IL SECOLO DELLA BORGHESIA IN EUROPA E IN ITALIA di Alessandro Grussu



Documenti analoghi
Il Risorgimento e l Unità d italia

L unificazione dell Italia

PROGRAMMA ANNUALE: ANNO SCOLASTICO ISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGICO INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI CLASSE: IV MATERIA: STORIA

PROGRAMMAZIONE DI STORIA Anno scolastico: 2013/2014 CLASSE 4 H LSA

Rivoluzione francese

Programmi a.s

IL RISORGIMENTO IN SINTESI

La formazione dello stato moderno. Lo stato moderno Le forme dello stato moderno Lo stato del re e lo stato dei cittadini

La politica economica degli stati e la nascita dell economia come scienza. Fisiocrazia e liberismo.

La rivoluzione industriale

Il processo di unificazione ( )

PROGRAMMA PREVENTIVO

PENSIERO DI LENIN. Fonte: Lenin [Vladimir Ilic Ulianov], Scritti economici, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp

Liceo T.L. Caro Cittadella (PD) PROGRAMMA SVOLTO Anno scolastico STORIA. Insegnante: Guastella Egizia

La rivoluzione francese

Il Risorgimento. Com era l Italia dopo il Congresso di Vienna, ossia prima del Risorgimento?

Napoleone, la Francia, l l Europa

Il Il II impero in Francia

Il Risorgimento e l Unità d Italia

Istituto Tecnico per Geometri Genga Via Nanterre Pesaro (PU) Programma svolto di Storia (A.S ) Classe: IV D n alunni: 24

L età comunale può essere suddivisa in due periodi: inizi del Trecento); 1378 circa).

La crisi del XVII secolo

MODULO 2. L età delle rivoluzioni L Europa dei privilegi (L età delle rivoluzioni)

La rivoluzione Francese: cade la Bastiglia, crollano feudalesimo e assolutismo dei re. Guglielmo Spampinato

La rivoluzione russa: le cause ( 1905)

La rivoluzione Francese. 1. La fine della monarchia

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO. Progettazioni didattiche disciplinari per gli alunni della classe II Disciplina: STORIA

BREVE STORIA DELLA LINGUA ITALIANA

3] PRINCIPATI E STATI REGIONALI

Dai comuni alle signorie Dalle signorie ai principati

I Gas palestre di democrazia

Perché partire dalla popolazione? La crescita economica deriva dall energia. E per molti secoli l uomo è rimasto la macchina principale in grado di

L Italia nei secoli XIV e XV

Irregolarità e diritti alla persona in Italia e in Europa Filippo Scuto Corso Elettivo La salute della popolazione immigrata

INNOVATORE COLUI CHE SOGNA QUALCOSA DI DIVERSO, DI MIGLIORE PER TUTTI, ANDANDO OLTRE QUELLO CHE GIA ESISTE.

La repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata.

NEL Ma la prima metà del '600 fu dominata dalla guerra dei Trent'anni. combattuta dal 1618 al 1648

PROGRAMMA STORIA CLASSE IV H A.S / 2015 PROF.SSA MARINA LORENZOTTI

TEORIA DI LAMARCK O DELLA EREDITARIETA DEI CARATTERI ACQUISITI

Karl Marx. Il Capitale

Mercato mondiale. Lezione Marzo UniGramsci (ii parte)

Lavoratori tiepidi sui fondi pensione di Elsa Fornero Il Sole 24ore, 30 maggio 2005 I fondi pensioni di nuova generazione sono operativi ormai da

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi

La società francese prima della Rivoluzione UNA SOCIETÀ DI ORDINI

PROGRAMMA SVOLTO Anno scolastico STORIA. Argomenti svolti con l uso degli appunti dell insegnante e del manuale in adozione:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Progetti di legge regionali e nazionali

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

STORICO-SOCIALE BRUNETTIN GIORDANO CLASSE E SEZIONE IV B INDIRIZZO ENOGASTRONOMICO

PROGRAMMA FINALE ANNO SCOLASTICO Libro di testo: F. Bertini Storia. Fatti e interpretazioni Ed. Mursia scuola Vol. 1

Storia contemporanea WELFARE STATE Percorso analitico tra lo storico e il sociale

Moti rivoluzionari e rivoluzioni dopo il Congresso di Vienna

Storia economica, Storia d impresa, Storia della tecnica e dintorni

O P E N S O U R C E M A N A G E M E N T PILLOLE DI TEST COMPRENSIONE. w w w. o s m v a l u e. c o m

Le origini e gli sviluppi del sistema politico svizzero

LA RIVOLUZIONE FRANCESE

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato LIVIA TURCO

Le donne e il diritto di voto

ALLINEARSI: IL DRIVER PER UNA INNOVAZIONE DI SUCCESSO!

Introduzione. Lezione 1 29 ottobre UniGramsci a.a. 2014/2015 1

Alle radici della questione balcanica. 1. L impero ottomano e i mutamenti di lungo periodo 2. La conquista ottomana nei Balcani

Le ragazze e le carriere scientifiche

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

Risorgimento e Unità d'italia

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

La nascita della democrazia ad Atene

l evoluzione del listino: societa e titoli quotati

Imperialismo imperialismo sovrapproduzione civiltà prestigio nazionalismo Gran Bretagna Francia Germania Africa Conferenza di Berlino Cina

LA CONDIZIONE DEL DOTTORATO DI RICERCA A BOLOGNA NEL 2000

L internazionalizzazione del sistema economico milanese

(15) Le nostre idee per un programma per l Europa. Leader, candidati e programma vincenti

SUL CONCETTO DI IMPERIALISMO MATERIALE DIDATTICO A CURA DI PAOLO CARMIGNANI

L UOMO L ORGANIZZAZIONE

Una carta geografica diversa la proiezione cartografica di Arno Peters

LE STRATEGIE DI COPING

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS)

L'Europa cristiana si espande: la Reconquista e le Crociate

Dalla Commedia dell'arte alla 'riforma' di Carlo Goldoni. Prof.ssa Maria Grazia Massari

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

Prof.ssa Cristina Galizia

JUDO COME EDUCAZIONE MOTORIA

REPUBBLICA - SOMEDIA INDAGINE SU LA DIFFUSIONE E L AFFERMAZIONE DELLE ENERGIE ALTERNATIVE. Roma, 27/03/ RS.

SCHEDA DI PRESENTAZIONE

Il crollo dello stato liberale e l avvento del fascismo

Alessandro Magno e la civiltà ellenistica, ovvero dalla Macedonia all Impero Universale

Come fare una scelta?

Pubblica Amministrazione Turistica. Aspetti generali Compiti

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE

PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE

PRODUZIONE E CRESCITA

Lastampa.it SCUOLA 03/10/2013 Le nostre scuole? Poco internazionali Italia in ritardo negli scambi con l estero

Outlook finanziario dell agricoltura europea

Una data speciale in tutto il mondo : 12 Ottobre 1492

STORE MANAGER.. LE COMPETENZE CARATTERISTICHE E I BISOGNI DI FORMAZIONE

DESCRIZIONE Unità di Apprendimento. UdA n. 1 Titolo: Il 700 :ILLUMINISMO E RIVOLUZIONE AMERICANA. Competenze attese a livello di UdA

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

La società francese alla fine del '700

Il ruolo del chimico per la sicurezza ambientale

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, aprile

Transcript:

IL SECOLO DELLA BORGHESIA IN EUROPA E IN ITALIA di Alessandro Grussu Si può dire che il XIX secolo sia stato, nella storia di gran parte d Europa, il secolo della borghesia. Nel corso di quei cento anni la borghesia ebbe, nell impero napoleonico, le sue prime esperienze di amministrazione e di governo; lottò contro la restaurazione dell antico regime, dopo che Napoleone Bonaparte fu sconfitto definitivamente, e in alcune realtà (come quella italiana) questa lotta per l affermazione del proprio potere di classe sociale s intrecciò con il tema dell autodeterminazione e dell indipendenza nazionale; nella seconda metà del secolo passò da posizioni rivoluzionarie a posizioni spesso conservatrici essa stessa, dovendosi difendere dall assalto delle classi lavoratrici, che, mosse dalla trasformazione dei rapporti sociali di produzione, peraltro promossi dalla borghesia stessa, reclamavano a loro volta uno spazio come soggetto politico e sociale, e non come mera forza lavoro da sfruttare. La borghesia, come classe sociale, non era certo spuntata dal nulla. A partire dallo sviluppo della classe mercantile nei decenni successivi alla ripresa dell anno Mille, la borghesia aveva cominciato a invadere gli spazi feudali già nel XVI secolo, quando in Inghilterra il movimento delle enclosures aveva costituito il primo vero atto di passaggio dalla proprietà comune feudale alla proprietà privata borghese. Sempre in Inghilterra, i progressi scientifici e tecnologici del Settecento avevano causato la graduale trasformazione del locale capitalismo agrario e mercantile in capitalismo industriale, fenomeno che negli altri Paesi europei doveva affermarsi maggiormente solo nel XIX secolo. Gli ultimi anni del Settecento avevano visto la propagazione in tutta Europa delle idee rivoluzionarie provenienti dalla Francia. In questo paese, infatti, era particolarmente sentito il contrasto tra una borghesia all avanguardia dal punto di vista della coscienza di classe. Non a caso la Francia era il paese dove l Illuminismo era nato e aveva acquisito una fisionomia concreta attorno al gruppo redattore della Encyclopedie, e dove avevano avuto origine le teorie fisiocratiche, le quali, malgrado considerassero ancora l industria come semplice trasformazione di materie prime e per ciò stesso proclamassero la superiorità dell agricoltura, ponevano come condizione indispensabile per lo sviluppo economico l abolizione di tutti quei vincoli feudali che impedivano di affidare le terre a coloro che sarebbero stati in grado di farle fruttare al meglio, ossia ai capitalisti. Invece, la classe dirigente francese (nobiltà e alto clero) non aveva, se non in minima parte, recepito le istanze di rinnovamento sociale ed economico che provenivano dalla borghesia. Tutta tesa a conservare i propri anacronistici privilegi, questa classe dirigente non si rendeva conto che il parassitismo e la mancanza di attitudini innovatrici la stavano avviando verso la rovina. La presenza sul trono di Francia di un sovrano debole come Luigi XVI, incapace di cogliere l importanza delle

trasformazioni che stavano portando la borghesia alla rivendicazione di un ruolo politico e amministrativo commisurato al proprio ruolo economico e produttivo, non aveva certo favorito una risoluzione pacifica della situazione. Malgrado abili economisti come Turgot e Calonne avessero evidenziato la necessità di urgenti riforme che lasciassero campo all iniziativa privata, anche allo scopo di fronteggiare le crisi economiche di quegli anni, la sordità della Corte e degli ordini allora al potere fece sì che la borghesia ricorresse all uso della forza per ottenere quel potere che le si voleva negare. Vero è, comunque, che già da allora cominciavano a profilarsi, all interno stesso della borghesia, differenze di vedute in merito alle azioni da intraprendere. Non di rado, infatti, le posizioni dell aristocrazia illuminata e della ricca borghesia coincidevano in un moderatismo che mantenesse alcuni privilegi, estendendoli semmai agli strati più alti del ceto borghese, mentre i piccoli proprietari e gli artigiani avevano tendenze più radicali. Gli eventi della Rivoluzione dal 1789 in poi evidenzieranno questa divisione, fino a quando, dopo la reazione termidoriana e la proclamazione di Napoleone Bonaparte console a vita, prevarrà l indirizzo moderato. Sia come sia, sotto l impero napoleonico la borghesia dei paesi europei soggetti alla dipendenza francese riesce finalmente a conquistare quelle posizioni di potere che aveva a lungo vagheggiato. Il XIX secolo si apre quindi con la progressiva affermazione della borghesia sull onda delle conquiste di Napoleone. Parlamenti ristretti e costituzioni modellate su quella del 1795 fecero sì che la borghesia, anche se tra inevitabili contraddizioni dovute sia al carattere oligarchico di queste compagini statali, sia alle resistenze opposte dalla nobiltà feudale e dalle masse popolari deluse nella loro speranza di rinnovamento sociale (specie nell Italia meridionale), si impegnasse nell esperienza del governo e dell amministrazione della cosa pubblica, oltre che in un economia non più gravata da quei residui di feudalesimo decime, corvée, pedaggi, aree demaniali ecc. che ne avevano limitato la libertà d azione. L applicazione del codice civile, la soppressione dei privilegi feudali ed ecclesiastici, l apertura delle cariche amministrative e degli alti gradi delle gerarchie militari ai non nobili mediante pubblici concorsi, l impulso dato alle attività produttive mediante un impostazione liberista dell economia furono quindi le iniziative che, per tutta la durata del regime napoleonico, contribuirono a rendere la borghesia pienamente cosciente di sé stessa e delle proprie possibilità. Persino in un paese che era rimasto scarsamente influenzato dal secolo dei Lumi, come la Spagna, la lotta contro la dominazione francese assunse, sia pure in parte, anche il significato di una lotta per il rinnovamento della società. La Costituzione del 1812, che tanta importanza doveva avere nelle rivendicazioni dei patrioti italiani dei decenni successivi, era l espressione della penetrazione delle idee rivoluzionarie nei settori più avanzati della borghesia spagnola. Borghesia però non

sufficientemente forte e incisiva per poter contrastare l ondata di fanatismo religioso e di lealismo dinastico che riportò i Borboni sul trono l anno successivo. Il tentativo delle grandi case regnanti europee di ristabilire l ordine dopo la definitiva caduta di Napoleone era quindi destinato a rivelarsi illusorio. Non era possibile ritornare interamente alla situazione precedente al 1789. I governi restauratori avrebbero ben presto fatto i conti con le aspirazioni di una borghesia che, dopo aver assorbito i princìpi libertari della Rivoluzione (sia pure attraverso le esperienze dell oligarchia del Direttorio e della monarchia imperiale), e dopo aver acquisito la coscienza di essere una classe sociale capace non solo di produrre ma anche di comandare, non avrebbe assolutamente accettato di essere nuovamente confinata nell ombra. Oltre a ciò, in quelle aree come l Italia dove il regime napoleonico era riuscito in qualche modo a dare voce alle istanze di unità e di indipendenza, la borghesia si fece anche carico del compito di recuperare tali istanze e di promuoverle contro le dominazioni straniere. Infatti le costruzioni statali dell impero napoleonico, per quanto potessero sembrare arbitrarie, avevano tenuto conto delle particolarità etniche e geografiche molto più di quanto non avessero fatto, e non volessero continuare a fare dopo il 1815, i vecchi regnanti, per i quali i legami dinastici o il principio dell equilibrio tra le grandi potenze erano più importanti dei fattori culturali. Invece la borghesia, attraverso l elaborazione della cultura romantica, aveva sentito profondamente la necessità di un unità nazionale che fosse non formale, ma basata su comuni legami linguistici, storici, religiosi ed etnici. Su questa base, riprese subito dopo la Restaurazione la lotta per la conquista del potere. All interno stesso della borghesia, le differenti tattiche da adottare avevano nuovamente diviso i liberali moderati, favorevoli alla monarchia costituzionale e all azione condotta mediante le riforme, dai radicali orientati verso l attivismo rivoluzionario. Queste differenze non sussistevano agli occhi dei reazionari, per i quali tutti coloro che in un modo o nell altro volessere cambiare l esistente erano portatori del contagio rivoluzionario. Ciò valeva in particolar modo in quegli Stati come il Piemonte di Vittorio Emanuele I o il Regno delle Due Sicilie di Ferdinando I, dove la nobiltà restaurata aveva curato di smantellare tutto il patrimonio di conquiste sociali della borghesia locale. L azione della borghesia negli anni intorno al 1820 si svolse quindi in un clima di cospirazione dominato dalla repressione poliziesca. Veicolo delle idee rinnovatrici in quel periodo erano le società segrete, soprattutto la Carboneria. In Spagna e in Italia, in particolare, queste società segrete si erano diffuse tra i militari, dove molti quadri si erano formati nel periodo napoleonico. Guglielmo Pepe, tra i promotori della rivolta napoletana del 1820, era la figura più eminente di un gruppo di ufficiali borbonici che aveva ascoltato il proclama di Rimini lanciato cinque anni prima da Gioacchino Murat. I liberali spagnoli che nello stesso anno costrinsero il re a

rimettere in vigore la Costituzione del 1812 e a convocare le Cortes erano stati spinti all azione dalla sollevazione degli ufficiali di Cadice, cui aveva aderito rapidamente gran parte dell esercito. I limiti di queste azioni rivoluzionarie destinate infatti ad avere un successo solo temporaneo stavano nel municipalismo, cioè nel loro carattere sostanzialmente regionale, e nella mancanza di capacità direttive di queste élite rivoluzionarie dovuta alla loro scarsa conoscenza dei problemi economici e sociali locali. Inoltre i governi provvisori del periodo 1820-22 non furono capaci di coinvolgere le classi lavoratrici nei loro disegni; di ciò si servì, come aveva già fatto in passato, la reazione aristocratica e clericale. La coscienza politica della borghesia non aveva ancora, in quegli anni, una maturità sufficiente da renderla classe dirigente; il carattere elitario e gli interessi di parte avevano impedito al movimento riformatore e rivoluzionario di incidere efficacemente. L ascesa al trono di Francia dell ultrareazionario Carlo X e il malcontento suscitato perfino nelle schiere dell alta borghesia favorevole all integrazione con la nobiltà causarono, nel decennio successivo, la ripresa delle agitazioni. La politica illiberale di Carlo X e una difficile congiuntura economica furono all origine delle tre giornate gloriose del luglio 1830 a Parigi, dove la partecipazione popolare fu la chiave della vittoria. In quell occasione si manifestò chiaramente l indirizzo progressista e repubblicano della borghesia, o per lo meno di quella parte di essa che voleva rompere definitivamente con i resti del passato, compresa l istituzione monarchica. Questo successo promosse l agitazione della borghesia contro i regimi restaurati in molte parti d Europa, ma in Italia il movimento rivoluzionario malgrado fosse ancora più sentito il motivo dell indipendenza dal dominio straniero soffriva ancora delle debolezze che avevano caratterizzato i tentativi di dieci anni prima. Il moderatismo e il municipalismo dei rivoluzionari emiliani, che avevano sperato invano nell aiuto francese contro l intervento austriaco, e il fallimento del loro tentativo, furono per molti la prova che non si poteva scendere a compromessi con i regnanti. Altro elemento di novità scaturito dai moti del 1830-31 fu, in Francia, l inizio delle agitazioni socialiste. Il capitalismo francese infatti era in pieno sviluppo, favorito dalla libera iniziativa della ricca borghesia imprenditrice, e assumeva sempre più un carattere eminentemente industriale; di conseguenza le rivendicazioni delle classi lavoratrici cominciavano a staccarsi da quelle dei radicali borghesi, con cui fino ad allora avevano collaborato. Sotto Luigi Filippo, il gioco politico delle fazioni di Guizot e di Thiers restava confinato nel moderatismo e nella tutela degli interessi della ristretta minoranza che godeva dei diritti politici da cui il giudizio di Marx della monarchia di luglio nei termini di una compagnia per azioni per lo sfruttamento della ricchezza nazionale. In Italia, sebbene gli insegnamenti di Felice Buonarroti non fossero passati sotto silenzio, l arretratezza economica e sociale di gran parte degli Stati in cui era allora divisa la penisola, la

stessa divisione politica, il dominio straniero, avevano fatto sì che il nazionalismo fosse il tema dominante dell azione politica della borghesia progressista, e che le istanze socialiste non trovassero terreno fertile. Mazzini, il maggior teorico del nazionalismo rivoluzionario italiano in questo periodo, era infatti fortemente avverso al socialismo; egli vedeva nella lotta di classe una pericolosa divisione, laddove invece tutte le classi sociali avrebbero dovuto partecipare unitamente alla missione redentrice dell Italia. Fu quindi nella primavera dei popoli del 1848 che il contrasto tra la grande borghesia alleata della nobiltà nei regimi monarchici costituzionali e assolutistici, e la media e piccola borghesia radicale e nazionalista esplose in tutto il suo fragore. In Francia, i moti del febbraio 1848 videro un alleanza tra borghesia repubblicana e proletariato, che però mostrò tutte le proprie contraddizioni dopo ben poco tempo. La proclamazione della repubblica, l adozione del suffragio universale, la riduzione della giornata lavorativa non furono sufficienti per risolvere i problemi dei lavoratori francesi. Il tentativo di conciliare le istanze borghesi con quelle proletarie originò la commissione di palazzo Lussemburgo bollata da Marx come il ministero dell impotenza e dei pii desideri, la cui inutilità fu ben presto chiara alle masse lavoratrici, come dimostrarono l insurrezione di giugno e la dura repressione ordinata dal governo repubblicano. La borghesia, nel momento in cui si affermava come classe egemone, doveva fare i conti con un nuovo nemico. La successiva proclamazione dell impero, dopo il colpo di Stato del 1851 di Luigi Bonaparte, rese ancora più evidente che la borghesia francese stava abbandonando le tentazioni rivoluzionarie e serrava le proprie file per contrastare lo spettro del comunismo che si aggirava per l Europa, impensierendo sia i reazionari che i moderati. Non sarebbe passato molto tempo prima che ciò si verificasse nel resto del continente europeo. In Italia, nel periodo che va dalle speranze suscitate dai primi tentativi di riforme di Carlo Alberto e di Pio IX, alle prime guerre per l unità e l indipendenza, fino alla proclamazione del Regno nel 1861, la borghesia nazionalista è la protagonista della scena, anche se nella sua opera rivoluzionaria viene assistita, specie nel meridione, dalle masse contadine che vedono finalmente nel moto rivoluzionario un occasione di riscatto. Il prevalere dell indirizzo moderato di Cavour e D Azeglio su quello più marcatamente rivoluzionario di Mazzini e Garibaldi impedisce tuttavia che questo avvenga: il lealismo di Garibaldi e dei suoi uomini non è in discussione, e si fa sentire nella repressione della rivolta di Bronte. Non solo, ma il governo piemontese persegue una politica di annessioni e di accentramenti che lasciano ben poco spazio al tradizionale municipalismo italiano, scontentando quei settori della borghesia che avevano invece sperato in un tipo diverso di unificazione, più organico e rispettoso delle profonde diversità sociali, economiche e culturali esistenti nel paese.

Inoltre, lo sviluppo disomogeneo e contraddittorio dell industrializzazione italiana non fu certo un fattore di unità e di concordia nel travagliato scenario post-unitario. Il capitalismo industriale italiano ebbe le sue basi nei bassi salari, nel protezionismo e nelle commesse statali piuttosto che sulla libera competizione e sull innovazione tecnologica, come era avvenuto in Inghilterra o in Francia. Di conseguenza la borghesia industriale italiana non ebbe quel carattere ardito dei grandi capitani d industria europei. I primi partiti politici dell Italia unita sono essi stessi espressione del carattere peculiare della borghesia italiana.