Storia moderna B a.a. 2009-2010 Società, socialità e politica in Europa fra Seicento e Settecento
Culture politiche fra società corporata e conflitto IL RE Ricerche sulla regalità nella cultura politica medievale di Ernst Kantorowicz, The King s two bodies, Princeton 1957 trad. it. Torino, Einaudi, 1989
Sottolinea i debiti della cultura della regalità nei confronti delle dottrine teologiche e ecclesiologiche e della liturgia della Chiesa medievale. In particolare si mutuano dottrine che enfatizzano la dualità nell unità (Cristo, il sacerdote, la Chiesa) - la regalità cristocentrica [secc. X-XI] - la regalità giuricentrica [secc. XII-XIII] - la regalità politocentrica [secc. XIII-XVI] - la dottrina giuridica dei Due corpi del re [Inghilterra, età Tudor XVI secolo] - torsioni della dottrina dei Due corpi nell età Stuart [XVII secolo]
Regalità politocentrica (dal XIII secolo): - incentrata sul concetto, di matrice ecclesiologica, di corpus mysticum - questo ha origine dalla riflessione sull eucaristia - Il concetto di corpo mistico nel XIII secolo viene trasferito dalla comunità ecclesiale a quella politica, per traslato Papa Bonifacio VIII, bolla Unam Sanctam, 1302: «Sollecitati dalla fede, siamo indotti a credere in una santa Chiesa, cattolica e apostolica [ ], senza cui non vi è salvezza, né remissione dei peccati [ ], e che rappresenta un corpo mistico, il cui capo è Cristo, e capo di Cristo è Dio».
Regalità politocentrica (dal XIII secolo) Luca da Penne (metà Trecento): «E contratto un matrimonio morale e politico tra il principe e la res publica. Inoltre, allo stesso modo in cui è contratto un matrimonio divino e spirituale tra il vescovo e la Chiesa, così tra il principe e lo Stato si conclude un matrimonio temporale e terreno. E come la Chiesa è nel prelato e il prelato nella Chiesa così è il principe nello Stato e lo Stato nel principe».
Il PARLAMENTO INGLESE come corpo mistico: 1401 lo Speaker dei Comuni, in chiusura della sessione, paragona Parlamento con i suoi 3 rami alla Trinità; 1522 Il giudice John Fineux, capo del tribunale King s Bench fra Enrico VII e Enrico VIII, asserisce: «il Parlamento del re, dei Lord e dei Comuni è una corporation». 1542 il re Enrico VIII afferma, rivolgendosi al suo Consiglio: «Dai nostri giudici sappiamo che mai nella nostra regale condizione noi siamo posti così in alto come durante i lavori del Parlamento, ove noi come capo e voi come membra siamo congiunti e uniti in un solo corpo politico» (196).
Dottrina dei 2 corpi del re (dal XV secolo): - risolve l antinomia che l applicazione della dottrina corporativa generava, fra una comunità politica intesa come corpo mistico, sovraordinato ed eterno, e un re inteso come individuo mortale - attinge alle precedenti concezioni dualistiche della regalità (re come Cristo; re come giudice, vicario di Dio in terra) - reinterpreta l elemento temporale: il re come corpo politico non muore mai
Sono solo un corpo, dal punto di vista naturale, ma, con il permesso di Dio, un Corpo politico fatto per governare (Elisabetta I, Discorso dell investitura, 1559; citato in S. Brigden, Alle origini dell Inghilterra moderna. L età dei Tudor (1485-1603), Bologna 2000, p. 288)
Documento 1: Discussione dei giuristi della Corona riuniti nella Serjeant s Inn, Londra 1562 (a proposito di una causa riguardante il territorio del ducato di Lancaster in cui il re è parte) «Secondo il diritto comune nessun atto che il re compie come re potrà essere annullato a causa del suo difetto di età. Perché il re ha in sé due corpi, cioè il corpo naturale e il corpo politico. Il corpo naturale (se deve essere considerato di per sé) è un corpo mortale, soggetto a tutte le infermità naturali e accidentali, alla debolezza dell infanzia e della vecchiaia e a tutti i consimili inconvenienti cui vanno incontro i corpi naturali delle altre persone. Ma il suo corpo politico è un corpo che non può essere visto o toccato, consistente di condotta politica e di governo e costituito per la direzione del popolo e la conservazione del bene pubblico, e questo corpo è palesemente privo di infanzia e di vecchiaia e di tutti gli altri difetti e debolezze cui è soggetto il corpo naturale e, per questo motivo, ciò che il re fa con il suo corpo politico non può essere invalidato o annullato a causa di alcuna debolezza del suo corpo naturale». (p. 7) [trascritto da Edmund Plowden, Reports, fine XVI secolo]
Documento 2: Verbale legale, con argomentazioni del giudice Southcote, nel caso Willion vs Berkeley [XVI secolo] «Il re ha due capacità, perché ha due corpi, uno dei quali è un corpo naturale, fatto di membra naturali come quelle di qualsiasi altro uomo, e per questo lato egli è soggetto alle passioni e alla morte come lo sono gli uomini; l altro è un corpo politico e le sue membra sono i suoi sudditi, ed egli e i suoi sudditi formano insieme la corporation, come dice Southcote, ed egli fa tutt uno con loro ed essi con lui, ed egli è il capo e loro sono le membra ed egli è l unico ad avere governo su di essi; e questo corpo non è soggetto a passioni come l altro, né alla morte, perché nei confronti di questo corpo il re non muore mai, e la sua morte naturale non viene chiamata alla nostra legge (come ha detto Harper) la morte del re, ma la demise del re, e il termine non significa che il corpo politico del re è morto, ma che vi è una separazione dei due corpi e che il corpo politico è trasferito e trasmesso dal corpo maturale, ora morto e così privato della dignità reale, ad un altro corpo naturale. Cosicché ciò significa il trasferimento del corpo politico del re di questo reame da un corpo naturale ad un altro». [trascritto da Edmund Plowden, Reports, fine XVI secolo]
NB la dottrina dei Due Corpi è ambivalente: nell età Tudor rafforza la posizione del re sotto il profilo giuridico; la forza della persona ficta, dell ente astratto e imperituro, dell ufficio, viene utilizzata per sostenere le ragioni della persona fisica sotto gli Stuart le viene impressa una torsione per cui essa va a giustificare la sedizione. La struttura duale del concetto permette infatti alla cultura politica rivoluzionaria di separare i due elementi, il corpo politico dal corpo naturale, giustificando extrema ratio l esecuzione del re Carlo I, senza violare la regalità.
Documento 3 DICHIARAZIONE DEI LORDS E DEI COMUNI, 27 maggio 1642: «E riconosciuto [secondo la dottrina del Parlamento] che il Re è protettore e la fontana della giustizia, ma gli atti di giustizia e di protezione non dipendono dal suo arbitrio né sono compiuti dalla sua persona, ma lo sono ad opera delle sue corti e dei suoi ministri che debbono fare il loro dovere, anche se il re con la propria persona proibisse loro di farlo: e pertanto, se un giudizio deve essere da essi dato contro il volere e il personale comando del re, si tratta ciononostante di un giudizio del Re. L alta corte del Parlamento non è solo una corte giudiziaria [ ], ma è come un concilio [ ], che deve garantire la pace pubblica e la sicurezza del regno e dichiarare la volontà del Re in tutte le questioni che vengono sottoposte, e ciò che essa compie in questa qualità ha il carattere dell Autorità reale, anche se Sua Maestà con la sua persona lo ostacoli o lo impedisca». (p. 19).