Conferenza stampa 11 marzo 2009 Non siamo spie, macellai, fannulloni. Siamo medici. I medici e gli immigrati irregolari SICUREZZA: DDL; SINDACATI MEDICI, SE PASSA ANDREMO A CORTE UE ROMA, 11 MAR - Non arriveranno a scioperare (almeno sperano non ce ne sia bisogno) ma useranno tutti gli strumenti legali: fino ''alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale''. E' questa la posizione delle diverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la norma sull'obbligatorietà' di denunciare gli immigrati clandestini, emersa nel corso di una conferenza stampa, oggi a Roma. I sindacati dei medici si oppongono al disegno di legge sulla sicurezza (passato al Senato, ora all'esame della Camera): in particolare, all'approvazione di un emendamento della Lega nord con cui e' stato abrogato il divieto di denuncia di immigrati clandestini all'autorità giudiziaria. Così stando le cose, dicono i sindacati, il medico di enti pubblici e convenzionati con il Servizio sanitario nazionale è ''obbligato a denunciare'' all'autorità giudiziaria. I rischi sono diversi: operare senza tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o la legge, la nascita di una sanità parallela (ambulatori clandestini) e il pericolo di un accesso in ritardo in ambulatorio cosa che preoccupa per la salute pubblica e che comporterebbe il ritorno di malattie scomparse (come focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel 2005), un aumento dei costi per curare malattie che normalmente costerebbero meno (il Ssn spende lo 0, 5% per immigrati), e nondimeno un'ulteriore ricaduta sull'organizzazione del lavoro (perdita di almeno un'ora e mezza per una denuncia). L'appello del segretario nazionale dell'anaao assomed (l' associazione dei medici dirigenti), Carlo Lusenti, è rivolto al Parlamento affinché cambi questo dispositivo che e' ''soltanto inutile, anzi controproducente''. SANITA': MEDICI, CON NORMA ANTI-CLANDESTINI DENUNCIA E' OBBLIGO NON FACOLTA' Roma, 11 mar - I medici italiani scendono in trincea e fanno sentire la loro voce. Rivendicano il loro ruolo professionale, si appellano al buonsenso dei politici ma, in attesa di segnali, lanciano l'allarme: "Non siamo spie, bisogna bloccare subito l'emendamento della Lega Nord che elimina il principio di non segnalazione degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. Se diventa legge, il camice bianco avrà l'obbligo, e non la possibilità, di segnalare un clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio". A lanciare l'appello sono i sindacati della dirigenza medica e veterinaria del Ssn, riuniti oggi a Roma proprio per spingere il Governo a tornare sui propri passi e bocciare la norma anti-clandestini, contenuta nel Ddl sicurezza.
All'incontro hanno preso parte tutte le maggiori sigle sindacali della dirigenza medica: Anaao Assomed, Cimo Asmd, Fp Cgil medici, Aaroi, Fvm, Federazione Cisl medici, Fassid, Fesmed, Federazione medici Uil- Fpl, pronte, se la legge dovesse passare, "ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale". "Il medico dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn - spiega il segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la qualifica di pubblico ufficiale o di pubblicoservizio. I medici del servizio sanitario nazionale, in quanto pubblici ufficiali, saranno quindi obbligati a denunciare per iscritto quando avranno notizia della clandestinità, diventato reato perseguibile di ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sarà punito con la multa da 30 a 516 euro. E non va dimenticato che l'obbligatorietà della denuncia non è solo a carico dei medici, ma anche degli infermieri e di tutto il personale della sanità pubblica quando è nell'esercizio delle sue funzioni". (segue) Dello stesso avviso anche il presidente dell'anaao Assomed, Carlo Lusenti, che aggiunge: "se il provvedimento diventasse legge si creerebbe una situazione senza via d'uscita. Il medico che decidesse di non applicare la norma, commetterebbe un reato perseguibile d'ufficio". Un vicolo cieco, dal momento che non sarebbe nemmeno ipotizzabile un ricorso all'obiezione di coscienza. "In linea generale - spiega Lusenti - non è possibile per i medici sollevare obiezione di coscienza, in quanto si può ricorrere a questa prerogativa solo nei casi in cui è espressamente prevista dalla legge, come ad esempio nel caso dell'interruzione volontaria di gravidanza". Per i sindacati, la norma in questione presenta inoltre "un evidente profilo di incostituzionalità", per contrasto con l'articolo 32 della Costituzione, in base al quale la "Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Le sigle sindacali passano quindi in rassegna i rischi che potrebbero sorgere nel caso l'emendamento dovesse avere il via libera anche della Camera. "E' facile prevedere - spiegano - che a fronte del rischio concreto di essere denunciati alle autorità giudiziarie, si determinerebbe la marginalizzazione di gran parte dei cittadini extracomunitari i quali sarebbero costretti, in caso di necessità, a ricorrere a un 'sistema sanitario parallelo' privo di regole e controlli, generando situazioni di pericolo per la salute collettiva, basti pensare al mancato monitoraggio delle malattie infettive. Senza contare l'ulteriore aggravio che le rigorose modalità di adempimento dell'obbligo di denuncia comporterebbero per il carico di lavoro del medico". Critico nei confronti dell'emendamento anche il presidente della Cimo Asmd, Stefano Biasioli, che ribadisce un concetto chiaramente espresso anche sulla locandina della manifestazione: 'non siamo spie', vogliamo fare i medici senza guardare al colore della pelle o alla residenza di una persona". Il numero uno della Cimo si dice però ottimista circa una felice soluzione della questione, escludendo, al momento, la possibilità di proclamare uno sciopero dei camici bianchi. "Credo nella lungimiranza e nel buonsenso dei parlamentari, ma se la proposta avanzata dalla Lega diventerà legge - conclude Biasioli - siamo pronti ad andare fino alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale, pronti ad attivare tutte le linee di ricorso per contrastarne l'applicazione". IMMIGRATI: SINDACATI MEDICI CONTRARI A DENUNCIA CLANDESTINI Roma, 11 mar. - Ferma contrarietà alla norma inserita nel decreto sicurezza, attualmente all'esame della Camera, che prevede l'obbligatorietà' per i medici di denunciare l'immigrato clandestino e' stata espressa dalle sigle sindacali dei medici riunitesi questa mattina a Roma. I sindacati hanno voluto rivolgere un
appello al Parlamento affinché "venga corretta questa norma" che a loro avviso "non produrrà effetti positivi sia nell'ambito dell'ordine pubblico sia nel campo della spesa sanitaria". "Questa norma non serve a nulla - ha detto Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'anaao Assomed - non serve al controllo dell'ordine pubblico, che invece e' bene che sia garantito da altri soggetti e non dai medici, e non aiuterebbe la spesa sanitaria anche perché gli immigrati clandestini si rivolgerebbero agli ospedali non ai primi sintomi della malattia ma in uno stato gia' avanzato quindi con costi più eccessivi. Un provvedimento inutile e paradossalmente che potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea". (Segue) IMMIGRATI: MEDICI, IN REALTA' SIAMO OBBLIGATI A DENUNCIA. NON CI STIAMO Roma, 11 mar - Stop all'emendamento della lega che elimina l'obbligo di non segnalazione dei clandestini ''perche' i medici non sono spie''. Lo hanno ribadito oggi le sigle sindacali della dirigenza medica (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl) pronte, se il provvedimento dovesse passare, ''ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale''. Non si tratta della possibilità di segnalare un clandestino secondo la discrezionalità, avvertono i medici, ma di vero e proprio obbligo alla denuncia degli immigrati irregolari. ''Il medico - spiega all'asca, Massimo Cozza segretario nazionale FP CGIL Medici - e' un pubblico ufficiale e in quanto tale obbligato a denunciare l'immigrato clandestino nel momento in cui la clandestinità e' diventato reato perseguibile d'ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sarà punito con la multa da 30 a 516 euro'', così come prevede il pacchetto sicurezza. Ma non e' tutto, aggiunge Cozza, ''anche l'infermiere o un altro medico e' tenuto a denunciare il collega che non ha segnalato il clandestino, con l'effetto, arrivando al paradosso, che se non si intende denunciare l'intero ospedale deve entrare in clandestinità. Sempre parlando per paradossi, insomma, i 120.000 medici ospedalieri e del territorio che rispetteranno la deontologia e la costituzione diventeranno loro stessi clandestini, dovendo agire in segretezza in modo difforme dal codice penale''. IMMIGRATI; I MEDICI INSORGONO: NON SIAMO SPIE NÈ NÈ MACELLAI "Saremo obbligati a denunciare, non sarà una facoltà" Roma, 11 mar. - I medici non sono spie, nè macellai. E le principali organizzazioni sindacali dei camici bianchi insorgono contro il governo e l'emendamento al ddl sicurezza con un nuovo allarme: se fosse abrogata la norma che vieta a chi cura un clandestino di denunciarlo, di fatto scatterebbe la previsione
opposta. Cioè il medico sarebbe obbligato alla segnalazione e non avrebbe modo di sottrarsi senza rischiare a sua volta una denuncia. In punta di diritto, i sindacati spiegano, infatti, che i medici sono da considerarsi al pari, secondo la giurisprudenza prevalente, di pubblici ufficiali. E in quanto tali sono obbligati a denunciare qualsiasi reato di cui abbiano notizia. Per cui se saltasse la norma che impedisce loro di denunciare i clandestini, vi sarebbero automaticamente obbligati. "Adesso basta", affermano in una dura nota le nove sigle sindacali. "Prima l'offesa inqualificabile - denunciano - di essere macellai o nella migliore delle ipotesi, fannulloni. Poi gli attacchi diretti alla professione contenuti nella manovra economica e nella legge Brunetta sul pubblico impiego. Ed ora l'attacco alla nostra stessa dignità e deontologia professionale che si vorrebbero mortificare, sancendo l'obbligo di denunciare i clandestini che si dovessero rivolgere a noi per essere assistiti". A firmare il documento sono Anao-Assomed, Cimo- Asmd, Aaroi, Fp-Cgil-Medici, Fvm, Federazione Cisl Medici, Fassid, Fesmed e Federazione Medici Uil Fpl. DL SICUREZZA: I SINDACATI DEI MEDICI UNITI CONTRO L'OBBLIGATORIETA' DI DENUNCIA DEI CLANDESTINI Il disegno di legge sulla sicurezza preoccupa i medici. In testa 'l'obbligatorieta' della denuncia' di un immigrato clandestino, senza tener conto dei rischi per la salute pubblica e a livello personale e professionale. Per il momento, sperano non ci sia bisogno di dover scioperare ma sono pronti a ingaggiare una battaglia legale usando tutti gli strumenti a disposizione: fino 'alla Corte di giustizia Ue passando per la Corte costituzionale'. Questa la linea delle diverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), definita ieri a Roma. Il nodo della questione, cioè l'introduzione del reato di clandestinita' e dell'obbligatorieta' di denuncia al quale i sindacati si oppongono, riguarda in particolare l'approvazione di un emendamento della Lega nord, ovvero l'abrogazione del divieto di denuncia di immigrati clandestini all'autorita' giudiziaria (prevista dall'articolo 35 del decreto legislativo del 25 luglio 1998, n. 286). Cosi' stando le cose, asseriscono i sindacati, il medico di enti pubblici e di enti convenzionati con il Servizio sanitario nazionale e' 'obbligato a denunciare', anche soltanto se dovesse avvertire per 'il fumus di reato' (e a denunciare dovranno essere tutti i dipendenti). La situazione potrebbe generare un effetto a catena con 'una babele di posizioni differenti all'interno della stessa struttura' (i dipendenti coinvolti potrebbero essere oltre 120.000) fino alla responsabilita' del direttore sanitario. Secondo il presidente della Fnomceo, Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Amedeo Bianco, che ha inviato una lettera ai presidenti e ai componenti delle commissioni della Camera, si dice contrario all'equazione 'ti curo poi ti consegno'. La situazione, secondo Bianco, rappresenta 'una tenaglia' che rischia di farci percepire come 'delatori', con 'un vulnus deontologico e professionale ma anche tecnico sul piano della sicurezza'. I rischi sono diversi: mancanza di tranquillita' dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o la legge, nascita di una sanita' parallela (ambulatori clandestini), pericolo di un accesso in ritardo in ambulatorio (con rischio di ritorno di malattie scomparse, come i focolai di tbc, gia' 4.400 casi nel 2005), ripercussioni a livello economico. A livello professionale, ricaduta sull'organizzazione del lavoro (un'ora e mezza per una denuncia) mentre, a livello personale, ci si troverebbe esposti all'espulsione dall'ordine dei medici nel caso non si seguisse il codice deontologico o a un reato penale nel caso non ci si rivolgesse all'autorita'. Soltanto tra Roma e Milano c'e' una diminuzione di Stranieri temporaneamente presenti del 10% che arriva al 50% in alcune zone del nord. Il deputato del Pd Jean-Leonard Touadi, parla di 'un quadro sconcertante ed inumano' che ha gia' 'prodotto un calo di circa il 30% della frequentazione degli ospedali da parte degli immigrati'. Il vicepresidente della commissione per le Politiche dell'ue alla Camera,
Gianluca Pini (Ln) fa presente che 'i medici pro clandestini sono contro l'orientamento dell'ue' ma il segretario nazionale dell'anaao assomed (medici dirigenti), Carlo Lusenti: dice 'Non siamo forze di polizia'. 12 marzo 2009 - Anno 7, Numero 45 MEDICI OBBLIGATI A DENUNCIARE I CLANDESTINI SIAMO MEDICI E NON SPIE". QUESTA LA SINTESI DELL'INTENDIMENTO DELLE MAGGIORI SIGLE SINDACALI DELLA DIRIGENZA MEDICA CHE ANCORA UNA VOLTA PROTESTANO CONTRO L'EMENDAMENTO LEGHISTA I medici italiani scendono in trincea e fanno sentire la loro voce. Rivendicano il loro ruolo professionale, si appellano al buonsenso dei politici ma, in attesa di segnali, lanciano l'allarme: "Non siamo spie, bisogna bloccare subito l'emendamento della Lega Nord che elimina il principio di non segnalazione degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. Se diventa legge, il camice bianco avrà l'obbligo, e non la possibilità, di segnalare un clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio". A lanciare l'appello sono i sindacati della dirigenza medica e veterinaria del Ssn, riuniti ieri a Roma proprio per spingere il Governo a tornare sui propri passi e bocciare la norma anti-clandestini, contenuta nel Ddl sicurezza. All'incontro hanno preso parte tutte le maggiori sigle sindacali della dirigenza medica: Anaao Assomed, Cimo Asmd, Fp Cgil medici, Aaroi, Fvm, Federazione Cisl medici, Fassid, Fesmed, Federazione medici Uil-Fpl, pronte, se la legge dovesse passare, "ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale". "Il medico dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn - spiega il segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la qualifica di pubblico ufficiale o di pubblico servizio. I medici del servizio sanitario nazionale, in quanto pubblici ufficiali, saranno quindi obbligati a denunciare per iscritto quando avranno notizia della clandestinità, diventato reato perseguibile di ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sarà punito con la multa da 30 a 516 euro. E non va dimenticato che l'obbligatorietà della denuncia non è solo a carico dei medici, ma anche degli infermieri e di tutto il personale della sanità pubblica quando è nell'esercizio delle sue funzioni". Dello stesso avviso anche il presidente dell'anaao Assomed, Carlo Lusenti, che aggiunge: "se il provvedimento diventasse legge si creerebbe una situazione senza via d'uscita. Il medico che decidesse di non applicare la norma, commetterebbe un reato perseguibile d'ufficio". Un vicolo cieco, dal momento che non sarebbe nemmeno ipotizzabile un ricorso all'obiezione di coscienza. "In linea generale - spiega Lusenti - non è possibile per i medici sollevare obiezione di coscienza, in quanto si può ricorrere a questa prerogativa solo nei casi in cui è espressamente prevista dalla legge, come ad esempio nel caso dell'interruzione volontaria di gravidanza". Per i sindacati, la norma in questione presenta inoltre "un evidente profilo di incostituzionalità", per contrasto con l'articolo 32 della Costituzione, in base al quale la "Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Le sigle sindacali passano quindi in rassegna i rischi che potrebbero sorgere nel caso l'emendamento dovesse avere il via libera anche della Camera. "E' facile prevedere - spiegano - che a fronte del rischio concreto di essere denunciati alle autorità giudiziarie, si determinerebbe la marginalizzazione di gran parte dei cittadini extracomunitari i quali sarebbero costretti, in caso di necessità, a ricorrere a un 'sistema sanitario
parallelo' privo di regole e controlli, generando situazioni di pericolo per la salute collettiva, basti pensare al mancato monitoraggio delle malattie infettive. Senza contare l'ulteriore aggravio che le rigorose modalità di adempimento dell'obbligo di denuncia comporterebbero per il carico di lavoro del medico". Critico nei confronti dell'emendamento anche il presidente della Cimo Asmd, Stefano Biasioli, che ribadisce un concetto chiaramente espresso anche sulla locandina della manifestazione: 'non siamo spie', vogliamo fare i medici senza guardare al colore della pelle o alla residenza di una persona". Il numero uno della Cimo si dice però ottimista circa una felice soluzione della questione, escludendo, al momento, la possibilità di proclamare uno sciopero dei camici bianchi. "Credo nella lungimiranza e nel buonsenso dei parlamentari, ma se la proposta avanzata dalla Lega diventerà legge - conclude Biasioli - siamo pronti ad andare fino alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale, pronti ad attivare tutte le linee di ricorso per contrastarne l'applicazione". POL - IMMIGRATI, I MEDICI: LEGGE CI OBBLIGA A DENUNCIARE CLANDESTINI Roma, 11 mar (Velino) - I medici protestano contro la cancellazione del divieto di denuncia degli immigrati clandestini, contenuto nel ddl sicurezza votato dal Senato e ora in discussione alla Camera. Il provvedimento non introduce espressamente un obbligo, ma una possibilità di segnalazione all autorità giudiziaria. Ma questo non convince i medici che in più occasioni hanno criticato la misura. Con l approvazione in Senato di un emendamento presentato dalla Lega Nord al ddl sicurezza - lamentano le sigle sindacali dei medici (Anaao Assomed, Cino Asmd, Aaroi, FP Cgil Medici, Fvm, Federazione Cisl Medici, Fassid, Fesmed e Federazione medici Uil) che si sono riunite a Roma - è stato abrogato il comma 5 dell articolo 35 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 Testo unico di disciplina dell immigrazione secondo il quale l accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano. A questa norma - argomentano i sindacati dei medici - è strettamente connessa quella che considera reato l ingresso ed il soggiorno illegale nel territorio dello Stato (l art. 21 del ddl in esame che introduce il nuovo art. 10bis del decreto legislativo n. 286 del 1998). Al riguardo, va sottolineato che il medico dipendente da Enti pubblici o da Enti convenzionati con il Servizio sanitario nazionale riveste contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio (artt. 357 e 358 c.p.). Da ciò sottolineano le sigle sindacali dei camici bianchi - deriva per i medici un vero e proprio obbligo di denuncia di un reato di cui essi abbiano avuto notizia nell esercizio delle loro funzioni o servizi, la cui omissione o ritardo comporta essere sottoposti ad una sanzione penale. L emendamento voluto dalla Lega Nord al ddl sicurezza introduce come detto la possibilità, e non l obbligo, di denunciare all autorità gli immigrati clandestini. Secondo le sigle sindacali dei medici - i quali temono che l approvazione della legge li trasformarmi in spie - nel quadro normativo che risulterebbe in caso di conferma integrale del ddl citato, non solo verrebbe meno la garanzia di non segnalazione precedentemente prevista dal Testo unico di disciplina dell immigrazione, ma addirittura risulterebbe vigente sebbene non disposto espressamente un obbligo di segnalazione da parte dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Anaoo Assomed, Cimo Asmd, Aaroi, Fp Cgil medici, Fvm, Federazionee Cisl medici, Fassid, Fesmed e Federazione medici Uil Fpl, criticano quindi la norma che elimina il divieto di segnalazione all autorità giudiziaria e chiedono quindi al Parlamento di non approvare l emendamento che creerà non pochi problemi anche di tipo pratico in tutti gli ospedali
italiani. E, anche se dicono che non arriveranno a scioperare, useranno tutti gli strumenti legali, compreso il ricorso alla Corte di giustizia europea.