La Generazione Distribuita: Un Nuovo Modello di Sviluppo Sostenibile Sonia Sandei Responsabile Sviluppo Generazione Distribuita Enel Energia Soluzioni per Grandi Clienti Le Biomasse come vettore energetico: quali prospettive Milano, 20 Aprile 2016
La Generazione Distribuita Impianti a Biomassa In Italia La potenza cumulata, sommando le quattro diverse tipologie di biomassa utilizzate per la produzione elettrica riportate, ha superato i 4,1 GW all inizio del 2015, con una crescita nell anno 2014 di 131 MW, contro i 450 MW del 2013 ed i 764 MW del 2012. 9 9 2010 Gen. 2015 2 Fonte: Energy & Strategy Group Report:, Renewable Energy Report 2015
La Generazione Distribuita Impianti a Biomassa In Italia È interessante sottolineare come la maggior parte degli impianti sul nostro territorio sia di taglia piccola (il 55% della potenza complessivamente installata è costituita da impianti sotto 1MW) o media (il restante 40%, compreso tra 1 e 5MW), mentre sono pochi (e quasi tutti RSU) gli impianti di grandi dimensioni. Durante il 2014, i 131 MW di nuova potenza sono stati realizzati con una taglia media di circa 1,6MW per impianto. 3 Fonte: Energy & Strategy Group Report:, Renewable Energy Report 2015
La Generazione Distribuita Impianti a Biomassa In Italia Proiezioni al 2020 L impatto delle biomasse in termini di volume d affari generato al 2020, senza considerare gli incentivi, è pari ad oltre 1,8 miliardi di ; Il valore aggiunto complessivo del settore è tuttavia stimato negativo e pari a -330 milioni di (comunque in miglioramento rispetto agli anni precedenti); è interessante notare come questo valore negativo è il risultato della somma algebrica di componenti diverse (anche per segno), come ad esempio : - Biomasse agroforestali : + 48 milioni di - Biogas : - 11 milioni di - Oli vegetali : - 338 milioni di È evidente come solo le biomasse agroforestali sembrano avere una condizione strutturale di sostenibilità nel lungo periodo. 4 Fonte: Energy & Strategy Group Report:, Renewable Energy Report 2015
La Generazione Distribuita Impianti a Biomassa Agroforestali In Italia La progressiva riduzione di taglia La nuova potenza installata nel 2014 è stata pari a 30MW, sostanzialmente in linea con quanto avvenuto nel 2013 e nel 2012 (tra il 2008 e il 2014 la media di nuove installazioni è di circa 37MW). La taglia più diffusa è quella compresa tra 200kW e 1MW, anche se nel 2014 la maggior parte delle installazioni è stata sotto quota 300kW. Fonte: Energy & Strategy Group Report:, Renewable Energy Report 2015 5
La Generazione Distribuita Il modello di business sulle Mini-biomasse Una rete di piccoli impianti Sviluppo a livello nazionale di una rete di impianti di microgenerazione, alimentati da filiera corta. Taglia di 75-200 kwe (PAS - semplificazioni autorizzative) o 300kWe (registro GSE). Utilizzo di calore verde a basso costo in utenze industriali e agricole con elevato fabbisogno termico e/o refrigerazione. Filiera Utilizzo di residui agricoli ed agroindustriali. Utilizzo di residui forestali. Sviluppo di filiere integrate sul territorio. Integrazione con colture energetiche, ove possibile. Ricadute Territoriali Sviluppo economico ed occupazionale del territorio mediante la creazione di filiere locali integrate; Uso efficiente dei sottoprodotti agricoli ed agroindustriali; Sviluppo e manutenzione del patrimonio forestale. rammendo dei boschi; Contributo al miglioramento del dissesto idrogeologico del territorio; Impatto positivo sui bilanci dei consociati e miglioramento dell efficienza energetica attraverso la riduzione dei costi di riscaldamento / raffrescamento 6
Il modello di business sulle Minibiomasse Il valore aggiunto dell approvvigionamento Gli impianti a biomassa possono utilizzare una eterogenea gamma di prodotti e sottoprodotti, il cui utilizzo ha un impatto diretto sul territorio, in termini sia economici che di sostenibilità ambientale: Cippato forestale: La raccolta di sfalci e potature delle aree boscate garantisce la manutenzione di zone spesso abbandonate e quindi previene danni ed incendi, oltre a ridurre il rischio idrogeologico del territorio; Potature agricole (frutteti, vigneti, ecc): provengono spesso da aziende agricole e da piccoli braccianti. In caso di conferimento a impianti a biomassa viene evitato il pericolo della diffusa pratica illegale di bruciarle nei campi (con conseguente riduzione delle emissioni atmosferiche inquinanti), potendo offrire anche una piccola remunerazione per il conferimento; Sfalci e potature del verde pubblico: per le PA rappresentano spesso un costo rilevante da sostenere. Utilizzandole a fini energetici è possibile tradurre tale costo in un ricavo, migliorando i bilanci dei Comuni; Vinacce, sansa, tutolo, stocchi: utilizzabili in diverse percentuali, anche questi materiali rappresentano spesso un costo per le imprese agricole che può essere trasformato in un ricavo migliorando il conto economico aziendale; Colture energetiche: in piccole percentuali è possibile utilizzare anche biomassa proveniente da colture energetiche effettuate su terreni abbandonati e incolti, valorizzando il territorio e prevenendo danni idrogeologici ed incendi. Alcuni esempi di sottoprodotti utilizzati 7
Il modello di business sulle Minibiomasse Impatti economici ed occupazionali Un impianto a biomassa genera una serie di importanti ricadute economiche, ambientali ed occupazionali sul territorio: Costituzione di una filiera corta integrata: l approvvigionamento dell impianto offre la possibilità della costituzione di una filiera corta integrata sul territorio, spesso con il coinvolgimento di piccoli fornitori locali, nel raggio massimo di 30-40km dall impianto; questo si traduce in nuova occupazione e garantisce alle aziende una sostenibilità economica nel lungo periodo (l impianto ha una vita utile di 20 anni); Impatti Economici: l impianto può erogare una potenza termica fino a circa 1MWt, che viene ceduto ad aziende e realtà locali limitrofe a basso costo, migliorando il conto economico aziendale; il calore verde prodotto rappresenta un valore aggiunto per le imprese associate in termini di sostenibilità ambientale della loro produzione; Ricadute Occupazionali: l impianto necessita di manutenzione ordinaria che viene sempre affidata ad una impresa locale specializzata, offrendo formazione idonea allo svolgimento dell attività; Ricadute Sociali: l installazione di un impianto che produce energia verde accresce la sensibilità verso le fonti energetiche rinnovabili ed in particolare favorisce la creazione di una cultura radicata della sostenibilità ambientale con effetti positivi nella gestione del territorio. 8
Biomassa Impianto Generazione Distribuita Le caratteristiche dell impianto da 200kWe Es. Impianto ed Area di stoccaggio biomassa L impianto ha bisogno di circa 150-200 mq coperti in parte da tettoia E necessaria un area di stoccaggio della biomassa di circa 800-1.000 mq anch essa coperta da tettoia Cogenerazione : l impianto erogare una potenza termica disponibile ad utenza variabile tra circa 300 kwt 1,2 MWt a seconda della tecnologia utilizzata. Esempi di sottoprodotti Fabbisogno: circa 2500-3.500 t/anno Tipologia di biomassa utilizzabile: sottoprodotti di origine agricola e forestale (cippato forestale, potature agricole e verde pubblico, residui da gestione del bosco, vinacce, sansa, tutolo, stocchi, ecc.) 9
Le Minibiomasse Cogenerative Ricavi / Risparmi da Impianto a Biomassa per azienda ospitante Miglioramento del conto economico aziendale attraverso l utilizzo di energia verde a basso costo con conseguente risparmio rispetto ai combustibili fossili tradizionali (-30/40%). Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra - CO 2 ( sostenibilità ambientale ) Diritto di Superficie per 20 anni per un area di circa 1500-2000mq; Retribuzione di una forza lavoro part-time per operation impianto (carico/scarico biomassa, raccolta ceneri, ecc); Ricavi derivanti dalla vendita della biomassa utilizzabile nell impianto; Possibilità di integrare impianto a biomassa con altri interventi di Efficienza Energetica. 10