LINEE PER UN PROGETTO DI CATECHESI ESPERIENZIALE RIVOLTO AI FANCIULLI DEL PRIMO ANNO DI INIZIAZIONE CRISTIANA Anno Pastorale 2008/2009



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Parrocchia di Santi Lorenzo e Giovanni Battista Formia LINEE PER UN PROGETTO DI CATECHESI ESPERIENZIALE RIVOLTO AI FANCIULLI DEL PRIMO ANNO DI INIZIAZIONE CRISTIANA Anno Pastorale 2008/2009 Ad experimentum Al fine di rinnovare il cammino di catechesi e di renderlo capace di accogliere e soddisfare la domanda di fede dei fanciulli e dei ragazzi, il parroco e una equipe di catechisti e educatori ACR hanno elaborato il seguente progetto, nel quale sono confluiti i contenuti della catechesi tradizionale e il metodo esperienziale dell Azione Cattolica. 1. L Iniziazione Cristiana Per Iniziazione Cristiana si intende il «processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall'ascolto della Parola, dalla celebrazione dei Sacramenti di Dio, dall'esercizio della carità e dalla testimonianza ( ) attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna a vivere come figlio di Dio». Ne deriva che l'iniziazione cristiana: non è riducibile all'ora di catechesi settimanale, dalla prima elementare alla terza media, in cui è coinvolta quasi soltanto la catechista; non può avere un'impostazione di tipo scolastico, comprendente classi, insegnanti, lezioni e finalizzata soprattutto all'apprendimento di contenuti dottrinali prefissati; non può essere ridotta alla sacramentalizzazione, cioè ad una catechesi strettamente ed unicamente finalizzata a "ricevere" un sacramento. Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 1

Si presenta invece come: un cammino molto più ampio di quello catechistico; un processo che deve proseguire durante l'adolescenza e la giovinezza per condurre a scelte di vita più consapevoli e durature. L'iniziazione cristiana non è semplicemente un'attività che la comunità parrocchiale aggiunge a tante altre, ma è parte integrante della sua missione, perché è attraverso l'iniziazione che la comunità è generata, proprio mentre genera nella fede nuovi figli. L'iniziazione cristiana, dunque, deve interessare tutta la comunità parrocchiale, perché è la comunità nel suo insieme che genera alla fede, non solo in occasioni speciali (ad esempio, la messa di prima comunione), ma nel normale svolgimento della vita comunitaria. Inoltre, l'iniziazione cristiana così intesa, non riguarda solo i catechisti, ma richiede la presenza e l'azione congiunta di diverse figure educative: animatori e volontari di associazioni educative, sportive, ricreative, ecc. 2. La catechesi esperienziale Ponendo come presupposti fondamentali gli assunti del paragrafo precedente, il progetto elaborato propone la catechesi esperienziale come lo strumento più adatto all iniziazione cristiana dei più piccoli. Si tratta di un cammino di fede esistenziale, incarnato nella vita dei ragazzi, che porta ad una graduale maturazione di atteggiamenti evangelici e di una mentalità di fede attraverso il tirocinio e l esercizio di azioni e atti capaci di incarnare il messaggio evangelico. La catechesi esperienziale è strutturata in un itinerario formativo che: ha nella realtà dei ragazzi il punto di partenza per guardare con sguardo critico a ciò che si vive, riconoscere in esso la presenza di Dio, le proprie difficoltà, i doni ricevuti; in questa realtà i ragazzi sono chiamati ad accogliere la parola di Dio come luce che rivela, propone la bellezza di una vita in Cristo e la rinnova con la Sua forza; di questo annuncio fanno esperienza all interno di un cammino fatto di confronto con i compagni e con la comunità, di approfondimento con i documenti della fede, di celebrazione e preghiera di nutrimento nei sacramenti, di un servizio ai fratelli che è missionarietà; attraverso la maturazione di atteggiamenti evangelici, la vita dei ragazzi pian piano si trasforma e si conforma a Gesù, rivelandone il volto nella quotidianità semplice del proprio essere ragazzi. In tal modo, la scelta esperienziale consente all itinerario formativo di accogliere la ricchezza di ciascun ragazzo e di accompagnarlo nel vivere un percorso graduale di maturità umana e cristiana. Ciò si traduce nell assunzione della centralità della persona: porre al centro i ragazzi significa guardarli nella globalità della loro vita e come soggetti del cammino formativo, senza idee preconcette e stereotipi. I ragazzi infatti sono portatori e custodi di risorse concrete e sempre fondamentali per la loro maturazione. L educatore pertanto deve avere delle attenzioni costanti durante il cammino che propone ai ragazzi: valorizzare il primato dell essere sull apparire: il ragazzo è accompagnato a far crescere quelle dimensioni che in modo più vero esprimono la realtà della sua persona, attento a non fermarsi alla preoccupazione di offrire solo un immagine, reale o effimera, di sé; Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 2

crescere nella cura dell interiorità: il ragazzo è accompagnato a coltivare il senso del proprio essere persona e figlio di Dio, di accettazione della vita come dono supremo del Signore; sviluppare l accoglienza di se stessi e degli altri: ogni ragazzo cresce come persona nella consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità e dei propri limiti, nella capacità di relazione e di apertura verso gli altri, anche i più lontani; avere cura delle relazioni: il ragazzo è accompagnato a saper coltivare il dialogo, la comunicazione interpersonale, gli atteggiamenti di apertura e perdono che diventano stile. 3. Il progetto: gli obiettivi Il progetto si rivolge ai fanciulli che per la prima volta si iscrivono al catechismo e si sviluppa nell ambito del tradizionale primo anno del cammino di Comunione. L adozione della catechesi esperienziale come metodologia di base costituisce il presupposto per il conseguimento degli obiettivi prefissati dall equipé: favorire il passaggio dalla catechesi tradizionale di tipo dottrinale ad una nuova catechesi di tipo esperienziale, che sappia accogliere e soddisfare la domanda di fede dei fanciulli e dei ragazzi; favorire la dinamicità e la concretezza del cammino di iniziazione cristiana, per renderlo capace di accogliere le novità che la realtà odierna propone; favorire l apprendimento dei contenuti di fede mediante l esperienza diretta e concreta dei medesimi, rinunciando a lezioni di tipo scolastico; favorire l inserimento dei fanciulli e delle loro famiglie nella comunità parrocchiale mediante un dialogo costante con i genitori; trasmettere ai fanciulli la gioia di partecipare al gruppo catechistico e alle iniziative che la parrocchia propone loro. Per rendere attuabile il progetto di catechesi esperienziale, l equipé propone la formazione di gruppi che comprendano 15 18 fanciulli: un numero maggiore farebbe sorgere difficoltà relativamente all organizzazione e alla gestione delle attività. Ciascun gruppo viene affidato a due catechisti, i quali guideranno i fanciulli nel cammino di fede. Essi sono affiancati dai cortilai o dagli educatori di oratorio, la cui collaborazione sarà utile nell ambito tecnico e pratico degli incontri. La responsabilità del progetto e della formazione delle figure educative è affidata a due educatori ACR, chiamati formatori, i quali fungeranno da mediatori con il parroco e rimarranno in costante dialogo con questi. Per la definizione delle figure educative rimandiamo al paragrafo successivo. Il progetto di catechesi esperienziale ha la durata di un anno (settembre 2008 maggio 2009). Gli incontri si svolgeranno settimanalmente e avranno una durata media di 90 minuti. I fanciulli parteciperanno inoltre alla messa domenicale delle ore 10.00 e alle attività oratoriali che la parrocchia propone loro. Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 3

Al termine del primo anno il fanciullo sarà inserito nel gruppo catechistico che lo guiderà nel successivo cammino verso i sacramenti della Riconciliazione e della Eucaristia. 4. Le figure educative Nel paragrafo precedente sono state indicate le figure educative interessate al progetto. Per ognuna di esse viene data di seguito la definizione relativa al ministero che ricopre nell ambito del cammino di catechesi esperienziale: educatore ACR: giovanissimo o giovane, socio dell AC e nominato dal consiglio parrocchiale di AC, che cura le attività formative e ricreative del gruppo ACR; a lui, forte della formazione e dell esperienza acquisite in Azione Cattolica, è affidato il compito di progettare e coordinare il cammino di catechesi esperienziale; catechista: giovane o adulto, che ha ricevuto il sacramento della Confermazione e che possiede i contenuti di fede e li trasmette ai fanciulli che gli vengono affidati; cortilaio: giovanissimo (III media V superiore) alla prima esperienza educativa, che cura l accoglienza nel cortile e aiuta gli educatori e i catechisti nelle attività che coinvolgono i fanciulli (oratorio e catechismo); Ciascuna di queste figure ricopre un ruolo ben definito nell ambito del progetto di catechesi esperienziale. 4.1 Le figure educative: gli educatori ACR Gli educatori ACR, chiamati formatori, sono scelti dal parroco in sintonia con il Responsabile ACR parrocchiale con il consenso del consiglio parrocchiale di AC. Essi hanno il compito di coordinare il progetto nelle sue diverse fasi: formazione delle figure educative, progettazione, realizzazione e gestione delle attività. È importante che il formatore sia: una persona con una certa esperienza nel campo della catechesi e dell iniziazione cristiana, non necessariamente un teorico della catechetica; una persona con una certa esperienza nel campo del metodo esperienziale e delle tecniche di animazione; appassionato del Vangelo, con l esperienza di lavori catechistici in varie situazioni e capace quindi di mettersi in discussione; una persona aperta al dialogo, priva di preconcetti, capace di prendere decisioni con serenità e tempestività; una presenza positiva e capace di dar fiducia, senza lasciarsi coinvolgere troppo emotivamente; capace di comunicazione empatica, di flessibilità e creatività; uno che non si sostituisce mai alla persona ma permette al catechista di procedere sempre più autonomamente. Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 4

Gli educatori ACR responsabili del progetto si rendono disponibili per un accompagnamento diffuso nel tempo, diverso dal tirocinio guidato che ha, per forza di cose, un inizio e una fine stabile. Il catechista e il cortilaio possono ricorrere al formatore in vari momenti: nello stendere l itinerario, nello scegliere testi di riferimento, documenti o strumenti; possono chiedere aiuto per reperire fonti e nuovi modelli di annuncio della fede, per preparare esperienze particolari (ad esempio, l incontro con dei testimoni). Inoltre l educatore ACR è importante quando il catechista e il cortilaio vivono particolari momenti di crisi legati alla loro fede, all identità personale, ad alcune frustrazioni incontrate durante il servizio, quando si sentono inadeguati o incontrano critiche da parte dei soggetti o dalla stessa comunità. Gli educatori ACR curano in modo sistematico la formazione di catechisti e cortilai, seguendo percorsi ideati con il parroco. Nel fare ciò i formatori: utilizzano strumenti che fanno emergere l esperienza dei catechisti, la loro storia formativa, la percezione della catechesi che loro stessi hanno vissuto; propongono schede che permettano di dire ciò che essi stessi hanno sperimentato in ordine a temi particolari, che diventeranno motivo di formazione durante gli incontri; coinvolgono i catechisti e i cortilai aiutandoli a stabilire gli obiettivi formativi per ogni incontro o sessione; è importante presentare sempre all inizio di ogni momento formativo le attività e le motivazioni che le sostengono con una tabella di marcia che coinvolge direttamente le persone; prestano grande attenzione a ciò che il catechista e il cortilaio stanno vivendo nel loro servizio: per questo si possono proporre durante l itinerario momenti particolari di lavoro e di approfondimento che tengano presente la realtà dei catechisti e dei cortilai; sanno che l esigenza di percepire l utilità di ciò che uno apprende è una forte molla motivazionale: il percorso formativo mette in atto un apprendistato pratico che rende il catechista e il cortilaio creativi nel loro modo di apprendere, attraverso cui possono imparare facendo e vivendo; in tal senso teoria e pratica andranno sempre insieme anche nelle sessioni di incontro formativo in modo che dopo ogni incontro il catechista e il cortilaio sentano di aver acquisito o sviluppato delle competenze. Nell attuazione del percorso formativo, il formatore si trova a gestire delle dinamiche di processo perché c è sempre un movimento. Poiché il gruppo può passare da momenti di grande euforia per la novità a un periodo di critica fino a sfociare in un atteggiamento distruttivo, il gruppo dei formatori deve poter gestire questi passaggi, recuperando alcune attenzioni: non si allea contro i nemici del gruppo dei catechisti quali essi siano: il parroco, le famiglie o la struttura ecclesiale; non si contrappone al gruppo, anche se può vivere un momento critico, al fine di non minacciarlo; fa emergere i bisogni, i desideri, le contraddizioni; guida verso nuovi modi di vedere i problemi; mette in atto un nuovo tipo di comunicazione che aiuta ad essere più aperti, per non contrapporsi, aiuta a vedere in modo diverso i conflitti; dà grande importanza alle qualità dei partecipanti, coglie chi è capace di vedere il positivo, chi è portatore di speranze e di idee nuove; aiuta a vedere cosa può produrre il nuovo tipo di formazione e come si innesta in ciò che i catechisti stanno già facendo; permette di analizzare le reali esperienze di catechesi già realizzate dai partecipanti, discutendole insieme; non deve mai dare l idea che quello che si faceva prima era sbagliato, ma che andava bene per quel momento e quel periodo. Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 5

4.2 Le figure educative: le catechiste La parola «catechista» deriva da un verbo greco che si può tradurre con l'espressione «far risuonare»; questo termine contiene l'idea dell' "eco", cioè le parole che vengono "fatte risuonare" dalla voce umana in un luogo aperto. Quindi il compito del catechista si costruisce sulla base di alcuni elementi essenziali: 1) la voce umana; 2) il contenuto del messaggio che viene fatto risuonare; 3) il destinatario del messaggio; Il catechista comunica il contenuto di un messaggio, il Vangelo di Gesù, ma non come esposizione fine a se stessa. Il catechista non compie "una lezione", ma comunica una fede. Egli è dunque un testimone, che annuncia la stessa fede che appassiona la sua esistenza. Non è facile comunicare il vissuto della propria fede a persone tanto diverse per età, esperienza, rapporti sociali e non è facile provocare il ragazzo, affascinarlo alla figura di Gesù. I metodi per annunciare il Vangelo sono tanti e diversi, e non esiste una regola infallibile. Ogni catechista si misura con le proprie doti e capacità, si cimenta con tentativi sempre nuovi, ma deve anche applicare i consigli di chi l'ha preceduto, avere il coraggio di affrontare i propri limiti e saper imparare anche dai fallimenti. In generale una parola chiave del compito di catechista potrebbe essere coinvolgimento. Coinvolgere i ragazzi della propria passione per il Signore vuol dire anche "avvolgerli" del proprio affetto: prendersi cura di un ragazzo è importante per la riuscita dell'annuncio del Vangelo. Il passo successivo potrebbe essere allargare questo coinvolgimento alla famiglia del ragazzo. È importante che il catechista curi in modo attento non solo il rapporto personale col ragazzo, ma anche i rapporti con i genitori. È bello tentare una collaborazione per il bene del ragazzo, anche se non sempre questa si verifica: l'impatto che i ragazzi hanno con il gruppo di catechesi lascerà tracce profonde e comporterà conseguenze nella sua esperienza religiosa anche quando sarà più grande. Ciò che serve per essere un buon catechista, e non è facile esserlo, è comunicare coi ragazzi, ascoltarli, incoraggiarli, consolarli nei loro piccoli dubbi per poi condurli per mano verso la gioia del Vangelo. Nell ambito del presente progetto il catechista è la figura alla quale è affidata la gestione del gruppo, l organizzazione e la realizzazione delle attività, il dialogo con i genitori dei fanciulli. I catechisti che partecipano al progetto vengono proposti dal parroco. Prerequisiti indispensabili sono: disponibilità ad aprirsi a nuove esperienze di catechesi e di animazione; disponibilità al dialogo, al confronto e alla collaborazione con le altre figure educative impegnate nel progetto; acquisizione del metodo esperienziale; acquisizione delle tecniche di animazione fondamentali; Essi conoscono e fanno propri il metodo esperienziale e le tecniche di animazione mediante incontri periodici con i formatori che si svolgeranno nel periodo aprile settembre. Nella prima fase del percorso i catechisti sono affiancati dai formatori, i quali li guideranno nella progettazione e nella realizzazione degli incontri. Nella seconda fase, i catechisti, ormai entrati completamente nella Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 6

dinamica esperienziale, sono affiancati dai formatori solo nell ambito della progettazione e della verifica del cammino di fede. 4.3 Le figure educative: i cortilai La figura del cortilaio è stata introdotta nell anno pastorale 2007/2008 nell ambito delle attività oratoriali, al fine di valorizzare quei ragazzi che, terminate le scuole medie, desiderano mettersi a disposizione dei più piccoli ma non possiedono ancora una formazione in ambito educativo. Come dice la parola stessa, il cortilaio è colui che sta nel cortile, cioè nel luogo in cui si svolge la prima accoglienza: egli contribuisce a creare il clima di gioia ed entusiasmo indispensabile per avvicinare i ragazzi. Il cortilaio è un giovanissimo, frequentante almeno la terza media, alla prima esperienza educativa, che affianca gli educatori nelle attività oratoriali: entra così in contatto con i ragazzi, impara a conoscerli e ad amarli, e al tempo stesso collabora con l educatore nella realizzazione pratica delle iniziative. Egli partecipa mensilmente agli incontri di formazione proposti dal parroco e dai formatori al fine di assimilare le tecniche di animazione e di gestione di un gruppo e di crescere come educatore e come cristiano. Quando il parroco e il consiglio oratoriale lo ritengono pienamente formato, il cortilaio diventa educatore di oratorio ed è chiamato a gestire un gruppo sportivo o un laboratorio oratoriale. Nell ambito del presente progetto, il cortilaio è chiamato ad affiancare il catechista Ciò che è richiesto è una collaborazione, una disponibilità a impegnarsi e lavorare là dove il catechista non può occuparsi in prima persona. Nel corso del cammino di catechesi, infatti, bisogna confrontarsi con la realtà, misurarsi con i lati "pratici". Si inserisce allora la figura del cortilaio che, aiutando il catechista, mette a disposizione il proprio impegno e le proprie capacità. Può, per esempio, preparare schede, fare fotocopie, pensare a cartelloni, preoccuparsi del materiale "tecnico" per ogni incontro, inventare giochi: tutto ciò può sembrare secondario, ma è invece la marcia in più. Il compito del cortilaio non si limita a questioni "tecniche". Infatti i cortilai si trovano tra due "poli": i bambini da una parte e il catechista dall'altra. La vicinanza di età del cortilaio rispetto ai ragazzi permette di intuire le loro esigenze e difficoltà: egli capisce i bisogni che nascono nel gruppo e propone le proprie soluzioni ai problemi che emergono di volta in volta. Inoltre ha un occhio particolare per le situazioni critiche che si creano quando i bambini non riescono a inserirsi bene. È un "intermediario" tra i ragazzi e gli educatori e non solo permette uno svolgimento delle attività più efficace, ma il suo servizio diventa un'importante esperienza nel suo cammino di crescita, perché può rivivere con una nuova consapevolezza il cammino spesso "subito" da piccolo e nello stesso tempo imparare a mettersi in gioco in prima persona, per poter assumere, magari in futuro, il compito di educatore. Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 7

5. Il progetto: i contenuti La strutturazione del cammino di catechesi esperienziale nasce da una mediazione tra i contenuti del testo catechistico Io sono con voi e il cammino annuale proposto dall Azione Cattolica Ragazzi. Punti di riferimento per il percorso esperienziale sono: conoscenza e comprensione delle verità di fede fondamentali; conoscenza delle preghiere di base: Padre nostro, Ave Maria, Angelo di Dio, Preghiera del mattino, Preghiera della sera, Preghiera dei pasti; esperienza di vita cristiana mediante l inserimento nella comunità parrocchiale; partecipazione alle attività proposte dalla Pastorale dei Ragazzi; introduzione del canto come strumento di animazione e preghiera; coinvolgimento delle famiglie mediante incontri sistematici; una novità consiste nell angolo dei genitori: gli incontri si concluderanno con un attività (domanda, preghiera, disegno) che i fanciulli svolgeranno a casa con i genitori. 6. Il progetto e le famiglie Il progetto elaborato non è destinato solo ai ragazzi, ma anche alle loro famiglie. Con esse viene intrapreso un cammino che ha un duplice obiettivo: coinvolgerle nella comunità di credenti in modo tale che, con i loro figli, siano presenti e sostenute quotidianamente nella loro vita cristiana, celebrando i sacramenti, approfondendo la Parola e testimoniando la carità nella professione e nella società; abilitarle a rendere la propria famiglia un luogo dove si fa comunione non solo fisicamente, umanamente e socialmente, ma anche cristianamente: cioè un luogo dove si parla di Cristo, lo si prega insieme, si vivono i valori evangelici trasmessi dalla comunità cristiana. Sinteticamente possiamo parlare di: catechesi con la famiglia: rivolta ai genitori in occasione del percorso esperienziale; per un approfondimento sistematico e integrale della fede; per uno sviluppo della missione e della testimonianza della famiglia; catechesi nella famiglia: porre l accento sull ambiente domestico come luogo favorevole per il germogliare e il crescere della fede, come centro di irradiazione del Vangelo e come punto di accoglienza per tutti; catechesi della famiglia: è l assunzione in proprio della responsabilità di esercitare il magistero della Parola e della vita da parte dei genitori nei confronti dei figli. Per favorire il coinvolgimento dei genitori è utile stabilire alcuni criteri: accoglienza. Questo è termine è molto usato, tuttavia spesso non è seguito da scelte coerenti. Accogliere significa rispettare, onorare e amare ogni famiglia, qualunque sia la sua Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 8

situazione umana e sociale. Accogliere significa: essere disponibili all ascolto attento, partecipe, positivo; essere affabili, cordiali, benevolenti; venire incontro alle legittime esigenze delle famiglie; curare sempre il luogo e gli orari degli incontri; offrire, non imporre; essere attenti alle persone e alle famiglie concretamente, così come sono; prendere in considerazione il diverso vissuto di fede di ciascuno; comunicare con semplicità e serietà; sviluppare un clima relazionale favorevole, che porti ad accettare la possibilità di cambiamento e volerlo; partire dalla vita delle persone e dai loro ruoli. Al centro ci sono i genitori con i loro progetti, il loro ruolo parentale sperimentato a volte come difficile e faticoso. Queste attenzioni dovrebbero essere tenute presenti anche nella individuazione dei contenuti per il primo approccio: l educazione dei figli, l esperienza familiare sono temi di aggancio molto significativi e fecondi. Occorre valutare la possibilità di offrire itinerari differenziati, valorizzando anche altre esperienze e realtà presenti nella parrocchia. S.Agostino diceva: «Per fare catechesi bisogna mettersi davanti alle persone e alle loro situazioni»; curare le motivazioni. L adulto ha bisogno di percepire l utilità di ciò che sta facendo. Se la partecipazione ai percorsi proposti è contrassegnata da motivazioni povere, è opportuno un loro approfondimento, in modo da guidarli verso motivazioni più consapevoli e più mature; trattare i genitori da adulti. Sono i genitori i protagonisti dei percorsi che li riguardano, anche nella determinazione delle modalità e dei contenuti del cammino. Questo non significa che siano loro a decidere autonomamente i contenuti, ma richiede che gli animatori degli itinerari motivino le proposte che fanno, ne spieghino le ragioni, prendano in considerazione le proposte alternative, per giungere a un progetto di formazione che sia condiviso e non percepito come imposto. Gli incontri devono essere realizzati con forme aperte al dialogo, instaurando relazioni interpersonali aperte e sincere. Far partecipare significa fare in modo che adulti e ragazzi percorrano insieme, ciascuno con il modo che gli è proprio, un cammino di fede; far partecipare significa promuovere le persone e le situazioni; dare agli itinerari continuità e organicità. Non ci si può accontentare di incontri occasionali e sporadici, ma è bene offrire un progetto serio e chiaro; integrare l itinerario con i genitori con quello dei figli nel gruppo di catechesi esperienziale. L esperienza mostra la positività di realizzare momenti aventi una dimensione intergenerazionale, momenti cioè che coinvolgono a realtà familiare nel suo insieme, nei quali si accompagnano i genitori a riconoscere e ad assumere le proprie responsabilità di educatori nella fede dei figli e i figli stessi diventano maestri nella fede dei loro genitori. Il presente documento Linee per un progetto di Catechesi Esperienziale è stato approvato dal Consiglio Pastorale e dal Consiglio di Azione Cattolica parrocchiali e inviato per conoscenza - al Direttore dell Ufficio Catechistico diocesano; - al Presidente diocesano di Azione Cattolica; - al Direttore dell Ufficio Sport e Tempo libero diocesano; Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 9

Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - Formia 10