Il piccolo campione di Tennis

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Il piccolo campione di Tennis

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o luoghi e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

Gaetano Polacco IL PICCOLO CAMPIONE DI TENNIS Racconto per ragazzi

www.booksprintedizioni.it Copyright 2014 Gaetano Polacco Tutti i diritti riservati

Prologo In una famiglia italiana viveva, nella periferia di Firenze, precisamente a Sesto Fiorentino, un bambino di sette anni di nome Savio. Era un ragazzino intelligente, sveglio e molto capace. Suo padre si chiamava Gilberto, anche lui era capace e intelligente. Di professione faceva l imprenditore ed era proprietario di una banca. Sua madre si chiamava Laura, era una donna socievole ed anche lei molto acuta e spigliata. Di professione faceva il medico ed era specializzata in chirurgia dentistica. Il padre di Savio sarebbe stato molto contento se il figlio avesse praticato uno sport, però ancora non sapeva di preciso che tipo di attività potesse piacere al figlio. Allora provò a iscriverlo a delle scuole sportive. Prima provò con la pallacanestro, ma vedeva nel figlio scarso interesse. Allora provò con il calcio, ma anche in quel caso vedeva che non era molto portato 5

per quello sport. Allora provò con il nuoto, poi con il golf, poi ancora con il tennis. Per il gioco del tennis vide uno stimolo positivo: Savio s impegnava volentieri. Un lunedì sera, alle ore ventuno, il padre era a casa nel salotto seduto nel divano. Chiamò Savio dicendo «Savio, vieni da papà qui in salotto!» Il bambino si trovava in cucina con sua madre, uscendo andò in salotto e, trovandosi davanti al padre, disse: «Cosa c è papà?» «Ho parlato con il tuo allenatore di tennis» esordì lui «mi ha riferito che questo sport ti piace! Vuoi continuare a fare questo sport?» Savio «Sì, papà! Il tennis mi piace! Cercherò di imparare a giocare bene.» «Sono contento per te Savio, finalmente hai trovato uno sport che ti appassiona» aggiunse il padre «Tanti bambini della tua età, coltivando uno sport, andando avanti negli anni, sono diventati dei grandi campioni. Ti potrà capitare di pensare, mentre ti alleni al gioco del tennis, che sia troppo impegnativo per te. La cosa migliore da fare in quei momenti di difficoltà è di non perdere la fiducia in te stesso e continuare a perseverare nei tuoi allenamenti, per imparare nuove tecniche e diventare sempre più abile.» 6

Savio rispose sicuro «Va bene, papà! Farò come dici! Cercherò di fare del mio meglio. Però, se ho bisogno di un tuo parere o del tuo sostegno, mi aiuterai, vero?» Il padre «Questo te lo posso assicurare, Savio! Tuo padre sarà sempre vicino a te. Ora vai in camera tua e divertiti.» Savio ringraziò suo padre e andò in camera sua. Il giorno seguente, a Savio venne cambiata alimentazione da un medico nutrizionista grazie all intervento dei suoi genitori. Non solo per rinforzare il suo organismo per lo sport che doveva praticare, ma soprattutto per avere una sana alimentazione per il suo sviluppo generale. 7

1 Il padre di Savio andò a iscrivere il figlio al corso del mini tennis, poi si intrattenne a parlare con l allenatore e il medico sportivo per fare in modo che il figlio, quando iniziava a fare gli allenamenti, si sentisse a suo agio mentre praticava questo sport. Voleva sapere anche come funzionava il centro sportivo, per chiedere all allenatore se gli potesse insegnare il gioco del tennis con un atteggiamento umano, invece di forzare il bambino. L allenatore spiegò al padre che il mini tennis era fatto da un percorso ben preciso, studiato per i bambini di quella età, e gli disse di non preoccuparsi. Savio imparava a fare un attività di gruppo con altri bambini, imparava a gareggiare e a socializzare. Imparava anche la correttezza nei confronti degli altri, ad apprendere le regole del gioco e avere la capacità di maneggiare la palla. In realtà gli veniva insegnata una cultura sportiva vera e propria, oltre ad un ottima coordinazione, svi- 8

luppando anche una buona capacità di concentrazione, il tutto sempre divertendosi. Soprattutto gli veniva insegnato di non essere troppo emotivo, sia nel vincere sia nel perdere, e ad utilizzare le sconfitte, quando potevano succedere, invece di avvilirsi o sminuire se stesso. Utilizzarle come un occasione per migliorarsi ulteriormente e avere stima di se stesso. Poi il medico sportivo spiegò al padre che il gioco del tennis era uno sport asimmetrico e, pertanto, veniva associato, in particolare, ad una ginnastica compensatoria, che bilanciava, sviluppando nel bambino le parti del corpo che in genere non venivano coinvolte durante il gioco. Gli fece notare anche che il bambino avrebbe migliorato le condizioni psicofisiche globali, contribuendo alla sua igiene, e avrebbe sviluppato una pratica muscolatura regolare. In definitiva, una corretta attività sportiva, nei modi e nei tempi giusti, avrebbe aiutato il bambino ad avere uno sviluppo armonico dell apparato muscolare e scheletrico e avrebbe contribuito a sviluppare il centro del suo peso corporeo. Concludendo, l allenatore spiegò al padre che i tornei comunque si svolgevano anche per minori di otto anni e quindi c erano gare anche per il mini tennis. Però la cosa importante che doveva fare il figlio era una visita medica dal medico sportivo per farsi fare 9

un certificato. Poi gli disse che i bambini, a quell età, sudano molto e che quindi, quando iniziava a fare gli allenamenti, doveva mettere nella borsa sportiva una bottiglia d acqua e il ricambio delle magliette. Il padre ringraziò il medico e l allenatore, gli chiese di tenerlo al corrente sia per gli allenamenti del bambino, sia per eventuali problemi che avrebbero potuto esserci. Poi li salutò e ritornò a casa. Ora Savio era iscritto al centro sportivo del mini tennis, tutte le mattine andava a scuola e due volte la settimana, dalle ore sedici fino alle ore diciassette e trenta, si allenava a giocare a tennis. La madre, quando il figlio era a fare gli allenamenti per il tennis, andava a riprenderlo al centro sportivo e lo riportava a casa a fare merenda. Durante l anno Savio svolgeva, di solito, le sue attività quotidiane fra la scuola, gli allenamenti e stando a casa con i suoi genitori. C è da dire che suo padre e sua madre, per dare uno sviluppo adeguato al figlio, nel modo più positivo e costruttivo possibile, valorizzando al tempo stesso in maniera umana la sua crescita, si erano consigliati con educatori e psicologi per l infanzia, perché avevano capito che far crescere un figlio non era facile, e neanche fare il genitore lo era. 10

2 Passò un anno, Savio aveva otto anni. Il centro sportivo del mini tennis a fine anno organizzò dei tornei e, quella domenica mattina, Savio aveva il suo primo torneo alle ore dieci. Sabato sera Savio era a casa. Uscendo dalla sua camera, andò in salotto dove c era suo padre seduto sul divano. Gli disse «Ciao papà, sapevi che domani mattina alle ore dieci ho il mio primo torneo di tennis?» Il padre «Sì! Il tuo allenatore mi tiene al corrente dei tuoi allenamenti e delle tue gare. Ti senti sicuro? O sei un po nervoso? Ti senti sereno?» «Non lo so» rispose Savio «Penso di stare bene! Proverò a fare del mio meglio domani mattina. Però mi sento un po a disagio.» Il padre «Ascolta Savio, non ti fare problemi e non ti sentire a disagio con te stesso. Questo è il tuo primo 11

torneo, lo sport non ti deve creare complessi o disagi con altri ragazzi della tua età. Lo sport ti deve divertire prima di tutto. Lo devi usare come stimolo positivo! Non ti devi sentire osservato dal tuo allenatore, dai tuoi compagni o da tuo padre. Cerca di imparare il più possibile per diventare abile nel gioco del tennis, dato che questo sport ti piace. Devi sentirti te stesso, ma soprattutto cerca di essere sereno; te lo ripeto: divertiti! Hai un lungo avvenire e un radioso futuro davanti a te. Va bene, Savio?» Savio «Va bene papà» diede la buonanotte e si avviò in camera sua, si levò i vestiti, si mise dentro il letto e si addormentò. Il giorno seguente, alle ore nove del mattino, il padre accompagnò il figlio al torneo; quando arrivarono davanti al centro sportivo del mini tennis, Savio vide tanti bambini accompagnati dai loro genitori: anche se era un po imbarazzato, era comunque contento di partecipare alle gare. Entrarono tutti al centro sportivo e i bambini presero il loro posto per partecipare al torneo. Iniziarono le gare a eliminazione. Per vincere le partite i bambini dovevano conquistare due set su tre. I tornei andarono avanti e, alla fine, rimasero i partecipanti semifinalisti, tra cui anche Savio. 12