12 Calcestruzzo. PROBLEMA: Recuperare, Ristrutturare, Riqualificare, Risanare, Rivestire. Tetti verdi 1. Coperture



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Transcript:

PROBLEMA: Recuperare, Ristrutturare, Riqualificare, Risanare, Rivestire. 8 2 Coperture in cemento amianto Coperture a geometria complessa Coperture per impianti fotovoltaici 5 4 Tetti verdi 1 Coperture con manto a vista Coperture in lamiera o legno 7 Terrazze e balconi 3 Isolamento termoacustico 14 Isolamento acustico 13 11 Murature 10 umide 2013 6 9 Sottotegola Terrazze Parkings 12 Calcestruzzo Murature controterra e vani interrati

SOLUZIONE: prodotti e sistemi INDEX per Recuperare, Ristrutturare, Riqualificare, Risanare, Rivestire. 8 Coperture in cemento amianto Coperture a geometria complessa 5 4 Tetti verdi 1 Coperture con manto a vista 2 Coperture per impianti fotovoltaici Coperture in lamiera o legno 7 Terrazze e balconi 3 Isolamento termoacustico 14 Isolamento acustico 13 11 Murature 10 umide 6 9 Sottotegola Terrazze Parkings 12 Calcestruzzo Murature controterra e vani interrati 2

socio del GBC Italia resistere alle fessure dovute al ritiro del calcestruzzo e all alternanza dei cicli di apertura e di chiusura dei giunti di accostamento dei tegoli prefabbricati o dei pannelli isolanti che riveste. I sistemi impermeabili FLEXTER TESTUDO, HELASTA, PROTEADUO e MINERAL DESIGN sono costituiti da membrane di elevata resistenza meccanica e di ottima elasticità. Sono resistenti alla fatica, agli sforzi di taglio ed alla lacerazione. L isolante THERMOBASE, che è stabile e non si deforma, è un ideale piano di posa per le membrane impermeabili. Con l avvento delle innovative membrane di barriera al vapore SELTENE BIADESIVO, TECTENE BV STRIP EP e PROMINENT, frutto della ricerca INDEX, che consentono l incollaggio dello strato di isolamento termico evitando l uso della spalmatura di bitume ossidato fuso, il cantiere è più sicuro e si riduce l inquinamento ambientale delle operazioni di posa. socio del GBC Italia Circolare relativa ai requisiti antincendio degli impianti fotovoltaici installati sulle coperture degli edifici in cui si svolgono attività soggette al controllo di prevenzione incendi emanata dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Ministero dell Interno il 07/02/2012 e successiva nota di chiarimento del 04/05/2012 Una stratigrafia di copertura può risultare degradata per: naturale processo di invecchiamento del manto impermeabile impiego di materiali non idonei o cattiva esecuzione della posa in opera le implicazioni igrotermiche, specialmente nel caso che sia stato proprio l errata valutazione di queste situazioni a determinare il dissesto. la situazione climatica esterna: aggressioni chimiche dovute ad ambienti industriali, ventosità, zone soggette a grandinate ecc. le protezioni poste sopra il manto impermeabile, pavimentazioni, protezioni in ghiaietto, verniciature, manti autoprotetti con scagliette di ardesia o lamine metalliche. il tipo di degradazione subita dal manto impermeabile. e casi particolari socio del GBC Italia INDICE 1 Coperture con manto a vista 1.1 Rifacimento senza demolizione di coperture in calcestruzzo o laterocemento, senza isolamento termico, con manto a vista 8 1.1.1 Il rinnovamento in aderenza monostrato 8 1.1.2 Il rifacimento in semiaderenza monostrato 9 1.1.3 Il rifacimento in semiaderenza bistrato 9 1.2 Riqualificazione energetica 10 1.2.1 Il vecchio manto funge da barriera vapore 10 1.2.1 Posa di una nuova barriera al vapore a secco 11 1.2.1 Posa di una nuova barriera al vapore in aderenza 11 1.2.2 Posa di una nuova barriera al vapore in semiaderenza 11 1.3 Rifacimento senza demolizione di coperture con isolamento termico in calcestruzzo e laterocemento 12 1.3.1 Il rinnovamento in aderenza monostrato 12 1.3.2 Il rinnovamento in semiaderenza monostrato 13 1.3.3 Il rinnovamento in semiaderenza bistrato 13 1.4 Riqualificazione energetica 14 1.4.1 Il vecchio manto funge da barriera vapore 14 1.4.1 Posa di una nuova barriera al vapore in semiaderenza 11 1.4.1 Posa di una nuova barriera al vapore in aderenza 11 1.4.2 Posa di una nuova barriera al vapore a secco 15 1.5 Nuovo manto impermeabile 16 1.5.1 Manto impermeabile bistrato su isolamento termico resistente al calore 16 1.5.2 Manto impermeabile bistrato su isolamento termico non resistente al calore 17 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 2" Tetto piano non pedonabile TETTO PIANO NON PEDONABILE Impermeabilizzazione e isolamento termico di coperture su solai in laterocemento, in cemento armato prefabbricato precompresso o gettato in opera In edilizia tetto piano è sinonimo di utilizzazione ottimale dello spazio, di libertà di espressione e di risparmio energetico nel condizionamento termico dei volumi sottostanti. L efficienza nel tempo della copertura verrà garantita da una corretta progettazione ed esecuzione dello strato isolante e del manto impermeabile che la rivestono. Non ultima la problematica ambientale che per soddisfare i criteri di una edilizia sostenibile va affrontata con una visione olistica. Una visione olistica della sostenibilità impone scelte progettuali che non riguardano unicamente il contenimento energetico dell edificio in esercizio ma anche l integrazione urbanistica/paesaggistica, l utilizzo di fonti di energia rinnovabili, l impatto ambientale dei prodotti per la costruzione attraverso l analisi del loro ciclo di vita LCA (Life Cicle Assessment), l impatto della fase di edificazione come pure la valutazione previsionale degli impatti ambientali in fase di gestione, in fase di manutenzione/riparazione, modifica parziale o totale della destinazione d uso di parti dell edificio/di tutto l edificio, in fase di demolizione parziale o totale dello stesso e, a fine vita, del riciclo dei materiali edili. INDEX produttrice dell isolante termico THERMOBASE e dei fogli impermeabili FLEXTER TESTUDO, HELASTA, PROTEADUO e MINERAL DESIGN propone ai tecnici edilizi dei sistemi completi di impermeabilizzazione ed isolamento facilmente adattabili alle diverse condizioni climatiche ed ai tipi di copertura più svariati. II manto impermeabile applicato su isolante termico e lasciato a vista come ultimo strato della copertura è soggetto a notevoli escursioni termiche, può essere facilmente strappato da un forte vento o perforato da una violenta grandinata e i fenomeni di invecchiamento che tendono ad infragilirlo sono notevolmente accelerati dalla presenza del coibente. Gli isolanti termici sensibili calore ed all umidità sono soggetti a calo di spessore o a deformazioni e si possono delaminare o sgretolare sotto I azione del vento. I sistemi impermeabili FLEXTER TESTUDO, HELASTA e PROTEADUO, MINERAL DESIGN sono costituiti da membrane flessibili alle basse temperature, resistenti all invecchiamento termico ed ai raggi U.V. L isolante termico THERMOBASE è resistente calore, è compatto, non cala di spessore e non si deforma. Non è più necessario stendere lo strato di ghiaia sulle coperture in quanto i fogli FLEXTER TESTUDO, HELASTA, PROTEADUO e MINERAL DESIGN incollati sul THERMOBASE non vengono strappati dal vento e sono resistenti all invecchiamento. II sistema impermeabile è sottoposto alle sollecitazioni meccaniche generate dai movimenti del piano su cui appoggia deve 2 "Capitolato 3" Rifacimenti conservativi RIFACIMENTI CONSERVATIVI Modalità d intervento, sistemi di ripristino Le modalità di un intervento di rifacimento sono influenzate da molteplici fattori, in questa pubblicazione non è possibile prevedere tutti i casi che si possono verificare, anche perché ogni intervento fa storia a sé, ma è possibile riassumere le situazioni più frequenti fornendo indicazioni carattere generale. La pubblicazione inoltre riguarda principalmente il rifacimento di coperture con manto impermeabilizzante di natura bituminosa. errori progettuali riguardanti sia la scelta dei materiali e dei collegamente fra strati, sia l ordine successione degli strati, in funzione delle condizioni climatiche, del microclima interno, delle sollecitazioni meccaniche ecc. Il rifacimento sarà indirizzato per quanto possibile al recupero degli strati di copertura esistenti, per cui innanzitutto è importante stabilire quali sono le cause del degrado poiché una errata valutazione del problema può portare ancora a conseguenze spiacevoli. Modalità d intervento. I principali fattori che determinano la scelta del tipo d intervento sono: la successione e la natura degli strati che costituiscono il pacchetto di copertura in particolar modo per quanto riguarda: la presenza di isolanti termici; il tipo di copertura che costituisce il piano di posa del sistema termo-impermeabilizzante visto nel senso più ampio possibile: la pendenza, l uso a cui è adibita la copertura, le sollecitazioni meccaniche generate dalle sue dilatazioni ecc; 3 2 Coperture per impianti fotovoltaici 2.1 Rifacimento senza demolizione di una copertura in cls o laterocemento con manto impermeabile bituminoso a vista per l installazione di impianto fotovoltaico con nuovo manto classificato B roof (t2) 18 2.1.1 Bistrato in totale aderenza su manti in buono stato 18 2.1.2 Bistrato in semiaderenza 19 2.1.2 Bistrato in semiaderenza su chiodatura diffusa 19 2.2 Riqualificazione energetica 20 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 14bis" Coperture classificate B roof (t2) con impianti fotovoltaici Scelta della stratigrafia e sistemi di collegamento di impianto fotovoltaico non integrato alla impermeabilizzazione di vecchie e nuove coperture 14 COPERTURE classificate Broof (t2)) CON IMPIANTI FOTOVOLTAICI * Le coperture si prestano particolarmente ad essere destinate alla produzione di energia elettrica dal sole, maggiormente le coperture piane in quanto è più agevole l orientamento dell impianto nella posizione più favorevole per la migliore resa del pannello fotovoltaico. Un impianto fotovoltaico deve durare almeno 20 anni e successivamente il rinnovo dell impianto fotovoltaico può essere limitato alla sola sostituzione del modulo fotovoltaico lasciando in loco il telaio metallico a cui è agganciato che a sua volta può essere che sia fissato al tetto attraversando la stratigrafia di impermeabilizzazione. Per questo nel caso delle nuove coperture è importante prevedere un sistema bistrato impiegando come primo strato, membrane di lunga durata certificate con Agrement/DVT dell I.T.C-CNR come le membrane: PROTEADUO TRIARMATO, HELASTA POLIESTERE e FLEXTER FLEX TESTUDO SPUNBOND POLIESTERE protette dal fuoco proveniente dall esterno con la membrana FIRESTOP POLIESTERE conforme le disposizioni della Guida per l installazione degli impianti fotovoltaici edizione 2012 del dipartimento dei Vigili del Fuoco del Ministero dell Interno. Lo stesso sulle vecchie coperture che si vogliono destinare a questo scopo, dopo una attenta analisi del manto esistente, che può essere ammalorato o vicino alla scadenza dei termini di garanzia, si potrà optare per il completo rifacimento del manto oppure, nel caso di manti bituminosi, per il semplice rinnovamento per sovrapponimento solidale dell impermeabilizzazione esistente. Dopo una panoramica sulle diverse tipologie di pannelli fotovoltaici, per quelli in cui si prevede il fissaggio che attraversa l impermeabilizzazione, di seguito verranno suggeriti gli accorgimenti opportuni per raccordare il manto impermeabile ai supporti dei pannelli ed inoltre le migliori strategie per implementare il rendimento dei moduli fotovoltaici. Lo stesso per le coperture inclinate con membrana sottotegola MINERAL FLEXTER FLEX TESTUDO SPUNBOND POLIESTERE e le coperture inclinate con fogli traspiranti sottotegola della serie DIFOBAR. Nella trattazione seguente non sono considerati i pannelli fotovoltaici a film sottile integrati al manto impermeabile e, conforme i suggerimenti dell ENEA (Ente per le nuove tecnologie l energia e l ambiente), per quanto possibile, è preferibile che in copertura l impianto fotovoltaico non interferisca con l impermeabilizzazione e la coibentazione. * Caso 3a - impianti fotovoltaici con pannelli FV di classe 2 o equivalente di reazione al fuoco su coperture classificate B roof (t2) alla luce della 3

Una stratigrafia di copertura può risultare degradata per: naturale processo di invecchiamento del manto impermeabile impiego di materiali non idonei o cattiva esecuzione della posa in opera le implicazioni igrotermiche, specialmente nel caso che sia stato proprio l errata valutazione di queste situazioni a determinare il dissesto. la situazione climatica esterna: aggressioni chimiche dovute ad ambienti industriali, ventosità, zone soggette a grandinate ecc. le protezioni poste sopra il manto impermeabile, pavimentazioni, protezioni in ghiaietto, verniciature, manti autoprotetti con scagliette di ardesia o lamine metalliche. il tipo di degradazione subita dal manto impermeabile. e casi particolari Una stratigrafia di copertura può risultare degradata per: naturale processo di invecchiamento del manto impermeabile impiego di materiali non idonei o cattiva esecuzione della posa in opera socio del GBC Italia le implicazioni igrotermiche, specialmente nel caso che sia stato proprio l errata valutazione di queste situazioni a determinare il dissesto. la situazione climatica esterna: aggressioni chimiche dovute ad ambienti industriali, ventosità, zone soggette a grandinate ecc. le protezioni poste sopra il manto impermeabile, pavimentazioni, protezioni in ghiaietto, verniciature, manti autoprotetti con scagliette di ardesia o lamine metalliche. il tipo di degradazione subita dal manto impermeabile. e casi particolari socio del GBC Italia socio del GBC Italia 1 a DIVISIONE 2 a DIVISIONE 1 a LINEA Capitolato Tecnico Sottotetto abitato Tetto ventilato con doppio tavolato pag. 4 Sottotetto abitato Tetto non ventilato con tavolato singolo socio del GBC Italia ELASTOBIT S ANTIRADICE anche i sistemi per la loro posa in opera, fornendo i metodi di corretta applicazione dei diversi prodotti. La coltivazione di piante su superfici piane rimane quindi soltanto un problema di scelta di materiali e di attento impiego delle tecniche di posa. Per quanto riguarda il dimensionamento della copertura a verde ci si riferirà alla norma UNI11235. TETTI VERDI 1 2 a DIVISIONE pag. 5 Ed. 2009-1 Sottotetto non abitato. Tetto ventilato con tavolato singolo pag. 6 Tavolati in legno con tegole tipo canadese COVERTILE pag. 7 SISTEMI DI IMPERMEABILIZZAZIONE DEL SOTTOTEGOLA SU COPERTURE IN LEGNO 1 1 a LINEA 1 3 Terrazze e balconi 3.1 Rifacimento senza demolizione di terrazzini e balconi 22 3.1.1 Rifacimento senza demolizione di terrazzini con COVERCOL AB RAPID 22 3.1.2 Rifacimento senza demolizione di terrazzini con UNOLASTIC 22 3.1.3 Rifacimento senza demolizione di terrazzini con SELFTENETile 21 3.1.4 Rifacimento senza demolizione di terrazzini con membrane a fiamma 23 3.2 Riqualificazione energetica 23 3.2.1 Riqualificazione energetica con tetto rovescio 23 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 3" Rifacimenti conservativi RIFACIMENTI CONSERVATIVI Modalità d intervento, sistemi di ripristino Le modalità di un intervento di rifacimento sono influenzate da molteplici fattori, in questa pubblicazione non è possibile prevedere tutti i casi che si possono verificare, anche perché ogni intervento fa storia a sé, ma è possibile riassumere le situazioni più frequenti fornendo indicazioni carattere generale. La pubblicazione inoltre riguarda principalmente il rifacimento di coperture con manto impermeabilizzante di natura bituminosa. errori progettuali riguardanti sia la scelta dei materiali e dei collegamente fra strati, sia l ordine successione degli strati, in funzione delle condizioni climatiche, del microclima interno, delle sollecitazioni meccaniche ecc. Il rifacimento sarà indirizzato per quanto possibile al recupero degli strati di copertura esistenti, per cui innanzitutto è importante stabilire quali sono le cause del degrado poiché una errata valutazione del problema può portare ancora a conseguenze spiacevoli. Modalità d intervento. I principali fattori che determinano la scelta del tipo d intervento sono: la successione e la natura degli strati che costituiscono il pacchetto di copertura in particolar modo per quanto riguarda: la presenza di isolanti termici; il tipo di copertura che costituisce il piano di posa del sistema termo-impermeabilizzante visto nel senso più ampio possibile: la pendenza, l uso a cui è adibita la copertura, le sollecitazioni meccaniche generate dalle sue dilatazioni ecc; 3 4 Tetti verdi 4 Rifacimento senza demolizione di una copertura con cambio di destinazione a verde pensile 24 4.1 Rifacimento in totale aderenza 24 4.2 Rifacimento in semiaderenza 25 4.2 Riqualificazione energetica 25 4.2.1 Rifacimento e integrazione dell'isolamento 25 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 3" Rifacimenti conservativi RIFACIMENTI CONSERVATIVI Modalità d intervento, sistemi di ripristino Le modalità di un intervento di rifacimento sono influenzate da molteplici fattori, in questa pubblicazione non è possibile prevedere tutti i casi che si possono verificare, anche perché ogni intervento fa storia a sé, ma è possibile riassumere le situazioni più frequenti fornendo indicazioni carattere generale. La pubblicazione inoltre riguarda principalmente il rifacimento di coperture con manto impermeabilizzante di natura bituminosa. errori progettuali riguardanti sia la scelta dei materiali e dei collegamente fra strati, sia l ordine successione degli strati, in funzione delle condizioni climatiche, del microclima interno, delle sollecitazioni meccaniche ecc. Il rifacimento sarà indirizzato per quanto possibile al recupero degli strati di copertura esistenti, per cui innanzitutto è importante stabilire quali sono le cause del degrado poiché una errata valutazione del problema può portare ancora a conseguenze spiacevoli. Modalità d intervento. I principali fattori che determinano la scelta del tipo d intervento sono: la successione e la natura degli strati che costituiscono il pacchetto di copertura in particolar modo per quanto riguarda: la presenza di isolanti termici; il tipo di copertura che costituisce il piano di posa del sistema termo-impermeabilizzante visto nel senso più ampio possibile: la pendenza, l uso a cui è adibita la copertura, le sollecitazioni meccaniche generate dalle sue dilatazioni ecc; 3 "Capitolato 10" Tetti verdi TETTI VERDI TETTO VERDE INTENSIVO (GIARDINO PENSILE) E TETTO VERDE ESTENSIVO Recuperare spazi vitali all interno delle città è una tendenza che va sempre più affermandosi in questi ultimi anni e che è dettata non solo dall esigenza del recupero di aree altrimenti sterili, ma dal bisogno di migliorare le qualità abitabili dei complessi edilizi. La funzione di polmone verde di un giardino pensile assolve ad un compito urbanistico fondamentale poiché oltre all uso privato, può restituire aree di ritrovo collettivo e trasformare il volto di quartieri non solo esteticamente ma anche come qualità abitativa. Per quanto riguarda la realizzazione di nuove opere, la copertura mediante interramento risolve brillantemente molti problemi di coperture di garages e di scantinati. Il tetto verde può svolgere anche l importante funzione di regolare il deflusso delle acque piovane. La progressiva cementificazione del territorio riduce la capacità di drenaggio delle aree interessate all inurbamento rendendo troppo rapidamente obsolete le reti fognarie. Destinando le coperture dei nuovi insediamenti edilizi a giardino pensile, che funge da volano idraulico in caso di forti acquazzoni, si evita la tracimazione delle reti fognarie. I tetti verdi hanno anche la funzione di ridurre il fenomeno delle Isole di calore delle città e il loro impiego apporta un significativo vantaggio economico nella gestione energetica dell edificio e nella gestione globale delle aree urbane. Nella sola città di Chicago uno studio di Weston Design Consultant stima in 100.000.000 $ il risparmio energetico annuo ricavabile dalla trasformazione a verde dei tetti della città. Inoltre il tetto verde: filtra l inquinamento urbano e riduce l anidride carbonica, filtra l acqua piovana inquinante, raffredda l aria per evapotraspirazione di vapore acqueo, favorisce l insediamento di ecostistemi animali, riduce la trasmissione dei rumori all interno dell edificio. INDEX, può fornire, oltre agli sperimentati materiali impermeabilizzanti come il DEFEND ANTIRADICE POLIESTERE, FLEXTER TESTUDO, OSMOFLEX ed 5 6 Coperture a geometria complessa Sottotegola 5 Rifacimento senza demolizione del manto bituminoso di coperture in calcestruzzo a geometria complessa con prodotti liquidi 26 5.1 Rifacimento su membrana bituminosa nera con IDROLASTIK 26 5.2 Rifacimento su membrana bituminosa ardesiata con UNOLASTIC 27 6 Impermeabilizzazione sottotegola di vecchie coperture 28 6.1 Impermeabilizzazione sottotegola di vecchie coperture su cls e laterocemento 29 6.1.1 Sottotegola su sottotetto non abitato ventilato 29 6.2 Riqualificazione energetica 30 6.2.1 Coperture non ventilate isolate termicamente con THERMOBASE 30 6.2.2 Coperture non ventilate isolate termicamente con pannelli 31 6.3 Impermeabilizzazione sottotegola di vecchie coperture su legno 32 6.3.1 Impermeabilizzazione sottotegola su vecchi tavolati di legno, con connessure tra le tavole ben accostate 32 6.3.2 Impermeabilizzazione sottotegola su vecchi tavolati di legno sconnessi, con connessure tra le tavole inferiori a 5 mm 34 6.4 Riqualificazione energetica 36 6.4.1 Coperture non ventilate con tavolato singolo e tegole poste sulla membrana 36 6.4.2 Coperture non ventilate con tavolato singolo e tegole posate sui listelli 36 6.4.3 Coperture ventilate con doppio tavolato e strato isolante discontinuo 36 6.4.4 Coperture ventilate con doppio tavolato e strato isolante continuo 37 4 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 7" Sottotegola SOTTOTEGOLA Impermeabilizzazione e isolamento termico sottotegola di coperture in calcestruzzo e legno con membrane bitume distillato polimero applicate a fiamma La copertura discontinua è molto diffusa nell edilizia residenziale. L elemento di tenuta, in questa tipologia costruttiva, assicura l impermeabilità solo per certi valori minimi di pendenza del tetto ed è costituito da un insieme di prodotti che possono essere grandi, medie e piccole dimensioni. La presente pubblicazione prende in esame gli elementi di tenuta realizzati con prodotti di piccole dimensioni quali: tegole in laterizio, sia piane che curve (coppi), tegole in cemento, tegole bituminose, pietre naturali. Verranno considerate coperture con sottotetto abitato, isolate termicamente sulla falda (mansarde) e coperture con sottotetto non abitato, ventilato con o senza isolamento sul solaio. La pendenza minima del tetto è generalmente determinata dalla forma della tegola e della situazione climatica presente nella zona geografica di costruzione. Fino a che il sottotetto non venne abitato, il concetto di impermeabilità in queste coperture è sempre stato molto relativo, successivamente quando si iniziò a sfruttare anche questo volume, l esigenza di impermeabilità divenne sempre più importante. Nel caso di rifacimenti in zona vincolata dalla Sovraintendenza Monumenti spesso si è costretti ad impiegare lo stesso vecchio tipo di tegola cui tenuta si era già manifestata insoddisfacente. Sempre più spesso poi, sotto alle tegole, vengono applicati degli isolanti termici che, se vengono bagnati, perdono le loro caratteristiche coibenti. Innumerevoli sono le cause che possono provocare il passaggio d acqua, anche senza che siano manifestati dei danni o delle alterazioni dei singoli elementi, già un forte vento misto a pioggia è sufficiente per far passare l umidità. Per risolvere questi problemi la INDEX S.p.A. ha messo a punto una membrana impermeabile MINERAL TESTUDO in bitume-polimero armata con non-tessuto di poliestere da filo continuo, con la superficie superiore antisdrucciolo certificato con Agrement I.T.C. sulla quale può aderire la malta cementizia destinata alla formazione dei cordoli per l ancoraggio delle tegole e un isolante termico in rotoli, THERMOBASE TEGOLA, costituito da listelli in fibra di roccia orientata, in polistirolo espanso o in poliuretano espanso protetti da una membrana impermeabile come la precedente. Con questa pubblicazione, si intende proporre al Tecnico un prospetto di sistemi completi di impermeabilizzazione ed isolamento ed alcuni suggerimenti per la realizzazione delle opere accessorie e dei dettagli più comuni. I sistemi proposti costituiscono una impermeabilizzazione continua e autosufficiente che è in grado di garantire la tenuta idrica anche se tegole subiscono danni o spostamenti rilevanti. In questa nuova edizione vengono suggeriti dei sistemi di posa nuovi e più sicuri, basati sull impiego delle innovative membrane di barriera al vapore PROMINENT e TECTENE BV STRIP che eliminano il bitume fuso usato per incollare l isolante termico riducendo sia i rischi di scottature causati dal facile ribaltamento sul tetto in pendenza dei secchi che lo contengono, sia il fumo, gli odori e il rischio incendio relativo all uso della caldaia per il riscaldamento del bitume ossidato. 7 "Guida al sottotegola con membrane best-adhesive" GUIDA ALL IMPERMEABILIZZAZIONE DEL SOTTOTEGOLA SU COPERTURE IN LEGNO Guida e Capitolati Tecnici membrane autoadesive Best-Adesive La famiglia delle membrane BEST-ADESIVE Index, costituita da membrane bitume polimero professionali di provata esperienza pluridecennale che vengono adesivizzate su di una od entrambe le facce con speciali mescole elastomeriche, si incollano per semplice pressione a temperatura ambiente senza impiegare la fiamma

Una stratigrafia di copertura può risultare degradata per: naturale processo di invecchiamento del manto impermeabile impiego di materiali non idonei o cattiva esecuzione della posa in opera le implicazioni igrotermiche, specialmente nel caso che sia stato proprio l errata valutazione di queste situazioni a determinare il dissesto. la situazione climatica esterna: aggressioni chimiche dovute ad ambienti industriali, ventosità, zone soggette a grandinate ecc. le protezioni poste sopra il manto impermeabile, pavimentazioni, protezioni in ghiaietto, verniciature, manti autoprotetti con scagliette di ardesia o lamine metalliche. il tipo di degradazione subita dal manto impermeabile. e casi particolari socio del GBC Italia 7 Coperture in lamiera o legno 7.1 Rifacimento senza demolizione del manto impermeabile di coperture, in legno o lamiera grecata, piane ed inclinate, in presenza di isolamento termico 38 7.1.1 Rifacimento in monostrato 38 7.1.2 Rifacimento in bistrato 38 7.2 Riqualificazione energetica 39 7.2.1 Il vecchio manto funge da barriera al vapore 39 7.2.2 Posa di una nuova barriera al vapore 39 7.3 Nuovo manto impermeabile 40 7.3.1 Manto impermeabile bistrato su isolamento termico resistente al calore 40 7.3.2 Manto impermeabile bistrato su isolamento termico non resistente al calore 41 7.4 Riqualificazione energetica 42 7.4.1 Pannelli isolanti sagomati su vecchia lamiera grecata 42 7.5 Rifacimento anticorrosione di coperture in lamiera zincata corrosa 43 7.5.1 Rifacimento con rivestimento liquido ALLUMASOL 43 7.5.2 Rifacimento con UNOLASTIC 43 7.6 Rifacimento completo di vecchie tettoie e tetti in legno in pendenza con manto a vista. Tavolati in legno con connessure tra le tavole ben accostate 44 7.6.1 Rifacimento con membrane autoadesive direttamente su tavolato 44 7.6.2 Rifacimento con UNOLASTIC direttamente su tavolato 46 7.7 Rifacimento completo di vecchie tettoie e tetti in legno in pendenza con manto a vista. Tavolati in legno sconnessi con connessure tra le tavole inferiori a 5 mm 47 7.7.1 Rifacimento con membrane autoadesive su ROLLBASE 47 7.8 Riqualificazione energetica 48 7.8.1 Tetto non ventilato su tavolato singolo 48 7.8.2 Tetto ventilato su doppio tavolato e strato isolante continuo 48 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 3" Rifacimenti conservativi RIFACIMENTI CONSERVATIVI Modalità d intervento, sistemi di ripristino Le modalità di un intervento di rifacimento sono influenzate da molteplici fattori, in questa pubblicazione non è possibile prevedere tutti i casi che si possono verificare, anche perché ogni intervento fa storia a sé, ma è possibile riassumere le situazioni più frequenti fornendo indicazioni carattere generale. La pubblicazione inoltre riguarda principalmente il rifacimento di coperture con manto impermeabilizzante di natura bituminosa. errori progettuali riguardanti sia la scelta dei materiali e dei collegamente fra strati, sia l ordine successione degli strati, in funzione delle condizioni climatiche, del microclima interno, delle sollecitazioni meccaniche ecc. Il rifacimento sarà indirizzato per quanto possibile al recupero degli strati di copertura esistenti, per cui innanzitutto è importante stabilire quali sono le cause del degrado poiché una errata valutazione del problema può portare ancora a conseguenze spiacevoli. Modalità d intervento. I principali fattori che determinano la scelta del tipo d intervento sono: la successione e la natura degli strati che costituiscono il pacchetto di copertura in particolar modo per quanto riguarda: la presenza di isolanti termici; il tipo di copertura che costituisce il piano di posa del sistema termo-impermeabilizzante visto nel senso più ampio possibile: la pendenza, l uso a cui è adibita la copertura, le sollecitazioni meccaniche generate dalle sue dilatazioni ecc; 3 8 Coperture in cemento amianto 8.1 Rifacimento di coperture in cemento amianto 50 8.1.1 Incapsulamento estradosso - Bonifica mediante l incapsulamento delle lastre di cemento-a mianto tipologia A. 50 8.1.2 Incapsulamento intradosso - Bonifica mediante l incapsulamento delle lastre di cemento-a mianto tipologia B. 50 8.2 Riqualificazione energetica 51 8.2.1 Sovracopertura - Bonifica mediante la sovracopertura delle lastre di cemento-a mianto tipologia C. 51 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 12" Bonifica di coperture in cemento amianto 5

Il recupero costituisce oggi una percentuale molto rilevante degli interventi che si eseguono in edilizia. Recuperare e risanare vuol dire anche salvaguardare il nostro enorme patrimonio storico e culturale, e quindi gli interventi acquistano un importanza notevole. Tra le varie fonti di degrado la più importante da analizzare nelle sue varie forme è sicuramente l umidità. L eliminazione dei gravi danni che da essa derivano, costituisce una delle voci più importanti dei costi passivi per il recupero dei locali di costruzioni civili o di fabbricati di importanza storica ed artistica. Prima di iniziare qualsiasi tipo di intervento sulle strutture, sarà opportuno accertare la natura dei fenomeni che generano umidità e la quantità di essa contenuta nei muri, poiché i metodi d intervento potranno essere assai diversi a seconda dei casi e al tipo di umidità presente. Classifichiamo un muro secco se contenente un tasso di umidità dal 3% al 5% (umidità fisiologica), muro umido con umidità tra il 5% al 10%, muro bagnato con umidità superiore al 10%. Per garantire un buon esito dell intervento, è necessario analizzare anche la consistenza della struttura muraria e la quantità e la qualità dei sali esistenti nella muratura. Successivamente si passerà alla scelta dei sistemi di deumidificazione, che dovrà essere ponderata in base alle analisi rilevate. Questa è una fase molto importante poiché una scelta errata può incidere in maniera drastica sul risultato finale. Per la deumidificazione e il risanamento si interviene quasi sempre con un sistema basato sull applicazione di vari prodotti, con funzioni specifiche, che nell insieme formano un ciclo di risanamento su misura della struttura considerata. Capitolato Tecnico Una stratigrafia di copertura può risultare degradata per: naturale processo di invecchiamento del manto impermeabile impiego di materiali non idonei o cattiva esecuzione della posa in opera le implicazioni igrotermiche, specialmente nel caso che sia stato proprio l errata valutazione di queste situazioni a determinare il dissesto. la situazione climatica esterna: aggressioni chimiche dovute ad ambienti industriali, ventosità, zone soggette a grandinate ecc. le protezioni poste sopra il manto impermeabile, pavimentazioni, protezioni in ghiaietto, verniciature, manti autoprotetti con scagliette di ardesia o lamine metalliche. il tipo di degradazione subita dal manto impermeabile. e casi particolari socio del GBC Italia RISANAMENTO DELLE MURATURE UMIDE CON INTONACI DEUMIDIFICANTI 1 a LINEA 1 4 a DIVISIONE Capitolato Tecnico socio del GBC Italia 4 a DIVISIONE 2 a LINEA socio del GBC Italia e la qualità dei sali esistenti nella muratura. Successivamente si passerà alla scelta dei sistemi di deumidificazione, che dovrà essere ponderata in base alle analisi rilevate. Questa è una fase molto importante poiché una scelta errata può incidere in maniera drastica sul risultato finale. Per la deumidificazione e il risanamento si interviene quasi sempre con un sistema basato sull applicazione di vari prodotti, con funzioni specifiche, che nell insieme formano un ciclo di risanamento su misura della struttura considerata. RISANAMENTO DELLE MURATURE UMIDE CON INTONACI DEUMIDIFICANTI 1 4 a DIVISIONE 1 a LINEA isolamento termico evitando l uso della spalmatura di bitume ossidato fuso, il cantiere è più sicuro e si riduce l inquinamento ambientale delle operazioni di posa. Questa pubblicazione prende in esame le terrazze-parking con elemento portante cementizio e pavimentazione in conglomerato bituminoso, in asfalto colato o in calcestruzzo gettato in opera. Vengono forniti suggerimenti su come conformare il pacchetto di copertura e i particolari del tetto. socio del GBC Italia di tenuta all acqua, di drenaggio e di protezione. Gli additivi per calcestruzzo FLUXAN e SATURFIX congiuntamente al cordolo idroespansivo EXPAN BENTONITICO, prodotti da INDEX, consentono di ottenere getti di fondazione e massetti omogenei ed impermeabili che sinergia con le membrane garantiscono il raggiungimento dell obbiettivo prefissato. Con questa pubblicazione si suggeriscono inoltre dei sistemi di isolamento e le opere accessorie in funzione del diverso uso dei vani delimitati da superfici contro terra. 1 a DIVISIONE 2 a DIVISIONE 1 a LINEA 9 Terrazze Parkings 9 Rifacimento senza demolizione di terrazze-parkings 52 9.1.1 Rifacimento Bistrato in semiaderenza sotto pavimentazione cementizia 52 9.1.2 Rifacimento bistrato in semiaderenza sotto nuova pavimentazione in conglomerato bituminoso 52 9.1.3 Rifacimento monostrato in totale aderenza sotto nuova pavimentazione in conglomerato bituminoso 53 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 3" Rifacimenti conservativi RIFACIMENTI CONSERVATIVI Modalità d intervento, sistemi di ripristino Le modalità di un intervento di rifacimento sono influenzate da molteplici fattori, in questa pubblicazione non è possibile prevedere tutti i casi che si possono verificare, anche perché ogni intervento fa storia a sé, ma è possibile riassumere le situazioni più frequenti fornendo indicazioni carattere generale. La pubblicazione inoltre riguarda principalmente il rifacimento di coperture con manto impermeabilizzante di natura bituminosa. errori progettuali riguardanti sia la scelta dei materiali e dei collegamente fra strati, sia l ordine successione degli strati, in funzione delle condizioni climatiche, del microclima interno, delle sollecitazioni meccaniche ecc. Il rifacimento sarà indirizzato per quanto possibile al recupero degli strati di copertura esistenti, per cui innanzitutto è importante stabilire quali sono le cause del degrado poiché una errata valutazione del problema può portare ancora a conseguenze spiacevoli. Modalità d intervento. I principali fattori che determinano la scelta del tipo d intervento sono: la successione e la natura degli strati che costituiscono il pacchetto di copertura in particolar modo per quanto riguarda: la presenza di isolanti termici; il tipo di copertura che costituisce il piano di posa del sistema termo-impermeabilizzante visto nel senso più ampio possibile: la pendenza, l uso a cui è adibita la copertura, le sollecitazioni meccaniche generate dalle sue dilatazioni ecc; 3 "Capitolato 8" Parkings PARKING Impermeabilizzazione ed isolamento termico di coperture destinate al parcheggio di autoveicoli Il problema dei parcheggi si fa sempre più impellente, le città stanno progressivamente soffocando sotto l assalto di milioni di autoveicoli che giornalmente la invadono. Le aree edificabili sono poche e sempre più costose, per cui, per un migliore e più economico sfruttamento dello spazio, si va sempre più diffondendo l uso di adibire a parcheggio il tetto degli edifici. Anche questo tipo di copertura necessita di una protezione impermeabile, la cui progettazione dovrà tener conto degli agenti fisico-meccanici derivanti dall uso particolare a cui è adibito il tetto. La scelta del pacchetto di copertura comprensiva del manto impermeabile e, quando necessita, dell isolamento termico, sarà adeguata alle sollecitazioni di compressione, trazione, taglio e aggressione chimica caratteristiche del tetto parcheggio. Quindi anche la struttura portante e la pavimentazione ne saranno dimensionate compatibilmente con le esigenze di impermeabilizzazione ed isolamento termico. Nella progettazione di un terrazzo-parking è necessario considerare che, data la presenza di una pavimentazione, le eventuali opere di rifacimento sarebbero molto onerose e quindi si dovrà calcolare con coefficienti di sicurezza molto ampi. I sistemi impermeabili FLEXTER TESTUDO, HELASTA POLIESTERE e PROTEADUO, proposti da Index, sono costituiti da membrane in bitume distillato polimero durevoli, di elevata resistenza meccanica e di ottima elasticità. Sono resistenti alla fatica, agli sforzi di taglio ed alla lacerazione, inoltre, resistono alla perforazione, sono di grosso spessore e sopportano il traffico di cantiere. Le nuove membrane autotermoadesive AUTOTENE ASFALTICO consentono di risparmiare energia perché si incollano sfruttando il calore passivo della pavimentazione, in asfalto colato o in conglomerato bituminoso, che viene stesa sopra. Con l avvento delle innovative membrane di barriera al vapore SELFTENE BIADESIVO, TECTENE BV STRIP EP e PROMINENT, frutto della ricerca INDEX, che consentono l incollaggio dello strato di 8 Murature 10 umide 10.1 Risanamento delle murature umide con intonaci deumidificanti 54 10.1.1 Umidità da risalita capillare e forte affioramento salino 54 10.1.2 Umidità meteorica da pioggia battente 55 10.1.3 Umidità dovuta all'azione combinata di risalita capillare e presenza di acqua di falda 55 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 1" Risanamento delle murature umide RISANAMENTO DELLE MURATURE UMIDE CON INTONACI DEUMIDIFICANTI 1 11 Murature controterra e vani interrati 11.1 Impermeabilizzazione, risanamento e riqualificazione energetica di muri, pavimenti controterra e cantine umide 56 11.1 Affioramenti di umidità dal pavimento controterra e/o umidità di condensazione, muri umidi da risalita capillare 56 11.2 Cantine, seminterrati e muri controterra su terreni umidi 57 11.3 Impermeabilizzazione dei vani interrati dall interno con cementi osmotici 58 11.4 Impermeabilizzazione interna in presenza di infiltrazioni da acqua di falda in assenza di adeguata impermeabilizzazione esterna 58 11.5 Impermeabilizzazione interna di vecchie murature miste in mattone-pietra in presenza di infiltrazioni d acqua 59 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 1" Risanamento delle murature umide RISANAMENTO DELLE MURATURE UMIDE CON INTONACI DEUMIDIFICANTI Il recupero costituisce oggi una percentuale molto rilevante degli interventi che si eseguono in edilizia. Recuperare e risanare vuol dire anche salvaguardare il nostro enorme patrimonio storico e culturale, e quindi gli interventi acquistano un importanza notevole. Tra le varie fonti di degrado la più importante da analizzare nelle sue varie forme è sicuramente l umidità. L eliminazione dei gravi danni che da essa derivano, costituisce una delle voci più importanti dei costi passivi per il recupero dei locali di costruzioni civili o di fabbricati di importanza storica ed artistica. Prima di iniziare qualsiasi tipo di intervento sulle strutture, sarà opportuno accertare la natura dei fenomeni che generano umidità e la quantità di essa contenuta nei muri, poiché i metodi d intervento potranno essere assai diversi a seconda dei casi e al tipo di umidità presente. Classifichiamo un muro secco se contenente un tasso di umidità dal 3% al 5% (umidità fisiologica), muro umido con umidità tra il 5% al 10%, muro bagnato con umidità superiore al 10%. Per garantire un buon esito dell intervento, è necessario analizzare anche la consistenza della struttura muraria e la quantità 1 "Capitolato 5" Fondazioni Impermeabilizzazione delle opere controterra L impermeabilizzazione delle opere controterra va progettata ed eseguita con particolare cura, si deve considerare che la durata del rivestimento dovrà essere pari a quello dell opera protetta e ben difficilmente sono possibili interventi di ripristino, per cui la mancanza di impermeabilizzazione o una impermeabilizzazione difettosa possono provocare un notevole danno economico. La scelta dei materiali quindi verrà rivolta verso quei prodotti che mantengono nel tempo le loro caratteristiche di impermeabilità all acqua e al vapor acqueo, di imputrescibilità, di resistenza meccanica anche sotto l azione del traffico di cantiere. Non si deve poi dimenticare che il problema dell umidità dei vari interrati o controterra è spesso legato all isolamento termico e che molto frequentemente si addebitano alla mancanza di impermeabilità delle strutture fenomeni umidità dovuti invece alla condensazione dell aria umida per insufficiente resistenza termica dei pavimenti e delle pareti controterra. Il progettista quindi dovrà provvedere a controllare sia: l acqua ascendente dal suolo per capillarità o per spinta di falda freatica o da acqua meteorica dilavamento. ma anche: l acqua contenuta come vapore nell aria tellurica che migra sotto le variazioni barometriche e di temperatura e che può condensare sulle superfici fredde. l acqua prodotto e contenuta sotto forma di vapore nell aria dei vani interrati che può condensare sulle superfici fredde. Per risolvere questi problemi la INDEX ha messo a punto delle membrane di bitume-polimero armate con non tessuto di poliestere da filo continuo Flexter Testudo ed Helasta POLIESTERE. I fogli sono imputrescibili, resistenti alla trazione ed alla perforazione e sono dotati di una buona resistenza alla diffusione del vapore, si prestano quindi ad essere impiegati con successo nei sistemi di impermeabilizzazione di chiusure controterra sia contro l umidità ascendente per capillarità che in presenza di falda freatica. ARMODILLO è la più recente membrana impermeabilizzante destinata alla protezione dei muri interrati. è una membrana corazzata e drenante che in un unico prodotto assolve la funzione 5 12 Calcestruzzo 12.1 Ripristino del calcestruzzo 60 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 3" Ripristino del calcestruzzo Capitolato tecnico II calcestruzzo è senza dubbio il materiale più usato in edilizia, grazie alla sua economicità, alla facilità e velocità della messa in opera, alla plasmabilità che permette di realizzare opere dalle forme più complesse e alla sua compatibilità con i ferri d armatura che ne aumentano le caratteristiche di resistenza meccanica a flessione e trazione. II calcestruzzo sembrava fosse un materiale indistruttibile, e questa convinzione, combinata con la sua facilità di produzione hanno portato a tralasciare, spesso, anche le norme più elementari per ottenere la qualità necessaria a garantire la durata nel tempo delle opere. Nel settore produttivo bisogna prevedere severi controlli di qualità per soddisfare le esigenze del progettista che a sua volta deve tener conto non solo delle caratteristiche meccaniche della struttura ma anche dell ambiente più o meno aggressivo al quale l opera è esposta. La messa in opera, inoltre, deve essere eseguita con precisione per quanto riguarda la compattazione, lo spessore del copriferro, la stagionatura, riprese di getto, ecc. 6

Isolamento acustico dei pavimenti su solai Isolamento acustico dei solai con pavimento Isolamento acustico dei pavimenti Isolamento acustico dai rumori di calpestio in latero-cemento dai rumori di calpestio radiante dai rumori di calpestio su solai in legno dai rumori di calpestio sotto pavimento in legno o ceramica pag. 11 Isolamento termico e isolamento acustico delle terrazze dai rumori di calpestio pag. 57 Isolamento termico e isolamento acustico Isolamento termico e isolamento acustico Isolamento termico e isolamento acustico dei soffitti dai rumori aerei e di calpestio dei tetti in legno dai rumori aerei del vano ascensore pag. 89 pag. 33 Isolamento termico e isolamento acustico delle pareti divisorie tra alloggi dai rumori aerei pag. 59 pag. 95 pag. 45 Isolamento termico e isolamento acustico Isolamento acustico delle facciate delle pareti perimetrali dai rumori aerei e delle prese d aria pag. 59 pag. 97 pag. 47 pag. 77 Isolamento acustico degli impianti tecnologici pag. 97 socio del GBC Italia 4 a DIVISIONE 5 a DIVISIONE 1 a LINEA Isolamento acustico dei pavimenti su solai Isolamento acustico dei solai con pavimento Isolamento acustico dei pavimenti Isolamento acustico dai rumori di calpestio in latero-cemento dai rumori di calpestio radiante dai rumori di calpestio su solai in legno dai rumori di calpestio sotto pavimento in legno o ceramica pag. 11 Isolamento termico e isolamento acustico delle terrazze dai rumori di calpestio pag. 57 Isolamento termico e isolamento acustico Isolamento termico e isolamento acustico Isolamento termico e isolamento acustico dei soffitti dai rumori aerei e di calpestio dei tetti in legno dai rumori aerei del vano ascensore pag. 89 pag. 33 Isolamento termico e isolamento acustico delle pareti divisorie tra alloggi dai rumori aerei pag. 59 pag. 95 pag. 45 Isolamento termico e isolamento acustico Isolamento acustico delle facciate delle pareti perimetrali dai rumori aerei e delle prese d aria pag. 59 pag. 97 pag. 47 pag. 77 Isolamento acustico degli impianti tecnologici pag. 97 13 Isolamento acustico di pavimenti, pareti e sofitti 13.1 Prontuario delle tecniche di isolamento acustico 61 13.2 Isolamento acustico di pavimenti 67 13.2.1 Isolamento acustico realizzato sotto pavimento in legno flottante 67 13.2.2 Isolamento acustico sotto pavimenti in marmo, ceramica e pietra 67 13.2.3 Isolamento acustico biadesivo realizzato sotto pavimento in ceramica senza uso di adesivi cementizi 68 13.2.4 Isolamento acustico monoadesivo realizzato sotto pavimento in ceramica posato con adesivi cementizi 69 13.2.5 Isolamento acustico flottante realizzato sotto pavimento in ceramica senza uso di adesivi cementizi 70 13.3 Isolamento acustico di pareti confinanti con un'altra unità abitativa 71 13.3.1 Le contropareti su telaio metallico 71 13.3.2 Le contropareti incollate 72 13.3.3 Le contropareti incollate a spessore minimale 72 13.4 Isolamento acustico di soffitti confinanti con un'altra unità abitativa 74 13.4.1 Il controsoffitto su telaio metallico ribassato 74 13.4.2 Il controsoffitto su telaio metallico a ridotto del soffitto esistente 75 Per approfondimenti consultare: "Guida all'isolamento acustico dei fabbricati" Guida all isolamento acustico dei fabbricati I sistemi e i prodotti per l isolamento acustico dei pavimenti, delle pareti, dei soffitti e dei tetti (DPCM 5/12/97) e verifica termoacustica di pareti e coperture (DLgs 311/06) 2012 Isolamento 14 termoacustico 14.1 Isolamento termoacustico dei fabbricati esistenti dall esterno e dall interno 76 14.2 Isolamento termoacustico dall'esterno delle pareti 76 14.2.1 Isolamento termoacustico dall'esterno con sistema a cappotto 77 14.2.2 Isolamento termico dall'esterno con intonaci termoisolanti in presenza di umidità di risalita capillare 78 14.2.3 Isolamento termico dall'esterno con intonaci termoisolanti traspiranti 79 14.3 Isolamento termoacustico dall'interno delle pareti 80 14.3.1 Isolamento termoacustico dall'interno con lastre in gessorivestito 80 14.3.2 Isolamento termoacustico dall'interno con controparete 81 14.4 Isolamento termoacustico dei soffitti 82 14.4.1 Il controsoffitto su telaio metallico ribassato 82 14.4.2 Il controsoffitto su telaio metallico a ridotto del soffitto esistente 82 14.5 Isolamento termoacustico del sottotetto non abitato 83 14.6 Isolamento termoacustico dei tetti in legno con sottotetto abitato 84 14.6.1 Isolamento termoacustico dei tetti in legno dall'interno 84 14.6.2 Isolamento termoacustico tra le travi a vista 84 14.6.3 Isolamento termoacustico su superfice piana 85 14.6.4 Isolamento termoacustico dei tetti in legno con strato isolante omogeneo 86 14.6.5 Isolamento termoacustico dei tetti in legno con strato isolante eterogeneo 87 Per approfondimenti consultare: "Capitolato 4" Isolamento termico delle facciate degli edifici ISOLAMENTO TERMICO DELLE FACCIATE DEGLI EDIFICI L isolamento a cappotto e intonaci termoisolanti L obiettivo dell isolamento termico è quello di ridurre i consumi delle risorse energetiche e di ridurre l inquinamento atmosferico per prevenire l effetto serra dovuto all immissione dei gas inquinanti che si formano in tutti i processi di combustione. L isolamento termico produce un aumento del benessere e confort abitativo grazie al ridotto scambio termico tra interno ed esterno dell abitazione, riduce i costi e risolve i problemi di condensa e formazione di muffe. L azione dell isolamento termico rallenta la diffusione calore attraverso l involucro dell edificio e riduce la quantità di energia necessaria per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo. Un edificio è normalmente costituito da vari strati di materiali e quindi la sua conducibilità termica globale dipende dallo spessore e dal valore di conducibilità l (lambda) specifico per ogni materiale. La conducibilità globale (U) viene espressa in W/m 2 K. Dal punto di vista energetico il miglior isolamento termico è quello esterno, detto a cappotto, perché il calore prodotto all interno rimane più a lungo nella struttura dell edificio e in estate previene il suo eccessivo riscaldamento. Un sistema di isolamento termico deve essere efficace e duraturo e per ottenere i migliori risultati è necessaria una accurata progettazione e messa in opera. La normativa italiana rende obbligatorio l isolamento termico e promuove quello di edifici esistenti. 4 "Guida all'isolamento acustico dei fabbricati" Guida all isolamento acustico dei fabbricati I sistemi e i prodotti per l isolamento acustico dei pavimenti, delle pareti, dei soffitti e dei tetti (DPCM 5/12/97) e verifica termoacustica di pareti e coperture (DLgs 311/06) 2012 7

COPERTURE CON MANTO A VISTA 1.1 Rifacimento senza demolizione di coperture in calcestruzzo o laterocemento, senza isolamento termico, con manto a vista 1.1.1 Il rinnovamento in aderenza monostrato Si può applicare su di un vecchio manto, planare e aderente, ancora in buono stato ma prossimo a fine vita. Nel caso di vecchie impermeabilizzazioni ancora a perfetta tenuta all acqua con screpolatura superficiale diffusa che non interessa lo spessore del manto ma perfettamente piani, asciutti e privi di segnali di tensionamento si potrà considerare il rinnovamento in monostrato applicato a fiamma (pendenza max. 40%) o a freddo con la colla MASTIPOL (pendenza max. 5%). 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTEADUO HP 25 o MINERAL HELASTA o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 2. Membrana impermeabilizzante MINERAL TECTENE RINOVA 1. Vecchio manto PENDENZA 40% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico 1. Vecchio manto 2. Membrana impermeabilizzante MINERAL TECTENE RINOVA PENDENZA 40% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico 1. Vecchio manto 2. Primer INDEVER o ECOVER 1. Vecchio manto 2, Primer INDEVER o ECOVER 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTADUO HP 25 o MINERAL HELASTA o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL FLEXTER TEX o MINERAL FLEXTER FR TRIATEX PENDENZA 5% 1. Vecchio manto 2. Collante bituminoso MASTIPOL 1. Vecchio manto 2. Collante bituminoso MASTIPOL 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL FLEXTER TEX o MINERAL FLEXTER FR TRIATEX 8

1.1.2 Il rifacimento in semiaderenza monostrato meccanici perimetrali e al piede dei rilievi. 4. MINERAL TESTUDO 16 o MINERAL HELASTA 2. TESTUDO 16 o HELASTA È consigliato nel caso che il manto sia aderente ma con pieghe e bolle che con interventi limitati, posa essere appianato, tagliando e riparando pieghe, bolle e ondulazioni, integrando il nuovo manto con dei fissaggi 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL TECTENE REROOF EP o MINERAL TECTENE REROOF HE PENDENZA 15% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico 1 COPERTURE CON MANTO A VISTA 1. Vecchio manto 1. Vecchio manto 2. TESTUDO 16 o HELASTA 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL TECTENE REROOF EP o MINERAL TECTENE REROOF HE 4. MINERAL TESTUDO 16 o MINERL HELASTA 1.1.3 Il rifacimento in semiaderenza bistrato È invece consigliato nei casi più gravi quando il manto perde non è incollato ed è gravemente ammalorato. Dopo aver tagliato le parti del vecchio manto in tensione alla base dei rilievi, asportato il rivestimento non incollato delle parti verticali, tagliato e appiattito tutti i corrugamenti del manto rincollandoli al supporto e dopo aver stabilizzato la vecchia impermeabilizzazione per fissaggio meccanico diffuso su tutta la superficie, si potrà procedere alla posa del nuovo manto. Lo spigolo fra parte piana e verticali verrà rinforzato incollando a fiamma a cavallo dello stesso una fascia larga 20 cm di una membrana dello stesso tipo di quella che verrà impiegata nello strato successivo e che verrà applicata prima del rivestimento della parte piana. Anche in questo caso il nuovo manto verrà stabilizzato con dei fissaggi meccanici perimetrali e al piede dei rilievi (pendenza max. 15%). Nel caso di un manto gravemente danneggiato dalla grandine in zone soggette a questo tipo di precipitazioni è conveniente applicare come strato a finire la membrana antigrandine MINERAL PROTEADUO HP 25. 2. FLEXTER TESTUDO o HELASTA 4. Membrana impermeabilizzante superiore MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTEADUO HP 25 o MINERAL HELASTA o MINERAL FLEXTER FLEX TESTUDO o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 PENDENZA 15% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico 3. Membrana impermeabilizzante sottostrato TECTENE REROOF BASE STRIP EP o VAPORDIFFUSER STRIP/V 1. Vecchio manto 1. Vecchio manto 2. FLEXTER TESTUDO o HELASTA 3. Membrana impermeabilizzante sottostrato TECTENE REROOF BASE STRIP EP o VAPORDIFFUSER STRIP/V 4. Membrana impermeabilizzante superiore MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTADUO HP 25 o MINERAL HELASTA o MINERAL FLEXTER FLEX TESTUDO o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 9

1.2 COPERTURE, SENZA ISOLAMENTO TERMICO E MANTO A VISTA Riqualificazione energetica Nel caso la vecchia stratigrafia non sia isolata termicamente invece che limitarsi a rifare solo il manto impermeabile è conveniente provvedere alla posa di un nuovo isolamento termico. Nel caso si riscontri una insufficiente adesione del manto impermeabile segnalata da pieghe e tensionamenti si dovrà procedere a stabilizzare la vecchia stratigrafia con un fissaggio meccanico diffuso su tutta la superficie. 1. Nel caso che il manto e la barriera al vapore sia ben aderente, una volta che è stato riparato il vecchio manto questo può servire da barriera al vapore del nuovo strato di isolamento termico. 2. Nel caso che il vecchio manto non sia ben aderente o non abbia una resistenza alla migrazione del vapore sufficiente si dovrà invece posare una nuova barriera al vapore sul vecchio manto. 1.2.1 Il vecchio manto funge da barriera al vapore 3. Manto impermeabile bistrato Il vecchio manto funge da barriera al vapore e nuovo isolante fissato meccanicamente o incollato con MASTICOL o incollato con bitume fuso. La vecchia stratigrafia è ben aderente, il vecchio manto dopo lievi riparazione funge da barriera al vapore del nuovo isolamento che può essere fissato meccanicamente oppure con bitume fuso o con la colla MASTI- COLL. Il nuovo manto verrà fissato meccanicamente al piede dei rilievi. 1. Vecchio manto 3. Manto impermeabile bistrato 2. Fissaggio meccanico 1. Vecchio manto 2. Fissaggio meccanico 3. Manto impermeabile bistrato (*) ATTENZIONE. Non ammesso in presenza di polistirolo espanso nel vecchio manto 1. Vecchio manto 2. Adesivo MASTICOLL o bitume ossidato fuso (*) 1. Vecchio manto 2. Adesivo MASTICOLL o bitume ossidato fuso (*) 3. Manto impermeabile bistrato Per quanto riguarda il nuovo manto impermeabile vedi i successivi capitoli 1.5.1 e 1.5.2. 10

1.2.2 Posa di una nuova barriera al vapore a secco Posa di una nuova barriera al vapore a secco e nuovo isolante fissato meccanicamente. La vecchia stratigrafia non è aderente e si è dovuto asportare il rivestimento dei rilievi non incollato. La stabilizzazione del manto verrà ottenuta attraverso una chiodatura diffusa del nuovo pannello isolante, la barriera al vapore sarà costituita da DEFEND/V oppure su 4. Manto impermeabile bistrato 1. Vecchio manto 3. Fissaggio meccanico 2. Barriera vapore DEFEND 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore DEFEND 3. Fissaggio meccanico 4. Manto impermeabile bistrato ambienti ad alta produzione di vapore DEFEND ALU POLIESTERE posati a secco. Prima della posa della BV si rinforzerà lo spigolo fra parti piane e verticali con una fascia di DEFEND o DEFEND ALU POLIESTERE incollati a fiamma che sopravanzerà sul verticale per 5 cm lo spessore dell isolante termico. Successivamente il pannello isolante verrà fissato meccanicamente con almeno 5 chiodi a m² da portare a 8 10 sulle parti perimetrali per una fascia di almeno 2 m. 1 COPERTURE CON MANTO A VISTA 1.2.3 Posa di una nuova barriera al vapore in aderenza Posa di una nuova barriera al vapore in aderenza e nuovo isolante incollato con bitume fuso o con MASTICOLL. La vecchia stratigrafia non è aderente e si è dovuto stabilizzarla con una chiodatura diffusa su tutta la superficie e asportare il rivestimento dei rilievi non incollato per cui è necessario posare una nuova barriera al vapore costituita da DEFEND/V 4. Manto impermeabile bistrato 3. Adesivo MASTICOLL o bitume ossidato fuso (*) 2. Barriera vapore DEFEND 1. Vecchio manto (*) ATTENZIONE. Non ammesso in presenza di polistirolo espanso nel vecchio manto 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore DEFEND 3. Adesivo MASTICOLL o bitume ossidato fuso (*) 4. Manto impermeabile bistrato oppure su ambienti ad alta produzione di vapore DEFEND ALU POLIESTERE incollati a fiamma su una mano di primer INDEVER. Prima della posa della BV si rinforzerà lo spigolo fra parti piane e verticali con una fascia di DEFEND o DEFEND ALU POLIESTERE che sopravanzerà sul verticale per 5 cm lo spessore dell isolante termico. Successivamente il pannello isolante verrà incollato con bitume ossidato fuso o con l adesivo bituminoso a freddo MASTICOLL. 1.2.4 Posa di una nuova barriera al vapore in semiaderenza 3. Manto impermeabile bistrato Posa di una nuova barriera al vapore in semiaderenza e nuovo isolante incollato a fiamma su TECTENE BV STRIP. La vecchia stratigrafia non è aderente e si è dovuto stabilizzarla con una chiodatura diffusa su tutta la superficie e asportare il rivestimento dei rilievi non incollato per cui è necessario 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore TECTENE BV STRIP EP 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore TECTENE BV BISTRIP EP 3. Manto impermeabile bistrato posare una nuova barriera al vapore incollata a fiamma, costituita da TECTENE BV STRIP EP/V oppure su ambienti ad alta produzione di vapore TECTENE BV STRIP EP ALU POLIESTERE incollati a fiamma su una mano di primer INDEVER. Prima della posa della BV si rinforzerà lo spigolo fra parti piane e verticali con una fascia di DEFEND o DEFEND ALU POLIESTERE che sopravanzerà sul verticale per 5 cm lo spessore dell isolante termico. 11

1.3 Rifacimento senza demolizione di coperture in calcestruzzo o laterocemento, con isolamento termico e manto impermeabile bituminoso a vista Per un manto che ha avuto delle perdite, va attentamente valutata la situazione esistente, l isolante deve essere ancora sufficientemente asciutto e planare e le perdite localizzate solo in alcuni punti ed i locali sottostanti dovranno essere esenti da muffe e condense diffuse, altrimenti si dovrà procedere alla demolizione della vecchia stratigrafia e a rifarla completamente. 1.3.1 Il rinnovamento in aderenza monostrato 2. Membrana impermeabilizzante MINERAL TECTENE RINOVA PENDENZA 40% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico Si può applicare su di un vecchio manto, planare e aderente, ancora in buono stato ma prossimo a fine vita. Nel caso di vecchie impermeabilizzazioni ancora a perfetta tenuta all acqua con screpolatura superficiale diffusa che non interessa lo spessore del manto ma perfettamente piani, asciutti e privi di segnali di tensionamento si potrà considerare il rinnovamento in monostrato applicato a fiamma (pendenza max. 40%) o a freddo con la colla MASTIPOL (pendenza max. 5%). 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTEADUO HP 25 o MINERAL HELASTA o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 1. Vecchio manto 1. Vecchio manto 2. Membrana impermeabilizzante MINERAL TECTENE RINOVA PENDENZA 40% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico 1. Vecchio manto 2. Primer INDEVER o ECOVER 1. Vecchio manto 2. Primer INDEVER o ECOVER 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTADUO HP 25 o MINERAL HELASTA o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL FLEXTER TEX o MINERAL FLEXTER FR TRIATEX PENDENZA 5% 1. Vecchio manto 2. Collante bituminoso MASTIPOL 1. Vecchio manto 2. Collante bituminoso MASTIPOL 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL FLEXTER TEX o MINERAL FLEXTER FR TRIATEX 12

1.3.2 Il rifacimento in semiaderenza monostrato meccanici perimetrali e al piede dei rilievi. 4. MINERAL TESTUDO 16 o MINERAL HELASTA 2. TESTUDO 16 o HELASTA È consigliato nel caso che il manto sia di recente esecuzione e con interventi limitati, posa essere appianato, tagliando e riparando pieghe, bolle e ondulazioni, integrando il nuovo manto con dei fissaggi 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL TECTENE REROOF EP o MINERAL TECTENE REROOF HE PENDENZA 15% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico 1 COPERTURE CON MANTO A VISTA 1. Vecchio manto 1. Vecchio manto 2. TESTUDO 16 o HELASTA 3. Membrana impermeabilizzante MINERAL TECTENE REROOF EP o MINERAL TECTENE REROOF HE 4. MINERAL TESTUDO 16 o MINERL HELASTA 1.3.3 Il rifacimento in semiaderenza bistrato È invece consigliato nei casi più gravi quando il manto ha più di 10 anni, perde ed è gravemente ammalorato. Dopo aver tagliato le parti del vecchio manto in tensione alla base dei rilievi, asportato il rivestimento non incollato delle parti verticali, tagliato e appiattito tutti i corrugamenti del manto rincollandoli al supporto e dopo aver stabilizzato la vecchia impermeabilizzazione per fissaggio meccanico diffuso su tutta la superficie, si potrà procedere alla posa del nuovo manto. Lo spigolo fra parte piana e verticali verrà rinforzato incollando a fiamma a cavallo dello stesso una fascia larga 20 cm di una membrana dello stesso tipo di quella che verrà impiegata nello strato successivo e che verrà applicata prima del rivestimento della parte piana. Anche in questo caso il nuovo manto verrà stabilizzato con dei fissaggi meccanici perimetrali e al piede dei rilievi (pendenza max. 15%). 2. FLEXTER TESTUDO o HELASTA 4. Membrana impermeabilizzante superiore MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTEADUO HP 25 o MINERAL HELASTA o MINERAL FLEXTER FLEX TESTUDO o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 PENDENZA 15% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico 3. Membrana impermeabilizzante sottostrato TECTENE REROOF BASE STRIP EP o VAPORDIFFUSER STRIP/V 1. Vecchio manto 1. Vecchio manto 2. FLEXTER TESTUDO o HELASTA 3. Membrana impermeabilizzante sottostrato TECTENE REROOF BASE STRIP EP o VAPORDIFFUSER STRIP/V 4. Membrana impermeabilizzante superiore MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTADUO HP 25 o MINERAL HELASTA o MINERAL FLEXTER FLEX TESTUDO o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 13

1.4 COPERTURE, CON ISOLAMENTO TERMICO E MANTO A VISTA Riqualificazione energetica Nel caso la vecchia stratigrafia non sia isolata termicamente o lo spessore dello strato isolante esistente sia insufficiente invece che limitarsi a rifare solo il manto impermeabile è conveniente provvedere alla posa di un nuovo isolamento termico. Prima di procedere al nuovo intervento si dovrà valutare con dei sondaggi la qualità dell isolante termico della vecchia stratigrafia per stabilire: l adeguatezza alla nuova destinazione d uso del nuovo manto; se il pannello isolante è sufficientemente asciutto e le zone inumidite sono localizzate in pochi punti che vanno ripristinati; se i pannelli isolanti sono planari; lo stato dell incollaggio del pannello alla barriera al vapore. Si dovrà appurare anche lo stato dell incollaggio del vecchio manto al pannello o al supporto nel caso di assenza di questo, se esiste una barriera al vapore e lo stato dell incollaggio di questa al supporto. Nel caso l isolante si presenti impregnato d acqua si dovrà demolire e rifare una nuova stratigrafia, lo stesso se i pannelli sono imbarcati. Nel caso si riscontrino insufficiente adesione sia del manto impermeabile che della barriera al vapore segnalata da pieghe e tensionamenti si dovrà procedere a stabilizzare la vecchia stratigrafia con un fissaggio meccanico diffuso su tutta la superficie. 1. Nel caso che il manto e la barriera al vapore sia ben aderente, una volta che è stato riparato il vecchio manto questo può servire da barriera al vapore del nuovo strato di isolamento termico il cui spessore va verificato sempre dal termotecnico per evitare condensazioni al di sotto della barriera al vapore. 2. Nel caso la vecchia stratigrafia non sia aderente, si dovrà invece posare una nuova barriera al vapore sul vecchio manto, previo fissaggio meccanico della vecchia stratigrafia o del nuovo pannello isolante. 1.4.1 Il vecchio manto funge da barriera al vapore 3. Manto impermeabile bistrato Il vecchio manto funge da barriera al vapore e nuovo isolante fissato meccanicamente o incollato con MASTICOL o incollato con bitume fuso. La vecchia stratigrafia è ben aderente, il vecchio manto dopo lievi riparazioni funge da barriera al vapore del nuovo isolamento che può essere fissato meccanicamente oppure con bitume fuso o con la colla MASTI- COLL. Il nuovo manto verrà fissato meccanicamente al piede dei rilievi. 1. Vecchio manto 3. Manto impermeabile bistrato 2. Fissaggio meccanico 1. Vecchio manto 2. Fissaggio meccanico 3. Manto impermeabile bistrato (*) ATTENZIONE. Non ammesso in presenza di polistirolo espanso nel vecchio manto 1. Vecchio manto 2. Adesivo MASTICOLL o bitume ossidato fuso (*) 1. Vecchio manto 2. Adesivo MASTICOLL o bitume ossidato fuso (*) 3. Manto impermeabile bistrato Per quanto riguarda il nuovo manto impermeabile vedi i successivi capitoli 1.5.1 e 1.5.2. 14

1.4.2 Posa di una nuova barriera al vapore in semiaderenza 3. Manto impermeabile bistrato 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore TECTENE BV BISTRIP EP 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore TECTENE BV BISTRIP EP 3. Manto impermeabile bistrato Posa di una nuova barriera al vapore in semiaderenza e nuovo isolante incollato a fiamma su TECTENE BV BISTRIP. La vecchia stratigrafia non è aderente e si è dovuto stabilizzarla con una chiodatura diffusa su tutta la superficie e asportare il rivestimento dei rilievi non incollato per cui è necessario posare una nuova barriera al vapore incollata a fiamma, costituita da TECTENE BV BISTRIP EP/V oppure su ambienti ad alta produzione di vapore TECTENE BV BISTRIP EP ALU POLIESTERE. Prima della posa della BV si rinforzerà lo spigolo fra parti piane e verticali con una fascia di DEFEND o DEFEND ALU POLIESTERE che sopravanzerà sul verticale per 5 cm lo spessore dell isolante termico. 1 COPERTURE CON MANTO A VISTA 1.4.3 Posa di una nuova barriera al vapore in aderenza Posa di una nuova barriera al vapore in aderenza e nuovo isolante incollato con bitume fuso o con MASTICOLL. La vecchia stratigrafia non è aderente e si è dovuto stabilizzarla con una chiodatura diffusa su tutta la superficie e asportare il rivestimento dei rilievi non incollato per cui è necessario posare una nuova barriera al vapore costituita 4. Manto impermeabile bistrato 3. Adesivo MASTICOLL o bitume ossidato fuso (*) 2. Barriera vapore DEFEND 1. Vecchio manto (*) ATTENZIONE. Non ammesso in presenza di polistirolo espanso nel vecchio manto 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore DEFEND 3. Adesivo MASTICOLL o bitume ossidato fuso (*) 4. Manto impermeabile bistrato da DEFEND/V oppure su ambienti ad alta produzione di vapore DEFEND ALU POLIESTERE incollati a fiamma su una mano di primer INDEVER. Prima della posa della BV si rinforzerà lo spigolo fra parti piane e verticali con una fascia di DEFEND o DEFEND ALU POLIESTERE che sopravanzerà sul verticale per 5 cm lo spessore dell isolante termico. Successivamente il pannello isolante verrà incollato con bitume ossidato fuso o con l adesivo bituminoso a freddo MASTICOLL. 1.4.4 Posa di una nuova barriera al vapore a secco 4. Manto impermeabile bistrato Posa di una nuova barriera al vapore a secco e nuovo isolante fissato meccanicamente. La vecchia stratigrafia non è aderente e si è dovuto asportare il rivestimento dei rilievi non incollato. La stabilizzazione del manto verrà ottenuta attraverso una chiodatura diffusa del nuovo pannello isolante, la barriera al vapore sarà costituita da DEFEND/V oppure su 1. Vecchio manto 3. Fissaggio meccanico 2. Barriera vapore DEFEND 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore DEFEND 3. Fissaggio meccanico 4. Manto impermeabile bistrato ambienti ad alta produzione di vapore DEFEND ALU POLIESTERE posati a secco. Prima della posa della BV si rinforzerà lo spigolo fra parti piane e verticali con una fascia di DEFEND o DEFEND ALU POLIESTERE incollati a fiamma che sopravanzerà sul verticale per 5 cm lo spessore dell isolante termico. Successivamente il pannello isolante verrà fissato meccanicamente con almeno 5 chiodi a m² da portare a 8 10 sulle parti perimetrali per una fascia di almeno 2 m. 15

1.5 1.5.1 Nuovo manto impermeabile Manto impermeabile bistrato su isolamento termico resistente al calore 3. Manto impermeabile bistrato HELASTA+MINERAL HELASTA o HELASTA+MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA+MINERAL PROTEADUO HP 25 o FLEXTER TESTUDO+FLEXTER TESTUDO o FLEXTER TESTUDO+MINERAL FLEXTER TESTUDO o FLEXTER TESTUDO+MIN. REFLEX WHITE FLEXTER TEST. o FLEXTER TESTUDO+MINERAL DESIGN 15 1. Vecchio manto 2. Isolante termico resistente al calore 1. Vecchio manto 2. Isolante termico resistente al calore 3. Manto impermeabile bistrato HELASTA+MINERAL HELASTA o HELASTA+ MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA+ MINERAL PROTEADUO HP 25 o FLEXTER TESTUDO+MINERAL FLEXTER TESTUDO o FLEXTER TESTUDO+MINERAL REFLEX WHITE FLEXTER TESTUDO o FLEXTER TESTUDO+MINERAL DESIGN 15 Manto impermeabile bistrato su strato di isolamento termico resistente al calore. I sistemi bistrato previsti sono: Manto impermeabile bistrato con membrana elastomerica. - Membrana sottostrato: sullo strato di isolamento termico in pannelli verrà incollata in totale aderenza a fiamma, una membrana impermeabilizzante bitume distillato polimero elastomerica di 4 mm di spessore HELASTA POLIESTERE. I teli verranno sovrapposti tra loro per 10 cm nel senso longitudinale e per 15 cm nel senso trasversale e la saldatura dei sormonti verrà eseguita a fiamma. Il manto impermeabile verrà risvoltato ed incollato in totale aderenza a fiamma sulle parti verticali. - Membrana superiore: Sullo strato di protezione verrà incollata in totale aderenza a fiamma una membrana impermeabilizzante composita in bitume distillato polimero elastomerico ed elastoplastomerico pluristrato, autoprotetta con scagliette di ardesia, di 4 mm di spessore MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTEADUO HP 25 oppure la membrana impermeabilizzante bitume distillato polimero elastomerica, autoprotetta con scagliette di ardesia, di 4 mm di spessore MINERAL HELASTA POLIESTERE. Modalità di posa I teli del secondo strato verranno sovrapposti tra loro per 10 cm nel senso longitudinale e per 15 cm nel senso trasversale, saranno disposti a cavallo dei sormonti del primo strato e verranno incollati a fiamma su tutta la superficie e sulle sovrapposizioni prevedendo un fissaggio meccanico al piede dei rilievi. La membrana verrà risvoltata sulle parti verticali per una quota di almeno 20 cm superiore al piano di scorrimento delle acque. In alternativa: Manto impermeabile bistrato con membrana elastoplastomerica - Membrana sottostrato: sullo strato di isolamento termico in pannelli verrà incollata in totale aderenza a fiamma, una membrana impermeabilizzante bitume distillato polimero elastoplastomerica, di 4 mm di spessore FLEXTER TESTUDO SPUNBOND POLIESTERE. I teli verranno sovrapposti tra loro per 10 cm nel senso longitudinale e per 15 cm nel senso trasversale e la saldatura dei sormonti verrà eseguita a fiamma. La membrana verrà risvoltata ed incollata in totale aderenza a fiamma sulle parti verticali. - Membrana superiore: lo strato superiore del manto impermeabile sarà costituito da una membrana impermeabilizzante bitume distillato polimero elastoplastomerica, autoprotetta con scagliette di ardesia, di 4 mm di spessore MINERAL FLEXTER TESTUDO SPUNBOND POLIESTERE oppure con la membrana MINERAL REFLEX WHITE FLEXTER TESTUDO SPUNBOND POLIESTERE con autoprotezione minerale speciale bianca ad alta saturazione e luminosità per il risparmio energetico e la riduzione delle isole di calore urbane dotata di una alta riflettivita solare unita ad una elevatissima emissivita termica. In alternativa come strato superiore può essere usata anche la membrana elastoplastomerica MINERAL DESIGN 15 POLIESTERE da 4,5 kg/m², autoprotetta con una combinazione di granuli minerali ceramizzati, in diverse tipologie di disegno, per la decorazione e lo sviluppo del design dei tetti con manto a vista. Modalità di posa I teli dello strato superiore verranno sovrapposti tra loro per 10 cm nel senso longitudinale e per 15 cm nel senso trasversale, saranno disposti a cavallo dei sormonti del primo strato e verranno incollati a fiamma su tutta la superficie e sulle sovrapposizioni prevedendo un fissaggio meccanico al piede dei rilievi. La membrana verrà risvoltata sulle parti verticali per una quota di almeno 20 cm superiore al piano di scorrimento delle acque. 16

1 1.5.2 Manto impermeabile bistrato su isolamento termico non resistente al calore 4. HELASTA o FLEXTER TESTUDO 5. Membrana impermeabilizzante superiore MINERAL HELASTA o MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTEADUO HP 25 o FLEXTER TESTUDO o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL REFLEX WHITE FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 COPERTURE CON MANTO A VISTA 1. Vecchio manto 3. Membrana impermeabilizzante sottostrato autotermoadesiva AUTOTENE BASE EP 2. Isolante termico non resistente al calore 1. Vecchio manto 2. Isolante termico non resistente al calore 3. Membrana impermeabilizzante sottostrato autotermoadesiva AUTOTENE BASE EP 4. HELASTA o FLEXTER TESTUDO 5. Membrana impermeabilizz. superiore MINERAL HELASTA o MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTEADUO HP 25 o FLEXTER TESTUDO o MINERAL FLEXTER TESTUDO o MINERAL REFLEX WHITE FLEXTER TESTUDO o MINERAL DESIGN 15 Manto impermeabile bistrato su strato di isolamento termico non resistente al calore. Per posare le membrane in aderenza sul polistirolo espanso sia estruso che sinterizzato si dovrà impiegare uno speciale sottostrato protettivo autotermoadesivo AUTOTENE BASE EP POLIESTERE che viene steso a secco sull isolante e che aderirà successivamente da solo con il calore della posa a fiamma dello strato superiore che vi viene incollato sopra. - Membrana di protezione e sottostrato: il sottostrato del manto impermeabile bistrato verrà steso a secco sui pannelli isolanti con sormonti longitudinali di 6 cm e trasversali di 10 cm, e sarà costituito da una membrana impermeabilizzante autotermoadesiva di base, tipo AUTOTENE BASE EP POLIESTERE in bitume distillato polimero elastoplastomerico di 3 mm di spessore con la faccia inferiore e la fascia di sormonto della faccia superiore spalmata con una mescola adesiva attivabile con il calore indiretto generato dalla posa a fiamma dello strato successivo. Entrambe le superfici autotermoadesive sono protette da un film siliconato che va asportato durante lo svolgimento dei rotoli che verranno stesi a ricoprire tutta la superficie piana e fermati al piede delle parti verticali. Il rivestimento delle parti verticali verrà eseguito con una fascia di membrana liscia della stessa natura di quella usata come strato superiore. Manto impermeabile bistrato con membrana superiore elastomerica. - Membrana superiore: sullo strato di protezione verrà incollata in totale aderenza a fiamma una membrana impermeabilizzante composita in bitume distillato polimero elastomerico ed elastoplastomerico pluristrato, autoprotetta con scagliette di ardesia, di 4 mm di spessore MINERAL PROTEADUO TRIARMATO o MINERAL PROTEADUO HP 25 oppure la membrana impermeabilizzante bitume distillato polimero elastomerica, autoprotetta con scagliette di ardesia, di 4 mm di spessore MINERAL HELASTA POLIESTERE. In alternativa: Manto impermeabile bistrato con membrana superiore elastoplastomerica - Membrana superiore: sullo strato di protezione verrà incollata in totale aderenza a fiamma una membrana impermeabilizzante bitume distillato polimero elastoplastomerica, autoprotetta con scagliette di ardesia, di 4 mm di spessore MINERAL FLEXTER TESTUDO SPUNBOND POLIESTERE oppure con la membrana MINERAL REFLEX WHITE FLEXTER TESTUDO SPUNBOND POLIESTERE con autoprotezione minerale speciale bianca ad alta saturazione e luminosità per il risparmio energetico e la riduzione delle isole di calore urbane dotata di una alta riflettivita solare unita ad una elevatissima emissivita termica. In alternativa come strato superiore può essere usata anche la membrana elastoplastomerica MINERAL DESIGN 15 POLIESTERE da 4,5 kg/m², autoprotetta con una combinazione di granuli minerali ceramizzati, in diverse tipologie di disegno, per la decorazione e lo sviluppo del design dei tetti con manto a vista. Modalità di posa I fogli di membrana dello strato superiore, disposti a cavallo dei sormonti della membrana sottostrato, saranno sovrapposti tra loro per 10 cm nel senso longitudinale lungo l apposita fascia di sormonto priva di ardesia e per 15 cm nel senso trasversale, e verranno incollati a fiamma su tutta la superficie e sulle sovrapposizioni prevedendo un fissaggio meccanico al piede dei rilievi. Il calore generato dalla posa a fiamma del secondo strato determinerà contemporaneamente l adesione in totale aderenza del sottostrato autotermoadesivo sullo strato di isolamento termico senza causarne la fusione. La membrana verrà risvoltata e incollata sulle parti verticali per una quota di almeno 20 cm superiore al piano di scorrimento delle acque. 17

2 COPERTURE PER IMPIANTI FOTOVOLTAICI 2.1 Rifacimento senza demolizione di una copertura in cls o laterocemento con manto impermeabile bituminoso a vista per l installazione di impianto fotovoltaico con nuovo manto classificato B roof (t2). Per impianti fotovoltaici con pannelli FV di classe 2 o equivalente di reazione al fuoco su coperture classificate B roof (t2) alla luce della Circolare relativa ai requisiti antincendio degli impianti fotovoltaici installati sulle coperture degli edifici in cui si svolgono attività soggette al controllo di prevenzione incendi emanata dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Ministero dell Interno il 07/02/2012 e successiva nota di chiarimento del 04/05/2012. Le soluzioni proposte se correttamente applicate hanno una durata superiore a quella dell impianto fotovoltaico. 2.1.1 Bistrato in totale aderenza su manti in buono stato Rifacimento bistrato in totale aderenza si applica su manti asciutti ancora in buono stato. La vecchia stratigrafia è ben aderente, il vecchio manto dopo lievi riparazione funge da barriera al vapore del nuovo isolamento che può essere fissato meccanicamente oppure con bitume fuso o con la colla MASTICOLL. Il nuovo manto verrà fissato meccanicamente al piede dei rilievi. 4. PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 5. Membrana impermeabilizzante superiore FIRESTOP resistente all incendio PENDENZA 10% Per pendenze superiori integrare con fissaggio meccanico 3. Membrana impermeabilizzante sottostrato PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 1. Vecchio manto 2. Primer INDEVER o ECOVER 1. Vecchio manto 2. Primer INDEVER o ECOVER 3. Membrana impermeabilizzante sottostrato PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 4. PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 5. Membrana impermeabilizzante superiore FIRESTOP resistente all'incendio Modalità di posa Primer. Dopo aver riparato il vecchio manto la superficie di posa pulita e asciutta verrà verniciata con una mano di primer bituminoso al solvente, tipo INDEVER, steso in ragione di 0,3 0,5 kg/m 2, o in alternativa di primer bituminoso all acqua, tipo ECOVER, steso in ragione di 0,25 0,40 kg/m 2. Membrana sottostrato. Successivamente verrà incollata in totale aderenza a fiamma la membrana impermeabilizzante bitume distillato polimero sottostrato armata con tessuto non tessuto di poliestere, di 4 mm di spessore, certificata con Agrement/DVT dell ITC-CNR. I fogli di membrana svolti parallelamente alla linea di massima pendenza, verranno sormontati per 10 cm nel senso longitudinale e per 15 cm di testa e verranno incollati in totale aderenza a fiamma sul piano di posa e lungo le sovrapposizioni. Saranno inoltre risvoltati e incollati a fiamma sulle parti verticali. Potranno essere impiegate in alternativa le seguenti membrane: la membrana bitume distillato polimero composita pluristrato PROTEADUO TRIARMATO. In alternativa: la membrana bitume distillato polimero elastomerica HELASTA POLIESTERE. In alternativa: la membrana bitume distillato polimero elastoplastomerica FLEXTER FLEX SPUNBOND POLIESTERE. Membrana superiore. Lo strato superiore del manto impermeabile sarà costituito da una membrana impermeabilizzante in bitume distillato polimero elastoplastomerica resistente al fuoco, autoprotetta con scagliette di ardesia e massa areica di 4,5 kg/m 2, tipo FIRESTOP POLIESTERE, a base di bitume distillato, plastomeri, elastomeri e additivi antifiamma inorganici innocui, con armatura in tessuto non tessuto di poliestere da filo continuo Spunbond. La membrana sarà classificata in Euroclasse E di reazione al fuoco (EN13501-1), con resistenza agli incendi esterni dei tetti e delle coperture di tetti Broof (t2), sia su substrato combustibile che su substrato incombustibile, (secondo UNI EN 13501-5:2009 classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione - parte 5: classificazione in base ai risultati delle prove di esposizione dei tetti a un fuoco esterno secondo UNI ENV 1187:2007). I teli del secondo strato verranno sovrapposti tra loro per 10 cm nel senso longitudinale e per 15 cm nel senso trasversale, saranno disposti a cavallo dei sormonti del primo strato e verranno incollati a fiamma su tutta la superficie e sulle sovrapposizioni. Il manto impermeabile verrà risvoltato sulle parti verticali per una quota di almeno 20 cm superiore al piano di scorrimento delle acque. (*) per pendenze della copertura comprese tra 40 100% l incollaggio del manto impermeabile verrà integrato da un fissaggio meccanico con chiodi/viti muniti di rondella di 50 mm di diametro, disposti ogni 20 cm sotto i sormonti di testa dell ultimo strato. 18

2.1.2 Bistrato in semiaderenza Rifacimento bistrato in semiaderenza si applica su manti umidi con pieghe e bolle. Nel caso che il manto, con interventi limitati, posa essere appianato, tagliando e riparando pieghe, bolle e ondulazioni sarà sufficiente stabilizzare il nuovo manto con dei fissaggi meccanici perimetrali e al piede dei rilievi. 1. Vecchio manto 2. Primer INDEVER o ECOVER 3. PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 4. VAPORDIFFUSER STRIP/V 5. Membrana impermeabilizzante sottostrato PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 6. PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 7. Membrana impermeabilizzante superiore FIRESTOP resistente all incendio 3-6. PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 2. Primer INDEVER o ECOVER 7. Membrana impermeabilizzante superiore FIRESTOP resistente all incendio 1. Vecchio manto 5. Membrana impermeabilizzante sottostrato PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 4. VAPORDIFFUSER STRIP/V 2 COPERTURE PER IMPIANTI FOTOVOLTAICI 2.1.3 Bistrato in semiaderenza su chiodatura diffusa Rifacimento bistrato in semiaderenza su chiodatura diffusa. Nel caso invece il vecchio manto sia gravemente danneggiato, dopo aver tagliato le parti del vecchio manto in tensione alla base dei rilievi, asportato il rivestimento non incollato delle parti verticali, tagliato e appiattito tutti i corrugamenti del manto rincollandoli al supporto e dopo aver stabilizzato la vecchia impermeabilizzazione per fissaggio meccanico diffuso su tutta la superficie, si potrà procedere alla posa del nuovo manto. Lo spigolo fra parte piana e verticali verrà rinforzato incollando a fiamma a cavallo dello stesso una fascia larga 20 cm di una membrana dello stesso tipo di quella che verrà impiegata nello strato successivo e che verrà applicata prima del rivestimento della parte piana. Anche in questo caso il nuovo manto verrà stabilizzato con dei fissaggi meccanici perimetrali e al piede dei rilievi. 1. Vecchio manto fissato meccanicamente 2. Primer INDEVER o ECOVER 3. PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 4. VAPORDIFFUSER STRIP/V 5. Membrana impermeabilizzante sottostrato PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 6. PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 7. Membrana impermeabilizzante superiore FIRESTOP resistente all'incendio 3-6. PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 2. Primer INDEVER o ECOVER 7. Membrana impermeabilizzante superiore FIRESTOP resistente all incendio 4. VAPORDIFFUSER STRIP/V 1. Vecchio manto fissato meccanicamente 5. Membrana impermeabilizzante sottostrato PROTEADUO TRIARMATO o HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 19

2.2 COPERTURE CON MANTO A VISTA E INSTALLAZIONE DI IMPIANTO FOTOVOLTAICO Riqualificazione energetica Vedi casi citati a pag. 14 e 15, dove lo strato a finire sarà costituito da FIRESTOP POLIESTERE e, nel caso di posa su isolante resistente al calore, la membrana sottostrato sarà HELASTA POLIESTERE o FLEXTER FLEX TESTUDO mentre nel caso del manto impermeabile su isolante sensibile al calore dove AUTOTENE BASE EP POLIESTERE verrà sostituito dall insieme: AUTOTENE BASE HE/V + HELASTA POLIESTERE o in alternativa: AUTOTENE BASE HE/V + FLEXTER FLEX TESTUDO. 6. Membrana impermeabilizzante superiore FIRESTOP resistente all incendio 5. Membrana impermeabilizzante sottostrato HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 1. Vecchio manto 4. Membrana impermeabilizzante autotermoadesiva AUTOTENE BASE EP 3. Isolante termico non resistente al calore 2. Barriera vapore 1. Vecchio manto 2. Barriera vapore 3. Isolante termico non resistente al calore 4. Membrana impermeabilizzante autotermoadesiva AUTOTENE BASE EP 5. Membrana impermeabilizzante sottostrato HELASTA o FLEXTER FLEX TESTUDO 6. Membrana impermeabilizzante superiore FIRESTOP resistente all'incendio 20