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IL DIRIGENTE. VISTO il decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259, recante il Codice delle comunicazioni elettroniche, e in particolare l art.

IL COMITATO REGIONALE PER LE COMUNICAZIONI

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Oggetto: DEFINIZIONE DELLA CONTROVERSIA: XXXXXXX XXX /Telecom Italia XXX Presenti: SANDRO VANNINI GIANCARLO MAGNI RENATO BURIGANA LETIZIA SALVESTRINI MAURIZIO ZINGONI Presidente Vice Presidente Assenti: Presiede: Sandro Vannini Segretario: Luciano Moretti Dirigente della struttura di assistenza al Comitato incaricato della redazione del presente atto Allegati N. 0

Il COMITATO REGIONALE per le COMUNICAZIONI VISTI: - la legge 14 novembre 1995, n. 481, "Norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità. Istituzione delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità"; - la legge 31 luglio 1997, n. 249 "Istituzione dell Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo", in particolare l art. 1, comma 6, lettera a), n. 14 e comma 13; - il decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 recante il Codice delle comunicazioni elettroniche ; - la Delibera Agcom n. 179/03/CSP Approvazione della direttiva generale in materia di qualità e carte dei servizi di telecomunicazioni ai sensi dell articolo 1, comma 6, lettera b), numero 2, della legge 31 luglio 1997, n. 249 e successive modifiche e integrazioni; - la Delibera Agcom n. 173/07/CONS, All. A "Regolamento in materia di risoluzione delle controversie tra operatori di comunicazioni elettroniche ed utenti" e successive modifiche ed integrazioni; - la Delibera Agcom n. 73/11/CONS All. A Regolamento in materia di indennizzi applicabili nella definizione delle controversie tra utenti ed operatori ; - la Delibera Agcom n. 276/13/CONS Approvazione delle Linee Guida relative all attribuzione delle deleghe ai CoReCom in materia di risoluzione delle controversie tra utenti ed operatori di comunicazioni elettroniche ; - la legge regionale Toscana 25 giugno 2002, n. 22 Norme e interventi in materia di informazione e comunicazione. Disciplina del Comitato regionale per le comunicazioni, in particolare l art. 30, e il Regolamento Interno di organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni (ex art. 8 legge regionale Toscana 1 febbraio 2000, n. 10); - l Accordo quadro tra l Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, sottoscritto in data 4 dicembre 2008; - la Convenzione per l esercizio delle funzioni delegate in tema di comunicazioni, sottoscritta tra l Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e il Comitato regionale per le comunicazioni della Toscana in data 16 dicembre 2009, e in particolare l art. 4, comma 1, lett. e); - l istanza n. 406 del 27 settembre 2012 con cui la società XXXXXXX XXX chiedeva l intervento del Comitato Regionale per le Comunicazioni (di seguito, per brevità, 2/5

CoReCom) per la definizione della controversia in essere con la società Telecom Italia XXX (di seguito, per brevità, Telecom Italia) ai sensi dell art. 14 del Regolamento in materia di procedure di risoluzione delle controversie tra operatori di comunicazioni elettroniche ed utenti, approvato con Delibera n. 173/07/CONS, Allegato A; - la nota del 27 settembre 2012 con cui questo Ufficio ha comunicato alle parti, ai sensi dell articolo 15 del summenzionato Regolamento, l avvio di un procedimento finalizzato alla definizione della deferita controversia e la successiva comunicazione del 9 novembre 2012 con cui ha invitato le parti stesse a presentarsi all udienza per la discussione della controversia in data 28 novembre 2012, poi aggiornata al 30 gennaio 2013; UDITE entrambe le parti nella suindicata udienza; ESAMINATO pertanto il relativo verbale di udienza, con il quale ci si riservava di svolgere le opportune valutazioni al fine di definire la res controversa; ESAMINATI gli atti del procedimento; CONSIDERATO quanto segue: 1. Oggetto della controversia e risultanze istruttorie. La società istante, intestataria di tre utenze fisse di tipo business, lamenta la fatturazione di corrispettivi superiori rispetto a quelli pattuiti con l operatore. In particolare, dagli atti del procedimento è emerso che: In data 24 ottobre 2011 la società istante, con l intermediazione di un agente, sottoscriveva con l operatore Telecom Italia un contratto per l attivazione di un nuovo profilo tariffario per le tre utenze fisse n. XXX XXXXXX, XXX XXXXXXX e XXX XXXXXXX, attive, rispettivamente, presso le sue sedi di Pisa, Firenze e Bologna, oltre che per sei utenze mobili. Secondo quanto riferito dalla società istante, il contratto prevedeva, per le tre utenze fisse, un corrispettivo fisso mensile per tutto il traffico voce da fisso a fisso, ivi inclusi 3.000 minuti al mese di traffico voce, per ognuna delle tre utenze, verso tutti gli operatori mobili. Lamenta la società istante che Telecom Italia, contrariamente a quanto proposto per il tramite del suo agente, avrebbe applicato un piano tariffario diverso e più oneroso, fatturando le telefonate effettuate verso operatori mobili diversi da Telecom Italia. In data 19 settembre 2012 la società istante esperiva tentativo obbligatorio di conciliazione presso il CoReCom Toscana nei confronti di Telecom Italia, che si concludeva con verbale attestante il fallimento dello stesso. Con l istanza di definizione della controversia la società istante ha chiesto la eliminazione degli importi eccedenti, perché non riconosciuti come da comunicazioni con Agente Telecom/Tim. 3/5

Con memoria depositata in data 26 ottobre 2012, nel rispetto dei termini procedimentali, Telecom Italia evidenziava la correttezza del proprio operato, rilevando in particolare che l agente Telecom ha espressamente informato la XXXXXXX che i minuti inclusi nel piano tariffario attivato sarebbero esclusivamente quelli per telefonate verso fissi e mobili Telecom, così come indicato nelle due comunicazioni e-mail del 9 ottobre 2011 inviate dal proprio agente alla società istante prima della conclusione del contratto (cfr. doc. 1 e 2); confermava, pertanto, la correttezza degli importi fatturati e concludeva per il rigetto dell istanza in quanto inammissibile e, comunque, infondata e non provata. Alla suddetta memoria, la società istante replicava con produzioni documentali trasmesse con nota del 30 ottobre 2012, nel rispetto dei termini procedimentali concessi dall Ufficio. 2. Valutazioni in ordine al caso in esame. In via preliminare si rileva che la domanda formulata in sede di definizione della controversia è inammissibile perché diversa e nuova rispetto alla domanda avanzata in sede di tentativo obbligatorio di conciliazione. Il tentativo obbligatorio di conciliazione, infatti, era stato promosso per ottenere la Cessazione VOIP mentre, con l istanza di definizione della controversia, la società istante ha domandato la eliminazione degli importi eccedenti, perché non riconosciuti come da comunicazioni con Agente Telecom/Tim. Si rileva, pertanto, un inammissibile mutamento della domanda atteso che, nel caso di specie, la società istante ha richiesto dapprima la cessazione di un servizio ( cessazione VOIP ) e, successivamente, lo storno ( eliminazione ) di importi asseritamente superiori rispetto a quelli pattuiti, con conseguente violazione del principio dell obbligatorietà del tentativo di conciliazione. Ad abundantiam si rileva che, anche nell ipotesi in cui la domanda potesse considerarsi ammissibile, la stessa è comunque infondata nel merito. La società istante lamenta che l operatore Telecom Italia, diversamente da quanto prospettato dall agente in fase di stipula del contratto, avrebbe indebitamente fatturato il traffico verso gli operatori mobili che, invece, doveva essere compreso nel costo fisso pattuito per le utenze fisse; in particolare, riferisce la società istante che il contratto proposto dall agente avrebbe incluso 3.000 minuti mese verso gli operatori mobili per ogni sede quindi per un totale di 9.000 minuti mese (cfr. descrizione dei fatti nel modello UG, richiamato nell istanza di definizione). Al riguardo, si rileva che la società istante non ha fornito alcuna prova delle condizioni economiche afferenti al contratto concluso con l operatore Telecom Italia, né ha prodotto agli atti copia delle fatture contenenti i contestati addebiti, impedendo con ciò qualsivoglia valutazione in merito ad eventuali inadempimenti dell operatore. Le stesse comunicazioni con Agente Telecom/TIM, richiamate dalla società istante a supporto del proprio assunto, non provano alcunché rispetto all inclusione, nell offerta relativa alle utenze fisse, di un determinato volume di traffico verso telefoni mobili; da tali comunicazioni, tutt al più, si evince che la proposta relativa alle utenze mobili 4/5

comprendeva 3.000 minuti al mese di telefonate verso mobili tim (cfr. docc. 1 e 2 allegati alla memoria Telecom Italia), confermando anche sotto questo profilo che la proposta formulata dall agente non era estesa alle chiamate verso telefoni mobili di altri operatori. La domanda, pertanto, oltre ad essere inammissibile, risulta infondata e non provata. CONSIDERATO tutto quanto sopra esposto; VISTI la relazione istruttoria redatta dall Avv. Raffaele Cioffi in attuazione del contratto sottoscritto in data 16 ottobre 2014 e lo schema di decisione predisposto dal Dirigente, Dott. Luciano Moretti, ex art. 19, comma 1, del Regolamento; UDITA l illustrazione del Dirigente, Dott. Luciano Moretti, svolta su proposta del Presidente nella seduta del 15 dicembre 2014; Con voti unanimi D E L I B E R A il rigetto dell istanza avanzata in data 27 settembre 2012 dalla società XXXXXXX XXX nei confronti di Telecom Italia XXX, con compensazione delle spese procedurali. Ai sensi dell art. 19, comma 3, della Delibera Agcom n. 173/07/CONS Allegato A, il provvedimento di definizione della controversia costituisce un ordine dell Autorità ai sensi dell art. 98, comma 11, D.lgs. n. 259/2003. La presente delibera è notificata alle parti e pubblicata sul sito internet istituzionale del CoReCom, nonché trasmessa all Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per gli adempimenti conseguenti. Ai sensi dell articolo 135, comma 1, lett. b), del Codice del processo amministrativo, approvato con D.lgs. 2 luglio 2010, n. 104, il presente atto può essere impugnato davanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, in sede di giurisdizione esclusiva. Ai sensi dell art. 119 del medesimo Codice il termine per ricorrere avverso il presente provvedimento è di 60 giorni dalla notifica dello stesso. Il Segretario Luciano Moretti Il Presidente Sandro Vannini 5/5