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Transcript:

PATRICK AMBLARD Vorrei ringraziare la Regione Sardegna per avermi invitato a questo evento e vorrei, a livello personale, ringraziare l Assessore La Spisa, soprattutto per la sua accoglienza, per il suo discorso che mi è piaciuto moltissimo e per quello io condivido dalla prima all ultima parola tutto ciò che lei ha detto. Questa mattina la mia presentazione sarà articolata su quattro punti: io parlerò della Politica di Coesione 2007/2013 vedremo i principî, poi lo scenario italiano, poi la crisi e alla fine parleremo della programmazione degli interventi del FESR. Come voi sapete la Politica di Coesione serve a ridurre le disparità sociali, economiche dell Unione Europea. L Unione Europea è ancora caratterizzata da grandi disparità, infatti una regione su quattro ha un Pil per abitante inferiore al 65/75 della media dell Unione Europea. Le basi giuridiche di questa Politica di Coesione sono due: abbiamo nel Trattato di Roma l articolo 2 che dice La Comunità ha il compito di promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile dall insieme della comunità e la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli stati membri ; devo dire che con il Trattato di Lisbona abbiamo aggiunto un terzo elemento sulla coesione che è la coesione territoriale. Poi abbiamo l articolo 158 del Trattato che dice: La Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite o insulari comprese le zone rurali. I Regolamenti, per il periodo 2007/2013, hanno fissato tre Obiettivi: la Convergenza per gli Stati membri, regioni con Pil pro capite inferiore a 75 del Pil medio e qui abbiamo la gran parte delle risorse finanziarie che sono su questo Obiettivo Convergenza, abbiamo 81,5% di tutte le risorse della Politica di Coesione; e devo dire che soprattutto la prospettiva del post 2013, l unico accordo che abbiamo tra l Unione a 27 è per il mantenimento di questo Obiettivo della convergenza. Però, all interno della convergenza, abbiamo una sottocategoria che si chiama in inglese, mi dispiace non so come dirlo in italiano, il phasing out che sono le regioni per cui il Pil procapite supera la soglia a causa dell effetto statistico dell Unione allargata; per l Italia voi avete una regione che in questo caso si tratta della Basilicata. Poi tutte le altre regioni sono nell Obiettivo che si chiama Competitività regionale e occupazione per il quale le dotazioni finanziarie sono del 16% del totale della Politica di Coesione. All interno di questo Obiettivo abbiamo anche una sottocategoria, il phasing in, che sono le regioni che hanno un Pil procapite superiore a 75 ma che nel periodo precedente erano nell Obiettivo 1 e, come l Assessore ha detto, è il caso della vostra regione. L ultimo Obiettivo, per il quale abbiamo il 2,5% della dotazione, riguarda la Cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. SESSIONE PLENARIA LA POLITICA DI COESIONE EUROPEA 2007 2013 2

Questa tabella dà la ripartizione delle allocazioni delle risorse per obiettivo e per territorio; attiro la vostra attenzione sull ultima colonna che fornisce l ammontare di risorse disponibili pro capite. Si può vedere che il sostegno annuale pro capite è otto volte inferiore nell Obiettivo competitività in rapporto all Obiettivo convergenza, e io attiro anche la vostra attenzione anche sulle regioni phasing in, come la Sardegna, in cui il reddito pro capite è di circa il 50% dell Obiettivo convergenza. I principî sono quattro grandi principî: l addizionalità, principio che voi conoscete tutti e dunque si tratta di assicurare che le risorse comunitarie non sostituiscono le spese nazionali, devo dire che noi seguiamo con attenzione l evoluzione dell addizionalità in Italia; l altro principio è quello della complementarietà e dello sviluppo sostenibile e parità di genere; il partenariato, e su questo punto è la responsabilità degli Stati membri da organizzare le forme di partenariato; la gestione compartecipata questo, o condivisa, è molto importante. Significa che la Commissione dà dei compiti particolari alle regioni che sono responsabili della gestione finanziaria valida. L ultimo principio che ho aggiunto è quello della proporzionalità e questo è un principio che si è aggiunto per il periodo 2007/2013 e l obiettivo è di cercare una proporzionalità tra l importo delle spese del programma e tutta l attività di valutazione, di gestione, di controllo e di riporti. Vediamo adesso lo scenario italiano. Devo dire che il contesto italiano si presenta complesso. Insieme ad elementi positivi ce ne sono altri meno positivi; gli elementi positivi sono veramente un disegno ambizioso. Devo dire che tutti i programmi italiani erano ben negoziati, abbiamo una pianificazione di qualità, progetti integrati, concentrazione sui temi, concentrazione, come lo dicevo sulla ricerca, abbiamo 36% sulla ricerca Information Society e anche una concentrazione sull energia, risparmio energetico, risorse rinnovabili di energia. L Italia è il primo paese dell Unione a 27 ad avere dato un importo così importante sull energia, e questo mi sembra essere un eccellente segno in questa rivoluzione che si farà nei prossimi anni per quanto riguarda l energia. L altro elemento positivo è anche il ruolo delle regioni che pian piano è più importante. Però, come dappertutto, abbiamo anche elementi meno positivi che sono in alcune regioni un problema di governance, un problema di capacità amministrativa che non è ancora al suo ottimo. Abbiamo dei voi avete dei vincoli di bilancio stretti, il debito pubblico, lo vedremo dopo, il Patto di stabilità interna, ieri ho già sentito che alcune spese non possono farci perché ci abbiamo già le regole del Patto di stabilità interno. E poi un grosso problema si riferisce al volume contenuto degli investimenti nazionali. Su questo punto ho preparato questo grafico dove si vede che nel Mezzogiorno ci sono meno risorse per gli investimenti che la media italiana. SESSIONE PLENARIA LA POLITICA DI COESIONE EUROPEA 2007 2013 3

Voi sapete che l obiettivo per il Mezzogiorno era una percentuale di spesa, un conto capitale pari al 40% nel 2000/2001, siamo adesso al 35% dunque abbiamo ogni anno un trend negativo. Se voi vedete quello che succede in altre regioni, altri paesi che hanno delle regioni da convergenza come la Spagna e la Germania, vedete un trend che è esattamente il contrario di quello dell Italia. Questo mi sembra importante perché da parte mia noi non possiamo fare una Politica di Coesione che abbia un impatto se non abbiamo, anche livello nazionale, un trend che va nella nostra direzione e questo mi sembra essere un problema nel caso italiano. Adesso io vorrei parlare della crisi e vorrei sviluppare tre aspetti. Il primo concerne le caratteristiche. Voi lo sapete, la crisi è eterogenea per settore e per territori, vedremo dopo le risposte dell Italia e vedremo due pacchetti anti-crisi che il Governo italiano ha preso in novembre 2008 e in febbraio 2009 e poi vi spiegherò le risposte dell Unione Europea. Se guardiamo il Pil del primo trimestre 2009 assistiamo a una diminuzione pari al 2,4% in rapporto al quarto trimestre 2008, ma di 5,9% punti in rapporto al trimestre 2008. Il fattore più negativo dell andamento della crisi è il suo impatto sull industria manifatturiera in Italia. Come si può vedere dal grafico, gli indicatori di produzione industriali di altri paesi come la Francia, la Germania ma anche la media della zona EURO si stanno invertendo verso maggio, mentre per l Italia non c è ancora, in basso, di segnali di inversione del trend. Questa caduta della produzione industriale in Italia era vicina del 24% in rapporto al 15,9% in Francia e il 20% per la media della zona EURO. Per altro bisogna sottolineare che il trend reale del Pil è peggiore delle previsioni e che il ritorno del trend positivo è previsto a metà 2010. Per l Italia le previsioni del Pil, della riduzione del Pil sul 2009 erano in gennaio di questo anno di meno 2%, infatti siamo oggi a meno 4,5%; ma questo trend è vero anche a livello della zona EURO, non è un problema italiano; per esempio, le previsioni sulla zona EURO erano in gennaio anche meno 1,9% e siamo a meno 4%. E poi, non ho fatto una slide ma voi lo sapete anche che c è una riduzione dell accesso al credito che è abbastanza importante, ho nelle mani alcuni dati dove si vede che nel Sud dell Italia abbiamo avuto una riduzione di 1/3 dell accesso al credito tra marzo 2008 e marzo 2009. Va sottolineato che il deterioramento della situazione economica si ripercuote sul deficit e sul debito pubblico dell Italia, per esempio se si guarda il rapporto deficit/pil vediamo un andamento da meno 2,7% nel 2008 al 4,5% quest anno e con delle previsioni di meno 4,8% nel 2010. Devo dire, ho visto questa mattina nel giornale, l Italia fa bene in rapporto agli altri 24 Paesi membri perché mi ricordo di avere visto meno 6% per la Francia, meno 10% per l Inghilterra e con mia gran sorpresa ho visto, perché sono anche responsabile di Malta, che SESSIONE PLENARIA LA POLITICA DI COESIONE EUROPEA 2007 2013 4

non c èra una procedura di deficit per Malta ma questo non è vero perché abbiamo lanciato anche una procedura di deficit su Malta. Dunque e poi abbiamo anche lo stesso trend sul debito per in rapporto al Pil, vediamo un aumento di 105/106 nel 2008 verso 113 nel 2009. Anche il tasso di disoccupazione si sta aggravando di pari passo: il tasso di disoccupazione è passato da 6,8% nel 2008 a 8,8% per questo anno e forse più del 9% nel 2010; è sempre peggio, ma voi conoscete meglio di me la situazione in Spagna dove hanno già per quest anno un tasso vicino al 20%. Dunque, per concludere, si assiste nel 2009 ad un aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, e alla riduzione dei consumi e degli investimenti a causa dell aumento della disoccupazione e, come abbiamo visto, della caduta dell industria manifatturiera. In Sardegna la crisi è anche eterogenea per settore e per territorio. Abbiamo una caduta brutale dei livelli produttivi, soprattutto nei settori dell industria e della costruzione, abbiamo alcune zone che sono colpite più che le altre come Carbonia, Iglesias e Nuoro, e poi, sulla base dei dati di ieri del Nucleo di Valutazione, abbiamo possiamo vedere che il tasso di disoccupazione in Sardegna è passato dal 9,9% nel 2007 al 12,12% nel 2008 e, tra settembre 2008 e marzo 2009, i disoccupati sono aumentati di ¼ e siamo a 222mila unità. Le autorità nazionali sono intervenute con due iniziative precise di contrasto agli effetti della crisi economica. Allora, la prima iniziativa era presa dal Governo nel novembre 2008 e aveva tre volet di intervento: gli ammortizzatori sociali, la realizzazione degli investimenti con la messa in cantiere di alcune infrastrutture sulle quali i fondi strutturali saranno mobilizzati e il bonus fiscale per le società. Poi c era un secondo pacchetto deciso in febbraio di quest anno che ha agito sulla domanda tramite incentivi per l acquisto di prodotti che promuovono l efficienza energetica. Come voi vedete, i volumi di queste iniziative sono abbastanza modesti, siamo a 0,7% del Pil; questo volume è modesto soprattutto in rapporto alle iniziative di altri Paesi europei che non hanno vincoli di bilancio così potenti come l Italia. A livello della Commissione abbiamo lanciato delle iniziative di contrasto a partire dal novembre 2008. Per quanto riguarda più particolarmente la Politica di Coesione noi siamo intervenuti in dicembre attraverso un pacchetto di iniziative, quali la proroga della programmazione 2000/2006, in modo da poter spendere risorse che erano già sui territori; l incremento del pre-finanziamento agli Stati membri che per l Italia significa un volume di risorse disponibili di circa 700 milioni di euro; semplificazione nella cessione degli interventi in modo da accelerare i finanziamenti a favore dei beneficiari finali; maggiore ricorso a strumenti di ingegneria finanziaria per creare fondi di rotazione che SESSIONE PLENARIA LA POLITICA DI COESIONE EUROPEA 2007 2013 5

agiscano per finanziare investimenti a favore delle piccole e medie imprese e dell artigianato; ampliamento del campo di intervento del FESR; ammissibilità di nuove attività che prima non erano ammesse nei 15 Paesi pre-allargamento. In maniera complementare alle iniziative della DG Regio il Commissario della concorrenza ha elaborato un temporary framework, un quadro temporaneo per gli aiuti di stato. Questo quadro comporta cinque tipologie d intervento: aiuti a livello di 500mila euro, estensione della gamma degli aiuti sotto forma di garanzia, aiuti sotto forma di interessi agevolati, aiuti per la realizzazione di prodotti verdi e supporto al capitale di rischio. Oggi lo Stato Italiano ha notificato tutte queste cinque tipologie di qui quattro sono approvati, l ultimo riguarda i prodotti verdi per i quali ci sono state chieste delle informazioni complementari ma che non rimettono in causa la concessione degli aiuti. Andiamo adesso all ultima parte della mia presentazione, la programmazione degli interventi del FESR. Io parlerò della Sardegna. Qual è la situazione dell attuazione del programma 2000/2006 in Sardegna? Al 28 febbraio 2009 il livello dei pagamenti era pari al 94% delle risorse assegnate, però con una situazione non omogenea fra gli Assi prioritari. Purtroppo la priorità più in ritardo è la terza, che prevede interventi nel settore della ricerca, quindi in una delle priorità più strategiche della politica di Lisbona. Per altro, i progetti conclusi e operativi sono solo al 62% del totale e ricordo che i progetti non completati e non operativi non sono ammissibili al finanziamento come in Italia. Secondo quanto pubblicato dall ICRUE, per quanto riguarda la programmazione 2007/2013, se guardiamo la situazione degli interventi al 30 aprile vediamo che gli impegni sono di 0,11% delle risorse e i pagamenti di 0,01% delle risorse. Per evitare il disimpegno automatico di una parte delle risorse comunitarie è necessario certificare alla Commissione, come ha detto l Assessore nel suo discorso, un importo di 263 milioni di euro, e questo senza dubbio, non voglio ripetere le parole dell Assessore, è la sfida più importante nei prossimi sei mesi. Devo dire, ripetere anche quello che le parole dell Assessore il profilo del bilancio della Sardegna con questo phasing in non aiuta; è veramente una situazione unica, perché dei 28 programmi italiani è solo la Sardegna che ha una tranche 2007 che è più elevata di tutti gli altri. Dunque il problema in Italia è per la Sardegna nel 2009 e per le 27 altre regioni sarà nel 2010, però posso dire a lei Assessore, questo non aiuta, per la sua informazione che la sfida per le altre 27 regioni sarà allo stesso livello di importanza l anno prossimo. In conclusione vorrei individuare alcune cose che ci attendiamo dalla regione nei prossimi mesi. Per quanto riguarda la programmazione 2000/2006 non parlo di mesi ma SESSIONE PLENARIA LA POLITICA DI COESIONE EUROPEA 2007 2013 6

di giorni a mio parere le piste sono tre: utilizzare la totalità delle risorse comunitarie disponibili; fare uno sforzo affinché tutti gli Enti, a tutti i livelli, si impegnino alla chiusura delle operazioni entro il 30 giugno 2009 e rendere operativi tutti i progetti che sono stati finanziati. Invece, per quanto riguarda la programmazione 2007/2013, credo che sia necessario attuare cinque piste: seguire con efficacia e metodo il processo di attuazione attraverso uno scadenzario delle attività procedurali, devo dire che la proposta di cronoprogramma delle attività è stata condivisa ieri dal Comitato di Sorveglianza del POR; individuare le attività del POR che contribuiscono al rilancio economico e al mantenimento dell occupazione, privilegiando quelli che si possono attuare rapidamente; impegnare presto almeno il 50% delle risorse e portare il programma a regime entro la fine del 2009; accelerare le procedure della messa in cantiere dei progetti previsti dal Programma Operativo e sfruttare tutte le nuove opportunità offerte dalla normativa comunitaria per meglio rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini e delle imprese. In conclusione devo dire che il contesto è difficile, la crisi ha colpito anche la Sardegna ma ci sono risorse e obiettivi che, se attuati rapidamente, possono invertire la situazione e dimostrare così che la Politica di Coesione, se attuata efficacemente, può dare dei benefici per lo sviluppo della vostra Regione. Ho notato con soddisfazione ieri nel Comitato di Sorveglianza che l Amministrazione è cosciente della situazione attuale, è determinata ad affrontare la sfida che l attende. Se questa sfida sarà compiuta da tutte le Amministrazioni responsabili per l attuazione delle attività del Programma Operativo, ci sono buone ragioni per essere fiduciosi che gli obiettivi saranno raggiunti. Vi ringrazio tutti voi, in particolare tutti gli attori che sono impegnati per attuare le Politiche dell Unione Europea sul territorio. Vi ringrazio per la vostra attenzione. SESSIONE PLENARIA LA POLITICA DI COESIONE EUROPEA 2007 2013 7