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DISCIPLINARE DI PRODUZIONE CAVOLFIORE DELLA VALLE DELL OFANTO Art. 1 Denominazione Il nome Cavolfiore della Valle dell'ofanto è attribuito esclusivamente al prodotto che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione. Art. 2 Zona di produzione La zona di produzione del Cavolfiore della Valle dell'ofanto è rappresentata esclusivamente dalla Valle dell'ofanto che comprende, nelle province di Potenza, Foggia e Bari, i territori amministrativi dei Comuni adiacenti al corso del fiume Ofanto. Art. 3 Tecnica di produzione 3.1 Caratteristiche delle piantine da impiegare per il trapianto Il trapianto deve essere effettuato impiegando piantine ottenute in vivaio, allevate in contenitori alveolati che garantiscono un sufficiente volume di pane di terra alle radici e certificate sotto il profilo sanitario e genetico. 3.2 Tecnica colturale 3.2.1 Rotazione colturale L'avvicendamento colturale è una pratica necessaria al fine di evitare una ridotta crescita delle piante dovuta ad un complesso di cause denominate "stanchezza del terreno". Non è ammesso il ristoppio. E' ammesso il ritorno del cavolfiore sullo stesso appezzamento dopo un periodo di due anni o di tre cicli di altre colture con l'es1cusione di specie appartenenti alla famiglia delle Crucifere o Brassicacee. La coltivazione del cavolfiore è considerata intercalare soprattutto utilizzando cultivar precoci. Buoni risultati si hanno quando la coltura segue i cereali. 3.2.2 Preparazione del terreno Gli appezzamenti di terreno destinati alla coltivazione del cavolfiore devono essere sottoposti in via Disciplinare MC Rev CVO 1 1

alternativa ad una delle seguenti operazioni: aratura, intervento di discissura con strumenti ripunitori. Tali operazioni devono interessare almeno i primi 40 cm di terreno in modo da garantire un adeguato approfondimento dell'apparato radicale e soprattutto delle radici secondarie laterali dalla cui espansione dipende la capacità della specie di utilizzare anche l'acqua fortemente trattenuta dal terreno e quindi scarsamente disponibile per le piante. Esse, inoltre, devono essere seguite da una o più fresature e/o erpicature per favorire l'affinamento delle zolle e l'inten-amento dei fertilizzanti distribuiti al momento dell'aratura con la concimazione di fondo. 3.2.3 Scelta varietale Il calendario di produzione del cavolfiore della Valle dell'ofanto coincide con il calendario dicommercializzazione che va da metà ottobre a tutto maggio. La disponibilità di prodotto commerciale per un così ampio periodo (circa 8 mesi) è strettamente collegata alle varietà coltivate che completano il proprio ciclo di sviluppo da 70 a 230 giorni dal trapianto, in base alle loro caratteristiche genetiche. Le varietà di cavolfiore devono essere scelte tra quelle principalmente coltivate nella zona ofantina. Tali varietà, tutte a corimbo bianco, sono riportate nell Allegato 1 del disciplinare, dove vengono distinte sulla base della durata del loro ciclo colturale. 3.2.4 Trapianto li trapianto del cavolfiore deve essere effettuato scalannente a partire dall'ultima decade di luglio fino alla prima decade di settembre a seconda della cultivar, utilizzando piantine che presentino 4-6 foglie vere, disponendole su file binate caratterizzate da un interasse di 1,50-1,70 m ed una distanza tra le file di 0,50 m e collocandole sulla fila ad una distanza variabile da 0,50 a 0,60 m, in funzione della densità di impianto che si vuole ottenere. La densità varia dalle 21.000 alle 24.000 piante per ettaro a seconda che si tratti, rispettivamente, di cultivar tardive o precoci. Per le cultivar precoci si preferisce l'investimento più elevato, mentre per le tardive si ricorre all'investimento più basso, dato il maggior sviluppo vegetativo che queste ultime raggiungono. 3.2.5 Concimazione Le quantità di fertilizzanti da somministrare alla coltura devono essere commisurate alle reali asportazioni di elementi nutritivi da essa operate, determinate mediante analisi chimiche del terreno da ripetersi periodicamente, ogni 3-4 anni. Il quantitativo massimo (Kg/Ha) di concimi da distribuire alla coltura è il seguente: Disciplinare MC Rev CVO 1 2

. N: 180 P 2 O 5 : 140 K 2 O: 120 Il fosforo ed il potassio devono essere distribuiti in un'unica soluzione al momento delle lavorazioni di preparazione del terreno al trapianto. L'azoto deve essere distribuito in dosi frazionate: 1/3 della quantità totale in pre-trapianto ed i rimanenti 2/3 "in copertura", alla rincalzatura delle piante o in fertirrigazione. La scelta dei concimi azotati deve preferibilmente essere indirizzata verso quelli contenenti zolfo (solfato ammonico). 3.2.6 Difesa e diserbo La difesa della coltura deve essere effettuata con trattamenti fitosanitari, sulla base dell'effettiva presenza di parassiti fungini e insetti nocivi. Tale presenza deve essere costantemente monitorata durante l'intero ciclo colturale. Le sostanze attive da impiegare devono essere scelte tra quelle indicate dal Disciplinare di Produzione del Cavolfiore in applicazione delle Norme Regionali di Difesa Integrata, rispettando i criteri ed il numero di interventi riportati oltre che le dosi di impiego ed i tempi di carenza di ciascun prodotto (Allegato l). Il controllo delle erbe infestanti avviene attraverso il diserbo chimico secondo quanto riportato nel sopracitato Allegato l e successivamente attraverso operazioni meccaniche di sarchiatura-rincalzatura con lo scopo di eliminare le erbe infestanti nate nella fase di post-trapianto della coltura, nonché di rompere la crosta superficiale e di apportare un'adeguata quantità di terreno in prossimità del colletto delle piante. 3.2.7 Irrigazione Le irrigazioni necessarie a soddisfare le esigenze idriche della coltura devono essere eseguite con particolare attenzione nei mesi estivi ed autunnali. Nel successivo periodo invernale i fabbisogni irrigui sono coperti normalmente dagli apporti idrici naturali. I volumi irrigui stagionali variano sensibilmente in relazione all'andamento climatico stagionale potendo variare dai 2500 ai 4.000 m3 ha-i. I metodi irrigui da adottare nella Valle dell Ofanto sono quelli per aspersione con ala piovana o localizzato a microportata di erogazione. 3.2.8 Raccolta La raccolta deve iniziare ad ottobre per le cultivar precoci e terminare a maggio per quelle molto tardive. La raccolta del prodotto deve essere effettuata manualmente distaccando il corimbo dalla pianta mediante l'esecuzione di un taglio alla sua base. Tale operazione deve avvenire quando l'infiorescenza si presenta con fioretti ancora ben appressati e compatti, colorazione bianca uniforme o leggermente paglierina e foglie ben chiuse ed embricate. Il prodotto deve essere collocato in casse di plastica, ben distribuito nelle stesse, in numero adeguato al fine Disciplinare MC Rev CVO 1 3

di evitate contatti tra le infiorescenze che possano determinare deterioramento del prodotto. 3.2.9 Caratteristiche qualitative: Le infiorescenze devono essere intere, sane, pulite, di aspetto fresco, praticamente esenti da danni provocati da attacchi di parassiti, prive di sostanze estranee visibili, prive di marciume, prive di umidità esterna anomale, e di odore e/o sapore estranei. 3.2.10 Lavorazione post-raccolta e confezionamento I corimbi appena raccolti devono essere trasportati subito in magazzino dove vengono stoccati e refrigerati alla temperatura tra O e 4 C e U.R. 90-95% e successivamente sottoposti a lavorazione e confezionamento. I cavolfiori possono essere presentati nei modi seguenti: defoglianti : cavolfiori privi di tutte le foglie e della parte non commestibile del torsolo. Sono ammesse al massimo cinque foglioline tenere, di colore verde pallido, intere e aderenti all'infiorescenza (testa). coronati : cavolfiori ancora rivestiti di un numero di foglie sufficiente a proteggere l'infiorescenza (testa). Le foglie devono essere verdi e sane, recise al massimo 3 cm sopra la superficie dell'infiorescenza (testa). Il torsolo deve essere tagliato leggermente al di sotto delle foglie di protezione. Le partite di prodotto oggetto di valorizzazione dovranno essere lavorate separatamente dalle altre. 3. 2.11 Confezionamento l corimbi sia coronati che defogliati, devono essere confezionati filmati o sfusi in imballaggi di cartone, casse di plastica o legno. Il film plastico di protezione, deve essere trasparente, termoresistente e permeabile agli scambi gassosi, adatto per uso alimentare. Art. 4 Caratteristiche del prodotto al consumo Il prodotto per il quale è autorizzato l'uso del marchio collettivo Cavolfiore della Valle dell'ofanto, le cui caratteristiche qualitative derivano non solo dalla provenienza genetica ma anche dall'incontro tra le favorevoli condizioni pedoclimatiche del territorio e l'abilità professionale dei produttori del luogo, all'atto dell'immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche: - pezzatura media: da 700 g a 1500 g a seconda che il prodotto sia rispettivamente defogliato o coronato, - diametro minimo del corimbo Il cm e arco 13 cm, colore delle infiorescenze: bianco o leggermente paglierino, assenza corpi estranei, residui fitofarmaci nella norma della legislazione italiana e/o europea. Disciplinare MC Rev CVO 1 4

Art. 5 Etichettatura La documentazione di accompagnamento del prodotto reca obbligatoriamente a caratteri chiari e leggibili, oltre alle informazioni corrispondenti ai requisiti di legge, il logo Cavolfiore della Valle dell'ofanto. Esso si potrà adattare alle varie declinazioni di utilizzo del prodotto ed è rappresentato da una raffigurazione di fantasia di un cavolfiore composta da una iconografia e da un lettering uniti da una curva ascendente di colore verde (Pantone 363 in quadricromia C76+YlOO+K23 e Pantone 363 al 60% in quadricromia C30+ Y50), che oltre a ricordare una valle, diventa la "i" della parola "cavolfiore". Le foglie del cavolfiore ricordano una figura geometrica regolare; quelle esterne sono di colore verde Pantone 363 in quadricromia C76+ YlOO+K23, quelle interne più spesse di colore verde più chiaro Pantone 363 al 60% in quadricromia C30+ Y50. Il lettering consiste della parola cavolfiore in carattere status minuscolo, di colore nero ad esclusione della i che è di colore verde e di una dicitura sottostante, della Valle dell'ofanto, di colore nero, in carattere minuscolo con iniziale V maiuscola per la parola valle e O maiuscola per la parola Ofanto. E' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a marchi privati, purchè questi non abbiano significato laudativo o siano tali da trarre in inganno il consumatore, nonché altri riferimenti veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa comunitaria, nazionale o regionale e non siano in contrasto con le finalità ed i contenuti del presente disciplinare. Art. 6 Elementi comprovanti la tracciabilità del prodotto Le partite di produzione per le quali è autorizzato l'uso del marchio collettivo Cavolfiore della Valle dell'ofanto dovranno essere identificate all'entrata dei Centri di condizionamento mediante cartellini posti su ogni pallet di casse utilizzate. I cartellini dovranno rendere le suddette partite distinguibili dalle altre produzioni e dovranno contenere: - il logo Cavolfiore della Valle dell'ofanto - il nome del produttore (o codice che consenta di risalire all'azienda di provenienza) - il lotto o codice di produzione Disciplinare MC Rev CVO 1 5

- il nome della varietà - la data di ingresso in magazzino. Inoltre, deve essere garantita la separazione del prodotto ottenuto con metodi di coltivazione non conformi al presente disciplinare di produzione. La tracciabilità del prodotto è garantita dall'iscrizione delle aziende produttrici in un apposito elenco tenuto ed aggiornato dall'organismo di controllo di cui all'art. 7. Art. 7 Controlli Il controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare è svolto dalla Camera di Commercio di Potenza o da un organismo da essa indicato in base a quanto previsto dal Regolamento d'uso del marchio collettivo Cavolfiore della Valle dell'ofanto. Disciplinare MC Rev CVO 1 6