APERTURE TRADIZIONALI VESUVIANE



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APERTURE TRADIZIONALI VESUVIANE Le aperture praticate nelle facciate degli edifici, sin dall inizio dei tempi, hanno avuto sempre una particolarmente attenzione da parte dei costruttori e progettisti, sia per l influenza che le stesse avevano nel caratterizzare le facciate che per la complessità costruttiva che comportavano. La forma, la dimensione e il numero di aperture erano strettamente legate, oltre che alla tecnica costruttiva dell edificio, alla destinazione dell edificio, alla sua importanza ed al luogo in cui si trovava. Ad esempio, nelle abitazioni civili del periodo romano, le aperture che prospettavano sulle strade erano piccole ma avevano una particolare strombatura che permetteva di far giungere all interno dell abitazione una quantità di luce sempre sufficiente. Con il passare dei secoli e con il conseguente miglioramento delle tecniche costruttive, le dimensioni e le forme delle aperture sono aumentate progressivamente, passando dalle piccole aperture circolari, da quelle ad arco fino a giungere al completo svincolamento dall involucro murario. PIANO DEL COLORE APERTURE ED INFISSI TRADIZIONALI VESUVIANI 1

Le aperture nelle strutture in muratura portante Le aperture nelle strutture a muratura richiedono, per la realizzazione, l inserimento all interno della struttura muraria di particolari elementi costruttivi che sovrastano il vano per poter mantenere immutata l integrità statica della struttura. Le due soluzioni adottate, tradizionalmente, per creare un legame tra le due parti di muro interrotte dal vano, sono il sistema arcotravato ed il sistema arcuato, che sfruttano due concetti statici differenti. Per la realizzazione dell architrave, nella tradizione costruttiva vesuviana, si è utilizzato principalmente del materiale locale economico e facilmente reperibile. Quindi la scelta inizialmente è stata quella di utilizzare la pietra (sin dalle porte di Troia), e quindi il Piperno ed altri pietre laviche, ma abbandonata ben presto per la mancanza di capacità a resistere a sforzi di flessione se non utilizzati in spessori molto elevati con luci molto piccole. Per ovviare a tale inconveniente si è deciso di sostituire la pietra con il legno (dal periodo etrusco), generalmente di castagno, nel vesuviano, con spessori variabili da 6 a 9 cm e larghezza variabile a seconda dello spessore della murature. Col passare dei secoli e con il migliorare delle conoscenze scientifiche le strutture architravate in legno sono state sostituite (da inizio secolo) con strutture in ferro (travi metalliche) collegate da tiranti ed oggi da architravi in cemento armato. PIANO DEL COLORE APERTURE ED INFISSI TRADIZIONALI VESUVIANI 2

Per la realizzazione dell arco (a tutto sesto, a sesto rialzato, ribassato, ecc.) si disponevano nella muratura portante in corrispondenza del vano da aprire, elementi in pietra cuneiformi disposti normalmente ad una curva. Tale curva d elementi in pietra raccoglieva il carico della sovrastante muratura, per scaricarlo sui piedritti e quindi per distribuirlo alle murature sottostanti e laterali al vano aperto al disotto della curva. Questi elementi in pietra, costituenti la curva dell arco, chiamati conci, sono tradizionalmente realizzati nello stesso materiale utilizzato per la muratura, ovviamente tagliati e sagomati per la particolare funzione a cui sono destinati. In alcuni casi dove il materiale utilizzato per la muratura era di scarsa qualità e si voleva ottenere un miglior risultato dal punto di vista statico (alcune volte anche estetico) si utilizzavano materiali diversi posti in modo alternato, ad esempio il tufo alternato da laterizi, mentre per il concio di chiave e per i conci sui piedritti, cuscinetti, si utilizzavano materiali ancora più resistenti, come tradizionalmente il Piperno o la Pietrarsa. La costruzione dell arco veniva realizzata attraverso l uso della centina (che dava la curva che il sostegno all arco), posta al disotto dell arco. Per realizzare l arco si partiva simmetricamente dai due lati procedendo verso il centro per chiudere con il concio di chiave. Lo spessore di malta usata come legante fra i conci, non doveva superare 1,5 cm. Una volta completato l arco, si attende la presa della malta, quindi con molta attenzione si procede al disarmo della centina. L apertura una volta realizzata veniva completata da altri elementi e materiali che variavano a seconda dell importanza che aveva il vano ed avevano una funzione sia estetica che protettiva. Tra questi ricordiamo il davanzale o soglia (parte inferiore del vano), realizzato tradizionalmente in Piperno o Pietrarsa, le lesene realizzate risaltando le PIANO DEL COLORE APERTURE ED INFISSI TRADIZIONALI VESUVIANI 3

pareti laterali del vano, le paraste (realizzati in stucco su pilastri parzialmente sporgenti dalla parete, il frontone spazio delimitato dalla cornice al disopra del vano, il timpano superficie racchiusa dentro la cornice del frontone. PIANO DEL COLORE APERTURE ED INFISSI TRADIZIONALI VESUVIANI 4

INFISSI TRADIZIONALI VESUVIANI Gli infissi esterni, sono elementi fondamentali della facciata ed insieme alle pareti perimetrali, costituiscono gli elementi verticali di chiusura dello spazio interno all edificio. Sono, generalmente, definiti infissi esterni verticali le finestre (che svolgono la funzione di passaggio di aria e luce), le porte ed i portoni (che svolgono la funzione di passaggio di cose e persone). I materiali con cui sono costituiti gli infissi sono, in genere, legnami resinosi, d ottima qualità, integri, senza nodi e perfettamente stagionati. La stagionatura è fondamentale per la riuscita degli infissi: l essiccazione, tradizionalmente, avviene accatastando il legname all aperto in modo che vi sia una continua e costante ventilazione, necessaria a prevenire la formazione di muffe, insetti e funghi. Sin dall antichità, Palladio c indica che l essiccazione doveva durare tre anni prima di realizzare un buon infisso. Per preservare il legno, è comunque raccomandato proteggerlo con pitture, per evitare l attacco di insetti e muffe. In passato si usava impregnare il legno d oli o di grassi. Oltre al legno (larice rosso, abete rosso, il noce, il castagno era il legno più usato nel vesuviano), utilizzato oltre che per realizzare porte, finestre ma anche telai e PIANO DEL COLORE APERTURE ED INFISSI TRADIZIONALI VESUVIANI 5

stipiti, vi sono altri materiali che compongono gli infissi, quali il ferro, il vetro (anche colle e pitture). Il ferro viene utilizzato per realizzare la ferramenta come serrature, cerniere ed armature (anche per le viti, i chiodi, le staffe e le piastre). I sistemi di chiusura maggiormente utilizzati erano costituite da maniglie, dette spagnolette per gli infissi, cremonese per le persiane. Il vetro veniva utilizzato per realizzare la parte trasparente degli infissi e delle porte, nel caso delle porte si trattava di vetro smerigliato od opaco, parzialmente trasparente per facilitare il passaggio della luce da un ambiente ad un altro. Gli infissi si possono distinguere in interni ed esterni, classificabili in base al tipo d aperture e tecniche costruttive. Il tipo d apertura tradizionale vesuviano è quello a battente, sia nel caso dei portoni, che di porte e finestre. Le porte venivano differenziate per forma e numero a seconda dell importanza dell ambiente, un battente piccolo per servizi secondari e bagni, due battenti per saloni ed altri ambienti importanti, un battente per le altre stanze. Le finestre venivano proporzionate a seconda dell altezza del piano, prendendo quindi una forma quasi quadrata per i piani bassi e rettangolare per i piani nobili e molto alti. Le finestre ed i balconi potevano essere di due tipi: con e senza persiane. Le persiane, esternamente, erano presenti soprattutto su quegli infissi che affacciavano sulle strade e dove maggiormente era necessaria la protezione dai raggi solari. Alle finestre, internamente, erano montati gli scuri che avevano la funzione di bloccare completamente il passaggio della luce nell ambiente interno. PIANO DEL COLORE APERTURE ED INFISSI TRADIZIONALI VESUVIANI 6

Le finestre o porte finestre hanno ulteriori sottoclassi, riferite alle differenti tipologie di battente. Distinguiamo quindi porte finestre: a battente verticali, alla francese, all inglese e finestre scorrevoli. I portoni si distinguono in base alla tecnica costruttiva, e possono essere classificati secondo tre principali categorie: portoni a tavolati semplici e traverse, intelaiati ed a tavolato doppio. Esistevano poi porte particolari definiti di caposcala e portoncini d ingresso. Nelle porte-finestre, che non disponevano di balcone, erano presenti le ringhiere (in ferro battuto) a protezione di chi si affacciava. Le tipologie ed i disegni erano molteplici, il materiale utilizzato ferro e ghisa. La ringhiera veniva protetta da uno strato di pittura antiruggine e da un strato di pittura normale. I balconi invece possono avere sia le ringhiere che dei muretti pieni o con elementi decorativi (colonne, ecc.). PIANO DEL COLORE APERTURE ED INFISSI TRADIZIONALI VESUVIANI 7