Le professioni sanitarie: uno sguardo al futuro Antonello Masia e Vanda Lanzafame Direzione Generale per l Università Meeting d Autunno Conferenza permanente delle classi di laurea delle professioni sanitarie Portonovo di Ancona, 27-28 settembre 2007 1 Gli ordinamenti didattici: il quadro normativo La formazione universitaria degli operatori socio sanitari risale alla legge 341/90 (istituzione dei Diplomi Universitari). Regolamento 3 novembre 1999, n. 509 autonomia universitaria: emanato in applicazione della Legge 127/97, che detta le disposizioni sui criteri generali per l ordinamento degli studi universitari, determina la tipologia dei titoli di studio rilasciati dall Università; attribuisce agli atenei, ai fini della realizzazione della piena autonomia didattica e con l osservanza delle procedure previste dalla legge e dagli statuti degli atenei, il potere di emanare gli ordinamenti didattici dei propri corsi Regolamento 22 ottobre 2004, n. 270: modifica alcune norme del DM 509: una nuova caratterizzazione del corso di laurea triennale, la nuova denominazione di laurea magistrale della precedente specialistica, la revisione delle classi, maggiore flessibilità e autonomia delle università nella definizione dei contenuti curriculari. DM 27 gennaio 2005 n. 15, modificato dal DM 23 marzo 2006 n. 203 e dal DM 252/2006: concernente il possesso dei requisiti minimi per l attivazione dei corsi di studio. 2 1
La riforma della didattica L avvio della XV Legislatura Con l insediamento del nuovo Governo, il Ministro Mussi, nel maggio 2006, ha ritirato dalla Corte dei Conti i decreti sulle classi predisposti nella precedente legislatura per avviare una nuova riflessione sulle proposte di revisione. In data 16.3.2007 sono stati adottati due nuovi decreti ministeriali sulle classi di laurea e di laurea magistrale(pubblicati in GU rispettivamente il 6 e il 9 luglio 2007), che introducono parziali modifiche rispetto ai precedenti decreti. Si tratta di rispondere ad un nuovo forte impulso al processo di razionalizzazione del sistema formativo, nel segno della qualità, dell efficienza, dell innovazione e della congruità formativa dell offerta didattica. 3 Le nuove classi di laurea I nuovi Decreti ministeriali sulle classi di laurea di I e II livello presentano alcune modifiche sostanziali: rispetto ai DD.MM. del 4 agosto e 26 novembre 2000 non cambia molto il numero delle classi (43 quelle di I livello, mentre le magistrali scendono da 104 a 94); il processo di revisione delle classi deve essere ancora completato con quelle afferenti all area sociosanitaria e difesa e sicurezza; cambiano i meccanismi interni ai curricula: nelle lauree triennali è previsto un massimo di 20 esami, per le magistrali di 12 (anziché 8/10 per anno); le Università dovranno aggregare più moduli per ottenere uniche prove finali e meno frammentazione didattica; 4 2
Le nuove classi di laurea è garantito il riconoscimento di almeno la metà dei crediti accumulati agli studenti che nell ambito di una stessa classe si trasferiscono da un Università a un altra o da un corso di laurea ad un altro (era prevista solo come raccomandazione); almeno la metà dei CFU dei nuovi corsi dovranno essere tenuti da docenti e ricercatori di ruolo nelle materie che fanno parte del corso di laurea stesso (ovvero convenzionati con altri Atenei); il limite dei crediti formativi riconoscibili per le conoscenze e le abilità professionali, ai fini della laurea triennale o della laurea magistrale, è pari rispettivamente a 60 e 40 (art. 1, comma 147, della Legge 24.11.06 n. 286); 5 Le nuove classi di laurea per garantire infine una maggiore razionalizzazione dell offerta, la legge Finanziaria 2007(comma 653) pone rigorosi vincoli alle Università per l istituzione di nuovi corsi di studio fuori sede; per l attuazione della riforma sarà garantita la gradualità nell arco di un biennio (per essere definitiva nell anno accademico 2010-2011) non è più prevista la fase di sperimentazione; 6 3
Le Professioni sanitarie: le nuove classi Il 12.06.07 sono stati elaborati, in stretto coordinamento con il CUN, due distinti decreti per la definizione della nuove classi dei corsi di laurea e di laurea magistrale per le professioni sanitarie. Su tali schemi dovrà essere acquisito il concerto del Ministero della Salute nonché l avviso delle competenti Commissioni Parlamentari (VII). Dopo la firma, i decreti dovranno essere trasmessi alla Corte dei Conti per la registrazione. Rispetto alla previgente disciplina (DDMM del 2.04.2001), i relativi ordinamenti hanno recepito le proposte del CUN. 7 Le Professioni sanitarie: le peculiarità Rispetto al quadro generale dei decreti sulle classi di I e II livello del 16.03.07, le proposte presentano le seguenti specificità: non si fa riferimento all obbligo di copertura del 50% degli insegnamenti con professori di ruolo o fuori ruolo, in quanto tali corsi sono disciplinati anche dal D Lgs 502/92 (che prevede che venga di norma utilizzato per la docenza personale del SSN); non è stato inserito il limite massimo di 20 esami o valutazioni finali di profitto in quanto, trattandosi di formazioni abilitanti per specifici profili professionali regolamentati dal Min. Salute, devono attenersi alle esigenze formative concordate con tale amministrazione e dettate, nel caso di infermieri e ostetriche, da apposite normative comunitarie; per le lauree di I livello, l indicazione dell impegno orario complessivo dello studente è stata modificata in misura non superiore al 30%, in considerazione dell elevato contenuto pratico della formazione stesso, il cui monte orario è fissato dalle normative comunitarie; 8 4
Le Professioni sanitarie:le peculiarità i corsi afferiscono alla Facoltà di Medicina e chirurgia; si svolgono c/o le Aziende ospedaliere e ospedalierouniversitarie, negli IRCCS e nelle strutture accreditate convenzionate; utilizzano una docenza di norma affidata al personale del ruolo sanitario; assicurano agli studenti una formazione di elevato contenuto pratico per almeno il 70% dell impegno orario riservato allo studio personale; Il titolo di studio rilasciato (laurea) ha valore abilitante. 9 L Osservatorio Nazionale per le Professioni sanitarie (art 10) Formula proposte ed esprime pareri per la definizione di: - requisiti di idoneità organizzativi, strutturali e tecnologici ai fini dell accreditamento delle strutture universitarie e ospedaliere; - criteri e modalità per assicurare la qualità della formazione. È composto da: - 3 esperti o funzionari in rappr. del MiUR e 3 del Min. Salute; - 2 rappresentanti delle Fac. di Medicina e Chirurgia, designati dalla Conferenza dei Presidi, tra i quali è nominato il Presidente dell Osservatorio; - 2 professori universitari in rappresentanza del CUN; - 3 esperti in rappresentanza delle Regioni, designati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Ai lavori dell Osservatorio possono partecipare: - rappresentanti degli Ordini, dei Collegi e delle Associazioni professionali; - studenti iscritti ai corsi di laurea. 10 5
Revisione dei corsi di studio: le Linee guida Con DM n. 386 del 16 luglio 2007, il Ministro Mussi ha emanato le Linee Guida per l'istituzione e l'attuazione dei corsi di studio di lauree e lauree magistrali. Si tratta dell atto di indirizzo che dà il via alla riprogettazione integrale di tutti i corsi di laurea di primo e di secondo livello, tra il 2008 e il 2010. Contenuti: Gruppo di Lavoro (CRUI, CUN, Interconferenza dei Presidi, CNVSU) Obiettivi generali di sistema Chiarimenti interpretativi dei decreti sulle classi Raccomandazioni Requisiti per l attivazione dei corsi di studio 11 Linee guida: obiettivi Vengono fissati gli obiettivi della riforma: Migliorare efficacia, qualità e coerenza dei percorsi di laurea e di laurea magistrale; Correggere le criticità registrate durante la prima applicazione della riforma; Favorire l effettiva mobilità degli studenti; Innescare una diversa competizione tra Atenei, fondata non sul numero degli iscritti bensì sulla qualità, da valutare (attraverso l ANVUR) e incentivare. 12 6
I livello: Linee guida: obiettivi per le lauree di I e II livello II livello: Assicurare un incremento del numero dei laureati rispetto ai maturi Ridurre gli abbandoni; Creare equilibrio tra durata reale e durata prevista per il conseguimento del titolo; Incrementare la qualità, assicurando conoscenze e competenze spendibili per il lavoro e le professioni. Innalzare la formazione ai più alti livelli; Garantire la specializzazione delle conoscenze rispetto ai percorsi di I livello; Fornire una preparazione adeguata per un ingresso nel mondo del lavoro ai più impegnativi livelli; Elevare i requisiti di accesso dei laureati, che devono essere in possesso di una solida preparazione di base 13 Linee guida:obiettivi per gli atenei Riduzione complessiva dell offerta di corsi di studio (in particolare se non sostenuti da adeguata domanda) Maggiore articolazione in curricula dei percorsi formativi, in particolare di II livello; Concreta, effettiva e realistica definizione degli obiettivi formativi di ciascun corso di studio: Equilibrata distribuzione degli impegni didattici dei docenti in funzione di un offerta formativa proporzionata all organico (con un impegno complessivo annuo per docente di norma non inferiore ai 12 CFU e non superiore ai 18 CFU); Introduzione di forme organizzative della didattica più compatte e di metodi didattici avanzati e interattivi; Riconoscimento di formazione pregressa, competenze e abilità professionali in termini rigorosamente individuali e attraverso forme di accertamento e certificazione, entro limiti previsti dai DDMM; Più raccordo con la scuola secondaria e diffusione di corsi di studio e singoli insegnamenti in lingua straniera; Favorire la mobilità di studenti, ricercatori e docenti. 14 7
L attivazione dei corsi di studio: i Requisiti Si tratta di regole e criteri quali-quantitativi per assicurare la qualità dell offerta formativa in termini di: Risorse di docenza strutturata Utenza sostenibile Copertura specifica di CFU di base e caratterizzanti Rappresentano uno strumento di pubblicità e trasparenza per gli studenti. L insieme dei requisiti costituisce poi una tappa verso l accreditamento dei corsi di studio. 15 Requisiti: il quadro normativo DM 270/2004 art. 9, commi 2 e 3:...le università attivano i corsi di studio nel rispetto dei requisiti strutturali, organizzativi e di qualificazione dei docenti dei corsi determinati con decreto del Ministro nell'osservanza degli obiettivi e dei criteri della programmazione del sistema universitario...... L'attivazione dei corsi di studio...é subordinata all'inserimento degli stessi nella banca dati dell'offerta formativa del Ministero, sulla base di criteri stabiliti con apposito decreto ministeriale DM 15/05, modificato dal DM 203/06 e dal DM 252/06, concernente il possesso dei requisiti minimi per l attivazione dei corsi di studio. DDMM 16 marzo 2007 concernenti la definizione delle nuove classi dei corsi di studio universitari. In particolare, l art. 1, comma 9, dispone che le università di norma attivano corsi di studio con i nuovi ordinamenti.. tenendo conto delle esigenze che insegnamenti corrispondenti ad almeno 60 crediti siano tenuti da professori o ricercatori inquadrati nei relativi settori scientifico-disciplinari e di ruolo presso l'ateneo, ovvero in ruolo presso altri atenei sulla base di specifiche convenzioni tra gli atenei interessati. Nessun professore o ricercatore di ruolo può essere conteggiato in totale più di due volte per insegnamenti comunque tenuti in corsi di laurea o in corsi di laurea 16 magistrale, sia nel proprio che in altri atenei. 8
Requisiti: le Linee Guida (par. 4) Saranno definiti a regime, su proposta del CNVSU, con apposito DM; In via transitoria e fino all adozione del predetto DM, si applicano i requisiti individuati dai DDMM n. 15/04 e 203 e 252 del 2006; Nella prospettiva di un progressivo miglioramento della qualità e della definizione di procedure di accreditamento dei corsi di studio da parte dell ANVUR, per l attivazione dei corsi stessi si richiede la disponibilità di un numero di docenti di ruolo non inferiore a 4 per anno e un livello di copertura degli insegnamenti di base e caratterizzanti pari ad almeno il 50% dei CFU. 17 Requisiti: problemi aperti Individuazione delle risorse di docenza per: - i corsi attivati dagli Atenei non statali; - i corsi afferenti ad aree ove sono richieste professionalità extrauniversitarie (traduzione e interpretazione, servizio sociale); - i corsi per la formazione dei profili sociosanitari; L impatto per la riduzione degli esami di profitto (20 per il I livello e 12 per il II); I requisiti per gli Atenei di nuova istituzione; I requisiti per gli Atenei telematici. 18 9
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