CAPITOLO PRIMO L EVOLUZIONE STORICA DELL ISTITUTO DELLA FAMIGLIA

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Transcript:

CAPITOLO PRIMO L EVOLUZIONE STORICA DELL ISTITUTO DELLA FAMIGLIA 1. Premessa. La famiglia è da sempre stata una delle istituzioni sociali più discusse e controverse, soggetta continuamente a un alternarsi di spinte innovative e disgregatrici che ne hanno modificato spesso la struttura e la natura: secondo la definizione giuridica corrente, essa è considerata come un insieme di persone legate tra loro dai vincoli di matrimonio, parentela, affinità e adozione 1 ; tale nozione presenta allo stesso tempo caratteristiche tecniche, quali le nozioni giuridiche del matrimonio, parentela, ecc, ma anche generali, in quanto dalla 1 M. FORTINO Diritto di famiglia, i valori, i principi,le regole, Giuffrè, 2004, p.3. 5

stessa non emerge il contenuto e il significato attribuitole dal sistema giuridico odierno, e ciò permette di accostarla a tutte le concezioni di famiglia che si sono succedute nel caso della storia. Numerose, infatti sono state le cause e i cambiamenti, di diversa natura, che hanno influito sulla struttura e regolamentazione dell istituto in questione. Essa, infatti rappresentando la cellula germinale della società, non poteva non risentire dei valori fondamentali e delle componenti culturali, economiche e sociali che hanno caratterizzato le varie epoche storiche. Risulta necessaria, prima di entrare nel merito della nostra analisi, ripercorrere le varie tappe fondamentali che hanno portato all odierno concetto di famiglia. 6

2. La famiglia italiana prima della codificazione napoleonica. La storia del moderno diritto di famiglia italiano prende le mosse dell emanazione nel 1804 del Codice Civile di Napoleone, che per qualche anno è stato interamente applicato sul nostro territorio, andando a sovrapporsi a un complesso di norme diverse ed eterogenee, che per secoli avevano regolato l istituto della famiglia. Da queste, ultime emerge una concessione di famiglia a struttura patriarcale, detta anche grande famiglia. Essa è fondamentalmente caratterizzata dal domino della autorità del capofamiglia sulla moglie, figli e nipoti. La moglie infatti deve assecondare la volontà del marito e non può compiere alcun atto di vita civile senza il consenso di quest ultimo, o del padre se non ha ancora contratto il matrimonio. La patria potestà è esercitata sui figli fino alla morte del capofamiglia. Nei confronti dei figli maschi non viene meno né con il raggiungimento della maggiore età, né all indomani del matrimonio, 7

per il quale è indispensabile il consenso del padre. L unico caso in cui si verifica l emancipazione del figlio è l assunzione dei voti religiosi, che causa, d altra parte, la perdita di ogni diritto successorio. Riguardo le figlie, queste subiscono una limitazione o in determinati casi un esclusione dai diritti successori, in quanto si cerca di garantire l intero patrimonio ereditario ai soli figli maschi, ricorrendo all istituto del fedecommesso o della primogenitura. Inoltre le figlie sono, in caso di matrimonio, destinatarie di una dote, che, non dovendo superare determinati limiti, rappresenta un contributo per il mantenimento della nuova famiglia o se concessa dai fratelli con essa si mira a far sì che la sorella rinunciasse alla successione. Altra caratteristica della grande famiglia è la tendenza a mantenere inalterato il patrimonio immobiliare della comunità familiare, tendenza che si verifica in tutti gli strati sociali. Da ciò emerge la rigida organizzazione interna dalla struttura della famiglia e il suo ruolo conservatore dell ordine sociale e politico, immagine 8

questa che rispecchia il regime antidemocratico che non riconosce alcun diritto ai suoi cittadini, scenario che sarà smantellato dall Illuminismo e dalle innovazioni del Codice napoleonico. 9

3. Il Codice Napoleonico. Il Codice Civile emanato da Napoleone nel 1804, segna nell ambito del diritto di famiglia una svolta importante; con esso, infatti, si abbandona la concezione di famiglia che aveva dominato fino allora lasciando il posto alla famiglia legittima della società borghese, caratterizzata dallo spirito individualistico tipico della classe sociale che si stava imponendo: la borghesia. Anche se la struttura verticalistica non è abbandonata, cambiano le sue funzioni e finalità. L intero Codice risente delle nuove idee dell Illuminismo e ciò porta a considerare l uomo e i suoi diritti al centro della società. Tra i diritti notevole importanza è riservata a quello di proprietà, incentivato e favorito in quanto alla base dei lavori mercantili della borghesia. Viene cosi abbandonata la tendenza alla conservazione del patrimonio immobiliare, che avrebbe ostacolato inevitabilmente le nuove aspirazioni economiche; l istituto del fedecommesso e della 10

primogenitura; minor importanza è riservata alla dote; tra i coniugi si adotta, salvo scelta contraria, il regime dei mobili e degli acquisti; i figli, pur rimanendo da un punto di vista personale soggetti alla patria potestà, sotto il profilo patrimoniale, anche se minori, diventano capaci di acquistare e possedere in proprio, lasciando al padre, fino al raggiungimento della maggiore età, l usufrutto dei beni. Il padre inoltre deve garantire un educazione democratica e patriottica alla prole, per assicurare l ordine sociale che si fonda sulla dignità, stabilità e unità della famiglia. Un eventuale non raggiungimento di questi obiettivi autorizzava lo Stato a sostituirsi alla famiglia con una disciplina inderogabile. Riguardo ai figli naturali, erano destinatari di un trattamento fortemente diseguale rispetto ai legittimi, nella prospettiva di dover tutelare e garantire la stabilità e la dignità della famiglia legittima. 11

La famiglia napoleonica anche se ancora verticalistica appare più unita rispetto al passato e formata da soggetti titolari di diritti autonomi. Per la celebrazione del matrimonio erano previsti due riti: quello religioso e quello civile, che doveva necessariamente precedere il primo; il matrimonio non era più considerato come un patto naturale, ma assume le vesti di un trattato pubblico, la cui dissoluzione era possibile grazie al ricorso al divorzio. Da quando riportato finora, emerge che la famiglia è tesa a perseguire gli ideali democratici e borghesi, dall altro si prevede in caso d insuccesso da parte della famiglia, l intervento dello Stato al suo interno per tutelare la struttura alla base della società. 12

4. Il Codice italiano del 1865. Al periodo Illuminista e alla Rivoluzione Francese, su decisione del Congresso di Vienna si instaura, nella maggior parte dell Europa, la Restaurazione, che con riguardo al diritto di famiglia, fa registrare, anche se con modalità diverse nei vari Stati, un ritorno alla situazione normativa e sociale tipica dell ancien régime. Vengono, infatti reintrodotti il fedecommesso, la primogenitura,la dote, la patria potestà ritorna ad essere illimitata ed esercitata fino alla morte del capofamiglia e il matrimonio si spoglia dalle vesti di trattato pubblico, riconfermandosi unicamente come atto religioso. In questo clima, attraverso vari tentativi di riforme e brevi periodi rivoluzionari (1848-49), in Italia prendono il via i lavori preparatori all emanazione del primo Codice Civile dopo l unificazione, che si concluderà nel 1865; primo esempio, questo, d unificazione del diritto per più stati. Durante questi, molta attenzione fu riservata allo studio 13

della famiglia di stampo napoleonica, anche se è chiaro l intreccio tra i nuovi principi del Code del 1804 e il tradizionalistico dell ancien régime su quale si basa l intera codificazione italiana. La maggior parte degli istituti relativi alla famiglia è disciplinata nel libro primo, dedicato alle persone, mentre le successioni e il contratto di matrimonio nel terzo libro, tra i modi di acquisto della proprietà, che come nella visione napoleonica assume una posizione cardine all interno della codificazione. Alla famiglia è data un impostazione laica fondata sul matrimonio civile e rispondente al principio di separatismo tra Chiesa e Stato elaborata da Cavour. E comunque riconosciuta al cittadino la possibilità di celebrare, prima o dopo di quello civile, il rito religioso. Il matrimonio ritorna ad essere indissolubile, infatti, nel codice non è disciplinato il divorzio, inteso come elemento disgregante del nucleo familiare e dello stato. 14

La struttura della famiglia tuttavia rimane ancorata alla potestà del capofamiglia; questa però non è più esercitata in modo illimitata, ma nel rispetto delle leggi e dello Stato; cosi facendo l autorità del padre risulta essere uno strumento per far penetrare all interno del nucleo familiare l ordine sociale deciso dal legislatore. Il marito, inoltre, ha il compito di proteggere la moglie e tenerla con sé; la donna assume il cognome dello sposo, è obbligata a seguirlo dovunque egli ritenga opportuno fissare la residenza, non poteva compiere atti giuridici di un certo livello se non con l autorizzazione del marito. Le donne, salvo le nonne e le sorelle nubili, non potevano assumere le funzioni di tutore. In caso di morte del capofamiglia, la potestà passava alla moglie, anche se il suo esercizio era affiancato da un consiglio di famiglia, formato da ascendenti, fratelli, zii di sesso maschile con funzioni consultive e autorizzatorie 2. Tra i coniugi, dal punto di vista patrimoniale, si instaura un regime di separazione dei 2 G. SALME Evoluzione del diritto di famiglia e ruolo del giudice. Dalla disciplina dei Codici alle norme della Costituzione, tratto da www.ergaomnes.it. 15

beni, ciononostante l amministrazione è interamente affidata al marito, sul quale non ricade alcun obbligo di rendiconto alla moglie, salvo il caso in cui quest ultima si opponeva alla gestione. L adulterio della donna è considerato reato e legittimo la richiesta di separazione, quella dell uomo per avere le stesse conseguenze, deve assumere le caratteristiche di una relazione adulterina scandalosa. Appare chiaramente la disuguaglianza che caratterizza il rapporto coniugale, intesa, però, come strumento per tutelare l unità della famiglia. Per quanto riguarda i figli, la patria potestà è esercitata fino al raggiungimento della maggiore età, all emancipazione e al matrimonio, per il quale non è più richiesto il consenso del capofamiglia se i figli sono già in età matura (18 anni per gli uomini, 15 per le donne). Pian piano poi si incomincia a riconoscere una certa tutela verso i figli naturali, purché non adulteri e incestuosi. 16

Dal Codice del 1865 emerge una famiglia diversa rispetto al passato; il legislatore cerca infatti di eliminare i caratteri più aspri dell autorità paterna nell intento di perseguire il rispetto della legge e dei valori dello Stato. Nel periodo immediatamente successivo, numerosi sono stati i progetti di legge presentati, molti dei quali però con esito negativo, con i quali si cercava di armonizzare al meglio la portata del nuovo Codice con la reale situazione italiana di quel periodo. Uno dei più importanti è stato indubbiamente il progetto di Scialoja del 1912, diventato legge nel 1919 (n.1176). I cambiamenti da esse apportati sono notevoli, quali l abolizione dell autorità maritale e la concessione alle donne della possibilità di essere ammesse agli impieghi pubblici, poiché durante la Prima Guerra Mondiale importante fu il loro contributo alle attività produttive. 17

5. Il Codice civile del 1942. Il succedersi di due Guerre Mondiali e dell avvento del regime Fascista portarono numerosi cambiamenti sociali dovuti indubbiamente ai nuovi valori e principi che in questo periodo incominciano a diffondersi in Italia. Numerose sono le leggi emanate che documentano tale evoluzione. Il nuovo regime per incrementare il numero d uomini da arruolare nelle Forze Armate introduce la tassa sui celibi, istituisce privilegi di carriera ed esenzioni d imposta per gli ammogliati e per chi aveva una famiglia numerosa ed esclude l accesso ai pubblici impieghi per i non coniugati. Una legge del 1938 limita la possibilità d accesso della donna agli impieghi pubblici, in quanto il ruolo che le è affidato è principalmente quello della procreazione. 18