Disinnescare. amianto



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SALUTE E SICUREZZA Marco Virno - Primario di Anestesia e Rianimazione dell Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari Direttore del Dipartimento dell Area Chirurgica dell Azienda Ospedaliera Di Venere - Giovanni XXIII di Bari Disinnescare PRIMA PARTE Cominciamo a discuterne presentando il caso Fibronit : il caso di un azienda collocata nel centro della città di Bari, che lavorava l amianto, e che da vent anni, malgrado la cessazione dell attività, ha continuato ad uccidere. Della minaccia che essa continua a rappresentare per i baresi, si è reso conto di recente il Ministro per l Ambiente Matteoli che ha voluto prendere personalmente atto della situazione sorvolando il sito in elicottero. Il Ministro ha deciso l immediata messa in sicurezza del luogo dove sorge la fabbrica. E da febbraio l intervento ha avuto inizio. Le difficoltà, però, sono molte. Non ultima quella relativa alla realizzazione di camere di decontaminazione da realizzare all interno stesso della fabbrica in modo che i tecnici e gli operai impegnati nell intervento di bonifica non veicolino all esterno le fibre di amianto. di Marco Virno LA FIBRONIT E LA LAVORAZIONE DELL AMIANTO La Fibronit s.r.l. (dapprima Sapic: Società Adriatica Prodotti in Cemento Amianto) ha iniziato a Bari la sua attività di produzione di manufatti in cemento - amianto -il cosiddetto fibrocemento- nel 1935 sospendendola nel 1985, occupando un area di circa 100.000 metri quadri ed impiegando mediamente 400 lavoratori. La lavorazione dell amianto, nelle sue varie fasi, avveniva senza alcula bomba amianto Il rischio da esposizione all amianto è ancora altissimo in tutta Italia. Una vera e propria bomba ambientale che, negli anni, ha fatto numerosissime vittime. Per disinnescarla in maniera definitiva occorre elevare il livello dell attenzione verso i pericoli per la salute umana che la sua esistenza comporta na prevenzione, quindi senza alcuna garanzia nel suo impatto ambientale: le operazioni di trasporto e la lavorazione del minerale determinavano un notevolissima dispersione di polveri con gravi minacce per la salubrità sia del luogo di lavoro che delle aree adiacenti alla stessa fabbrica. L amianto veniva trasportato in sacchi di juta, quindi sottoposto alla sminuzzatura e cardatura ad umido per separarne le fibre, poi essere miscelato con cemento ed impastato con acqua: i manufatti, dopo la stagionatura, venivano rettificati al tornio e segati a secco (si può solo immaginare la dispersione della polvere d amianto!). Soltanto nel 1967 si apportarono alcune modifiche nel processo produttivo, nel senso che il trasporto avveniva con l utilizzo di mezzi meccanici proprio per diminuire (ma solo parzialmente) la dispersione delle polveri. Nel 1975 infatti veniva segnalata la presenza di polveri nell aria non solo nella fabbrica ma anche nelle zone limitrofe ad alta densità abitativa. La Fibronit s.r.l. per decenni ha anche stoccato rifiuti di lavorazione e scarti di produzione, colmando aree depresse e livellando estese zone di territorio sia per recu- 4

LA BOMBA AMIANTO SALUTE E SICUREZZA perare superfici utili alla movimentazione di mezzi meccanici che per la costruzione di nuovi capannoni. La Fibronit s.r.l. ha adibito nel corso della sua attività produttiva, intere aree a discarica di residui e scarti di lavorazione in quanto non erano stati previsti sistemi di raccolta e di smaltimento degli stessi anche a causa di assenza di normativa in tal senso. Già al 31.12.1979 l I.N.A.I.L. aveva riconosciuto oltre 200 casi di asbestosi. Negli anni 70 notevole è stata la mobilitazione dei lavoratori della Fibronit che vedevano morire i propri compagni di lavoro a causa dell amianto. Gli studi sui lavoratori della Fibronit indennizzati per asbestosi hanno mostrato il significativo aumento della mortalità sia per asbestosi sia per neoplasie a carico di quattro sedi: polmone, pleura, mediastino e peritoneo. Secondo questi studi appare dimostrato il nesso causale fra l esposizione ad amianto e le su menzionate patologie. GLI INTERVENTI DI BONIFICA La mancanza di seri interventi dal 1985 ad oggi per la manutenzione della fabbrica e la bonifica del territorio ha fatto della Fibronit s.r.l. una vera e propria discarica di rifiuti tossico-nocivi. Non è dato sapere infatti i danni provocati alla sottostante falda idrica e quelli determinati dal trasporto a mare delle fibre di amianto. Gli studiosi ritengono che il problema più grave e di difficile valutazione sia rappresentato dall inquinamento delle rocce sottostanti l ex stabilimento Fibronit: la natura delle rocce potrebbe infatti, una volta rimosse nella fase degli scavi, liberare nell aria una certa quantità di fibre d amianto. Per questo la bonifica di un sito che per decenni ha sminuzzato, polverizzato, impastato l amianto deve evitare la possibilità che i notevoli rifiuti, localizzati nel sottosuolo e sul suolo, possano essere liberati e diffondersi nell ambiente circostante. In base al D.M. 257/1992 le tecniche di intervento previste sono tre: l incapsulamento: prevede il trattamento dell amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l aderenza al supporto e a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta. Non richiede una successiva applicazione e non produce rifiuti. Il principale inconveniente è rappresentato dalla permanenza del materiale di amianto nell edificio con conseguente mantenimento di un programma di controllo e manutenzione; il confinamento: consiste nell installazione di barriere a tenuta che separino l amianto dalle aree occupate dagli edifici. Maggiore efficacia di questa tecnica è l abbinamento con l incapsulamento. Il confinamento ha il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti che deve essere mantenuta in buone condizioni. Come per l incapsulamento, tale tecnica necessita di un programma di controllo e manutenzione; la rimozione: invece elimina ogni fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele di controllo in seguito, ma rispetto alle altre due tecniche rappresenta un gravissimo rischio per i lavoratori addetti, mette in circolazione polvere d amianto pericolosissima per gli stessi residenti dei quartieri limitrofi, produce notevoli quantitativi di rifiuti speciali che devono essere correttamente smaltiti con notevoli costi per la comunità. L azione di bonifica deve essere generalmente indirizzata sia sugli elementi di costruzione della fabbrica (muri, coperture, pavimenti ecc...), sia sulle macchine e le vasche di decantazione contenenti amianto e polveri, sia sul suolo e sul sottosuolo (luoghi di stoccaggio e di discarica del materiale contenente amianto). La bonifica perciò non può assolutamente prescindere da alcuni dati fondamentali quali la tutela della salute pubblica, il rispetto della normativa ed anche l economicità dell intervento stesso. Alla luce degli studi già effettuati anche da insigni docenti della nostra Università degli Studi e geologi (studi effettuati sullo stato dei luoghi, sulla natura rocciosa del sottosuolo ecc.), si ha la ragionevole convinzione che a causa dell ingente quantità del materiale stoccato sul suolo e sul sottosuolo interventi di rimozione risultano estremamente pericolosi per la salute pubblica e per gli stessi operatori impegnati nella bonifica, considerata onerosa ed antieconomica: bisogna infatti, nelle operazioni di bonifica, considerare che l ex stabilimento Fibronit è ubicato in un area ad intensa urbanizzazione. COS È L AMIANTO L amianto, chiamato anche indifferentemente asbesto, è un minerale naturale a struttura fibrosa appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. È presente naturalmente in molte parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto. Per la normativa italiana sotto il nome di amianto sono compresi i seguenti 6 composti: Crisolito (amianto di Serpentino), Amosite, Crocidolite, Tremolite, Antofillite, Actinolite (amianti di Anfibolo). L amianto resiste al fuoco e al calore, all azione di agenti chimici e biologici, all abrasione e all usura. La sua struttura fibrosa gli conferisce insieme una notevole resistenza meccanica ed una alta flessibilità. È facilmente filabile e può essere tessuto. È dotato di proprietà fonoassorbenti e termoisolanti. Si lega facilmente con materiali da costruzione (calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, PVC). Per anni è stato considerato un materiale estremamente versatile a basso costo, con estese e svariate applicazioni industriali, edilizie e in prodotti di consumo. In tali prodotti, manufatti e applicazioni, le fibre possono essere 5

SALUTE E SICUREZZA LA BOMBA AMIANTO libere o debolmente legate: si parla in questi casi di amianto friabile; oppure possono essere fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinil-amianto): si parla in questo caso di amianto compatto. La consistenza fibrosa è alla base delle proprietà tecnologiche, ma anche delle proprietà di rischio essendo essa causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell apparato respiratorio. La pericolosità consiste, infatti, nella capacità che i materiali di amianto hanno di rilasciare fibre potenzialmente inalabili ed anche nella estrema suddivisione cui tali fibre possono giungere. Per dare idea della estrema finezza delle stesse basti pensare che in un centimetro lineare si possono affiancare 250 capelli umani, 1300 fibre di nylon o 335000 fibre di amianto. Non sempre l amianto, però, è pericoloso: lo è sicuramente quando può disperdere le sue fibre nell ambiente circostante per effetto di qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica, eolica, da stress termico, dilavamento di acqua piovana. Per questa ragione il cosiddetto amianto friabile, che cioè si può ridurre in polvere con la semplice azione manuale, è considerato più pericoloso dell amianto compatto che per sua natura ha una scarsa o scarsissima tendenza a liberare fibre. LE SUE CONSEGUENZE SULLA SALUTE E SULL ORGANISMO L amianto rappresenta un pericolo per la salute a causa delle fibre di cui è costituito e che possono essere presenti in ambienti di lavoro e di vita e inalate. Il rilascio di fibre nell ambiente può avvenire o in occasione di una loro manipolazione/lavorazione o spontaneamente, come nel caso di materiali friabili, usurati o sottoposti a vibrazioni, correnti d aria, urti, ecc. L esposizione a fibre di amianto è associata a malattie dell apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). Esse insorgono dopo molti anni dall esposizione: da 10-15 per l asbestosi ad anche 20-40 per il carcinoma polmonare ed il mesotelioma. L asbestosi è una patologia cronica, ed è quella che per prima è stata correlata all inalazione di amianto. Essa consiste in una fibrosi con ispessimento ed indurimento del tessuto polmonare con conseguente difficile scambio di ossigeno tra aria aspirata e sangue. Si manifesta per esposizioni medio alte ed è, quindi, tipicamente una malattia professionale che, attualmente, è sempre più rara. Il carcinoma polmonare si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Questa malattia è causata anche da: fumo di sigarette, cromo, nichel, materiali radioattivi, altri inquinanti ambientali (idrocarburi aromatici di provenienza industriale, derivati del catrame, gas di scarico dei motori). Il fumo di sigarette potenzia enormemente l effetto cancerogeno dell amianto e quindi aumenta fortemente la probabilità di contrarre tale malattia. Il mesotelioma è un tumore raro, della membrana di rivestimento del polmone (pleura) o dell intestino (peritoneo), che è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche a basse dosi. Sono state descritte, inoltre, patologie al tratto gastrointestinale e alla laringe per le quali l associazione con l asbesto è più debole e resta da stabilire in via definitiva una sicura dipendenza. Le esposizioni negli ambienti di vita, in generale, sono di molto inferiori a quelle professionali, pur tuttavia non sono da sottovalutare perché l effetto neoplastico non ha teoricamente valori di soglia. Si distinguono almeno due approcci al rischio: ambienti di vita - ambienti di lavoro che differiscono per: Ambito normativo Metodologie di misura (microscopia ottica o elettronica) Livelli di accettabilità Provvedimenti di prevenzione Mezzi di protezione 6

LA BOMBA AMIANTO SALUTE E SICUREZZA ALCUNE ESEMPLIFICAZIONI DI ESPOSIZIONI PERSONALI VALUTATE CON I CRITERI SUESPOSTI Rimozione coperture di cemento-amianto non trattate e a secco Rimozione coperture di cemento-amianto con trattamento 0,03 0,3 ff/ml Media 8 ore 0,2 ff/ml 0,01 0,08 ff/ml e quindi l esposizione degli addetti in tali ambiti sono praticamente scomparse. Rimane, però, ancora l esposizione di lavoratori in quelle attività che prevedono la rimozione, la bonifica e lo smaltimento. Gli ambienti di lavoro più significativi per presenza di amianto sono ora cantieri temporanei nel caso di bonifiche di edifici, o semipermanenti nel caso di rimozione di amianto da mezzi di trasporto come le carrozze ferroviarie, le navi, ecc... Apposite norme tecniche definiscono i criteri di allestimento e conduzione di questi cantieri con un approccio di protezione dalle fibre di amianto che prevede contemporaneamente: l incapsulamento con prodotti verniciati/impregnati dei materiali contenenti amianto; la massima protezione delle vie respiratorie degli addetti con dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati; la costante rimozione dell inquinante mediante aspirazione ed espulsione dell aria all esterno dei cantieri previa filtrazione assoluta. La valutazione del rischio si effettua con una metodica consolidata (anche se mostra qualche limite per le basse esposizioni), prevista dal Decreto 277/91, basata sul prelievo di aria confinata in zona respiratoria del lavoratore. Le fibre aerodisperse sono campionate con pompa portatile e membrana filtrante; l analisi avviene mediante il conteggio delle fibre depositate sulla membrana utilizzando il microscopio ottico in contrasto di fase a 500 ingradimenti. Il risultato dell analisi si esprime in n di fibre per millilitro d aria. Ai fini del micron e con rapporto di allungamento superiore a 3: esse vengono definite fibre regolamentate - FR (OMS, 1987). Addetti alla produzione vetro Fustellatura guarnizioni Smontaggio freni Scoibentazione di amianto friabile AMBIENTI DI LAVORO L esposizione occupazionale a fibre di amianto ha avuto grande importanza in passato quando le cautele previste dalla recente normativa di origine comunitaria (D.Lgs. 277/91) non erano ancora operanti e tale esposizione era semplicemente considerata nell ambito di quelle a polveri nocive prevista dal DPR 303/55. Come valori di riferimento venivano utilizzati, quindi, i Valori Limite di Soglia (TLV) adottati dalla ACGIH. La Direttiva europea recepita in Italia con il D.Lgs. 277/91 e la Legge 257/92 ha introdotto livelli di soglia più restrittivi rispetto a quelli dell ACGIH. Per il crisolito, ad esempio, il TLV ACGIH è stato mantenuto a 2 ff/cc anche per il 1997 (sia pure con la notazione A1: cancerogeno certo per l uomo) mentre in Italia tale valore dal 1992 è di 0,6 ff/cc con livello di azione di 0,1 ff/cc. La stima e la conoscenza delle esposizioni passate sono oggi estremamente importanti poiché i tempi di latenza di alcune patologie da amianto sono molto lunghi, anche diverse decine di anni. Tutto ciò rende estremamente preziosi i dati di esposizione di mansioni lavorative ora non più attuali. A seguito della entrata in vigore della Legge 257/92, le lavorazioni con amianto come materia prima Media 8 ore 0,2 ff/ml Media 8 ore 0,3 ff/ml Media 8 ore 0,2 ff/ml 0,2 2 ff/ml 0,6 2 ff/ml AMBIENTI DI VITA Per moltissimi anni il rischio di esposizione a fibre di amianto è stato considerato importante solo per i lavoratori dell amianto e soltanto nell ultimo dopoguerra l attenzione si è spostata prima su esposizioni non professionali, ma indirettamente collegate al lavoro, (es. familiari di lavoratori addetti ad attività con presenza di amianto o aree interessate ad immissioni da stabilimenti produttivi) quindi sulla possibilità di considerare l amianto un contaminante ambientale normalmente presente nelle aree antropizzate. Sulla base di queste considerazioni sono stati emanati, oltre alla Legge 257/92, alcuni decreti applicativi che hanno l obiettivo di gestire il potenziale rischio derivato dalla presenza di amianto in edifici, 7

SALUTE E SICUREZZA LA BOMBA AMIANTO manufatti e coperture. Pur essendo il rischio causato dall esposizione ad amianto nella popolazione di più difficile valutazione rispetto a quello professionale, si sono affermati alcuni punti ritenuti prioritari da considerare nell analisi del rischio. In particolare: è stabilita una netta differenza tra l amianto friabile (ovvero l amianto libero o tessuto o spruzzato o steso a cazzuola con leganti deboli) e l amianto in matrice compatta (ovvero il cemento amianto in buono stato di conservazione, il vinil amianto, ecc..) considerando il primo di gran lunga più pericoloso per la facile tendenza alla frantumazione (sbriciolamento) e conseguente possibile dispersione in atmosfera di fibre libere; la determinazione della concentrazione di fibre aerodisperse si effettua con prelievi su membrana e conteggi in microscopia elettronica a scansione (SEM). Può anche essere utilizzata la microscopia elettronica a trasmissione (TEM) attualmente adottata in Nord America; viene data precedenza agli interventi di protezione per gli occupanti di edifici quali scuole di ogni origine e grado e di ospedali (Circolare n 45/86 del Ministero della Sanità); non sono considerati importanti i comparti ambientali diversi dall atmosfera, pertanto l amianto non è considerato rilevante tra gli inquinanti di tipo alimentare o del sottosuolo. Ad esempio per quanto riguarda la presenza di fibre di amianto nell acqua potabile trasportata in tubi di cemento amianto, studi a livello internazionale affermano non esservi una chiara evidenza di associazione tra eccesso di tumori gastrointestinali e consumo di tale acqua. I dati riportati nella letteratura scientifica, peraltro non molto omogenei in riferimento ai metodi di campionamento e analisi impiegati, evidenziano concentrazioni di fibre aerodisperse estremamente variabili che vanno da valori di 0,0001 ff/i in aria ambiente fino a 50-100 ff/i in ambienti confinati con amianto friabile degradato (dati riferiti a misure in microscopia elettronica). Sono esposizioni, in generale, non paragonabili a quelle professionali, tuttavia non sono da sottovalutare perché: per il rischio neoplastico non vi sono teoricamente valori di soglia; le fibre inalate nel tempo si accumulano nell organismo e accrescono progressivamente il rischio (probabilità) di provocare danni (soprattutto gli anfiboli); tra la popolazione esposta sono compresi anche i bambini (che eventualmente occupano una scuola con amianto): essi hanno una lunga aspettativa di vita ed hanno perciò più possibilità di sviluppare il tumore; l esposizione civile è una esposizione vera poiché normalmente gli occupanti un edificio con amianto non portano mezzi di protezione delle vie respiratorie, a differenza dei professionalmente esposti. In definitiva l amianto ha tre differenti gravi effetti: provoca l asbestosi, malattia nella quale i tessuti del polmone, irritati dalle fibre microscopiche dell amianto formano cicatrici fibrose sempre più estese fino a che zone sempre più ampie del polmone perdono la loro elasticità, impedendo di fatto la respirazione o comunque rendendo molto meno efficiente l ossigenazione, con effetti, per intendersi, analoghi a quelli della broncopneumopatia cronica ostruttiva. Provoca il mesotelioma, un gravissimo tumore che colpisce la pleura, il peritoneo (il sacco membranoso che racchiude l intestino) e il pericardio. Se ne conoscono sia una forma benigna, sia una maligna particolarmente aggressiva, tanto che nelle casistiche la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari soltanto al 2 per cento. Nella stragrande maggioranza dei casi la forma maligna è causata esclusivamente da esposizione all amianto. Aumenta di 5 volte il rischio di carcinoma polmonare dei fumatori. Mentre nel caso dell asbestosi gli studi consentono di concludere che è necessaria un esposizione intensa e prolungata e che, quindi, si tratta di un effetto dose dipendente, per il mesotelioma non è così. Si ricorda per esempio il caso delle mogli di operai addetti a lavorazioni dell amianto che erano andate incontro al tumore solo dovendo maneggiare le tute del marito, mentre quest ultimo non aveva avuto conseguenze. Nel caso del mesotelioma, insomma, non è possibile definire una soglia di rischio, ossia un livello di esposizione così ridotto da essere innocuo e, in ogni caso, la suscettibilità individuale conta. Un altro aspetto da tenere presente è che le due principali forme di amianto hanno effetti differenti: per la sua maggiore fragilità, l anfibolo si diffonde più facilmente nell aria, ragion per cui i difensori dell impiego dell amianto in edilizia (Oltreatlantico) sostengono che impiegando il serpentino (e usando 8

LA BOMBA AMIANTO SALUTE E SICUREZZA una matrice più tenace per gli impasti) si riducono i rischi. Peccato che il crisotilo sia riconosciuto estremamente cancerogeno. A oggi, invece, come ho già ricordato, non sembra abbiano effetti nocivi le fibre di amianto eventualmente ingerite (magari per contaminazione delle acque potabili che scorrono in tubature realizzate con amianto). SEMPRE RISCHIOSO? La presenza dell amianto in sé non è necessariamente pericolosa, dipende dal grado di libertà delle fibre. In altre parole un tessuto è molto rischioso, l amianto spruzzato anche; un elemento di Eternit no, ma solo a patto che non si stia sgretolando. In altre parole, finché le fibre non possono liberarsi nell aria, perché imprigionate nell impasto del cemento o di altre sostanze (per esempio le resine), oppure semplicemente perché racchiuse in intercapedini sigillate (come nel caso dei vagoni ferroviari in buono stato) il pericolo può essere ragionevolmente escluso. Per questo oggi la principale fonte di esposizione in Italia sono i tetti in Eternit che, col passar degli anni, per effetto delle intemperie e in particolare delle piogge acide, sono andati progressivamente deteriorandosi con la possibilità, quindi, di liberare le fibre. CHE COSA DICE LA LEGGE In Italia dal 1992 (legge 257/1992) è proibita l estrazione, l importazione e la lavorazione dell amianto. Di conseguenza, dal 1992 in poi non è possibile che nell edilizia, o nell isolamento di un forno, sia stato impiegato amianto. Anche in precedenza si era legiferato in materia, introducendo limiti all impiego in talune applicazioni e introducendo limiti di contaminazione dell aria. Per questo i manufatti, soprattutto quelli casalinghi come guanti da forno o per le assi da stiro, dovevano già prima del 1992 riportare l indicazione A per segnalare la presenza di amianto. Qualora si abbiano in casa oggetti contenenti amianto è bene consultare l ASL per sapere come e dove conferirli per lo smaltimento. IL PERICOLO NON È FINITO Sfortunatamente, anche se la Legge è in vigore dai dieci anni il pericolo non può dirsi superato. Soprattutto nel Nord Italia, infatti, sia i materiali per edilizia sia altri manufatti contenenti amianto sono ancora molto diffusi. Inoltre, visti i lunghi periodi che intercorrono tra l esposizione e lo sviluppo della malattia, è probabile che nel prossimo futuro aumentino i casi di mesotelioma e delle altre malattie dovute al minerale. Già da qualche anno, infatti, la forma tumorale legata al lavoro più spesso riscontrata è proprio il mesotelioma pleurico, come segnala l Osservatorio statistico dell INAI. Analizzando i 600 casi registrati tra il 1998 e il 1999, inoltre, l INAIL ha potuto calcolare in quale percentuale la malattia colpirà i diversi settori di lavoro. In testa c è la cantieristica navale, con il 30,3%, seguita dall industria nel suo complesso (27,6%) e dalla cantieristica ferroviaria (14,4%). Inoltre sempre l INAIL ricordava che a Marzo 2002 erano in totale 136.762 i certificati di esposizione all amianto rilasciati su richiesta dei lavoratori, dei quali oltre 60.000 positivi. COME DIFENDERSI Istintivamente verrebbe da pensare che il modo migliore sia rimuovere gli elementi in amianto e stoccarli in posti sicuri, ma non è esattamente così. In molti casi rimuovere l amianto può causare repentini (e pericolosi) innalzamenti della quantità di fibre presente nell aria. Nel caso dei tetti di Eternit che si stanno degradando, per esempio, la soluzione più razionale è rivestire gli elementi con sostanze che intrappolino le fibre (materiali plastici), operazione che viene definita di incapsulamento, e nell applicare poi rivestimenti metallici (sconfinamento). È evidente che le soluzioni vanno cercate caso per caso e che, prima di procedere a lavori di bonifica, è necessario far eseguire i rilievi del caso interessando la propria ASL. Infatti per giudicare della pericolosità della situazione è necessario controllare l entità della presenza di fibre nell aria. Si tratta di un operazione relativamente semplice, che consiste nell aspirare l aria atmosferica attraverso un filtro per poi contare il numero di fibre servendosi di un microscopio. In Italia il massimo livello ammesso è di 0,6 fibre per centimetro cubo per il crisotilo e di 0,2 ff/cc per gli anfiboli e le miscele. Da evitare assolutamente il fai da te: sia perché lo smaltimento non è possibile al singolo sia perché per operare con l amianto sono necessari sistemi di protezione ben diversi dalle mascherine da verniciatore in vendita nei colorifici. (CONTINUA NEL PROSSIMO NUMERO) 9