IL MODELLO ORGANIZZATIVO DELLE PROFESSIONI SANITARIE DELLA PREVENZIONE: PERCORSI, PROCESSI, COMPETENZE.



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IL MODELLO ORGANIZZATIVO DELLE PROFESSIONI SANITARIE DELLA PREVENZIONE: PERCORSI, PROCESSI, COMPETENZE. Il modello organizzativo delle professioni sanitarie della prevenzione Trieste, 19 dicembre 2014 Daniela Bais

I bisogni sanitari micro e macro sociali complessi possono essere meglio soddisfatti mediante il ricorso a progettazioni e risposte innovative, multiprofessionali e multidisciplinari, superando i limiti imposti dall'appartenenza a diverse professionalità e ai diversi modelli organizzativi di riferimento attraverso la comunicazione interna, la formazione e un approccio organizzativo coerente. Migliorando l'integrazione si può produrre un cambiamento nelle strutture e nei gruppi di lavoro del DIP.

Il ruolo delle professioni sanitarie è l insieme degli obiettivi/responsabilità da raggiungere attraverso alcune attività tipiche e distintive, realizzate con una rete di relazioni necessaria e con un sistema di competenze a sostegno dei professionisti. Ogni ruolo ha una mission (chi è e che cosa si aspetta l organizzazione dal ruolo) in relazione ai principali processi su cui il ruolo insiste: le responsabilità di fase le attività necessarie da realizzare le relazioni le competenze: conoscenze,capacità, comportamenti organizzativi

Legge 26 febbraio 1999, n. 42 Disposizioni in materia di professioni sanitarie Art. 1. (Definizione delle professioni sanitarie) 1. La denominazione "professione sanitaria ausiliaria" nel testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modificazioni, nonchè in ogni altra disposizione di legge, è sostituita dalla denominazione "professione sanitaria". 2. Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogati il regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 1974, n. 225, ad eccezione delle disposizioni previste dal titolo V, il decreto del Presidente della Repubblica 7 marzo 1975, n. 163, e l'articolo 24 del regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1968, n. 680, e successive modificazioni. Il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni e integrazioni, è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonché degli specifici codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario per l'accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea, nel rispetto reciproco delle specifiche competenze professionali.

PROFESSIONI SANITARIE INFERMIERISTICHE E PROF. SANITARIA OSTETRICA Infermiere PROFESSIONI TECNICO SANITARIE Area Tecnico - diagnostica D.M. 14.09.1994, n. 739 (G.U. 09.01.1995, n. 6) Direttive comunitarie 77/452/CEE e 77/453/CEE L. 18.12.1980, n. 905 (G.U. 31.12.1980, n. 356) Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico PROFESSIONI TECNICO SANITARIE Area Tecnico assistenziale Dietista PROFESSIONI TECNICHE DELLA PREVENZIONE Tecnico della Prevenzione nell'ambiente e nei Luoghi di Lavoro Assistente Sanitario Altri riferimenti normativi: D.M. 14.09.1994, n. 745 (G.U. 09.01.1995, n. 6) D.M. 14.09.1994, n. 744 (G.U. 09.01.1995, n. 6) D.M. 17.01.1997, n. 58 (G.U. 14.03.1997, n. 61) D.M. 17.01.1997, n. 69 (G.U. 27.03.1997, n. 72) D. Lgs. 02.05.1994, n. 319; D. Lgs. 27.01.1992, n. 115; Art. 6, comma 3, D. Lgs 30.12.1992, n. 502 e successive modifiche ed integrazioni; L. 10.08.2000, n. 251; L 26.02.1999, n. 42; L. 08.01.2002, n.1; D.M. 29.03.2001, Definizione delle figure professionali, ecc., pubblicato nella G. U. 23.05.2001, n. 118; D.M. 02.04.2001, Determinazione delle classi delle lauree specialistiche universitarie delle professioni sanitarie, pubblicato sul S. O. n.136, G.U. 05.06.2001, n.128. Direttive comunitarie 89/48 CEE, 92/51/CEE e 2001/19/CE

S.O. Dipartimento di Prevenzione Ruolo Sanitario Ruolo Amministrativo Ruolo Professionale Ruolo Tecnico Profili: - Medico (18) - Biologo (1) - Chimico (1) - Veterinario (9) - Assistente Sanitario (21) - Infermiere (12) - Tecnico d. Prevenzione (26) - Tecnico Sanitario (2) - Dietista (1) Profili: Collaboratore (6) Assistente (10) Coadiutore (3) Totale operatori all 1.1.2014: 126 Totale operatori all 1.1.2010: 140 Profili Profili: Tecnico della Prevenzione Assistente Sanitario Ingegnere Dirigente (2) Medico Infermiere Op. Tecnico Assistente Amministrativo Veterinario Collaboratore Coadiutore Amministrativo Tecnico Sanitario Ingegnere Dirigente Ingegnere Coll. D Biologo Chimico Dietista Profili: Ingegnere Coll. D (2) Op. Tecnico (12) 0 10 20 30 n operatori

Legge 1 febbraio 2006, n. 43 "Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l'istituzione dei relativi ordini professionali" ART. 1. (Definizione). 1. Sono professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione, quelle previste ai sensi della legge 10 agosto 2000, n. 251, e del decreto del Ministro della sanità 29 marzo 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 118 del 23 maggio 2001, i cui operatori svolgono, in forza di un titolo abilitante rilasciato dallo Stato, attività di prevenzione, assistenza, cura o riabilitazione.

Legge 26 febbraio 1999, n. 42 Disposizioni in materia di professioni sanitarie Art. 1. (Definizione delle professioni sanitarie) 1. La denominazione "professione sanitaria ausiliaria" nel testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modificazioni, nonchè in ogni altra disposizione di legge, è sostituita dalla denominazione "professione sanitaria". 2. Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogati il regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 1974, n. 225, ad eccezione delle disposizioni previste dal titolo V, il decreto del Presidente della Repubblica 7 marzo 1975, n. 163, e l'articolo 24 del regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1968, n. 680, e successive modificazioni. Il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni e integrazioni, è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonché degli specifici codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario per l'accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea, nel rispetto reciproco delle specifiche competenze professionali.

Legge 1 febbraio 2006, n. 43 "Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l'istituzione dei relativi ordini professionali" ART. 6. (Istituzione della funzione di coordinamento). 1. In conformità all'ordinamento degli studi dei corsi universitari, disciplinato ai sensi dell'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni, il personale laureato appartenente alle professioni sanitarie di cui all'articolo 1, comma 1, della presente legge, è articolato come segue: a) professionisti in possesso del diploma di laurea o del titolo universitario conseguito anteriormente all'attivazione dei corsi di laurea o di diploma ad esso equipollente ai sensi dell'articolo 4 della legge 26 febbraio 1999, n. 42; b) professionisti coordinatori in possesso del master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento rilasciato dall'università ai sensi dell'articolo 3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e dell'articolo 3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270; c) professionisti specialisti in possesso del master di primo livello per le funzioni specialistiche rilasciato dall'università ai sensi dell'articolo 3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e dell'articolo 3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270; d) professionisti dirigenti in possesso della laurea specialistica di cui al decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 2 aprile 2001, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 128 del 5 giugno 2001, e che abbiano esercitato l'attività professionale con rapporto di lavoro dipendente per almeno cinque anni, oppure ai quali siano stati conferiti incarichi dirigenziali ai sensi dell'articolo 7 della legge 10 agosto 2000, n. 251, e successive modificazioni.

LM Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione La norma che descrive il profilo del coordinatore è la L. 1 febbraio 2006 n. 43 13/01/2015 L'esercizio della funzione di coordinamento è espletato da coloro che siano in possesso dei seguenti requisiti: a) master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento nell'area di appartenenza, rilasciato ai sensi dell'articolo 3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e dell'articolo 3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270; b) esperienza almeno triennale nel profilo di appartenenza.

LM Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione La norma che descrive il profilo del laureato magistrale è il D.M. 8 gennaio 2009 13/01/2015 I laureati della classe della Laurea Magistrale nelle Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione, ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e ai sensi della legge 10 agosto 2000, n. 251 possiedono una formazione culturale e professionale avanzata per intervenire con elevate competenze nei processi gestionali, organizzativi, formativi e di ricerca nell'ambito pertinente alle professioni proprie della classe.

Competenze certificate funzioni dirigenziali negli enti di prevenzione, di ricerca e formazione ai vari livelli della complessità organizzativa e gestionale funzioni tutoriali e di docenza nei corsi universitari funzioni di formatore nell ambito dei servizi sanitari e sociosanitari funzioni di ricerca in ambito universitario e dei servizi sanitari e socio-sanitari 13/01/2015

Funzione GESTIONE Analisi del contesto organizzativo Gestione efficace ed efficiente delle risorse assegnate strumenti di budgeting e di reporting Promozione del cambiamento tramite strumenti gestionali di programmazio ne, pianificazione, organizzazione, valutazione e controllo Diffusione della cultura della qualità e della sicurezza Negoziazione, selezione e assegnazione del personale in relazione agli standard di competenza professionale e a carichi di lavoro delle specifiche aree 13/01/2015

Funzione GESTIONE Sviluppo delle conoscenze delle influenze socioculturali e biopsichiche sul comportamento umano come base per una migliore comprensione di sé e degli altri Gestione di gruppi di lavoro e strategie per favorire processi di integrazione multiprofessionali ed organizzativi Promozione della salute nella popolazione tramite piani di informazione, comunicazione e marketing Creazione di reti utili alla diffusione degli obiettivi, delle strategie, obiettivi e risultati in ambito sanitario. 13/01/2015

Funzione RICERCA Innovazione, valorizzazione e applicazione dei risultati della ricerca. Sviluppo di progetti innovativi in ambito organizzativo e formativo Utilizzo e promozione di metodi e strumenti di ricerca 13/01/2015

Funzione FORMAZIONE Elaborazione di piani strategici per lo sviluppo del capitale umano Valutazione delle competenze del personale per accrescerne le potenzialità professionali Definizione di un piano sistematico di miglioramento continuo della qualità Progettazione percorsi formativi di base, specializzanti e di formazione continua 13/01/2015 Sviluppo di modelli di apprendimento dall'esperienza Applicazione dei modelli e strumenti di valutazione dei processi di apprendimento, dell'efficacia didattica e dell'impatto della formazione sui servizi.

LR 17/14, LR 10/07, PSR, atti aziendali Tutti i progetti innovativi volti alla valorizzazione e responsabilizzazione delle professioni, confermano la necessità della revisione e razionalizzazione organizzativa delle Aziende con l intento di ridefinire ruoli, funzioni ed ambiti di responsabilità delle professioni sanitarie. 13/01/2015

Legge regionale 16 ottobre 2014, n. 17 Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria. CAPO II ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO Art. 17 (Dipartimento di prevenzione) 7. L'attività delle professioni sanitarie nel dipartimento di prevenzione è svolta in equipe multiprofessionale con la finalità di privilegiare la centralità del cittadino, nel rispetto dell'autonomia prevista dalla legge 251/2000 e dalla legge regionale 10/2007, in coordinamento con le altre professioni sanitarie.

Legge regionale 16 ottobre 2014, n. 17 Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria. Art. 40 (Attività del personale sanitario) 1. In considerazione dell'evoluzione tecnologica, delle conoscenze del personale e delle nuove modalità erogative dei servizi, anche in conseguenza dei percorsi formativi del personale delle professioni sanitarie, è necessario adeguare al nuovo contesto assistenziale le attività operative, svolte dai medici e dalle professioni sanitarie secondo criteri dettati della evidence based medicine e dalle linee guida internazionali, nel rispetto dei livelli qualitativi e di sicurezza, nonché della normativa vigente. 2. Presso la Direzione centrale salute, integrazione sociosanitaria, politiche sociali e famiglia sono costituiti dei gruppi di lavoro composti da dirigenti medici e/o sanitari delle discipline specialistiche e personale delle professioni sanitarie, con il compito di procedere alla disamina degli specifici settori di attività all'interno dei percorsi clinico assistenziali per le diverse patologie. 3. La Regione promuove iniziative formative, anche con l'apporto dell'università, per la definizione dei nuovi settori di attività professionale e la formazione continua delle diverse professioni nell'ambito delle rispettive competenze.

Legge regionale 16 ottobre 2014, n. 17 Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria. Art. 46 (Valorizzazione delle professioni sanitarie) 1. La Regione, in attuazione della normativa vigente, promuove a livello locale e regionale nell'ambito del Servizio sanitario regionale, la valorizzazione, lo sviluppo e la responsabilizzazione delle professioni sanitarie per contribuire alla realizzazione del diritto alla salute, al processo di cambiamento in atto dell'assetto sanitario regionale, all'integrazione e continuità sociosanitaria e al miglioramento dell'organizzazione multiprofessionale del lavoro. 2. A livello locale, in ogni Azienda per l'assistenza sanitaria e negli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici, sono istituiti i servizi delle professioni sanitarie di cui alla legge 10 agosto 2000, n. 251 (Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica), e alla legge regionale 16 maggio 2007, n. 10 (Disposizioni in materia di valorizzazione nell'ambito del Servizio sanitario regionale delle professioni sanitarie e della professione di assistente sociale, in materia di ricerca e conduzione di studi clinici, nonché in materia di personale operante nel sistema integrato di interventi e servizi sociali).

Legge 10 agosto 2000, n. 251 Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica. Articolo 4. (Professioni tecniche della prevenzione) 1. Gli operatori delle professioni tecniche della prevenzione svolgono con autonomia tecnicoprofessionale attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene e sanità pubblica e veterinaria. Tali attività devono comunque svolgersi nell ambito della responsabilità derivante dai profili professionali. 2. I Ministeri della sanità e dell ambiente, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, emanano linee guida per l attribuzione in tutte le aziende sanitarie e nelle agenzie regionali per l ambiente della diretta responsabilità e gestione delle attività di competenza delle professioni tecniche della prevenzione. Articolo 7. Le aziende sanitarie possono conferire incarichi di dirigente, con modalità analoghe a quelle previste al comma 1, per le professioni sanitarie di cui alla legge 26 febbraio 1999, n. 42, nelle regioni nelle quali sono emanate norme per l attribuzione della funzione di direzione relativa alle attività della specifica area professionale.

Legge Regionale Friuli Venezia Giulia 16/5/2007 n. 10 (BUR 23/5/2007 n. 21). Disposizioni in materia di valorizzazione nell ambito del Servizio sanitario regionale delle professioni sanitarie e della professione di assistente sociale, in materia di ricerca e conduzione di studi clinici, nonché in materia di personale operante nel sistema integrato di interventi e servizi sociali. Art. 2 costituzione dei servizi professionali 1. Le aziende sanitarie regionali e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici, nell atto aziendale di cui all articolo 2 della legge regionale 9 marzo 2001, n. 8 (Disposizioni urgenti in attuazione del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come modificato dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 e altre disposizioni in materia di sanità e politiche sociali), individuano un referente aziendale per ciascuna delle aree delle professioni sanitarie di cui agli articoli 1, 2, 3 e 4 della legge 251/2000, nonché della professione di assistente sociale.

Il modello organizzativo delle professioni sanitarie della prevenzione Modello di intervento Gestione dei processi (la serie di atti tecnicoprofessionali) che si attuano per conseguire l'obiettivo di salute, basati su evidenze (efficacia) Piano di comparto (trasparenza e equità) Sviluppo e sostegno dell integrazione individuando il percorso sul terreno reale, mediante la definizione di linee-guida e protocolli operativi (accessibilità) Criteri Misurabilità Valutazione di processo e di esito Definizione responsabilità sui livelli di promozione, collaborazione e azione Metodi Scelta strumenti appropriati Implementazione procedure Potenziamento dei determinanti positivi Controllo dei determinanti negativi Definizione carichi di lavoro Condivisione ipotesi Formazione

I percorsi di studio dei professionisti nel DIP (1) Cognome Nome Titolo tesi CdL Assistenza sanitaria CdL Tecniche della prevenzione Master management e specialistici CdLM Scienze della prevenzione ABBONA ISABELLA Strutture sanitarie odontoiatriche: criticità, cause e soluzioni. 2010 BAIS DANIELA Salute e lavoro: un modello multidisciplinare per la prevenzione in rete. 2008 Applicazione dei principi della Carta di Tallinn nelle attività di prevenzione nutrizionale territoriale. 2010 BAROCCO GIULIO Valutazione multicriteriale di modelli organizzativi nella ristorazione scolastica regionale, il caso del Friuli Venezia Giulia. 2013 BENEDETTI ALICE La valutazione delle competenze dell'assitente sanitario in un'ottica di sviluppo professionale. 2012 BORSOI GABRIELLA Alcol e lavoro: valutazione normativa e aspetti preventivi. 2011 BORTOLOSSO MICHELA I disturbi del sonno e percezione dello stress lavoro correlato nei reparti ospedalieri. 2012 BRESCIANI MAURIZIO Sicurezza alimentare nella filiera delle carni di suino: norme e problematiche microbiologiche. 2010 CAROZZI SANDRA La percezione dei rischi lavorativi nel Dipartimento di Prevenzione dell'ass 1 Triestina. 2008

I percorsi di studio dei professionisti nel DIP (2) Cognome Nome Titolo tesi CdL Assistenza sanitaria CdL tecniche della prevenzione Master management e specialistici CdLM Scienze della prevenzione CLAUT MICHELE Il metodo Project Cycle Management (PCM) nelle imprese a basso rischio. 2011 COLONI FRANCESCA L'organizzazione competente: il viaggio e la meta dei professionisti della Prevenzione. 2011 CROCCO SIMON Mappatura delle aree oggetto di bonifica da amianto nella provincia di Trieste e analisi della comparsa di malattie asbesto-correlate in alcuni siti produttivi. 2013 D'ORLANDO GABRIELE Valutazione dell efficacia degli interventi preventivi attuati dall'azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina nel periodo 2008-2013 nell ambito degli incidenti domestici: indagine conoscitiva nei confronti degli utenti over 65enni del progetto Amalia. 2013 DRAGANI FRANCESCA Il Risk Management nei centri vaccinali: presentazione ed analisi del progetto "Il miglioramento dei servizi vaccinali a Trieste". 2010 FEDELE ROBERTA La forza delle reti per la promozione alla salute: il nido dei sapori. 2011

I percorsi di studio dei professionisti nel DIP (3) Cognome Nome Titolo CdL Assistenza sanitaria CdL tecniche della prevenzione Master management e specialistici CdLM Scienze della prevenzione FUMOLO FABIO Verifiche della sicurezza impiantistica elettrica nei luoghi di lavoro. 2011 GALLINA ROBERTA Dipartimento di Prevenzione: ricerca qualitativa per l applicazione di un modello delle competenze per la promozione della salute. 2011 GERETTO MARILENA Lo sviluppo della resilienza nel bambino con bisogni educativi speciali: promozione alla salute attraverso la pet therapy. 2014 LAPEL ANDREA Infortuni sul lavoro: la percezione dei rischi del personale nelle inchieste e nelle attività di vigilanza. 2010 2013 LONGO TIZIANA Il nido dei sapori: alimentazione equilibrata a misura di bambino. 2012 1 MARGIORE MANUELA La strada e la sicurezza dell uomo. Analisi di BIAS cognitivi ed euristiche per ipotizzare un progetto multidisciplinare di prevenzione. 2011 MASO RENATA Promozione alla salute e strumenti di prevenzione della disabilità nell'anziano. 2009 MIELE ALESSANDRO Il minimo etico di sicurezza in edilizia: analisi multifattoriale. 2011 PEMPER ALESSANDRA Microarea nel porto: lavoro e qualità della vita. 2008 1 CdLM Scienze delle professioni sanitarie tecnico-assistenziali

I percorsi di studio dei professionisti nel DIP (4) Cognome Nome Titolo CdL Assistenza sanitaria CdL tecniche della prevenzione Master management e specialistici CdLM Scienze della prevenzione PERTUSI DARIA Gestione del rischio infortunistico in ambiente portuale. 2012 RIZZO MARCO La valutazione e gestione dello stress lavorativo in un'azienda Sanitaria. 2011 RUBIERI MARA Comunicazione efficace: competenza fondamentale del TdP. 2010 SANCIN WALTER Pubblicità e disturbi del comportamento alimentare nel bambino. 2011 SANSON SARA Attività di prevenzione degli incidenti domestici nel Friuli Venezia Giulia. 2009 SCALISI SOFIA Indagine sull'integrazione professionale tra i professionisti della prevenzione dell'azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina. 2014 STEINBOCK DANIELA Lo sviluppo della resilienza nell'anziano istituzionalizzato: promozione alla salute attraverso la pet therapy. 2014 TOFFANIN PAOLO La ventilazione ambientale e le aspirazioni localizzate quali metodi di prevenzione delle malattie professionali. 2010 TOMAT LAURA Il consumo di sostanze negli afolescenti: scenari ed evoluzione degli interventi di prevenzione. 2013 VANCHERI CLAUDIO Problemi di igiene pubblica nella città di Trieste. 2010 37 professionisti 36 percorsi di studio conclusi 2 percorsi in corso