ANTOLOGIA. EDUCARE ALLA PACE Cfr. Maria Montessori, Educazione e pace, tr. it., Garzanti, Milano 1970.



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Transcript:

EDUCARE ALLA PACE Cfr. Maria Montessori, Educazione e pace, tr. it., Garzanti, Milano 1970. Maria Montessori è una grande figura del XX secolo, premio Nobel per la pace. I suoi scritti sono tutti informati ad una nuova comprensione delle esigenze pedagogiche e alla critica degli errori e dei pregiudizi del passato. Nel 1934 le porte della Patria le si chiudono alle spalle. Da allora il suo nome, che sembra spegnersi in Italia, si fa sempre più chiaro all estero. Fuori d Italia la preme da ogni parte l angoscia della guerra che tutti temono ed ella tiene, in diverse città d Europa, dal 1932 al 1939, le conferenze raccolte in questa opera. Guerra e Pace Generalmente s intende per pace la cessazione della guerra: ma questo concetto negativo non è quello della pace. Soprattutto se si osserva l apparente finalità di una guerra, la pace così intesa ne rappresenta piuttosto il trionfo finale e stabile. Infatti, la guerra antica aveva come movente la conquista di terre, e, con essa, la sottomissione di popoli. Benché l ambiente dell uomo non sia più la terra, bensì l organizzazione sociale in se stessa, che posa su strutture economiche, si seguita a dar come vero tale movente, e le folle vengono trascinate alla guerra per la suggestione risvegliata dall idea di conquista. La storia dell umanità ci insegna che viene chiamato "pace" l adattamento forzato dei vinti a un dominio reso stabile, alla perdita di quanto essi hanno amato, alla cessione dei frutti del loro lavoro e delle loro conquiste. Il popolo vinto è costretto a dare, come fosse lui solo il colpevole e meritevole di un castigo, proprio perché è stato vinto: mentre il vincitore affaccia dei diritti sul popolo che è rimasto vittima del disastro. Tale condizione, per quanto segni la fine della guerra con le armi, non può, certo, venire chiamata pace; anzi, il vero flagello morale nasce da questo accomodamento. Mi si permetta un paragone: la guerra potrebbe paragonarsi all incendio di un palazzo pieno di opere d arte e di oggetti preziosi: quando esso è ridotto in ceneri fumanti e soffocanti, il disastro è consumato sino in fondo: ebbene, quelle ceneri, quel fumo che impedisce di respirare, possono paragonarsi alla pace qual è intesa nel mondo. E la stessa pace che segue, nell organismo di un uomo, alla guerra che una malattia infettiva vi ha scatenato fra le energie vitali e l opera dei microrganismi, quando sopravviene la morte. Molto appropriatamente noi auguriamo al morto di riposare in pace; ma quale differenza tra questa pace raggiunta e quella che si chiama salute! L errore di chiamar pace il trionfo permanente delle finalità della guerra, fa sì che non riconosciamo più la via della salvezza, quella che potrebbe condurci a raggiungere la vera pace. E, siccome nella storia di tutti i popoli vi è una sovrapposizione alterna ditali ingiustizie trionfanti, quando permane un così profondo equivoco, la pace si allontanerà definitivamente dalle possibilità umane. Non parlo solo del passato, perché anche oggi la vita dei popoli che non sono in guerra rappresenta un adattamento alla situazione che si stabilisce tra vincitori e vinti; i primi infieriscono, gli altri imprecano come i demoni ed i dannati nell Inferno di Dante. Lontani gli uni e gli altri dal

divino influsso dell amore: tutti esseri caduti, per i quali si è spezzata l armonia universale. E questa vicenda si ripete eternamente, perché tutti i popoli furono alternativamente vinti e vincitori e in questo alterno tormento corrosero le loro energie, nell infinito fluire dei secoli: "L abisso chiama l abisso". Bisogna, invece, chiarire la differenza profonda, l opposto orientamento morale della guerra e della pace: altrimenti ci smarriremo allucinati, e il nostro spirito, cercando la pace, non troverà altro che armi e rovina. La vera pace fa pensare al trionfo della giustizia e dell amore tra gli uomini: fa pensare a un mondo migliore, ove regni l armonia. Un chiaro orientamento differenziale tra guerra e pace, non è che il punto di partenza. Per far luce su questo argomento, come su ogni altro, occorre una ricerca positiva. Ma, dove esiste un laboratorio in cui la mente umana si sia occupata di indagare qualche di scoprire qualche fattore positivo del problema pace? Si tengono, è vero, riunioni ispirate ai migliori sentimenti e voti per la pace, ma non troveremo mai concetti validi sui quali impostare uno studio che porti a comprendere e ad approfondire le cause di questo formidabile enigma; anzi, noi ci avvederemo che esiste un vero caos morale, poiché non si potrebbe definire altrimenti una situazione spirituale che consente sia esaltato un uomo che scopre il microbo di una malattia e insieme il siero curativo che può salvare molte vite umane; ma ancor più lo sia chi scopre elementi distruttori e sa dirigere le proprie energie intellettuali ad annientare la vita di interi popoli. Le concezioni del valore della vita ed i principi morali sono così contraddittori nei due casi, da far pensare alla possibilità di un misterioso sdoppiamento della personalità collettiva. Evidentemente vi è qualche capitolo inedito nella psicologia umana: qualche forza non domata, indice di un pericolo enorme per l umanità. La lotta fra l adulto e il bambino. E evidente che nell educazione comune il bambino ricorre per istinto a infingimenti per nascondere le sue capacità, per adattarsi ai giudizi dell adulto che l opprime. Il bambino compie il crudele sforzo di nascondere se stesso, seppellendo nel suo subconscio tutta una vita che vorrebbe espandersi, e che è fallita nelle sue aspirazioni. E, con tale fardello nascosto, va ad arruolarsi tra gli errori del mondo. La questione dell educazione rispetto alla guerra e alla pace è questa e non riguarda il contenuto della cultura. Si parli o no di guerra ai bambini, si adatti in un modo o nell altro la storia dell umanità ad uso dei fanciulli, ciò non cambia nulla al destino della società. Il fallito, l indebolito, lo schiavo infine, l essere non sviluppato, è sempre l uomo uscito da un educazione che è lotta cieca tra il forte e il debole. L uomo psichicamente sano è oggi un essere raro e introvabile, come lo era l uomo fisicamente sano, prima che l igiene individuale lo avesse aiutato a riconoscere le vie della salute. Nel campo morale egli si delizia ancora di veleni sottili, e ambisce a privilegi che racchiudono pericoli mortali per lo spirito. Chiama molte volte virtù, dovere ed onore quello che non è che maschera di vizi capitali trasmessi in eredità dall educazione. Le aspirazioni insoddisfatte nel bambino si ripercuotono sull adulto e si traducono in vari arresti di sviluppo mentale, in deviazioni del carattere morale, in anomalie psichiche innumerevoli, per cui la personalità umana risulta debole ed oscillante. Il bambino che non ha mai imparato a fare da solo, a guidare le proprie azioni, a dirigere la propria volontà, si riconosce poi nell individuo adulto che si fa guidare e che ha bisogno dell appoggio degli altri.

Nel bambino delle scuole, sempre scoraggiato e ripreso, si crea quella condizione di sfiducia in se stesso e di panico che si chiama la timidezza: la quale si ritrova poi nell uomo sotto forma di scoraggiamento e di remissività, di incapacità ad una resistenza morale. L obbedienza a cui è sottomesso il bambino nella famiglia e nella scuola, obbedienza che non ammette ragione e giustizia, prepara l uomo a essere sottomesso per fatalità di cose: quel castigo, così diffuso nelle scuole, di esporre il bambino incapace a rimproveri pubblici, e, quasi, al supplizio della berlina, infonde nell animo uno spavento folle e irragionevole della pubblica opinione, anche se ingiusta ed evidentemente errata. E tra questi ed altri molti adattamenti che conducono ad una coscienza di inferiorità, si apre la via allo spirito di devozione, quasi di idolatria verso i condottieri, che rappresentano per l uomo rattrappito il padre ed il maestro, figure che si imposero al bambino come perfette ed infallibili. Così la disciplina diventa quasi sinonimo di schiavitù. Il bambino non poté mai tentare le vie morali che il suo impulso vitale latente avrebbe cercato con ansietà in un mondo nuovo per lui: non poté mai esperimentare e misurare le proprie energie creative: mai riuscì a stabilire l ordine interiore che ha come sua prima conseguenza una disciplina sicura e immutabile. I suoi tentativi di sapere che cosa sia la vera giustizia furono deviati e confusi: egli venne perfino punito per aver tentato atti di carità quando aiutava compagni di scuola più oppressi e meno aperti di mente di lui. Incontrava invece tolleranza se giungeva a praticare lo spionaggio e la delazione. La virtù che gli era presentata come degna di incoraggiamento e di premio, fu sempre quella di superare e vincere i compagni con l emulazione, e di ottenere la vittoria finale del passaggio agli esami da un anno all altro della sua vita uniforme e perpetua di schiavitù. Uomini così educati non furono preparati alla conquista della verità per possederla: né alla carità verso gli altri uomini, per associarsi con loro in una vita migliore. L educazione ricevuta li preparò piuttosto a quello che può considerarsi un episodio della vita collettiva, reale: la guerra. Perché, infatti, la guerra non è causata dalle armi, ma dall uomo. Se l uomo fosse cresciuto sano psichicamente, raggiungendo, con un pieno sviluppo, un forte carattere e una intelligenza chiara, non potrebbe ammettere in se stesso principi morali opposti, né farsi partigiano contemporaneamente di due giustizie: una che difende la vita e l altra che la distrugge; ne coltivare nel cuor suo due virtù: quella di amare e quella di odiare. E non potrebbe concepire due discipline: una che riunisce le energie umane per costruire, e l altra che le riunisce per distruggere ciò che ha costruito. Un uomo forte non può sottostare a uno sdoppiamento della sua coscienza, e, tanto meno, agire in due sensi opposti. Se, dunque, la realtà umana è diversa da quella che appare nella vita, vuoi dire che gli uomini sono passivi, e vengono trascinati qua e là come foglie morte. La Terza Dimensione Signori, sembrerebbe un affermazione tanto chiara da apparire ingenua, questa. Che per raggiungere la pace nel mondo, occorrono due cose; prima di tutto, un uomo nuovo, l uomo migliore; e poi, un ambiente che non abbia più limiti innanzi all infinito desiderio dell uomo. Sarebbe necessario che le ricchezze non fossero localizzate in nessun paese, ma fossèro a tutti ugualmente accessibili. Perché, come garantire che i popoli lascino passare altri popoli sulle strade che essi hanno costruite, onde utilizzare le ricchezze sepolte nelle viscere della propria terra? Per unire fraternamente l umanità intera, occorrerebbe abbattere tutti gli ostacoli, così che gli uomini di

tutta la terra fossero come fanciulli che giocano in un solo vasto giardino. Non sono sufficienti leggi e trattati: ma un mondo nuovo, pieno di miracoli. Non è forse vero che l uomo vola? Ecco che ostacoli terreni non separano più paese da paese, e l uomo può col suo volo compiere il giro della terra senza costruire strade, e senza invadere l altrui dominio. E se l uomo, riuscendo a dominare la forza della gravità, giunge nella stratosfera a realizzare viaggi rapidi e liberi, chi mai potrà vantare la proprietà dell una o dell altra terra? Chi vanterà diritti sulla gravità terrena o sull involucro etereo che si trova al di là dell atmosfera? E a chi apparterranno quelle radiazioni lunghe e corte, cause invisibili di misteriose comunicazioni, che però trasportano realmente la voce dell uomo e il pensiero di tutta l umanità attraverso lo spazio? E chi potrà mai esaurire questa grande libertà e potenza? Le energie solari saranno trasformate in pane più sostanzioso e in calore per le abitazioni degli uomini: ora, qual popolo si dichiarerà proprietario delle energie solari? Non c è limite, né localizzazione alle ricchezze nuove che l uomo acquista movendo verso l etere, verso il cielo infinito, verso l anima siderea del creato. E allora, che scopo avrà la lotta degli uomini? Essi lottarono prima per le apparenze della materia: ma poi scoprirono le sue origini, trovarono che esse sono energie, e si impadronirono delle occulte ed infinite cause, anziché dei loro effetti limitati. L uomo se n è impadronito come un Dio, e da questo punto la sua vita sociale è completamente cambiata. Un elevazione meravigliosa ed improvvisa ha posto il campo delle conquiste umane a un livello superiore alla terra. La superficie terrestre ebbe per l uomo due dimensioni: ma oggi egli è andato verso la terza dimensione: la storia dell uomo, considerato in una sola dimensione, è finita. Questa è la visione della realtà del nostro tempo: noi, gli ultimi uomini piatti, dobbiamo fare un grande sforzo di elevazione per comprenderla. Ci troviamo in una crisi, tra un vecchio mondo che finisce e un nuovo mondo che si è già iniziato e ha reso palesi tutti i suoi elementi costruttivi. La crisi che attraversiamo non è di quelle che segnano il passaggio da un èra all altra, essa si può solo paragonare a una delle epoche biologiche o geologiche in cui apparivano esseri nuovi più alti e perfetti, mentre sulla terra si realizzavano condizioni di vita mai prima esistite. Ebbene, perdendo di vista questa situazione, ci troveremo davanti ad un cataclisma universale, che farà ricordare la profezia del mille e non più mille. Se le energie sideree verranno utilizzate dall uomo piatto e inconscio per distruggere se stesso, egli riuscirà nell intento rapidamente; perché le energie di cui dispone sono smisurate e infinite; e sono accessibili a tutti, in ogni istante e in ogni luogo. Perché l educazione oggi può avere un influenza nel mondo? Esiste però un fatto impressionante: un evoluzione dell ambiente sociale, che si è verificata in modo prodigioso specialmente negli ultimi anni: un evoluzione miracolosa e improvvisa, dovuta a pochi uomini, non importa quali, poiché essi rappresentano le forze dell intelligenza, di questa grande energia, di questa ricchezza incommensurabile, che può portare frutti prodigiosi al mondo intero anche rivelandosi attraverso una sola individualità. Ma tutte le scoperte e tutte le invenzioni che sembrano dovute ad un solo individuo, poggiano sopra un substrato costante ed oscuro di lavoratori i quali creano un prodotto che nessuno potrebbe conquistare e far sua proprietà. Questo oscuro lavoro non appartiene a nessuna nazione; è più o

meno diffuso in tutte. E un substrato super-naturale, che ha creato un mondo super-naturale, una civì1tà diffusa ovunque. Per queste prodigiose conquiste si è trasformata la società; e noi non ce ne siamo accorti, perché questa trasformazione è la caratteristica del nostro tempo. Il potere impressionante che l uomo è riuscito a conquistare, sulla forza di gravità e su elementi che gli erano stati finora inaccessibili, costituisce il segno distintivo del nostro tempo. Inoltre, tutti gli uomini sono diventati più ricchi: direi quasi che soffrono per troppa ricchezza. È ben impressionante il fenomeno dello squilibrio tra lo sviluppo dell ambiente esterno e lo sviluppo spirituale dell uomo: fatto curioso, comunque, e contraddittorio più delle guerre stesse; uomini che hanno tanto conquistato, e che potrebbero esser tanto ricchi, sono invece poveri ed infelici; e proprio oggi, ciascuno si domanda i come potrà vivere. Tutto si evolve, tutto si trasforma, l umanità produce tanto, troppo, ed è questo "troppo" che induce qualche volta a desiderare di ritornare indietro nel tempo. Regna nel mondo una grande confusione. Gli uomini di oggi vanno pel mondo inariditi ed isolati. Ma un unione di uomini inariditi ed isolati non è una società, non può essere una società fertile di nessun progresso morale, di nessuna elevazione umana. Gli uomini assomigliano a granelli di sabbia nel deserto, tutti ammassati e tutti separati. Il suolo è sterile, e un po di vento basta a devastarlo; ma un po di acqua spirituale basterebbe a farne un terreno meno arido e più solido. Quest uomo che ha conquistato tutti i poteri materiali, deve ora conquistare e valorizzare il potere di sé, possedere se stesso e dominare il suo tempo. Per questo è necessario valorizzare l individualità, farle sperimentare la sua potenza, insegnarle a vedere il mondo nella sua vera grandezza, allargare i limiti della sua vita, metterla in contatto con l individualità altrui. Per la pace Tutte le forze migliori dell umanità si riuniscono oggi attorno ad un appello, che domanda loro la risoluzione dei più urgenti problemi di vita. La pace è una meta che si può raggiungere soltanto attraverso l accordo, e due sono i mezzi che conducono a questa unione pacificatrice: uno è lo sforzo immediato di risolvere senza violenza i conflitti, vale a dire di eludere le guerre; l altro è lo sforzo prolungato di costruire stabilmente la pace tra gli uomini. Ora evitare i conflitti è opera della politica: costruire la pace è opera dell educazione. E urgente far comprendere la necessità di uno sforzo concorde e collettivo anche per la costruzione della pace. L educazione costruttiva della pace non può limitarsi alla scuola e all istruzione: è un opera di portata universale. Essa non consiste soltanto in una riforma dell uomo, che permetta lo sviluppo interiore della personalità umana: ma è anche un orientamento verso i fini dell umanità e le condizioni presenti della vita sociale. Questo secondo aspetto ci mostra che, attraverso i meccanismi economici e le comunicazioni, gli uomini hanno effettivamente raggiunto l unione dei propri interessi materiali. Tale conquista effettiva segna la nascita di nuovi orientamenti nel campo degli interessi stessi, ed è necessario che gli uomini vi siano preparati consciamente, perché, continuando a considerarsi come gruppi nazionali a interessi distinti, corrono il rischio di distruggersi a vicenda. Questo è il nodo essenziale di tutte le questioni che si riferiscono alla pace.

La guerra perciò non può portare più nessuna utilità materiale. Abbiamo già visto nella guerra europea che i vincitori non hanno tratto nuove energie e benefici dalla vittoria, come avveniva nei tempi passati. Un fenomeno del tutto nuovo si è verificato: i popoli vinti sono divenuti un pericolo, un peso, un ostacolo per i vincitori, i quali hanno dovuto occuparsi di risollevarli e di aiutarli. Un popolo vinto è oggi una malattia per l umanità intera. L impoverimento di uno non fa la ricchezza di un altro, ma il decadimento di tutti. Distruggere una nazione sarebbe come amputare una mano nell illusione che l altra mano raddoppierebbe così la propria forza. Tutti noi formiamo un solo organismo, una Nazione Unica (N.U.). Questa nazione unica, che fu l inconscia aspirazione spirituale ed anche religiosa dell anima umana, possiamo proclamarlo con un grido che arrivi da un punto all altro della terra, è finalmente raggiunta. È nata l umanità organismo questa super Costruzione, che ha assorbito tutti gli sforzi dell uomo sin dalla sua origine, si è realizzata. Noi ci viviamo. Ne danno una prova mirabile i poteri quasi miracolosi che oggi pongono l uomo al di sopra della sua natura: l uomo che vola nell aria, più alto e sicuro delle aquile, l uomo che dispone delle segrete energie invisibili dell universo, l uomo che può guardare nei cieli e nell infinito, che può parlare attraverso gli oceani e che può raccogliere le vibrazioni di tutte le musiche del mondo, l uomo che possiede i segreti capaci di trasformare la materia, infine l uomo di oggi è il cittadino della grande nazione dell umanità. È assurdo pensare che un tale uomo, dotato di poteri superiori alla natura, debba essere un olandese, o un francese, o un inglese, o un italiano. Egli è il nuovo cittadino del nuovo mondo: il cittadino dell universo. Se è così, non è più possibile fingere l esistenza di nazioni a interessi separati, come in passato. Non hanno più ragione di esistere le singole nazioni con i loro confini, i loro costumi, i loro diritti diversi. Ci saranno sempre gruppi e famiglie umane con diverse tradizioni e diverse lingue, ma non potranno dar luogo a nazioni nel senso tradizionale della parola: dovranno unirsi come membri di un solo organismo, o morire. La grande campana che chiama oggi gli uomini sotto l unica bandiera dell umanità è uno squillo di vita o di morte. Oggi tutti gli uomini sono in comunicazione tra loro; le idee serpeggiano e corrono per l etere da un capo all altro del mondo, senza conoscere frontiere. Oggi non ci rimangono che due vie: o elevarci all altezza che abbiamo raggiunto, o morire per opera delle nostre stesse conquiste. È assurdo combattersi per il benessere materiale, o per le difese nazionali, o per l esaltazione di principi sociali. La nostra epoca è un epoca d adattamento a condizioni esterne profondamente mutate. La nostra conquista dell ambiente è già avvenuta: noi abbiamo oltrepassato i limiti puramente naturali. Bisognerebbe per questo che tutte le nazioni si accordassero in un intesa, in una specie di tregua che permettesse a ciascuna di dedicarsi alla cura della propria umanità, per attendere da essa la soluzione pratica di problemi sociali oggi apparentemente insolubili. Forse il raggiungimento della pace sarebbe allora facile e prossimo, come lo svegliarsi da un sogno, come liberarsi da una suggestione. Educate per la pace

L educazione assume oggi, nel particolare momento sociale che attraversiamo, un importanza veramente illimitata. E questa accentuazione del suo valore pratico si può esprimere con una sola frase: l educazione è l arma della pace. Se pensiamo alla grandiosità e alla perfezione tecnica oggi raggiunta dagli armamenti bellici, ai quali è affidata la salvezza dei popoli attraverso la guerra, dobbiamo concludere che solo quando l educazione avrà raggiunto lo stesso grado di eccellenza e di perfezione scientifica sarà divenuta l armamento capace di garantire ai popoli la sicurezza e il progresso. Io non discuto sull opportunità degli armamenti meccanici, non entro nella questione politica; dico soltanto che la vera difesa dei popoli non può poggiare sulle armi: giacché le guerre si succederanno sempre l una all altra, e non potranno mai assicurare la pace e la prosperità di nessun popolo, finché non si ricorrerà a questo grande «armamento per la pace» che è l educazione. Perché l educazione costituisca veramente la salvezza dell umanità e della civiltà, essa non può mantenersi nei limiti e nella forma che oggi presenta. Oggi l educazione è rimasta troppo indietro rispetto alle esigenze attuali. Per usare un paragone in carattere con l argomento, si potrebbe dire che l educazione è rimasta al livello del lancio della freccia, rispetto all attuale armamento bellico: come è possibile combattere a mezzo di frecce contro cannoni potentissimi e bombardamenti aerei? Perciò è necessario costruire e perfezionare l armamento dell educazione. È evidente che, un educazione intesa a fondare la pace, non può consistere solo nella ricerca dei mezzi atti a sottrarre il bambino alle suggestioni della guerra. Non sarebbe sufficiente evitare che i suoi giocattoli simulino le armi, o che egli studi la storia dell umanità come una successione di imprese guerresche, e consideri la vittoria sui campi di battaglia come un supremo onore. E neppure sarebbe sufficiente inculcare nel bambino l amore e il rispetto per tutti gli esseri viventi, e per tutte le cose che essi hanno costruito attraverso secoli di civiltà. Tutto ciò non costituirebbe che la parte scolastica di un tentativo più vasto. Gli uomini non fanno la guerra perché da bambini furono suggestionati da un giocattolo. E l insegnamento scolastico della storia, basato sull apprendimento mnemonico di date e di avvenimenti, non costituisce certo il metodo più indicato per infiammare all eroismo. Evidentemente la guerra è un fenomeno complesso, che è importante conoscere e comprendere, soprattutto nel nostro tempo. L educazione, come oggi è intesa, incoraggia gli individui all isolamento e al culto dell interesse personale: oggi si insegna agli scolari a non aiutarsi l un l altro, a non suggerire a chi non sa, a preoccuparsi solo della promozione, a conquistare un premio nella competizione con i compagni. E questi poveri egoisti, stanchi mentalmente, come è dimostrato dalla psicologia sperimentale, si trovano poi nel mondo l uno accanto all altro come granelli di sabbia nel deserto: ciascuno è isolato dall altro, e tutti sono sterili; se si scatena un vento potente, questi pulviscoli umani, privi di una spiritualità che li vivifichi, verranno travolti e formeranno un turbine sterminatore. Un educazione capace di salvare l umanità richiede non poco: essa include lo sviluppo spirituale dell uomo, la sua valorizzazione, e la preparazione del giovane a comprendere i suoi tempi. Il segreto sta qui: nella possibilità per l uomo di divenire il dominatore dell ambiente meccanico da cui oggi è oppresso. Il produttore deve dominare la produzione. Ora la produzione è intensificata dalla scienza ed ha raggiunto un alto grado di organizzazione in tutto il mondo. Occorre quindi in ugual misura valorizzare scientificamente le energie umane, e organizzare l umanità. Gli uomini non possono più rimanere ignari di se stessi e del mondo in cui vivono: e il

vero flagello che oggi li minaccia è proprio questa ignoranza. Occorre organizzare la pace, preparandola scientificamente attraverso l educazione. L educazione addita una nuova terra da conquistare: e questa terra altro non è che il mondo dello spirito umano. La pace è un principio pratico di umanità e di organizzazione sociale che si fonda sulla stessa natura dell uomo. Essa non lo sottomette, ma lo esalta; non lo umilia, ma lo fa cosciente del proprio potere sull universo. E poiché si fonda sulla natura dell uomo, è un principio unico e universale, comune a tutti gli uomini. Questo principio deve condurre a realizzare la scienza della pace e l educazione degli uomini per la pace. La necessità di un intesa universale ai fini della preparazione morale alla difesa dell umanità. Le guerre non nascono dal rancore che può venir inculcato attraverso lo studio della storia. Non è un sentimento di odio che porta oggi gli uomini alla guerra. L umanità, già da molto tempo, si era orientata verso il superamento di quello che con voce comune si chiama «nazionalismo». Il nuovo orientamento portava e porta l uomo a concepire il mondo al di là dei limiti nazionali. Lo dimostrano l interesse di uomini d ogni paese a conoscere avvenimenti che si determinano in qualunque parte del mondo, o a prenderne visione diretta: il desiderio, che si fa sempre più generale, di viaggiare, di correre le vie del mondo; la necessità di imparare molte lingue e di trovare, anzi, una lingua unica per meglio comunicare con uomini di altri paesi per raggiungere una più stretta relazione tra i popoli. Oggi più che mai è vivamente sentito il fascino delle razze lontane: dei Giapponesi, dei Cinesi e degli Indiani. E il progresso di oggi sempre più contribuisce a soddisfare questo desiderio potente, perché esso appresta i mezzi di comunicazione atti a superare formidabili ostacoli naturali. Già da tempo si è manifestata negli uomini un ansia di mescolarsi, di vedere come gli altri vivono. E rispondono a queste nuove aspirazioni tutte le misure attuate nei paesi diversi per facilitare gli scambi e i passaggi dei rispettivi mezzi di trasporto. All antico amore del "paesello", del "campo", è subentrato un impulso umano verso ogni terra del mondo. Ci si potrebbe domandare per quale ragione si cerca oggi per contro di chiudere i confini nazionali, di mettere dogane e di porre barriere persino allo scambio del denaro, con l unico fine di impedire ogni comunicazione. Nasce dalla considerazione di tanti assurdi la coscienza di un problema grande, immenso, di fatti che agli uomini restano ignoti e che sono prima causa di spaventose rovine. L organizzazione sociale di oggi ha meccanismi sconosciuti alla maggior parte degli uomini. Solo in modo vago si prospetta l esistenza di fattori economici che comandano gli avvenimenti. Ora, se questi ed altri fattori sconosciuti esistono, bisogna individuarli, rivelarli. Non serve tanto riformare l insegnamento della storia, quanto studiare la Costituzione presente della nostra società: costituzione di cui gli uomini sono completamente ignari, poiché l educazione non aiuta a capire i fenomeni dei nostri tempi. Una scienza che studia il nostro tempo diventa urgentemente necessaria, e sarebbe questa la "scienza della pace. Questa scienza dovrebbe a mio parere considerare e sfruttare in modo particolare due realtà. L una è che esiste un bambino nuovo; che oggi siamo riusciti, fornendo i mezzi necessari al suo sviluppo normale, a scoprire le leggi atte a rivelarci un uomo molto differente da quello che si conosceva per il passato. L altra è che oggi l umanità costituisce sotto molti aspetti una nazione unica. Innumeri sono le prove di questa unità dell umanità, sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista materiale ed intellettuale. L interdipendenza fra i vari popoli ha creato la loro unità, e lo dimostrano anche le guerre moderne: il vincitore oggi non si arricchisce per la vittoria, ed il vinto grava su di lui come una parassita. La controprova è data dal fatto che le nazioni, che sono tornate al nazionalismo, hanno dovuto troncare

una quantità di legami che le univano alle altre nazioni. I principi del nazionalismo impongono di impedire alle genti l emigrazione dal proprio paese, di trattenere il denaro, di creare artificiosamente negli uomini un attaccamento esasperato alla propria nazione, avviandoli fin dalla nascita all accettazione di interessi essenzialmente nazionali. Perché è nato questo movimento violento di coercizione in gruppi nazionali separati? Perché d altro canto l unione fra le nazioni è avvenuta solo attraverso meccanismi esteriori che non avevano nessun corrispondente substrato morale. L internazionalismo politico ha considerato gli interessi di una parte soltanto dell umanità e tende a un unione basata sull eliminazione dei diritti del resto dell umanità e sulla distruzione dei loro particolari elementi morali. Dicevo dianzi che due sono le realtà su cui l umanità potrà costruire l edificio della sua nuova organizzazione: l umanità già unita ed il bambino nuovo. Nazione Unica e Uomo migliore ecco le due grandi realtà. L uomo migliore ci dirà come si debba preparare l umanità cosciente della sua unità. Gli uomini che debbono realizzare questo mondo nuovo sono diversi da noi; esso forse già sta sorgendo senza che noi ne siamo consci. Ne scorgiamo, un po ovunque, i segni evidenti; dalle tenebre del dubbio e della paura che gravano sul genere umano, ormai s intravede la luce che le dissiperà perché già si è iniziata la società nuova. Nasce una nuova umanità per un nuovo mondo! Educate per la pace Oggi si spinge il ragazzo a studiare, a far presto, a non perder tempo, a farsi una posizione. Il poverino, quando ha finito i suoi studi, non sa nulla della vita sociale: si sente abbandonato, sperduto. E perché allora essersi tanto affrettati? Perché aver studiato, se ora i libri sono definitivamente messi da parte? Apprendere significa svolgere un lungo lavoro. La cultura non può riempir la vita dell uomo. L uomo non è fatto solo d intelletto, e l istruzione non può soddisfare tutte le sue esigenze. Io credo che si debba fare molto di più per l educazione dei fanciulli e dei giovani. Come per i piccoli abbiamo preparato una casa adatta a loro, così per ragazzi di età più avanzata dobbiamo preparare nel mondo esterno un ambiente che sviluppi la loro educazione sociale. L ambiente della scuola, quello che noi conosciamo, non è più sufficiente: un ragazzo può ben istruirsi molto più degli altri, ma rimanere ignaro del mondo e senza doti di carattere. L elevazione dell uomo non si ottiene solo con la cultura: il problema è molto più complesso, e richiede una soluzione urgente. Bisogna preparare un ambiente sociale, un nuovo mondo per i fanciulli e per i giovani, affinché la coscienza dell individuo possa svilupparsi. Oggi occorre una grande riforma educativa e soprattutto sociale. L amore all ambiente è il segreto di tutti i progressi dell uomo e dell evoluzione sociale. L amore all ambiente porta alla conoscenza, allo studio, al lavoro. Che differenza esiste tra l amore che porta al possesso e l amore che porta alla conoscenza? L amore spinge alla conoscenza che conduce alla produzione. Tutti i prodotti della civiltà sono il lavoro dell uomo. Ogni nuova cosa che esiste è prodotta dall uomo che ha amato il suo ambiente. Il potere e il possesso ci tengono nella schiavitù; e invece di una società umana, fondate sull amore e la giustizia, nasce una società dove tutti gli uomini devono nascondersi dietro una maschera per poter vivere. La Supernatura e La Nazione Unica

Lo studio della natura e l osservazione dello sviluppo animale costituiscono la chiave necessaria a spiegare alcuni fenomeni sociali nel loro insieme. La teoria di Darwin, riassunta nei suoi scritti "La lotta per la vita", "La selezione dei caratteri", "Il trionfo del più forte", ci aiuta infatti a capire i grandi eventi dei popoli. Vi si adombrano l idea di un umanità privilegiata, i caratteri dei conflitti umani, il destino delle vittime dei potenti. Certo vi sono altri fenomeni essenziali, riguardanti la vita al suo sorgere: l infanzia, l impotenza delle creature non ancora in grado di sostenere la lotta per la vita; fatti, questi, che non possono trovare spiegazioni e soluzioni nella teoria darwiniana. Oggi la vita è considerata biologicamente in rapporto con l esistenza della terra, e questo concetto può meglio chiarire la necessità di una vita sociale; esso è più vicino alla verità di quanto non lo sia l idea generica secondo cui gli esseri viventi, per avvicinarsi alla natura, debbono adattarvisi con uno sforzo che li trasformi. Gli esseri viventi creano l equilibrio universale; gli animali non sono esseri che vivano separati dal loro ambiente e vi si adattino, e così pure le piante; si può dire che la vita è la forza creatrice del mondo. La vita mantiene la vita. Gli animali sono operai creatori, depuratori e conservatori dell ambiente. Quel che essi fanno non lo fanno per se stessi; la finalità che perseguono non è quella di conservare la specie per se stessa, ma quella dì conservare il mondo. È verissimo che i loro atti, le loro azioni, mirano direttamente alla conservazione della specie, e che sono suggeriti dall istinto di conservazione dell individuo e della specie, ma essi obbediscono anche ad una finalità superiore: non agiscono soltanto per la conservazione della specie, ma fanno molto di più: creano il mondo. L uomo (a maggior ragione) non ha come scopo fondamentale della sua esistenza né la conservazione dell individuo, né la conservazione della specie. Lo sforzo di conservazione dell individuo adulto non è che un mezzo ed una parte di ciò che egli deve fare per compiere la sua missione, per raggiungere la sua finalità, la sua ragione d essere: la creazione dell ambiente. L uomo sarebbe fatto per godere, sarebbe nato re dell universo, ma non può raggiungere questa meta rimanendo sulla terra soltanto come vivente: egli deve vivere per realizzare il fine della sua vita, che non è un fine visibile nel mondo, o evidente nella natura. Egli cammina verso di esso senza vederlo, e questo fine di cui egli non è consapevole, è la costruzione di qualcosa che supera la natura. L amore dell ambiente lo spinge alla scelta del suo lavoro: richiami che giungono a lui lo portano a compiere la sua missione; allora egli si sacrifica, e lavorando trasforma l ambiente, crea un altro mondo che pervade tutta la natura: è qualcosa di più della natura, della quale egli utilizza tutto ciò che esiste. L uomo crea la Supernatura. La Supernatura dell uomo è differente dalla semplice natura. Lentissimamente affiorano in lui i sentimenti superiori, come quello dell unione fra l uno e l altro essere. L uomo è il dominatore di tutta la terra: trasforma e conquista l ambiente, e l ha conquistato dal principio creando la cultura e la civiltà. Anche la personalità umana si è andata trasformando, e abbiamo visto apparire lo spirito di eroismo, di sacrificio, di dedizione. A misura che la Supernatura si costruisce, si compie anche l evoluzione dell umanità, che non è solo un evoluzione naturale, ma anche uno sviluppo della personalità.

Non si potrebbe più vivere nell ambiente della natura se non si potesse camminare che con i piedi, o guardare che con gli occhi: tutto è formato sulla possibilità di superare i limiti naturali. Occorre dunque una preparazione a questo nuovo ordine di vita: ecco la necessità dell educazione. L uomo nondimeno ha compiuto un altro miracolo, che sta alla base di tutto ed è la chiave di tutto: si tratta del miracolo più grande, e anche del più inconsapevole: l elevazione dell intelligenza umana. Gli uomini possono comunicare fra loro con enorme facilità: nel corso della storia essi si sono organizzati in gruppi sempre più vasti, così che tutta l umanità oggi costituisce un gruppo solo; essi non né hanno coscienza, e nondimeno è questa una realtà. Si può dire che tutta l umanità oggi abbia un comune funzionamento. Non esistono più gruppi d uomini separati, come avveniva fino a ieri. Un solo interesse li unisce in un solo organismo vivente, operante. Nessun fenomeno può colpire un gruppo umano senza che un altro ne subisca le conseguenze, e, per meglio dire, l interesse di ogni gruppo è l interesse di tutti. Non si può parlare di un centro di civiltà, poiché la civiltà si diffonde, e non vi è modo di sfuggirla; non vi è più rifugio per il ladro, non vi sono più esiliati. Tutta l umanità forma un solo organismo, eppure essa continua a vivere in un mondo di sentimenti superati. L umanità forma oggi un unità sola: una Nazione Unica. La Nazione Unica ha scoperto tutta la terra ed ha riunito tutti gli uomini; tutte le ricchezze. La paura della povertà deve sparire, ma l uomo libero da questa paura deve comprendere che la ricchezza non va più cercata nella terra o nelle miniere o sulla superficie terrestre. Il Tesoro Unico dell uomo, la materia prima che tutto gli promette, è l intelligenza umana, inesauribile tesoro. Ecco perché l educazione non deve mirare soltanto alla protezione della personalità, ma ad orientare l uomo verso quelli che sono i tesori capaci di dargli una vita felice: l intelligenza dell umanità e la normalità della persona. Educate per la pace Tutta l umanità lavora per il bene comune, anche se inconsapevolmente essa sta veramente creando il mondo nuovo che deve essere il mondo della pace. I grandi sforzi degli uomini che hanno lavorato, scoperto, studiato, sofferto, tutto il lavoro degli uomini sfocerà e vivrà assommato in quel mondo che sarà il mondo della pace. Anche se gli uomini lottano tra di loro, o hanno lottato; anche se hanno fatto delle guerre e se si sono schierati in parti opposte le une alle altre, hanno pur sempre tutti lavorato a costruire un mondo che sarà quello della pace. Gli uomini sono migliori di quello che appaiono. Anzi, vedo l umanità estremamente buona e caritatevole, ma bontà e carità sono esercitate in modo inconsapevole, cosicché l Umanità non si accorge di essere buona e caritatevole. Si potrebbe dire che le lotte tra gli uomini, l incapacità di comprendersi, sono qualche cosa che rappresenta la superficie, sotto la quale, non appena si rompesse e quando la rompessimo, si vedrebbe un abisso dì bontà, e di sacrificio in tutta la storia umana, bontà e sacrificio che la storia ha nascosto, che l umanità ignora. Chi lavora non lo fa in rapporto ai propri bisogni, ma in rapporto ai bisogni degli altri. Consideriamo per esempio un fornaio: egli, mentre gli altri dormono, durante la notte cuoce il pane per tenerlo pronto quando gli altri si risvegliano dal loro riposo. Il pane che il fornaio prepara è forse per lui? Nè lui, nè la sua famiglia potranno consumarlo. Il fornaio dunque lavora e si sacrifica per il bene degli altri. Si sacrifica forse una notte o due? No, si sacrifica durante tutta la vita.

Consideriamo il minatore che estrae il carbone dalle viscere della terra. Egli rinuncia alla luce del sole, all aria libera, e si seppellisce vivo, pur sapendo che corre continuamente il rischio di essere ucciso da qualche esplosione. Quando la mattina dice addio ai figli, non è sicuro di tornare vivo. Un eroe. E non per una battaglia passeggera: ma un eroe che sacrifica tutta la sua vita. Il carbone che tira fuori egli certo non potrà consumarlo per scaldare la sua casa, per cuocere i suoi alimenti. Quel carbone è destinato a genti innumerevoli sconosciute, che non potrebbero nemmeno compensarlo con la loro gratitudine, È destinato a macchine che l uomo sepolto non può nemmeno riconoscere e salutare con soddisfazione come il risultato del suo sacrificio. Questa "carità universale" non è come l episodio della carità conscia, che ha bisogno di stimoli, che ha bisogno di constatare le sofferenze e le necessità dei poveri, non è una carità episodica e temporanea, che aspetta la riconoscenza dei beneficati e poi cessa. Se noi educhiamo i bambini a percepire questa situazione, essi potrebbero prepararsi alla riconoscenza verso tutta l umanità. É questa una parte emotiva della nostra educazione cosmica. La verità qualche volta è fatta di apparenti contraddizioni. Se non esistesse quest apparente contraddizione meno difficile sarebbe afferrarla: tutti cercano la verità perché è nascosta, e pure esiste. Di questo vive l anima dell uomo, della sicurezza della verità che egli cerca. Su questa terra dove l adulto impera e distribuisce i beni, appare che veramente l umanità non è concorde; anche là dove gli interessi umani sono più lontani e l uomo dovrebbe sentirsi più vicino alla verità e alla realtà, cioè in seno alle religioni; anche là non esiste accordo. È fine e sforzo di quest associazione cercare di mettere le fedi in armonia, dimostrare che esse desiderano la stessa cosa ed amano nello stesso modo. Ecco perché fra voi s insegna a pregare con espressioni di tutte le religioni possibili e queste parole ed espressioni sono veramente concordi. Altro fine dell associazione è di far sentire che tutti gli uomini che vivono sulla terra, qualunque siano le loro idee, abitudini o credenze religiose, sono tutti nell intimo concordi e potrebbero chiamarsi fratelli o amici. È indubbio che in ogni parte del mondo gli uomini sono differenti fra loro, che essi vivono in modi di vita fissi e diversi e che non vi è sforzo di preghiera, di ragionamento logico, che ottenga un atto di volontà perché s intendano tra di loro. Ma non vi è forse una strada nuova? Non vi è forse un essere nuovo su cui far convergere una speranza nuova? Il Bambino. Il Bambino è, dal punto di vista religioso, l essere più possente. Senza dubbio esiste una comunicazione tra lui e il Creatore, egli è l opera più evidente del Creatore. Noi possiamo dire: L essere più religioso nel mondo umano è il bambino. Se vogliamo trovare un essere puro, parimenti libero e lontano dall una e dall altra delle idee filosofiche o dai partiti politici troveremo questo essere neutrale nel Bambino. E se pensiamo che tutti gli uomini sono diversi per la lingua che parlano, riconosceremo nel Bambino l essere che non parla nessuna lingua ed è disposto a parlarne una qualunque. Ecco allora il nucleo a cui dobbiamo rivolgerci quando cerchiamo le vie per la realizzazione della pace. Perché nelle riunioni invocanti la pace non entra trionfante la schiera dei bambini? Se apparissero fra noi schiere di bambini, di questi esseri umani, nei quali la pace vive in potenza, noi tutti dovremmo riverirli, e inchinarci con ammirazione. Il Bambino apparirebbe tra noi come la figura del Maestro della pace. Dovremmo muovergli incontro per apprendere il Mistero dell Umanità, per scoprire in lui il mistero di una bontà che esiste nel fondo e che gli atti e la vita smentiscono. Là è l origine della conoscenza che sommamente ci interessa.