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NOTIZIARIO GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" CECINA (LI) Miniera "Val di Merse" (Cementazione) inizio '900 (Archivio "Parco Colline metallifere") Anno 7 - n 23 (Gennaio/Marzo 2010)

Gruppo Mineralogico "AUSER" SOMMARIO Anno 7 N 23 di: Magni Massimo G.M. AUSER - Cecina da una ricerca di: Giuliano Bettini Silvana Cosmi Notiziario trimestrale a cura del Gruppo Mineralogico "AUSER" di Cecina (Li) Gennaio/Marzo 2010 Per ricevere i numeri del Notiziario e per inviare eventuali articoli scrivere a : GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" Via V. Bellini, 17-57023 Cecina (Li) tel. 0586/632112 - fax 0586/632433 I Minerali di Poggio Corbolone (Li) 1 Introduzione 1 Ubicazione ed Itinerario 2 Cenni litologici e stratigrafici 3 I minerali ritrovati 4 Blenda 4 Magnetite 5 Titanite 5 Wurtzite 7 Foto dei Minerali 8 Attività Gruppo 19 Manifestazioni 20 Curiosità Mineralogiche 21 Scala di Mohs 22 Si ringraziano per la collaborazione: Tutti i Soci del G. M. "AUSER" e chiunque voglia darci una mano alla pubblicazione del Notiziario (Stampato in proprio) Foto copertina: "Sfalerite" (Blenda): aggregato tabulare - campo c.a 5 mm - Foto e coll. S. Cosmi Bibliografia: V. Marinai, R. Nannoni: I minerali della cava Variante di Poggio Corbolone; RMI N 2 Aprile- Giugno 2003. C. M. Gramaccioli: Il meraviglioso mondo dei cristalli; Calderini Editore, 1986. G. Bettini, S. Cosmi: I più bei minerali del Poggio Corbolone

INTRODUZIONE MINERALI DI POGGIO CORBOLONE Giuliano Bettini e Silvana Cosmi, insieme al nostro Benucci Valerio che ci ha fornito il materiale, sono, a ragione, dei ricercatori di vecchia data: abbiamo avuto il piacere di compiere insieme alcune escursioni ed è emersa la loro meticolosità nella ricerca ed il loro spiccato senso di osservazione tanto che ben difficilmente, dalle loro mani, possono sfuggire reperti mineralogici particolari anche se di dimensioni millimetriche. Di alcuni minerali dei Monti Livornesi abbiamo già parlato in precedenti Notiziari ma riteniamo degno di nota quanto i nostri amici hanno trovato in una delle dismesse cave di Poggio Corbolone, detta "Variante", di cui hanno realizzato una specie di Reportage, gentilmente recapitato alla nostra Sede, che ci fornisce lo spunto per un nuovo numero di questa pubblicazione. Si arriva alla cava prendendo una sterrata sul lato a monte della Provinciale di Sorgenti, che da Livorno porta a Collesalvetti, sita in prossimità di una serie di fabbricati (Polveriera Militare) e che collegherebbe, dopo circa 8 Km., con la Valle Benedetta se, ad un certo punto, non vi fosse una sbarra che impedisce il transito agli automezzi. Fig.: 2 - Panoramica, arrivando, dal lato ovest Fig.: 1 - Posizione della cava Variante di Poggio Corbolone (da Edizioni Multigraphic - Firenze) UBICAZIONE ED ITINERARIO La cava Variante si trova sul versante Est del Poggio Corbolone ed è quanto resta del cantiere Sales, con relativi relitti di macchinari, preposto all estrazione di materiali ofiolitici, e forse anche di Steatite, per la costruzione di colmate e rilevati stradali. Oggi si presenta come un arido cratere i cui versanti sono stati oggetto di un timido lavoro di ricondizionamento ambientale con la messa in sito di pinastri che a stento inverdiscono gli aghi. Fig.: 3 - La cava, vista dal basso, lato est Percorsi circa 3 km. di strada si giunge ad un piazzale di sosta antistante una cava da poco dismessa di serpentino limitrofa ad un poligono di tiro al piattello. Da questa cava sono usciti degli esemplari belli di Topazolite. 1 2

Per giungere alla cava che ci interessa occorre percorrere, a piedi, ancora circa 1,5 km., oltrepassando la sbarra di accesso al Parco forestale, una strada in leggera salita, a mezza costa, sul panorama di Livorno. CENNI LITOLOGICI E STRATIGRAFICI Fig.: 4 - Silvana e Giuliano in partenza Mentre sulla costa, per una ristretta fascia di alcuni chilometri, affiora l Autoctono costituito da Macigno (arenaria di origine Oligocenica), ben evidente nella tratta che da Calignaia va a Calafuria, troviamo, spostandoci verso l interno, a contatto tettonico, un complesso Alloctono di Calcareniti, Scaglie e Radiolariti che formano i contrafforti della serie Ofiolitifera posta in alto: serie composta da Serpentini, Gabbri, Diabasi e Diaspri e su cui poggiano Argilloscisti intercalati da Palombino e Calcare Marnoso. Il complesso Alloctono costituisce l ossatura dei Monti livornesi dove le placche Ofiolitiche costituiscono le parti terminali dei rilevati emergenti dal paesaggio in quanto soggetti ad erosione limitata rispetto alle rocce sedimentarie. Il rilevato del Corbolone, che si erge sino a 270 mt. slm., è costituito dalle Ofioliti che formano la dorsale collinare da Montenero a Castiglioncello affiorando anche per un vasto tratto di costa a partire dalla rupe di Castel Sonnino. I MINERALI RITROVATI Nella loro ricerca, G. Bettini e S. Cosmi, hanno trovato una serie di minerali interessanti, non tanto per la loro scoperta, data la loro relativa facilità di reperimento in questa zona, quanto per il loro habitus cristallino. Si tratta di Blenda (Sfalerite), Magnetite, Titanite, Wurtzite. I minerali, in dimensioni millimetriche o submillimetriche, sono stati evidenziati, per lo più, in venette e, o piccole cavità, associati a Calcite o Dolomite ed anche a Talco. Blenda O Sfalerite: dal greco sphaleros (malsicuro, errore) poiché, soprattutto in passato, gli esemplari di Sfalerite di colore grigio erano spesso confusi con la Galena. Appartiene al Gruppo dei Solfuri e chimicamente è costituita da Zolfo e Zinco di cui, se allo stato puro, ne contiene il 67%. Nel minerale possono essere altresì presenti altri elementi quali il Ferro (anche fino al 20% nella Marmatite), il Manganese, il Cadmio e, talvolta, l Indio ed il Gallio. Sistema cristallino Cubico, è normalmente in cristalli tetraedrici o rombododecaedrici ma anche in abito più complesso dove le facce risultano tipicamente incurvate con colorazioni che comunemente vanno dal bruno, al grigio o nero con lucentezza da adamantina a resinosa ed anche metallica, trasparenti oppure opachi: più raramente si può reperire incolore oppure nei colori rosso, verde o giallo. Il minerale è tipico degli ambienti idrotermali di alta e bassa temperatura frequentemente associata a Galena, Calcopirite, Marcasite e Pirite in ganga di Quarzo, Barite, Fluorite; si trova anche in rocce di natura calcarea e dolomitica dove queste siano interessate da fluidi idrotermali. I campioni sono stati trovati in ambiente metamorfico associati a Calcite in filoncini nelle rocce a serpentino e si presentano in abito tabulare, a bordi sfaccettati, forse per un insolito sviluppo delle facce di cubo, per l aspetto a tavoletta, poi modellate in vario modo da facce di tetraedro. Magnetite Numerose sono le leggende legate alle sue proprietà magnetiche ed a cui deve la sua popolarità: è possibile che sia stato Talete di Mileto (625-547 a.c.) a dare al minerale il nome di Magnete derivandolo dalla città di Magnesia in Tessaglia ma, secondo Plinio il Vecchio (23-79 d.c.) fu il mitico pastore Magnes a scoprirla per primo sul Monte Ida. 3 4

E il più ricco ed importante minerale impiegato per la produzione di ferro ed acciaio: è fortemente magnetica e talvolta risulta anche magnetopolare come i campioni del giacimento di Punta Calamita all Isola d Elba (LI). Dal punto di vista chimico si tratta di un ossido di Ferro al 72% con il 28% di Ossigeno e, appartenendo alla famiglia degli Spinelli, presenta una struttura abbastanza complessa: nel reticolo cristallino, infatti, gli anioni Ossigeno sono disposti in modo da formare un cubo compatto tra i cui spazi vuoti, riconoscibili come ottaedri o tetraedri (doppi dei primi) si collocano i cationi Ferro i quali possono essere anche sostituiti da Cromo (Cromomagnetiti) o da Titanio (Titanomagnetiti) dando luogo a minerali isomorfi. Sono caratteristici i cristalli ottaedrici o rombododecaedrici striati, raramente cubici, di colore nero o grigio di lucentezza metallica. Si presenta come minerale accessorio di rocce magmatiche e metamorfiche ma può formare anche notevoli depositi in antichissime rocce sedimentarie oppure giacimenti di origine alluvionale. Al Corbolone la Magnetite è stata trovata in piccoli cristalli millimetrici, ben definiti e lucenti, sia in abito cubottaedrico che complesso, nelle fratture delle serpentine in associazione a filoncini di Calcite ma anche su spalmature di Talco. Titanite Nome derivante dal metallo (Titanio) di cui il minerale è composto. Chimicamente è un silicato (gruppo nesosilicati) di Calcio e Titanio: comune in cristalli a forma di cuneo (Sfeno, dal greco sphenos : cuneo) piuttosto appiattiti oppure prismatici di colore variabile dal grigio, al bruno, rosso, giallo, verde, dato dalla presenza, nella formula, di altri elementi quali il Ferro, Alluminio, Manganese, Cromo, Sodio ed altri ancora con lucentezza da resinosa ad adamantina. Talvolta i cristalli possono essere totalmente incolori e trasparenti, tanto da assomigliare al diamante, e presentare pleocroismo osservabile secondo diverse direzioni di incidenza della luce. Il minerale risulta di norma quale accessorio di molte rocce intrusive Pegmatiti) e di filoni idrotermali di ambiente alpino ma la sua presenza è stata rilevata anche in rocce metamorfiche come Scisti, Gneiss e Skarn. 5 Nel ritrovamento in esame i campioni reperiti sono totalmente trasparenti, in rocce a serpentino (quindi metamorfiche) dove sono presenti anche filoncini carbonatici forse derivanti da termalismo terminale di consolidamento. Vale la pena riportare alcune considerazioni di Bettini & Cosmi sugli abiti cristallini dei campioni così come sono nel testo recapitatoci: Al Corbolone i cristalli di Titanite sono spesso ricchi di numerose faccette, anche se è problematico riconoscerle: le facce più comuni, per la Titanite, sono c(001), m(110), n(111); altre facce relativamente frequenti sono b(010), t(111), e w(221): da cui una possibile ricostruzione, a titolo di esempio (fig.: 35), di come potrebbe essere un cristallo con le facce c(001), b(010), m(110), n(111), t(111), e w(221). Wurtzite Fig.: 5 - Silvana e Giuliano sulla cava Il nome deriva da Charles Wurtz (1817-1884) chimico francese, primario della facoltà di Medicina presso l Università di Parigi. Minerale piuttosto raro, la Wurtzite è una formazione dimorfa della Blenda (Sfalerite) in quanto, pur avendone la solita composizione chimica (ZnS), possiede una diversa struttura cristallina: appartiene infatti al Sistema Esagonale e forma tipici cristalli in abito piramidale tronco a base esagonale, striati orizzontalmente, nei colori che vanno dal bruno-rossastro, al giallo-bruno, al bruno, anche trasparenti ma 6

spesso opachi con lucentezza da adamantina a resinosa. La tipica formazione del minerale è l ambiente idrotermale di alta temperatura associato a metamorfismo di contatto, in particolare rappresentato da Marmi e Skarn. Nel nostro caso i campioni sono reperiti in ambiente metamorfico in associazione alla Calcite presente sotto forma di filoncini nelle rocce a serpentino. I cristalli trovati sono di colorazione rossa e semitrasparenti nelle piccole dimensioni mentre risultano bruno scuro o quasi neri, opachi nelle dimensioni maggiori: particolarità interessante la loro disposizione colonnare, talvolta aghiforme anche se sono stati reperiti cristalli isolati millimetrici, perfetti secondo l abito caratteristico della specie. FOTO DEI MINERALI Fig.: 7 - Sfalerite tabulare mielata (max. 2 mm) su Pirite (Foto Bettini coll.: Cosmi) Fig.: 6 - Giuliano in risalita Fig.: 8 - Gruppo (2 mm) di Sfalerite tabulare su Pirite cubica (Foto Bettini Cosmi) 7 8

Fig.: 11 - Sfalerite, ricostruzione in abito tabulare (Elaborato Bettini - Cosmi) Fig.: 9 - Cristallo (0,4 mm) tetraedrico (classe 43m) di Sfalerite Fig.: 10 - Cristallo tetraedrico di Sfalerite (0,3 mm) (Foto Bettini Cosmi) 9 Fig.: 12 14 - Sfalerite, ricostruzione cristallografica Alto - sinistra: abito tetraedrico diretto (bianco) con faccia di tetraedro inverso (rosa) Alto - destra: abito tetraedrico diretto (bianco) con tetraedro inverso (grigio) Basso - centro: abito tetraedrico (bianco) associato al cubo (grigio) (C. M. Gramaccioli 1986) 10

Fig.: 15 - Sfalerite, singolo cristallo tetraedrico (0,7 mm) (Foto Bettini Cosmi) Fig.: 17 - Magnetite, particolare dei cristalli cubottaedrici Fig.: 16 - Magnetite, cristalli cubottaedrici (max. 1,5 mm) su Talco Fig.: 18 - Magnetite, cristalli in abito complesso (max. 1 mm) 11 12

Fig.: 19 20 - Magnetite, ricostruzione cristallografica Sin.: abito ottaedrico (rosa) associato al cubo (bianco) Dex.: si aggiunge l associazione al rombododecaedro (grigio) (C. M. Gramaccioli 1986) Fig.: 24 25 - Cristalli isolati di Titanite (0,8-1,2 mm) Fig.: 26 - Titanite, esempio di possibile formazione cristallina (Elaborato Bettini - Cosmi) Fig.: 21 - Cristallo isolato di Titanite (1,2 mm) su Talco Fig.: 22 23 - Cristalli isolati di Titanite (1,2-2 mm) 13 Fig.: 27 - Titanite, alcune forme cristalline - (C. M. Gramaccioli 1986) (Elaborato Bettini - Cosmi) 14

Fig.: 28 - Wurtzite. Perfetto cristallo esagonale (0,4 mm) su Dolomite Fig.: 32 - Wurtzite colonnare, (0,75 mm), su Calcite Ben visibile la simmetria esagonale Fig.: 29-31 - Aggregati colonnari di Wurtzite rossa su Calcite (sin. 1,9 mm; centro. 2 mm; dex. 3,5 mm) 15 Fig.: 33 - Aggregato colonnare di Wurtzite (0,8 mm) su Calcite Si nota la simmetria esagonale e la trasparenza 16

Fig.: 36 - Aggregati colonnari di Wurtzite rossa (max. 2 mm) su Calcite (belle le iridescenze del cristallo maggiore) Fig.: 34 - Associazione di Wurtzite (rossa) e Sfalerite (nera) su Calcite Fig.: 35 - Aggregato di Wurtzite rossa (1 mm) su Calcopirite e Calcite Fig.: 37 - Aggregato di Wurtzite e Pirite cubica (1,5 mm) su Talco e Calcite 17 18

Attività Gruppo Manifestazioni Nei giorni 13 e 14 Febbraio 2010 si è svolta la 17^ "Rassegna di Minerali e Fossili". Dobbiamo sottolineare che anche questa edizione ha riscosso un notevole successo: siamo stati gratificati dalla presenza di molte scolaresche e di un folto numero di visitatori che, nei due giorni della manifestazione, hanno lodato il nostro impegno ed ammirato quanto i partecipanti hanno esposto. Ancora una volta è stata molto apprezzata la nostra lotteria per cui sarà ripetuta anche nella 18^ edizione. Nella settimana antecedente la "Rassegna" abbiamo aperto il corso "Come riconoscere i minerali" dedicato a tutti coloro che, con passione, si avvicinano al mondo della ricerca, del campionamento e del collezionismo mineralogico. Il corso, anche per questa edizione a carattere completamente gratuito, comprende una serie di uscite, stagione permettendo, nelle settimane a venire, quali esercitazioni pratiche per dare ai partecipanti i primi rudimenti sulle metodologie di ricerca ed utilizzo delle attrezzature in cave ed altri siti ove reperire campioni mineralogici. Il Corso viene sviluppato in 10 lezioni, con la proiezione di diapositive ed l'esposizione dei minerali che man mano vengono trattati. Certaldo (Fi) 17-18 Aprile 2010 M Info Marco Campani tel. 3334233706 Pianezza (To) 24-25 Aprile 2010 B/S Info Giuseppe Pigliapoco tel. 011-4529416 Monaco (Germania) 24-25 Aprile 2010 B Info D. Stephan mailto:edelstein-stephan@t-online.de Campiglia M.ma (Li) 01-02 Maggio 2010 M/S Info Laura Venturi tel. 0565-857790 Roma 07-09 Maggio 2010 M Gruppo Publimedia mailto:info@romamineralshow.com Genova 15-16 Maggio 2010 M Info Giovanni Signorelli tel. 339 1444973 Soave (Vr) 23 maggio 2010 S Info Roberto Gutoni tel. 045-918390 Lanzo Torinese 05-06 Giugno 2010 B/S Info Marchiaro tel. 0123-346640 Ivrea 19-20 Giugno 2010 M Info Marco Giglio tel. 339 1120641 Partecipanti al Corso durante una lezione presso la Sede 19 20

Curiosità Mineralogiche Scala di Mohs IL PIU' GRANDE BUCO AL MONDO Da un Articolo di:arianna Dagnino & Stefano Gulmanelli (www.nomads.it-07/05/2009) Si parla di un progetto per il quale i superlativi si sprecano. Sarà il più grande buco nel terreno mai fatto dall uomo, la più grande miniera di Rame e Uranio del pianeta, la più ricca singola attività mineraria mai avviata nella storia dell estrazione e, con gli scarti di terra e quant altro ne uscirà, sarà generata la più lunga catena montuosa artificiale della Terra. Lo stesso rapporto di impatto ambientale e valutazione di fattibilità è con le sue 4.500 pagine un record di per sé: il più grosso documento mai presentato nella storia del Sud Australia. E l appendice di una miniera già esistente e già piuttosto grandina (Olympic Dam, a 500 Km. a nord di Adelaide) gestita dal gigante minerario anglo-australiano exsudafricano BHP Billiton. Al di là dei superlativi i numeri sono impressionanti: A regime la stima è di una produttività annua pari a 25.000 t. di Uranio, 1.000.000 t. di Rame e circa 14 t. di Oro. Il cratere risultante sarà lungo 5 Km., largo 5 e profondo 1. Per ospitare quanti vi dovranno lavorare nascerà dal nulla Hiltaba, una città da 10 mila persone. E la miniera di re Salomone che esce dalla leggenda e diventa realtà: ma perché non divenga anche un inferno ambientale ci sono varie questioni da affrontare, discusse e probabilmente riviste, tra le quali: l approvvigionamento dell acqua necessaria: circa 50 milioni di litri al giorno; la produzione dell energia necessaria (con le emissioni di CO2 ad essa collegate) per alimentare tutti gli impianti e l'insediamento abitativo. gli scarichi dell impianto di desalinizzazione da costruire per risolvere il problema dell acqua che, se viene montato dove previsto ed il concentrato salino finisce nel Golfo di Spencer, rischierà di far finire in salamoia, senza passare dal pescivendolo, le seppie e i calamari che a milioni vengono a riprodursi in quell area. Agli inizi del 2009 erano previsti almeno tre mesi di dibattito pubblico sul progetto prima che potesse, seppure in linea di principio, definirsi operativo anche se, come sempre accade, per il tornaconto di pochi si calpestano i diritti di molti ma, come si diceva una volta per i matrimoni, in teoria chi ha qualcosa da obiettare lo faccia ora o taccia per sempre. 21 1 Talco Scalfibile con l'unghia 2 Gesso Scalfibile con l'unghia 3 Calcite Scalfibile con una monete di rame 4 Fluorite Scalfibile con un coltello 5 Apatite Scalfibile con un coltello 6 Ortoclasio Scalfibile con una lima d'acciaio 7 Quarzo Scalfisce il vetro 8 Topazio Scalfisce facilmente il quarzo 9 Corindone Scalfisce facilmente il topazio 10 Diamante Non è scalfibile La "Scala di Mohs" prende il nome del suo ideatore Friedrich Mohs, mineralogista tedesco che, a cavallo del 18 e 19 secolo (Germro de 29.11.1773 - Agordo 29.09.1839) ideò una scala empirica, con valori compresi da 1 a 10, per la definizione delle durezze, riferita alla capacità dei materiali di scalfirne uno più tenero e di essere a loro volta scalfiti da uno più duro. Tale Scala risulta ancora oggi di uso comune tra i mineralogisti e collezionisti quale metro di paragone per indicare la durezza dei minerali anche se, nella pratica industriale, questa viene determinata con prove di laboratorio atte a valutarne la resistenza alla compressione (durezza Brinell) o alla penetrazione (durezza Rockwell). Nell'esempio della Scala ogni minerale di riferimento citato scalfisce quelli che lo precedono e viene a sua volta scalfito da quelli successivi. I minerali aventi durezza 1-2 sono considerati teneri, quelli con durezza da 3 a 6 sono mediamente duri e quelli che superano 6 sono ritenuti duri. Nel caso di minerali con durezza tra 8 e 10 si parla di gemme preziose in quanto, molte gemme, hanno una durezza compresa in questo intervallo. 22