Pinzani, Panero, Bagni Sperimentare la chimica Soluzioni degli esercizi Capitolo 9

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Pinzani, Panero, Bagni Sperimentare la chimica Soluzioni degli esercizi Capitolo 9 Esercizio PAG 198 ES 1 PAG 198 ES 2 PAG 198 ES 3 PAG 198 ES 4 PAG 198 ES 5 PAG 198 ES 6 PAG 198 ES 7 PAG 198 ES 8 PAG 198 ES 9 PAG 198 ES 10 PAG 198 ES 11 Risposta Secondo la teoria del fluido continuo, l elettricità è un unico fluido in transito da un corpo all altro. Al contrario, secondo la teoria della natura discontinua, l elettricità è costituita da particelle con carica unitaria. L esperimento di Crookes, che consiste nell osservare la luminescenza che si genera in un tubo a vuoto con due elettrodi, permise di comprendere che i raggi catodici erano costituiti da particelle cariche negativamente. Fu osservato che i raggi catodici deviavano in presenza di campi elettrici e magnetici e, in presenza di un ostacolo, proiettavano un ombra. Dalla deviazione delle traiettorie, dovuta a un campo magnetico, è stato poi possibile calcolare il rapporto carica/massa di queste particelle. Sono particelle di carica negativa, con una massa di 1/2000 rispetto a quella del protone. a) V b) F c) F d) F PAG 198 ES 12 2000 : 1 Nel vuoto una scarica elettrica si propaga più velocemente che attraverso l aria. I materiali fosforescenti se eccitati irradiano luce. Nel tubo di Crookes fu osservata la generazione di luminosità sulla parete di vetro posta di fronte al polo positivo. Se nel tubo veniva inserita una croce di Malta, si osservava la proiezione della sua ombra sulla parete del tubo. Se sottoposti all azione di un campo magnetico, i raggi catodici subivano una deviazione. Da questi esperimenti si dedusse la natura corpuscolare dell elettricità. Suggerimento In entrambi gli apparecchi si opera in condizioni di vuoto, le particelle cariche vengono fatti passare attraverso un campo magnetico: misurando la deviazione della traiettoria si può analizzare il rapporto carica/massa delle particelle. Lo spettrometro di massa separa gli ioni aventi un rapporto carica/massa diverso e fornisce la massa molecolare e la formula molecolare della sostanza analizzata. Secondo il modello atomico di Thomson, l atomo conterrebbe una carica positiva priva di massa, diffusa e uniforme delle dimensioni dell atomo. Gli elettroni fluttuerebbero al suo interno. Per poter spiegare in che modo gli elettroni, ossia cariche negative, potessero stare così vicine senza respingersi. Goldstein osservò che in un tubo analogo a quello a raggi catodici ma con un catodo forato, alcuni raggi passavano attraverso il catodo e avevano una direzione opposta a quella dei raggi catodici. Successivamente si scoprì che questi raggi erano formati da particelle positive: i protoni.

PAG 198 ES 13 PAG 198 ES 14 PAG 198 ES 15 PAG 198 ES 16 PAG 198 ES 17 PAG 198 ES 18 PAG 198 ES 19 PAG 199 ES 21 PAG 199 ES 22 PAG 199 ES 23 PAG 199 ES 24 PAG 199 ES 25 PAG 199 ES 26 Hanno carica positiva e massa pari a quella dell elio. Penetrano nei metalli per uno spessore di qualche millesimo di centimetro. Un fascio di radiazioni α colpisce una lamina di metallo. Si osserva che la maggior parte delle particelle α attraversa la lamina, ma una frazione di esse viene deviata o torna indietro. Il modello atomico «a panettone» non spiegava come un atomo con carica positiva e massa diffusa potesse deviare le particelle α. Secondo il modello atomico di Rutherford, la carica positiva è tutta concentrata in un nucleo di volume molto piccolo. Gli elettroni ruotano intorno al nucleo descrivendo orbite circolari di dimensioni fisse con un raggio massimo uguale a quello atomico. a) F b) F c) F d) F Perché la presenza di un nucleo carico positivamente con massa confrontabile a quella delle particelle α spiegava le deviazioni osservate. Rutherford intuì che le dimensioni atomiche rappresentavano un limite per la validità delle leggi della meccanica classica. Pubblicò quindi il suo modello, che permetteva di spiegare i risultati sperimentali osservati. Sono particelle prive di carica e con una massa confrontabile a quella dei protoni. Sono atomi dello stesso elemento: hanno lo stesso numero di protoni ma diverso numero di neutroni. È il numero totale di protoni e neutroni presenti in un atomo. È il numero di protoni presenti in un atomo. Simbolo isotopo Z A elettroni protoni neutroni Carica nucleo 114 48Cd 48 114 48 48 66 +48 202 80Hg 80 202 80 80 122 +80 238 92U 92 238 92 92 146 +92 50 23V 23 50 23 23 27 +23 51 24Cr 24 51 24 24 27 +24 Simbolo isotopo Z A elettroni protoni neutroni Carica nucleo 57 27Co 27 57 27 27 30 +27 64 29Cu 29 64 29 29 35 +29 80 Ni 28 80 28 28 52 +28 28 131 53I 53 131 53 53 78 +53

PAG 199 ES 27 PAG 199 ES 28 PAG 199 ES 29 PAG 199 ES 30 PAG 199 ES 31 PAG 199 ES 32 PAG 199 ES 33 PAG 199 ES 34 PAG 199 ES 35 PAG 199 ES 36 PAG 199 ES 37 PAG 199 ES 38 PAG 200 ES 39 PAG 200 ES 40 PAG 200 ES 41 PAG 200 ES 42 PAG 200 ES 43 È la percentuale di un dato isotopo presente in natura. 51,996 u 207,217 u Al carbonio. Una radiazione policromatica è costituita da più lunghezze d onda. Una radiazione monocromatica è caratterizzata da una sola lunghezza d onda. È l insieme delle righe, a lunghezze d onda caratteristiche, emesse da un elemento. Si ottiene fornendo un qualche tipo di energia (scarica elettrica, calore, ecc.) all elemento in esame. In accordo con il modello atomico di Rutherford, si dovrebbe ottenere uno spettro di emissione continuo e non a righe: infatti, secondo tale modello tutte le energie sono possibili. Perciò l elettrone, tornando alla situazione precedente all assorbimento di energia, dovrebbe emettere una radiazione continua. Elementi diversi sono caratterizzati da spettri di emissione con righe a diversa lunghezza d onda. Questo significa che elementi diversi sono caratterizzati da transizioni elettroniche di diversa energia. 1) L elettrone sta su orbite stazionarie quantizzate e su di esse non assorbe né emette energia. 2) Per passare da un orbita a un altra con energia maggiore, l elettrone assorbe un quanto di energia uguale alla differenza di energia tra le due orbite. 3) Quando l elettrone torna all orbita di livello energetico inferiore, emette un quanto di energia uguale alla differenza di energia tra le due orbite. Significa che un elettrone non può assumere tutte le energie possibili ma solo alcune. Un esempio è la lampada al neon: l energia fornita attraverso una scarica elettrica eccita gli elettroni del gas che, tornando allo stato iniziale, emettono radiazioni. Essa prevede che l elettrone possa emettere radiazioni solo a determinate energie, corrispondenti alla differenza di energia tra le orbite coinvolte nella transizione elettronica e che danno origine a righe discrete nello spettro. L energia delle orbite permesse. È l energia necessaria a portare gli elettroni a distanza infinita dall atomo, ottenendo una specie carica positivamente. L unità di misura è il kj/mol. Significa che l andamento dell energia di ionizzazione in funzione del numero atomico ripete periodicamente tratti crescenti seguiti da brusche diminuzioni in corrispondenza dell inizio del periodo successivo. La carica del nucleo e la distanza nucleo-elettrone. Passando dal litio al neon gli elettroni riempiono il medesimo guscio; il sodio ha un elettrone in più rispetto al neon, che si colloca in un guscio a distanza superiore dal nucleo. Occorre quindi una minore energia per strappare tale elettrone. A argon; B silicio; C ferro

PAG 200 ES 44 PAG 200 ES 45 PAG 200 ES 46 PAG 200 ES 47 PAG 200 ES 48 B Al

Ga Passando dall alluminio al boro e al gallio, gli elettroni occupano gusci a distanza crescente dal nucleo. Inoltre boro e alluminio presentano la medesima configurazione elettronica esterna.