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Transcript:

Questo libro è dedicato a tutti i soci AIPi, a coloro che in passato hanno contribuito alla nascita di AIPi e alla sua crescita, a coloro che nel presente continuano a partecipare attivamente e a coloro che continueranno a farlo in futuro.

Da un idea di Andrea Sala A cura di AIPi AIPi Associazione Italiana Progettisti d Interni - Interior Designers, riunisce coloro che svolgono attività di progettista relativa all architettura d interni. Lo scopo dell Associazione è la tutela del cliente/utente attraverso lo sviluppo, la qualificazione e l aggiornamento della professione dell interior designer. Via Borgazzi, 4-20122 Milano Tel. 02 58310243 - fax 02 5831248 info@aipi.it - www.aipi.it - www.aipionline.com AIPi è membro di: AIPi è socio fondatore di: EDITORE Dogma srl Via Cimarosa 55r - 17100 Savona Tel. 019 838411 - fax 019 8384141 info@dogma.it - www.dogma.it Progetto editoriale Simona Finessi Coordinamento editoriale Sara Caviglia Progetto grafico Angelo Dadda Impaginazione Sara Pizzorno Paolo Veirana Redazione Giovanni Damele Foto Archivio AIPi STAMPA Erredi Grafiche Editoriali Via Trensasco 11-16138 Genova Riproduzione vietata, tutti i diritti riservati dalla legge sul diritto d autore Finito di stampare nel giugno 2009 Questo libro è stampato su carta patinata ecologica e riciclabile certificata FSC. FSC (Forest Stewardship Council) è una ONG internazionale con l obiettivo di migliorare la gestione delle foreste attraverso una politica compatibile con l ambiente ed economicamente sostenibile. Stampa con inchiostri ecologici certificati base vegetale.

Sommario Prefazione Parte prima: AIPi e la formazione - il futuro dell interior designer AIPi e Politecnico di Milano AIPi e Politecnico di Torino AIPi e IED Milano AIPi e IAAD Torino AIPi e CUN Parte seconda: 1969-2009 - quarant anni di professione proiettati verso il futuro AIPi ieri 1969 e dintorni: il futuro annunciato Quarant anni di storia AIPi oggi Nei giovani progettisti il futuro dell Associazione Una collaborazione europea per una professione più forte Migliorare la qualità della vita attraverso la professione dell interior designer Un mondo senza barrierie Comunicare uno stile AIPi domani Introduzione al Meraviglioso Futuristaprogettista Progettare il futuro dell abitare Parte terza: la professione dell interior designer vista dai soci AIPi L interior designer: un interprete della nostra identità Interior design per il food Interior design per il benessere Interior design per il retail Interior design per l ufficio Interior design per l ospitalità Interior design per il residenziale Interior design per la biosostenibilità Diventare soci AIPi Ringraziamenti 9 11 13 14 15 16 17 19 21 22 24 29 30 32 33 34 35 39 40 42 51 53 55 63 71 79 87 95 103 109 111

Prefazione Celebrare i quarant anni di un associazione come AIPi significa, anzitutto, celebrare una tradizione che è parte integrante della cultura materiale di questo paese. E significa, naturalmente, testimoniare l esperienza e il sapere dei professionisti che la animano, portando ancora una volta alla luce un lavoro paziente, per quanto non sempre adeguatamente riconosciuto dalle istituzioni, di valorizzazione e di tutela della professionalità dell interior designer. D altro canto, Dogma, con A+D+M, persegue costantemente e coerentemente il progetto di dar voce a tutte le forme di associazionismo che, attraverso la tutela delle categorie professionali, credono con passione nella possibilità di innovare e mantenere elevati gli standard qualitativi in settori, come quelli dell architettura e del design, che tanta importanza hanno per la vita di ciascuno di noi. In questo desiderio di dar vita a una sorta di comunità dialettica, capace di unire in un unico forum progettisti, committenti e realtà produttive, si inserisce appieno questo libro. Che non vuol essere una celebrazione rituale, ma un contributo a una cultura del confronto e dello scambio di esperienze nel quale, sono convinta, AIPi ha sempre creduto. Perciò, in questo testo non c è soltanto una parte di ricostruzione storica, in giusto omaggio alla ricorrenza, ma anche i contributi dei rappresentanti dei molti enti di formazione con cui AIPi collabora fattivamente, per formare gli interior designer di domani, e le testimonianze dei soci AIPi, sulle tendenze e lo stato attuale della professione. C è, insomma, il passato, il presente e il futuro, nella convinzione che gli attuali risultati siano il frutto di una tradizione che ha solide radici e il presupposto per un florido avvenire. Simona finessi direttore responsabile A+D+M magazine

Parte prima aipi e la formazione il futuro dell interior designer

AIPi e Politecnico di Milano Diventare designer d interni Le quasi duemila presenze registrate alla presentazione del corso di studi di Design degli interni, della Facoltà di Design, in occasione dell open day organizzato il 4 aprile di quest anno dal Politecnico di Milano, testimoniano uno straordinario interesse nei confronti non solo in particolare di questo corso ma anche più in generale della disciplina degli interni. Il dato conferma quelli ufficiali che hanno visto, nell anno accademico 2008/09, 1050 iscritti al test d ingresso per l iscrizione al primo anno di corso di design degli interni, per 300 posti disponibili, 820 studenti iscritti alla Laurea e 360 alla Laurea Magistrale sempre di design degli interni. Si può tentare di spiegare ciò in diversi modi. In primo luogo con l emergere di una diffusa domanda di ambienti abitabili e ospitali, in grado di rispondere al cambiamento delle modalità di fruizione degli spazi nella città contemporanea. Al design d interni spetta il compito, difficile ma strategico, di dare vita a una nuova civiltà dell abitare, che valorizzi le componenti antropologiche dell habitat e proponga nuove forme e nuove valori di ospitalità dello spazio costruito. In secondo luogo con l affermarsi di un irreversibile processo di trasformazione delle modalità di utilizzo degli spazi, sia interni che esterni, della città. Come ha scritto Jean-Luc Nancy, si abita ovunque ma si abita en passant. Vale a dire secondo abitudini affatto diverse da quelle conosciute e registrate di un passato anche recente, che rimettono in discussione continuamente le tipologie di spazi propri della modernità per sostituire i quali cresce la domanda di nuovi tipi di spazi, più flessibili, reversibili, dotati di caratteri nuovi e che aspirano a una qualità estetica e culturale sempre più alta. Mettendo così il progetto d interni di fronte alla necessità di elaborare risposte continuamente aggiornate, innovative sul piano della natura dei servizi offerti e della loro qualità estetica, tecnologica e funzionale. È in questo scenario che si inscrive il rapporto che da tempo il corso di studi di design degli interni intrattiene con AIPi: fondato sulla partecipazione di membri dell associazione alle nostre commissioni di laurea; e, viceversa, sulla presenza nostra in alcune importanti iniziative AIPi, come la conferenza di Torino o il concorso internazionale Abitare x Due. E che trova ora una nuova importante occasione di consolidamento nel processo avviato da AIPi per il riconoscimento della professione del progettista di interni. Un opportunità per AIPi di coinvolgere i nostri studenti nelle attività dell Associazione e, viceversa, per i nostri studenti di vedere riconosciuta, come già avviene in molti paesi europei, la loro formazione e poter esercitare con maggiore indipendenza la loro attività professionale, il cui valore culturale è peraltro oggi già ampiamente riconosciuto. Luciano Crespi Presidente corso di studi Design degli interni Facoltà del Design Politecnico di Milano

AIPi e Politecnico di Torino Riflessioni sul Primo Concorso Internazionale per interior designers Abitare x Due AIPi e IED Milano Un progetto di tesi di e per AIPi Gianfranco Cavaglià professore ordinario tecnologie dell architettura politecnico di torino Qualche riflessione dall esperienza della Commissione giudicatrice del Primo Concorso Internazionale per interior designers Abitare x Due. Di grande interesse il bando per gli stimoli che proponeva: obiettivi per nuovi comportamenti tra individui e tra individuo e ambiente, invito a considerare nuove soluzioni, memoria per una accessibilità ampia, senza esclusioni. Gli obiettivi del bando, aggiornati, contemporanei hanno dato chiare indicazioni per strutturare il progetto. Condivisione dei contenuti del bando che considera la pochezza della qualità progettuale di molto di quanto possiamo vedere sui giornali quando propongono, nella comunicazione commerciale, nuove costruzioni. Il bando è stato l espressione di una necessità. L interesse dell iniziativa è mostrato dalla partecipazione, per il numero, per la qualifica dei partecipanti e per gli esiti degli elaborati. Degli esiti di maggiore interesse si possono riassumere i contenuti più significativi delle proposte rispetto alle richieste e, in estrema sintesi, la ricerca della flessibilità, della trasformabilità nel tempo. Più in generale, gli esiti esprimono richiesta alle costruzioni di minori, o più definite, condizioni di vincolo. In modo indiretto emerge la necessità di una progettazione che relazioni maggiormente ambiti che sembrano essersi tra loro allontanati: gli interni sono identità con la costruzione e non così lontani dall urbanistica. Una constatazione: la scarsa capacità critica nei confronti del momento che stiamo vivendo e la difficoltà a non subire schemi di comportamento che hanno perso di significato. L influenza della comunicazione d immagine, che nella presentazione dei prodotti utilizza set fotografici, lascia tracce anche nei progetti ed allontana questi dalla concretezza del quotidiano per indurli verso una dimensione immaginifica. La riflessione che ne deriva sembra da orientare verso la formazione, a tutti i livelli, che evidentemente non riesce a sollecitare strumenti critici adeguati per una aggressività così forte e diffusa. Né riesce a dare consapevolezza alle implicazioni delle scelte professionali: una certa ricorrenza di case unifamiliari inserite nella natura ripropongono miti che sono del passato, superati e che forse non dovremmo permetterci come proiezioni per il futuro rispetto ad altre priorità. Per la, troppo citata, sostenibilità dovremmo porre l obiettivo di un minore uso del territorio. Sarebbe rivoluzionario non costruire sino a che le costruzioni esistenti non sono state tutte utilizzate ; e non significa rinunciare a nulla ma solo essere più attenti alle disponibilità esistenti e non avere l obiettivo prioritario della ricerca di una identità non più espressione del nostro momento. L intervento sull esistente potrebbe rappresentare, per il futuro, la vera possibilità di sbocco, anche, professionale e una tale considerazione, indirizzata al recupero dell esistente, potrebbe essere una traccia per un nuovo concorso. Tutto il percorso formativo della scuola di design di Milano prevede un percorso all interno delle varie discipline che si svolge attraverso esperienze dirette di progettazione, la conoscenza dei materiali e delle tecniche di produzione, il training operativo sugli strumenti professionali. Altrettanto importante è l acquisizione di una solida preparazione culturale umanistica. Inoltre, è necessario aggiungere una buona preparazione metodologica, sia teorica che operativa e la capacità di presentare e argomentare correttamente i propri progetti. Il percorso formativo è articolato in sei semestri, per una durata complessiva di tre anni, ognuno dei quali con obiettivi specifici. Momento culmine di questo percorso formativo è il progetto di tesi: un progetto complesso e articolato, svolto da gruppi di lavoro in collaborazione con Enti e Aziende che interagiscono con l Istituto Europeo di Design con intenti di ricerca di soluzioni originali e innovative. Questa esperienza semi-professionale costituisce per i diplomati un plus di esperienza in più al momento del loro ingresso nel mondo del lavoro. Ed è in quest ambito che quest anno abbiamo iniziato una collaborazione con AIPi (Associazione Italiana Progettisti d Interni) per un progetto di tesi. Il brief per l AIPi è nato da un esigenza reale: creare un desk esclusivamente di e per AIPi, in modo da trasmettere in giro per il mondo con professionalità, competenza e coerenza l identità dell interior designer. L associazione è costantemente invitata da vari eventi nazionali e internazionali, in occasione dei quali trova enorme difficoltà a predisporre degli allestimenti progettati su moduli già esistenti proposti dalle realtà fieristiche e organizzatrici di eventi, attraverso cui rimane problematico veicolare l identità dell interior designer. Per IED design è stata un esperienza interessantissima e stimolante lavorare con l associazione che ci rappresenta e che condivide con noi gli obbiettivi formativi e di sviluppo che delineano la figura professionale dell interior designer. L interior è una persona qualificata per istruzione, esperienza e capacità professionale riconosciuta, che identifica, ricerca e risolve creativamente i problemi appartenenti alla funzione dell ambiente interno; esegue servizi relativi agli spazi interni, che includono la programmazione, lo studio del progetto, la progettazione del contesto, estetica e ispezione del lavoro, impiegando la pratica e conoscenza specializzata di costruzione d interni, sistema edilizio e componenti, norme edilizie, attrezzature, materiali e arredamento e prepara disegni e documenti relativi al progetto dello spazio interno, per intensificare la qualità di vita e proteggere la salute, sicurezza e benessere del pubblico. L interior designer deve essere in grado, oltre a osservare le tendenze del gusto e l evoluzione degli stili nel contesto culturale e sociale, di comprendere e interpretare le esigenze e le aspettative del cliente, mediandole con tutte le problematiche progettuali. Tutte queste capacità si sviluppano, attraverso la passione per questa professione e una grande curiosità per il mondo circostante, acquisendo una grande sensibilità progettuale e una cultura multidisciplinare. Caterina Malinconico CoordinatORe corso di interior design IED Milano

AIPi e IAAD Torino Il design è cultura contemporanea, apertura e attitudine alla sperimentazione AIPi e CUN Il CUN e l interior design: una osmosi necessaria Laura milani direttore IAAD torino Festeggiare i 40 anni di AIPi, reduce dalla nostra festa dei 30 - proprio nell anno in cui Torino è stata prima capitale mondiale del design - è per me un onore e un piacere. Se tutto deve rimanere com è, è necessario che tutto cambi, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Come direttore dell Istituto d Arte Applicata e Design di Torino (IAAD), ho la fortuna di lavorare in una realtà in crescita, potendo così investire nel costante miglioramento della didattica, nell ottimizzazione della struttura organizzativa, nella creazione di nuovi organi consultivi scientifici ed etici, consapevole, prima di tutto, dell importanza di guardare più in là e di voler perseguire con fermezza la qualità. Ciò che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato, Buddha. Da trent anni lo IAAD riunisce docenti e critici, giornalisti ed esperti, creativi, aziende e associazioni intorno ai temi del design e della formazione: il confronto e il dialogo sono basi imprescindibili per mantenere una capacità di visione sempre all avanguardia rispetto al panorama internazionale. Nella nostra realtà studenti e docenti condividono pensieri ed esperienze con persone e professionisti straordinari. A tutti loro devono e dovranno il loro passato, presente e futuro da designer. Per lo IAAD design è cultura della progettazione, una cultura consapevole e responsabile generatrice di un sistema capace di mettere in relazione la produzione con gli utenti finali occupandosi di ricerca e innovazione per dare valore sociale, significato culturale ai beni e ai servizi distribuibili sul mercato. Di qui la collaborazione con istituzioni, enti, associazioni e imprese per lo sviluppo di progetti culturali, di ricerca, didattici e stage, che garantisce una formazione costantemente aggiornata. Parte significativa dell attenzione è inoltre dedicata al rapporto fra formazione e job placement, per offrire ai migliori studenti una strada su cui muovere passi sicuri e costruttivi per la propria carriera. Il design è cultura contemporanea, apertura e attitudine alla sperimentazione. Dal 2005, infatti, l accreditamento dell intera offerta formativa da parte dell European Accreditation Board of Higher Educational School (EABHES) secondo il sistema di crediti universitari ECTS - European Credits Transfer System ci consente di attivare corsi per il conseguimento dei titoli europei di Bachelor of Science in Design e Master of Science in Design, riconosciuti a livello internazionale. Gli studenti, futuri professionisti, devono tenere in considerazione il fatto di essere cittadini Europei, riflettendo la volontà di voler raggiungere una dimensione internazionale. Ottenere un Titolo Europeo, conoscendo almeno due lingue comunitarie, permetterà loro di viaggiare e lavorare in Europa e nel mondo. L attenzione al contesto, ai suoi attori e alle dinamiche culturali costantemente in evoluzione, da lungo tempo, ci ha avvicinati alle principali associazioni nazionali e internazionali di design. AIPi è una delle associazioni di cui siamo membri attivi, una realtà amica, intelligente e capace di perseguire nuove imprese e nuovi stimolanti obiettivi. Buon compleanno AIPi! Nell ambito di una rivisitazione del Sistema Universitario Nazionale relativamente ai Settori Scientifico Disciplinari, una particolare attenzione deve essere posta al ruolo molto incisivo svolto dall architettura degli interni in ambito nazionale con i suoi riflessi anche in ambito internazionale. In effetti, nel percorso formativo attuale l architettura degli interni si trova forse un po troppo in ombra rispetto alla sua pregnanza culturale e alle possibili connessioni con il mercato del lavoro sia in campo professionale che nell impegno a livello artigianale e industriale. La necessità di dare rilievo a questo ambito va ben al di là delle contingenze attuali e attiene soprattutto all opportunità che il sistema ponga in evidenza la propria eccellenza ben riconosciuta. La formazione accademica in tal senso va meglio organizzata e coordinata tra le varie sedi universitarie nei tre livelli di formazione previsti dal processo di Bologna (laurea, laurea magistrale, dottorato di ricerca/master/specializzazione), cui si debbono aggiungere le problematiche dell istruzione permanente. Tutto ciò va visto in connessione con il sistema produttivo in quella osmosi feconda che vede nella triade ricerca-didattica-professione il miglior modo per un raccordo tra cultura accademica e professionalità operativa. In tal senso ogni iniziativa volta a una migliore conoscenza reciproca non può che essere ben vista anche per consolidare i vari rapporti tra le istituzioni preposte alla formazione, gli organismi professionali, le varie associazioni di ambito e il mondo artigianale e imprenditoriale. In tal senso, nella veste rispettivamente di Vice Presidente del Consiglio Universitario Nazionale e di rappresentanza dell Area 08 Ingegneria Civile e Architettura ci faremo promotori di specifiche iniziative all interno del Sistema Universitario Nazionale. Enzo Siviero Professore Ordinario IUAV Venezia Vicepresidente CUN area 08 Enzo Siviero giuseppe losco alfonso montella

Parte seconda 1969-2009 quarant anni di professione proiettati verso il futuro

AIPi ieri

1969 e dintorni: il futuro annunciato GIAMPIERO BOSONI PROFESSORE ASSOCIATO STORIA E CULTURA DEL PROGETTO FACOLTà DEL DESIGN POLITECNICO DI MILANO È ben noto che tra gli anni Sessanta e Settanta si è assistito al moltiplicarsi degli sforzi teorici per liberare l architettura della casa dalle contraddizioni nelle quali si era arenata dopo un primo fiducioso slancio del dopoguerra. Il 1969, anno di fondazione di AIPi, è sicuramente tra gli anni caldi di questa fondamentale rimessa in discussione dell idea di abitare nella società occidentale, dove i rapporti tra produzione e mercato stavano mostrando delle forti lacerazioni che avrebbero presto investito tutto il sistema globale del consumo e della comunicazione. In particolare una sorta di utopia progettuale dedicata a una nuova visione della tipologia edilizia pensata come cellula di un nuovo genere d insediamento, ha costituito in quegli anni un costante laboratorio teso al superamento definitivo delle degenerazioni provocate da un razionalismo e un neo-realismo architettonico, dai risultati ormai esauriti. In Italia, con un significativo riflesso internazionale, sono in particolare Joe Colombo ed Ettore Sottsass ad aprire la strada, già nella prima metà degli anni Sessanta, interpretando le rivoluzioni sociali e tecnologiche in atto, ma sarà soprattutto il movimento Radical (Archizoom, Gaetano Pesce, Superstudio e molti altri) ad anticipare con le loro utopie i bisogni emergenti di libertà funzionale, tecnologica e naturalmente formale dei nuovi equilibri da verificare negli spazi dell abitare. Un nuova visione progettuale dello spazio domestico questa, che troverà la sua più chiara testimonianza nella celebre mostra Italy: the New Domestic Landscape, organizzata dal MoMA di New York nel 1972, dove la consacrazione del design italiano viene naturalmente messa in relazione con un rinnovato progetto degli interni. Rimarranno un punto di riferimento per molti anni i prototipi sperimentali di environnement ideati, per l occasione della mostra al MoMA, da alcune dei nomi (Zanuso, Rosselli, Aulenti, Bellini, Pesce, Colombo) più interessanti della cultura del design italiano di quegli anni. Quasi tutte le installazioni che saranno lì presentate alludono allo spazio libero e in particolare alcune già si spingono a sondare nuove forme dello spazio nomadico. Una visione che non a caso mette in relazione gli spazi temporanei dell exhibit design, con gli spazi commerciali, con i nuovi luoghi d intrattenimento, e con tutti in genere gli spazi generati dai sempre più articolati livelli di comunicazione del Villaggio globale. L ormai consolidato concetto di spazio a pianta libera, spesso giocato su più livelli, viene letto in questo periodo come un ambiente sempre più destrutturato in cui la vita al suo interno conosce dei tempi e dei ritmi nuovi, che introducono negli spazi delle relazioni maggiormente informali. Il soggiorno, che si prende l abitudine di chiamare living, tende a inglobare più funzioni della casa diventando una sorta di ambiente sperimentale che anticipa quello che dalla fine degli anni Settanta e soprattutto dagli anni Ottanta sarà la nuova frontiera del loft. Per queste e altre ragioni, a partire dal 1969 e dintorni, la casa contemporanea non viene più interpretata come un rifugio borghese, o come un luogo integrato della dialettica classica del privato-pubblico, ma come il locus per eccellenza di un locale, a volte in conflitto, a volte in connivenza con il globale. Non si tratta più, come ha scritto lo storico dell architettura George Teyssot, di pensare la casa come bastione del privato di fronte al pubblico, o come luogo d identificazione dell io, ma come il luogo dove dispersione, erranza e diaspora trovano il loro spazio-tempo. Franz T. SARTORI 1969-1976 Adalberto Dal LagO 1977-1981 Marzio Miliani 1981-1983 Giulio Bertagna 1983-1984 Enrico caratti 1985-1989 Franco MazzoccolI 1990-1998 Gianpietro SacchI 1999-2004 Luigi PallavicinI 2005-2006 Marco Scandroglio 2007 Sebastiano Raneri DAl 2007 I presidenti AIPi 1969-2009

Quarant anni di storia TESTIMONIANZE DI MARIO AVVENTINI SOCIO ONORARIO AIPi FRANCO MAZZOCCOLI PAST PRESIDENT AIPi LUISA VANNUTELLI SOCIo ONORARIo AIPi Nata con l intento di ottenere un riconoscimento ufficiale per la professione, e, inizialmente, l istituzione di un albo professionale, l Aipi veniva fondata nel 1969 nei locali dell Editoriale Galfa, con il nome, programmatico, di Associazione per l ordine professionale dei progettisti d interni. Si trattava, sotto tutti gli aspetti, di un gesto pionieristico: di fatto, il concetto stesso del progettista d interni non esisteva ancora, e in ogni caso non era compresa la differenza tra chi riempie spazi (la classica figura dell arredatore) e chi progetta spazi. Fin dall inizio, in ogni caso, i punti fondanti erano chiari, e costanti sono rimasti in questi quarant anni di vita associativa: la divulgazione e la promozione della professione, da un lato, il suo riconoscimento dall altro. Pur nella diversità delle forme e nell evolversi delle strategie, questi tre punti hanno continuato a informare gli statuti dell associazione, durante tutto il corso della sua esistenza. Tra il cambiamento di queste strategie c è stato sicuramente, sul piano del riconoscimento, un mutato atteggiamento nei confronti della questione dell istituzione di un albo professionale, abbandonata in seguito per percorrere la strada di un più completo riconoscimento della libera professione. Un mutamento che si riflette, tra l altro, sulle denominazioni stesse dell associazione, ribattezzata, nel 1976, Associazione nazionale progettisti d interni, poi, nel 1982, Associazione professionale per l architettura d interni, quindi, nel 1985, Associazione nazionale progettisti in architettura d interni, ritornando a evidenziare, così, l aspetto centrale della progettazione. Soltanto in seguito, la denominazione ufficiale farà riferimento alla denominazione europea interior designers, all epoca non ancora così comprensibile da poter essere adottata nel nostro paese. D altro canto, questi cambi di denominazione, e il riferimento all architettura d interni, riflettevano anche i sempre più stretti rapporti tra l associazione italiana e le omologhe associazioni che andavano formandosi in tutto il continente. La necessità di farsi conoscere era, ovviamente, ben sentita da parte di una categoria di progettisti che davano vita, di fatto, a una professione nuova, che chiariva a se stessa la propria fisionomia proprio in quegli anni. Anche per questo motivo, dunque, il contatto con le associazioni europee per il riconoscimento della professione, innovativa non solo in Italia ma anche nel resto d Europa, veniva ricercato con sempre maggiore convinzione. L AIPi, associazione professionale fondata per servire da punto di riferimento per diverse figure professionali come arredatori, progettisti, designer ecc., formava insomma la fisionomia di una nuova professione in cooperazione con i progettisti di tutta europa. Fu soprattutto, occorre dire, grazie a Luciano De Witt e grazie al gruppo toscano che a lui faceva riferimento che la spinta a una crescita dei rapporti internazionali ebbe maggior vigore. Sullo stesso De Witt, del resto, esercitavano una qualche influenza le origini olandesi, e una maggiore propensione alla proiezione europea della propria professione. A De Witt si deve, senz altro, la presenza dell AIPi nell IFI, Federazione Internazionale degli Architetti d Interni, che riconosceva infine l associazione sorella italiana nel 1980. L anno precedente, nel frattempo, era nato il BEDA, Bureau of European Designer Associations, per riunire le associazioni del design europee, tra le quali, sul versante italiano, l AIPi stessa, l ADI e l AIAP. La stessa assemblea generale IFI di Amburgo del maggio 1983, chiariva la figura del Progettista d Interni, il quale identifica, ricerca e risolve creativamente i problemi attinenti la funzione dell ambiente interno. Esegue servizi relativi agli spazi interni, che includono programmazione, studio del progetto, progettazione del sito, estetica e ispezione del lavoro, impiegando la propria pratica e conoscenza specializzata circa la costruzione d interni, il sistema edilizio e i componenti, le norme edilizie, l attrezzatura, i materiali, l arredamento: prepara disegni e documenti relativi al progetto dello spazio interno per migliorare la qualità della vita e salvaguardare la salute, la sicurezza e il benessere del pubblico. Questo documento, fu riconfermato nel 1992 dall assemblea ECIA, European Council of Interior Architects, associazione della quale AIPI è socio fondatore, confermando così il peso della propria presenza nelle associazioni europee. Accanto al riconoscimento a livello nazionale, procedeva, sul fronte interno, l impegno, reso ssai difficoltoso anche dalla non sempre adeguata attenzione delle istituzioni, per un riconoscimento ufficiale della professione. Dopo una prima adesione all Associazione per il riconoscimento delle libere professioni, l AIPi iniziava, sotto la presidenza di Franco Mazzoccoli, un lungo confronto istituzionale con il Consiglio nazionale dell economia e del lavoro (Cnel). Confronto, di fatto, ancora in atto, che, accanto all adesione al CoLAP, Comitato per il riconoscimento delle libere professioni, segna l impegno per cercare di ottenere il dovuto riconoscimento. Anche per questo motivo, l Associazione ha, nel tempo, apportato le necessarie modifiche allo Statuto e varato il regolamento attuativo, aderendo così scrupolosamente alle normative richieste alle associazioni professionali. Questo, occorre segnalare, non ha ancora causato l auspicata accelerazione del processo di riconoscimento, che appare in ritardo rispetto alle normative europee. È infatti dal 1992 che dovrebbe esistere il ricono-

scimento europeo delle libere professioni e, di conseguenza, la libera circolazione. Il riconoscimento e la tutela della professione sono stati condotti in questi quarant anni da AIPi su due binari paralleli: da un lato il collegamento sia con gli enti governativi che con le associazioni internazionali, dall altro la promozione verso il pubblico con mostre, convegni, manifestazioni. Si è trattato, in altre parole, di divulgare la professione dell interior designer, non solo tra i tecnici, ma anche tra il pubblico. Ma una sorta di promozione è stata compiuta, negli anni, anche tra gli associati, attraverso un percorso di formazione interno mirato a chiarire le coordinate del lavoro dell iinterior designer. Su questo punto, soprattutto a partire dagli anni Novanta, l attenzione dell associazione si è gradualmente spostata verso le scuole, con un impegno formativo che ha conosciuto un accelerazione con la fondazione, in consorzio con il Politecnico di Milano e insieme alle altre due associazioni del design, del PoliDesign. Molti sono stati quindi i fronti dell impegno dell Associazione, onorato, occorre ricordare, nonostante i limiti economici dettati dall intenzione, veramente etica, di mantenere un indipendenza nei confronti delle aziende, per salvaguardare la libertà di scelta dei progettisti e il rispetto dell interesse del cliente. Per questo, le aziende del settore collaborano spesso in funzione di sponsor degli eventi, delle mostre, dei convegni, ma non sono annoverate tra i soci dell Associazione. AIPi, in questi quarant anni, ha preso in mano la professione del progettista d interni quando stava faticosamente uscendo dall immagine dell arredatore e ha dato una fisionomia all immagine stessa dell interior designer.

AIPi oggi

Nei giovani progettisti il futuro dell Associazione Sebastiano raneri presidente aipi L AIPi oggi festeggia i suoi quarant anni di presenza attiva sul territorio nazionale e internazionale e son tanti! ma questo sicuramente è un messaggio forte che arriva fino ai nostri giorni, il messaggio è quello che già quarant anni fa ci sono state persone che hanno messo insieme tante energie per portare avanti la figura dell interior designer, professione allora emergente ma presente nel mercato della progettazione, al punto di sentire la necessità di creare l associazione, per confrontarsi e crescere insieme, non trascurando che fare l interior è qualcosa che ti affascina, lo senti dentro, pensi all idea progettuale, la schizzi su carta, la rendi esecutiva e la realizzi, cioè realizzi veramente un sogno! Non dimenticando che è la prima professione che l uomo ha esercitato, basti pensare che l uomo primitivo fu il primo interior della storia, poiché iniziò per primo a crearsi gli spazi interni, per ripararsi dalle intemperie, per dormire, cucinare e difendersi dagli animali, scavando nelle rocce pian piano gli spazi interni per le proprie esigenze di vita quotidiana. Oggi l AIPi è una realtà nel mondo della progettazione degli interni, questo CdA si è prefissato di portare avanti una mission istituzionalizzare, valorizzare e identificare la figura dell interior designer, cioè come oggi esiste la figura dell ingegnere, dell architetto, del geometra e così via, deve esistere la figura dell interior designer; in poche parole significa portare a termine il lavoro iniziato quarant anni fa, dai nostri colleghi. Come stiamo facendo tutto questo? Lavorando con professionalità e competenza, sulla crescita e aggiornamento dei nostri associati, e sulla formazione. Infatti gli eventi internazionali quali Torino WDC 2008 - CONAD 2008 in S.Paolo - Brasile - Primo Concorso Internazione per Interior Designer, che nasce dall idea del confronto tecnico professionale degli interiors designers e dei futuri interiors nel mondo e le attuali celebrazioni del 40, hanno dato una visibilità nel mondo ad AIPi, evidenziando con professionalità e competenza la figura dell interior designer, mettendone in risalto le proprie competenze, che non sono da intralcio ad altre figure professionali, ma bensì di completamento ed essenziali, poiché l interior rende abitabile, vivibile, accessibile e accattivante un interno civile, commerciale, assistenziale, ricettivo, ricreativo, qualunque esso sia. La formazione, è l elemento cardine della programmazione di questo CdA, poiché si vede nei giovani progettisti il futuro dell associazione. Nelle università e negli istituti vado costantemente dicendo che i giovani sono il futuro e l AIPi ha bisogno di forze fresche, idee nuove che solo loro possono apportare, per continuare a far crescere AIPi, non dimen- ticando che la crescita di AIPi è la crescita di tutti gli associati insieme ai suoi partners. Non dimenticando che tutto questo può realizzarsi solo ed esclusivamente rispettando tre principi essenziali di vita, rivolti non solo agli studenti ma anche a noi professionisti, cioe: umiltà, umiltà, umiltà. Oggi AIPi, è parte attiva nella società contemporanea nel mondo dell interior designer, prova ne è la presenza nel CdA del Colap - coordinamento delle libere associazioni, riferimento unico ed essenziale per il riconoscimento della professione dell interior designer in rispetto al D.Lgs 206 del 9 novembre 2007 e successivo Decreto attuativo del 28 Aprile 2008, tramite il quale l AIPi ha fatto richiesta ufficiale per la certificazione della propria professione. La presenza nel CdA di POLIDesign, di cui è anche socio-fondatore, cioè la cerniera che unisce ricerca,professione e produzione fra università e impresa, fra competenze politecniche e professionali, ci inorgoglisce e ci dà stimoli a continuare su questa strada. Infine, l Associazione non si limita al solo confronto sul territorio nazionale, poiché in un ottica di globalizzazione, questo la ghettizzerebbe, mentre per crescere bisogna anche confrontarsi al di fuori dei confini nazionali, ecco perché AIPI è membro: IFI (Federazione Internazionale Architetti d Interni) BEDA (Bureau of Europe an Designers Associations) ECIA (European Council of Interior Architects) dove, per la prima volta nei nostri quarant anni di vita, AIPi è presente all interno del Board. Colgo l occasione per fare gli Auguri a tutti gli associati AIPi non dimenticandoci che possiamo costruire il nostro futuro solo noi con lo spirito associazionistico che ci contraddistingue, e ringraziare tutte le persone, amici e aziende che in questi quarant anni sono stati vicini ad AIPi, credendo nello spirito associativo, nei nostri progetti e nelle nostre persone. Grazie.

Una collaborazione europea per una professione più forte Migliorare la qualità della vita attraverso la professione dell interior designer Joke van Hengstum Presidente ECIA European council interior architects I migliori auguri per il 40esimo compleanno di AIPi al consiglio e a tutti i membri. I colleghi italiani, riconoscendo fin dall inizio l importanza di un organizzazione europea per la qualificazione dei progettisti e degli architetti d interni, hanno attivamente partecipato alla stesura degli standard riguardanti la formazione. Con la Dichiarazione di Bologna, infatti, è stata non solo operata un armonizzazione a livello europeo dei sistemi educativi includente, tra l altro, l adozione di certificazioni leggibili e confrontabili, ma anche eseguita l introduzione di un iter di studio basato sulla logica laurea/master. Uno degli scopi di ECIA consiste proprio nel diffondere e promuovere in Europa questi sistemi per la formazione dei progettisti e degli architetti d interni. Nel 2007 l associazione, come parte del processo appena indicato, ha pubblicato il protocollo europeo per la formazione degli architetti d interni. A tale evento seguirà la costituzione di un gruppo di lavoro per la formazione avente come compito la messa a punto di un sistema per il riconoscimento delle scuole. Se per i giovani professionisti l opportunità di studiare e operare in diversi Paesi può essere considerata preziosa, per il riconoscimento della professione in sé una standardizzazione a livello europeo del lavoro di progettazione e architettura d interni deve essere ritenuta assolutamente necessaria. Vista la brevità della vita di un opera di architettura d interni, la maggior parte dei progetti realizzati dai membri AIPi senior rimane sconosciuta alle generazioni più giovani. Eppure, conoscere la storia di una professione è fondamentale per l acquisizione di consapevolezza da parte delle nuove leve. Per questo motivo, ECIA ha avviato un progetto, Oral History (La storia raccontata), nell ambito del quale gli studenti possono intervistare i colleghi con più esperienza per ottenere informazioni sul loro lavoro e ragguagli sul modo in cui hanno iniziato e svolto la professione. Il programma sta producendo risultati e spero riceverà un interessante risposta anche dai progettisti italiani. Auguro ad AIPi l opportunità di crescere grazie all apporto dei membri attivi e la possibilità di realizzare interni meravigliosi in tutta Europa. IFI è un organismo globale al vertice della professione di interior designer, ed è passato attraverso un percorso molto dinamico. Come è noto a tutti, IFI è stato fondato nel 1963 in Danimarca, con 10 paesi membri fondatori. Da allora l associazione è cresciuta fino a raggruppare oggi 74 associazioni di diverse categorie, provenienti da 46 paesi differenti. AIPi è diventata membro di IFI nel 1979, ciò che ha reso più ricco IFI: ogni associazione membro porta infatti una varietà di esperienze e di conoscenze che - in ultima analisi - contribuiscono ad arricchire la professione. L impegno costante da parte di AIPi per migliorare la qualità della vita, e tutelare la salute, la sicurezza e il benessere della società attraverso la professione dell interior designer, è in linea con gli obiettivi della missione di IFI. Con l aumentato numero dei membri di IFI da diverse parti del mondo, a partire dalla fine degli anni Novanta, oggi la famiglia IFI è ormai veramente un organizzazione globale, con rappresentanti da tutti i continenti. Lo sviluppo della tecnologia dell informazione e della comunicazione ha avvicinato persone che vivono in parti diverse del mondo. Ora abbiamo bisogno di capire come possiamo aiutarci tra di noi a beneficio della società, attraverso il contributo della professione di interior designer. Il design è una necessità del futuro, per migliorare la qualità della vita dei popoli del mondo. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che persone differenti vedono, percepiscono e interpretano la medesima situazione in maniere differenti. Ciò diviene ancora più complesso quando le persone che hanno esperienza dello stesso fenomeno provengono da background culturali, orientamenti ideologici o stati emotivi differenti. Nonostante questo, la mente umana e i geni umani rispondono a determinati eventi in maniera universale, intuitiva e profonda. Pertanto, la chiave è la ricerca di argomenti che trascendano le differenze e mettano in risalto qualcosa che si rivela essere comprensibile a tutti, non necessariamente nello stesso modo a ciascun membro della società, ma in modi diversi. Non vi è alcun motivo di imporre lo stesso messaggio in maniera universale a tutti i membri della società. Un buon design è quello che consente molteplici interpretazioni da settori differenti della società, perché tiene conto del fatto che non esiste una sola realtà, ma che la realtà è un avvicinamento di più prospettive. Sono certo che AIPi, attraverso la sua partecipazione attiva, contribuirà agli sforzi di IFI per rafforzare la professione di interior designer a livello globale, e in occasione del compimento dei 40 anni di viaggio di AIPi, a nome dei membri del consiglio di amministrazione di IFI, desidero complimentarmi per i suoi significativi contributi per migliorare gli standard della professione di interior designer e anche formulare i migliori auguri per il suo futuro viaggio. Shrikant Nivasarkar Presidente IFI International Federation of Interior Architects/Designers

Un mondo senza barrierie Comunicare uno stile Andrea Stella Presidente Associazione Onlus lo Spirito di Stella Quando, dopo la mia laurea, mi recai a Miami per un viaggio premio, non avrei mai creduto che, dopo quella vacanza, la mia vita sarebbe completamente cambiata. Un aggressione a colpi d arma da fuoco, invece, sconvolse la mia esistenza. Ho riaperto gli occhi senza più sentire le gambe. Credevo che la mia vita fosse finita, volevo farla finita. E invece da lì la mia esistenza è ricominciata: dalla sedia a rotelle. Ho cercato di raccogliere tutto lo spirito che avevo dentro di me e, con l aiuto della mia famiglia, ho realizzato lo Spirito di Stella, il primo catamarano al mondo senza barriere architettoniche. Sarebbe dovuto servire per le mie vacanze, ma già costruendolo ci siamo resi conto che poteva servire anche ad altri. Era l esempio concreto che una progettazione accorta, attenta alle necessità della persona disabile fin dall inizio e non applicata in un secondo momento solo per adempiere agli obblighi di legge, rende gli spazi migliori per tutti e non solo per le persone disabili. Ma se era stato possibile rendere accessibile una barca, come poteva non essere possibile fare altrettanto in altri luoghi? Nacque così l associazione lo Spirito di Stella che organizza ogni anno gratuitamente sessanta giornate di scuola vela per persone disabili a bordo del catamarano, ma soprattutto nacque l idea di intraprendere una campagna di sensibilizzazione a favore dell abbattimento delle barriere architettoniche nelle città, nelle scuole, nei bar. Abbiamo dato vita ad un concorso internazionale di idee denominato Progettare e realizzare per tutti che invita studenti e professionisti di progettazione a ripensare alcuni spazi mettendo in pratica i principi del Design for All, gli stessi che hanno ispirato la costruzione del catamarano. E, dopo il concorso, è sorta l idea di trasferire le innovazioni del catamarano in un ambiente comune: la casa. La casa per tutti sorgerà nel comune di Bassano del Grappa (VI) e verrà messa a disposizione delle persone che, dopo un grave trauma, devono ricominciare a vivere utilizzando la carrozzina. Come presidente dell associazione lo Spirito di Stella, ho accettato con piacere di patrocinare il concorso Abitare x Due promosso da AIPi, poiché apprezzo e condivido profondamente gli obiettivi dell iniziativa. L attenzione al rapporto tra individuo-ambiente-spazio, l utilizzo di nuove tecniche e di nuovi materiali sostenibili ed eco-compatibili, l impegno per garantire la completa accessibilità degli spazi sono requisiti indispensabili per qualsiasi progetto architettonico. Mi auguro che iniziative come questa fungano da esempio e da traino per altri progetti in futuro, guidati con pari serietà e impegno. Il design ci serve per comunicare visivamente il nostro stile, per sottolineare la qualità dell azienda, non solo quella del prodotto alimentare. È così che Giovanni Rana sintetizza il rapporto del Pastificio Rana, in particolare della Divisione ristorazione, con il mondo del design. Oltre quarant anni fa Rana, con la sua fantasia, con il suo intuito, realizzava in proprio quel capolavoro di design che è oggi il tortellino industriale di pasta fresca, ben diverso da quello casalingo e da quello industriale-secco che veniva proposto cinquant anni fa alle casalinghe italiane. Da quella e da altre intuizioni è nata la multinazionale tascabile della pasta fresca che fattura oltre 335 milioni (il 48% all estero, dal Lussemburgo - passando per i mercati consolidati di Francia e Spagna - agli Stati Uniti) e che esprime il suo potenziale produttivo in cinque stabilimenti, quello storico di San Giovanni Lupatoto (Verona), tre in Lombardia e uno in Belgio, e il suo potenziale commerciale in quattro filiali estere (Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti). Ma, a oltre quarant anni da quel tocco d intuito, Giovanni Rana ha saputo dar vita anche ai due satelliti del nuovo business, costituiti dalla ristorazione: quella classica e quella dei corner, del fast food di qualità. Cosa è successo? È accaduto - racconta Rana - che noi sentivamo l esigenza di presidiare anche un settore storico come quello della ristorazione tradizionale per collegarci con le famiglie, con il pranzo, diciamo, dei giorni di festa. I giorni in cui a tavola venivano serviti i tortellini prodotti dalle donne di casa. L occasione ci è stata offerta dal rinomato ristorante Tre Corone, di fronte all Arena di Verona, celebre anche perché ha ospitato i più grandi artisti lirici del mondo, a partire da Maria Callas. L abbiamo chiamato Trattoria di Giovanni Rana - Tre Corone proprio per collegarci con la tradizione. In realtà, della trattoria sono rimasti solo alcuni connotati: la pasta fatta in casa e la bonomia del personale. L ambiente è stato studiato in funzione sia della clientela veronese che di quella internazionale che frequenta Verona per le fiere, per la cultura, per l opera lirica. Quindi c è stato il recupero di uno stile classico, con il legno che predomina e dà calore - il calore della casa - con dispense e angoli nei quali vengono proposti in visione diretta i migliori distillati, i migliori vini e ora anche i più significativi formaggi e salumi. Eleganza, classe e familiarità insieme, quindi. Uno stile che ritroviamo anche nell accuratezza, non ostentata, della tavola, come pure del servizio. Ben diverso, come ci racconta Giovanni Rana, è stato il percorso compiuto dai ristoranti da Giovanni, chiamati a intercettare le crescenti esigenze della gente per un pasto caldo, di qualità, veloce e a prezzo contenuto, Intervista di franco ruffo a cura di giorgio cunico

da consumare fuori casa sia nelle pause di lavoro sia nel tempo libero. Siamo partiti - racconta Rana - fornendo prodotti e know how formativo con una cinquantina di corner in Francia, collegati con una grande catena di supermercati. Abbiamo però avvertito che questa esigenza di un buon pasto, al di sotto dei 10 euro, è sempre più sentita anche in Italia. Come lo è in altri Paesi dove andremo ad ampliare la nostra rete. Da qui, in un primo tempo, la scelta di fare un nuovo format con un nome inconfondibile, da Giovanni, che è la sintesi di tutto quanto vogliamo dire: Giovanni, quindi, di conseguenza, Rana, quindi qualità di un prodotto genuino e fresco, proposto da una faccia cordiale, conosciuta dal 97% degli italiani, affidabile. Giovanni, l amico esperto che ti consiglia (come sopra le confezioni dei miei prodotti e in Tv) e ti indirizza verso un pasto leggero e completo: un primo - con una quarantina di varianti -, una bibita, una verdura, oppure una macedonia o un dolce. Ma fondamentale, alla pari della qualità del prodotto, doveva essere l impatto con l ambiente. Ne è derivato un format caratteristico che viene utilizzato nei vari centri dove la nostra Divisione Ristorazione individua possibili sviluppi. Il concetto è chiaro: ambiente luminoso con gli operatori che preparano i piatti al momento in bella vista, un bancone con i prodotti, una dispensa che propone anche l acquisto degli alimenti e delle bevande che serviamo sul posto, ampi spazi per sedere comodi. L ulteriore scelta è ora quella di proporre in vendita, a peso, anche tortellini e paste alimentari sfuse. Quindi è stato realizzato un corner nel corner, proprio per offrire questa chance di acquisto offerta ai nostri clienti. E anche le suppellettili rispecchiano, credo, questa semplicità, non spartana, però, ma signorile. Due mondi ben distinti, quindi, quello della ristorazione veloce e quello della ristorazione tradizionale. Che cosa hanno, però, in comune? Se posso essere immodesto, glielo spiego io - conclude Giovanni Rana. Nella realizzazione di entrambi gli ambienti si è tenuto conto dell impatto del personaggio. Quindi c è Giovanni Rana che controlla, sorveglia, sorride a tutti. Una garanzia. Però, come ricordo sempre: qualsiasi pur ottima comunicazione, qualsiasi format-design non vale nulla se dietro non c è un prodotto di grande, costante, sicura, qualità. La nostra carta vincente deve essere prima di tutto quella, la qualità del prodotto.

AIPi domani

Introduzione al Meraviglioso Futuristaprogettista carlo beltramelli amministratore delegato aipi Per capire dove andiamo è necessario sapere chi siamo, che identità abbiamo. Da dove veniamo? Veniamo da un mondo in movimento, un movimento che va sempre più veloce. Veniamo da un mondo dove il progettista d interni ancora non si poteva definire in questo modo, da un mondo artistico collocato tra permanenza e mutamento. Un mondo di pittori e scultori inseriti in un dibattito, in un conflitto tra seguaci dell ordine e quelli dell avventura, tra seguaci della norma e quelli della libertà. Oggi i progettisti d interni possono mostrare la loro bravura divenendo artisti e artigiani di sé stessi: possono produrre progetti in cui gli elementi che li caratterizzano diventano forza dinamica del loro prodotto, la riconoscibilità di ciò che pensano, l identità professionale e personale. Il progettista degli interni è un lavoro complesso, ma fantastico. Progettare è fare il meglio in quella irripetibile e unica situazione, interpretare, come farebbe un cantante, un opera a volte modesta a volte egregia, scritta per un pubblico sempre differente. Progettare in un concetto di trasformazione e interdisciplinarietà che deve essere attuale anche oggi, non tanto per dovere ma per il piacere di progettare in maniera intellettualmente dinamica, non nel significato di inseguire tendenze, ma nello scopo di capire e indagare meglio ciò che ci circonda. Noi progettisti d interni dovremo attingere energie dalla conoscenza e dalla dinamica delle nuove tecnologie. Questo non significa rifiuto dei mezzi e dei materiali tradizionali, ma tecnica del progettare mediante strumenti che non sono esclusivi dell artista. Significa progettare in simbiosi tra cultura e modi di vita della società. È in questo abbandono delle regole fisse che il progettista d interni, all epoca, come ora, acquista un valore individuale, mira alla realizzazione di un progetto non seriale, che deve rispondere oltre che alle richieste del committente, a un altro tipo di regole che vanno ad abbracciare l ambito del sociale e dell ambiente. È con la ricerca della moralità individuale che il progettista d interni deve operare. La moralità è la ricerca dello stile unico che dimora dentro di noi, e delle risorse per seguire questo percorso. Non si deve cedere agli stili attuali o di moda e uccidere così il proprio stile creativo interiore, talvolta arrivando perfino a ingannare sè stessi negandone l esistenza. Tutto questo è l immoralità del design, il cui risultato è l uniformità dello stesso. Partendo quindi dal passato e guardando al futuro possiamo dire che quelli che erano i seguaci dell avventura e della libertà, i Futuristi, e i progettisti d interni si muovono in una medesima logica. Guardare oltre senza rinnegare il passato ma con la consapevolezza che i surrogati dell imitazione, senza la forza delle proprie idee, non funzionano. La responsabilità maggiore in un progetto d interni è quella nei confronti di chi vive lo spazio progettato. Vogliamo che le persone siano entusiaste di ciò che le circonda e che il design possa creare l ambiente necessario perchè vedano realizzarsi i propri desideri. Ora guardate il vostro foglio bianco e aspettate con trepidazione cosa sarà in grado di fare la vostra anima e la vostra matita. Lo stile che ne deriverà dovrà essere il vostro... Questo è il nostro splendido futuro di Futuristaprogettista e a conferma vi riportiamo ciò che scriveva nel 1969 il nostro Presidente Archidesigner, Scultore e Docente Universitario, Franz T. Sartori -Tu, chi sei? Prima di giudicarmi impara ad amarmi allora potrai conoscere te stesso, allora io mi farò totalmente disponibile per te e per tutti. -Ma tu, chi sei? È stato detto: che ne sarà di colui che ama le cose belle e le vuole sue, di colui che ama la cose buone e le fa sue, se poi non è in grado di farsi egli stesso cosa per gli altri? -Ma tu, veramente, chi sei? Chi può bere senza dubbi la coppa che gli viene offerta dall ignoto? Chi fu il primo a chiederti chi sei? Chi è colui che non conosci e si è offerto a te? Colui che tiene le chiavi è padrone della porta. Tu cerca e tu apri. Tu apri e tu vedi. Tu apri e tu sai. Tu sai e tu sei. Io sono. Eravamo già nel Futuro.