143/90: interventi di prevenzione dall inquinamento da gas radon in ambienti di vita. L Assessore alle politiche sanitarie e Vicepresidente Avv. Fabio Gava riferisce quanto segue: Le sorgenti di radioattività naturale sono la più importante fonte di esposizione alle radiazioni ionizzanti della popolazione e di alcune categorie di lavoratori, e tra queste sorgenti il radon è la principale. Come risulta dal rapporto Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati (anno 1999), elaborato dalla Commissione tecnico scientifica sull'inquinamento indoor presso il Ministero della Sanità, è particolarmente importante intervenire nel campo della prevenzione del rischio da tumore polmonare da radon tenuto conto che ogni anno in Italia ci sono circa 30.000 decessi per tumore polmonare e che da 1500 a 6000 casi possono essere attribuibili all'esposizione domestica al radon". La neoplasia polmonare, secondo indagini condotte dal Centro di Riferimento del Sistema Epidemiologico Regionale è la più importante causa di decesso per tumore nel Veneto con circa 2900 morti all anno, seguono la neoplasia del colon retto con 1500 decessi all anno e la neoplasia mammaria con 1000 decessi all anno... Il fumo causa la grande maggioranza delle neoplasie polmonari, circa l 85%, il radon è la seconda causa di neoplasie polmonari, circa il 10%, ed il rischio di sviluppare neoplasia polmonare tra fumatori esposti a radon è circa 15 volte superiore rispetto a non fumatori esposti alle stesse concentrazioni perché il radon ed il fumo hanno un effetto moltiplicativo sul rischio di neoplasia polmonare. L Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito l'importanza e l'urgenza per ogni Paese di dotarsi di un Piano nazionale di prevenzione ed ha sottolineato la necessità che all interno di tali piani venga dato particolare rilievo agli inquinanti presenti negli ambienti confinati, quali il radon.

Con la raccomandazione n. 143/90 Sulla tutela della popolazione contro l'esposizione al radon in ambienti chiusi la Comunità Europea ha dettato una serie di disposizioni intese non solo a promuovere presso gli Stati membri una maggiore sensibilità al problema, ma anche a stimolare l'adozione di provvedimenti atti a ridurre l'esposizione della popolazione a tale inquinante. La raccomandazione individua due livelli di riferimento per l esposizione al radon e raccomanda l'adozione di provvedimenti correttivi, semplici ed efficaci, al fine di ridurre l esposizione della popolazione all interno degli edifici esistenti e delle nuove costruzioni. L'informazione alla popolazione assume infine un rilievo particolare per migliorare la controllabilità dell'esposizione e per garantire una risposta possibile da parte della popolazione". Il Piano Sanitario Nazionale 1998/2000, approvato con DPR 23.7.98, individua tra gli obiettivi di salute il miglioramento del contesto ambientale prevedendo in particolare tra gli obiettivi, realisticamente perseguibili nel contesto italiano, la riduzione del rischio di tumore polmonare derivante dall'esposizione a radon mediante la riduzione della sua concentrazione nelle abitazioni ed in altri luoghi chiusi. In particolare si legge nel Piano Sanitario Nazionale che il problema deve essere affrontato mediante l'individuazione delle situazioni con concentrazione di radon più elevata e delle relative fonti di provenienza, la predisposizione di norme specifiche, lo studio degli interventi correttivi, la corretta informazione della popolazione e la definizione degli obiettivi formativi delle categorie professionali interessate." Aderendo ad una iniziativa nazionale promossa nel 1990 dall ANPA allora ENEA/DISP- e dall Istituto Superiore di Sanità, la Regione Veneto ha promosso una campagna di misurazioni del radon in un campione di abitazioni statisticamente rappresentativo, indagine che ha portato a determinare il valore medio di concentrazione di radon della Regione pari a 59 Bq/m 3, valore inferiore alla media nazionale che è di 70 Bq/m 3, ma che non ha consentito di verificare se nel territorio regionale vi fossero zone ad alto potenziale di radon. Sulla scorta delle linee tracciate dal Piano Sanitario, e già anticipate dalla raccomandazione europea, ma soprattutto tenuto conto della rilevanza sanitaria del problema, la Regione Veneto con deliberazione n. 5000 dell'8 novembre 1996 ha avviato un'indagine tramite il Dipartimento Provinciale dell Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione Ambientale di Verona, per individuare le aree ad elevata concentrazione di radon tramite apposite misure nelle abitazioni. L indagine conclusasi nel dicembre 2000 ha permesso di individuare tali aree (allegato n. 1 mappa, allegato n. 2 elenco dei Comuni). Conclusa la fase della mappatura delle aree si è passati alla seconda fase del progetto e quindi alla definizione del livello di soglia, all individuazione delle principali tecniche di misurazione del radon, alla determinazione delle tecniche di rimedio per la bonifica degli edifici esistenti e delle nuove costruzioni, ed alla definizione delle strategie della campagna di comunicazione del rischio.

Con delibera di Giunta n. 770 del 30.3.2001 è stato approvato il relativo Progetto di ricerca e sono stati avviati i lavori del Gruppo incaricato di sviluppare i punti definiti dal Progetto. Non esistono al momento in Italia riferimenti ufficiali per l individuazione degli organismi in grado di eseguire misurazioni di radon nelle abitazioni. L art. 10 ter comma 4 del decreto legislativo 241/2000 prevede, solamente per le esposizioni a radon negli ambienti di lavoro, il ricorso ad organismi idoneamente attrezzati nelle more della definizione degli elenchi di organismi propriamente riconosciuti ai sensi dell art. 107 del decreto legislativo n. 230/1995. L Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione Ambientale ha pertanto preliminarmente definito alcuni requisiti minimi per l individuazione delle ditte attrezzate per il monitoraggio del radon nelle abitazioni. Sulla scorta di un approfondito esame dei requisiti tecnici posseduti dalle ditte e tenuto conto dei tipi di apparecchi di misura e delle metodiche impiegate, è stato elaborato un primo elenco delle ditte attrezzate per il monitoraggio del radon (allegato n. 3). L Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione Ambientale ha quindi elaborato il documento Rapporto sul problema dell inquinamento da gas radon nelle abitazioni (allegato n.4) con il quale vengono definite le tecniche di misurazione del radon e le azioni di rimedio e mitigazione del radon nelle costruzioni. Accanto all attività di accertamento, misurazione e lettura delle rilevazioni che verrà svolta dagli organismi idoneamente attrezzati, l Agenzia Regionale svilupperà una serie di iniziative per la prevenzione dal rischio radon negli ambienti di vita (allegato n. 5). In particolare l Agenzia assicurerà: - la misurazione nelle scuole, oltre 500 (pubbliche e private fino alle medie incluse) ubicate nelle aree preliminarmente individuate come ad alto potenziale; - il supporto per la misurazione del radon nella fase di sperimentazione delle azioni di rimedio in oltre 30 abitazioni presso le quali sono stati accertati valori superiori a 200 Bq/m 3 nell indagine regionale del 1996; - l approfondimento metrologico e metodologico delle aree ad alto potenziale di radon; - la gestione della banca dati regionale delle misure e delle bonifiche; - l attivazione del numero verde. La scelta di indirizzare il monitoraggio nelle scuole ubicate nelle aree preliminarmente individuate come ad alto potenziale di radon anticipa gli adempimenti di cui al Capo terzo del decreto legislativo n. 241/2000 e la realizzazione di una banca dati regionale delle misure e delle bonifiche consentirà di monitorare nel tempo lo stato dell ambiente in materia di inquinamento da gas radon. Infine per quanto concerne la comunicazione del rischio è stata elaborata una guida pratica di

informazione sul radon. Un ampia sezione dell opuscolo è dedicata a consigli pratici sulle modalità più corrette per condurre la misurazione del livello di radon nelle abitazioni e per mettere in pratica le necessarie azioni di rimedio, con l indicazione del numero verde cui possono essere richiesti maggiori approfondimenti (allegato n. 6). Tutto ciò premesso, l Assessore alle Politiche sanitarie e Vicepresidente Avv. Fabio Gava conclude la propria relazione e propone all attenzione della Giunta regionale per l approvazione la seguente deliberazione: LA GIUNTA REGIONALE Udito l Assessore alle Politiche sanitarie e Vicepresidente Avv Fabio Gava il quale dà atto che la struttura competente ha accertato l avvenuta istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale; Visti: - la raccomandazione europea n. 143 del 21 febbraio 1990 Sulla tutela della popolazione contro l esposizione al radon in ambienti chiusi ; - il Piano Sanitario Nazionale 1998/2000 approvato con DPR 23.7.98; - il decreto legislativo n. 230 del 17.3.1995 modificato dal decreto legislativo n. 241 del 26.5.2000, Richiamate : - la deliberazione n. 5000 dell 8.11.1996, - la deliberazione n. 770 del 30.3.2001, - la deliberazione n. 3558 del 21.12.01, DELIBERA 1. Di dare attuazione alla raccomandazione n. 143 del 21 febbraio 1990 della Commissione Europea Sulla tutela della popolazione contro l'esposizione al radon in ambienti chiusi con la quale si raccomanda che sia istituito un sistema adeguato per ridurre qualsiasi esposizione a concentrazioni di radon in ambienti chiusi. Che siano applicati i principi di ottimizzazione in armonia con le fondamentali norme comunitarie di sicurezza, che le autorità competenti garantiscano adeguatezza della qualità e della affidabilità delle misurazioni una volta definiti i criteri per l identificazione di regioni, località,caratteristiche costruttive.connesse con alti livelli di radon in ambienti chiusi.

2. Di prendere atto dei risultati dell indagine effettuata dall Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto con la quale sono state individuate preliminarmente le aree ad elevata concentrazione di radon nell ambito del territorio veneto e, all interno di tali aree, i Comuni interessati (allegato n. 1 e n. 2). 3. Di individuare il livello di riferimento per l adozione degli interventi di rimedio nelle abitazioni, per le nuove costruzioni ed anche per le costruzioni esistenti, nella concentrazione media annua di gas radon di 200 Bq/m 3. 4. Di raccomandare l adozione di interventi di rimedio per le nuove abitazioni ed anche per le abitazioni esistenti ove sia superato il livello di riferimento di cui al punto precedente. 5. Di raccomandare la misurazione della concentrazione di gas radon nella propria abitazione particolarmente per i residenti nei Comuni di cui al punto n. 2 della presente delibera e nei casi di abitazioni con locali al piano terra. 6. Di prendere atto dell elenco degli organismi idoneamente attrezzati elaborato dall Arpav, con il quale vengono individuate le ditte che possono effettuare le misurazioni di radon nelle abitazioni perché in possesso dei requisiti tecnici ritenuti idonei. Tale elenco sarà peraltro suscettibile di essere ulteriormente ampliato nel caso in cui vi fossero altre ditte in possesso dei requisiti tecnici necessari al riconoscimento (allegato n. 3). 7. Di approvare il documento Rapporto sul problema dell inquinamento da gas radon nelle abitazioni, redatto dall Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione Ambientale con il quale vengono definite le tecniche di misurazione del radon e le azioni di rimedio del radon all interno dei luoghi chiusi (allegato n. 4). 8. Di approvare il Piano di interventi proposto dall Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale secondo il quale l Agenzia Regionale svilupperà una serie di iniziative per la prevenzione dal rischio radon negli ambienti di vita. In particolare l Agenzia assicurerà: la misurazione nelle scuole, oltre 500, (pubbliche e private fino alle medie incluse) ubicate nelle aree preliminarmente individuate come ad alto potenziale, il supporto per la misurazione del radon nella fase di sperimentazione delle azioni di rimedio in oltre 30 abitazioni presso le quali sono stati accertati valori superiori a 200 Bq/m 3 nell indagine regionale del 1996, l approfondimento metrologico e metodologico delle aree ad alto potenziale di radon, la gestione della banca dati regionale delle misure e delle bonifiche e l attivazione del numero verde (allegato n. 5). 9. Di dare incarico all Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale di attivare un numero verde cui i cittadini possono rivolgersi per avere maggiori informazioni sul radon. 10. Di approvare l opuscolo Il Radon in Veneto ecco come proteggersi, guida pratica alla misurazione del radon e alla bonifica delle abitazioni con l indicazione del numero verde cui i cittadini possono chiedere maggiori approfondimenti (allegato n. 6). 11. Di dare incarico alla Direzione per la Prevenzione di avviare una campagna di informazione diretta alla popolazione ed agli operatori pubblici in ordine alla problematica del rischio da esposizione al gas radon.

12. di affidare al SER - Servizio Epidemiologico Regionale - l avvio di incontri di formazione, sugli interventi di prevenzione da rischio radon negli ambienti di vita, rivolti al personale medico dei Dipartimento di Prevenzione delle Aziende sanitarie ed ai medici di base e pediatri che operano nei comuni delle aree a maggiore esposizione al radon. Sottoposto a votazione il presente provvedimento risulta approvato con voti unanimi e palesi. IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE Dr. Antonio Menetto On. Dott. Giancarlo Galan DIREZIONE RAGIONERIA E TRIBUTI Visto e assunto l impegno di. sul capitolo del bilancio di previsione per l esercizio al n. (art. 43 della l.r. 29 novembre 2001, n. 39) Venezia,