La prima automobile radiologica italiana

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Transcript:

La prima automobile radiologica italiana Supplemento all articolo di Felice Perussia pubblicato su «La Radiologia Medica» Vol. II Fasc. 6, Giugno 1915 tratto dal n.1/2015 di «Fisica in Medicina» (Vedi: http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/index.php?page=06_fm ) con note esplicative e ulteriori documenti originali in appendice (Mario Reggio) 1

Italian alpine troops during the first world war This file comes from the Bibliothèque nationale de France (BNF) website. The original file and its description are located here: [Bibliothèque nationale de France]. The BNF has determined that this file is in the public domain in France. It may still be copyrighted in other countries. 24 Maggio 1915: l Italia entra in guerra. Nel Vol.II de «La Radiologia Medica», del Giugno 1915 esce un articolo di Felice Perussia intitolato «La prima automobile radiologica italiana» 2

Felice Perussia (Milano 1885 1959) è stato il fondatore nel 1913 de «La Radiologia Medica» e il primo docente universitario italiano di Radiologia. Ha diretto l Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano, ed è stato il primo rettore elettivo della Università degli Studi di Milano, nel 1945, successivamente alla liberazione (http://it.wikipedia.org/wiki/felice_perussia). La prima ambulanza radiologica italiana viene realizzata dalla ditta Balzarini di Milano, la stessa ditta che aveva realizzato l apparecchio Radiologico mobile tipo Ferrero di Cavallerleone. (http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/index.php?page=03_rd_01) Nel corso della guerra furono allestite 9 ambulanze radiologiche tipo Perussia. Le ambulanze non erano destinate ad operare in campo aperto, ma il loro uso era previsto presso gli ospedali situati nelle vicinanze delle prime linee. Gli ospedali da campo erano invece dotati degli apparecchi radiologici mobili tipo Ferrero di Cavallerleone, trasportabili in vicinanza delle prime linee a dorso di mulo. 3

http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/03_rd/a_r X_15_18_Presentazione_radiologia_militare_sa%20per_pdf.pdf Organigramma della Sanità militare durante la Grande Guerra Immagine tratta dal volume «Soldati del Regno», di E. Cernigoi 4

5

La grande croce che si intravede stesa sul prato a sinistra testimonia che la guerra area è già in corso. Immagine d archivio del Museo Storico della Guerra di Rovereto: N 120/127 [Altopiano d Asiago] Campolongo. Ospedaletto da campo. Senza data, ma estate 1915. http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/03_rd/a_rx_15_18_presentazione_radiologia_militare_sa%20per_pdf.pdf

Autoambulanza su telaio Fiat 15 ter (tara 2500kg) Immagine di pubblico dominio tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/file:fiat_15ter_ambulance_2.jpg 7

Modello Anni di produzione Tipo di motore Cilindrata cm³ Potenza P.T.T. (in tonnellate) Fiat 15/20 HP Base "Brevetti Tipo 2" 1909-1910 Fiat Brevetti 15/20 3053 16HP a 1400 giri/min 1,2 Fiat 15 Autotelaio, autobus 1911-1912 Fiat Brevetti 15/20 3053 20HP a 1400 giri/min 2,5 Fiat 15 bis Autotelaio, autobus, autocarro, ambulanza 1912-1913 Fiat Brevetti 15/20 3053 20HP a 1400 giri/min 3,1 Fiat 15 ter Autotelaio, autobus, autocarro, ambulanza 1913-1922 Fiat 53A 4398 40 HP a 1400 giri/min 3,95 Fiat 15 ter Militare Autotelaio, autobus, autocarro, ambulanza 1913-1922 Fiat 53A 4398 36HP a 1600 giri/min 3,75 La Fiat 15 ter resterà in produzione fino al 1926 http://it.wikipedia.org/wiki/file:fiat_15ter_ambulance_2.jpg 8

Autoambulanza Fiat 15 ter (Archivio Dal Molin). Immagine tratta dal volume Soldati del Regno, di E. Cernigoi (http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/index.php?page=03_rd_01) 9

Sotto il tetto della cabina di guida è visibile il serbatoio dell acqua (circa 180 litri) per lo sviluppo delle lastre Dimensioni dell ambulanza Lunghezza 2,50m Larghezza 1,70m Altezza 1,75m L ambulanza radiologica progettata da Felice Perussia, su telaio Fiat 15 ter e prodotta dalla ditta Balzarini di Milano 10

Vista dell interno dell ambulanza radiologica con l allestimento al completo 11

a) b) Vista dell interno dell ambulanza radiologica con l allestimento al completo Si possono notare in particolare: a) I cavi di collegamento dell alternatore, attivato dal motore dell ambulanza, al trasformatore per l alta tensione. I cavi ad alto isolamento, arrotolati su tamburo girevole, erano due: uno da 15m e uno da 30m, e potevano essere uniti per consentire connessioni a 45m di distanza tra l alternatore e il generatore di raggi X. b) Il trasformatore, a nucleo assiale tipo rocchetto di Ruhmkorff, montato su isolatori di porcellana per alta tensione. In due cassette è conservata una scorta di sei tubi radiologici, fissati mediante speciali sostegni elastici 12

Oltre ad una serie completa di accessori, tra cui vari schermi di rinforzo e relative cassette, guanti e grembiule di gomma anti-x, contenuti «in appositi scaffali disposti in modo da utilizzare ogni più piccolo spazio libero», la dotazione comprendeva un «radiometro di Walter» per la calibrazione della «durezza» dei raggi X: Il radiometro di Walter è costituito da un disco di piombo di grosso spessore, che ha otto fori, ciascuno ricoperto da lamine sottili di platino di grossezza crescente in modo che l una sia di spessore doppio di quella che precede. Sopra quei fori viene steso un piccolo diaframma al platino-cianuro di bario, e il tutto è al fondo di un tubo alla cui estremità opposta viene applicato l occhio dell osservatore. Si comprende che se con tale apparato si guarda un tubo Röntgen eccitato dalle scariche, potranno illuminarsi uno, due, tre, o anche tutti i fori che sono nel piombo, chiusi colle lastrine di platino: se si vedranno otto dischetti luminosi, ed evidentemente con intensità decrescente, il tubo sarà duro al massimo, per gli scopi pratici; se poi se ne vede uno o due, il primo ed il secondo, il tubo sarà molto molle. (tratto da: http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/articoli/data/2008_4a_radiogr_e_radiosc.pdf, pag. 361) 13

L impianto radiologico come veniva allestito all interno di una sala radiologica. L alimentazione elettrica veniva fornita dall esterno con il collegamento mediante gli appositi cavi all alternatore dell ambulanza che veniva azionato dal motore, e che allo scopo veniva disinnestato dalle ruote. 14

Tavolo di comando della ditta Gorla (V. anche: http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/articoli/data/2008-2-ferrari.pdf ) 15

Diversamente dalle «petites Curie» progettate da Maria Curie, che utilizzavano tubi raddrizzatori tipo Villard a vapori di mercurio (oppure particolari raddrizzatori di tipo elettrolitico) l impianto radiologico di Perussia utilizzava un raddrizzatore meccanico a selettore d onda mediante ruttori girevoli a scintilla, senza contatto diretto, gestiti da un motore sincrono. Selettore d onda a ruttori girevoli (V. http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/articoli/data/raddrizzatore%20meccanico.pdf ) 16

Tubo radiologico tipo Crookes Con compressore-limitatore e schermatura parziale Milliamperometro Resistenza di carico AT Trasformatore AT (rocchetto di Ruhmkorff) su isolatori in porcellana 17

Tubo radiologico tipo Crookes Con compressore-limitatore a schermatura parziale La resistenza di carico AT serviva a scaricare a massa la semi-onda negativa dell alta tensione Resistenza di carico AT Il «compressore-limitatore era presente anche nell apparecchio RX mobile tipo Ferrero di Cavallerleone. 18

Schermo fluorescente Grembiule in Pb Tavolo radiologico in modalità trocoscopio 19

Schermo fluorescente Il tavolo radiologico poteva essere agevolmente spostato in posizione verticale Tavolo radiologico in modalità ortoscopio 20

Analogamente a quanto si usava in fotografia, la visione dello schermo fluorescente veniva protetta dalla luce con l aiuto di un panno nero V. anche: http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/articoli/data/2008-2-ferrari.pdf 21

Dopo che sono stati estratti tutti i componenti dell impianto, l ambulanza si trasforma in una efficiente camera oscura 22

APPENDICE Il «Carro Radiologico» di Giuseppe Bagatti Valsecchi Maria Curie dichiarava con giustificato orgoglio che la prima vettura radiologica fra quelle da lei progettate all inizio della prima guerra mondiale per l esercito francese, che passeranno alla storia con il nome di Petites Curies, «è stata fornita dall Unione delle Donne Francesi ed equipaggiata a loro spese», a dimostrazione del coinvolgimento e forte partecipazione popolare alla Grande Guerra. (http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/articoli/data/i%20raggi%20x%20e%20la%20grande%20guerra%205.pdf ) Anche in Italia, con l entrata in guerra, vi furono varie manifestazioni di partecipazione volontaria da parte di associazioni e di privati. Tra queste risulta particolarmente significativa l offerta di Giuseppe Bagatti Valsecchi, che offrì un ambulanza radiologica tipo Perussia, allestendola interamente a sue spese, a condizione di venire accettato come soldato semplice (sarà poi promosso sottotenente) volontario della Croce Rossa, assieme ad un amico medico specializzato ed al suo cocchiere, a sua volta promosso ad attendente ed autista. Non va dimenticato che Giuseppe, essendo nato nel 1845, al tempo dell entrata in guerra dell Italia, aveva settanta anni. 23

Il Barone Giuseppe Bagatti Valsecchi (Milano, 1845 1934) assieme al fratello Fausto (Milano 1843 1914) fu uno dei principali protagonisti della vita culturale, e anche mondana, della Milano di fine Ottocento - primo Novecento. I fratelli restano famosi anche per le loro generosissime opere di beneficenza nei confronti dei bambini abbandonati e degli ammalati. Giuseppe e Fausto Bagatti Valsecchi furono architetti molto apprezzati ed impegnati ad alto livello in tutti gli ambiti, privato, civile e religioso, nonché raffinati collezionisti di opere d arte, che raccolsero nella loro residenza di Milano, tra via Gesù e via Santo Spirito, oggi sede del prestigioso Museo che porta il nome della loro famiglia. «Sebbene fossero laureati in giurisprudenza, non sfruttarono mai a fini professionali il proprio titolo di studio: al centro dei loro interessi fu la ristrutturazione della dimora di famiglia, la sua decorazione e la raccolta delle opere d arte a essa destinate. In quest ambito, maturarono competenze messe a frutto anche in un apprezzata attività di architetti, spesso al servizio di quelle nobili famiglie di cui condividevano ambizioni e stili di vita.» (http://www.museobagattivalsecchi.org/it/index.html ). Giuseppe Bagatti Valsecchi con il nipotino, Pier Fausto, nel giardino della villa di Cardano. (famiglia Bagatti Valsecchi) N.d.r.: Una curiosa coincidenza collega il nome dei Baroni Bagatti Valsecchi con l AIFM; la cappella di Villa Cagnola, a Gazzada, già sede dell AIFM, è infatti opera loro, e, sempre a Gazzada, per conto dei Cagnola, progettarono il municipio e la scuola. (Informazione tratta da un articolo sulla biografia della famiglia scritto da Pier Fausto Bagatti Valsecchi, sopra nella fotografia da bambino con il nonno Giuseppe). 24

Courtesy Museo Bagatti Valsecchi Giuseppe Bagatti Valsecchi a Mason Vicentino con l attendente Emilio Favalli accanto all ambulanza da lui allestita durante la Prima Guerra Mondiale, nella quale prestò servizio volontario, pur avendo settanta anni di età (1915 circa) 25

Courtesy Museo Bagatti Valsecchi Giuseppe Bagatti Valsecchi a Mason Vicentino con l attendente Emilio Favalli accanto all ambulanza da lui allestita durante la Prima Guerra Mondiale, nella quale prestò servizio volontario pur avendo settanta anni di età (1915 circa) 26

Il Museo Bagatti Valsecchi è gestito dalla Fondazione Bagatti Valsecchi, ONLUS, ente di diritto privato, il cui presidente è Pier Fausto Bagatti Valsecchi. (www.museobagattivalsecchi.org) Sono debitore di un particolare ringraziamento a Costanza Bertetti Gozzi per avermi segnalato l esistenza dell ambulanza radiologica della prima guerra mondiale offerta da Giuseppe Bagatti Valsecchi e della sua intraprendenza di volontario settuagenario, e di avermi messo in contatto con la cugina Camilla Bagatti Valsecchi, la quale a sua volta mi ha messo in contatto con la curatrice del Museo, Lucia Pini, che mi ha fornito la documentazione fotografica qui riprodotta e alcune note biografiche sulla famiglia Bagatti Valsecchi. A tutte loro vanno i miei più vivi ringraziamenti per avermi consentito di arricchire le pagine del Museo Virtuale AIFM di una testimonianza probabilmente inedita, ma in ogni caso sicuramente poco conosciuta, e certo meritevole di essere ricordata in occasione dei cento anni dall entrata dell Italia nell avventura della Grande Guerra. Mario Reggio 27