IL POSTIMPRESSIONISMO



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Transcript:

IL POSTIMPRESSIONISMO Negli anni tra la fine dell Ottocento e l inizio del nuovo secolo l industrializzazione ha uno sviluppo senza precedenti, promosso anche da nuove e importanti invenzioni e scoperte scientifiche. L introduzione dell elettricità come fonte di calore, di luce e di energia, nuovi tipi di lavorazione delle materie prime, come l alluminio, il motore a combustione interna, il telegrafo senza fili, il telefono, i trasporti pubblici a motore, le prime fibre sintetiche rivoluzionano la produzione e la vita degli individui. Il sistema di produzione capitalistico si evolve, concentrandosi nelle mani di grossi gruppi industriali, e affidandosi anche, soprattutto in paesi come la Prussia e l Italia, di recente sviluppo, all intervento dello stato. Alle enormi ricchezze rese possibili dallo sviluppo industriale, accumulate nelle mani di pochissimi, corrispondono per molti non solo situazioni economiche precarie, ma anche condizioni di vita sempre più degradate. Vengono cioè brutalmente ridimensionati ritmi e sistemi di lavoro consolidati nei secoli come l artigianato o la piccola impresa, mentre le grandi città offrono, alla maggior parte della popolazione, abitazioni promiscue e malsane, la perdita dei legami tradizionali di solidarietà, una prostituzione dilagante che diffonde la sifilide, alcolismo e marginalità. Scioperi e lotte sindacali, come quella per le dieci ore di lavoro al giorno, rivelano sempre più che il capitalismo non garantisce un progresso indefinito e uguale per tutti. La perdita di certezze dell uomo moderno La fiducia in uno sviluppo inarrestabile, garantito dalla scienza e dall economia, appare sempre più come un peccato d ingenuità. La filosofia sottolinea le contraddizioni della società moderna, mettendo in crisi l idea di Hegel del primato della storia e delle istituzioni. Arthur Schopenhauer individua il principio assoluto della realtà nella Volontà, intesa come forza cosmica e irrazionale. Soren Kierkegaard afferma il primato dell individuo e del suo rapporto con Dio. Friedrich Nietszche, nei suoi frammenti e aforismi, scardina il sistema di sicurezze su cui è fondata la fede nel progresso, mostrando impietosamente il fondamento materialistico, istintuale, animalesco delle strutture morali, estetiche, religiose. La psicologia, scienza agli esordi e destinata a importanti sviluppi con Sigmund Freud, insegna che la mente umana è complessa, contraddittoria, con zone oscure che la morale e la società cercano inutilmente di celare. La storia di Dr. Jekyll e Mr Hyde, il protagonista dalla doppia personalità del romanzo di Stevenson, scritto in questi anni, è il paradigma di un intera epoca. Anche la vita quotidiana sembra non concedere più alcuna sicurezza. Istituzioni naturali, considerate inattaccabili per secoli, vacillano: la famiglia, per esempio, assomiglia sempre meno al luogo intimo degli affetti. Le donne sono sempre più impegnate nei lavori fuori casa e l ideale patriarcale della femminilità si scontra con un nuovo modello, che fa paura e sembra scardinare i valori più solidi. I molti dipinti che raffigurano Salomè, la principessa del Vangelo che fa decapitare Giovanni Battista per capriccio, rivelano i timori e la misoginia (= avversione, ostlità per le donne) di una cultura che individua nella donna un principio di pericoloso sovvertimento. L artista in fuga dalla realtà Di fronte alla devastazione delle campagne, alla scomparsa delle tradizioni rurali, ai contrasti delle metropoli, alla ferocia del capitalismo, l entusiasmo degli impressionisti per il mondo moderno, per la realtà, sembra ormai privo di senso.

Gli artisti cercano altrove, lontano dalla quotidianità triviale, dal materialismo borghese, una ragione di vita e di lavoro. Mete di questa fuga possono essere i villaggi bretoni ancora intatti, o le isole del Pacifico dove scoprire paradisi perduti. Ma anche il mondo interiore, la realtà dei sogni, delle visioni, del mito, di una classicità lontana, di un Medioevo fantastico. Non si tratta di un semplice ritorno all arte romantica, che pure cercava ispirazione nel mondo dei sogni, delle leggende, della fantasia. L artista occidentale alla fine del secolo ha di fronte a sé un mondo che sembra espandersi e dilatarsi all infinito, complesso come mai lo era stato prima. Dalle lontane colonie arrivano le testimonianze di culture diverse, primitive e affascinanti, i cui valori mostrano che è possibile vivere e pensare in modo differente, forse migliore, da quello consueto. Le esperienze della pittura en plein air, del contatto diretto con la natura, delle sensazioni e impressioni colte con la freschezza e la leggerezza di pennellate veloci e spontanee non corrispondono più al nuovo modo di vedere la realtà. La natura è una foresta di simboli e di corrispondenze segrete tra suoni, profumi, colori, scrive Baudelaire in una poesia che diventa il manifesto della nuova generazione. L artista deve svelare il mistero, scoprire nuovi mondi, indagare gli abissi dell animo umano, adottare un linguaggio che non descriva la realtà, ma colga le suggestioni, le corrispondenze. Gli impressionisti avevano elaborato una tecnica che permetteva di rappresentare la realtà esteriore nella sua vivacità e istantaneità, senza tradire le impressioni ricevute dall occhio. Ora è il mondo interiore a essere portato alla luce e gli artisti sperimentano tecniche diversissime, ma con un elemento in comune: il rifiuto del principio di somiglianza con la realtà. Un dipinto non è più considerato, per la prima volta dopo il Rinascimento, una finestra da cui osservare il mondo esterno, secondo la celebre frase di Leon Battista Alberti, ma è piuttosto un apertura sull interiorità. L Impressionismo, un esperienza superata Il 1886 è un anno decisivo per la storia dell arte, un anno che segna simbolicamente una fine e un inizio. Si apre l ultima mostra degli impressionisti. La mostra ed è significativo viene chiamata genericamente Ottava esposizione di pittura. Il termine impressionismo sembra ormai fuori luogo: da tempo manca tra i vari pittori la coesione degli inizi. Degas si sente sempre più estraneo alla resa delle impressioni. Renoir, tornato dall Italia, si considera ormai un pittore classico, nel disegno e nei temi lontani dalla contemporaneità. Dopo vent anni dalle prime ricerche sulla pennellata veloce che coglie le impressioni atmosferiche, molti pittori giudicano esaurita quella spinta iniziale, quella necessità di spontaneità e immediatezza, e avvertono, invece, il bisogno di un ritorno alla riflessione in atelier, alla compostezza, alla solidità delle figure. Alla mostra, cui non partecipano Monet e Renoir, la vera attrazione è la monumentale tela di uno sconosciuto pittore ventisettenne, Georges Seurat, che con la Domenica pomeriggio all isola della Grande Jatte (SCHEDA 1) dà il colpo finale alla tendenza. Mentre le mostre degli impressionisti non fanno più notizia, l evento di quell anno, a Parigi, è il Salon des Indépendants, organizzato da un gruppo di artisti troppo giovani per avere spazio nelle gallerie o nei Salon. Tra loro, naturalmente, Seurat è il capofila. Ma altri personaggi stanno arrivando sulla scena. Proprio quell anno, Vincent Van Gogh giunge nella capitale.

Paul Gauguin, che per ora è considerato come seguace degli impressionisti, parte invece per la Bretagna, per cercare ispirazione in un mondo ancora primitivo, lontano dalla folla dei caffè, e anche da quei dintorni di Parigi ormai invasi da ferrovie e ciminiere. Cercando un titolo per una mostra da tenersi a Londra, nel 1910, sulla pittura francese del periodo precedente, che iniziava emblematicamente nel 1886, il critico inglese Roger Fry conia il termine postimpressionismo. Tale definizione è ancora oggi usata per indicare l arte degli ultimi vent anni dell Ottocento. RIASSUMENDO: CONCETTI CHIAVE: - l artista non è interessato alle vibrazioni istantanee ma alla struttura geometrica delle forme, che coglie in immagini complesse e rigorose; - le forme sono definite dal disegno e da contorni netti, il colore steso in campiture piatte o attraverso una fitta rete di punti; - gli artisti tornano in atelier, dove lavorano a grandi tele che preparano preliminarmente con disegni e bozzetti, superando l idea caratteristica del periodo precedente di un arte istantanea che coglie le impressioni dell occhio di fronte alla natura. LE PAROLE CHIAVE: - colori complementari: le coppie formate da un primario (rosso, giallo, blu) e dal secondario ottenuto dalla mescolanza degli altri due primari: verde per il rosso, viola per il giallo, arancio per il blu; - divisionismo: tecnica che divide il colore sulla tela in piccoli tocchi puri, non mescolati precedentemente, che a una certa distanza l occhio fonde in un unico colore, molto brillante; - pittura antinaturalistica: non cerca di imitare la realtà, ma fa parlare il mondo interiore; - stampe giapponesi: si diffondono in Occidente nella seconda metà dell Ottocento e influenzano gli artisti con uno stile sintetico, dalle prospettive insolite e dalle figure bidimensionali. LE OPERE ESEMPLARI: - Le grandi bagnanti di Paul Cézanne, grande tela dalla composizione strutturata e dalle immagini solenni, definite da spesse linee di contorno e caratterizzate da colori puri e contrastanti di complementari; - Una domenica pomeriggio all isola della Grande Jatte di Georges Seurat, dipinto solenne, strutturato secondo un modello di armonia geometrica, in cui le figure, definite rigorosamente nei contorni, sembrano bloccate nei movimenti. Il colore è steso in piccoli punti di complementari accostati, che accrescono la luminosità dell insieme; - La visione dopo il sermone di Paul Gauguin, non fa riferimento a un evento reale, ma a una visione dalle forme e dai colori irreali e dalla prospettiva deformata.

Paul Cézanne (1839-1906) Paul Cézanne fu un altro artista che fece parte del gruppo degli impressionisti e coi quali espose alla prima 1874 e alla terza 1877 esposizione. Ma si trattò di un esperienza limitata nel tempo poiché i paesaggi en plein air in cui Cèzanne utilizzò la pennellata veloce rimasero un esperimento isolato. La sua pittura era molto diversa da quella impressionista. L artista in una prima fase si ispirò ai classici del passato e le sue immagini non avevano quella leggerezza aerea delle tele di Monet e Renoir, ma erano invece strutturate e di grande impatto per i colori e le composizioni. Il suo obiettivo era creare un arte da museo, capace di oltrepassare la mutevolezza, diventando un grande modello per i posteri. Tra il 1872 e il 1873 sentì l esigenza di semplicità e naturalezza diventando impressionista, studiando la natura e la pratica della pittura en plein air, adottando una tavolozza più chiara e luminosa. Alla prima mostra espose La casa dell impiccato (SCHEDA 2). Dopo questi inizi, decise di ritirarsi nella nativa Aix-en-Provence dove si diede allo studio dei problemi lontano dal clamore della critica: solo a patto di isolarsi sarebbe riuscito a condurre liberamente la sua ricerca. Era dalla parte degli impressionisti per la concezione della pittura lontana dai metodi dell arte accademica, per le scoperte nell ambito del colore, per le impressioni che restituivano sulla tela forme e colori che vedeva e non che conosceva o che aveva imparato. Ma in tutto questo qualcosa lo allarmava. Nei quadri dei suoi amici vedeva il pericolo latente della pittura impressionista: troppo poco precise; tendevano a essere luminose ma rischiavano di essere confuse. Cézanne aborriva dalla confusione. Se per Monet qualsiasi soggetto era valido per il suo prioritario interesse sugli effetti di luce, Cézanne era interessato essenzialmente alla struttura. Volge quindi le spalle all impressionismo per auspicare un ritorno ai paesaggi ben composti e portare l impressionismo a qualcosa di più solido e persistente, come l arte dei musei. L artista doveva restituire l immagine senza alcuna alterazione dovuta all emozione o effetti di atmosfera o di luce. Cézanne pensava ad un arte ottenuta per mezzo del cilindro, della sfera e del cono. Il risultato ottenuto sarà da lui stesso definito astrazione. Anche la sua tavolozza è lontana da quella degli impressionisti a cominciare dall uso del nero. Negli anni ottanta la sua pittura si evolve verso una maggiore organizzazione e solidità compositiva, nel senso, potremmo dire, di un impressionismo sempre più strutturato. Tra le numerose opere di questo periodo è interessante l analisi dei I giocatori di carte (SCHEDA 3). Tra le opere tarde troviamo il tema delle Bagnanti (SCHEDA 4), opere che mostrano come i propositi della giovinezza dipingere un quadro che sia in grado di sostenere il confronto con l arte dei musei non siano venuti meno. Paul Gauguin (1848-1903) Per gli artisti di fine Ottocento, che cercano uno stile nuovo, capace di dare vita al mondo interiore, di esprimere le verità invisibili dello spirito, Paul Gauguin non è un semplice maestro, ma un vero e proprio profeta. La sua pittura del tutto antinaturalistica, che non cerca di imitare la realtà ma di rappresentare le immagini interiori, è il modello di un intera generazione. La sua vita avventurosa, in fuga costante dalla civilizzazione, dall Occidente, verso terre primitive e incontaminate, assume i caratteri del mito.

Convertitosi alla pittura ad un età avanzata (era stato un facoltoso agente di cambio), da autodidatta si avvicina all impressionismo per un breve tempo per poi distaccarsene. Dopo l inizio nella capitale francese, sente che Parigi lo annoia, lo snerva, gli toglie energie. Sente che non può portare avanti il suo mestiere su un terreno già sfruttato dalle opposte ricerche di Van Gogh e Cézanne. Per l artista è importante l ambiente in cui opera, la sorgente delle sue sensazioni. Il suo entusiasmo per la natura e le genti lontane lo portano a cercare la realtà profonda del proprio essere, esplorare se stesso per arrivare all origine delle proprie sensazioni. Nel 1886 si rifugia in Bretagna, a Pont-Aven, dove, tra la gente che vive un esperienza primitiva, Gauguin trova una prima risposta al suo bisogno di esotismo e di libertà. A Gauguin non interessa rappresentare la realtà nei dettagli, ma creare immagini potenti, evocative, cariche di colori puri e abbaglianti, dalle forme semplici, come quelle dell arte primitiva, che non conosce le regole della prospettiva ma parla direttamente all immaginazione. L incontro con Emile Bernard sarà determinnte per l opera La visione dopo il sermone (SCHEDA 5). Dopo quest opera l artista raggiunge il successo. Nel 1887 fa un primo viaggio in Martinica: scopre la magia della natura tropicale. Di ritorno a Parigi, non viene invitato all esposizione universale del 1889, celebrata con la costruzione della Tour Eiffel. Organizza allora una mostra alternativa al Caffè Volpini, proprio di fronte ai cancelli della grande fiera. Appartiene a questi anni Il Cristo giallo (SCHEDA 6). Dal 1891 è in Polinesia e vi rimarrà fino alla morte all età di cinquantaquattro anni. La Polinesia è, per l artista, la terra del percorso a ritroso, dalla civiltà a uno stadio primitivo e felice. Tra momenti di serenità ma anche di sconforto, di povertà, scoraggiato dagli insuccessi dei dipinti che spedisce a Parigi, Gauguin celebra la sensualità ingenua, primitiva, misteriosa, delle donne polinesiane, in dipinti che esplodono di colori. Poco prima di un tentativo non riuscito di suicidio, dipinse una tela che avrebbe dovuto essere una sorta di testamento spirituale: Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (SCHEDA 7). Vincent Van Gogh Nell inverno 1888 arrivò nella Francia meridionale un altro pittore: Vincent Van Gogh. Con Van Gogh comincia il dramma dell artista che si sente escluso dalla società che non utilizza il suo lavoro e ne fa un disadatto, candidato alla follia e al suicidio. Una società che del lavoro vede solo il profitto non può che respingere chi, pensoso della condizione umana e del destino dell umanità, smaschera la sua cattiva coscienza. Il posto di Van Gogh è accanto a Kierkegaard, a Dostoevskij: come loro, anche lui si interroga, pieno d angoscia, sul significato dell esistenza, del proprio essere nel mondo; e naturalmente si pone dalla parte dei diseredati, delle vittime: i lavoratori sfruttati, i contadini a cui l industria toglie il pane, la terra e la religiosità del lavoro. Era nato in Olanda (1853), figlio di un pastore protestante. Ragazzo solitario, passava le giornate attraverso i campi. Il paesaggio olandese, con le sue brume e gli orizzonti piatti, resterà per sempre nella memoria di Vincent. Come anche le grandi opere dei pittori olandesi del Seicento, in modo particolare Rembrandt. Peculiarità della pittura olandese di quel secolo era la ricerca della semplicità, della schiettezza; un arte non idealizzante ma che mirava a individuare la sacralità dietro le piccole cose del quotidiano. Giovanissimo fu assunto nella galleria d arte internazionale Goupil e lavorò nelle filiali di Bruxelles, Londra, Parigi ma questa esperienza non lo stimolò creativamente. Al contrario, si allontanò dal mondo dell arte, disgustato dalle leggi di mercato.

Negli anni successivi, in cui si rifugiò a predicare il Vangelo tra i minatori belgi, decise di diventare un artista per realizzare la propria sete di verità e autenticità. Quando iniziò a dipingere, non sapeva niente degli impressionisti. La sua cultura protestante era nutrita di letture della Bibbia e del Vangelo e il suo modello era l artista Millet, il pittore dei contadini e degli umili, che imitò e copiò in molti disegni. La sua prima opera importante, che rimane uno dei suoi capolavori, è il dipinto I mangiatori di patate (SCHEDA 8). Quando nel 1886 arrivò a Parigi, dove il fratello Theo, che gli fu sempre vicino, lavorava in un importante galleria d arte, Van Gogh si rese conto che il suo stile era datato. Troppo cupo e anche troppo provinciale, con quelle immagini di contadini. Conobbe gli impressionisti, i divisionisti, e soprattutto Gauguin che ammirò come un maestro e amò come un fratello. Iniziò a dipingere vedute di città, vasi di fiori, ritratti, con colori più caldi e brillanti, utilizzando a volte la pennellata veloce degli impressionisti, a volte quella più meticolosa dei divisionisti. Angosciato dagli insuccessi, dalla dipendenza economica dal fratello Theo, nel 1888 si trasferì nel Sud della Francia, in Provenza, nel paesino Arles, in cui sperava di formare una comunità di artisti legati dall amicizia e dalla passione per la pittura. Gauguin accettò l invito del pittore e lo raggiunse quello stesso anno; lavorarono assieme per circa due mesi, finchè una lite furiosa tra i due, conclusasi con Van Gogh che si tagliò un pezzo dell orecchio sinistro, costrinse Gauguin alla partenza. Gli anni di Arles, tra un crescendo di entusiasmo e delusioni, crisi di nervi, la conseguente depressione e follia, furono anche quelli più fecondi di capolavori (circa duecento). Il Caffè di notte, Camera da letto (SCHEDA 9), le tante versioni dei Girasoli, il celebre Autoritratto con orecchio bendato. Dopo il tragico episodio successivo alla lite con Gauguin, Van Gogh venne ricoverato all ospedale del paese. Presto torna a lavorare ma l anno successivo, nel 1889, una petizione degli abitanti di Arles, lo costringono al ricovero alla clinica di Saint-Rémy. Pur internato nella clinica, il pittore non rinunciò a lavorare. Nascono opere come Notte stellata (SCHEDA 10), Strada con cipresso. Sempre più malato, nel 1890 si rifugiò a Auvers-sur-Oise, vicino a Parigi, dove trovò conforto nelle cure del dottor Gachet, psichiatra e pittore dilettante. Di questo periodo sono Ritratto del Dottor Gachet, La chiesa di Auvers-sur-Oise. Il 27 luglio 1890 Vincent esce nel pomeriggio con l attrezzatura per dipingere e rincasa tardi, ritirandosi in camera sua. Ai proprietari dell albergo in cui allogia, dice di essersi sparato una revolverata. Il 29 luglio muore nella notte, dopo aver passato l intera giornata sul letto a fumare la pipa. Campo di grano con volo di corvi (SCHEDA 11) è l ultimo atto di un esistenza febbrile, disperata, fulminante come una meteora.