Il tempo libero: dalla soggettività alla solidarietà Premessa E questione sempre più centrale Macchine, automazione, rivoluzione micro-elettronica aumentano il tempo libero. Si espande la quantità, ma non la qualità umana del tempo Riduzione degli spazi di rigenerazione personale e di socializzazione, standard di benessere elevati, ma banalizzazione delle scelte personali, che sono guidate da logiche di puro consumo e da bisogni eteroindotti (modelli di vita). Mode e pubblicità producono un forte livello di conformismo agli ambiti della vita quotidiana che sono apparentemente lasciati alla autogestione personale. Le opzioni che caratterizzano il t. l. sono in larga misura frutto della pressione sociale, che usa mezzi potenti e sfrutta la strutturale labilità dell uomo. 1. Cause strutturali e culturali Aspetti strutturali Sistema economico con la sua enfatizzazione della produttività e del profitto. In questa logica dopo la saturazione dei bisogni primari, la produzione è stata orientata verso prodotti più sofisticati, inducendo nel contempo nuovi bisogni. Il consumo è divenuto il criterio che determina il mondo economico, ma pure le altre manifestazioni dell esperienza umana.
I criteri quantitativi dell utile, della fattibilità e della fruizione, prendono il primato sulla ricerca di relazioni vere con se stessi, con gli altri e con la natura. Si cresce sul piano del fare e dell avere e si mortifica il piano dell essere. Tutto, anche le persone diventano oggetto da usare. Questo avviene nel campo del lavoro e subito dopo nel t. l. Questo accade perché nella vita non possono esistere due logiche ( non potete servire a Dio e a mammona ). La festa è spettacolo fruito (consumo), non partecipato (espressione di sé) e diventa pura evasione. Il gioco perde la sua capacità ri-creativa ed entra nei circuiti commerciali (competizione, prevaricazione, violenza). Turismo, esempio clamoroso della commercializzazione spinta, e perdita della socializzazione e solidarietà. Aspetti culturali Caduta della tensione al cambiamento sociale e ripiegamento sull individuale. Mitizzazione dell io (disperato bisogno di autorealizzazione) e assenza di progettualità condivisa, favoriscono l assorbimento acritico di proposte preconfezionate. La crisi dei valori rende incapaci di capire quali siano i bisogni veri e quelli falsi. Il modello di razionalità tecnologica e strumentale tocca tutti gli aspetti della vita (anche il gioco: videogames) e riduce gli spazi di creatività e del linguaggio simbolico, impoverendo la percezione della realtà (crescere nella dimensione umana). La moltiplicazione delle appartenenze crea frantumazione, indebolisce le appartenenze e la loro capacità di generare domande di senso. Tutti sono alla ricerca di gratificazioni immediate. Bisogno di cui approfitta il sistema. L intreccio di questi elementi crea standardizzazione degli atteggiamenti interiori e degli stili di vita.
Dare significato al t. l. esige un impegno che va in due direzioni da percorrere insieme: quella personale e quella collettiva. 2. La visione cristiana Categorie cristiane da recuperare: a) la gioia di vivere; il rapporto originario dell uomo biblico con il mondo è il gradimento e il godimento della vita. Il fondamento di qs rapporto sta nel vivere con Dio: bisogna accogliere il dono che viene da Dio. Sap.11,26 e Qo.5,17-19. L esperienza della gioia è esperienza di Dio e della fedeltà a lui. b) Gen.2-3 ci mostra il rapporto tra gioia e sofferenza; questa nasce dalla logica del desiderio che vuole essere totalmente egemone. L amore della vita che è egocentrico va riscattato con un atto di abbandono fiducioso: perderla per riacquistarla. Solo l abbandono della volontà di potenza consente di accogliere la vita nel suo vero significato. Questo è quello che avviene nel passaggio dall immediatezza infantile al godimento dell età adulta, in altre parole quando si passa dallo psichico allo spirituale: la gioia implica obbedienza alla verità delle cose (Dio). Piacere di vivere e durezza del vivere sono due modalità dell esistere cristiano, esigite entrambe dal Cristo che le ha vissute nel mistero pasquale. La croce va accettata con l intenzione di abolirla. c) il sabato ebraico è l esperienza esemplare della gioia di vivere, nella quale si ha integrazione di lavoro e riposo. Nel sabato Dio riposa e fa riposare la creazione, facendola passare dalla dipendenza alla comunione partecipativa. Nel sabato Dio si fa presente alle creature, assicurando loro che saranno preservate dall annientamento e prefigurando la gioia definitiva. Il riposo appare dunque costitutivo della realtà creata: il suo valore consiste nel generare spazio per la relazione gioiosa tra Dio e l uomo e tra gli uomini.
Il tempo del riposo impedisce al lavoro di diventare assoluta modalità di dominio della realtà e permette di percepire la bellezza e la gratuità delle cose, cioè il loro senso ultimo. Il tempo del riposo permette di apprezzare la vita come un dono ricevuto e apre al consapevole ringraziamento verso Dio. Anche il lavoro trova il suo senso pieno: è collaborazione alla nuova creazione opera da Cristo e condotta dallo Spirito. La festa per eccellenza dei cristiani, la domenica come giorno della risurrezione, non solo prefigura il riposo gioioso del paradiso, ma è anche l inizio della nuova creazione, perché ci comunica la forza per trasformare il mondo. d) il rapporto dell uomo con il mondo è allora un rapporto di trasformazione e di contemplazione, di impegno e di preghiera. Questo equilibrio permette la valorizzazione della natura, che non va né sacralizzata né usata dispoticamente. Il tal modo l attività dell uomo somiglia a quella di Dio: un amore che agisce senza costrizioni, avendo in sé il proprio significato. Il lavoro in questo senso non può definire l attività creatrice di Dio, la quale non è in alcun modo spinta dal bisogno. L attività di Dio non è funzionale, non ha preoccupazioni di possesso, ma è contrassegnata dalla logica dell essere. Essere che si rende presente liberamente a noi attraverso una dinamica radicalmente comunicativa. La salvezza che Dio offre all uomo si deve comprendere così: come un essere che vuole far-essere, al fuori di ogni calcolo. La gratuità si trasforma in solidarietà e dono, in condivisione totale fino alla rinuncia completa della propria vita. Il centro del Vangelo è il mistero della morte di Cristo come rivelazione suprema dell amore di Dio. Nella stessa direzione va l azione dello Spirito: far crescere la comunione. La gioia del vivere si fa vera quando diventa universale, cioè desiderio di felicità per l altro, per gli altri, per tutti. La diffusività dell amore diventa solidarietà che alimenta relazioni contrassegnate dalla comunicazione e dalla comunione. L attività dell uomo diventa attività caratterizzata dall intenzionalità del dono, che conduce al superamento dell alternativa tra l io e l altro mediante la produzione di spazi di solidarietà.
3. Alcune prospettive di impegno Occorre intervenire sulle due dimensioni correlate della soggettività e dell impegno sociale. A) La cultura della soggettività, largamente dominante, spinge a concentrarsi sui bisogni del corpo, sull eros, sul diritto al godimento in tutte le attività personali. Si tratta di spinte neovitalistiche, che se non ben orientate conducono alla frantumazione dell io (perdita e paralisi della libertà) e a forme di prevaricazione dell uomo sull uomo. Bisogna operare perché il soggetto sia protagonista e ponga atti responsabili capaci di stabilire un buon rapporto con le persone e le cose. La logica del dominio (accresciuta enormemente dalla tecnologia) fa vedere ogni cosa come prodotto, deve essere sostituita dalla riscoperta del soggetto, che prodotto non è. Dal recupero dell altro come compagno coessenziale alla mia vita, senza il quale io non posso dire io. Da qui il recupero di dimensioni dell esperienza umana, quali la ricettività, l ascolto profondo di quanto accade e di quanto gli altri ci comunicano, l attività contemplativa (di cui il silenzio è parte). Il t. l. si configura allora come tempo di produzione di beni gratuiti, fruibili in modo riposante, e non per mobilitazione strumentale. All interno di questo recupero si ritroverà anche un nuovo senso al lavoro e una liberazione del lavoro dalla sua oppressione alienante. Mentre noi pensiamo solo a liberarci dal lavoro. B) Il t. l. non è solo il tempo del loisir, ma anche il tempo dell utilità sociale, in cui svolgere le attività non mercantili, ma essenziali alla collettività: miglioramento dell habitat, protezione della natura, la cura e l assistenza delle persone che rischiano l emarginazione (bambini, handicappati, anziani). Recupero della festa, come momento del puro contemplare, che valorizza le relazioni con il reale e con le persone (pensiamo alle nostre feste!), rivalutazione del mondo dei sentimenti, della diversità, dell inutile. La banalizzazione della festa (e del giorno festivo) è un segno allarmante dello svuotamento della vita, è segno dell emergere di un uomo senza memoria e senza qualità.
Il recupero dell attività culturale, che ha il compito di condurre l uomo a leggere la profondità delle cose e fa emergere la trascendenza e propizia la riconoscenza. Il tempo riceve il suo senso come luogo della memoria, del cammino umano e si fa base per una programmazione umana del futuro. Necessità di una seria azione formativa, che vuol dire formazione della coscienza del soggetto. La qualità della vita cambia se si acquisiscono i valori umani, che consentono poi di essere autonomi e critici nei confronti dei modelli proposti dalla cultura egemone (quanti tra voi mi chiedono di crescere nella formazione della propria coscienza? Tralasciamo per il momento il fatto che io - o altri - sia capace o meno di aiutarlo). Punti di questa educazione sono: l educazione spirituale al divertimento; la capacità di decodificare i messaggi dei media, l offerta di proposte alternative di svago e di rapporto con la natura, l interpretazione delle creazioni artistiche, il dialogo con le diverse culture.