ORARI LITURGICI SANTO NATALE



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Transcript:

ORARI LITURGICI SANTO NATALE MARTEDI 24 dic. Ore 23.30: S. MESSA DI MEZZANOTTE MERCOLEDI 25 dic.:ore 9.oo: S.MESSA Natività (A CASTELLETTO)); Ore 10.15: S.MESSA Natività (IN PARROCCHIALE); Ore 18.00: S.MESSA Natività (IN PARROCCHIALE). GIOVEDI 26 dic.: Ore 9.oo: S.MESSA (A CASTELLETTO) Ore 10.15: S.MESSA (IN PARROCCHIALE); VENERDI 27 dic.: non è prevista la S.Messa; SABATO 28 dic. Ore 18.00: S.MESSA festiva ( In parrocchiale). DOMENICA 29 dic.: Ore 9.oo: S.MESSA festiva (A CASTELLETTO)); Ore 10.15: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE); Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE) LUNEDI 30 dic. Ore 16.00: S.MESSA ( IN PARROCCHIALE) MARTEDI 31 dic..:ore 18.00: S.MESSA festiva ( In parrocchiale). Ore 20.30 : Incontro PREGHIERA di Fine Anno MERCOLEDI 1 /01 : Ore 9.oo: (A Castelletto) ; Ore 10.15: (In parrocchiale) Ore 18.oo: (In parrocchiale) GIOVEDI 02 genn.: non è prevista la S., Messa; VENERDI 03 genn Ore 16.oo: S.Messa; SABATO 04 genn: Ore 18.oo: S. MESSA festiva; DOMENICA 05 genn. Ore 9.oo: S.MESSA festiva (A CASTELLETTO)); Ore 10.15: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE); DOMENICA 05 genn. EPIFANIA DEL SIGNORE: Ore 18.oo: (IN PARROCCHIALE). LUNEDI 06 genn: Ore 9.oo: (A Castelletto) ; Ore 10.15: (In parrocchiale) Ore 18.oo: (In parrocchiale) ( da MARTEDI a VENERDI ore 16.00: S. Messa in CANONICA) BATTESIMO DEL SIGNORE ( Si conclude il NATALE) SABATO 11 genn: Ore 18.oo: S. MESSA festiva; DOMENICA 12 genn. Ore 9.oo: S.MESSA festiva (A CASTELLETTO)); Ore 10.15: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE);

NATALE: FESTA CRISTIANA + NATALE è una parola latina, che indica "anniversario della nascita (di qualcuno o qualche cosa). Quale nascita? Quella della storia, della vita in questo mondo... I PRIMI CRISTIANI, con il "Dies natalis" (il "dì del natale") indicavano invece la MORTE TERRENA (la fine di questa vita...) che faceva (fa) "nascere al Cielo", alla "vita eterna". E, ancor oggi, la stragrande maggioranza delle "Feste dei santi" sono datate al giorno della loro morte terrena. - NATALE: con questo termine, però, si intende soprattutto la grande festa cristiana, che celebra (fa memoria: rende presente qui e adesso) la NASCITA nel TEMPO del Figlio di Dio, GESÙ CRISTO SIGNORE NOSTRO. Nascita avvenuta da Maria di Nazaret, a Betlemme (la città del re David), in un "rifugio per pastori" (la Grotta), al tempo di Augusto e del re Erode 1..QUESTA FESTA dura dai 15 ai 20 giorni solari,ma, liturgicamente viene considerato UN SOLO GIORNO. Il NATALE, poi, anche se è emotivamente sentita come la più importante festa (che coinvolge anche tanti non cristiani) è però, nella sostanza, secondaria (e in funzione) rispetto alla PASQUA (che, tra l'altro, dura 7 settimane, cioè 50 giorni). PASQUA che è il "CENTRO" di tutta la vita cristiana...e che si rinnova ogni domenica... Premessa indispensabile della PASQUA CRISTIANA (Pasqua di morte, sepoltura e risurrezione) (Gesù infatti ha potuto salvarci, perché, è il fatto che il Verbo, il Figlio del Padre: - Si è INCARNATO, ha preso "CARNE", un corpo come il nostro (e si è inserito in tutto, fuorché nel peccato, nella vita e nella storia di ogni uomo, di tutti gli uomini (ora infatti Dio Padre non può più non amare gli uomini, perché non amerebbe suo Figlio); e, pur essendo, "innocente" ha preso su di sé tutto il male che grava sugli uomini (dal peccato, alle malattie, alla morte...). Dice, per esempio, LA LETTERA AGLI EBREI (10, 5-10 passim) Entrando nel mondo. Cristo dice: "Tu non hai voluto ne sacrifici ne offerte, un corpo invece mi hai preparato...allora ho detto: 'Ecco, io vengo...per fare la tua volontà. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. E ancora, DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (1, 14.18). E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità... Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. + Si tratta del metodo, dunque, che l'invisibile Dio ha scelto per rendersi visibile da noi, e perciò conoscibile, amabile (e amato...almeno dal Figlio...). Questo "metodo" possiamo chiamarlo come: di INCARNAZIONE o di SACRAMENTALITA', che si manifesta in tutta la STORIA SACRA (o della salvezza: la Bibbia) e che trova in GESÙ' il MOMENTO CULMINANTE; GESÙ infatti è il SACAMENTO FONDAMENTALE (o PRIMARIO) che da valore, validità, a tutti gli altri... + II NATALE allora E' il SEGNO CHE DIO (e la sua Chiesa) non DISPREZZA LA MATERIA, e la CORPOREITÀ1 UMANA (sia maschile che femminile), ma anzi la esalta, la valorizza, la rispetta... come "luogo" dove Dio si manifesta e vive nella storia, nel tempo. Il CORPO del BATTEZZATO (insieme alla Eucaristia) è in effetti il VERO TEMPIO DI DIO. Dalla PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AI CORINZI (3,16-17) Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio (profana il proprio corpo) Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio che siete voi. + Tutto questo (abbiamo solo accennato) ci ricorda che la Chiesa, la Fede cristiana autentica, non è una REALTA' SPIRITUALISTICA, ma INCARNATA...fortemente legata alla CORPOREITÀ'...Ecco perché la CHIESA propone che:

- Il CORPO (dell'uomo e della donna) sia SACRAMENTO DI GIOIA (e non di semplice piacere), della GIOIA di CRISTO, da condividere, a vari livelli, con gli altri; -II CORPO sia SACRAMENTO di AMORE e di VITA (di fecondità, più che di fertilità)... E chiede il RISPETTO per il nostro CORPO (in una cultura (di oggi e di ieri) che pur definendosi materialista, di fatto disprezza la materia, il corpo (soprattutto quello femminile), che viene SFRUTTATO in vari modi: per il piacere, per il successo, per prevalere sugli altri, ecc...e che, se non serve a questo, lo distrugge (suicidio, eutanasia, doping, droga, prostituzione, ecc...) - Ecco perché la Chiesa VENERA e CUSTODISCE con amore i CORPI DEI SANTI (dei credenti, dei battezzati...), per cui alla cremazione ha sempre preferito la inumazione (pur accettando,oggi, a certe condizioni, la cremazione). Non è una scelta "macabra", ma una riaffermazione del VALORE DELLA MATERIA, del CORPO (chiamato alla risurrezione), al RISPETTO della profondità umana, dell'uomo che è tale perché costituito da anima e corpo (altrimenti sarebbe qualcosa d'altro). Altro aspetto della MATERIALIZZAZIONE, nella fede cristiana, è l EUCARISTIA, dove Gesù diventa "pura" materia: pane e vino... segni estremi del suo AMORE per noi; della sua PRESENZA in mezzo a noi. E per mezzo della quale egli vuole far sì che sempre più il nostro corpo sia reso simile al suo, capace di risurrezione (per cui, ogni domenica è Natale L ANGOLO DEI RAGAZZI La ROSA di NATALE. L' abate Guglielmo, quando era spossato dal suo lavoro di guidare i suoi monaci e di portare pazienza con loro, amava rilassarsi ritirandosi nell'angolo più remoto del chiostro a coltivare un magnifico giardino, al quale, soprattutto alle rose, si dedicava con viva passione,si faceva aiutare a questo scopo dal monaco Enrico, il quale però si lamentava spesso per il mal di schiena e alle ginocchia, che quel lavoro gli procurava. Ma tutto quello che l'abate gli rispondeva era: "Abbi pazienza, Enrico, coltivare i fiori è come coltivare gli uomini. Impara bene questo mestiere e chissà mai che un giorno anche tu diventerai abate!". L' inverno era ovviamente la stagione più ingrata per l'abate Guglielmo: le rose erano tutte sfiorite, gli altri fiori morti, rinsecchiti. Un giorno, mentre esprimeva il suo rammarico per questo, passò, al di là del muro di cinta una donna, la quale, sentite le lamentele dell'abate, gli disse: "Io ho visto un giardino che è sempre bello, anche d'inverno". L' abate, preso da curiosità, e un po' da invidia, le chiese: "E dov'è questo giardino?".lei rispose : "Ogni anno, la vigilia di Natale, attorno a una grotta, la foresta viene illuminata da una gran luce bianca, che la trasforma in un giardino, il più bello che io abbia mai potuto vedere". "Ma voi mi dovete indicare dov'è questa grotta", disse l'abate. "E noi -rispose la donna - perché quella grotta è il rifugio di mio marito, ingiustamente accusato per furto, è ricercato dai soldati!". Detto questo, atteggiando la bocca a un sorriso, se ne andò. Per tutto il resto del giorno, e durante la notte, l'abate Guglielmo fu tormentato dal desiderio di poter vedere quel giardino. Verso il mattino gli venne una idea: sarebbe andato dal vescovo per illustrargli il suo problema. Il vescovo gli rispose, che se gli avesse dato una prova qualsiasi dell'esistenza di quel giardino, egli avrebbe detto qualche parolina a favore di quella donna al

giudice, convincendolo a dichiarare innocente il marito di lei. Forte di questa promessa, come vide passare la donna, le fece presente la cosa, e lei rispose che la vigilia di Natale avrebbe mandato suo figlio col compito di guidarli fino alla grotta. La vigilia di Natale nevicava che Dio la mandava. La donna e il figlio, con l'abate Guglielmo e il monaco Enrico, raggiunsero però la grotta. Qui poterono incontrare il marito di lei, e avere da lui le prove della sua innocenza. Quando fu mezzanotte, suonò un campanellino,"e' il segnale!" disse la donna. Uscirono dalla grotta, ed ecco che la foresta venne illuminata da una grande luce, che la trasformò in un giardino, pieno di fiori bianchi, che sembravano rose. L' abate rimase di stucco, ma subito esclamò: "Ma questo non è possibile, deve essere un sortilegio maligno". Allora lentamente la foresta iniziò a oscurarsi; il giardino stava scomparendo. Allora il monaco Enrico, nonostante il freddo e la neve che riprendeva a mulinare, si gettò in mezzo al giardino, scavando a mani nude riuscì a cogliere una di quelle rose, con le radici e un pò di terriccio. Ritornati al monastero, poterono mostrare al vescovo quel fiore come prova dell'esistenza del giardino e della innocenza del marito della donna. Poi Enrico piantò quel fiore nel giardino dell'abate, senza più lamentarsi, e lo chiamò rosa di Natale. Lo curò tanto amorevolmente ogni giorno, da farlo rifiorire e moltiplicarsi, tanto che ancor oggi, verso Natale, fiorisce abbondante anche nei nostri boschi.(liberamente preso da "II libro delle storie di Natale", di Bob Hartman). ANGOLO UMORISTICO - Ci sono due fiammiferi: uno bruciato e l'altro no,il quale dice al primo: "Ti avevo detto di non grattarti la testa!". - Cos'è quella cosa che di giorno morde e di notte nuota? "La dentiera del nonno!" - La maestra a Pierino: "Perché hai chiamato "Sciocchino" il protagonista del tuo tema?". "Perché lei aveva detto di scriverlo in prima persona". - "Sono fantastici questi schizzi. Come ci sei arrivato?", chiede il critico d'arte all'artista. "Mi sono messo davanti a un foglio bianco e..." "E hai provato a far emergere le tue emozioni!" "No, ma a far funzionare la mia biro". - "Signore, mi scusi, perché ha una banana in ogni orecchio?" "Per tener lontani gli orsi..." "Ma non ci sono orsi, qui!". "Visto? Funziona!" - In stazione un amico di Pierino chiede: "Perché vicino a quel binario ci sono persone così tristi?" "Perché quello è un binario morto". - Pierino deve disegnare una mucca, quando chiede alla mamma: "Mamma, quanti tipi di latte ci sono?". "Beh! Vediamo un po': ci sono il latte naturale,quello pastorizzato, scremato, condensato, in polvere...ma perché mi fai questa domanda? "Sto disegnando una mucca, e vorrei sapere quanti rubinetti le devo metterei". - "Ma come è possibile che in India ci sia "un Indù'?"

CRONISTORIA PARROCCHIALE DAL 16.09 al 30.11.2013. 16.09 Lun.: Prima di partire per ritornare in Ciad, Padre PROSPER saluta gli Amici di Amiciad, con una S.Messa alle ore 19.00; 17.09: Mar.PELLEGRINAGGIO-GITA a BARBANA, GRADO e AQUILEIA. (Vedi articolo specifico) 29.09: Dom. GIORNATA del SEMINARIO: La celebriamo oggi, anziché domenica scorsa, poiché in quel giorno d.pierangelo è partito con il Pelleginaggio Unitalsi a Lourdes (dove faceva molto caldo; come, del resto, anche da noi). 30.09, Lun.: CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE: Si riunisce questa sera per avviare il nuovo anno pastorale, già promuovendo alcune iniziative che preparino all'inizio della nuova impostazione della INIZIAZIONE CRISTIANA DEI RAGAZZI, che per noi inizierà col prossimo autunno (2014); e che dovrà vedere coinvolta tutta la Comunità in particolare lo stesso Consiglio e la famiglie)... 06.10 Dom: Festa autunnale di S. GERTRUDE: Ci uniamo spiritualmente a quelli di Nivelles, oggi impegnati con la GRANDE PROCESSIONE, lungo il perimetro della città, portando le reliquie di S.Gertrude. 09.10 Mer. Il CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE incontra i genitori delle Scuole dell' Obbligo (elementari e medie) per una riflessione sulla nuova INIZIAZIONE CRISTIANA dei figli. 10.10: Gio. GIORNATA di PIOGGIA INTENSA dopo una decina dì giorni di tempo incerto (con temperature sopra la media); 11.10, Ven. GIORNATA serena, con un abbassamento delle temperatura. 12.10: Sab.: Durante la notte PIOGGIA (con neve sopra i 1400- -1500 metri). Seguirà un periodo di tempo variabile ma con temperature miti, dato il periodo. 31.10 Gio: VIGILIA DI TUTTI I SANTI: La celebriamo con un INCONTRO di PREGHIERA sul tema della Santità (HOLYWEEN), in chiesa (anche come alternativa ad Halloween) 1 /11 Ven. TUTTI I SANTI e Commemorazione dei Fedeli Defunti: molto frequentata, come sempre, la S.Messa delle ore 14.30, con la susseguente processione al cimitero. Il tempo sereno e abbastanza mite ha favorito il tutto. 02.11, Sab: GIORNATA PIOVOSA (ha iniziato durante la S.Messa delle ore 9.oo, in cimitero).

03.11 Dom. Nell' ANNIVERSARIO delle fine della 1^ guerra mondiale (che cadrebbe domani 4/11). La tradizionale cerimonia civile, disturbata dalla pioggia, viene in parte fatta in chiesa. Seguirà poi un periodo di tempo variabile, ma fondamentalmente "tiepido". 10.11: Dom. INIZIO ANNO FORMATIVO: cioè delle varie attività formative per ragazzi, giovani e adulti, che verranno avviate, progressivamente, nelle successive settimane. 15.11, Ven. Pioggia in paese, ma sopra il 1300-1500 è anche nevicato. 21 11 Gio NEVICATA. Ha incominciato durante la notte ed e terminala nella tarda serata. Una neve, in Paese piuttosto umida, che ha lasciato sul terreno un velo di 4-5 cm. Molta di più a Campolongo. 23 11 Sab. Verso le ore 8.00 riprende a nevicare, ma ben presto la neve si cambia in pioggia, che fa scomparire la neve.. Ha continuato a nevicare in montagna domani apriranno le piste di fondo... 25 11 Lun Un FORTISSIMO (e freddo) VENTO spazza il cielo... e porta giorni di sole, ma molto freddi. 30 11- Sab Gli Scout del CENGEI, nella Colonia di Castelletto, festeggiano i 100 anni del compaesano CRISTIANO DAL POZZO. L ANGOLO DELLA POESIA El presepio de Greccio Gera la sera de Nadale: San Francesco el caminava sù par na stradela intrigà che la erpegava. El so core gera felisse co le cante el lodava el Signore. La note gera scura, ingiassà. sù in alto se vedéa puntini de oro slusegare co fa giosse basàe da l aguasso. In te na grota el ga vossùo pareciare na cuna par el Banbinèlo che a mesanote el sarìa rivà. Drìo de lu, co i ciarèti inpissài vegnéa sù veci e done putèi co le piègore pastori co le bestie de stala. Cò xe stà mesanote co i oci pieni de làgreme, el ga visto Gesù Banbinèlo in carne e ossi. El lo ga ciapà in brasso. co tanta devossion el lo ninava, i ànzoli torno svolassava le canpane sbatociava: drento la grota gera nato el Paradiso. Mariarosa Cera

DATE STORICHE Riguardanti ROTZO legate ai lustri terminanti per 4 e 9. 584 e 589: Violenti nubifragi e terremoti sconvolgono il nord-italia e anche le nostre terre; 659 Muore, a Nivelles, S. GERTRUDE, la nostra principale patrona; 889 L'imperatore Berengario I viene sconfitto dagli Ungari sulle rive del Brenta, presso Cartigliano. Dopo tale battaglia l'imperatore darà incarico ai vescovi di fortificare i "passi montani"...forse da questo nascerà un "castello" che darà origine al nostro "Castelletto". In seguito a questo il nostro Altopiano passerà sotto la giurisdizione del vescovo di Padova... 924 L' imperatore Rodolfo conferma le donazioni di Berengario I. 1164 La repubblica di Vicenza accorda i primi privilegi agli uomini dell'altopiano ; 1204 Al "Prato della Guarda", di Cogollo, vengono stabiliti i confini della "Curtis de monte", che aveva la sede in Castelletto. Un cero "Ecelinus" (della famiglia dei "Da Romano"?) acquista dei possedimenti (i primi) in quel di Rotzo. 1224 Vengono segnati i confini del Feudo di Rotzo, le cui decime vengono assegnate al parroco locale. 1259 Muore, a seguito delle ferite subite in battaglia, Ezzelino III da Romano. Le sue proprietà (anche quelle acquistate in Rotzo) vengono confiscate dalla città di Vicenza. 1389 Nella nomina del vicario economo di Rotzo, Pietro da Crespano, si dice che Rotzo è "pieve". 1439 Viene fusa, in Vicenza, da Marco Deleore, la "campana di S.Margherita". 1524: Sentenza Contarini sui confini tra Cogollo e Rotzo-Roana; 1554: Arbitrato del nobile Pietro de Godi, sui confini tra Rotzo ed Asiago. 1629:Don Nicolo Gasparini de" Forni, della diocesi di Vicenza, diventa parroco di Rotzo, fino alla morte, nel 1650. 1654 Don Paolo Pesavento, di Canove, diventa parroco di Rotzo (sarà lui ad iniziare la composizione dei "libri o registri canonici" (o anagraflci). 1674 Le autorità di Venezia decidono che per 1' "Incoiato" (diritto di cittadinanza), la famiglia debba risiedere in Altopiano da almeno 50 anni, che rispetti le leggi, ecc... 1739 Prime scoperte al Bostel. 1774 Nuove norme per 1' Incoiato: residenza da almeno 15 anni e approvazione della Vicinìa...

1879 Viene redatto un inventario di tutte le "suppelletili" in dotazione nella chiesa dell'assunta. 1884 Prima documentazione di un rotzese morto in miniera (a Schalke, Vestfalia): si trattava di Costa Domenico (Mario), di Gio.Domenico. 1889: Un violento incendio distrugge la casa canonica. Nella stesso anno muore il maestro Cunico Bartolomeo, originario di Asiago, in pensione a dopo circa 40 di insegnamento a Rotzo.. 1919 Inizia la ricostruzione del paese dopo le distruzioni della guerra. 1924: L'ingegner A. Saccardo di Schio, realizza il progetto per la ricostruzione della chiesa parrocchiale. Il Comune di Rotzo acquista il ponte di Pedescala sull'astico, permettendo così il libero passaggio di persone e merci. Muore don Francesco Zecchinati, parroco di Rotzo per oltre 40 anni. Inizia l'emigrazione verso 1' Australia. 1929: Arrivano le suore (rimarrano fino al 1976); 1934: Viene inaugurata la nuova "Croce dell'altaburg". 1939 Viene abolita la Quarta Rogazione... 1944 Rotzo subisce 2 rastrellamenti da parte dei nazi-fascisti. Muore l'arciprete Don Giacomo Brandalise;Vengono rapiti e uccisi, da ignoti, il podestà Spagnolo Matteo e il segretario Pellizzari Giuseppe. Gli Uffici comunali vengono spostati ad Asiago. Come Vicario Economo arriva Padre Cipelli. 1949 Anche a Rotzo passa la statua della "Madonna pellegrina". Poco dopo viene inauguratro il monumento alla Madonna Pellegrina, laddove prima c'era la chiesa dell' Assunta 1964 Rotzo ha una Giunta Comunale di sole donne, guidate dal Sindaco Maestra Slaviero Carla. Vengono spostate, più in basso, le balaustre della chiesa. 1969 Viene ritrovata e restaurata la pala dell'assunta (viene posta in Sala Consiliare). 1979 Don Valentino Miotto arriva a Rotzo. 1984 Don Sandro Stefani viene ordinato prete. 1994 Muore Padre Francesco Armando Zecchinati;Viene ripristinata la 4" Rogazione;Iniziano i lavori per il restauro interno della chiesa parrocchiale; Viene istituito il Comitato per il restauro della chiesa di S. Margherita; 1999 Prima edizione della Mostra dei Presepi, che diventerà poi dei "100 presepi". 2009 Inaugurazione dei restaurati Forte e Rifugio Campolongo. Viene ripassato, con fissaggio dei coppi, il tetto della chiesa.

NATALE E UN CAMMINO Il cammino dei Pastori: poveri, indigenti, ai margini della società, sorpresi forse che l'annuncio della grande luce fosse per loro. Per loro e soprattutto per loro e per quelli che sono come loro e' la Buona Notizia: "Non sono venuto per i sani, ma per i malati", dirà poi Gesù, la parola fatta carne. Il cammino dei Magi: da una terra lontana verso la capanna di Betlemme dietro la luce di una stella. Sapienti e ricchi, ma pur essi indigenti, in cerca di una verità che è sempre oltre ogni conoscenza. E perciò umili, non presuntuosi, capaci anche di chiedere aiuto per trovare ciò che cercavano, pronti a ricevere indicazioni dagli angeli e dagli uomini, aperti alla verità, da qualsiasi parte essa venisse! Capaci di restituire al Signore come doni ciò che essi avevano. E' questo il cammino che salva e che fa riconoscere la Voce ed incontrare il Volto del Salvatore: riconoscere la propria radicale povertà e il proprio bisogno di salvezza; ricercare con onestà e sincerità la verità, che e' sempre qualcosa da apprendere, senza appoggiarsi sulle proprie certezze sui risultati raggiunti come su di un piedistallo per confrontarsi con gli altri o per giudicarli: restituire in dono a Dio e agli altri ciò che abbiamo ricevuto in dono da Dio stesso, solo per sua Grazia. E' questo il cammino di Maria, la donna dell'avvento e del Natale, la creatura che ha fatto della sua vita una terra d'avvento, dove la Parola ha trovato Casa. E' un cammino interiore di accoglienza, grata del dono, di cui abbiamo testimonianza nel canto che noi facciamo nostro ogni giorno; è un cammino esteriore di annuncio della salvezza, che si esprime nel suo "portare Gesù" e nel suo farsi vicina al bisogno della cugina Elisabetta. Maria è una donna che non si fermò mai, che andò dove la parola del suo Signore le indicò, che tenne dietro al Dio dei suoi Padri anche quando Questi... E quando fu resa responsabile di ogni figlio di Dio come madre. Gli andò dietro percorrendo tutte le strade del dolore e della miseria umana. Quando le ha chiesto di amare alla maniera di Dio, senza perché. Lei accettò Con un piccolo "Si" fece spazio alla salvezza per tutti noi e si mise in cammino. Spesso fu un cammino in salita "verso le montagne", sin da quando andò a servire la cugina Elisabetta, verso il pendio doloroso del Calvario per partecipare alla morte del suo Figlio. Oggi più che mai la Vergine ci spinge a metterci o a mantenerci in cammino, senza paura, anche se la strada è lunga; ma c'è un solo mezzo per sapere dove essa può condurre: proseguire il cammino. Come sarebbe bello festeggiare il centenario del vostro concittadino! Il vostro Gianni Dal Pozzo che vi augura Buon Natale e buon nuovo anno 2014. Auguri a tutti, specialmente ai miei concittadini di castelletto, dove sono nato il 13 dicembre 1913. Saluti cari e abbracci a tutti, dal vostro cittadino onorario di Castelletto Gianni Dal Pozzo

FILASTROCCHE (a cura di Slaviero Gianlena) LE TRE SCIMMIETTE. Ambaraba ci-ci co-co tre scimmiette sul comò che facevano l'amore con la figlia del dottore, il dottore si arrabbiò, Ambarabai ci-ci co-co. LE CAMPANE DE LAVARON Din dan don le campane de Lavaron le sonava tute le note le bateva xo le porte le porte xè de fero volta la carta ghe xé un martelo; el martelo sa de bon, volta la carta ghe xé un limon, El limon xé massa fato volta la carta ghe xé un gato; questo gato ga i gatei volta la carta ghe xé i putei; i putei va a l'osteria, volta carta la storia xé finìa. LA BEPINA. Un due tré, la Bepina fa el café, el café con la Giocolata, la Bepina è inamorata, inamorata del sergente, la Bepina xé senssa un dente senssa un dente mascelaro la Bepina ga el cataro; el cataro velenoso la Bepina ga el moroso; el moroso moroseto, la Bepina ga un to^eto Un to^eto da batesare mi e ti faremo da compare. LA MAMA. tu-tu museta la marna vien da mesa con le scarsele piene, per darle a le so bambine, Le so bambine cria la marna scapa via; La scapa sul ponaro la manda xo el gaio, el gaio fa le feste e taia via tute le teste. (Nota del redattore: Qualche lettore conoscerà queste filastrocche, magari in versione un pò diversa. Ciò dipende dai tempi e luoghi dove venivano recitate. Una variante, per esempio, è quella che al posto di "Lavaron" ha "Mosson"...) Diamo qui un'altra filastrocca, invitando chi ne ricorda altre, a farcele avere. Grazie!) Trenta nove case nove da fitar daghe la pappa al vecio daghela col cuciar, col cuciar de legno, che nol se tassa mal.

GEMELLAGGIO COMUNE DI ROTZO E CITTA DI ANTONIO PRADO - BRASILE Per impossibilità del Sindaco Sig. Lucio Spagnolo e degli altri amministratori comunali di recarsi in Brasile, all inizio di ottobre mi è stato chiesto di rappresentare il nostro comune nello stato sudamericano per sottoscrivere il gemellaggio tra Rotzo e Antonio Prado. L organizzazione logistica del viaggio è stata curata dall Associazione Vicentini nel Mondo ente preposto a tenere i rapporti con gli emigranti vicentini e loro discendenti. La delegazione italiana era composta quindi dal sottoscritto, dalla Sig.ra Adelina De Boni rappresentante dei Vicentini nel Mondo e da alcuni delegati de i Veronesi nel Mondo. Insieme a noi c era anche l artista-scultore Sig. Enrico Pasquale che ha realizzato le statue raffiguranti il leone alato simbolo di Venezia collocate poi in sei diverse città dello stato di Rio Grande do Sul. La città di Antonio Prado di circa 13.000 abitanti è situata nello stato del Rio Grande do Sul nel sud del Brasile ed è considerata il comune più italiano dell intero Brasile. Il paese si trova a 600-800 m. s.l.m. in un ambiente collinare intervallato da valli non coltivate a causa del rigoglioso e tipico bosco brasiliano (mato) ricco di piante, arbusti e cespugli molto fitti che ne impediscono il transito. Questa cittadina è stata scelta per stringere un patto di fraternità e amicizia con il nostro comune perché tra il 1875 e il 1885 molti nostri compaesani sono emigrati in questo paese in cerca di lavoro e di una vita migliore. Infatti ad Antonio Prado si sentono e si leggono spesso i nostri cognomi: Dal Pozzo, Tondello, Slaviero, Costa, Spagnolo, Comparin, Brusamarello solo per citarne alcuni. Nel cimitero vicino alla chiesa del paese sembrava di essere a Rotzo: sulle lapidi si possono ancora leggere i nomi degli emigranti pionieri, talvolta con nomi o cognomi modificati da qualche lettera erroneamente scritta. La manifestazione della sottoscrizione del gemellaggio si è svolta nella piazza di Antonio Prado, dopo la S. Messa recitata in italiano. Durante la cerimonia in cui sono stati firmati gli atti dell amicizia italo-brasiliana, sono intervenute le più alte autorità italiane in Brasile: il Console, l Ambasciatore e la Deputata Bueno, eletta recentemente Onorevole in Italia quale rappresentante degli Italiani residenti all estero. Dopo aver letto il saluto preparato del nostro Sindaco ho letto un breve saluto in cimbro che avevo preparato per i discendenti degli emigranti di Rotzo. Questo saluto è stato poi tradotto in portoghese ed è stato particolarmente apprezzato dai nostri Emigranti. Dopo la firma del gemellaggio si è scoperto il monumento del Leone Alato : una colonna alta 10 m con sulla sommità la statua dell artista Pasquale che sovrasta tutta la piazza e permette alla gente di vederlo anche da lontano. Questo obelisco è la testimonianza del forte legame che intercorre tra la città di Antonio Prado e Venezia, tra gli emigranti italiani in Brasile e i loro parenti e amici rimasti in Veneto. Numerosi sono stati i momenti che ho vissuto assieme ai cittadini di Antonio Prado discendenti dagli emigranti partiti da Rotzo. Tutti erano molto felici di incontrarmi e di avere notizie e/o spiegazioni riguardo posti e/o persone del nostro paese citate spesso dai loro antenati. Molti anche tra i giovani conducono ricerche sui loro alberi genealogici, sull etimologia delle parole in dialetto o in cimbro ecc. infatti durante l incontro con me cercavano di memorizzare ogni mia singola parola e cercavano di imitare anche il suono, la cadenza delle nuove parole che sentivano per non dimenticarsele più. Inoltre durante questi incontri sono rimasto molto colpito riguardo al loro senso di appartenenza alla nostra cultura, al nostro modo di vivere e di comportarsi: loro si

sentono non solo brasiliani ma anche italiani di Rotzo! In generale le donne discendenti da emigranti europei non si abbronzano, ma sono fiere del loro colore pallido della pelle per distinguere le loro origini europee-italiane da quelle brasiliano-africane delle altre donne. Ogni volta che incontravo qualche discendente di emigranti rotzesi si parlava solamente in dialetto veneto e ci si abbracciava come se fossimo parenti stretti e prima di congedarsi mi dicevano sempre- tutto de ben (quale migliore augurio di buona vita) e saludame tutti i nostri in Italia (come se fossero partiti l altro ieri e avessero ancora qui i loro cari.) Prima di partire ho salutato il sig. Tondello Giuseppe che abbracciandomi mi ha detto - Costantino prima de morire vojo vegnere a Rotzo costi da caminare sui cioi da qua a là : era un abbraccio fraterno che non finiva mai come se lasciandomi perdesse qualcosa di suo. A mio parere questa è stata la più forte dimostrazione sia del loro sentimento di italianità e di appartenenza alla nostra comunità, sia del loro modo di pensare che nonostante sia passato un secolo è identico al nostro. A testimonianza di quanto scritto sopra durante la visita in una famiglia Slaviero nella contrada di San Rocco (stesso patrono della nostra chiesetta a Castelletto) ho potuto scambiare qualche parola in cimbro con la Sig.ra Pierina. Le parole che si ricordava erano quelle che sentiva durante i discorsi dei suoi genitori discendenti di seconda generazione dei Pionieri partiti da Rotzo. Ecco le parole che mi ricordo sulle quali ci siamo confrontati: toibel (diavolo), khèeze (formaggio), armar stok (povero socco), ghebar slafan (andiamo a letto). Prima di salire in macchina per ritornare in Italia ho sentito una voce femminile gridare- Costantino bar sègan-sich, bar sègansich! (arrivederci, arrivederci) era la Sig.ra Manuela Bernardi, una discendente dei Tondello che mi salutava con la mano in compagnia della sua famiglia. Questo viaggio mi ha fatto riflettere e capire che la loro identità italiana-veneta-rotzese è voluta e mantenuta con nostalgia, con determinazione e orgoglio. I ricordi dei nostri vecchi, la memoria dei nostri paesi e la nostra cultura che noi stiamo tramandando ai nostri figli parallelamente viene ricordata e insegnata oggi dagli emigranti italiani in Brasile ai loro figli a testimonianza di un emigrazione non troppo lontana anche se qui da noi dimenticata. Costantino Slaviero Giop Firma Gemellaggio Lapide defunti emigrati Centro Antonio Prado

TESI DI LAUREA Durante lo scorso autunno si sono laureate 4 nostre paesane. Riportiamo di seguito alcune notizie riguardanti le tesi di laurea da esse presentate. Nell autunno di ben sei anni fa iniziava per me un esperienza non solo didattica e di formazione, ma di maturazione personale e di vita. Sono stati anni di studio intenso e impegnativo, sia da parte mia,sia da parte della mia famiglia che mi ha supportato sul piano economico e morale..il giorno Martedì 24 settembre 2013 ho conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso il palazzo del Bo a Padova. In tale sede ho presentato il mio studio, frutto della collaborazione tra radiologi e neurologi, sviluppato essenzialmente con l aiuto della Sezione di Radiologia dell Università degli Studi di Padova. Esso coinvolgeva 28 pazienti neurologici affetti da Miopatia Congenita, patologia neuromuscolare molto rara. Il sintomo principale che caratterizza tale patologia è la debolezza muscolare, con un ampia variabilità clinica. Nei casi lievi i pazienti possono essere quasi asintomatici; nei casi più severi possono invece essere necessari degli ausili, come la carrozzina. Spesso tali pazienti rimangono per anni senza una diagnosi definitiva, cosa che suscita preoccupazione non potendo quindi prevedere l evoluzione e il miglior metodo d intervento. Fortunatamente nei centri specializzati, il neurologo esperto oltre ad eseguire l esame clinico, prescrive l esame radiologico con la Risonanza Magnetica,l analisi genetica e la biopsia muscolare, ovvero il prelievo di tessuto muscolare. Con la Risonanza Magnetica si può studiare il muscolo, osservando la sostituzione del tessuto sano in tessutofibroadiposo non funzionante. Figure Immagini ottenute con la risonanza magnetica di sezioni trasversali di coscia; nella primasievidenziail muscolo sano, mentre nella seconda il muscolo colpito da sostituzione fibro-adiposa. La letteratura scientifica degli ultimi anni sta proponendo come il selettivo coinvolgimento di alcuni muscoli ed il risparmio di altri, verificabile in RM, possa essere d aiuto nell indirizzare l analisi genetica evitando così l esame bioptico invasivo. Il tutto per ottenere una precisa e definitiva diagnosi. Lo scopo dello studio è stato di verificare nei pazienti padovaniun coinvolgimento muscolare selettivo grazie all analisi in Risonanza Magnetica. I nostri risultati, discostanti dalla letteratura, sono stati interpretati però considerando la maggiore età dei nostri pazienti. Sembrerebbe quindi che solo nei pazienti pediatrici, spesso più gravi tra l altro,si possa individuare un selettivo coinvolgimento con risparmio di alcunimuscoli, mentre nei pazienti adulti, spesso colpiti da una malattia più lieve, il sistema muscolare sia coinvolto in maniera più uniforme. L aver approfondito tale progetto mi ha fatto entrare nel mondo della Radiologia grazie al mio Prof. Relatore di tesi e soprattutto grazie all aiuto e ai consigli di uno Specializzando Radiologo, correlatore di tesi. Il sesto ed ultimo anno dunque è stato veramente piacevole, coronato poi dall emozione finale della laurea.

Colgo qui l occasione per ringraziare di cuore gli amici Rotzesi e in particolar modo quelli che nei momenti più tosti mi hanno dato la forza per tener duro nelle intere giornate passate sui libri, quelli che mi hanno fatto passare momenti risananti di svago e quelli che mi hanno sempre incitato per raggiungere l obiettivo Fabris Cristina Il giorno 10 ottobre 2013 mi sono laureata presso l Università degli Studi di Padova in Assistenza Sanitaria, professione che mi permette di fare prevenzione, educazione e promozione alla salute. Ho elaborato una tesi dal titolo L ULSS n 3 di Bassano del Grappa promuove il latte materno. Monitoraggio per il Progetto Insieme per l allattamento Ospedale e Comunità Amici del Bambino,volta a promuovere la salutare pratica dell allattamento materno nel territorio della nostra ULSS. L Organizzazione Mondiale della Sanità e l UNICEF raccomandano l allattamento al seno esclusivo almeno fino al 6 mese di vita del bambino e il suo prolungamento, con l aggiunta di alimenti complementari, anche fino ai 2 anni di età e oltre. Questo perché è assodato che il latte materno porta notevoli benefici sia alla madre che al bambino: protegge la prima dal tumore al seno, favorendo anche la ripresa dal parto e protegge il secondo da numerose malattie e infezioni, oltre a prevenire l obesità nella vita adulta. Collaborando con il Servizio Educazione e Promozione alla Salute di Bassano del Grappa ho portato avanti il Progetto dell Azienda Sanitaria Ospedale e Comunità Amici dei Bambini Insieme per l Allattamento, che dal 2004 si occupa dimonitorare i tassi di allattamento nel territorio afferente.l obiettivo eraanalizzare l attuale frequenza di allattamento materno nel territorio aziendale e valutarne eventuali aumenti o diminuzioni rispetto alle precedenti indagini.ho condotto unostudio di prevalenza sull allattamento materno tramite un questionario distribuito dai Medici vaccinatori per un periodo di tre mesi nelle sedi vaccinali dell ULSS a tutte le madri che vi si sono recate per le prime tre vaccinazioni dei loro bambini. Lo studio garantisce la continuità del monitoraggio nel tempo e permette la divulgazione dei risultati alla comunità ai fini della promozione della salute maternoinfantile.principali risultati: i bambini allattati al seno in modo esclusivo al 6 mese di vita sono il 41%, ma il latte materno è presente nel 69% dei casi a quell età. Le mamme che chiedono aiuto in seguito a difficoltà nell allattamento si rivolgono per lo più al personale ospedaliero. Il 95% delle madri dichiarano di essere state incoraggiate ad allattare almeno fino al 6 mese del figlio. Il 53% ha ricevuto consiglio di inserire altri alimenti prima dei sei mesi, soprattutto da pediatri. Da questi dati ho rilevato che nonostante il tasso di allattamento materno esclusivo a sei mesi sia relativamente alto rispetto alla media nazionale, è necessario accentuare gli sforzi operativi al fine di incrementarne la prevalenza. A tale scopo validi strumenti di promozione possono essere la diffusione dei gruppi di Peer Support (supporto tra pari) e la divulgazionenella comunità dei risultati degli studi condotti. Sabrina Cappelletti Presso gli antichi greci era definito scholé quel tempo libero tutto da amministrare in vista di se stessi. Il tempo che mi sono regalata in questi tre anni di percorso universitario si è compiuto con la realizzazione di un lavoro che ho chiamato Diritti dell Infanzia e dialogo tra culture. Bambini italiani e indiani si incontrano a scuola. L idea di questo lavoro è maturata in me dopo la frequenza del corso di Pedagogia dell infanzia e preadolescenza provando un interesse particolare per la conoscenza dei diritti dei bambini e la loro implementazione in particolare in India, un luogo a me tanto caro per la bellissima esperienza che, in passato, ho potuto vivere lì. La tesi che ho scritto si articola in tre parti. La prima parte presenta rapidamente il viaggio compiuto dalla storia dell infanzia tralasciando via via quell immagine di bambino considerato solo una presenza marginale, piccolo uomo, cosa di poco conto, per assumere un nuovo modo di porsi nei suoi confronti e considerarlo un autentico soggetto di diritto. E nel corso dell 800 che questa mentalità ha preso piede in primis

nelle famiglie aristocratiche e poi anche nella classe operaia dove l infanzia viene considerata come un periodo della vita da sostenere, curare ed educare. Il ventesimo secolo è protagonista di una serie di documenti fondamentali sui diritti delle prime età. La Dichiarazione di Ginevra del 1924, attraverso cui la Società delle Nazioni riconosce che l umanità deve offrire al fanciullo quanto di meglio possiede; la Dichiarazione dei diritti del fanciullo adottata dall Assemblea delle Nazioni Unite a New York nel 1959 dove vengono messi in risalto i doveri degli adulti nei confronti dei bambini non dimenticando di tenere sempre in considerazione il superiore interesse del bambino per le cose che lo riguardano; la Convenzione di New York del 1989, un documento prezioso dove i bambini sono riconosciuti come individui portatori di diritti, pietra miliare a tutela delle condizioni infantili, ratificata dall Italia nel 1991 con la legge n. 176. In questo documento compare per la prima volta il diritto di ascolto, partecipazione, pensiero, coscienza, religione, riservatezza, tempo libero in senso più ampio, evoca il diritto di ogni bambino a crescere in un ambiente sano dal punto di vista fisico, psichico e sociale. La seconda parte, che fa da sfondo conoscitivo al progetto realizzato nella scuola dove insegno e che viene descritto nella parte finale del lavoro, dopo aver gettato uno sguardo alla storia antica del popolo indiano, dai primi insediamenti delle tribù degli Adivasi fino all arrivo degli europei con la colonizzazione degli Inglesi, si sofferma ad analizzare la situazione scolastica e lavorativa dei bambini attraverso l analisi di alcuni rapporti redatti dal Governo indiano. Aspetti positivi di questa ricerca: dal 1 aprile 2010 è entrata in vigore la norma che prevede, in India, un istruzione gratuita e obbligatoria per tutti i bambini tra i 6 e i 14 anni; c è stato inoltre un aumento di iscrizioni alla scuola primaria (da 169 milioni nel 2005 si è passati a 188 milioni nel 2010) e sono incrementate le iscrizioni femminili; ciò esprime una maggior sensibilità all istruzione/educazione delle bambine in un paese con una mentalità fortemente maschilista. Tuttavia, sebbene siano in auge vari programmi e iniziative politiche a favore di un miglioramento dell istruzione, la piaga dell abbandono scolastico è ancora molto estesa e uno dei motivi per cui i bambini non frequentano è quello della povertà oceanica di milioni di famiglie, che sono costrette a impiegare i loro figli anche in forme di lavoro molto pericolose. Nel terzo capitolo viene spiegato in maniera dettagliata il progetto didattico realizzato nella Scuola di Canove: un lavoro proposto con l intenzione primaria di far conoscere e sensibilizzare i bambini ai diversi modi di vivere presenti nel mondo (in questo caso caso l India) e con l auspicio di poter creare delle occasioni di incontro per far sbocciare nelle giovani generazioni la capacità di apprendere dalla vita. IL DISAGIO MASCHILE E LA VIOLENZA SULLE DONNE, La crisi dei maschi vista come occasione di miglioramento Barbara Zecchinati Comprendere il malessere maschile per garantire il benessere femminile Sono Anna Vellar e da poco mi sono laureata in Lavoro, cittadinanza sociale e interculturalità, presso la Scuola di Servizio Sociale e Politiche Pubbliche dell Università Cà Foscari di Venezia. Colgo l occasione per riportare qui alcune riflessioni tratte dalla mia tesi finale, nella quale ho affrontato una tematica attuale, che meriterebbe di essere conosciuta e approfondita: il disagio maschile 1 e la violenza sulle donne. 1 ) Con disagio maschile si fa riferimento a quel malessere che attanaglia molti uomini al giorno d oggi e che sarebbe la diretta conseguenza delle trasformazioni socio-culturali dell ultimo secolo; infatti è mutato notevolmente il panorama familiare e comunitario, come pure lo scenario e i ruoli dell azione pubblica e di quella privata. Si è modificato il rapporto fra i sessi, le donne si sono dimostrate intraprendenti e sono riuscite a raggiungere un buon livello di autonomia, influenzando considerevolmente anche la condizione dei maschi.

La tesi ha cercato di esplorare l universo maschile, indagando sulle cause originarie del disagio che affligge molti uomini al giorno d oggi, provando così ad evidenziare una possibile correlazione fra questa condizione e la diffusione di tanta crudeltà contro il genere femminile nella società odierna. I fatti di cronaca, le ricerche e gli studi di genere sembrano infatti poter dimostrare che dietro a casi di femminicidio, stupri o abusi di altro tipo, spesso si annida un malessere, una paura, un disagio, contro cui i soggetti cercano di combattere. Spesso l origine di questo dolore viene cercata all esterno, fuori dalla propria soggettività e individuata nel processo d emancipazione femminile; sarebbe proprio questo infatti il motivo più evidente delle brutalità contro il gentil sesso. Negli ultimi cinquant anni infatti la società è mutata notevolmente e ciò ha portato ripercussioni significative sugli individui, sui ruoli che essi ricoprivano e sulle relazioni fra generi diversi. Si sono modificati i rapporti di potere, simbolici o materiali, fra maschi e femmine; nel corso dell ultimo secolo, le donne sembrano aver acquisito maggior autonomia e indipendenza, soprattutto fra le categorie sociali più abbienti. Pertanto, il predominio maschile è stato messo in discussione, sia nell ambiente familiare che in quello pubblico, tanto che sono venuti a mancare i punti di riferimento su cui, fino a qualche decennio fa, si era basato l ordine sociale. É proprio in questo contesto che si sviluppa la violenza contro il genere femminile in quanto tale; non contano più le differenze di razza, di ceto sociale, di religione o d istruzione, il focus è centrato esclusivamente sull asimmetria del rapporto uomo-donna. L appartenere al genere femminile è il presupposto sufficiente per essere maggiormente esposte al rischio di subire minacce e violenze da parte dei maschi, che provano così a preservare la loro supremazia 2. 2 ) L uomo, nel corso dei secoli, si è costruito un sistema sociale, fondato per lo più su pregiudizi e stereotipi di genere, che gli hanno permesso di godere di maggiori diritti e privilegi rispetto alla donna, considerandola inferiore e sottomettendola. Col passare del tempo le disuguaglianze sono state naturalizzate, il maschio non era più obbligato a render conto dei propri modus operandi in quanto risultavano essere naturali, come fossero inscritti biologicamente nell ordine sociale. È quindi cresciuto nei maschi un profondo senso di rancore verso l altro genere; hanno perso le proprie certezze e ora la donna è vista come rivale e concorrente. In quest ottica, sembra proprio che la questione della violenza sulle donne dipenda soprattutto dalla condizione degli uomini; maschi che sottomettono, che umiliano, che stuprano, che uccidono. Alla base dei delitti non sussiste un movente valido, non si riscontrano comportamenti inopportuni, mancanze di rispetto o tradimenti da parte delle donne; pertanto si è portati a credere che la causa scatenante possa essere ricondotta al senso d impotenza che l uomo avverte nel confronto con la nuova indipendenza femminile. É un fenomeno globale, che riguarda tutti i luoghi, tutte le etnie e tutte le classi sociali; non può essere interpretato come un disordine bensì come esito dell ordine sociale che si è costituito nel corso del tempo e che appare ai più come naturale. Solo esplorando più approfonditamente l universo maschile, sarebbe possibile risalire al motivo originario della violenza contro le donne. Come già affermato, il panorama socio-economico e culturale si è trasformato in maniera significativa negli ultimi cinquant anni e di conseguenza anche le funzioni e i ruoli sessuali hanno subito delle modifiche. La condizione della donna è migliorata nel tempo, l universo femminile gode ora di maggior autonomia e diritti rispetto al passato. Per l uomo invece è diverso; da sempre abituato a godere di ampio potere e prestigio, causa la crisi del sistema patriarcale e maschilista, non può più contare sulle certezze di un tempo. Gli riesce difficile imporsi sull altro sesso, sottometterlo e sfruttarlo a proprio piacimento; non ha più il controllo della situazione. La donna quindi appare come colei che ha privato il maschio del proprio potere e della propria virilità, lo ha sminuito e va quindi punita. Ecco perché tanti abusi e tante morti; l uomo cerca di migliorare la propria condizione provando ad eliminare quella che apparentemente egli considera l unica causa della perdita di sé stesso e del proprio predominio. Dall analisi condotta è emerso che la violenza di genere è una problematica che riguarda sia l ambito privato che quello pubblico, per questo è necessario disporre di una legislazione e di una base

normativa adeguata ma sembrerebbe inoltre opportuno attivarsi secondo un ottica preventiva e promozionale; proprio per questo si dovrebbe volgere l attenzione soprattutto ad ambiti sensibili, quali l istruzione e l educazione. Rivendicare violentemente il ruolo maschile non serve a nulla, diventa soltanto una polemica sterile. La consapevolezza del disagio potrebbe invece rappresentare un opportunità per dare agli individui più valore e libertà. L uomo dovrebbe mettere in discussione la propria identità sessuale, rifiutare il modello maschilista tradizionale, non più uniformarsi agli stereotipi costruiti convenzionalmente; riconoscere le diversità dovrebbe essere considerata come un occasione, non una rinuncia, abbandonando il binomio dominanti-dominati, riaffermando l importanza dello spirito d umiltà e della solidarietà collettiva. Gli uomini e le donne avrebbero bisogno di relazionarsi maggiormente, anche entrando in conflitto o criticandosi in modo costruttivo, e così imparare a conoscersi, ad accettarsi e a rispettarsi. Nella nuova rappresentazione sociale sarebbe utile iniziare a considerare in maniera positiva le differenze di genere oltre che impegnarsi in nome delle pari opportunità. È proprio dal confronto con qualcosa di diverso che s impara a conoscersi, prendendo consapevolezza della propria parzialità, aprendosi umilmente agli altri e riuscendo così finalmente anche a riconoscere la propria interiorità. All uomo risulta difficile però considerare positivamente la coesione fra i generi perché li vede sempre come contrapposti; dal lavoro su sé stessi e dalla sinergia fra soggetti diversi si potrebbe invece sviluppare un nuovo equilibrio comunitario, passando così dalla contrapposizione fra io e tu all ottica del noi. L uomo dovrebbe risolvere il problema che ha con il proprio io per provare a star meglio, rendendosi conto che la relazione con l altro sesso è un valore aggiunto. Nella società odierna, dato l aumento di problematiche sociali, servirebbero nuovi modelli e nuovi valori, derivati dalla presa di coscienza della propria identità. Nell affrontare questa tematica spesso si tende a focalizzare l attenzione sulle vittime, sulle donne; in realtà, per risolvere il problema dall origine, occorrerebbe concentrarsi sui carnefici e sul disagio che affligge il genere maschile. Rompere con i modelli tradizionali permetterebbe ai maschi di trovare una nuova collocazione nel panorama sociale, di liberarsi dai ruoli e dalle funzioni di dominio e di ripristinare l equilibrio fra le proprie emozioni e la propria sessualità; tutto ciò si potrà realizzare solo confrontandosi ed entrando in relazione con l altro sesso. Per porre fine alla violenza di genere bisognerebbe quindi intervenire sia livello istituzionale che culturale, secondo un ottica preventiva, educando la popolazione a relazionarsi con il prossimo. Sarà necessario rivedere i modelli di riferimento esistenti, superare gli stereotipi socialmente costruiti, approcciarsi quindi più consapevolmente al cambiamento, riuscendo così a sviluppare una nuova e più adeguata coscienza dei generi. Finché il maschio non riuscirà ad elaborare la propria parzialità continuerà a sentirsi inadeguato, e ciò, nei casi più gravi, lo porterà ad assumere comportamenti violenti. Essere consapevoli che tutti dipendiamo dagli altri potrebbe essere vantaggioso; abbandonando stereotipi e pregiudizi, grazie ad un confronto sincero, riusciremmo a trovare un nuovo equilibrio per star bene con noi stessi e con gli altri. Concludo affermando che non è la solitudine che dà la libertà ma la libertà, per essere reale, deve poter esercitarsi nelle relazioni. Rotzo,20-11-2013 Anna Vellar

PELLEGRINAGGIO A BARBANA Barbana è una piccola isola situata all estremità est della laguna di Grado, si stende su 3 ettari di terreno e si trova a 20 minuti di navigazione dalla cittadina di Grado. Le lagune cambiano e il mare invade e si ritira in un alternarsi continuo di movimenti e così l isola si è formata in tempi recenti, solo nel V VII sec d.c. In essa cresce un piccolo bosco di pini marittimi, bagolari, olmi, cipressi e magnolie e in essa, anticamente, è sorto il santuario mariano dedicato alla Madonna Immacolata, chiamato proprio Santuario di Barbana. La chiesa risale al 582, quando una mareggiata straordinaria trasportò un immagine della Madonna sotto un olmo, vicino alla capanna degli eremiti Barbano, da cui prende il nome l isola, e Tarilesso. Venne costruita, rimaneggiata e sistemata varie volte fino a raggiungere la struttura di oggi. L attuale basilica è stata edificata tra il 1911 e il 1924 in stile neoromanico, ha tre navate e conserva al suo interno la statua lignea della Madonna col Bambino: Lei regge in mano una rosa a simboleggiare la fede e Lui un libro con chiaro riferimento al Vangelo. Le campane attuali sono state ricavate dal bronzo dei cannoni tedeschi della II guerra mondiale e vogliono significare un chiaro richiamo alla pace. Sono tanti i pellegrini che raggiungono per fede e devozione questa meta, provengono soprattutto dalla bassa friulana; tra i frequenti pellegrinaggi è da ricordare quello con le barche detto del Perdon di Barbana, che viene celebrato ogni anno la prima domenica di luglio, fin dal lontano 1237, per un voto fatto durante la peste di quell anno. Questa è stata la meta del pellegrinaggio organizzato dalla parrocchia di Rotzo il 17 settembre 2013 con partenza, in pullman, alle 6 e 30. Sempre molti sono i partecipanti alle varie iniziative parrocchiali e sempre molto è l interesse sia religioso che culturale dimostrato dalle persone stesse. Una volta sul posto, dopo una rilassante navigazione in laguna, la Santa Messa è stata ascoltata da tutti con grande devozione e ognuno avrà affidato a Maria le proprie pene, le proprie speranze, i propri desideri, avrà pregato e ringraziato secondo i sentimenti del proprio cuore. Mi è parso molto interessante e piacevole il breve percorso di navigazione che ci ha portato da Grado a Barbana e da Barbana a Grado percorrendo il mare con i suoi romantici panorami, fra giunchi e canneti, in mezzo a mille voli di vivaci gabbiani, in una gradevole giornata estiva. Ci siamo fermati un po anche a Grado che è un centro che conserva un vetusto borgo con la basilica paleocristiana di Sant Eufemia, martire di Calcedonia, alla cui sinistra si erge il Battistero ottagonale con una vasca esagonale e, davanti, si stende un piccolo giardino, in cui sono conservati alcuni sarcofagi romani del II e III secolo d.c. Da ricordare inoltre l antica basilica di Santa Maria delle Grazie, perché Grado non è solo e semplicemente un amena e piacevole località turistica dalle belle spiagge. La nostra gita è proseguita verso un altro importante centro storico ricco di reperti archeologici e artistici: Aquileia con la sua splendida Basilica dalle radici che affondano nel 313 d.c., dopo l Editto di Costantino che pose termine alle persecuzioni contro i Cristiani. L odierna Basilica si presenta in stile romanico-gotico, maestosa, solenne e preziosa per i meravigliosi mosaici policromi del suo pavimento di ben 760 mq, che rappresentano la storia di Giona, il pesce, il gallo simbolo della luce e la tartaruga simbolo del male, il Buon Pastore col gregge mistico, la scena di pesca, le quattro stagioni e molti animali soprattutto uccelli, ricchi di significati simbolici alludenti alla fede e alle virtù cristiane. Muovendoci sulla passerella, allestita tutto attorno, si può ammirare tutto questo ed è tutto talmente bello che basterebbe solo questa visione a ripagare il pellegrino del lungo viaggio per venire a visitare questa chiesa patrimonio dell umanità. I nostri pellegrinaggi sono affrontati con spirito sereno, a volte anche con divertimento, ma sempre ci si sofferma a riflettere e forse ci aiutano anche a capire il nostro peregrinare in questa vita e su questa terra e anche in questa occasione tra i partecipanti si è creata quell atmosfera di amicizia e di affiatamento che contraddistingue sempre i nostri cammini, le nostre gite, i nostri viaggi. Luciana Cera

NOTE STORICHE LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO DI PADOVA CARD. CARLO REZZONICO NEI SETTE COMUNI Con questo numero di Altaburg La Voce presentiamo la situazione religiosa di Rotzo e delle altre parrocchie dell Altopiano e della Val d Astico come ci è pervenuta dalla relazione della visita pastorale del vescovo di Padova Carlo Rezzonico. Le notizie che riportiamo sono desunte dallo studio di don Pierantonio Gios, L episcopato padovano del cardinale Carlo Rezzonico, futuro papa Clemente XIII, e da altri fonti storiche. Carlo Rezzonico nacque a Venezia nel 1693, ordinato prete svolse la sua attività a Roma ove fu nominato cardinale. Nel 1743 divenne vescovo di Padova e rimase nella città del Santo fino al 1758, anno in cui fu eletto papa con il nome di Clemente XIII. Il suo predecessore papa Benedetto XIV così lo definisce in una testimonianza del 1746: "Il card. Rezzonico, vescovo di Padova, è assolutamente il prelato più degno che abbiamo in Italia. Vive con i suoi beni patrimoniali; le rendite ecclesiastiche unicamente si spendono in beneficio de' poveri e della Chiesa. Nonostante la gracile complessione, è indefesso alle visite ed a tutte le altre funzioni episcopali; nel suo palazzo si vive come in un chiostro, in tal maniera che la sua elezione (che non fu nel principio applaudita dai veneziani per essere esso di famiglia nuovamente aggregata alla loro nobiltà) oggi a coro pieno viene benedetta dalla Repubblica". Pochi mesi dopo l arrivo in diocesi il card. Rezzonico indisse la visita pastorale: le parrocchie dell Altopiano e della Val d Astico avrebbero avuto la visita nei mesi di giugno e luglio del 1744. All epoca il nostro territorio era diviso in tre vicariati. Vicariato di S. Pietro Valdastico con le parrocchie di Rotzo, Pedescala e Brancafora (oggi Pedemonte) oltre che naturalmente S. Pietro. Vicariato di Asiago a cui appartenevano le comunità di Asiago, Roana, Camporovere, Canove, Gallio, Foza ed Enego. Vicariato di Conco con le parrocchie di Conco, Lusiana, Covalo di Lusiana, S. Luca di Crosara e Laverda. Nel territorio di alcune di queste parrocchie c erano anche chiese campestri, spesso con un sacerdote che celebrava l Eucaristia, ma per i sacramenti, come per i funerali, si faceva sempre riferimento alla chiesa parrocchiale. Nella parrocchia di Brancafora (oggi Pedemonte) c erano le chiese campestri di Lastebasse e Luserna. Nel territorio della parrocchia di Asiago c era la chiesa campestre di Sasso, alla parrocchia di Gallio era legata la chiesa di Stoccareddo, alla parrocchia di Crosara S. Luca apparteneva la chiesa di Crosara S. Bortolo, nel territorio di Lusiana c era anche la chiesa di S. Caterina; Cesuna e Treschè Conca non avevano chiese e facevano capo a Canove. Nel maggio 1744 i tre vicari foranei, parroci di S. Pietro, di Asiago e di Conco si sono portati a Padova per ricevere istruzioni dettagliate sulla visita pastorale. Ogni parroco avrebbe preparato una relazione sulla situazione della propria parrocchia, avrebbe indicato il numero di abitanti, di preti residenti e dei cresimandi. Il vescovo ordinava, poi, che la mensa fosse frugale, senza pietanze speciali, con trattamento identico per lui e per i sacerdoti che lo seguivano. Si doveva provvedere anche la biada per i cavalli che servivano per gli spostamenti del vescovo. Si proibiva poi il coinvolgimento del Comune per sostenere le spese e non erano ammesse mance o regali. Accompagnavano il vescovo per la visita quattro preti e tre staffieri. Il lunedì 15 giugno 1744 di buon mattino la comitiva partì da Padova alla volta della Val d Astico, a Vicenza fece sosta presso la nobile famiglia Balzi. Sul far della notte vescovo e seguito giunsero a Piovene, l arciprete li ospitò in parrocchia. Martedì 16 giugno di buon mattino il vescovo Carlo Rezzonico giunge, a cavallo, a Pedescala don Sergio Stefani (Continua)

I 100 ANNI DI CRISTIANO DAL POZZO 100 ANNI DELL'ALPINO CRISTIANO DAL POZZO Dopo il successo ottenuto l'8 Settembre in quel di Rotzo (VI) dove si è tenuto il raduno della Sezione Monte Ortigara di Asiago per ricordare l'ormai prossimo raggiungimento dei cento anni di vita dell'alpino del deserto Cristiano Dal Pozzo, finalmente Domenica 1 Dicembre è arrivato il giorno del compleanno e l'importante ricorrenza è stata festeggiata a Padova presso la Basilica di Sant'Antonio. Ogni anno infatti, per adempiere al voto fatto al Santo durante gli anni di prigionia in Austria ad opera dei tedeschi di far visita alla Basilica patavina qualora fisse sopravvissuto alla prigionia, Cristiano si reca a pregare sulla tomba del Santo. Anche quest'anno, accompagnato dalla gente dell'altopiano, ha voluto essere presente a Padova dove, in un vero bagno di folla, è stato da tutti calorosamente salutato e ricordato durante la celebrazione eucaristica in Basilica. Presenti il Vice Comandante del Comando Esercito Veneto di Padova, Generale Rossi, dal Presidente della Seziona Alpine di Padova Rizzi Lino e dal nostro Presidente Biasia Enzo, oltre a diversi alpini, Cristiano ha vissuto una bellissima giornata di festa. Messaggi di auguri gli sono giunti dalla Segreteria del Presidente della Repubblica, dal Ministro della Difesa, dal Capo di Stato Maggiore dell'esercito Generale Graziano, dal Comandante delle Truppe Alpine Generale Primicery, dal Presidente Nazionale dell'ana Sebastiano Favero, dall'ex Presidente Nazionale Ana Corrado Perona, dal Vescovo di Padova Antonio Mattiazzo. La festa è proseguita con il pranzo ed una breve ma significativa cerimonia istituzionale nel pomeriggio in Comune a Grisignano di Zocco, alla presenza dei Sindaci di Rotzo, paese dove Cristiano è nato e dove vive tuttora, Barbarano Vicentino dove Cristiano ha vissuto l'epopea del profugato durante la prima guerra mondiale assieme alla popolazione di Rotzo e Grisignano di Zocco dove la famiglia si è trasferita dopo la fine della grande guerra. A fargli gli auguri è giunto a Grisignano anche il Senatore Carlo Giovanardi, grande amico degli alpini per la sua immancabile presenza alle adunate nazionali. Tutti hanno augurato a Cristiano una serena vita futura, attorniato dall'affetto della sua gente e dei suoi alpini. Matteo Dal Pozzo