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CAMERA DEI DEPUTATI 1/7 SENATO DELLA REPUBBLICA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI RESOCONTO STENOGRAFICO MISSIONE IN EMILIA ROMAGNA SEDUTA DI MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ravenna, Alessandro Mancini. L audizione comincia alle 13.00. PRESIDENTE. L ordine del giorno reca l audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ravenna, Alessandro Mancini. Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico che sarà pubblicato sul sito Internet della Commissione e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta questo nel caso in cui ci siano questioni di indagini in corso che non è bene siano rese pubbliche in questa fase invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata nella parte finale della seduta. La Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti. Tenga presente che lo scopo della nostra presenza in Emilia Romagna è di conoscere la situazione delle aree petrolchimiche di Ferrara e Ravenna. Nell ambito dell approfondimento che stiamo facendo sulle bonifiche, che ha come riferimento fondamentalmente i Siti di interesse nazionale, la Commissione ha scelto di trattare anche il quadrilatero del Nord, ossia Mestre, che abbiamo già

2/7 visitato, Ravenna e Ferrara, che visitiamo oggi e Mantova, che visiteremo il prossimo mese, per avere una visione completa. Nel frattempo, abbiamo anche scritto in via preliminare alle procure per sapere se proprio a questo riguardo ci fosse qualche indagine aperta che potesse interessare la nostra Commissione. Le chiederò poi di focalizzarsi specificatamente sulle questioni che riguardano questa situazione. Do la parola a lei, dottor Mancini, perché ci faccia, per quello che ci ha segnalato, un punto su quelle che ritiene siano le situazioni di nostro interesse. ALESSANDRO MANCINI, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ravenna. Come riferimento, io mi rifarei alla sintetica relazione che ho avuto modo di inviare a questa Commissione il 7 aprile scorso. So che è pervenuta, perché ne ho avuto riscontro. Molto sinteticamente, il primo procedimento ormai approdato alla fase processuale riguarda il cosiddetto processo dell amianto. Si tratta di tutta una serie di decessi, per i quali viene contestato il delitto di omicidio colposo, che hanno interessato operai, dipendenti, lavoratori in servizio presso il polo petrolchimico a seguito di esposizione ad amianto. Questo processo è attualmente in fase dibattimentale processuale. Sono stati sentiti numerosi testi e consulenti tecnici. In merito credo che, visto che l interesse della Commissione verte più su indagini in corso, di fornire questa informazione. Il tema è importante perché mi consente di affrontare il secondo procedimento in corso di indagine, che nasce da un emergenza nel corso del processo dell amianto, allorquando alcuni testimoni, già anch essi lavoratori dipendenti presso il polo petrolchimico, hanno dichiarato nel tempo, negli anni, di essere stati impiegati allo smaltimento di rifiuti, soprattutto di inerti da demolizione e, quindi, di macerie. In queste macerie erano compresi anche materiali in amianto che erano stati sotterrati, a detta di questi testimoni, nell area cosiddetta della Piallassa Piomboni, una zona che scorre tra Ravenna e Porto Corsini, in cui ha sede il petrolchimico. Naturalmente, queste dichiarazioni riguardano fatti temporalmente contestualizzati in un periodo fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta e, quindi, piuttosto risalenti. Tuttavia, il mio ufficio e personalmente il procuratore, ossia il sottoscritto, con la collega che funge da pubblico ministero in udienza, ha aperto un procedimento in tal senso. Questo procedimento è tuttora allo stato a carico di ignoti, in attesa eventualmente di identificare responsabilità dirette.

3/7 È stato svolto presso la sede indicata da questi testimoni come luogo in cui erano stati smaltiti i rifiuti un sopralluogo a cui hanno partecipato, oltre che il sottoscritto, anche due sostituti procuratori. Apro una brevissima parentesi: i reati in materia ambientale presso l ufficio della procura di Ravenna sono trattati da magistrati specializzati, ossia sono reati inseriti in un area specialistica. Chiudo la parentesi. A seguito di questo sopralluogo e delle deleghe di indagine impartite all ARPA sono state messe a fuoco tutte le problematiche attinenti questo sotterramento/smaltimento di rifiuti. Al riguardo, presidente, è stata depositata il 20 aprile scorso una nota sintetica ma esaustiva, come si suol dire, che riguarda tutta la vicenda relativa a questi sotterramenti, a questi smaltimenti non autorizzati, che io ho in originale, ma che, secondo i poteri che sono conferiti alla Commissione, potrà eventualmente essere acquisita. Si tratta di indagini in corso. Lo preciso per giusta informazione. In termini generici, la delega di indagine era molto articolata e specifica. Erano quattro i punti da attenzionare. In primo luogo, c era la ricostruzione del quadro normativo di riferimento in cui questo fenomeno poteva essere classificato. In secondo luogo, era prevista sul punto specifico la nuova audizione ed escussione di tutti i testi che avevano già deposto nel corso del processo sul punto specifico dello smaltimento di questi rifiuti. Come terzo punto della delega è stato svolto un ulteriore accertamento che riguarda le attività di verifica e di eventuale bonifica. La quarta parte della delega riguarda la situazione attuale e le eventuali proposte per una bonifica integrale e per un controllo dell amianto, laddove esso risulti interrato. Questa è una relazione che, ripeto, riguarda un indagine in corso, ma che è a disposizione. L ultimo punto che io ho un ritenuto di doverle segnalare riguarda un indagine di recentissima apertura. In particolare, riguarda un ipotesi di reato relativa alla realizzazione di una discarica, ritenuta abusiva, di rifiuti speciali costituiti da fanghi di dragaggio del canale Candiano, il canale che porta alla città di Ravenna. Tali fanghi erano stati stoccati in alcune cosiddette casse di colmata e per essi era stata prevista un autorizzazione allo smaltimento con un termine che è stato abbondantemente superato da anni, nonostante i fanghi insistano ancora su queste casse di colmata. Le casse di colmata, come sappiamo, sono aree predisposte per ospitare questi rifiuti, questi fanghi. Sono in numero di otto e vi sono attualmente stoccati 3.300.000 metri cubi di fanghi.

4/7 L ente conferente, che, a nostro avviso, è il produttore di questi rifiuti e i cui vertici, pertanto, sono indagati, è stato individuato nell Autorità portuale. L Autorità portuale ha conferito questi fanghi a varie ditte, tra le quali la Sapir, una società pubblica e privata, e la CMC (Cooperativa muratori e cementisti) di Ravenna, attraverso una serie di convenzioni sottoscritte dalle parti per lo smaltimento di questi rifiuti. Tali rifiuti non sono stati smaltiti. Pertanto, essendo stato superato il periodo previsto dall autorizzazione, su segnalazione dell ARPA, è stato iscritto questo procedimento penale, a carico attualmente di 9 persone, che sono appunto i vertici di queste società più o meno coinvolte. Una di queste casse di colmata, la più grande, denominata Trattaroli 1, è stata sottoposta a sequestro probatorio perché, nel frattempo, avevamo notizia dall ARPA e dal Corpo forestale dello Stato che erano in atto attività al suo interno per le quali non risultavano autorizzazioni di alcun tipo. Anche in questo caso io ho con me copia della notizia di reato dell ARPA e del decreto di sequestro probatorio, che è molto circostanziato al riguardo e che io ritengo possa essere utile per i lavori di questa Commissione. Altri casi da segnalare non mi risultano. PRESIDENTE. La ringrazio davvero per la chiarezza e la puntualità dell esposizione. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. ALBERTO ZOLEZZI. La ringrazio per l esposizione. Con riguardo all inchiesta amianto, si tratta di lavoratori che erano stati esposti solamente a quel tipo di attività e pressappoco quanti sono quelli che hanno contratto una malattia professionale o che sono deceduti? ALESSANDRO MANCINI, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ravenna. Per quanto riguarda il procedimento di amianto, come ho indicato nella relazione, le persone coinvolte sono circa un centinaio, delle quali i deceduti sono alcune decine. Una di queste persone è deceduta due settimane orsono. Nel corso del processo non si è ritenuto da parte nostra di procedere ad autopsia, perché essa dovrebbe essere disposta dal giudice essendo in fase processuale, l autorità giudiziaria procedente è il giudice, non più il pubblico ministero anche se avevamo un compendio medico-legale che attestava

5/7 che questa persona aveva riportato una forma tumorale legata all esposizione ad amianto. Di queste persone in corso di processo ne sono decedute almeno tre, per quanto mi risulta. Per quanto riguarda, invece, i testimoni sentiti sul punto specifico del sotterramento dell amianto, se le interessa questo aspetto, come dicevo, sono persone che erano state sentite nel corso del processo. Sono state risentite in numero di 74 sul punto specifico. Alcune di esse sono decedute, ragion per cui sono stati riesumati i verbali precedenti. Altre risultano tra le persone offese che si sono costituite parte civile nel processo per l amianto stesso. STEFANO VIGNAROLI. Riguardo al processo sull amianto vorrei sapere chi sono gli indagati e quanti sono. ALESSANDRO MANCINI, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ravenna. Quanti siano tutti gli indagati non sono in grado di dirlo. Il processo è stato iscritto a carico del signor Trapasso Italo più altri genericamente. Posso eventualmente acquisire il capo di imputazione. Il processo riguarda, in particolare, tutti i vertici e tutti i quadri dirigenziali del polo petrolchimico negli anni di interesse, quelli in cui si sono sviluppati questi fatti. Come indicavo, il periodo di interesse va fino ai primi anni Novanta, al 1992-1993 in particolare. Teniamo conto che nel 1992 entra in vigore la legge sul trattamento dell amianto. Già in quel periodo l amianto non viene più utilizzato. Si tratta della legge n. 257 del 1992. PRESIDENTE. Io volevo chiedere una cosa in merito alla seconda inchiesta cui ha fatto riferimento, quella coinvolgente l Autorità portuale. Lei ha detto che c è stato un ulteriore intervento su questa cassa di colmata Trattaroli 1, dovuto al fatto che erano in corso lavori di fatto non autorizzati. Questi lavori da chi erano svolti? Sempre dall Autorità portuale, oppure da imprese? Chi stava lavorando? ALESSANDRO MANCINI, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ravenna. I lavori sono stati qualificati come lavori per la realizzazione di un arginatura attorno al perimetro della cassa di colmata. Ci è stato riferito che non erano lavori che riguardassero i fanghi. Sappiamo, però, ma dobbiamo ancora acquisire ulteriori elementi, che negli anni in questa cassa di colmata sono stati accumulati, depositati e stoccati fanghi provenienti da zone diverse da Ravenna e,

6/7 in particolare, dal dragaggio del canale Candiano. Pertanto, dobbiamo anche verificare tutto questo aspetto, essendo l indagine in corso. L ARPA e il Corpo forestale dello Stato ci avevano segnalato che questi lavori potevano modificare la fisionomia di questa cassa di colmata e, quindi, mutarne anche la composizione. Questo è stato il motivo per cui noi abbiamo proceduto non a un sequestro preventivo, ma a un sequestro probatorio, per accertare effettivamente che cosa si stesse svolgendo all interno di quella cassa di colmata e quali sono i fanghi, per distinguerli eventualmente rispetto a quelli che risultano essere ivi stoccati. BARTOLOMEO PEPE. Riguardo ai fanghi testé citati, è stata fatta una caratterizzazione di questi fanghi dall ARPA Veneto? Se sì, è stata rilevata una presenza di inquinanti o di metalli pesanti? ALESSANDRO MANCINI, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ravenna. È stata fatta una caratterizzazione da parte del polo petrolchimico in due fasi. Essendo questo un aspetto molto tecnico, posso citare brevemente il passaggio di interesse. Me lo sono appuntato. Andando pagina 9 di questo elaborato, che, ripeto, è a disposizione di questa Commissione, do breve lettura giusto del cuore della questione: «All interno di questa impalcatura normativa come dicevo prima, prima si è data la configurazione normativa di questo fatto l Enichem SpA nel luglio del 1997 ha incaricato la società XY per la realizzazione di due lavori: a) studio di caratterizzazione ambientale del sottosuolo e proposta di intervento nell area di stabilimento; b) studio di caratterizzazione ambientale del sottosuolo e proposta di intervento nella zona nord», che si diceva essere quella più interessata da questo fenomeno di smaltimento. Chiamiamolo così in senso eufemistico. «Il dato ha generato la comprensione di un basso rischio di fuoriuscita della contaminazione dall area di stabilimento, in quanto è risultato che la forza della marea siamo in una zona prossima al mare, un tempo acquitrinosa, peraltro; quando furono effettuati questi sversamenti, era ancora una zona acquitrinosa fa muovere l eventuale contaminazione lontano dal canale e verso l angolo sud-ovest, dove al confine sono presenti gli uffici amministrativi e non impianti con possibile rischio di contaminazione». Questo è un dato che è stato poi ulteriormente sviluppato. Il comune di Ravenna ha approvato il Piano di caratterizzazione di cui alla lettera a) nell anno 2001, mentre, per quanto riguarda quello

7/7 relativo alla falda, è stato disposto da parte del comune medesimo che tutti i soggetti, ossia le imprese, gli enti e gli stabilimenti, che operavano in quella zona contribuissero alla realizzazione di un Piano di monitoraggio, di accertamento e di bonifica. Questo è stato fatto ed è tuttora in corso. C è una lunga discussione al riguardo da parte dell ARPA, che è contenuta in questa relazione. Al momento pericoli, però, sembrerebbero non essercene. Posso eventualmente dare lettura proprio della parte conclusiva di questa relazione. Con riferimento all amianto, l ARPA si esprime nei seguenti termini: «La pericolosità prioritaria generata dall amianto è dovuta alle fibre libere che può generare e alla loro inalabilità, caratteristica molto diversa da tutti gli altri inquinanti ricercati nelle caratterizzazioni effettuate nel petrolchimico per i quali sono state concluse o sono ancora in corso procedure di bonifica. Per veicolare le fibre di amianto in aria occorre, infatti, manipolare e movimentare il terreno e i materiali che contengono l amianto». Questa movimentazione è vista, ovviamente, con molta prudenza per evitare un peggioramento della situazione. PRESIDENTE. Noi la ringraziamo. Se non ci sono altre domande, le chiederei i lasciare copia della documentazione. Dichiaro conclusa l audizione. L audizione termina alle 13.20.