Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie. Scheda regionale MARCHE

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Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie Strumenti a supporto della programmazione integrata Scheda regionale MARCHE Analisi del fenomeno migratorio a livello territoriale Aggiornamento Novembre 2016

Sommario Premessa... 3 1. Dati demografici e flussi migratori... 5 2. Flussi non programmati... 9 3. Le giovani generazioni... 10 4. Il mercato del lavoro... 13 5. Il sistema di welfare... 15 6. Politiche per l inclusione socio-lavorativa... 17 Nota metodologica... 19 2 di 20

Premessa La presente scheda vuole essere uno strumento di analisi sintetica del contesto regionale, che si pone come obiettivo prioritario quello di osservare e descrivere il panorama migratorio che interessa lo specifico territorio, evidenziando, in particolare, attraverso una serie di dimensioni che attestano la strutturalità del fenomeno, le dinamiche relative alla presenza ed ai percorsi di inserimento socio-lavorativo dei cittadini stranieri (comunitari e non comunitari): Incidenza sulla popolazione autoctona Trend evolutivi della popolazione Distribuzione geografica e per nazionalità di provenienza della presenza Tipologie di soggiorno Presenza nel mercato del lavoro Inserimento nei percorsi di istruzione e formazione Accesso al sistema di welfare e tutele sociali Politiche attive e percorsi di integrazione sociale che indicano la tendenza all insediamento stabile Nel Report regionale si dà conto, pertanto, di: 1. dati demografici e flussi migratori, in termini di presenza complessiva, per genere e classe di età, province e comuni di insediamento, principali nazionalità di riferimento, tipologie del soggiorno; i dati relativi alla sezione socio-demografica sono aggiornati al 1 gennaio 2016, ultimo aggiornamento dei dati Istat sia di stock sia di flusso disponibile in merito alla popolazione non comunitaria. 2. Flussi non programmati, ovverosia minori stranieri non accompagnati, richiedenti e titolari di protezione; 3. le caratteristiche della presenza delle giovani generazioni, soprattutto nei percorsi di istruzione e formazione e relativamente al fenomeno dei NEET e della condizione occupazionale dei giovani under 30. 4. la condizione occupazionale, con particolare rilievo alla segmentazione per genere e classi di età, ai settori di attività economica, ai profili professionali e reddituali (per i soli lavoratori dipendenti), ai livelli di istruzione, alle tipologie contrattuali; nell analisi della presenza nel mercato del lavoro vengono considerate, inoltre, le assunzioni e le cessazioni relative al lavoro dipendente; 3 di 20

5. gli interventi di welfare in relazione al sistema previdenziale, assistenziale, ai trasferimenti monetari alle famiglie e alle misure di sostegno e tutela del reddito dei lavoratori (sistema degli ammortizzatori); 6. alcune dimensioni proprie delle Politiche per l inclusione socio-lavorativa e di integrazione che segnano la tendenza alla stabilizzazione: accesso ai servizi pubblici del lavoro, durata della disoccupazione, partecipazione a corsi di formazione regionali, accesso alla cittadinanza, matrimoni, rimesse, associazionismo. A chiusura della scheda è riportata una nota metodologica nella quale sono evidenziate le diverse fonti, di natura sia statistica sia amministrativa, ascrivibili ai soggetti istituzionali competenti in materia. 4 di 20

1. Dati demografici e flussi migratori 1 Gli stranieri residenti nella Regione Marche al 1 gennaio 2016 ammontano a 140.341, con un decremento sostanziale del 3,3% rispetto all anno precedente, questa significativa flessione nelle presenze ha comportato una diminuzione dell incidenza sulla popolazione complessiva che si attesta al 9,1% (9,4% nel 2015), tale flessione delle presenze si rileva in tutte le province. In ogni caso questo valore resta più alto rispetto alla media nazionale (8,2%). Gli stranieri residenti in Regione rappresentano il 2,8% sulla totalità degli stranieri residenti in Italia. È Ancona la provincia in cui gli stranieri sono maggiormente presenti (44.802, pari al 32%), con una incidenza, in leggero calo rispetto al 2015, sulla popolazione provinciale pari al 9,4%, seguono: Macerata (32.477 pari al 23%), dove il tasso di incidenza sulla popolazione è 10,1% (era 10,6% nel 2015), Pesaro e Urbino (30.969 pari al 22%, incidenza dell 8,5% era 9% nel 2015), Fermo (17.992 pari al 12.8%, incidenza del 10,2% la più alta nella Regione) e infine Ascoli Piceno (14.101 pari al 10%, incidenza del 6,7%). Le presenze femminili (77.168) sono decisamente superiori a quelle maschili (63.173) e pari al 55%, questa situazione si presenta similare in tutte le province. È Ascoli Piceno la provincia con la percentuale di presenza femminile più alta rispetto a tutta la Regione (58%). Figura 1. Dato (in valori assoluti) relativo alla presenza di cittadini stranieri residenti su base comunale. 1 Popolazione straniera (Comunitari/Non Comunitari) residente al 1 gennaio 2015 Fonte Istat; Nuovi Ingressi popolazione Non Comunitaria nel 2014 Fonte Istat 5 di 20

Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat Tra le nazionalità più rappresentate la Romania è al primo posto (con 25.649 presenze che sono il 18,3% della popolazione straniera presente e uniche presenze straniere stabili rispetto al 2015 in valore assoluto, ma in crescita, rispetto all incidenza, che nel 2015 era pari a 17,8%), seguita da Albania (18.484, 20.062 nel 2015 e 21.667 nel 2014), Marocco (11.735, 12.621 nel 2015 e 15.297 nel 2014) e Cina (9.863, 9.938 nel 2015, in sensibile calo rispetto alle 14.523 del 2014). Figura 2. Quota (in valori percentuali) degli stranieri residenti in rapporto alla popolazione residente su base comunale Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat La sola componente non comunitaria è costituita da 121.362, in calo rispetto al 2015 di ben 2.433 presenze (-2%), ed è pari al 7,9% della popolazione regionale. Questo dato ci permette di osservare che il calo della popolazione straniera residente è dovuto in pari misura alla diminuzione delle componenti comunitaria e non. Anche per la componente non comunitaria la distribuzione su base 6 di 20

provinciale conferma il primato di Ancona, con il 32% delle presenze non comunitarie e con una incidenza dell 8,1% sulla popolazione provinciale, seguita da Macerata (rispettivamente 27,2% e 10,3% di incidenza), Ascoli Piceno (21,6%, con incidenza del 6,8%) e Pesaro Urbino (19,2%, con incidenza del 6,4%). La presenza delle donne si attesta sul 49,5%, mentre i minorenni sono 30.624 ancora in calo, erano 31.342 nel 2015 e 32.212 nel 2014 ma quasi con la stessa incidenza, il 25,2%, sul totale della popolazione non comunitaria. Significativa anche la classe di età 30-39 anni (26.017 il 21,4% erano 27.402 il 22,1% del totale nel 2015), distribuita in modo equilibrato tra maschi e femmine. Circa il 56% dei cittadini non comunitari sono, inoltre, celibi/nubili. Figura 3. Dato (in valori assoluti) relativo alla presenza di cittadini non comunitari su base comunale. Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat La comunità più numerosa, dei non comunitari, è quella albanese il 16%, 19.552 presenze, in costante calo, seppure leggero, oramai dal 2014, cui segue quella marocchina che incide per il 11,5% (11,9% nel 2015 e 12,1% nel 2014). Le nazionalità caratterizzate da una maggiore incidenza di popolazione di genere femminile, come nel 2014, sono quella ucraina (l 79,6%), russa (l 79,6%) e brasiliana (il 78,8%), mentre sono connotate da una maggiore presenza maschile quella senegalese (74,3%), egiziana (73,1%) pakistana (68,6%) ghanese (66,2%) e bangladese (65,2%). In 7 di 20

generale, il 38,1% dei non comunitari presenti nelle Marche è di origine europea, il 27,5% è asiatico, in misura simile africano, 27,3%, il restante 6,6% proviene dall America. Figura 4. Quota (in valori percentuali) dei cittadini non comunitari in rapporto alla popolazione residente su base comunale. Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat Tra i soggiornanti ben il 66% è titolare di un permesso di lungo soggiorno o per familiare di cittadino UE residente in Italia, mentre sono 41.565 (in calo costante nell ultimo biennio, erano 43.809 nel 2015 e 46.869 nel 2014) coloro che hanno un permesso a scadenza, le cui tipologie più frequenti sono: famiglia (44,4%), lavoro (39%) e asilo/umanitari (11%). È rilevante notare che fino al 2015 i permessi di soggiorno più numerosi erano quelli per lavoro (21.958 con un incidenza del 50,1% sul totale), nel 2016 si è registrato un crollo di questa tipologia di permessi -26,2%, al contempo si rileva un importante crescita dei permessi per asilo/umanitari passati da 2.982 nel 2015 (6,8% del totale) a 4.552 nel 2016 (11% del totale). I permessi riconducibili alla categoria studio sono pari a 1.366. Da notare che i permessi di soggiorno per asilo/umanitari sono maggiormente numerosi nelle province di Ancona (12,2% del totale) e Macerata (11,8%), ma la 8 di 20

crescita più importante rispetto al 2015 si è avuta nelle province di Ascoli Piceno (+80,5%) e di Pesaro Urbino (+70,9%). Dei 41.565 cittadini non comunitari regolarmente presenti con permesso con scadenza al 1 gennaio 2016, il 53,5% sono uomini: il dato si polarizza molto se si considerano i permessi per motivi di Asilo/umanitari, per i quali l 87,6% dei titolari sono di genere maschile. La componente maschile si attesta, invece, al 61,4% dei permessi rilasciati per motivi di lavoro, mentre la componente di genere femminile predomina tra i cittadini con permesso per motivi di famiglia (61,6%). Nel triennio (2011-2013) gli ingressi di cittadini non comunitari erano diminuiti di quasi 3 mila unità, attestandosi nel 2013 a 6.589, il dato più basso se si considerano gli ingressi annuali dal 2007, mentre il picco più alto si è registrato nel 2010 (16.116 ingressi). Nel 2014 si sono registrati 6.404 ingressi, ancora in calo ma di poco, e il dato è pressoché identico al 2015, 6.399, in sostanza negli ultimi tre anni è rimasto sostanzialmente stabile. Nell anno 2015 gli ingressi hanno interessato in prevalenza cittadini pakistani (770 erano 748 nel 2014), seguiti dai cinesi (613 in calo rispetto al 2015, ma soprattutto dimezzati rispetto al 2013, 1.291), nigeriani (572), albanesi (500) e per lo più titolari di permessi di soggiorno di durata 6 mesi, per famiglia, mentre 2015 i più numerosi erano i permessi rilasciati per 12 mesi e oltre. 2. Flussi non programmati 2 In Italia nel 2015 hanno fatto ingresso 238.936 cittadini non comunitari; di questi, 67.271 riguardano ingressi delle persone beneficiarie di protezione nazionale o internazionale (asilo, richiesta d asilo, motivi umanitari), pari al 28,2% del totale. In regione, invece, gli ingressi delle persone beneficiarie di protezione nazionale o internazionale nel 2015 sono stati 2.320 (di cui 2.098 uomini), pari al 3,4% del totale nazionale, con una prevalenza delle nazionalità nigeriana, pakistana e bangladese. Sono 15.883, al 31 ottobre 2016, in Italia i minori stranieri non accompagnati accolti nelle strutture autorizzate/accreditate, con una variazione del +77% rispetto al mese di agosto 2015 (8.944 presenze). Nello stesso periodo i MSNA presenti nelle Marche sono passati da 58 a 174. Le presenze sono sostanzialmente triplicate, pari ad una variazione del +200%, la distribuzione percentuale a livello territoriale sul complessivo nazionale è aumentata dallo 0,6 al 1,1%. 2 Minori stranieri non accompagnati Fonte MLPS, agosto 2016; Cittadini stranieri accolti Fonte M.Int., 18 ottobre 2016 9 di 20

A livello nazionale, inoltre, le strutture di accoglienza autorizzate/accreditate censite nella Banca Dati della Direzione Generale dell immigrazione e delle politiche di integrazione sono pari a 1.323 e di queste 41 sono presenti nelle Marche, pari al 3,1% delle strutture totali. I cittadini immigrati presenti al 18 ottobre 2016 nelle strutture temporanee marchigiane sono 4.338; i posti SPRAR occupati (al 12 ottobre) sono 694, per un totale di 5.032 immigrati ospitati sul territorio regionale (il 3% del totale nazionale). Nelle Marche, per l esame delle richieste per il riconoscimento dell Asilo/protezione internazionale, agisce una Commissioni territoriali con sede ad Ancona, che nel 2015 ha esaminato in totale 1.977 domande, delle quali 1.444, cioè il 73% sono state decisioni di non riconoscimento (1.129) o irreperibilità (509); dei 533 esiti positivi (27%), il 17% si è risolto con il riconoscimento di status di rifugiato, il 18% con il riconoscimento della protezione sussidiaria e per il 65%con la proposta di riconoscimento della protezione umanitaria. Occorre segnalare che la Commissione territoriale di Ancona ha competenza sulle Regioni Marche e Abruzzo3. 3. Le giovani generazioni 4 Sono 1.917 i nuovi nati stranieri nelle Marche nel 2015, mentre erano 2.069 l anno precedente e di questi 1.880 i non comunitari, il 3,1% dei nati in Italia. Erano 2.550 nel 2011 con un incidenza sui nati in Regione del 18,8%. Si nota una variazione annua nel triennio 2011-2014 del -16% e nell anno 2014 del -10%. Nell anno scolastico 2014/2015 la componente straniera, 26.613 alunni (15.060 dei quali, corrispondenti al 56,6%, nati in Italia), incide per il 12,0% sul totale degli alunni marchigiani. Sono, invece, 1.016 gli alunni con cittadinanza non italiana entrati per la prima volta nel sistema scolastico della regione Marche. La ripartizione per livelli d istruzione vede i ragazzi stranieri distribuiti per il 21,0% nelle scuole dell infanzia, per il 33,1% nelle primarie, per il 19,8% nelle secondarie di I grado e per il 26,2% in quelle di II grado. Gli alunni rom, sinti e camminanti presenti nel sistema scolastico regionale sono 101. Gli studenti non italiani sono originari, in prevalenza, dell Albania (18,0%) e Marocco (12,6%), seguiti da quelli originari della Romania (11,5%). Il comune 3 Gli ingressi relativi alla categoria della popolazione protetta (asilo, richiesta d asilo, motivi umanitari) ammontano nel 2013 a 457 (l 87% maschi), con una prevalenza delle nazionalità pachistana e nigeriana. 4 Nuovi nati - Fonte Istat 2015; Scuola - Fonte MIUR, 2014/15; Università - Fonte MIUR, 2015/16; Neet - Fonte RCFL Istat, 2015. 10 di 20

di Ancona è quello con la maggior presenza di alunni con cittadinanza non italiana (2.234), prevalentemente albanesi e rumeni. Secondo l Istat5, nelle Marche su un totale di 7.569 alunni stranieri nati all'estero che sono stati inseriti in un percorso scolastico, il 46,3% ha avuto un primo inserimento regolare, nello specifico, su 5.815 alunni di scuola primaria il 53,4% ha avuto un inserimento regolare mentre nelle scuole secondarie l 77,6% dei primi inserimenti registra un ritardo. Sono stati, invece, 2.850 gli alunni che hanno dovuto ripetere uno o più anni scolastici, ovverosia il 28,9% degli alunni stranieri, a fronte dell 11,4% degli alunni italiani. Secondo l indagine Istat, tra gli alunni delle scuole secondarie di I grado che dopo la terza media continueranno a studiare, il 37,4% ha risposto che sceglierà un liceo, il 18,8% un istituto tecnico ed il 43,8% opterà per un istituto professionale; mentre gli alunni stranieri delle scuole secondarie di II grado interrogati sulle loro intenzioni dopo la scuola superiore hanno risposto che per il 35,6% che andrà all Università mentre il 39,8% vorrebbe cominciare a lavorare. Gli studenti stranieri iscritti agli atenei marchigiani nell anno accademico 2015/2016 sono 2.588, pari al 5,65% degli studenti iscritti totali. Di essi, 1.871 sono cittadini non comunitari, e 366 gli immatricolati non comunitari nell anno accademico 2015/16. L università con più stranieri è la Carlo Bo di Urbino, in questa le facoltà maggiormente frequentate risultano Farmacia e Lingue e culture moderne. Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2015) il tasso di occupazione dei giovani extra Ue (15-29 anni) è pari a 33,9%, in linea con il dato regionale complessivo (34,3%) ma più alto del valore nazionale (28,6%). Il tasso di occupazione dei giovani Ue (41,2%), invece, è ben maggiore non solo del tasso dei giovani extra UE ma anche dei marchigiani e italiani in generale. Gli occupati extra Ue (15-29) sono 8.866, in prevalenza uomini (66,1%, mentre il valore regionale è 60,4%), mentre tra i lavoratori Ue il dato si inverte e prevalgono le donne (78%). Il tasso di disoccupazione (15-29) dei giovani cittadini extra Ue è nettamente superiore a quello relativo ai lavoratori stranieri comunitari (32,9% a fronte del 14%), e sensibilmente più alto del dato regionale complessivo rispetto alla popolazione di riferimento (22,6%). Le persone in cerca tra i giovani stranieri, dunque, sono 4.351 tra i cittadini extra Ue su una forza lavoro di 13.217 individui e 387 tra i comunitari su 2.771 persone. Mentre il bacino degli inattivi stranieri (15-29 anni) è costituito da 15.965 individui, di cui 12.944 non comunitari; il tasso di inattività dei giovani non comunitari è quindi pari al 49,5%, inferiore al dato complessivo regionale (55,7%), e a quello nazionale (59,2%). Rispetto al totale dei giovani occupati, la coorte di età prevalente tra gli stranieri è 25-29 anni (il 59,6% tra i cittadini extra Ue). Ancora di più per gli italiani la fascia di età 25-29 è quella più 5 Indagine sull integrazione delle seconde generazioni 2014/2015, Istat 11 di 20

rappresentata, con il 65,8%. Si tratta in prevalenza di persone con un titolo di istruzione di scuola secondaria di I grado (67,6% per i non comunitari), mentre il 4,8% dei giovani occupati non comunitari possiede un titolo di istruzione terziaria (il dato sale al 21,4% tra gli italiani); invece fra i giovani non comunitari il 25,1% possiede il titolo di istruzione primaria di II grado a fronte del 65,8% degli italiani e del 79,4% dei comunitari. La categoria professionale che raccoglie il maggior numero dei lavoratori non comunitari è quella degli Artigiani, operai specializzati e agricoltori (47,2% dei giovani extra Ue, a fronte del 16,5% degli Ue), mentre il 69% dei giovani Ue è occupata nelle Professioni qualificate, nelle attività commerciali e nei servizi (contro il 14,9% degli extra Ue). Solo il 4,2% dei non comunitari appartiene alla categoria dei Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche (0% dei giovani extra Ue) e che impiega il 24,4% dei lavoratori italiani. Il settore di impiego prevalente tra gli occupati under 30 non comunitari è quello dell Industria in senso stretto (39,5%) cui seguono Alberghi e ristoranti (22,8%), Servizi collettivi e personali (12,8%), Costruzioni (11,1%), quindi Agricoltura (5,6%). I giovani lavoratori Ue sono concentrati prevalentemente negli Alberghi e Ristoranti (28,5%) e nei Servizi collettivi e personali (15,9%). Nessun giovane lavoratore dipendente non comunitari percepisce un reddito mensile superiore a 1600 euro, il 60% non supera i 1200 euro; i dipendenti di origine Ue hanno invece redditi inferiori (il 77,1% percepisce fino ad 800 mensili) il restante 22,9% di questi percepisce un reddito compreso tra 801 e 1200 euro; tra gli italiani il 45,4% dei giovani lavoratori dipendenti percepisce un reddito fra 801 e 1200 euro. Nelle Marche sono 12.320 i NEET (Not in Employment, Education and Training) 6, di origine straniera, giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano né lavorano (con una incidenza del 28% sulla popolazione regionale 15-29 anni), circa mille in più rispetto all anno precedente; di questi 11.252 sono non comunitari, e pesano per il 43% sul totale dei pari età di origine non comunitaria. Si tratta, dunque, di un dato in aumento non solo rispetto al 2015 ma anche al 2014. La fascia di età con l incidenza maggiore è rappresentata da quella composta dai ragazzi 25-29 anni (56,9%). I NEET tra i giovani stranieri comunitari sono 1.068, ovvero il 18,4% della popolazione di riferimento, dato sostanzialmente in linea con quello registrato l anno precedente. Sono prevalentemente le giovani donne a non studiare né lavorare sia tra i non comunitari (70,5%), che tra i comunitari (85,8%), mentre tra gli italiani le NEET sono il 48,8%. Per quanto riguarda le classi di età, i NEET si concentrano prevalentemente in quella più elevata (25-29 anni), sia per quanto concerne i cittadini comunitari (56,9%) sia quelli non comunitari (61,0%). 6 Rcfl, anno 2015. 12 di 20

4. Il mercato del lavoro 7 Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2015), il tasso di occupazione (15-64 anni) tra gli stranieri non comunitari è pari al 49,8%, inferiore sia al tasso regionale (62,1%) che a quello nazionale (56,3%). Tra i comunitari, invece, il tasso di occupazione è al 63,6%. Gli occupati (15 anni e oltre) non comunitari sono 41.666, per il 60,9% uomini; questa polarizzazione di genere è sostanzialmente in linea con il valore regionale (57,1%), mentre tra i comunitari il rapporto si inverte e le occupate rappresentano il 66,9% (13.395 in v.a.) del totale. Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) tra i non comunitari è molto alto e pari al 23,1%, ed è circa 13 punti percentuali superiore al dato complessivo regionale (9,9%), stabile inoltre rispetto al 2014 (23,4%), mentre tra i comunitari è del 13,7%. Il bacino degli inattivi stranieri (15 64 anni) è costituito da 37.599 individui, di cui 29.429 non comunitari. Le persone in cerca (15 anni e oltre) sono 15.695, se si considerano sia i cittadini comunitari (3.174) sia quelli non comunitari (12.520). Gli occupati (15 anni e oltre) stranieri sono tendenzialmente più giovani degli italiani: il 72,9% dei lavoratori non comunitari ed il 56% di quelli comunitari ha meno di 44 anni (tra gli italiani il dato scende al 48,9%); in entrambi i casi, poi, la percentuale più alta degli occupati si colloca nella coorte di età 30-44 anni. Tra i lavoratori non comunitari il 55,4% possiede un titolo di istruzione secondaria di I grado e il 30,4% secondaria di II grado; tra i comunitari, invece, prevalgono i titoli secondari di II grado (il 68,1%) in misura maggiore del dato regionale (48,5%). Lo 0,4% degli occupati non comunitari e lo 0,3 % dei comunitari non possiede alcun titolo di studio, a fronte dello 0,2% regionale. Al di sotto della media regionale, infine, l incidenza di titoli di istruzione terziaria tra gli stranieri (7,3% tra i non comunitari, 9,7% tra i comunitari, a fronte del 20,5% degli italiani in regione). Il settore di impiego prevalente tra i lavoratori stranieri non comunitari è quello dell Industria in senso stretto, che occupa il 39,2%, rilevante anche al percentuale dei comunitari (pari al 18,9%). Per i comunitari il settore prevalente è Servizi collettivi e personali in cui sono presenti il 40,9% degli occupati, importante anche per i non comunitari (19,3% degli occupati). Per i non comunitari è considerevole anche la presenza nel settore di Alberghi e ristoranti (13,9%) 7 Mercato del Lavoro, Fonte RCFL Istat, media 2015; INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, 2015; C.O., Fonte Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie MLPS, 2015. 13 di 20

Per quanto riguarda le categorie professionali i non comunitari sono distribuiti in Artigiani, operai specializzati e agricoltori con la percentuale più alta (36,1%), Professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi (24,8%) e Professioni non qualificate (22,0%); i comunitari sono maggiormente presenti nella categoria Professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi (33,7%), in Professioni non qualificate (26,7%) e in Artigiani, operai specializzati e agricoltori (22,2%). Mentre per gli stranieri in generale poco rilevante è la presenza nella categoria Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche (4,1% i non comunitari e 3,9% i comunitari) a differenza di quanto accade per i colleghi italiani che registrano in questa categoria la presenza più rilevante (35,0%). L 81,3% dei dipendenti stranieri non comunitari percepisce un reddito mensile inferiore a 1.200 a fronte del 76,9% dei comunitari; il 37,3% dei non comunitari ed il 45,9% dei comunitari, poi, non guadagnano più di 800 euro al mese, a fronte del 17,5% dei dipendenti italiani. Gli operai agricoli stabili negli anni 2013 (3.737) e 2014 (3.787), aumentano di poco nel 2015 (3.953) rappresentano ben il 26,2% del totale regionale. Nel lavoro domestico si registra invece un calo a partire dal 2013 (quando i lavoratori non comunitari erano 12.013), nel 2014 erano 11.055 pari al 43,1% del totale regionale e infine nel 2015 8dato provvisorio) sono stati 10.571 con un incidenza del 41,7% sul totale. I lavoratori parasubordinati nelle Marche sono stati 329 nel 2015, 64 in meno rispetto all anno precedente. Di seguito i dati relativi al lavoro autonomo in regione: in aumento costante il numero dei commercianti non comunitari che passano da 3.938 (2013), 4.069 (2014), a 4.229 (2015 dato provvisorio) rappresentando il 6,7% del totale regionale, con una netta prevalenza di uomini (70,4%) 8. Sono 4.870 gli artigiani (79,3% uomini) non comunitari e rappresentano il 7,1% del complessivo regionale; i coloni, mezzadri e imprenditori agricoli sono 72, per il 68,1% donne, pari allo 0,4% del complessivo regionale. I titolari di imprese individuali nati in uno Stato estero all'interno della Regione sono 12.380, +2,2% rispetto al 2014; di queste 2.529 sono dirette da comunitari e 9.851 non comunitari. I non comunitari rappresentano il 10% del totale degli imprenditori regionali e sono il 2,8% del totale nazionale degli imprenditori non comunitari. 8 Secondo i dati Inps sono 37.090 i lavoratori dipendenti non comunitari nel 2013, di cui 27.743 a tempo indeterminato (per il 67,7% uomini); l ultimo dato Inps disponibile per l annualità 2014 registra una flessione dei lavoratori dipendenti (36.239) ed una contestuale flessione di quelli a tempo indeterminato (26.861). 14 di 20

Dai dati delle Comunicazioni Obbligatorie si rileva che, nel corso del 2015, i rapporti di lavoro attivati per cittadini non comunitari sono stati 31.511, dato sostanzialmente stabile rispetto all anno precedente quando le attivazioni erano state 31.398; in termini di incidenza i nuovi rapporti di lavoro che coinvolgono cittadini non comunitari sono il 14,6% su base regionale. Sempre con riferimento ai lavoratori non comunitari, il 50,9% dei contratti attivati è a tempo determinato, mentre quelli a tempo indeterminato sono comunque una percentuale significativa del 41,1% fra l altro in crescita rispetto al 2014 (38%). Una parte importante delle attivazioni interessa il settore dei servizi (42,2%) cui segue il settore dell Industria (34,8%) e dell Industria in senso stretto (27,4%). Il settore dei Servizi è ancor più fondamentale per l occupazione dei cittadini comunitari infatti il 74,1% delle 15.461 nuove attivazioni riguarda infatti questo settore. Anche per quanto riguarda gli italiani il settore dei Servizi è trainante nell attivazione di nuovi rapporti di lavoro con una percentuale del 64,0%. I rapporti di lavoro cessati nel 2015 sono stati, per la popolazione straniera, pari a 45.647 e inferiori alle attivazioni (46.972): 30.297 riguardano lavoratori non comunitari (per il 49,1% contratti a tempo determinato e per il 42% contratti a tempo indeterminato) e 15.360 i comunitari (per il 60,7% contratti a tempo determinato e per il 31,5% contratti indeterminato). Anche per le cessazioni i settori maggiormente interessati sono quello dei Servizi (42,9% per i non comunitari e 74,6% per i comunitari), dell Industria (33,9% per i non comunitari) e Industria in senso stretto (26,3%). 5. Il sistema di welfare 9 Nel 2015, secondo i dati Inps, i beneficiari non comunitari di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) sono stati 2.171, pari al 12,3 % dei beneficiari nella Regione e il 4,6% del totale nazionale dei percettori non comunitari (e 0,5% sul complessivo nazionale). Sono solamente 278 le donne beneficiarie, l 11,1%. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (CIGS), nel corso del 2015 sono 1.930 i beneficiari non comunitari, pari all 8,6% del totale regionale e allo 0,4% del totale nazionale dei percettori non comunitari. L indennità di mobilità è stata riconosciuta a 938 cittadini non comunitari, che incidono per l 8,2% sul dato regionale. Si tratta in prevalenza (80,8%) di uomini. I cittadini non comunitari che percepiscono la disoccupazione ordinaria sono invece solo il 2,2% dei beneficiari complessivi nelle Marche, e solamente uomini. 9 Gli ammortizzatori sociali, Previdenza e assistenza sociale Fonte INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, 2015. 15 di 20

Nel 2015 i percettori non comunitari di NASPI sono stati 5.064, per il 53% uomini; i percettori di Naspi di origine non comunitaria si attestano al 16,1% del totale regionale. I non comunitari che hanno beneficiato di ASPI sono 5.115 e rappresentano il 19,3% del totale dei beneficiari regionali. E pari invece a 1.421 il numero di beneficiari di MiniAspi non comunitari (il 19,1% del totale regionale). La disoccupazione agricola riguarda 2.145 cittadini non comunitari, in netta prevalenza uomini (79,0%). Nel corso del 2015 le pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) percepite da cittadini non comunitari sono state 1.254 (in costante crescita rispetto agli anni precedenti: 1.098 nel 2013 e 1.161 nel 2014), erogate nel 57,4% dei casi a donne. Complessivamente, in Regione i percettori di pensioni IVS non comunitari rappresentano solo lo 0,3% del totale dei beneficiari. Tra il 2013 ed il 2015 le pensioni assistenziali erogate a favore di cittadini non comunitari sono aumentate del 22,9%, passando da 2.137 a 2.626. Il numero di beneficiari di indennità di maternità, nel 2015, è pari a 798 (l 8,3% del totale su base regionale) e in costante calo rispetto ai due anni precedenti (989 nel 2013, 946 nel 2014), i beneficiari di congedo parentale sono stati 457, in netta maggioranza donne. Sono 11.712 i lavoratori dipendenti non comunitari beneficiari di assegni al nucleo familiare nel 2015, in diminuzione rispetto all anno precedente, ma soprattutto rispetto al 2013 (-4,5%); mentre i pensionati beneficiari di assegni al nucleo familiare sono stati 304, pari allo 0,9% regionale. 16 di 20

6. Politiche per l inclusione socio-lavorativa 10 Sono stati circa 34.430, in prevalenza non comunitari (24.472), gli stranieri che ha avuto contatti con il sistema dei servizi pubblici per il lavoro nel corso della vita. Relativamente al 2015, dichiarano di aver avuto almeno un contatto con i servizi pubblici per l impiego 19.258 stranieri in cerca di lavoro, di cui 5.223 di provenienza UE e 14.035 di nazionalità Extra UE, pari rispettivamente al 16,0% e 16,5% della popolazione di riferimento. Tra gli stranieri non comunitari che hanno dichiarato di essere in cerca di lavoro, il 33,5% risulta disoccupati da meno di 6 mesi, il 19,4% da meno di 12 mesi e quasi la metà protrae la propria disoccupazione da oltre un anno (47,0%). Tra gli stranieri comunitari privi di impiego, invece, il 26,3% risulta disoccupato da meno di 6 mesi, il 35,5% da meno di 12 mesi e il 36,1% e quasi nessuno è disoccupato da oltre 12 mesi. Solo una porzione minoritaria della popolazione straniera ha dichiarato di aver conseguito una qualifica professionale a seguito alla partecipazione a corsi di formazione professionale organizzati dalla regione: 2.205 stranieri, di cui 1.661 (1,9%) non comunitari e 544 (1,7%)comunitari. Secondo il censimento 2011, su 23.735 cittadinanze italiane acquisite nella regione Marche, 18.172 sono di cittadini non comunitari. Per il 39,2% si tratta di cittadini di origine americana (7.115 individui), il 31,4% sono cittadini dell Europa dell Est, il 20% africani e l 8,1% asiatici. Sono 2.206 le cittadinanze acquisite nella sola annualità 2012 (il 5,1% sul totale nazionale), di cui la maggioranza per residenza (1.418, il 64,3%) e nella fascia di età 40 anni ed oltre (il 39,3%). Sono 641 i matrimoni misti rilevati nelle Marche (2015), in prevalenza con la sposa straniera (il 68%), per il 21% dei casi di cittadinanza romena; il 16% sono matrimoni con entrambi i coniugi stranieri e altrettanti, infine, matrimoni con sposo straniero (nel 19% dei casi, originario del albanese). Secondo i dati di Banca d Italia, le rimesse straniere complessive nel 2015 verso l estero ammontano a circa 217 milioni di euro in diminuzione rispetto all anno precedente; mentre quelle destinate oltre lo spazio europeo, sempre in diminuzione, sono passate dai 79,7 milioni di euro del 2013 ai 77,5 nel 2015 (l 1% sul dato nazionale). Bangladesh e Cina sono i Paesi che 10 Accesso ai CPI, Durata disoccupazione, Qualifica professionale Fonte RCFL Istat, 2015; Cittadinanza acquisita, Fonte - Ministero dell Interno; Matrimoni, Fonte - Istat 2014; Rimesse straniere verso l estero, Fonte Banca d Italia 2016; Associazionismo immigrati, Fonte MLPS. 17 di 20

hanno ricevuto le rimesse più ingenti (rispettivamente circa 11 e 9 milioni di euro). Le province con le rimesse più consiste sono Ancona (28,94 milioni) e Macerata (22,79 milioni). Le associazioni marchigiane che si occupano di immigrazione iscritte al relativo registro regionale, aggiornate a settembre 2014 sono 79 e a seconda della loro mission forniscono orientamento, formazione, informazioni, accompagnamento ai servizi, consulenza, segretariato sociale, mediazione linguistica, corsi di italiano finalizzati alla promozione dell integrazione sociale e lavorativa. Le associazioni più numerose sono quelle senegalesi. 18 di 20

Nota metodologica FLUSSI MIGRATORI E DATI DEMOGRAFICI Nelle elaborazioni della sezione della scheda dedicata all inquadramento del fenomeno dell immigrazione regolare sotto il profilo demografico sono presenti: dati sullo stock dei cittadini stranieri residenti in regione; dati sullo stock di permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi non comunitari (regolarmente soggiornanti); dati sui flussi anagrafici/trasferimenti di residenza in entrata (iscrizioni) dall estero ed in uscita (cancellazioni) in Italia e negli altri paesi della UE; dati sui flussi dei permessi di soggiorno rilasciati in un determinato anno dal nostro Ministero dell interno (2015). I dati demografici utilizzati sono di fonte Istat popolazione residente al 1 gennaio 2016. FLUSSI NON PROGRAMMATI I dati relativi alla presenza dei MSNA sono desunti dal Report mensile curato dalla Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, aggiornato al 31.08.2016. La fonte dei dati relativi alla presenza degli immigrati stranieri nelle strutture regionali è il Cruscotto statistico giornaliero curato dal Dipartimento delle Libertà civili e l Immigrazione del Ministero dell Interno, aggiornato al 18.10.2016 Gli esiti alle domande di protezione internazionale presentate alle Commissioni territoriali sono estrapolati dal Quaderno statistico per gli anni 1990-2015, curato dal Ministero dell Interno, Dipartimento per Liberta civili e l immigrazione. LE GIOVANI GENERAZIONI le informazioni sui nuovi nati stranieri sono di fonte Istat. La sezione concernente gli Alunni stranieri usa come fonte il notiziario Gli Alunni stranieri nel sistema scolastico italiano 2014-2015 del Servizio statistico del Ministero dell istruzione, dell Università e della Ricerca; inoltre si riportano dati dell indagine Istat su L integrazione scolastica e sociale delle seconde generazioni, 2015. La popolazione universitaria straniera è estratta dal sito del Miur anagrafe.miur.it (2016) 19 di 20

I dati relativi ai NEET sono desunti dalla RCFL di Istat, 2015 e i dati sul mercato del lavoro dei lavoratori stranieri under 30 anni, usando i dati Istat 2015 - Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro. MERCATO DEL LAVORO La sezione della scheda dedicata al mercato del lavoro contiene dati desunti da tre fonti e segnatamente: Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro (RCFL, 2015) di Istat, sulla base di un indagine condotta su un campione trimestrale di lavoratori e ne stima lo stock.; il Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie del MLPS (SISCO) che gestisce il flusso informativo dei dati amministrativi relativo alle C.O.; INPS (Coordinamento Generale Statistico Attuariale) che fornisce i dati di natura amministrativa raccolti negli archivi previdenziali. SISTEMA DI WELFARE La sezione della scheda concernente Gli ammortizzatori sociali contiene dati amministrativi di fonte INPS relativi ai fruitori dei sussidi di disoccupazione, delle prestazioni di mobilità e della cassa integrazione guadagni, Aspi, Mini-Aspi e Naspi, 2015. La sezione Previdenza e assistenza sociale è stato redatto utilizzando dati di natura amministrativa di fonte INPS, 2015. POLITICHE PER L INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA I dati relativi ai contatti con i Centri per L impiego, la durata della disoccupazione e la qualifica professionale sono desunti da dati statistici fonte Istat RCFL, 2015. I dati relativi alla cittadinanza acquisita sono di fonte Ministero dell Interno; i dati relativi ai matrimoni misti sono di fonte Istat. I dati relativi alle Rimesse verso l estero degli immigrati in Italia sono di fonte Banca d Italia, relativi al 2015. Per quanto riguarda i dati sulle Associazioni che si occupano di immigrazione iscritte al relativo registro nazionale, la fonte è la Direzione Generale dell Immigrazione e delle politiche di Integrazione del MLPS, 2016. Tutti i dati, a prescindere dalla fonte utilizzata, fanno riferimento all ultimo aggiornamento reso disponibile dall istituzione competente e sono stati elaborati dallo Staff del Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie di Anpal Servizi S.p.A. (già Italia Lavoro). 20 di 20