Nicolò UGANDA Gapyear



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Transcript:

Nicolò, Diario dall Uganda Se c è il desiderio, allora il grande passo è compiuto, e non resta che fare la valigia. Se invece ci si riflette troppo, il desiderio finisce per essere soffocato dalla fredda bilancia dei pro e dei contro, e addio viaggio. Perché ho scelto di affrontare un esperienza di volontariato internazionale? Per curiosità, principalmente, per la voglia di esplorare, scoprire realtà diverse, coniugando tale voglia con il desiderio di fare qualcosa di utile ad altri. Ed è proprio la curiosità che mi ha fatto scegliere l Uganda, un paese di cui non conoscevo praticamente nulla, e che per questo mi ha attratto moltissimo. Scrivere di un esperienza di volontariato all estero, una volta tornati in Italia, fa parte dell esperienza stessa. È il modo migliore per riordinare le idee, guardare al tempo trascorso lontano da casa con occhio critico, valutandone l impatto che ha avuto su chi l ha vissuto. Credo sia impossibile, infatti, guardare all esperienza mentre la si sta ancora vivendo, perché il coinvolgimento emotivo è tale ( o, almeno, lo era per me) da impedire uno sguardo indipendente. Ma una volta conclusosi quel turbinio di emozioni contrastanti, che il trascorrere del tempo all estero come volontario porta sempre con sé, ecco che è possibile comprendere a fondo l importanza che esso ha avuto su chi l ha vissuto. Bujagali è più che una realtà diversa; è davvero un altro mondo!! È un mondo composto da natura esplosiva, da un enorme fiume, il Nilo, e da persone incredibili e straordinarie, gente abituata da sempre a dare calore umano, come se il grande sole delle giornate africane splendesse nei loro petti. È grazie a loro che il mese che ho trascorso al villaggio lo ricorderò per sempre. Mi chiamo Nicolò, e ho avuto la fortuna di trascorrere un intero mese nel villaggio di Bujagali, in Uganda. La scelta di partire mi è venuta piuttosto all improvviso,e non ci ho riflettuto troppo. Credo sia sbagliato rimurginarci troppo su; alto è il rischio di cambiare idea. Si deve fare così, lanciarsi, se si sente la voglia di partire.

Le prime persone fantastiche che ho conosciuto sono stati i ragazzi che lavorano per Soft Power Education, la ONG presso cui ho lavorato come volontario. Il loro è un impegno totalmente rivolto ai bambini e ai ragazzi di Bujagali, ed è questa la loro forza. Conoscono perfettamente la realtà locale, le problematiche, le aspettative e le speranze degli abitanti del villaggio. Conoscono le persone per le quali si impegnano una per una. L essere radicati sul territorio è il motivo del successo di Soft Power. SPE ha moltissimi progetti a Bujagali. Si va dai pre-school alle scuole elementari e medie ; da un centro a disposizione per svariate attività ( teatro, danza, musica ) alla biblioteca; da una clinica sanitaria a un centro per bambini diversamente abili; progetti di manutenzione e abbellimento degli edifici scolastici. Grazie alla bellissima intesa che si crea fra i volontari da tutte le parte del mondo e le persone che ogni giorno lavorano in SPE, nel giro di qualche anno la comunità di Bujagali ha potuto sperimentare i grandi passi avanti compiuti nel campo sociale. I bambini e i ragazzi hanno la possibilità di studiare e di immaginarsi un futuro, senza essere costretti a lavorare la terra fin da quando sono ancora piccoli; grazie al centro polifunzionale, i ragazzi possono interessarsi i ad attività extrascolastiche, e, come recitare piuttosto che leggere libri che i volontari donano alla biblioteca; grazie alla clinica, numerosi progetti di sensibilizzazione ne ed informazione sono stati proposti, specie riguardo la malaria e l AIDS. Come volontario ho vissuto tutto il mese a casa di Florence, una signora del posto che mette a disposizione stanze di casa sua per i volontari di SPE. Un esperienza unica!! Immaginatevi la fortuna non n solo di conoscere un Paese molto diverso dall Italia, ma addirittura di vivere la quotidianità ia i tà di una famiglia ia ugandese, i piccoli problemi di ogni giorno, le fatiche, ma anche le risate intorno alla cena e alle serate trascorse a chiacchierare e scherzare!! In questo modo posso dire di avere davvero vissuto l Uganda per un mese, immerso in lei.

Le mie giornate erano scandite da coloro per i quali mi sono impegnato maggirmente: i bambini di uno dei due pre-school. Loro monopolizzavano le giornate a scuola, dove il volontario affianca le maestre durante le lezioni, propone progetti riguardanti temi specifici o semplicemente gioca con i bambini, ma anche durante il pomeriggio. Un passo fuori da casa ed ecco una ciurma di poppanti mezzi nudi che ti assale tra morsi, abbracci e grida. Perché per quei bambini, il volontario è ben più che il bianco che sta con le maestre durante scuola. È quello che è lì per loro, la figura affettuosa che spesso manca. Nel giro di pochi giorni sono divento per loro il fratello, il migliore amico, il bab (papà) e addirittura la mamma!! Ma Bujagali, non è solo bambini, i, gli adulti sono davvero gente straordinaria. Mi hanno fatto sentire subito a casa, accolto e apprezzato, considerato uno del posto. o. Sono consapevoli delle difficoltà che un bianco può incontrare in una realtà così diversa come quella di un villaggio in Uganda, e corrono letteralmente in aiuto. Per qualsiasi cosa, chiunque era disponibile a darmi una mano. Non smetterò mai di ringraziarli, perché se sono stato bene per tutto il mio mese ugandese è grazie al grande calore che avvertivo da parte di tutti, dal più piccolo al più grande. Non un calore manifesto, fatto di abbracci e pacche sulle spalle, ma allo stesso modo (anzi, ancor di più) vivo e sempre presente.

E poi arriva il momento dei saluti, del ritorno. È un momento fatto di emozioni contrastanti. Da una parte c è la voglia di tornare a casa a raccontare l esperienza che si è vissuto, dall altra il dispiacere di lasciare un posto in cui si è stati benissimo e si è trascorso un esperienza incredibile. Ma è proprio nella malinconia dei saluti che ho iniziato a rendermi conto bene che la mia presenza lì non è stata solo passeggera, ma che qualcosa ha lasciato. Lo capivo dalla malinconia che era nei loro occhi così come nei miei. Nicolò UGANDA Gapyear Questo è il significato del volontariato internazionale: dall incontro tra le diversità nasce sempre del bene, qualcosa di positivo, dato dalla scoperta reciproca e dalla bellezza dell incontro con l alterità, che porta con sé consapevolezza della straordinaria ricchezza di questo nostro mondo. Quando si giunge a tale consapevolezza, l esperienza ha raggiunto il suo più grande obbiettivo. In questo modo, il cuore dell Uganda batte ancora in me.