ITALO SVEVO FASE DELLA LETTERATURA (anni che precedono il matrimonio)

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ITALO SVEVO È uno scrittore triestino e per lui alcuni autori sono all inizio sconosciuti. Trieste, infatti, fino al 1919 faceva parte dell Impero d Austria Ungheria. Ci troviamo di fronte ad uno scrittore diverso dagli altri. Nasce nel 1861, il suo nome vero è Aron Hector Schmitz; studia in Germania e si forma sui principali autori tedeschi, come il filosofo Schopenhauer. In Italia assume il nome di Italo Svevo per far capire l incontro tra le due diverse culture, quella italiana ( Italo) e quella tedesca ( svevo, dalla dinastia tedesca degli Svevi). Nel 1880 diventa impiegato di banca, ma tenta di affermarsi come letterato. Nel 1892 pubblica il suo primo romanzo, Una vita che non viene molto considerato. Nel 1896 si sposa, per interesse, con la cugina Livia veneziani e passa a dirigere una ditta di vernici del suocero. Da questo momento in poi si dedica prevalentemente all attività imprenditoriale e sospende la letteratura, anche se, nel 1898 pubblica il suo secondo romanzo, Senilità, anch esso poco considerato. Dopo la Prima guerra mondiale Svevo riprende l attività letteraria e scrive il suo capolavoro, La coscienza di Zeno, pubblicata nel 1923. Negli anni successivi si dedica ad altre opere, anche narrative (varie novelle) e teatrali (alcune commedie). Progetta anche un quarto romanzo che, tuttavia, non vede la luce a causa della prematura morte dello scrittore nel 1928, a Trieste, per i postumi di un incidente stradale. In sintesi la vita di Svevo può essere divisa in tre fasi: 1880 1898 1898 1919 1919 1923 FASE DELLA LETTERATURA (anni che precedono il matrimonio) FASE DEGLI AFFARI (all incirca anni del matrimonio) FASE DELLA SCRITTURA (dopo la I Guerra mondiale) Svevo vorrebbe realizzarsi come letterato, ma non riesce a centrare il suo obiettivo Una vita, Senilità Svevo si realizza negli affari economico finanziari Svevo decide di tornare a scrivere, più che letteratura è scrittura, nasce il suo capolavoro La coscienza di Zeno LA FORMAZIONE DI SVEVO La formazione di Svevo avviene a Trieste, città che incontra sia la cultura italiana ( patrimonio classicista, Dante, Petrarca, Leopardi) sia la cultura tedesca ( Kant, Goethe, Schopenhauer, Mann). La famiglia lo avvia a studi tecnici; Svevo avrebbe dovuto diventare un ragioniere ed infatti fa l impiegato di banca. Dal punto di vista della formazione letteraria Svevo è un autodidatta, studia da solo la Letteratura. Il canone della sua formazione è costituito, in sintesi, dai seguenti autori: Boccaccio, Machiavelli, Guicciardini, De Sanctis letterati che scrivono in prosa Zola, i naturalisti francesi, Goethe, Schopenhauer letterati stranieri La Voce di Prezzolini letterati fiorentini Scipio Slataper, Umberto Saba letterati triestini

LE IDEE DI SVEVO Svevo prende come punti di riferimento alcuni filosofi, assumendo di essi la parte che gli interessa e scartando l altra parte di pensiero. In pratica fa un operazione selettiva. Dal filosofo Schopenhauer prende <<gli autoinganni della coscienza>>; distingue tra pensiero e volontà. Tuttavia per Schopenhauer la volontà è più importante, mentre in Svevo prevale l autoinganno, senza che possano esservi rimedi come l ascesi. Dallo scienziato Darwin prende il concetto di <<selezione naturale>>. Secondo Darwin, tuttavia, vige in Natura la legge del più forte, mentre per Svevo, tra gli uomini, è vero il contrario: il debole riesce a sopravvivere al più forte perché sviluppa di più il cervello ed elabora un miglior sistema di difesa. Dal filosofo Marx assume il concetto di <<lotta di classe>>, ma non prende il concetto di rivoluzione e non ha fiducia nei cambiamenti né tantomeno nel comunismo. Con il medico Freud Svevo ha un incontro indiretto perché suo cognato era in terapia dal famoso medico austriaco. Svevo, dalla psicoanalisi freudiana riprende l analisi come strumento di indagine, ma non l accoglie come metodo di terapia, come sosteneva Freud. Dal filosofo Nietzsche prende la critica alla società borghese, ma non accoglie il concetto di <<oltre uomo>> I ROMANZI DI SVEVO I primi due romanzi di Svevo, Una vita e Senilità rientrano nel filone del romanzo ottocentesco. Nel romanzo Una vita vi è una struttura ancora tradizionale perché c è una trama ben definita, un inizio, uno sviluppo ed una conclusione (con la morte del protagonista). Molti dicono che vi è ancora l influsso del Naturalismo, ma, in realtà, l opera fuoriesce dalle impostazioni naturaliste. Troviamo, infatti, il tema dell inettitudine, ossia l incapacità del protagonista ad agire e a prendere decisioni coraggiose e affermative. Il romanzo analizza un ambiente esterno alla città, un ambiente che isola il protagonista, Alfonso Nitti, il quale dalla campagna si trasferisce in città. Qui viene a contatto con la media borghesia e con l alta borghesia. Incontra Annetta, la figlia del padrone della banca (Maller) nella quale egli lavora e con questa ragazza inizia una relazione. Mentre si sta profilando per lui una duplice scalata sociale (negli affetti e nel lavoro), Alfonso decide di far ritorno al paese d origine per assistere la madre ammalata. Dopo la morte della madre, torna in città e trova Annetta fidanzata con il suo rivale Macario, mentre sul lavoro viene retrocesso ad una mansione inferiore nella banca. Dopo aver scritto una lettera ad Annetta, che è interpretata come ricattatoria, viene sfidato a duello dal fratello di Annetta, ma decide di non presentarsi e preferisce suicidarsi. In questo romanzo troviamo l influsso sia del filosofo Darwin ( chi si adatta meglio all ambiente che lo circonda vince) sia il filosofo Schopenhauer ( è descritto il rapporto realtà / conoscenza): la volontà è ciò che conta, la conoscenza avviene dopo ed è posteriore alla volontà. Il secondo romanzo Senilità è caratterizzato da una diversa trama: il protagonista, Emilio Brentani, vive con la sorella Amalia una esistenza grigia e senile (da cui il titolo). A lui si oppone l amico Stefano Balli, scultore poco fortunato nell attività artistica, ma che riscuote successo con le donne e viene visto con invidia da Emilio. L occasione per cambiare vita sembra presentarsi ad Emilio con l incontro con una popolana, Angiolina, che sembra offrirgli una storia di breve durata. Ma il giovane non riesce a gestire la storia: da una avventura l uomo passa ad un innamoramento che non è preso sul serio dalla ragazza che si rivela superficiale e rozza. In seguito, Angiolina si innamora di Balli, verso il quale anche Amalia nutre dei sentimenti nascosti. A causa di tutto ciò

Emilio trascura la sorella che si dà all etere e muore di polmonite, mentre Emilio, rotta la storia con Angiolina, torna alla sua grigia esistenza. La cornice del romanzo tradizionale viene qui eliminata, riducendosi ad un sistema quadrilatero, a quattro personaggi. Emilio ha 35 anni, ha più risorse di Alfonso che aveva solo 19 anni. Al termine del romanzo il protagonista fonde le immagini delle due donne che ama e non muore uccidendosi come Alfonso, ma decidendo di riprendere la sua vita triste e senile. Anche qui vi è l influsso di Schopenhauer ( gli autoinganni della coscienza) soprattutto con Angiolina che tradisce continuamente Emilio, il quale si auto inganna preferendo non credere alla realtà LA COSCIENZA DI ZENO Il capolavoro di Italo Svevo, La coscienza di Zeno (1923) presenta un narratore omodiegetico in prima persona singolare. Il racconto si colloca nel filone del romanzo tipicamente novecentesco e si struttura secondo una suddivisione tematica più che cronologica. Il libro è preceduto da una Prefazione che si finge scritta da dottor S. il quale afferma di pubblicare le memorie di Zeno, scritte in un diario, perché Zeno, il suo paziente, ha interrotto la terapia psicoanalitica e per questo il medico vuole vendicarsi con lui. Il dottore definisce il diario di Zeno un libro fatto di <<verità e bugie>>. La lettera S. con cui viene denominato il medico sta probabilmente per Sigmund Freud, inventore della psicanalisi, o, più semplicemente, per Svevo. C è subito da notare che il dottor S. viola il segreto professionale e utilizza un mezzo, la scrittura, non previsto dalla terapia psicoanalitica. Si tratta, in pratica, di un medico alquanto strano che, come narratore, è sicuramente inattendibile. Dopo la Prefazione abbiamo il Preambolo, un introduzione al diario dello stesso Zeno. Il narratore del preambolo è Zeno che afferma di aver cominciato a scrivere dopo aver consultato un trattato di Psicoanalisi. Abbiamo il tempo della scrittura ( tempo in cui Zeno, ormai vecchio, scrive il diario) ed un anticipazione di quello che, invece, sarà il contenuto dell opera nella quale il tempo si sposterà sull avventura. Seguono cinque capitoli tematici che riguardano gli episodi più importanti della vita di Zeno. I primi due (Il fumo e la morte di mio padre) sono in ordine tematico, mentre gli altri tre (La storia del mio matrimonio, la moglie e l amante, Storia di una associazione commerciale) sono sviluppati in un ordine tendenzialmente cronologico. Si ha la distinzione tra l io narrante Zeno vecchio (quello che sta scrivendo il diario), operante nel tempo della scrittura, e l io narrato Zeno giovane (quello che ha vissuto le varie vicende) operante nel tempo dell avventura. Anche nel caso di Zeno, che è per sua stessa ammissione un malato di nervi, ci troviamo di fronte ad un narratore inattendibile. Abbiamo quindi una dialettica scrittura / memoria, cioè un rapporto tra ciò che viene scritto e ciò che viene raccontato. L inattendibilità di Zeno ci obbliga, in tutti i successivi capitoli, a comprendere il suo vero pensiero e la verità dei fatti narrati attraverso i piccoli errori, comportamenti o lapsus freudiani che egli commette e che costituiscono gli indizi a cui noi, giudici istruttori dell opera narrata, dobbiamo attenerci. Il fumo. Il tema del capitolo riguarda i continui tentativi, non riusciti, di Zeno di smettere di fumare. Questi fallimenti sono rappresentativi dell inettitudine del protagonista che si pone alcuni obiettivi già sapendo di non raggiungerli e quasi per violarli. Significativa è la frase <<ultima sigaretta>> che Zeno scrive sul suo diario, sulle pareti dei muri, sui fogli di carta, quasi a ricordare a se stesso il marchio della sua inettitudine. L incostanza del protagonista si vede anche dalle sue abitudini inerti e disimpegnate e dal continuo cambiamento negli studi universitari. In sostanza Zeno appare come un alto borghese incapace di dare una direzione alla sua vita e una persona che preferisce lamentarsi senza prendersi nessuna responsabilità.

La morte di mio padre. Zeno spiega come è avvenuta la morte di suo padre. Il rapporto tra lui e l anziano genitore era sempre stato conflittuale, anche perché il padre disapprovava il comportamento incapace ed inefficiente del figlio. Quando il padre si ammala, Zeno lo assiste come un figlio apparentemente servizievole, ma in realtà in lui agisce un forte senso di colpa che vorrebbe recuperare le mancanze di Zeno verso il genitore. Poco prima di morire, il padre, ormai incosciente, assesta a Zeno un debole schiaffo. Pur essendo sicuramente frutto di un comportamento inconsapevole, lo schiaffo è interpretato da Zeno come un ultimo estremo atto di punizione e, proprio per eliminare questo senso di angoscia, egli continua a ripetere a se stesso che l uomo era incapace di intendere e di volere e che perciò lo schiaffo non va preso in considerazione. Come ben si vede, in Zeno agisce la tecnica degli autoinganni della coscienza, volti ad anestetizzare il senso di colpa che egli prova per ciò che la sua mente ritiene reale. La storia del mio matrimonio. Zeno frequenta la famiglia Malfenti, un ricco uomo d affari che sembra agire in lui come un sostitutivo del padre. Nella casa di Malfenti Zeno fa conoscenza con le sue tre figlie, Ada, Alberta, Augusta e si innamora di Ada, la prima di loro e la più bella. Tuttavia Ada non è innamorata di Zeno, anche perché si è fidanzata con Guido Speier, un uomo completamente diverso dall inetto Zeno: efficiente, brillante, sicuro di sé. Pur sapendo ciò Zeno, nella stessa giornata si propone a tutte e tre le sorelle: Ada, Alberta, che rifiutano, ed infine ripiega sulla meno bella, ma più concreta e << borghese>> Augusta che lo ricambia e diviene sua moglie. Nonostante i giudizi poco lusinghieri che il narratore Zeno esprime su Augusta, in realtà è proprio verso di lei, ideale tipo di moglie concreta, positiva, dotata di senso pratico, che si indirizza il suo reale interesse. La moglie e l amante. Nonostante il matrimonio tra Zeno ed Augusta proceda molto bene, Zeno inizia a tradire la moglie con una ragazza del popolo, Carla. La frequentazione, iniziata come forma di aiuto verso una persona bisognosa, si trasforma in una relazione a metà tra il possessivo e la dipendenza. Anche in questo rapporto, peraltro, Zeno si dimostra contraddittorio ed incostante: da un lato vorrebbe troncare la relazione con la ragazza perché è innamorato anche della moglie e si sente in colpa; dall altro lato è legato all amante che è per lui una sorta di sicurezza e di evasione. Alla fine è Carla a lasciarlo per il maestro di canto e questo fa precipitare nello sconforto Zeno, compromettendo anche la sua serenità coniugale. La storia di una associazione commerciale. Zeno stipula un associazione commerciale con il rivale Guido, che adesso è marito di Ada. In realtà Guido, a dispetto di come viene visto o di come Zeno ci dice che è visto si rivela un incapace: tradisce la moglie, perde più volte il denaro in investimenti sbagliati, è un debole che simula anche il suicidio. Proprio la perdita di una grossa somma di denaro lo porta a suicidarsi realmente. Zeno, inaspettatamente, riguadagna in un giorno tutti i soldi perduti da Guido, anche se questo contribuisce a metterlo in una luce ambigua presso i familiari. Ad aggravare il tutto contribuisce uno strano comportamento di Zeno che, durante il funerale di Guido, sbaglia corteo funebre. Anche in questo capitolo notiamo l ambiguità di Zeno e la sua inattendibilità come narratore. Per capire come veramente le cose siano andate occorre fare attenzione ai particolari e leggere le piccole cose che fanno la spia sulle reali intenzioni del personaggio e sui suoi veri pensieri; ad esempio l episodio del funerale o anche il non aver avvertito i familiari che Guido più volte aveva tentato il suicidio, configurando, in tal modo, una sorta di desiderio inconsciamente omicida. Psico analisi. È il capitolo scritto da Zeno dopo la terapia, quando egli ha ormai deciso di abbandonare la cura e di rompere definitivamente con il dottor S. Questo capitolo finale è molto interessante, in quanto emergono, da esso, alcuni concetti fondamentali nella poetica di Svevo che risultano necessari alla comprensione del pensiero dell autore e all interpretazione del romanzo. - Zeno dice di essere guarito dalla sua malattia un po per il dramma della guerra che, nel frattempo, è scoppiata, un po perché è riuscito a guadagnare molti soldi, speculando su

alcune merci ( rapporto salute / affari). Per questi motivi si considera liberato dalla nevrosi e ciò che è più importante afferma di essere guarito per proprio merito e non grazie al medico verso il quale sono lanciare pesanti accuse. - Zeno dice di avere scritto il diario in un brutto Italiano; infatti egli non è in grado di esprimersi in un Italiano corretto e per questo deve tradurre dal Tedesco (o dal dialetto triestino) in Italiano i suoi pensieri ( limite dell autobiografia e problema dell inattendibilità delle traduzioni) - Zeno sostiene che l unico tempo possibile per esprimere la realtà e per poterla scrivere è il tempo presente, mentre gli altri tempi risultano tutti inefficaci ( problema dell inattendibilità del narratore nelle varie fasce temporali) - Zeno, nella parte finale della conclusione, effettua un interessante riflessione sull adattamento dell uomo all ambiente. In questo ragionamento, pur partendo dalla teoria darwiniana, sottolinea la differenza tra le specie animali, che si adattano all ambiente in ragione della loro forza e dei loro tratti fisici, e l uomo che, invece, si adatta all ambiente in ragione della sua debolezza che gli permette di affinare meglio le armi della sopravvivenza e di elaborare strumenti che lo rendono vincente proprio perché debole. Pertanto, paradossalmente, sono proprio i più deboli a sopravvivere. Il finale del libro, piuttosto pessimista, lascia presagire una sorta di catastrofe universale, preannunciata da alcuni segnali già presenti nella società contemporanea, come il sovraffollamento delle persone, ridotte quasi a formiche ( la società di massa) e il soffocamento degli individui ( l uso dei gas tossici nella Prima guerra mondiale). In sostanza, la conclusione del romanzo, come la sua possibile evoluzione sono lasciate alla libera interpretazione del lettore ( problema dell opera come romanzo aperto). Due riflessioni ci paiono molto interessanti per concludere la nostra breve analisi della Coscienza di Zeno. La dialettica salute / malattia. Occorre ribadire, come già abbiamo fatto, che Zeno è un malato nevrotico e perciò risulta inattendibile; stessa cosa dobbiamo dire per il medico, che viola le regole della deontologia professionale; nel romanzo non è attendibile nessuno. Questo ci porta a dover fare lo sforzo di comprendere da soli la verità senza dare fiducia a quello che stanno dicendo i vari personaggi. Il nome Zeno Cosini ci offre già una chiave di lettura del personaggio: Zeno in Greco ξένος = straniero. Zeno è, in effetti, straniero nei confronti di tutto ciò che lo circonda, un estraneo a se stesso e al mondo circostante. Per questo quello che dice non va preso sul serio. Cosini una cosetta, a sottolineare la piccolezza e la scarsa significatività della persona in un contesto che annulla l individuo e lo rende sempre più depersonalizzato e scisso nei confronti della società contemporanea. In questa ottica va letta la dialettica salute / malattia. La salute (intesa come benessere e felicità, appagamento di sé) è un concetto tipicamente borghese ed è in sostanza solo una rimozione della malattia. L uomo, secondo Svevo, non si rende conto di avere o di non avere la salute, pertanto il rapporto salute / malattia risulta ambiguo. In effetti, quando Zeno scopre la salute della moglie Augusta afferma, poco dopo, che se dovesse indagare sulla storia della salute della moglie, scoprirebbe che la moglie è ammalata. Infatti la malattia è lo stato naturale per il borghese che vive in un profondo disaggio e in una situazione di crisi esistenziale. Il borghese è malato e per illudersi di non essere malato crea la salute. L evoluzione del Personaggio Svevo. Si può parlare di Personaggio Svevo in quanto il nome Italo Svevo è uno pseudonimo e risulta, pertanto, una proiezione dell uomo Ettore Schmitz nelle varie fasi della sua vita.

Se esaminiamo i tre romanzi di Svevo in successione, scopriamo che il protagonista dei rispettivi libri si adatta sempre di più all ambiente: 1. Alfonso Nitti da notare l iniziale A come la prima lettera dell alfabeto, la giovane età, 19 anni, e il suo fallimento nell adattamento all ambiente, che culmina nel suicidio. 2. Emilio Brentani da notare la B come la seconda lettera dell alfabeto, l età media di 35 anni, lo sviluppo di una forma di adattamento all ambiente, la senilità. 3. Zeno Cosini da notare la Z come l ultima lettera dell alfabeto, l età avanzata di 56 anni, il miglior adattamento all ambiente che lo rende, a dispetto di quanto lui stesso ci dice, un vincente rispetto ad altri personaggi. Le riflessioni e i contenuti del romanzo di Svevo pongono, come si vede, problemi e interrogativi tipici della sensibilità del Novecento e risultano strutturati in un architettura moderna e del tutto nuova rispetto ai romanzi della tradizione ottocentesca. Per la prima volta, insieme a Pirandello, un autore italiano elabora una forma narrativa di elevate potenzialità, degna del tutto del contesto europeo e porta la Letteratura italiana ad entrare, a buon diritto, all interno del panorama internazionale anche per quanto riguarda il genere letterario della Narrativa, che rispetto alla Poesia soffriva da tempo di una posizione di non meritata inferiorità rispetto agli altri paesi. Tutt ora la Coscienza di Zeno è uno dei romanzi italiani più letti, conosciuti e tradotti nel mondo.