L'avete fatto a me. Cooperazione e Sviluppo per la salute nei P.V.S.



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Transcript:

L'avete fatto a me medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, educatori e amministrativi volontari per la Formazione del personale locale a Sud del Mondo. Anno 9, n. 2 Newsletter marzo-aprile 2012 5X1000 Anche quest anno, attraverso il 5 per mille della tua dichiarazione dei redditi aiutaci a sostenere i nostri progetti a Sud del Mondo. Nella casella sostegno del volontariato, apponi la tua firma e inserisci il nostro codice fiscale: 97367340151. Grazie mille! Sabato 24 marzo presso Fondazione Ambrosianeum Milano via delle Ore, 3 L Africa che Strega ore 9,30 Il fenomeno della Sorcellerie: l Africa tra modernità e tradizione Fr. Kipoy Pombo Pontificia Università Urbaniana-Roma ore 13-14 pausa pranzo catering euro 12 ore 14 ore 15,30 ore 16,30 L avete fatto a me: Formare Progetti tavola rotonda con i partecipanti ai progetti in corso in ambito sanitario, educativo e sulla salute mentale Assemblea annuale Conclusioni e saluti don Antonio Novazzi Direttore Ufficio Missionario Diocesano iscrizioni: segreteria@lavetefattoame.org

CLINICA BOR GUINEA BISSAU: l esperienza di Michela al ritorno dal viaggio di missione per la formazione degli infermieri locali in collaborazione con l associazione Progetto Anna Onlus La mia esperienza Quando i referenti dell associazione L avete fatto a me mi chiesero, in qualità di infermiera volontaria, di partecipare a questo progetto di formazione sanitaria, e di fare il mio primo viaggio di missione insieme a Katia Lavazza referente del progetto, ho accettato con grande entusiasmo ma non immaginavo proprio ciò che avrei trovato anzi ciò che avrei provato! Dopo un viaggio un po avventuroso lo scorso dicembre ho poggiato i piedi sulla terra rossa d'africa. Il mio arrivo è stato accolto con curiosità e tanti sorrisi alla Clinica. La Clinica São José Em Bôr, mi ha colpito da subito, come l'ho vista. Interamente Occidentale nella sua struttura, solida e ben integrata con l'ambiente circostante, ha il colore della sua terra e in ogni sua parte è decorata da bellissimi disegni fantasiosi, grandi quanto tutte le pareti. La Clinica è un luogo molto dinamico. C'è un gran lavoro e tutto il personale è molto attivo. Lo noto subito fin dal primo giorno, la zona Triage si trova staccata dalla struttura principale ed è operativa già di primo mattino. Molti bambini sono in attesa di essere visitati, proprio come fuori dai nostri pronto soccorso, mentre altre persone, pressoché adulti, aspettano di eseguire gli esami di laboratorio. Quest'ultimi sono seduti su delle sedie al di fuori del Triage, all'aperto, per questo motivo non ho intuito subito cosa dovessero fare. Tutto il personale locale si da un gran da fare. Non manca nulla alla Clinica, le degenze sono distribuite su due piani. Al pian terreno la Chirurgia con 16 posti letto, è operativa soprattutto quando ci sono le equipe chirurgiche europee che collaborano con il chirurgo e le infermiere locali. Si effettuano sempre ricoveri perché il

chirurgo locale, Dionisio, effettua piccoli interventi in anestesia epidurale. Nel periodo in cui sono stata presente, il reparto di degenza chirurgica è rimasto vuoto e approfittando di questo, insieme al personale locale abbiamo eseguito le pulizie di fino. da parte degli infermieri collocare anche in uno spazio mentale i piccoli degenti. Unico neo, i letti non sono ancora numerati ma è una situazione temporanea. Qui vicino c è un piccolo ambulatorio chiamato "Piccola Chirurgia" che accoglie adulti e bambini, in parte provenienti dall'esterno, (anche loro aspettano lungo il corridoio). All'inizio ho lavorato proprio qui, per iniziare il mio orientamento, e mi sono accorta subito della cura con cui la persona assistita viene accolta e medicata. Al di sopra del reparto Chirurgico troviamo la Pediatria che con i suoi 35 posti letto accoglie i piccoli pazienti insieme alle mamme nel rispetto assoluto delle loro abitudini culturali sociali ed umane fin quando è possibile. Sono molte le prestazioni che vengono erogate, dai controlli post operatori alle medicazioni in generale e anche di piccoli traumi. L'ambulatorio è attrezzato per le piccole medicazioni chirurgiche, manca di arredo e a volte di materiale, ma nonostante questo, ogni medicazione viene effettuata mantenendo sterilità e pulizia. Le camere sono suddivise per patologie, questo metodo l'ho trovato molto pratico ed utile, così il rischio infettivo si riduce di molto tra paziente e paziente ed è più facile A fianco si trova il Day Hospital. L'accoglienza e le prime cure dei piccoli malati provenienti dal Triage avviene qui, grazie alla presenza di Suor Joana che lavora

moltissimo aiutata da molti infermeria. studenti in Anche gli infermieri fanno grandi sforzi, non è nella loro cultura l'attività lavorativa scandita da tempistiche ben precise e spesso solo occidentali. "L'orologio" che ritma le attività giornaliere e' un concetto difficile per loro, e può essere assimilato bene solo lentamente e soprattutto se mediato con le loro abitudini quotidiane. E' proprio questo che viene fatto alla Clinica, un lavoro di mediazione tra il nostro metodo e il loro modo di essere, cercando ogni giorno un punto di incontro per crescere come gruppo di lavoro. Per integrarmi bene con il personale e con il lavoro della Clinica sono partita proprio dalla Piccola Chirurgia, passando poi al Day Hospital e all'osservazione dell'assistenza infermieristica erogata nel reparto e dalle attività dei medici. Gli infermieri mi hanno accettata benevolmente nonostante per me, la lingua diversa, fosse un problema. Il giro visita purtroppo non scandisce le attività infermieristiche in quanto avviene sempre in orari diversi ogni giorno. Ho avuto difficoltà a seguirlo proprio per questo motivo, non sapendo mai quando avrebbe avuto inizio. Il caposala locale Guerra, è una persona responsabile e capace, dotato di auto controllo e in grado di risolvere ogni situazione. E' un punto di riferimento per tutti.. fin troppo! L'ho notato fin da subito. Katia ha lavorato molto con lui, insegnandoli ciò che compete solo ad un caposala e ridefinendo meglio le sue attività giornaliere. Lui si è impegnato allo stesso modo per trasformarsi da punto di riferimento per tutti a leader di un gruppo. Gli infermieri hanno compreso il significato di consegna, sia scritta che verbale della terapia e l importanza di apporre la propria firma. Hanno compreso l'importanza dell'ordine, della pulizia e del rispetto delle piccole scadenze temporali, senza imposizioni forzate da parte nostra. Tutto questo mi ha colpito molto: i loro sforzi e l'apertura mentale nei nostri confronti e verso il nostro modo di lavorare, nonostante le "barriere culturali" che ci separano.

Ho visto risultati positivi ogni giorno e per poterli ottenere è stato importante stare in con loro sempre, senza però risultare "troppo controllori" o peggio ancora "comandanti". Il lavoro di Katia con Guerra, e che io stessa ho imparato a mettere in atto con gli infermieri, è stato proprio questo: permettere al cambiamento di instaurarsi lentamente ed è stato inevitabile, alla fine, che il loro modo di essere, ha migliorato anche tutti noi, sia come professionisti, sia come persone. Coinvolgere le mamme dei piccoli pazienti, sull importanza dell igiene, è un concetto difficile da far passare, ma mi rendo conto che in parte ciò è dovuto anche dal fatto che non è facile procurarsi una saponetta! La povertà esiste in Guinea ma non sono mai mancati i loro sorrisi per noi, mai! In queste 3 settimane abbiamo lavorato tutti, Stefano per esempio si è occupato, con il personale delle necessità strutturali. Mi sento di poter affermare che molto lavoro è stato fatto e che molto lavoro è ancora in corso In questo breve periodo che ho trascorso alla Clinica di Bor ho visto la struttura e le persone cambiare velocemente davanti ai miei occhi e ripensandoci, ancora adesso, sono contenta di aver fatto parte di questi piccoli cambiamenti. Abbiamo organizzato i container, sistemato i magazzini, controllato e smistato enormi quantità di farmaci e sistemato gli arredi. Grazie a tutti! Michela

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