GUIDA DI APPROFONDIMENTO IL QUADRO ECONOMICO E SOCIALE DELLA SARDEGNA

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WWW.SARDEGNAIMPRESA.EU GUIDA DI APPROFONDIMENTO IL QUADRO ECONOMICO E SOCIALE DELLA SARDEGNA A CURA DEL BIC SARDEGNA SPA 1

SOMMARIO PREMESSA... 3 LA DEMOGRAFIA... 3 LA RICCHEZZA PRODOTTA... 3 L APERTURA VERSO I MERCATI ESTERI... 4 IL MERCATO DEL LAVORO... 4 2

PREMESSA La guida rappresenta un breve approfondimento statistico sulle principali variabili socioeconomiche che caratterizzano il contesto regionale sardo e che possono aiutarti a comprendere meglio lo scenario territoriale nel quale puoi localizzare la tua impresa, consentendoti di avere un quadro quanto possibile aggiornato sulle dinamiche di crescita economica, demografica e del mercato del lavoro isolano, utili a identificare il contesto I dati e gli indicatori proposti sono di fonte ISTAT e rielaborati dall Ufficio Statistico Regionale. 1 LA DEMOGRAFIA I dati dell ultimo Censimento ISTAT ci dicono che in Sardegna ci sono 1.639.362 individui, dei quali 838.121 femmine e 801.241 maschi). La popolazione sarda, in crescita quasi continua nel periodo 1980-2011, ha raggiunto a fine periodo un valore intorno ai 1.676 mila abitanti (popolazione media annua residente). Il contributo maggiore dato alla crescita demografica è certamente da imputare all incremento della popolazione straniera che è passata da 10 mila unità nel 2001 a circa 31 mila unità nel 2011 con un incidenza in crescita pari all 1,9% della popolazione regionale. Cresce l incidenza delle classi di età adulte e mature, mentre è in lieve flessione la quota delle classi più giovani. Questo vale per entrambi i sessi, anche se con una prevalenza di donne dalla classe 45-49 anni in su. Nel complesso il tasso di dipendenza, ovvero il peso delle classi anziane sulla popolazione attiva, è pari al 46,5%, mentre l indice di vecchiaia è pari a 158,6%. Risultano in aumento anche i nuclei familiari di circa 100 mila unità (nel 2011 sono 677.670). Si tratta però di famiglie più piccole, con un numero medio di componenti che passa da 3 nel 2001 a 2 nel 2011. Il fenomeno riflette i mutamenti delle strutture familiari dovute ai cambiamenti sociali ed economici, oltre che legate a un progressivo invecchiamento della popolazione. LA RICCHEZZA PRODOTTA Nel 2011 il PIL reale in Sardegna ammonta a 29.853,6 milioni di euro, pari al 78% di quello medio europeo. In termini pro capite la ricchezza prodotta si attesta sui 17.810 euro per abitante. Il valore dei consumi pro capite nel 2011 è pari a 11.800 euro, mentre gli investimenti fissi lordi ammontano a 5.999,2 milioni di euro mentre in termini pro capite si attestano intorno ai 3.600 euro per abitante. 1 www.sardegnastatistiche.it 3

La distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (80,8%) seguito dall industria in senso stretto (10,5%), dalle costruzioni (5,2%) e dall agricoltura (3,6%). L APERTURA VERSO I MERCATI ESTERI Il sistema economico regionale deve fare i conti con una domanda interna limitata, che da sola non è in grado di sostenere i livelli di attività economica. L'interazione con i mercati esteri rappresenta quindi un'opportunità per sostenere la crescita del PIL nel medio termine. Il valore delle esportazioni sarde ammonta a 6 miliardi e 402 milioni di euro. Il dato segna un forte aumento rispetto ai 5 miliardi e 269 milioni dell'anno precedente (+22%), con una crescita media annua nel quinquennio 2008-2012 superiore al 2%. I comparti merceologici con una maggiore propensione all export sono il settore del carbone, la petrolchimica e i prodotti in metallo. Per quanto riguarda le destinazioni i principali partners commerciali sono Spagna, Turchia, Messico e Francia. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta l 1,1% delle merci verso questi paesi. Nell ultimo anno, l andamento complessivo positivo delle esportazioni è stato determinato da una riduzione dell export verso i paesi UE27 e da una crescita di quelle verso il mercato extra UE27, in particolare Cina, Stati Uniti e Turchia. Nel 2011 la capacità di esportare (incidenza del valore dell export sul PIL) è pari al 15,6%. IL MERCATO DEL LAVORO Nel 2012, in Sardegna, a fronte di 705 mila unità di forza lavoro, il tasso di occupazione è pari al 51,8% mentre quello di disoccupazione è pari al 15,5%. In riferimento ai diversi settori economici, partendo dal settore agricolo è interessante osservare il trend assunto dai livelli occupazionali negli ultimi 10 anni. Dal 2000 al 2002 gli occupati in agricoltura erano una componente significativa dell'occupazione totale; dal 2002 al 2004 si assiste ad un crollo (-30%), dal 2004 al 2007, in coincidenza con la prima fase della crisi economica e fino al 2010 si assiste ad una nuova perdita occupazionale del settore (-24%). Infine è interessante osservare una ripresa nel settore negli ultimi anni della crisi, 2011-2012, pari a circa 1.600 unità in aumento nel settore rispetto al 2011. Il settore industriale dal 2000 al 2004 mostra un trend crescente degli occupati, trainato dal comparto energetico, dal 2004 al 2006 si verifica un nuovo calo dell occupazione, mentre nel 2007, grazie anche ai nuovi incentivi al settore industriale, si verifica una ripresa occupazionale. Già dalla prima fase della crisi economica (2008), si verifica un calo degli occupati: la Sardegna perde nell'industria manifatturiera in senso stretto il 25% degli occupati che aveva nel 2007, mentre nelle costruzioni perde il 28,5%. Il trend mostrato dall'occupazione nel settore dei servizi è invece crescente. Il processo di terziarizzazione dell'occupazione nell'isola è più marcato che altrove, dove la percentuale 4

degli occupati nei servizi sull'occupazione totale è pari al 77% nel 2012, quasi dieci punti in più rispetto alla stessa calcolata per Italia e Centro-Nord. Tra i settori che presentano la performance migliore, nove su dieci appartengono al macrosettore dei servizi e sono: le attività di servizi personali ed alle famiglie, le attività artistiche e di intrattenimento, sanità e assistenza sociale, servizi di informazione e comunicazione. 5