PRODUZIONE MINERARIA MONDIALE

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II Sec. Utilizzo dell amianto nell antichità Primo Utilizzo industriale Prime pubblicazioni su fibrosi polmonari

Transcript:

PRODUZIONE MINERARIA MONDIALE 1

Consumi di amianto in Italia per diversi settori industriali (migliaia di tonnellate) *Fonte ISTAT **Fonte Retiflex S.p.A. 2

PRESENZA DI AMIANTO OGGI IN ITALIA 3

1. Riconoscimento e identificazione 2. Apposizione segnaletica 3. Classificazione in base alla friabilità 4. Caratterizzazione dei locali 5. Documentazione fotografica 6. Prelievi di campioni in massa dei MCA 7. Prelievi di campioni di aria 8. Prelievi di campioni in massa di polveri sedimentate 9. Valutazione del potenziale rilascio di fibre da parte dei materiali compatti 10. Scheda di notifica presenza amianto

MCA NELLE STRUTTURE EDILIZIE 5

RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE IN AMBITO CIVILE 6

DOVE SI TROVA L AMIANTO tubature di impianti idrici e fognari muri sottoforma di pannelli isolanti per tramezzi vernici e rivestimenti mattonelle dei pavimenti porte caldaie con isolamento termico condotti di ventilazione controsoffitti come materiale antincendio isolante di tubature, radiatori e caldaie tetti e tegole (cemento-amianto) travi con materiale spruzzato dispositivo di tenuta di valvole, flange e guarnizioni cassoni idrici 7

AMIANTO LA LEGISLAZIONE FONDAMENTALE D.Lgs. N 277/91 (abrogato e sostituito dalla 257/06) Legge N 257/92 D.P.R. 8 agosto 1994 D.M. 6 settembre 1994 D.M. 26 ottobre 1995 D.M. 14 maggio 1996 D.M. 20 agosto 1999 D.Lgs. N 257/2006 D.Lgs. N 81/2008 D.Lgs. N 106/2009 Circolare Ministeriale del 25 gennaio 2011 (ESEDI) Accordo Stato-regioni del 7 maggio 2015 8

VALUTAZIONE DEL RISCHIO La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per sé un pericolo per la salute degli occupanti! Se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è estremamente improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto! Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o per vandalismo, si verifica un rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale. 9

materiale in cattive condizioni materiale altamente friabile vibrazioni dell edificio movimenti di persone o macchine correnti d aria possono causare il distacco di fibre legate debolmente al resto del materiale! 10

Per la valutazione della potenziale esposizione a fibre di amianto del personale presente in un edificio sono utilizzabili 2 tipi di criteri: 1. esame delle condizioni dell installazione, al fine di stimare il pericolo di un rilascio di fibre dal materiale 2. misura della concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all interno dell edificio. 11

Dal momento in cui viene rilevata la presenza di materiali contenenti amianto in un edificio, è necessario procedere ad una valutazione della situazione, considerando: Il tipo e le condizioni dei materiali; I fattori che possono determinare un futuro danneggiamento o degrado; I fattori che influenzano la diffusione di fibre e l esposizione degli individui. Bonifica secondo il DM 6/9/94 Incapsulamento Confinamento Rimozione Capo IV Responsabile del problema amianto. 12

VALUTAZIONE MATERIALI CONTENENTI AMIANTO NEGLI EDIFICI Materiali integri non suscettibili di danneggiamento Materiali integri suscettibili di danneggiamento Materiali danneggiati ELIMINAZIONE DELLE CAUSE AREA NON ESTESA (<10%) AREA ESTESA RESTAURO + ELIMINAZIONE DELLE CAUSE CONTROLLO PERIODICO PROCEDURA PER CORRETTA MANUTENZIONE BONIFICA 13

Esistono tre meccanismi fondamentali in base ai quali le fibre di amianto sono rilasciate e disperse all interno di un edificio Il fallout Il distacco dal materiale delle fibre legate più debolmente, che si verifica spontaneamente durante le condizioni di normale esercizio. L impatto Ogni contatto diretto con il materiale, che causa una dispersione di fibre. La dispersione secondaria Quest ultima consiste nel risollevamento e nella dispersione in aria delle fibre rilasciate in conseguenza dei predetti fenomeni. 14

LIMITI NORMATIVI ITALIANI APPLICAZIONE VALORE LIMITE METODO ANALITICO RIFERIMENTO LEGISLATIVO TLV-TWA Valore limite d esposizione (media giornaliera) Concentrazione presente all interno del DPI in relazione alla concentrazione ambientale ad al FPO del DPI in uso Concentrazione limite di amianto nei condotti di scarico Concentrazione limite di materia totale in sospensione negli effluenti liquidi scaricati Valore indicativo di inquinamento in atto in un edificio (media di 3 campionamenti) Soglia di pre-allarme per il monitoraggio esterno al cantiere di bonifica Soglia di allarme per il monitoraggio esterno al cantiere di bonifica AMBIENTE DI LAVORO 0,01 ff/ml MOCF D.Lgs. 81/08. art. 254, comma1 0,1 0,01 ff/ml MOCF EMISSIONI IN ATMOSFERA D.Lgs. 81/08. art. 254, comma1, lettera b 0,1 mg/m 3 Gravimetrico D.Lgs. 114/95 art 1, comma 1 2,0 ff/ml Microscopia D.Lgs. 114/95 allegato A EFFLUENTI LIQUIDI 30 g/m 3 Gravimetrico D.Lgs. 114/95 art.2, comma 1 AMIANTO NEGLI EDIFICI 20 ff/l MOCF 2,0 ff/l SEM INTERVENTI DI BONIFICA I risultati indicano una netta tendenza all aumento 50 ff/l MOCF D.M Sanità 6/9/94 allegato p.2c D.M Sanità 6/9/94 allegato p.5a/11 Restituibilità ambienti bonificati 2,0 ff/l SEM D.M Sanità 6/9/94 allegato p.6b Restituibilità ambienti industriali dopo un intervento manutentivo con rimozione d amianto Valore di concentrazione rilevato nello stesso ambiente prima dell intervento MOCF SEM Circolare Ministero Sanità 12/4/95, n.7 15

LIMITI NORMATIVI ITALIANI APPLICAZIONE Valore limite nei rifiuti sottoposti a trattamenti di stabilizzazione ai fini dello smaltimento in discariche per rifiuti non pericolosi (non pericoloso se inferiore a) Presenza di amianto nei rifiuti sottoposti a trattamenti che modificano la struttura cristallochimica dell amianto Divieto di impiego di tubazioni contenenti crocido lite per l adduzione di acque potabili aggressive METODO VALORE LIMITE ANALITICO RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO 0,6 Indice di rilascio Assente SEM-TEM AMIANTO NELLE TUBAZIONI PER ACQUE POTABILI <12 SITI CONTAMINATI DA AMIANTO Indice di aggressività dell acqua RIFERIMENTO LEGISLATIVO D.M. Ambiente 29/7/04 n. 248 Circolare Ministero Sanità 1/7/86, n. 42 Valore limite di concentrazione nel suolo 1000 mg/kg DRX-FTIR D.Lgs. 152/2006 allegato 5 Valore limite per la pericolosità dei materiali estratti (non pericolosi se inferiori o uguali a) Presenza di amianto nel materiale sostitutivo ai fini dell omologazione SITI ESTRATTIVI DI PIETRE VERDI 0,1 Indice di rilascio D.M. Sanità 14/5/96 allegato 4 MATERIALI SOSTITUTIVI DELL AMIANTO Assente SEM-TEM D.M. Industria 12/2/97 16

METODI DI BONIFICA METODI DI BONIFICA RIMOZIONE INCAPSULAMENTO CONFINAMENTO PROGRAMMA DI CONTROLLO E MANUTENZIONE 17

D.M. 6 Settembre 1994 D.Lgs. 81/08 come modificato dal D.Lgs 106/09 metodologia di bonifica degli MCA A) LAVORI A BASSO RISCHIO Incapsulamento Confinamento B) LAVORI DI DEMOLIZIONE O RIMOZIONE Rimozione MCA a matrice compatta Rimozione MCA a matrice friabile

Incapsulamento Consiste nel trattare il materiale con prodotti penetranti per inglobare le fibre e ripristinare l aderenza al supporto oppure ricoprenti per costituire una pellicola di protezione sulla superficie. È il trattamento consigliato dalla normativa per i materiali poco friabili di tipo cementizio. I tempi dell intervento risultano contenuti. Non richiede l applicazione di materiale sostitutivo e non produce rifiuti. Occorre verificare periodicamente l efficacia dell incapsulamento che, se danneggiato o deteriorato, va ripetuto. L eventuale rimozione di materiale incapsulato è più difficoltosa. Prima di decidere l attuazione di un intervento di incapsulamento, occorre valutare l idoneità del materiale a supportare il peso dell incapsulante.

Confinamento Consiste nell'installazione di una barriera solida (per esempio un rivestimento) a tenuta che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento. Rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti. È indicato nel caso di materiali facilmente accessibili. Occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni.

MATERIALE COMPATTO Rimozione MATERIALE FRIABILE

Il Responsabile della gestione del rischio amianto Il D.M. 6/9/1994 Capo 4 definisce: PROGRAMMA DI CONTROLLO DEI MATERIALI DI AMIANTO IN SEDE - PROCEDURE PER LE ATTIVITÀ DI CUSTODIA E DI MANUTENZIONE. Dal momento in cui viene rilevata la presenza di materiali contenenti amianto in un edificio, è necessario che sia messo in atto un programma di controllo e manutenzione al fine di ridurre al minimo l'esposizione degli occupanti. 22

Il Responsabile della gestione del rischio amianto Programma di controllo. Il proprietario dell'immobile e/o il responsabile dell'attività che vi si svolge dovrà: designare una FIGURA RESPONSABILE con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive che possono interessare i materiali di amianto; tenere un'idonea documentazione da cui risulti l'ubicazione dei materiali contenenti amianto; Sulle installazioni soggette a frequenti interventi manutentivi (ad es. caldaia e tubazioni) dovranno essere poste avvertenze allo scopo di evitare che l'amianto venga inavvertitamente disturbato; 23

Il Responsabile della gestione del rischio amianto garantire il rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi manutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare un disturbo dei materiali di amianto. A tal fine dovrà essere predisposta una specifica procedura di autorizzazione per le attività di manutenzione e di tutti gli interventi effettuati dovrà essere tenuta una documentazione verificabile; fornire una corretta informazione agli occupanti dell edificio sulla presenza di amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare; nel caso siano in opera materiali friabili provvedere a far ispezionare l'edificio almeno una volta all'anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali, redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica. Copia del rapporto dovrà essere trasmessa alla USL competente la quale può prescrivere di effettuare un monitoraggio ambientale periodico delle fibre aerodisperse all'interno dell'edificio. 24