Sessione plenaria dal 14 al 17 novembre 2011



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Sessione plenaria dal 14 al 17 novembre 2011 Focus Martedì: voto sulla vendita allo scoperto (short sell) Martedì: domande sulla Politica agricola comune Mercoledì: annuncio del vincitore del Premio Lux La politica economica dell'unione europea rimane il tema principale in agenda per questa sessione plenaria. I deputati interrogheranno il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente dell'eurogruppo Jean-Claude Juncker sul prossimo summit europeo di dicembre. Sarà anche l'occasione di evocare le priorità della Commissione in agenda per il 2012. Lunedì i deputati discuteranno il progetto di un area ferroviaria europea transazionale comune. Martedì mattina verrà discusso il futuro della Politica agricola comune (PAC) con la Commissione, seguito dal voto sulle nuove regole sulla vendita allo scoperto. Mercoledì i deputati voteranno inoltre la posizione del Parlamento durante il summit sul cambiamento climatico di Durban. Quest'anno il Premio Lux per il cinema verrà annunciato mercoledì. Per accedere alle diverse sezioni, clicca qui sotto. IT Servizio Stampa Direzione dei Media Direttore - Portavoce : Jaume DUCH GUILLOT N. di riferimento:20111107fcs30711 Numero centralino Servizio Stampa: 1/20

Plenaria: l'ordine del giorno Focus Rafforzamento della governance economica. Durban: riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020 potrebbe stimolare l'economia europea. Priorità UE per il 2012: dibattito con la Commissione I deputati discuteranno martedì il programma di lavoro della Commissione per il 2012 con il Presidente José Manuel Barroso. La legislatura attuale è la prima nella quale il Parlamento ha il diritto di contribuire alla stesura del programma di lavoro, grazie alle novità introdotte con il Trattato di Lisbona. Il Parlamento insiste sulla governance economica Il ruolo dell'ue nel processo di rafforzamento della governance economica sarà discusso mercoledì mattina con i presidenti di Consiglio e Commissione Herman Van Rompuy e José Manuel Barroso. Limitare la speculazione sul debito sovrano e alcune pratiche di vendita allo scoperto Trarre vantaggio da una crisi finanziaria di un paese sarà più difficile con l'approvazione di nuove norme sulle vendite allo scoperto e i credit default swaps (CDS) in votazione martedì. Le nuove regole, frutto di un accordo con i governi nazionali, sono state fortemente influenzate dal Parlamento, in particolare con l'introduzione del divieto di acquisto dei CDS nel caso in cui l'acquirente non sia già in possesso dei titoli di stato del paese in questione. Il futuro delle politiche di coesione e agricola Martedì, il Parlamento chiederà ai Commissari Hahn e Cioloş come rendere, per il periodo dopo il 2014, la politiche di coesione e quella agricola più semplici, competitive e orientate alla crescita e al lavoro. La riforma delle due maggiori politiche europee sono in corso, dopo che la Commissione ha presentato la sua proposta a ottobre. Il Parlamento è determinato a utilizzare tutte le sue prerogative di co-legislatore per influenzare l'assetto futuro di entrambe le competenze comunitarie. Il Parlamento vuole una posizione forte UE al Summit sul clima ONU Secondo progetto di risoluzione che sarà votato in Plenaria mercoledì, due settimane prima del summit delle Nazioni Unite a Durban in Sudafrica, l'ue dovrebbe battersi per continuare il processo iniziato con il Protocollo di Kyoto e tenere sotto controllo le emissioni di CO2 dopo il 2012. La risoluzione afferma che andare oltre l'obiettivo di una riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020 potrebbe stimolare l'economia europea. Consegna del Premio LUX per il cinema Il Presidente Jerzy Buzek annuncerà il vincitore del Premio LUX per il cinema 2011 il 16 novembre a Strasburgo, durante una cerimonia in Plenaria. Regole più severe per il mercato ferroviario europeo Il Parlamento voterà la possibilità d'inasprire le norme comunitarie sul mercato ferroviario al fine di creare un vero e proprio spazio ferroviario europeo unico, aperto e competitivo, che offra maggiori e migliori servizi per i clienti del trasporto merci e i passeggeri. 40 milioni di euro per una politica marittima integrata Per preservare le risorse marine, l'ue ha adottato nel 2007 un piano d'azione per una politica marittima integrata. Il voto di giovedì consentirebbe all'ue di investire 40 milioni di euro per sostenere gli strumenti e i programmi pilota dal 2011 al 2013. Grazie al lavoro dei deputati e del relatore Georgios Koumoutsakos (PPE, EL), un accordo in prima lettura con il Consiglio è a portata di mano. Facilitare il lavoro all'estero per medici e ingegneri 20111107FCS30711-2/20

Per rendere più semplice a medici, ingegneri, dentisti e altri professionisti la possibilità di lavorare all'estero nell'ue è necessario che le loro qualifiche professionali siano riconosciute velocemente dagli altri Stati membri, senza però compromettere l'affidabilità e la sicurezza della loro prestazione. È quanto afferma una risoluzione della commissione mercato interno che sarà votata martedì. Fermare la strage di api L'UE dovrebbe aumentare gli investimenti nella ricerca su nuove medicine per prevenire la morte delle api e coordinare i suoi sforzi per proteggere quella che sta rapidamente diventando una specie in via d'estinzione, afferma una risoluzione che sarà votata martedì. Il Parlamento contro la discriminazione dei Rom La questione delle discriminazioni e della violazione dei diritti umani nei confronti del popolo rom sarà affrontata in un dibattito in Parlamento mercoledì pomeriggio. I parlamentari vogliono sapere quali azioni stanno intraprendendo la Commissione e il Consiglio per affrontare questo annoso problema e per assicurare ai cittadini rom libertà di movimento e di residenza nei paesi europei. Gioco d'azzardo online: combattere mercato nero e proteggere bambini I paesi dell'ue devono essere liberi di mantenere le proprie regole sul gioco d'azzardo online, ma, vista la natura transfrontaliera dell'unione, vi sarebbe un chiaro valore aggiunto nel coordinare a livello europeo le misure in prevenzione del gioco d'azzardo illegale e a protezione di bambini e adulti vulnerabili, secondo quanto sostiene un progetto di risoluzione della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori da votarsi martedì. Un marchio del patrimonio europeo dal 2013 I luoghi simbolo per la storia o l'integrazione d'europa potranno beneficiare, dal 2013 e su base volontaria, di un marchio del patrimonio europeo, come dispone un progetto che sarà votato mercoledì in Parlamento. Il marchio sarà assegnato a monumenti, siti naturali o industriali, a luoghi della memoria o a siti di patrimonio "contemporaneo". Altri punti all'ordine del giorno della Plenaria Ecco un elenco di altri dossier all'ordine del giorno della Plenaria. 20111107FCS30711-3/20

Ferrovie in Europa: servizi migliori e più concorrenza Focus I servizi ferroviari transnazionali incontrano numerosi ostacoli di natura tecnica, giuridica e politica. Il Parlamento europeo ha sempre spinto la Commissione e gli Stati Membri verso una applicazione rigorosa. Camion e aerei attraversano i confini senza difficoltà, mentre i servizi ferroviari transnazionali incontrano ancora molti ostacoli. Per incoraggiare nuovi operatori ad entrare nel mercato ferroviario, il Parlamento europeo discute lunedì una proposta legislativa per la liberalizzazione dei servizi ferroviari. Oggi sono necessari più fondi e un regolatore indipendente in ogni Stato membro per combattere le pratiche discriminatorie e le distorsioni di mercato. Abbiamo intervistato la relatrice italiana di centro sinistra Debora Serracchiani. Perché è così importante la creazione di una rete ferroviaria europea? DS: Perché senza la realizzazione di questa rete non ci sono prospettive di sviluppo per il settore ferroviario, per l'aumento dei servizi, della qualità, dei posti di lavoro e, quindi, anche per i cittadini dell'ue (come per esempio è avvenuto nel settore aereo). Mentre camion e aerei attraversano le frontiere senza difficoltà, i servizi ferroviari transnazionali incontrano numerosi ostacoli di natura tecnica, giuridica e politica. Perché il pacchetto ferroviario del 2001 ha fallito nel fermare il progressivo declino del trasporto ferroviario e nell'aumentare un interesse nel settore? DS: Il testo del 2001 aveva 13 procedure di infrazione per mancata attuazione delle direttive. Quindi il testo non era chiaro ed ha permesso agli Stati Membri di interpretarlo come preferivano. Ma anche la Commissione ha perso troppo tempo prima di intervenire. Devo dire che il Parlamento europeo ha sempre spinto la Commissione e gli Stati Membri verso una applicazione rigorosa ma le cose sono andate diversamente. Il fatto che ci siano stati tredici casi di infrazione nell'implementazione delle regole, mostra la necessità di chiarire e migliorare la legislazione. Quali sono le sue proposte per assicurarsi che questa volta la riforma avrà successo? DS: Ci siamo impegnati a riscrivere le regole in modo più chiaro, prevedendo soprattutto finanziamenti certi per il gestore dell'infrastruttura perché, purtroppo, molti Stati membri hanno trascurato il finanziamento delle ferrovie, mentre hanno fornito il massimo sostegno alle infrastrutture stradali. Inoltre chiediamo un forte ed indipendente regolatore nazionale (come avviene per l'energia), trasparenza e separazione nella contabilità da parte del gestore o della holding (gestore dei servizi nei casi di strutture integrate, ndr), accesso aperto e libero ai servizi connessi all'attività ferroviaria (manutenzioni, stazioni merci e passeggeri, rete elettrica, ecc.). Infine, investimenti nel sistema di gestione del traffico ferroviario europeo (ERTMS, European Rail Traffic Management System) attraverso un sistema bouns-malus: i treni che adotteranno il sistema ERTMS avranno una riduzione delle tariffe, compensato da maggiori oneri per quelli che invece non lo adotteranno. Quali sono i vantaggi per i cittadini europei? DS: Il sistema ferroviario non è ancora all'altezza degli altri mezzi di trasporto. Con la realizzazione di una rete unica i cittadini potranno beneficiare di treni che potranno andare in tutta Europa, con tariffe migliori ed un servizio all'altezza degli altri mezzi di trasporto. Attualmente i treni che viaggiano fuori confine - Thalys, Eurostar e ICE - sono ancora pochi. Sono solo i primi esempi da estendere a tutta l'europa e da mettere in concorrenza tra loro! 20111107FCS30711-4/20

I numeri Complessiva crescita costante del trasporto merci di circa il 2,3% annuo Tra il 1996 e il 2008 la quota relativa al trasporto ferroviario di merci é diminuita dal 2% al 10,8% Il trasporto merci su strada é aumentato dal 42,1% al 45,9% 20111107FCS30711-5/20

Apertura: Primavera araba, Eurogruppo e disastri naturali Il Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek, in apertura della sessione plenaria, ha espresso solidarietà alle vittime dell'ultimo terremoto in Turchia e delle inondazioni in Italia e Francia nonché partecipazione per gli sviluppi politici in Nord Africa e nei Balcani. Buzek ha anche sottolineato l'importanza del dibattito di mercoledì sull'eurogruppo e sulla governance economica e annunciato la conferenza di alto livello sui diritti umani del prossimo 23 novembre. Terremoto in Turchia Buzek ha espresso la solidarietà del Parlamento per tutte le vittime del terremoto della settimana scorsa in Turchia che, insieme a quelle di un'altra scossa avvenuta tre settimane prima, sono state quasi 700. Inondazioni in Italia e Francia Il Presidente ha anche solidarizzato con le vittime delle inondazioni delle settimane scorse in Italia e nel sud della Francia, dove tempeste e pioggia restano una minaccia, e sottolineato gli sforzi compiuti da protezione civile e autorità locali per rispondere alle emergenze. Libia e Tunisia Durante una visita in Libia alla fine di ottobre, Buzek ha incontrato il Presidente, i ministri e i rappresentanti della società civile per sottolineare l'importanza di assicurare il rispetto dei valori fondamentali quali democrazia, Stato di diritto e diritti umani. In Tunisia, il Presidente Buzek ha incontrato il Primo ministro, il capo della Banca centrale e i leader dei 4 partiti principali, ai quali ha espresso la necessità di costruire una società inclusiva nella quale tutti, comprese le donne, possano partecipare. Balcani Dall'Africa settentrionale, Buzek si è spostato nei Balcani, con tappe in Kosovo, Serbia e Croazia. In Serbia, ha chiesto la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo e la Bosnia Erzegovina e la fine dell'attuale situazione di stallo. A Srebrenica, ha deposto una corona per commemorare il massacro del luglio 1995. Infine, si è congratulato con la Croazia per aver completato con successo i negoziati per entrare a far parte dell'ue. Dibattito principale della sessione Il Presidente Buzek ha indicato come punto forte della settimana il dibattito di mercoledì con i presidenti del Consiglio europeo Herman van Rompuy, della Commissione José Manuel Barroso e dell'eurogruppo Jean-Claude Juncker su Euro, governance economica e preparazione del Consiglio europeo di dicembre. Euro-med Scola Il Presidente ha ricordato che la sessione plenaria di due giorni a Strasburgo del Parlamento di giovani provenienti da paesi della regione mediterranea ha votato delle raccomandazioni sul dialogo sociale e sul coinvolgimento, sulla migrazione e sull'integrazione, sulle pari opportunità, sull'ambiente, sui trasporti e le energie rinnovabili, e sul miglioramento di istruzione e occupazione. Ha accolto con favore il loro coinvolgimento nei problemi che devono affrontare i deputati, aggiungendo: "Possiamo essere fieri del loro senso di responsabilità nei riguardi del futuro della regione euromediterranea, a prova che questi giovani saranno dei futuri leader politici". Conferenza sui diritti umani Buzek ha invitato i deputati a partecipare alla Conferenza ad alto livello del Parlamento europeo sui diritti umani, prevista il 23 novembre, e all'incontro in rete sul Premio Sacharov. Si tratta, a suo avviso, di un'occasione unica per discutere con attivisti dei diritti umani provenienti da tutto il mondo, tra i quali i vincitori del Premio Sacharov per la libertà di pensiero. Willy De Clercq Infine, il Presidente ha informato l'aula del decesso dell'ex statista europeo e belga Willy De Clercq, già deputato al Parlamento europeo, Commissario europeo e Vice Primo Ministro del Belgio per oltre un quarto di secolo. Ha quindi espresso le condoglianze del Parlamento ai familiari. Cambiamenti dell'ordine del giorno La dichiarazione della Commissione sul contributo della politica comune della pesca alla produzione di beni pubblici è stata ritirata dall'ordine del giorno. Il voto sulla relazione Fleckenstein sull'agenzia europea per la sicurezza marittima è stato ritirato dall'ordine del giorno. 20111107FCS30711-6/20

Nell'ordine del giorno di mercoledì pomeriggio, è stato invertito l'ordine del secondo e del terzo dibattito, più precisamente: 1. Vertice UE-USA del 28 novembre 2011 2. Interrogazioni orali - Apertura e neutralità della rete Internet in Europa 3. Interrogazioni orali - Situazione dei Rom negli Stati membri 4. Dichiarazione del VPC/HR - Vietare le munizioni a grappolo 5. Interrogazioni orali - Modernizzazione della legislazione in materia di IVA al fine di rafforzare il mercato unico digitale 20111107FCS30711-7/20

Professionisti in mobilità: più facile per loro, più sicuro per i clienti La direttiva ha reso possibile la mobilità di oltre 85,000 professionisti dal 2007 ad oggi. La nuova direttiva deve assicurare la mobilità garantendo contemporaneamente la sicurezza. Dottori, ostetrici, dentisti, farmacisti, architetti e una serie di altre categorie dovrebbero poter lavorare in tutta l'unione europea. Il più grande ostacolo sono le procedure di riconoscimento. Lunedì i parlamentari discuteranno una relazione che propone di velocizzare l'iter senza compromettere la sicurezza (il voto sarà martedì), e modificando così la direttiva di riconoscimento delle qualifiche professionali della Commissione europea del 2005. La Direttiva stabilisce delle regole per il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali per più di 800 categorie professionali regolamentate e un riconoscimento automatico delle qualifiche professionali per sette professioni "settoriali" (architetti. dentisti, medici, ostetrici, infermieri, farmacisti e veterinari). I professionisti altamente qualificati potranno esercitare il proprio lavoro negli Stati membri. La Direttiva è applicabile dal primo luglio 2009. La Commissione ha avviato una valutazione della Direttiva nel marzo 2010 basandosi su un Libro Verde del giugno 2011, aprendo così una consultazione pubblica. Nel dicembre 2011 dovrebbe pubblicare la sua proposta di aggiornamento della Direttiva. In questa prospettiva, Emma McClarkin, relatrice inglese della commissione Mercato interno e protezione dei consumatori (IMCO, ha preparato una relazione per poter partecipare al dibattito. I punti principali della relazione: - il Parlamento europeo incoraggia l'agevolazione della mobilità transfrontaliera come uno dei modi per migliorare la crescita economica e la competitività all'interno dell'unione. Inoltre sottolinea che il numero relativamente basso di professionisti in mobilità sia preoccupante; - la Direttiva deve assicurare la mobilità garantendo contemporaneamente la sicurezza. La protezione del consumatore e la sicurezza del paziente sono vitali; - nel caso di seri problemi con dei professionisti che continuano a esercitare il loro lavoro all'interno dell'unione europea nonostante siano stati sospesi o radiati, dovrebbe essere stabilito "un meccanismo proattivo di allerta" (all'interno del Sistema d'informazione del mercato interno) che obbligherebbe gli Stati membri ad emettere un'allerta per tutti gli altri stati (nel caso in cui un'azione regolatrice venga presa contro la registrazione di un professionista o contro il loro diritto di fornire dei servizi). Il meccanismo deve essere conforme alle norme sulla protezione dei dati; - l'introduzione di una "carta professionale" su base volontaria, che certifichi l'esperienza accademica e professionale e si colleghi al Sistema d'informazione del mercato interno. "Potrebbe essere uno strumento utile per aiutare la mobilità di alcuni professionisti" e "semplificherebbe le procedure amministrative e rafforzerebbe la sicurezza". Altri punti di interesse: le differenze nella formazione e nell'esperienza di una persona dovrebbero essere risolte con un dialogo tra le parti interessate. Sovrapporre un "ventottesimo regime" sui sistemi nazionali non è la strada da percorrere; la revisione deve avere come obiettivo il miglioramento della mobilità temporanea per i professionisti; dovrebbero aggiungersi al portale La Tua Europa varie fonti d'informazione su questioni relative al riconoscimento delle qualifiche professionali, per fornire un'interfaccia pubblica ai richiedenti lavoro nella loro lingua, dove caricare documenti e ottenere informazioni aggiornate; dovrebbero essere istituite delle linee guida relative al periodo entro cui i richiedenti lavoro devono aspettarsi una decisione dall'autorità competente. Il tempo di risposta dovrebbe essere "ragionevole"; 20111107FCS30711-8/20

"l'altro numero" di professioni regolate nell'unione europea dovrebbe essere ridotto per migliorare la mobilità. La mobilità in Europa il 4% dei lavoratori dell'unione europea ha sempre vissuto e lavorato in un altro Stato membro circa il 2% vive e lavora attualmente in un altro Stato membro più del 50% dei giovani europei é pronto o disposto a lavorare all'estero (sondaggio Eurobarometro, maggio 2011) la Direttiva ha permesso a 85.000 professionisti la mobilità fino al 2007 20111107FCS30711-9/20

Vendite allo scoperto: basta alla speculazione Focus Oggi il parlamento ha votato per vietare le vendite allo scoperto. CDS: "Questi strumenti non possano più essere usati per speculare". La maggior parte delle persone che compra azioni o investe i propri risparmi in obbligazioni guadagna qualcosa soltanto se aumentano i prezzi di questi strumenti finanziari. C'è invece un altro tipo di persone che fa soldi quando i mercati perdono. Sono chiamati venditori allo scoperto e sono stati accusati di approfittare delle sfortune degli investitori normali e di far salire i costi dei prestiti necessari ai governi. Ne abbiamo parlato con il deputato francese dei Verdi Pascal Canfin per capire cosa bisogna fare per rendere le vendite allo scoperto più sicure. Il deputato è infatti responsabile del rapporto sulle vendite allo scoperto (short selling) e sui credit default swaps discusso lo scorso 7 gennaio dalla commissione per gli affari economici. Oggi il parlamento ha seguito la sua raccomandazione e ha votato per vietare le vendite allo scoperto. Mentre i mercati globali continuano a combattere la crisi, i deputati hanno votato martedì riguardo alle vendite allo scoperto. "Abbiamo visto chiaramente durante questa crisi quali sono i costi di avere un sistema finanziario autoregolamentanto. Non sono stato eletto per permettere che questo succeda di nuovo", ha commentato Canfin. Le vendite allo scoperto Le vendite allo scoperto sono una strategia di scambio che permette agli investitori di approfittare del calo dei prezzi. Mettiamo di prevedere un ribasso del valore delle azioni di Barney's Hardware (BH), per esempio. In quel caso posso prendere in prestito 1000 azioni di BH per 10 euro l'una e venderle a 10.000 euro. Aspetto poi che il prezzo delle azioni scenda, arrivando per esempio sui 9 euro, e ricompro le stesse 1000 azioni per 9.000 euro. Poi le azioni vengono restituite, ma nelle tasche degli speculatori sono rimasti 1.000 euro di guadagno netto. I CDS I credit default swap, invece, sono una forma di assicurazione contro il rischio di default. Prendiamo sempre la società BH, ma questa volta per le sue obbligazioni. Se ho paura che questa possa fallire, insieme ai titoli compro un CDS per essere rimborsato nel caso di fallimento della società e della conseguente impossibilità a restituirmi i miei soldi. Così se va male sono coperto. Se va bene, e la compagnia rimborsa regolarmente senza fallire, gli unici soldi che vanno persi sono quelli spesi nell'acquisto dell'assicurazione. Una pratica in chiaroscuro Le vendite allo scoperto non sono necessariamente negative. Da un lato rendono i mercati più efficienti visto che creano investitori desiderosi di scambiare sia in caso di rialzi che di ribassi della borsa. E così i CDS che permettono di assicurarsi contro il rischio. Il problema, però, è che questi prodotti possono aumentare la volatilità e le reazioni eccessive del mercato, sottolinea Canfin. Vale anche per i CDS. Quando la Grecia per esempio ha iniziato a soffrire sui mercati per i propri problemi interni di bilancio, tutti sono corsi a comprare CDS, persino coloro che non avevano nessun titolo di Stato greco in mano che giustificasse l'acquisto, ma che sarebbero stati rimborsati comunque in caso di default. Inoltre l'aumento di richiesta per i CDS fa salire il prezzo delle assicurazioni dando l'impressione che i titoli siano più a rischio e costringendo quindi il governo a pagare rendimenti più alti per convincere i cittadini a comprare. Le soluzioni del rapporto Tra le soluzioni proposte da Canfin, oltre all'aumento della trasparenza, anche la volontà di rendere impossibili le vendite al dettaglio e i CDS "nudi", vale a dire che non si appoggiano al reale possesso di titoli, ma che consistono soltanto in pura e semplice speculazione. "Mettere al bando i CDS non risolverà i problemi finanziari della Grecia o dell'irlanda, ma farà sì che questi strumenti non possano più essere usati per speculare", commenta Canfin. Servono inoltre regole più stringenti, sostiene il rapporto, nonostante il rischio che alcune società finanziarie lascino così l'europa alla ricerca di mercati più permissivi. 20111107FCS30711-10/20

"Non credo che le società europee siano interessate a spostarsi negli Usa, dove gli ostacoli amministrativi sono ancora più pesanti", commenta Canfin. "Qui il rischio più evidente è quello di una competizione ingiusta tra le piazze di scambio europee. Ecco perché serve un'autorità europea sulle azioni e sui mercati, per un'attuazione uniforme delle regole nell'unione europea". 20111107FCS30711-11/20

Un marchio del patrimonio europeo dal 2013 Focus I luoghi devono aver avuto un ruolo importante nella storia dell'unione europea. I "fans" del Parlamento europeo hanno proposto e votato su Facebook. I deputati si confronteranno martedì sera sul marchio del patrimonio europeo (con voto mercoledì). Lo scopo è sensibilizzare i cittadini al patrimonio e all'identità comuni dell'europa. I "fans" del Parlamento europeo hanno proposto e votato su Facebook i luoghi che hanno avuto un ruolo importante nella storia dell'unione europea. Tra i più votati: Schengen, il muro di Berlino e il cantiere di Gdansk. Il marchio del patrimonio europeo designerà i luoghi che hanno avuto un ruolo chiave nella storia dell'unione europea. La nomina non dipende dalla bellezza o dall'architettura del luogo, ma deve avere un valore simbolico per l'integrazione europea. In vista del dibattito in plenaria e del voto, abbiamo chiesto ai "fans" del Parlamento europeo di proporre e votare su Facebook in modo del tutto volontario, i luoghi che ritengono aver avuto un ruolo importante nella storia dell'unione europea. Tra i più votati: Schengen, dove è stato firmato il trattato sull'apertura delle frontiere interne all'unione europea il muro di Berlino, simbolo della riunificazione tra Est e Ovest il cantiere di Gdansk, dove è nato il sindacato Solidarnosc Atene, culla della democrazia il Campidoglio a Roma, dove sono stati firmati i trattati fondatori della CEE la Catena Baltica nel 1989 l'isola di Ventotene, dove Spinelli ha scritto il Manifesto per un'europa libera e unita. Una particolare attenzione verrà data ai luoghi "transnazionali" di importanza paneuropea. Il marchio sarà assegnato nel 2013 a monumenti, luoghi naturali, sommersi, siti archeologici, industriali o urbani, paesaggi culturali, luoghi della memoria e beni culturali. La Commissione europea ha adottato la proposta per creare un marchio del patrimonio europeo nel marzo 2010 (procedura di codecisione). Il marchio del patrimonio europeo esiste già come un'iniziativa intergovernativa. La proposta legislativa la trasformerà in un'azione dell'unione europea. 20111107FCS30711-12/20

Divieto di speculazione sul debito pubblico e limitazioni a vendite allo scoperto Le vendite allo scoperto e i CDS sono pratiche finanziarie accusate di incrementare l'instabilità dei mercati. Acquistare CDS greci sarà possibile solo se l'acquirente possiede già titoli di Stato greci. I deputati europei hanno approvato martedì una nuova legislazione per limitare le vendite allo scoperto e il commercio in credit default swaps (CDS), un prodotto finanziario utilizzato come assicurazione contro i fallimenti. Le nuove regole europee imporranno maggior trasparenza e vieteranno l'uso di alcune tipologie di CDS, rendendo più difficile la speculazione sul default di un paese. Il regolamento è una delle legislazioni presentate dalla Commissione per affrontare la crisi finanziaria. Le vendite allo scoperto e i CDS sono due pratiche finanziarie accusate di incrementare l'instabilità dei mercati. In particolare, il commercio in CDS è generalmente considerato come un potenziale fattore di peggioramento della situazione greca e italiana. Limitare la speculazione sul debito di un paese: una vittoria del Parlamento Il Parlamento ha ottenuto l'introduzione di un divieto di commercio di CDS allo scoperto (comprare contratti di assicurazione sul debito senza avere i relativi titoli). Per esempio, acquistare CDS greci sarà d'ora in poi possibile solo se l'acquirente possiede già titoli di Stato greci o una partecipazione in un settore fortemente dipendente dall'andamento di tali titoli, come una banca greca (in caso di fallimento del paese, le banche greche soffrirebbero certamente in maniera importante). L'unica eccezione a questo divieto è la possibilità per le autorità nazionali di sospendere il divieto per un massimo di 12 mesi nei casi in cui il mercato del debito pubblico non funzioni in modo corretto, con possibilità di rinnovo per ulteriori 6 mesi. Anche tale possibilità è tuttavia circoscritta, poiché il testo legislativo specifica le situazioni, limitate, nelle quali il regolatore può aver diritto a tale sospensione. Inoltre, entro 24 ore, l'autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (European Securities and Markets Authority - ESMA) dovrà pubblicare un parere sul proprio sito web sull'utilità o meno di sospendere il divieto: un'opinione negativa dell'esma avrebbe un forte significato politico. Esprimendo la soddisfazione per il divieto, il relatore Pascal Canfin (Verdi, FR), ha detto: "Queste regole sono la prova che l'ue può agire contro la speculazione quando c'è volontà politica. La legislazione renderà impossibile l'acquisto di CDS con il solo obiettivo di speculare sul default di un paese". Frenare le vendite allo scoperto Una maggioranza di deputati aveva in origine chiesto l'introduzione di una regola che prevedesse la conversione obbligatoria di tutte le vendite allo scoperto "nude" (naked short sellings, in inglese), il tipo più rischioso fra le vendite allo scoperto, in vendite allo scoperto normali entro un giorno lavorativo. Tuttavia, la cosiddetta regola del "localizza e riserva" (locate and reserve rule in inglese) per cui un operatore finanziario non solo deve notificare da dove intende prendere in prestito i titoli azionari in questione, ma anche ottenere una garanzia che potrà effettivamente prenderli in prestito, è stata alla fine diluita durante i negoziati con i governi nazionali. Il regolamento prevede ora che l'operatore dovrà localizzare e avere una "presunzione ragionevole" di poter realmente ottenere il prestito. L'ESMA dovrà determinare quali sono le condizioni da soddisfare perché si possa "ragionevolmente presumere" di poter effettuare l'operazione alla scadenza prevista. Più trasparenza 20111107FCS30711-13/20

Un altro elemento introdotto dal Parlamento che ha rafforzato la proposta originaria della Commissione è l'introduzione di obblighi d'informazione più stringenti. Proprio la mancanza d'informazione è stata uno degli ostacoli più grandi al lavoro dei supervisori nel periodo precedente la crisi. Le informazioni che ora giungeranno ai regolatori nazionali ed europei permetteranno loro di eseguire il lavoro di prevenzione in maniera più efficace e di avvertire in anticipo nel caso di rischi potenziali. Per esempio, i supervisori finanziari saranno informati, e ne informeranno il pubblico, nel caso di una "posizione corte netta", appena questa supera la soglia dello 0,5% del valore dei capitali azionari emessi ESMA alla guida del nuovo sistema I deputati dei gruppi politici che hanno sostenuto l'accordo con il Consiglio sono riusciti a preservare i poteri per l'autorità europea di controllo dei mercati finanziari ESMA, in particolare quello di limitare le vendite allo scoperto, di essere arbitro nel caso un'autorità nazionale voglia introdurre misure straordinarie in situazioni di emergenza e di poter pretendere che le altre autorità introducano misure eccezionali. "I nuovi poteri dell'esma assicureranno una migliore cooperazione a livello UE in tempi di crisi", ha detto Canfin, aggiungendo che comunque: "Sarebbe stato meglio se l'esma avesse avuto potere sulle decisioni che riguardano i debiti sovrani, ma gli Stati membri si sono opposti". La risoluzione legislativa è stata approvata con 507 voti a favore, 25 contrari e 109 astensioni. Prossime tappe Il nuovo regolamento deve essere formalmente approvato dal Consiglio nelle prossime settimane ed entrerà in vigore in tutta l'ue a novembre 2012. Procedura: codecisione, accordo in prima lettura 20111107FCS30711-14/20

Internet, uno spazio libero da proteggere La proposta di risoluzione che sarà votata giovedì dal Parlamento europeo sottolinea l'importanza di preservare il carattere aperto e neutrale di internet. I deputati chiedono alla Commissione di garantire che i provider di servizi internet non riducano l'accesso ai contenuti, applicazioni o servizi ai cittadini. In una proposta di risoluzione, adottata all'unanimità dalla commissione Industria, ricerca e energia il 20 ottobre, il parlamentare tedesco di centro-destra Herbert Reul che le disposizioni della normativa comunitaria sulle telecomunicazioni relative alla neutralità della rete siano applicate e fatte rispettare correttamente. La risoluzione del Parlamento è una risposta alla comunicazione della Commissione sulla neutralità della rete emessa il 19 aprile 2011 nella quale viene dichiarato che non c'è bisogno di un ulteriore intervento regolatore da parte dell'unione europea e che le normative sulle telecomunicazioni in materia di trasparenza e qualità del servizio dovrebbero essere sufficienti a protegger l'apertura e la neutralità di internet. La Commissione ha dichiarato che "la gestione del traffico è necessaria per garantire il flusso regolare del traffico internet, particolarmente nei momenti in cui le reti diventano congestionate". Anche i parlamentari riconoscono il bisogno di una "gestione del traffico" per evitare la congestione della rete, ma indicano "il rischio di un comportamento anti-competitivo e discriminatorio nella gestione del traffico" e chiedono alla Commissione di valutare se un'altra normativa è davvero necessaria per garantire la liberta di accesso alle informazioni. I parlamentari fanno appello alla Commissione, come anche a BEREC (il gruppo regolatore delle comunicazioni elettroniche in Unione europea), e in cooperazione con gli Stati membri per monitorare attentamente le pratiche di gestione del traffico. Infine i deputati hanno sottolineato "il bisogno di permettere ai consumatori di essere informati e di avere la possibilità effettiva di passare ad un nuovo provider che possa meglio soddisfare i loro bisogni e preferenze, anche in relazione alla velocità e volume dei download e dei servizi". Che cosa rende libera la rete? La possibilità per tutti gli utenti internet di accedere al contenuto o alle applicazioni di loro scelta La garanzia che tutto il traffico su internet è trattato in modo equo, qualunque sia la sua fonte, contenuto o destinazione L'assenza di discriminazione 20111107FCS30711-15/20

Una politica economica europea più forte Focus "La crisi ci ha insegnato cos'è l'interdipendenza e questo è il perché dobbiamo risolvere le cose insieme". "Il modello franco-tedesco non è sostenibile. Abbiamo bisogno di un approccio globale guidato dalla Commissione". Mercoledì mattina i deputati hanno discusso con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il presidente dell'eurogruppo Jean-Claude Juncker e il presidente dalla Commissione José Manuel Barroso dell'immediata necessità di adottare una politica economica europea più forte. La maggior parte dei capigruppo politici del Parlamento europeo hanno sottolineato che delle modifiche al Trattato saranno possibili solo in maniera trasparente, e in presenza dei deputati nazionali e europei. Questo é l'unico modo per garantire la legittimità democratica. Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy: "É stato esagerato parlare di un'europa a due velocità. É il momento di sdrammatizzare. Bisogna però rendersi conto che sono gli Stati membri fuori dall'eurozona che hanno una deroga e non viceversa". Il presidente dalla Commissione José Manuel Barroso: "Una politica economica più forte è ormai una questione di buon senso e non il sogno di alcune persone a favore dell'europa. La crisi ci ha insegnato cos'è l'interdipendenza e questo è il perché dobbiamo risolvere le cose insieme". Il presidente dell'eurogruppo Jean-Claude Juncker: "Il semestre economico (sistema di coordinamento economico) ha bisogno di essere più politico e meno tecnico. Il coordinamento della politica economica comunitaria non può dipendere unicamente dei ministri delle finanze". Il parlamentare francese di centro-destra Joseph Daul, capogruppo del Partito popolare europeo: "Il presidente Van Rompuy deve lavorare più velocemente ora. Quando c'è un incendio si cerca di spegnerlo rapidamente, non di analizzarlo." Su un'europa a più velocità ha dichiarato: "Dobbiamo includere quegli Stati membri che prevedono di entrare nell'eurozona nel futuro. Per questo si dovrebbe fare collaborare di più con questi paesi in materia di politica economica". Il parlamentare tedesco di centro sinistra Martin Schulz, capogruppo del gruppo S&D: "L'Italia e la Grecia hanno bisogno sia di investimenti che di crescita. Questo è quello su cui dovremmo discutere questa mattina. Questi paesi non sono solo vittime dell'eccessivo indebitamento ma anche della speculazione". Replicando alle parole di Van Rompuy ha dichiarato che "il Parlamento europeo non è semplicemente un gruppo di esperti, ma una fonte di soluzioni, come può dimostrare l'adozione della legislazione "six pack", le leggi sulla vendita allo scoperto e così via". Il parlamentare belga liberal-democratico Guy Verhofstadt: "Il modello franco-tedesco non è sostenibile. Abbiamo bisogno di un approccio globale guidato dalla Commissione. Abbiamo bisogno di un'unione economica e globale. Questa è l'unica possibilità per uscire dalla crisi, com'è stato anche riconosciuto dai consiglieri economici di Angela Merkel". Il parlamentare francese dei Verdi Daniel Cohn-Bendit: "Abbiamo bisogno di una strategia d'investimento europea. Gli Stati membri non sono più capaci di intraprendere da soli gli investimenti necessari. Gli eurobonds e l'opinione data dai consiglieri economici di Angela Merkel per una mutualizzazione del debito è quello che ci serve." Il parlamentare ceco conservatore Jan Zahradil del gruppo ECR: "In questa sta prevalendo l'ideologia sul pensiero economico". Riguardo alla modifica del trattato ha dichiarato: "State attenti perché se il trattato verrà cambiato alcuni Stati membri non accetteranno i cambiamenti senza negoziare o chiedere delle concessioni." 20111107FCS30711-16/20

Il parlamentare tedesco del gruppo GUE/NGL Lothar Bisky: "Quanto deve estendersi la crisi prima che capiate cosa bisogna fare? Le persone vogliono uguaglianza sociale e meno ingiustizie nelle tassazioni". Il parlamentare inglese del gruppo EFD Nigel Farrage: "Quello che abbiamo ora si chiama dominio tedesco. L'Unione europea è stata creata appositamente per prevenire ciò. Non voglio essere dominato dalla Germania". 20111107FCS30711-17/20

L'Unione Europea in difesa del Protocollo di Kyoto Focus "L'EU dovrebbe lavorare con gli altri paesi su una roadmap per garantire un trattato comprensivo sul clima entro il 2015 al massimo". Evitare un vuoto normativo alla conclusione della fase attuale, in scadenza a fine 2012. L'UE dovrebbe assumere un ruolo guida al vertice ONU sul clima a Durban e battersi per proseguire oltre il 2012 nel taglio di CO2 previsto dal protocollo di Kyoto, sottolinea la risoluzione votata dal Parlamento europeo mercoledì. Inoltre, per i deputati l'economia dell'unione europea trarrebbe beneficio se puntasse a superare l'attuale 20% previsto di riduzione di gas serra. I negoziati internazionali sul clima sono a un bivio fra stagnazione e progresso: l'ue deve aiutare la creazione di una nuova dinamica a Durban", ha affermato il Presidente della commissione ambiente e capo della delegazione del Parlamento europeo (*) Jo Leinen (S&D, DE), prima del voto della risoluzione che è stata poi approvata con 532 voti a favore, 76 contrari e 43 astenuti. "La crisi economica non deve essere usata come pretesto per non agire. L'EU dovrebbe sostenere il Protocollo di Kyoto e lavorare con gli altri paesi su una roadmap per garantire un trattato comprensivo sul clima entro il 2015 al massimo", ha aggiunto Leinen. Il supporto per Kyoto La risoluzione afferma che l'ue dovrebbe dare sostegno "pubblico e inequivocabile" al proseguimento del Protocollo di Kyoto, un accordo internazionale vincolante e di riferimento, che impegna i paesi industrializzati a ridurre le emissioni di gas serra. I deputati vogliono evitare un vuoto normativo alla conclusione della fase attuale, in scadenza a fine 2012. Più del 20% di tagli alle emissioni Ricordando le precedenti risoluzioni sul clima, i deputati ribadiscono che l'ue dovrebbe mirare a un incremento del suo attuale obiettivo, fissato al 20% di riduzione delle emissioni per il 2020. Ciò sarebbe nel suo interesse economico, visti i benefici per "posti di lavoro verdi, crescita e sicurezza". Fondi per il clima e altre misure I deputati invitano l'unione europea ad assumere un ruolo centrale nella ricerca di un accordo sulle fonti e sulla gestione di un fondo verde per il clima per sostenere i paesi in via di sviluppo, che dovrebbe raggiungere 100 miliardi di dollari annuali entro il 2020. Nuove misure sono necessarie anche per ridurre le emissioni dei trasporti aerei e marittimi (esclusi dal protocollo di Kyoto), e per affrontare i cambiamenti nell'utilizzo del suolo. Di fronte alle sfide di alcuni paesi al di fuori dell'ue, i deputati sostengono fermamente la legislazione approvata nel 2008 per includere, dal 1 gennaio 2012, l'aviazione nel sistema di scambio di emissioni. I deputati temono che ci sia un "gigatonne gap" tra gli impegni internazionali e l'obiettivo delle Nazioni Unite di limitare il riscaldamento globale medio a 2 C. Studi scientifici delle Nazioni Unite hanno concluso che i paesi industrializzati devono ridurre entro il 2020 le loro emissioni del 25-40% rispetto ai livelli del 1990. * Delegazione del Parlamento europeo alla 17a Conferenza delle parti delle Nazioni Unite a Durban, Sudafrica: presidente Jo Leinen (S&D, DE), vice-presidente Karl-Heinz Florenz (PPE, DE), Kriton Arsenis (S&D, EL), Bairbre De Brún (GUE/NGL, UK), Pilar del Castillo (PPE, ES), Bas Eickhout (Verdi/ALE, NL), Elisabetta Gardini (PPE, IT), Dan Jørgensen (S&D, DK), Corinne Lepage (ALDE, FR), Vladko Panayotov (ALDE, BG), Anna Rosbach (ECR, DK), Oreste Rossi (EFD, IT), Richard Seeber (PPE, AT), Francisco Sosa Wagner (NI, ES) e Marita Ulvskog (S&D, SE). 20111107FCS30711-18/20

Strategia per i rom: i parlamentari richiedono un intervento "Il Consiglio darà un supporto politico agli Stati membri nel preparare le strategie nazionali". "Adottare una strategia per i rom è solo l'inizio". Secondo i deputati la Commissione non farebbe abbastanza per la lotta alla discriminazione verso i rom. Gli europarlamentari hanno esortato gli Stati membri in un dibattito tenuto a Strasburgo il 16 novembre a preparare delle strategie nazionali per i rom entro la fine del 2011. Alla luce dei recenti episodi discriminatori contro i rom in diversi Stati membri, i parlamentari hanno espresso la preoccupazione che la Commissione non stia facendo abbastanza per risolvere la questione. Per quanto riguarda la strategia europea per l'integrazione dei rom, la commissaria Androulla Vassiliou ha promesso di passare all'azione integrando l'attuale legislazione europea sulla lotta contro la discriminazione. Il Segretario di Stato polacco per la paritá di trattamento Elzbieta Radziszewska, parlando a nome del Consiglio, ha dichiarato che é una vergogna che molti dei 10 milioni di rom europei vivano in uno stato di estrema povertà e isolamento. "Il Consiglio darà un supporto politico agli Stati membri nel preparare le strategie nazionali". "Adottare una strategia per i rom è solo l'inizio. Saranno necessari dei programmi complessi per avere dei risultati" ha dichiarato la parlamentare ungherese di centro-destra Lívia Járóka, ex-relatrice parlamentare di questo tema all'inizio dell'anno. La parlamentare rumena liberal-democratica Renate Weber ha sollecitato la Commissione europea nel far rispettare i diritti fondamentali e ritiene che l'espulsione dei rom da diversi Stati membri sia inaccettabile. La parlamentare italiana di centro-destra Roberta Angelilli si è concentrata sulla situazione dei minori rom e ha citato un sondaggio secondo cui solo il 40% dei bambini rom frequenta la scuola elementare e il 10% riceve un'istruzione secondaria. La media europea di frequenza della scuola elementare è del 97%. Il parlamentare austriaco di centro sinistra Hannes Swoboda denuncia una mancanza di informazioni precise sulle strategie nazionali e su come i fondi europei vengano usati per migliorare il destino dei rom. La parlamentare italiana EFD Mara Bizzotto ha criticato la strategia per i rom definendola "ipocrita". Si è chiesta perché l'unione europea spenda soldi per l'integrazione nonostante i rom non abbiano intenzione di integrarsi. La Commissione ha adottato la strategia europea per l'integrazione dei rom in aprile 2011. Vuole migliorare l'accesso ad una casa, all'educazione, al lavoro e alla cure. Gli Stati membri hanno tempo fino alla fine del 2011 per presentare le loro strategie specificando come intendono realizzare questi obiettivi. La commissaria Vassiliou ha sostenuto inoltre che dopo che la Commissione avrà valutato le strategie nazionali, comunicherà al Parlamento europeo i risultati all'inizio del 2012. I rom in Europa 10-12 milioni di rom vivono in Europa (di cui 6 milioni in Unione europea) Le popolazioni rom: Romania 1,85 milioni, Bulgaria 750.000, Spagna 725.000, Ungheria 700.000 Proporzione della popolazione rom: Bulgaria 10,3%; Slovacchia 9,17%; Romania 8,32%; Ungheria 7,05% 20111107FCS30711-19/20

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