1.1 geologia, morfologia ed idrologia



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1.1 geologia, morfologia ed idrologia a cura di Renzo Mazzanti 13 Per Svizzera Pesciatina (gli abitanti del luogo preferiscono chiamarla col tradizionale toponimo Valleriana ) si intende l area montana nella quale si aprono le due valli della Pescia di Collodi (Pescia Minore), attualmente in Provincia di Lucca, e della Pescia di Pescia (Pescia Maggiore), attualmente in Provincia di Pistoia. Sono queste le due valli principali incise nella dorsale che si innalza molto ripida al piede della Pianura di Lucca, delle Colline delle Cerbaie e della Pianura di Borgo a Buggiano (FIG.3); cioè secondo un allineamento nell insieme disposto Ovest Est, anche se nel dettaglio caratterizzato da una successione di faglie a direzione appenninica (NW-SE). Il Fiume Pescia di Collodi nasce dal Monte Battifolle (1.109 m), il Fiume Pescia di Pescia ha origine, intorno a quota mille, sui contrafforti del Poggiobello; entrambi questi corsi d acqua solcano la dorsale montuosa per circa dieci chilometri prima di giungere in pianura, rispettivamente a Collodi e a Pescia (62 m). In sistesi, la Svizzera Pesciatina, da un punto di vista geografico, corrisponde a un tratto della lunga dorsale racchiusa ad Ovest dal massiccio delle Pizzorne, ad Est dal massiccio percorso dalla statale SS-633, che da Borgo a Buggiano porta alla Valle del Reno, mentre verso Nord i confini perdono in definizione nell insieme dei massicci appenninici, solcati da valli anche molto profonde che si raccordano alla Val di Lima, verso NW, e alla valle di Montagnana, verso NE. Le due Pescie presentano corsi grosso modo Nord-Sud, in questo contrastando nettamente con gli allineamenti tettonici dell area che sono in prevalenza a direzione appenninica. è quindi ben inserita al piede occidentale e solatio della Catena Appenninica e, pur non raggiungendone mai lo spartiacque, si eleva spesso, e talora sorpassa, la quota di 1.000 m in un paesaggio tutto montano in prevalenza forestato. Serchia Pisa Lucca B Collodi Pescia di Pescia Pescia di Collodi Pescia A Montecatini Palude di Fucecchio Arno Pistoia FIG.3 SINTESI DELLO STRALCIO DALLA CARTA GEOLOGICA DELLA TOSCANA (L. CARMIGNANI e A. LAZZAROTTO, 2004) A - Formazione Macigno (Flysch arenacei interni: arenarie, siltiti con olistostromi, CHATTIANO-AQUITANIANO) B - Formazione Canetolo (Argilliti, calcari e siltiti, PALEOCENE-EOCENE)

14 GEOLOGIA Ad un analisi sommaria la geologia della Svizzera Pesciatina può sembrare estremamente semplice in quanto in affioramento vi compare in maggioranza la formazione del Macigno (A in FIG.3), cioè l arenaria che ha chiuso la sedimentazione del Dominio Toscano e si è deposta tra il Chattiano e l Aquitaniano. Tuttavia lungo il bordo meridionale di questa piccola regione, in corrispondenza della base della zona montana, compaiono piccoli affioramenti della formazione delle argilliti, calcari e siltiti di Canetolo (B in FIG.3), sedimentati tra il Paleocene e l Eocene nel Dominio Subligure (FIG.4). I sedimenti del Macigno giacciono sicuramente al di sotto di quelli della formazione di Canetolo nel tratto di contatto compreso tra Pescia e Borgo a Mozzano, ma questa situazione, del resto verificata in tutto l Appennino settentrionale, richiede una spiegazione assai complessa, trattandosi di una massa di spessore notevole (circa 1.500 m vedi FIG.4) di sedimenti sicuramente più recenti (Formazione Macigno, A in FIG.3) che giacciono al di sotto di altri più antichi (Formazione di Canetolo, B in FIG.3) con spessori intorno a 200 m. (per una lettura comparata delle immagini in appendice è possibile individuare la corrispondenza tra A in FIG.3 e mg in FIG.4 e tra B e cb). Prima di interpretare questa situazione va precisato che la sovrapposizione di sedimenti più antichi ad altri più recenti non è giustificabile con fatti esclusivamente sedimentari. Molte sono le interpretazioni ma la più attendibile rimane quella che si tratti di una faglia inversa o, meglio, considerate le dimensioni regionali, rientrante nell ambito delle falde di ricoprimento tettonico, concetto che ha stentato ad affermarsi nell ambito degli studiosi di geologia ma che ormai viene accettato comunemente. Si tratterebbe cioè di un insieme di strati di dimensioni regionali (appunto detto Subligure) che sarebbe sovrascorso in massa al di sopra dell insieme di strati noto come Dominio Toscano. Dopo le indispensabili premesse per inquadrare la geologia della Svizzera Pesciatina, è essenziale ampliare il punto di vista alla scala geografica del centro Italia di cui il nostro territorio rappresenta una piccola, seppur interessante, particella. FIG.4 SUCCESSIONE STRATIGRAFICA Rielaborazione della Carta geologica e geomorfologica con indicazioni di stabilità da Nardi et al. (1983) per il Dominio Toscano: alb Calcari Alberesi, Eocene inferiore-medio cb Complesso eterogeneo prevalentemente argillitico, localmente con lenti di siltiti e marne con calcareniti (s), Cretaceo-Eocene per il Dominio Ligure mg Macigno, nella parte superiore materiale ligure in frane sinsedimentarie (Olmg) per il Dominio Subligure sc Scaglia rossa toscana, con intercalazioni di calcari e calcareniti grige (scb) mac Maiolica, Titonico superiore Neocomiano / Barremiano d Diaspri, Malm p.p. cs2 Calcari grigio scuri a selci nere, Dogger superiore Malm p.p. mp Marne a Posidonia, Lias superiore Dogger p.p. cs1 Calcari grigi a selci chiare, Lias medio-superiore ra Rosso ammonitico, Lias inferiore-medio ca Calcari ad angulati, Lias inferiore-medio cm Calcari massicci, Lias inferiore

FIG. 5 EVOLUZIONE GENERALE GEOMORFOLOGICA Stereogrammi di una fettuccia di territorio attraverso l Appennino settentrionale, circa all altezza di Siena, per mostrarne l evoluzione generale geomorfologica 1. Miocene inferiore 2. Miocene medio 3. Miocene superiore 4. Pliocene inferiore e medio 5. fino al Pliocene superiore In celeste le acque marine, in verde-giallo le acque salmastre e soprasalate del Mediterraneo durante l episodio evaporitico del Messiniano (Miocene superiore), in giallo chiaro le acque dolci lacustri. 15 La struttura geologica della Toscana tra il Crinale appenninico e il Mar Tirreno, geologicamente assai recente, è stata rintracciata da pochi anni dai geofisici anche nel substrato di quest ultimo fino alla Corsica ed alla Sardegna, che invece presentano strutture diverse. In definitiva la struttura geologica, tra il fianco orientale di queste due grandi isole e il Crinale appenninico, può essere assimilata a una successione di dorsali, relativamente sollevate, e di bacini, relativamente sprofondati. Il concetto di relatività tra i rapporti tra dorsali e bacini è indispensabile poiché solo le dorsali più orientali, tra i Monti Livornesi e il Crinale Appenninico, appaiono oggi come montagne, mentre quelle più occidentali, sommerse sotto il Tirreno, sono ovviamente invisibili, se non agli occhi raffinatissimi degli strumenti geofisici. Ormai è assodato che circa 15M anni fà il Tirreno doveva lambire le Apuane e la Montagnola Senese (2 in FIG.5) attraverso un arcipelago di isole di difficile precisazione a causa della notevole erosione subìta dai sedimenti corrispondenti a quei piani cronologici, mentre l Adriatico, mare poco profondo di tipo epicontinentale, senza dubbio si estendeva molto più a occidente della sua costa attuale, seppure ormai si trovasse in ritiro rispetto alla situazione precedente (1 in FIG.5). Circa 7M anni fà il Crinale dell Appennino settentrionale si trovava in corrispondenza dell attuale bordo occidentale della dorsale definita in precedenza per illustrare la posizione della Svizzera Pesciatina; dorsale allungantesi alcuni chilometri verso NW e molti verso S-SE attraverso il Monte Albano e quelli del Chianti (3 in FIG.5). Ma già circa 5M anni fà il crinale dell Appennino settentrionale aveva raggiunto il lato orientale di questa struttura, mentre intorno a 3M anni fà si trovava in corrispondenza dell attuale Pratomagno (4 in FIG.5) e circa 2M anni fà si era assestato sulla posizione attuale (5 in FIG.5). FIG.6 SCHEMA SISMO-TETTONICO Rielaborazione dalla Carta geologica e geomorfologica con indicazioni di stabilità, Provincia di Pistoia (NARDI et al., 1981) 1891 1891 1630 1908 Nel descrivere la Svizzera Pesciatina interessa insistere sul concetto di dominio in senso geologico. Esso viene definito un insieme di formazioni, cioè di rocce sedimentarie, magmatiche o metamorfiche, con propria individualità ma, al tempo stesso, associate in una successione litologica (o serie) che si trova in una determinata area geografica. Nell area pistoiese, secondo quanto riporta la Carta Geologica di Nardi et al. (1983)

16 FIG.7 STEREOGRAMMA GEOMORFOLOGICO DEL VALDARNO INFERIORE E RILIEVI CONTORNANTI i due pallini neri indicano le sorgenti rispettivamente della Pescia di Collodi e della Pescia di Pescia. questa successione è composta da una serie di calcari e arenarie di varia natura. Un ottimo segnale per riconoscere quando gli strati di Macigno, nella valle del Pescia di Pescia e in quella del suo affluente di destra Torbola, iniziando da Castelvecchio, si trovano in giacitura diritta o rovesciata è rappresentato dalla caratteristica di questi strati di avere i granuli di dimensioni classate, sedimentate a partire dal basso con gradi di grossolanità decrescenti. Nella Carta Geologica suddetta (FIG.4) gli strati di tetto del Macigno sottostanti al lungo e poco potente affioramento di strati cb hanno un aspetto assai regolare. Da Castelvecchio fino alla confluenza del Torbola nel Pescia di Pescia le direzioni nel Macigno sono antiappenniniche, cioè NE-SW, le immersioni verso NW e le inclinazioni di 30 ; non sono segnalati strati rovesciati. Dalla confluenza di cui sopra, fino ai sobborghi settentrionali di Pescia, le direzioni nel Macigno tendono prima a NNE-SSW, con immersioni a WNW, quindi assumono la N-S con immersione a W e anche in questo tratto non sono segnalati strati rovesciati. La giacitura degli strati del Macigno al di sopra del lungo filone di strati cb tra i sobborghi settentrionali di Pescia e Castelvecchio è assai diversa in quanto gli strati rovesciati sono più di quelli diritti, altri, e non pochi, sono verticali, per cui è possibile che, lungo il lato occidentale dell affioramento di strati cb, si affianchi la cerniera di una piega degli strati di Macigno. Situazione quest ultima contrastante con l ipotesi che l attuale filone di cb corrisponda ad una frana sinsedimentaria perché richiederebbe per gli strati rovesciati di Macigno, che le si sarebbero sedimentati sopra, una deposizione classata inversamente. D altra parte anche gli Autori della Carta geologica e morfologica della Provincia di Pistoia si sono attenuti all ipotesi di una giacitura tutta tettonica del filone cb tra Pescia e Castelvecchio (FIG.6). Infatti l affioramento di cb in quest ultimo tratto è segnalato con linee a trattini di colore rosso dei sovrascorrimenti tettonici; questi trattini sono dalla parte del cb in corrispondenza del fianco orientale del filone (dove possono corrispondere alla base di una falda di ricoprimento tettonico); dalla parte del Macigno sono invece in corrispondenza del fianco occidentale del filone (dove possono corrispondere all adagiarsi di una piega del Macigno sopra l insieme del cb, sovrascorso in precedenza sul Macigno stesso). In questo caso la piega in questione non può essersi formata prima dell Aquitaniano superiore/burdigaliano inferiore: si sarebbe trattato quindi di una piega tardiva formatasi poco prima dell inversione dello stile tettonico da duttile a fragile nella compagine orogenetica appenninica alla quale si è accennato sopra.

17 Anche le caratteristiche geomorfologiche e uno studio della forma del territorio, della sua origine ed evoluzione, si definiscono come quelle geologiche, in una scala di inquadramento territoriale di dimensioni ben più ampie della ristretta area della Svizzera Pesciatina. I lineamenti geomorfologici essenziali dell area di interesse, compresa tra l Isola di Gorgona, il Chianti, il Crinale Appenninico e La Spezia, sono qui riportati (FIG.7), risultato di uno stereogramma derivato dalla carta di G. Inghirami nel 1830, nella quale sono evidenziati i corsi delle due Pescie. BIBLIOGRAFIA C. ARIAS, G. BIGAZZI, F.P. BONADONNA, Studio cronologico e paleomagnetico di alcune serie sedimentarie dell Italia Appenninica Contributi Carta Neotettonica d Italia, III, CNR Progetto Finalizzato Geofisica, Neotettonica, 356, Roma 1980, pp. 1441-1448. L. CARMIGNANI, F.A. DECANDIA, L. DISPERATI, P.L. FANTOZZI, A. LAZZAROTTO, D. LIOTTA, C. OGGIANO, E. TAVARNELLI, Relazioni tra il Bacino Balearico, il Tirreno settentrionale e l evoluzione neogenica dell Appennino settentrionale - Studi Geologici Camerti, volume speciale, Camerino, 1995, pp. 255-268. L. CARMIGNANI, A. LAZZAROTTO Carta geologica della Toscana Scala 1:250.000. Regione Toscana, Firenze, 2004 M. DINI, R. MAZZANTI Cerbaie Montecarlo: La Geomorfologia. In Le Cerbaie La Natura e la Storia Istituto Storico Lucchese, Sezione Valdarno, Pisa 2004, pp.11-27. R. GHELARDONI, E. GIANNINI, R. NARDI Ricostruzione paleogeografica dei bacini neogenici e quaternari della bassa valle dell Arno sulla base dei sondaggi e dei rilievi sismici Bollettino Società Geologica Italiana, 87, Pisa 1968, pp. 91-106. D. MAGALDI, D. BIDINI, C. CALZOLARI, G. RODOLFI Geomorfologia, suoli e valutazione del territorio tra la Piana di Lucca e il Padule di Fucecchio Annali Istituto Sperimentale, Studio, Difesa Suolo, 14, Firenze 1983, pp. 21-108. R. MAZZANTI, L. TREVISAN Evoluzione della rete idrografica nell Appennino centro-settentrionale Geografia fisica Dinamica quaternaria, 1, Torino 1978, pp. 55-62. R. NARDI, A. PUCCINELLI, M. VERANI Carta geologica e geomorfologica, con indicazioni di stabilità, Scala 1:25000. Provincia di Pistoia, Firenze 1981. L. TREVISAN, G. BRANDI, L. DALLAN, R. NARDI, G. RAGGI, A. RAU, P. SQUARCI, L. TAFFI F 105 Lucca 1971. Note Illustrative, Carta Geologica Italiana, II edizione, Servizio Geologico d Italia. L. TREVISAN, E. TONGIORGI Aspetti glaciali e forestali delle Alpi Apuane durante l ultima glaciazione Atti Società Toscana Scienze Naturali, Processi Verbali, 49, Pisa 1940, pp. 1-8.

19 a cura di Antonella Grazzini Pescia di Pontito IDROLOGIA Il torrente Pescia di Pescia o Pescia Maggiore scende lungo una valle: chiusa a nord dalla catena dei rilievi dal monte Lischeta (1.077 m) al Monte Bastia (1.107 m), che costituiscono la linea spartiacque con la Val di Lima chiusa a ovest dal versante del Monte Battifolle (1.109 m) e dalla linea spartiacque che da Nord a Sud interessa il Monte Mitola, il Monte Telegrafo, il Colle Terminetto fino alle Colline di Marsalla limitata da Sud verso Nord-Est, sul lato orientale quindi, dai rilievi di Uzzano, la Serra e Crespole, limitata a Sud dall area umida di importanza internazionale delle Padule di Fucecchio, di cui costituisce il principale immissario. ia Pesc La valle della Pescia di Pescia è suddivisa in due vallecole minori e parallele, la Val di Torbola e la Val di Forfora, tenute separate dallo spartiacque del Trassero. Rio Torto la La Pescia, presenta diversi rami sorgentiferi fra cui se ne distinguono 2 principali: uno nasce a 900 m s.l.m alle pendici del Monte Granaio e si riunisce con un altro rio che nasce a circa 1.000 m s.l.m. alle pendici del Monte Lischeta a formare un unico ramo detto Pescia di Pontito l altro ramo si origina più a Est, nel Comune di Calamecca e prende appunto il nome di Pescia di Calamecca. di Calamecca Rio Framigno sin o i Rio San G i ann ov Pescia Pescia di Collodi Il fiume è dunque alimentato da numerosi affluenti che solcano impluvi posti trasversalmente, visibili come corrugamenti nella vegetazione forestale a disegnare il profilo del paesaggio della Valleriana e dell intera Alta Valdinievole, fatto di boschi, di contrafforti appenninici rapidamente degradanti in direzione Nord-Sud e di Castella inserite nell ambiente circostante a seguirne profili e versanti. di Pescia Rio A FIG.8 SCHEMA IDROLOGICO